Alla scoperta delle Langhe

5 giorni immersi nei vigneti e nella storia
Scritto da: Lilian-Ice15
alla scoperta delle langhe

Partenza dal Trentino direzione Piemonte, destinazione Langhe. Approfittiamo del Salone del Libro a Torino e poi visiteremo le colline di alcuni dei più buoni vini rossi italiani. Le Langhe patria del tartufo, delle nocciole, del Barolo, di Cavour, dei cuneesi.

Viaggio di 5 giorni, con pernottamento in campeggio (Camping Sole Langhe) a Vergne frazione di Barolo, vicino all’abitato di La Morra.

Campeggio pulito, semplice ma ben tenuto, praticamente saremo quasi gli unici italiani. Bagni costantemente puliti, gestirei meglio la questione raccolta differenziata. Zona tende vicino ai vitigni sotto un noccioleto.

Partenza – Sabato 21 Maggio

Viaggio non troppo lungo, qualche problema con il montaggio tenda, non si sa mai da che parte prenderla!

Volevamo cenare al Ristorante ” Buon Padre” vicino al campeggio, ma sabato sera era tutto pieno e loro stessi ci hanno reindirizzato a Barolo alla “Trattoria la Gemella” ( stessa gestione), menù degustazione con abbinamento vino per ogni piatto. Rapporto qualità prezzo molto valido. Servizio impeccabile, elegante ma non snob.

Materassino bucato, dormito sul terreno, la stanchezza ha conciliato il sonno nonostante tutto.

Primo giorno – Domenica 22 Maggio

Direzione Torino per il Salone del Libro, tappa a Moncalieri in negozio di articoli sportivi per risolvere la faccenda materassino, ci concediamo la versione deluxe.

Arriviamo a Torino intorno alle 11, parcheggio in zona Lingotto e contenti per essere finalmente riusciti ad esaudire un desiderio. Troviamo l’ingresso e ci accodiamo alla nostra fila, biglietti già fatti on line per comodità, la fila non prosegue per disagi tecnici ai controlli, una mezz’oretta di attesa sotto una canicola sfinente, fortunatamente sistemata la faccenda si entra nel giro di 5 minuti… inizia lo shopping!

Il Salone è il tempio dell’editoria italiana nonché più importante a livello nazionale, si trovano dalle grosse case editrici alle più piccole e indipendenti.

Ci organizziamo prendendo la mappa all’infopoint e circolettando le case editrici di nostro interesse, estraiamo le nostre liste di libri, fuori catalogo, nuove e vecchie edizioni. Ammetto che gli acquisti di un giorno sono quelli che tendenzialmente faccio in uno o due anni, ma farli tutti assieme, lo stesso giorno, in una sorta di libreria gigante non ha prezzo.

Intorno alle 18 ci dirigiamo verso la sala dove si terrà una conferenza per cui ho prenotato il posto on line: la presentazione del libro di Mauro Corona. Coinvolgente, divertente e dinamica, Andrea mio marito si divide tra la conferenza e la finale per lo scudetto, usciamo e passiamo al momento autografi e dediche, nel frattempo l’autore viene raggiunto dal giornalista Tony Capuozzo, presumibilmente in confidenza. Ovviamente foto di rito.

Rientro in campeggio, cena parca e gonfiamento materassino, notte con sonno profondo e rilassato.

Secondo giorno – Lunedì 23 Maggio

Relax, soprattutto la mattina, torneo di ping pong e aperitivo in piscina (a pagamento, annessa al camping attraverso l’agriturismo della stessa gestione).

Pranzo in campeggio e nelle prime ore del pomeriggio ci dirigiamo verso Barolo, raggiungibile anche a piedi tramite percorso segnalato. Purtroppo nel frattempo facciamo qualche telefonata a diverse autodemolizioni nei dintorni per cercare di recuperare un pezzo della macchina e la ricerca ci porta a Fossano, recuperato il pezzo ne approfittiamo per visitare il simpatico paesino, purtroppo essendo lunedì troviamo chiuse anche le chiese, passeggiamo per i bastioni o quel poco che ne rimane e giungiamo fino al castello, imponente e ben conservato dove si svolge una volta all’anno una festa medievale.

Recuperiamo la macchina e rientriamo un po’ frettolosamente verso il campeggio perché abbiamo un appuntamento con un’amica di Andrea per un aperitivo.

Ore 19 ritrovo e ci dirigiamo a La Morra a pochi chilometri da noi. Paesino grazioso e molto curato, visita alla piazza principale con annesso belvedere e foto di rito con lo sguardo che spazia a 180° sulle Langhe.

Ci dirigiamo verso l’enoteca/ bistrot/ affitta camere Uve, ambiente elegante, grazioso e ben curato. Immancabili i turisti stranieri. Ci concediamo un aperitivo a base di vini locali accompagnato da un ottimo tagliere di formaggi e salumi.

Le chiacchiere si protraggono fino a l’una di notte , ma d’altronde noi sappiamo come funziona quando troviamo qualcuno sulle nostre corde.

Terzo giorno – Martedì 24 Maggio

Ripassiamo per La Morra per poterne godere di giorno soltanto che ogni curva che facciamo per raggiungerla è uno scorcio suggestivo da immortalare, quindi via di quella ventina di foto panoramiche che all’inizio ti sembrano tutte belle e affascinanti, degne dei più noti paesaggisti poi chissà perché riviste a casa non ti dicono abbastanza, ma tant’è… non si demorde e si prosegue imperterriti nei propri intenti.

Giunti a La Morra facciamo tappa al grissinificio che troviamo lì di fronte ” Panificio delle Langhe“, ne approfittiamo per comprare dei grissini artigianali per noi e come souvenir da regalare. Un bel sacchetto misto con curcuma, segale e cereali, sono veramente ottimi, friabili e gustosi.

Proseguiamo con il tour per il paesello, la piazza principale di giorno con la sua svettante torre campanaria, ci perdiamo per le viuzze e visitiamo la chiesa di San Martino, in seguito facciamo tappa alla Cantina Comunale per l’acquisto di qualche buon vino da portare a casa.

Prima di dirigerci verso la Cappella delle Brumate, compro un po’ di miele nel negozio ” Una Mela al Giorno“, piccolino ma ne vale la pena anche solo per la simpatia e gentilezza dei gestori.

Invece della strada più semplice scegliamo la strada più impervia che solitamente è chiusa al traffico e diventa pedonale per recarci alla cappella del Barolo o delle Brumate, un edificio mai consacrato ma restaurato sul finire degli anni ’90 e reso un’opera d’arte a cielo aperto, foto di rito ed è ormai ora di pranzo.

Ci siamo trovati molto bene in questi giorni a fare la spesa presso la catena ” Mercatò” e quello verso Alba sulla strada per Grinzane Cavour lo abbiamo eletto a nostro preferito per la varietà di prodotti al banco gastronomia. Facciamo scorta di pane, affettati e formaggi locali e decidiamo di fare il nostro picnic a Grinzane Cavour in un’area sosta vicino al castello con una panoramica sulla valle da togliere il fiato.

Rifocillati, ci dirigiamo verso il castello, purtroppo chiuso, considerate che a fine maggio si è ancora in bassa stagione e infrasettimanale è veramente difficile visitare un qualsiasi castello, saremo più fortunati con le chiese.

Nonostante il caldo opprimente gironzoliamo attorno al castello immersi nelle sue vigne con dei bei cartelli esplicativi sul ciclo della vite in base alle stagioni.

Grinzane Cavour deve il suo nome allo statista Camillo Benso che fu sindaco del paese per 17 anni, il castello dal 2014 è patrimonio Unesco, da non dimenticare che nel mese di novembre viene tenuta qui l’asta mondiale del tartufo bianco di Alba il cui ricavato va in beneficenza.

Prossima tappa Serralunga d’Alba, ormai assuefatti all’utilizzo dei navigatori seguiamo ostinatamente le indicazioni forniteci, passando per strade sterrate immersi nei noccioleti dove di quando in quando ci tagliano la strada dei bei leprotti cenerini.

La strada si inerpica su sempre più su, si riduce di larghezza e diventa abbordabile giusto per i trattori che vanno nei vigneti. Facciamo un paio di tentativi, possibile che questo paese sia così irraggiungibile? Andrea desiste, io mi incaponisco e decido di proseguire a piedi per una di queste tortuose stradine immancabilmente in salita. Diciamo che la calura delle 2 del pomeriggio non è un elemento a mio favore ma oramai è questione di principio e orgoglio, così mi dirigo sempre più su per un buon 20 minuti finché spunto dal mio sentiero che si immette in una bella, larga e spaziosa strada provinciale. A quel punto non voglio più nemmeno sapere da che parte si sarebbe dovuto prenderla!

Il paese è sornione, anche data l’ora, piccolino e grazioso, mi dirigo quindi verso il castello che ovviamente scoprirò essere chiuso, intravedo un sentierino che presumo, giustamente, faccia il giro attorno le mura e mi gusto questo splendido maniero svettante sulla sommità del colle.

Non posso rivelare molto sulla sua storia se non quello che si può reperire su internet, quindi non vi mentirò facendo coppia e incolla ma esporrò soltanto le mie impressioni.

Superbo nella sua maestosità e imponenza mi immagino il magnifico panorama da cui si potrebbe assistere da lassù, meravigliosamente conservato, ignoro se abbia subito o meno dei restauri. Mi soffermo a fare innumerevoli foto da ogni angolazione accompagnata dal verso di non so bene quale uccello che nidifica lassù sulle cime del castello.

Perdo la cognizione del tempo e lentamente ritorno alla macchina contenta di aver seguito il mio istinto e di non essermi persa questa piacevole visita.

Raggiungo Andrea e optiamo per visitare Monforte d’Alba, paese lì vicino. Giunti a destinazione pausa gelato, ovviamente alla nocciola, da “Précis Pastrygelateria“, l’ abbiamo trovato molto buono.

Siamo di fianco ad una chiesa così decidiamo di fare una visita, è la chiesa della Beata Vergine della Neve, patrono di Monforte festeggiato il 5 Agosto. Non è antica, risale ai primi del ‘900 ma è in stile neogotico e ci affascinano molto soprattutto i soffitti di un bel blu e oro che ritroveremo ancora in giro per le Langhe e a me ricordano molto la Cappella degli Scrovegni a Padova e la Basilica di San Francesco ad Assisi.

Proseguiamo la nostra passeggiata e ci inerpichiamo su per le stradine del paese per raggiungere la sommità, per fortuna la fatica non ci fa desistere perché eleggeremo Monforte a nostro paese del cuore ( insieme alla città di Alba). Bello, ben tenuto, pulito, un vero gioiellino di cui non si può non innamorarsi.

La fatica è anche ripagata dai magnifici roseti che incontreremo strada facendo, tutti in fiore dai colori più svariati che ci costringeranno ahimè a soffermarsi per numerose fotografie, senza sapere ancora cosa ci avrebbe riservato una volta arrivati in cima.

Quando a poche curve dall’arrivo iniziamo ad udire della musica all’inizio pensiamo a degli artisti di strada poi fatta l’ultima svolta capiamo che è in filo diffusione ma è lì che parte “Chan Chan” dei Buena Vista Social Club, il momento è magico, ci siamo solo noi e di fronte si apre questo bellissimo anfiteatro creato sfruttando la pendenza del terreno.

E’ l’Auditorium Horszowski sede di un bellissimo festival jazz che si svolge tutte le estati, ha ospitato artisti nazionali e d internazionali del calibro di Mario Biondi, Stefano Bollani, Joe Bonamassa, Dee Dee Bridgewater, i già citati Buena Vista, Gilberto Gil, Astor Piazzola. Ci soffermiamo sul piazzale dove c’è una chiesa e il suo distaccato campanile, coccolati dalla musica, rimirando il panorama.

L’atmosfera è elettrizzante e non vorremmo andarcene ma ci scade il parchimetro e avendo visto i vigili gironzolare non rischiamo, mi caracollo giù dalle viuzze pregando di non inciampare e faccio tana alla macchina spaccato il minuto. Salvi!

E’ tardo pomeriggio ma ci avanza un po’ di tempo per il prossimo paese, sulla strada di rientro si passerebbe comunque per Novello così ci rechiamo lì.

Foto panoramiche d’obbligo, le chiese son già chiuse, le visitiamo da fuori, troviamo un centro di recupero ricci ma le visite son sospese per ristrutturazione, eh niente quindi passeggiamo, ci rilassiamo, ci avviciniamo al cancello del castello, sembra affascinante. Che ve lo dico a fare, chiuso, è location esclusiva per matrimoni ed eventi, bene finiremo presto il nostro giro.

Si fa sera, rincasando ci accompagna un meraviglioso tramonto che si trasformerà in poche ore in un temporale torrenziale, la tenda regge ma fa sempre un certo effetto.

Quarto giorno – Mercoledì 25 Maggio

Saremmo dovuti rientrare ma non siamo sazi del Piemonte, decidiamo di fermarci un giorno in più.

Ci spostiamo con le visite un po’ più a nord, prima tappa Bra, fortunatamente è giorno di mercato così compriamo dei formaggi e della moccetta poi in macelleria compriamo la famosa salsiccia di Bra, ignoravo fosse di manzo e il gestore ci consiglia di mangiarla cruda salmata sul pane.

Visita della chiesa di Santa Maria degli Angeli costruita sopra una collinetta e di pianta ellittica. Affascinante la facciata del comune, ci dirigiamo verso Palazzo Traversa sede del museo civico. Chiuso, ma una gran bella costruzione da fuori.

Gironzoliamo a casaccio e noto le famose indicazioni marroni che guidano verso siti di interesse storico/ archeologico, ignorantemente seguiamo per “la Zizzola“, cammina cammina, sali sali, cammina ancora, un bell’edificio ottagonale in mattoni rossi si presenta ai nostri occhi circondato da un bel prato verde curato…chiuso, che vi credevate! Scopro essere il simbolo di Bra, contenente un museo multimediale, leggo che nel passato i funzionari del dazio da qui controllavano e attendevano i contrabbandieri che di notte cercavano di passare inosservati.

Un po’ delusi riscendiamo, veloce visita alla bella chiesa di Santa ChiaraÈ quasi ora di pranzo, via di corsa a recuperare la macchina per andare a mangiare le lumache a Cherasco. Consultando le recensioni mi lascio  ispirare dal menù dell’Osteria la Torre, prendiamo due antipasti, un primo e un secondo e 2 dessert. Cucina di livello, sarebbe stupido negarlo, piatti curati e molto scenici, diciamo soltanto che non era quello che ci aspettavamo, porzioni da cucina moderna che se non vuoi venderti un rene ti rimane un po’ di appetito. Ho proprio sbagliato io a scegliere il posto per questo frangente.

Ora abbiamo tutto il tempo per visitare il paese, 2 archi, uno all’inizio e uno alla  fine delimitano il centro storico, quello più in fondo è l’Arco del Belvedere, costruito come ex voto dalla popolazione tra il 1647 e il 1688 per essere scampati all’epidemia di peste del 1630.

Superato l’ arco sulla destra, immersa in un bel parco la chiesa della Madonna delle Grazie, mentre sulla sinistra un monumento dedicato alle vittime dell’Heysel, 39 tifosi juventini persero la vita nella finale di Coppa dei Campioni a Bruxelles nel 1985.

Passiamo dall’orto botanico dei padri Somaschi e ci rechiamo a visitare il Santuario di Nostra Signora del Popolo, costruzione imponente con una splendida facciata e l’interno in stile Barocco.

Cherasco ospita tra l’altro un Museo della Magia, voluto da Don Silvio Mantelli/ Mago Sales un sacerdote salesiano missionario, anche questo purtroppo risulta chiuso ma stavolta lo sapevamo.

Una veloce visita alla chiesa di San Pietro, esternamente in stile romanico è un patchwork di elementi ed epoche.

Arriviamo passeggiando all’altro arco, di porta Narzole, antica porta d’ingresso alla città, superatolo svoltiamo a sinistra e ci immergiamo letteralmente in un bellissimo viale di platani… ohibò in fondo vi scorgo un maniero, andiamo ad indagare, è il Castello Visconteo fatto costruire da Luchino Visconti (omonimo del regista) nel 1348, magnificamente conservato e attorniato da un prato ben curato, scopriamo essere di proprietà privata e i cartelli al suo ingresso non lasciano dubbi al riguardo. Leggiamo divertiti diversi aneddoti accorsi all’interno delle sue mura ma è ora di riprendere la macchina e voglio togliermi lo sfizio di vedere un sito archeologico di epoca romana.

Augusta Bagiennorum sotto il comune di Bene Vagienna, con cui condivide il toponimo dato dall’antica popolazione ligure del territorio, i Bagienni. Lasciamo la macchina in un bel piazzale apposito e ci inoltriamo in aperta campagna circondati da campi di grano e mais. Qualche tabella esplicativa cerca di far luce sulla città risalente al I° sec a.C., ma solo parzialmente scavata che si doveva estendere per 21 ettari. Sono visibili il tempio forense, il teatro e l’anfiteatro, dal 1993 è diventata Riserva Naturale Speciale.

Il panorama è a prescindere incantevole, aiutati dal fatto di essere soli e immersi nel bel rosso cremisi dei papaveri, ci rilassiamo e approfittiamo per raccogliere dei fiori di camomilla cresciuti in mezzo alla strada sterrata.

Avrei tanto voluto visitare la cappella di San Fiorenzo a Bastia Mondovì perché avevo visto delle foto degli affreschi da togliere il fiato da quanto ben conservati, gestite le visite dai volontari soltanto sfortunatamente la domenica. Toccherà tornarci.

Rientrando passiamo per una delle tante panchine giganti che si trovano un po’ dappertutto in zona, noi ci fermiamo a Monchiero Alto in un bellissimo parco dove una volta sorgeva un castello di cui non vi rimane nulla, fu smantellato e donato ai cittadini come materiale da costruzione.

Tornati al campeggio è il momento di iniziare a radunare le nostre cose in vista della partenza del giorno dopo che prenderemo molto con comodo dato che non abbiamo ancora visitato Barolo e approfitteremo anche per fare un bel giro ad Alba.

Rientro – Giovedì 26 Maggio

Lasciamo il campeggio poco prima di mezzogiorno, la posizione alla fine è ottima per esplorare le zone circostanti, ci torneremo volentieri.

Parcheggiamo a Barolo ed esploriamo il paese, sempre pochi italiani ma dalla quantità di turisti direi apprezzatissimo anche dagli stranieri. Bello ed imponente il castello che ospita il museo del vino, ma che non visitiamo stavolta per mancanza di tempo. Lì di fianco un simpatico museo dei cavatappi.

Mangiamo un buon gelato a “ la Piccolina” per placare la fame e riprendiamo la macchina direzione Alba, la patria del tartufo e della Ferrero. Troviamo parcheggio gratuito presso il Parking Alba in Corso Italia, comodissimo se si vuole visitare la città a piedi.

Gironzoliamo senza una meta precisa e ci lasciamo guidare dal caso. Capitiamo di fianco alla Pasticceria Bramardi, ci fermiamo per un caffè e dinanzi ai miei occhi un tripudio di cuneesi di ogni gusto si rivela, non posso che farne una scorta da portare a casa.

Non avevamo aspettative su Alba ma si rivelerà una piacevole scoperta. Già che ci siamo ne approfittiamo per comprare, in uno dei tanti negozi della città, un bello scorzone estivo.

Visita alla cattedrale di San Lorenzo, con quei magnifici soffitti blu e oro che avevamo già avuto modo di apprezzare. la chiesa è in stile gotico ma rimaneggiata più volte nei secoli, ciò che ci ha colpito di più sono stati nell’abside maggiore, sopraelevato rispetto al resto i 4 affreschi dedicati alla vita del Santo e lo splendido coro ligneo del ‘500, con 35 scanni intarsiati raffiguranti diverse simbologie.

Girovagando facciamo visita alla chiesa di San Giuseppe, per una modica cifra si può salire sul campanile, la chiesetta in sé è piccola ma dietro l’altare maggiore ci riserva una piacevole sorpresa, una serie di diorami che riproducono tutta la vita di Gesù dalla nascita alla resurrezione, mentre nel mezzo un plastico raffigura le colline delle Langhe e del Roero con le sue viti che ne hanno dato la fama nel mondo e i suoi castelli che dominano dall’alto. Sono anche visitabili i sotterranei dove sono visibili l’antica fondazione e ciò che resta di un teatro di epoca romana.

Alba celebra il suo cittadino più illustre, Beppe Fenoglio, scrittore nonché partigiano che prese parte alla resistenza, molto attiva nelle Langhe, di cui parlerà ampiamente nei suoi scritti, tra cui il più famoso rimane il romanzo Il Partigiano Johnny.

Siamo giunti, ovviamente casualmente alla chiesa di San Domenico, chiesa gotica la cui fondazione si attesta verso la fine del 1200, meravigliosamente affrescata è sede di manifestazioni culturali e noi con somma gioia ne siamo stati testimoni tanto da assistere alle prove del concerto che si sarebbe tenuto la sera stessa. L’evento si inserisce nella rassegna Alba Music Festival che da 18 anni allieta le giornate degli albesi nei luoghi più prestigiosi della città.

Si sono fatte le 18 e abbiamo un sacco di chilometri davanti a noi, si sta bene e non vorremmo andarcene, è un’ottima premessa per un giorno continuare ad esplorare queste magnifiche terre che hanno meritato di entrare nei siti Unesco.

Grazie Piemonte, grazie Langhe, ritorneremo.

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