Tour tra Langhe e Roero
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Venerdì 13 ottobre
Partiamo per Torino con il Freccia 1000 delle ore 9:15 da Roma Tiburtina ed arriviamo in perfetto orario a Porta Susa alle 13:40, accolti da una splendida giornata di sole. Ci dirigiamo subito all’agenzia AVIS, in Via Giuseppe Giusti (a pochissimi passi dalla stazione), presso la quale abbiamo prenotato un’auto a noleggio: ci assegnano una nuovissima Fiat 500X che per tre persone va benissimo. Mentre ci preparano l’auto, approfittiamo per rifocillarci in un grazioso locale sotto i portici di Corso Vinzaglio. Inizia così la nostra nuova avventura, con lo stesso entusiasmo di sempre, avidi di conoscenza e di nuove esperienze. Usciamo da una trafficata Torino e in breve il paesaggio muta, dalla vasta pianura a dolci colline che caratterizzano la zona. Intorno alle 16:00 siamo già a Dogliani, il paese natale del presidente Luigi Einaudi, (la famiglia ancora oggi è proprietaria di una immensa azienda agricola e produttrice di vini) e con facilità troviamo l’Agriturismo Barbarossa (www.agriturismobarbarossa.it), in Borgata Gombe 60. Che dire? Il vero, perfetto agriturismo, quello senza la televisione in camera, per intenderci, immerso nei vigneti e nei noccioleti. Veniamo accolti da Vilma e dalla sua deliziosa mamma, una signora dai modi di altri tempi, che dopo averci mostrato le nostre camere, ci preparano il caffè e ci fanno gustare le nocciole di loro produzione. Mi sento subito a casa e quando avverto questa sensazione all’arrivo, capisco che è stata la scelta giusta. Ci riposiamo un po’ e dopo aver ammirato i vigneti incendiati dal sole, ci dirigiamo a Monforte, un delizioso piccolo paese a circa dieci chilometri da Dogliani, attraversando un paesaggio incantevole. Visitiamo il paese con pacatezza, soffermandoci a ogni affaccio sulla valle che cambia continuamente colore avvicinandosi il tramonto. E questa è sicuramente una peculiarità delle Langhe: il senso di tranquillità che infondono, come se il tempo non passasse, sospeso tra le vecchie case medievali dei borghi, la natura circostante e l’opera dell’uomo che ha saputo creare le infinite distese dei filari di viti.
Torniamo a Dogliani che è già buio, ci addentriamo nei vicoli e nelle piazzette che si aprono di fronte all’imponente mole della ottocentesca parrocchiale dei Santi Quirico e Paolo e poi, ascoltando i preziosi suggerimenti di Vilma, ci spostiamo a Murazzano, un piccolo borgo a pochi chilometri, per cenare da “Lele”, una trattoria con cucina tipica regionale che troviamo affollatissima: buon segno! Infatti, una vera sorpresa ci attende. Viene servito solo il menu degustazione che comprende non so più quante portate di antipasto, due primi tipici (i tajarin con i funghi e i plin, ripieni di verdure), carne, formaggi, dolci e liquori. Da non potersi più alzare dalla tavola, tutto eccezionale e a un costo molto contenuto per la gran quantità e varietà di portate, € 33,00 a persona. Non possiamo far altro che complimentarci con la cuoca e con tutta la gestione del locale (Lele, il fratello della cuoca è ineccepibile come padrone di casa). Abbiamo bisogno di riprendere fiato e, così, prima di rientrare in agriturismo, passeggiamo nel borgo in una serata quasi più primaverile che autunnale.
Sabato 14 ottobre
Anche oggi è una splendida giornata di sole, e all’orizzonte una leggera foschia impedisce di vedere le Alpi: solo verso il tramonto si riesce a scorgere il Monviso e la catena alpina già innevata. C’è chi dice che con la nebbia e un clima più decisamente autunnale, il paesaggio sia più suggestivo. Probabilmente è vero, ma a noi va bene così, poter girare senza pioggia e godendo di sfumature di colore incredibili. La prima tappa di oggi è Grinzane Cavour, e più precisamente il castello di famiglia in cui dimorò per tanti anni Camillo che di Grinzane fu sindaco. Il castello, che sorge su una collina a dominare l’intera valle, ospita oggi l’Enoteca Regionale Cavour e un museo con ricostruzioni dell’epoca. Noi non lo visitiamo, facciamo solo una capatina nel fornitissimo negozio di prodotti tipici dove ovviamente non possiamo esimerci dal comprare dei “souvenir gastronomici”.
Riprendiamo l’auto e in breve siamo a Barolo, il paese legato alla produzione di uno dei più pregiati vini italiani. Il paese è in realtà un borgo molto piccolo, allungato quasi per intero lungo un corso principale (Via Roma) che termina davanti al Castello Falletti, dimora nel passato della potente famiglia di Alba (i Falletti appunto) e oggi sede del WIMU, il Museo Internazionale del Vino. Decidiamo di visitarlo (biglietto € 8,00 a persona), ma lo troviamo eccessivamente “multimediale e interattivo”. Un po’ troppo sopravvalutato. Ogni modo, ci concediamo una sosta nell’Enoteca Regionale del Barolo, dove Mario, il miglior intenditore di vini tra noi, degusta alcune varietà di Barolo. Ripercorriamo l’intero paese che in realtà è una unica vetrina di negozi con lo stesso tema: il vino e i prodotti a base di nocciole. Ci riposiamo per la pausa pranzo in un grazioso bar all’imbocco del paese, gustando degli ottimi panini. Da ultimo una capatina da “Borgogno”, in Via Gioberti 1, un noto produttore, dove acquistiamo il famoso Barolo Chinato.
Per il pomeriggio è prevista la visita di Alba. Alba è sicuramente una bella cittadina, con un importante centro storico: ma in questo periodo ospita la “Fiera Internazionale del Tartufo Bianco” per cui è famosa in tutto il mondo. L’esposizione è allestita in uno spazio molto ampio in fondo al corso principale e vi si accede con un biglietto di ingresso ad un prezzo molto contenuto. Tartufi, funghi, cioccolata, nocciole, vini pregiati, salumi tipici quale il salame cotto e ogni altro ben di Dio è esposto sugli stand degli espositori: ma la folla è tanta che a volte non si riesce nemmeno ad avvicinarsi ad essi. Tutta Alba è invasa da turisti anche perché domani si corre il Palio degli Asini e nella piazza principale si stanno svolgendo anche alcune rievocazioni medievali con tanto di figuranti in abiti dell’epoca. Una gran confusione! Comunque Alba ci lascia una bellissima impressione.
Riprendiamo il nostro tour che ci porta ora a La Morra altro minuscolo borgo medievale con un belvedere considerato il “balcone delle Langhe” per la magnifica vista sul Barolo, punto finale delle stradine in salita che terminano nella piazza del paese.
E’ ora di cena e torniamo a Murazzano perché Vilma si è gentilmente offerta di prenotare un tavolo, considerato che è sabato, in un’altra trattoria da non perdere: “Ra cà’d Baruc”, sotto i portici di Via Roma, dove gustiamo anche stasera specialità regionali al prezzo di € 27,00 a persona.
Domenica 15 ottobre
La prima tappa di oggi è Neive, un delizioso borgo medievale, caratterizzato da stradine acciottolate e due belle piazze, Piazza Italia su cui si affacciano palazzi storici e una piazza su cui invece si affacciano la parrocchiale dei SS. Pietro e Paolo e la Chiesa della Confraternita di San Michele, entrambe del Settecento. Ci dirigiamo ora verso la valle del Belbo, a Barbaresco, piccolissimo, tutto sviluppato lungo una unica via che termina davanti alla torre, visibile anche a grande distanza. Arriviamo praticamente all’ora di pranzo, parcheggiamo con grande difficoltà lungo la strada provinciale in quanto anche qui oggi c’è una fiera di prodotti tipici e le bancarelle occupano tutta la strada principale senza soluzione di continuità. A metà del corso è stato allestito uno spazio coperto da un tendone per mangiare acquistando cibo da strada. Veniamo attirati da uno stand che propone piatti liguri (da qui la Liguria è a due passi) e gustiamo gnocchi con il baccalà accompagnati da un calice di vino, ovviamente Barbaresco. Spendiamo € 19,00 in due, comodamente seduti sotto il tendone, visto che oggi, tra l’altro, fa molto caldo.
Così rifocillati e non senza aver fatto acquisti di prodotti tipici, ci spostiamo dalle Langhe al Roero, diretti a Brà. Il Roero presenta un aspetto diverso, caratterizzato da valli più chiuse e quindi senza le distese di vigneti a cui ci siamo già abituati. Sicuramente un territorio che vale la pena esplorare accuratamente, ricco di fenomeni naturalistici (le Rocche), di paesi gradevoli e testimonianze storiche. Noi, per mancanza di tempo, visiteremo solo Brà, che comunque ci impressiona favorevolmente.
Ci siamo resi conto in questi giorni, comunque, che le distanze tra un paese e l’altro sono piuttosto limitate, le strade molto agevoli e quindi si riesce a fare le cose con calma. Perciò, visto che siamo un po’ stanchi e accaldati, ci permettiamo il lusso di ritornare a Dogliani e riposarci un po’ in agriturismo, prima di decidere di visitare anche Serralunga d’Alba. Buona idea, perché il posto è incantevole, dominato da uno dei castelli più belli del Piemonte, visibile da molto lontano perché caratterizzato da una torre cilindrica altissima ed è veramente ben conservato. Dai suoi spalti si gode di un panorama impareggiabile.
Stasera andiamo a cena a Carrù, altro borgo distante una decina di chilometri dall’agriturismo, in un locale molto elegante, sempre consigliato da Vilma, l’Osteria del Borgo (www.osteriadelborgo.it), in Via Garibaldi 19. Carrù è la patria del famoso “bue grasso”, a cui è dedicato l‘evento gastronomico “La Fiera del Bue Grasso” a inizio dicembre che attira una gran folla di estimatori. Il piatto tipico è quindi il bollito fatto da sette qualità di carne diverse che si serve con sette diverse salse. Il locale è sicuramente da consigliare, io gusto un piatto di tajarin con ragù di bue e una fantastica trippa, mentre Fabio e Mario optano per il “carrello dei bolliti”, servizio spettacolare!! Torta di nocciole altrettanto buona, tutto a € 33,00 a persona comprensivi di alcuni calici di vino. Non potevamo concludere meglio il nostro tour gastronomico delle Langhe!
Lunedì 16 ottobre
È già ora di preparare i bagagli e lasciare questa terra entusiasmante. Gustiamo l’ultima ottima colazione preparata da Vilma, acquistiamo alcune bottiglie del Dolcetto e le nocciole di produzione della casa e prendiamo la strada del ritorno verso Torino, non senza aver fatto nuovamente sosta a Barolo per l’ultimo shopping. Prima di arrivare a Torino, ci fermiamo ad ammirare dall’esterno la Reggia di Stupinigi, una delle palazzine di caccia dei Savoia, immensa, a soli dieci chilometri da Piazza Castello. Andiamo all’Avis a riconsegnare l’auto, pranziamo nuovamente nel localino sotto i portici di Corso Vinzaglio e poi ci dirigiamo con calma alla stazione di Porta Susa: il Freccia 1000 delle ore 15:10 è in perfetto orario e ci sbarcherà alle 19:20 a Roma Tiburtina.
Che altro aggiungere? Una vacanza breve ma molto intensa: tutto da gustare, il cibo, il vino, la bellezza dei borghi disseminati sulle colline, ma soprattutto il fascino del paesaggio che non a caso è stato dichiarato Patrimonio UNESCO.