Compleanno nelle Langhe e Roero

Visita di una delle zone più note del Piemonte
Scritto da: 19Simone80
compleanno nelle langhe e roero
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Era diverso tempo che volevo visitare la zona delle Langhe e del Roero, soprattutto dopo aver visto alcuni servizi in Tv che ne mostravano le bellezze di questo territorio in Piemonte.

Il territorio delle Langhe è situato tra le Province di Cuneo e Asti, è caratterizzato da un paesaggio collinare esteso che confina con il Monferrato e il Roero. Sono un importante centro vitivinicolo, dove spiccano numerose varietà di vini DOC e DOCG, come Barolo, Nebbiolo, Barbaresco e Dolcetto d’Alba per citarne solo alcuni. Dal punto di vista gastronomico la zona è celebre per il tartufo bianco d’Alba, la Nocciola Tonda Gentile delle Langhe e le Robiole di Roccaverano e di Murazzano DOP.

Il Roero è un territorio collinare situato nella parte Nord-orientale della Provincia di Cuneo, posto sulla sinistra idrografica del fiume Tanaro. Al pari delle Langhe è anch’essa una nota meta del turismo enogastronomico e culturale per i molti castelli e borghi presenti nel territorio.

Dal 2014 le Langhe, Roero e Monferrato fanno parte della lista dei beni del Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Dopo un weekend passato sul Lago d’Iseo, anche questa volta parto da casa in auto e in poco meno di 2 ore giungo ad Alba, dove soggiornerò per tutto il weekend che coincide con il mio compleanno.

Alloggierò presso il Residence XX Settembre, struttura situata in posizione strategica nel centro storico di Alba e non distante dalla stazione ferroviaria. Ottima l’accoglienza dello staff.

Possibilità di parcheggiare presso la stazione ferroviaria dove si trova un parcheggio coperto a pagamento che riconosce anche il Telepass.

L’appartamento che mi hanno destinato è risultato ampio, pulito e dotato di accessori per cucinare e per le pulizie, anche la connessione Wifi era perfetta. Le uniche cose “negative” sono state la non presenza di un microonde e i cuscini scomodi, ma per il resto null’altro da segnalare.

Alba

Alba è molto conosciuta a livello internazionale dal punto di vista enogastronomico.
Il territorio circostante è infatti luogo dove cresce il tartufo bianco, in città ogni anno infatti vi è la Fiera del Tartufo, che si svolgerà quest’anno dal 9 Ottobre al 5 Dicembre.

Le colline circostanti producono i vitigni del Dolcetto d’Alba DOC, che a differenza da quello che potrebbe far pensare il nome, è vino rosso tutto pasto.

Si tratta di una cittadina molto carina che sorge sulla riva destra del fiume Tanaro, presenta un centro storico molto bello e ricco di cose da vedere tra palazzi d’epoca, torri e luoghi storico-culturali.

Via Vittorio Emanuele II è la strada commerciale principale che porta nel cuore cittadino, il primo punto d’interesse che si trova è la Chiesa dei Santi Cosma e Damiano.

Costruita su resti romani la chiesa è di origine molto antica, completamente ricostruita in stile barocco nel ‘700 venne aggiunto il campanile in stile neoclassico. Quasi di fronte vi si trova il Complesso della Maddalena.

Il Complesso della Maddalena fu monastero delle suore Domenicane già dal 1448, il cortile ospita in autunno ospita la Fiera Internazionale del Tartufo Bianco d’Alba.
La barocca Chiesa di Santa Maria Maddalena (XVIII sec.), presenta un interno a pianta ellittica con volta affrescata del ‘700, in una delle cappelle si conserva l’urna contenente le spoglie della Beata Margherita di Savoia.

Si raggiunge poi Piazza del Risorgimento dove vi si trova il Municipio e la Cattedrale di Alba.

Il Palazzo Comunale (XIV sec.) fu edificato sull’area del Foro romano e fin dal Medioevo è sede del Municipio. Al suo interno si troviamo alcuni affreschi provenienti dalla Chiesa di San Domenico ad Alba, tra i quali una “Pietà” di fine ‘300.

La gotica Cattedrale di San Lorenzo (XV sec.), venne costruita sulle fondamenta di un antico edificio di origine romana, nel corso dei secoli ha subito notevoli mutamenti e restauri. La forma attuale di fine ‘800, è caratterizzata da una facciata a mattoni rossi decorata da quattro bassorilievi raffiguranti i quattro evangelisti, presenta una pianta a croce latina con un connubio di stili che variano dal neogotico al barocco.

Fra le opere più importanti custodite nella chiesa vi è la Lastra tombale del Vescovo Andrea Novelli, che fu Vescovo di Alba tra il 1486 e il 1516.

Per pranzo/cena o anche un aperitivo consiglio di fermarvi “Alla Dispensa del Convento“, locale decisamente consigliato dove gustare e acquistare prodotti tipici di qualità. Un posto ideale per fermarsi a pranzo, cena, brunch o un semplice aperitivo (consiglio “Arneis”). Il proprietario è molto cortese e simpatico e offre prodotti con un ottimo rapporto qualità/prezzo.

Saluzzo

La mete principali dell’itinerario sono Saluzzo e l’Abbazia di Staffarda, lungo la strada decido di dirigermi prima al Castello Reale di Racconigi.

Il Castello Reale di Racconigi (XI-XIX sec.), edificata come casaforte, residenza signorile fortificata della Marca di Torino, successivamente passò ai Marchesi di Saluzzo ed infine ai Savoia.

In epoca sabauda, si presentava come una fortificazione medievale, a pianta quadrata e circondata da un fossato, negli angoli perimetrali sorgevano torri angolate, la struttura originale rimase invariata fino al XVII secolo.

La forma attuale invece risale al 1832 quando Carlo Alberto di Savoia decise di ristrutturare il Palazzo abbellendolo per renderlo adatto alla casata reale.

Il Castello di Racconigi, perse del tutto interesse con il trasferimento della Capitale a Firenze e successivamente a Roma, fino ai primi anni del XX secolo quando Re Vittorio Emanuele III la elesse nuovamente come sede di villeggiatura.

Nel 1980 è stato acquistato dallo Stato ed è inserito nella lista dei beni Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO.

A circa 500 metri di distanza si raggiunge il Santuario Reale Madonna delle Grazie (1837) voluto da Re Carlo Alberto per poter accogliere i devoti, sul lugo dove sorgeva la vecchia chiesa.

La devozione alla Madonna delle Grazie è nata dalla sua apparizione ad un giovane pastore sordomuto nel 1493, guarito nell’udito e nella parola, si recò in città dove diede notizia del avvenuto miracolo. Per celebrare la notizia venne dipinta una icona su legno di noce ancora oggi conservata nell’abside all’interno del Santuario.

La sua struttura esterna presenta una facciata neoclassica con sei colonne e tetto con cupola, ricorda molto il Pantheon a Roma e la Chiesa della Gran Madre di Dio a Torino.

Raggiungo Saluzzo, borgo molto interessante della Provincia di Cuneo.

Nel centro storico della cittadina si raggiunge subito la poderosa Cattedrale di Santa Maria Assunta (XV sec.), dalle forme tardo gotiche con facciata in mattoni rossi e sezione centrale intonacata.

L’interno è a tre navate coperte da volte a crociera, presenta decorazioni di epoche successive, tra le curiosità che vi si trovano, sono presenti teche che conservano le reliquie di diversi santi.

Percorro la Salita al Castello, in epoca medioevale era il centro nevralgico della vita sociale ed economica cittadina, per raggiungere la Castiglia.

Sulla strada si affaccia l’Antico Palazzo Comunale (XV sec.), che presenta una facciata molto elegante in mattoni e decorazioni in terracotta.

Fu sede degli uffici comunali fino al 1831, quando il Municipio fu trasferito nell’ex collegio dei Gesuiti. Il porticato ospitava alcune botteghe artigiane e gli scrivani pubblici, al primo piano invece il Salone d’Onore, dove si riunivano i rappresentanti dei borghi e delle terre del Marchesato.

Arrivo alla Castiglia (XIII sec.), la rocca che dalla sua posizione domina tutta la cittadina. Fu per circa 4 secoli la residenza privilegiata e fortificata dei Marchesi di Saluzzo, tra il 1825 e il 1992 fu convertito in un severo carcere, funzione che aveva già svolto nel XVIII secolo.

Oggi dopo un attento recupero e restauri, il complesso ospita due musei, il Museo della Civiltà Cavalleresca e il Museo della Memoria carceraria.

A poche centinaia di metri si trova la Chiesa di San Giovanni (XIV sec.) magnifico esempio di architettura gotica, fu il luogo di culto più importante della città prima che venisse costruito il Duomo di Saluzzo.

Presenta una facciata molto semplice rimasta incompiuta, l’interno è a tre navate con volte a crociera.

Dall’ingresso situato in posizione sopraelevata, si possono ammirare ai lati due cappelle splendidamente decorate da affreschi.

L’abside pentagonale in pietra grigia con inserti verdi raccoglie la Cappella Funeraria dei Marchesi di Saluzzo (XV sec.), tra le testimonianze di gotico fiammeggiante più importanti d’Europa.

Nella nicchia di sinistra si trova la tomba del Marchese Ludovico II (1508) realizzata in marmo bianco, la nicchia di fronte doveva ospitare invece il feretro della Marchesa Margherita di Foix, consorte di Ludovico II che fu tumulata in Francia.

A sinistra della navata si accede al chiostro gotico voluto nel 1466 dal Marchese Ludovico I.

Su uno dei lati si trova la Cappella Cavassa, ampia stanza decorata da affreschi che ospita il monumento funebre marmoreo del Generale Galeazzo Cavassa.
Poco distante si trova il Refettorio dove si può ammirare il grande affresco con la Crocifissione (XVI sec.)

Tra un’Abbazia e un Castello

Ritorno all’auto per dirigermi all’Abbazia di Staffarda, situata a pochi chilometri da Saluzzo.

L’Abbazia di Santa Maria di Staffarda (XII sec.), un complesso edificato dai Monaci Cistercensi in stile romanico che comprende la chiesa, gli edifici monastici e nove cascine.

Si accede al complesso dal chiostro costruito con mattoni a vista e fulcro della vita dei monaci, per seguire il percorso guidato verso la sala capitolare con volte a crociera, la sala della foresteria, il refettorio e la loggia del mercato in stile gotico.

La chiesa molto imponente a tre navate e tre absidi, presenta un interno in stile romanico-gotico che raccoglie opere artistiche molto significative. Tra queste l’altare ligneo (1525) e un gruppo scultoreo raffigurante la Crocefissione con Maria e San Giovanni (XVI sec.).

Prima di tornare al mio alloggio ad Alba decido di visitare Asti, passando prima al Castello di Pollenzo, tra le residenze sabaude riconosciute come Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Il complesso fu voluto intorno agli anni trenta del 1800 da Re Carlo Alberto, con l’intento di creare un’impresa agricola modello, che tra il 1833 e il 1850, creò una nuova immagine neogotica e classicheggiante del borgo.

Dopo oltre un secolo di prestigi, venne lasciato sempre più a decadere fino a fine 1900, quando venne rilevato da Slow Food, che gli donò una nuova vita.

Oggi la struttura dell’Agenzia di Pollenzo ospita la sede dell’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, la Banca del Vino, un ristorante e un hotel 4 stelle.

L’Università degli Studi di Scienze Gastronomiche, fondata da Slow Food, è il primo ateneo al mondo interamente dedicato alla cultura e diffusione dell’enogastronomia.

Le cantine ottocentesche ospitano invece la Banca del Vino che ha lo scopo di costruire la memoria storica del vino italiano, un posto unico al mondo in cui sono raccolte le più significative produzioni nazionali.

La Chiesa di San Vittore (1840 circa) presenta all’interno dipinti interessanti ed un prezioso coro ligneo del ‘500 proveniente dall’Abbazia di Staffarda.

Asti, una città spumeggiante

La zona dell’Astigiano è la patria dell’Asti Spumante DOCG, tra le eccellenze vinicole italiane conosciute ed esportate in tutto il mondo. Tutti gli anni a Settembre, si tiene uno dei concorsi enologici più importanti d’Italia, la Douja d’Or.

I monumenti del centro storico di Asti testimoniano il periodo di massimo splendore vissuto dal libero Comune nei secoli XI-XIV.

Nella centralissima triangolare Piazza Vittorio Alfieri a Settembre si celebra lo storico Palio di Asti, corsa di cavalli montati senza sella tra le più antiche d’Italia.

La maggior parte dei punti d’interesse del centro storico di Asti, si sviluppa lungo Corso Vittorio Alfieri.

Si giunge al barocco Palazzo Civico sede del Municipio fin dal 1558. L’edificio venne ristrutturato e ampliato nel ‘700 dall’architetto Benedetto Alfieri, un cugino del padre di Vittorio, considerato uno zio dallo stesso poeta.

Al suo interno, tra le varie sale affrescate è possibiLe ammirare anche il Salone degli Astigiani Illustri.

Situata accanto al Municipio, si trova la gotica Collegiata di San Secondo (XIII – XV sec.) dedicata al Santo Patrono di Asti, la più antica della città fu eretta sul luogo del suo martirio e sepoltura.

Presenta un interno gotico a tre navate con tracce di affreschi tre-quattrocenteschi, la cripta conserva le reliquie del Santo.

Proseguendo lungo la via si raggiunge Piazza Roma dove si trova la Torre Comentina (XIII sec.) alta oltre 38 metri, è inglobata nel Palazzo Medici (1897), edificio neogotico conosciuto come “Castello di Piazza Roma”, al centro della piazza si trova il Monumento all’Unità d’Italia (1898).

Si arriva poi alla Torre De Regibus (XII sec.) alta circa 27 metri e unica a pianta ottagonale, è stata abbassata di tre piani a fine ‘700. La torre era parte di un complesso difensivo che all’epoca vedeva la presenza di altre due torri.

Poco distante si trova Palazzo Alifieri, dimora infantile del poeta.

Asti è infatti la città natale del poeta, scrittore e drammaturgo Vittorio Alfieri (1749 – 1803), che apparteneva ad una delle più nobili e ricche famiglie piemontesi.

All’interno di Palazzo Alfieri (XVIII sec.) si possono vedere gli arredi e alcuni oggetti che testimoniano l’attività letteraria, viaggi e passioni del poeta.

Poco distante si trova il neogotico Santuario di San Giuseppe (1930 circa) edificato al posto della precedente fatiscente e finita in disuso Chiesa di Sant’Agese. La caratteristica facciata in mattoni rossi con al centro la torre campanaria da 12 campane.

L’interno a tre navate custodisce la cripta con le spoglie del Beato Giuseppe Marello.

Proseguendo si vede la Torre Rossa (I sec.), uno degli edifici più antichi e ben conservati in città, è costruita in laterizi e arenaria e costituisce una delle due torri della porta occidentale dell’antica città romana, sopraelevata poi nel periodo medioevale.

Una leggenda vuole che sia stata l’ultima prigione di San Secondo (Santo Patrono di Asti), prima del suo martirio.

Dal XII secolo è adibita a campanile prima dell’antica Chiesa di San Secondo, che sorgeva sull’attuale sedimento della barocca Chiesa di Santa Caterina (XVIII sec.) con cupola ellittica.

Raggiungo poi la gotica Cattedrale di Santa Maria Assunta e San Gottardo (XIII sec.), è la chiesa più grande del Piemonte.

L’interno a tre navate con volte a crociera, stupisce per le dimensioni e le decorazioni. Si conservano numerose opere interessanti, tra queste la fonte battesimale (XV sec.) e il mosaico presbiteriale duecentesco.

Mi dirigo poi verso la Torre Troiana (XIII sec.), detta anche Torre dell’Orologio, è alta circa 44 metri ed è uno dei simboli della città.

La campana situata sulla sua sommità è del 1531, una delle più antiche del Piemonte ancora in funzione.

Un posto decisamente consigliato per uno spuntino, pranzo o cena è la pizzeria “La Pizza” (Via Pelletta, 8), in pieno centro città, a pochi metri dalla Collegiata di San Secondo.
Offrono una varietà molto ampia di prodotti tra cui scegliere, a dir poco deliziosi, con materia prima di qualità e ad ottimo prezzo. Da segnalare anche la cordialità dei gestori, molto simpatici e ospitali.

Nelle terre Di-vine

Ultimo giorno nelle Langhe e Roero, lasciato l’alloggio prima di fare ritorno a Milano, dedico la giornata ad un ultimo itinerario, prima tappa Barolo.

Certo che per un astemio come me andare a Barolo è proprio il colmo, ma è impossibile non visitare certi luoghi quando ci si trova in zona.

Barolo è un piccolo borgo medioevale, adagiato su una sorta di altopiano, situato a circa 15Km da Alba, noto per il famoso vino prodotto dal vitigno Nebbiolo.

Il Barolo DOCG deve necessariamente invecchiare per almeno 3 anni, di cui 2 anni in botti di Rovere per poi proseguire con l’affinamento in bottiglia prima di poter essere commercializzato.

Domina il borgo l’imponente mole del Castello Falletti (X sec.), oggi sede dell’Enoteca Regionale del Barolo e del Museo del Vino (Wi.Mu.), quest’ultimo si trova ai piani superiori.

Nel corso dei secoli ha subito diverse trasformazioni, venne usato come maniero di difesa, residenza nobiliare e anche come collegio di religiosi. All’interno si possono ammirare le stanze che mantengono gli arredi all’epoca della Marchesa Giulia Colbert.

Tra gli ospiti più illusti spicca Silvio Pellico, amico e consigliere dei Marchesi nonché responsabile della biblioteca per quasi 20 anni.

Le antiche cantine ospitano la sede dell’Enoteca Regionale, qui la Marchesa Colbert perfezionò e promosse il già celebre vino di corte attraverso il “metodo Staglieno”, ideato dal Gen. Paolo Francesco Staglieno, ottenendo un vino secco molto più equilibrato e gustoso rispetto ai precedenti.

Sulla stessa piazza si trova la romanica Chiesa di San Donato (XVIII sec.) l’interno a tre navate con cupola ottagonale, conserva davanti l’altare maggiore il sepolcro dei Marchesi Falletti, signori di Barolo.

Terminato il giro a Barolo mi dirigo alla non molto distante Cappella delle Brunate (o Cappella del Barolo). La coloratissima chiesetta mai consacrata fu ricostruita nel 1999 dagli artisti Solomon LeWitt e David Tremlett.

L’edificio originario fu costruito intorno al 1914 dai contadini che lavoravano nelle campagne e nei vigneti circostanti, con lo scopo di luogo di rifugio e riparo temporaneo in caso di condizioni atmosferiche avverse.

I terreni e la struttura vennero acquistati nel 1971 dalla famiglia vitivinicola Ceretto, l’edificio venne lasciato in disuso e abbandono per molti anni, solo nel 1999 decisero di affidarlo all’estro dei due artisti internazionali per darle una verisone più moderna.

L’esterno è contraddistinto da forme geometriche dai colori forti e vivaci, l’interno al contrario ha colori tenui e con pavimento marmoreo con riflessi d’acqua.

In cambio dell’allestimento della vecchia casa a forma di cappella, gli artisti avrebbero ricevuto vita natural durante una bottiglia di Barolo, ogni settimana.

Tra castelli e “Principati”

Proseguendo la strada verso Milano, mi fermo al Castello Reale di Govone (1675-1780), fu una antica fortezza medievale ricostruita nella forma barocca attuale dai Conti Solaro.
Fu una delle residenze estive dei Savoia dal 1792 al 1870, acquistato poi dal Comune di Govone nel 1897, oggi vi hanno sede gli uffici comunali, la biblioteca e il museo.
Sono visitabili gli appartamenti reali, il salone delle feste e le sale cinesi.

Il Castello di Govone è famoso anche per il settecentesco giardino all’italiana dove fioriscono molte varietà di rose e una rara specie di tulipano selvatico.

Dal 1997 il Castello Reale di Govone è tra le Residenze Sabaude Piemontesi che l’UNESCO ha inserito nella lista del patrimonio artistico mondiale.

Dopo il Castello di Govone mi dirigo verso il Principato di Lucedio (XII sec.), fondato dai Monaci Cistercensi che bonificarono il territorio e a metà del XV secolo furono i primi che introdussero la coltivazione del riso in Italia.

Divenne un fiorente centro di potere economico e politico, grazie alla strategica posizione geografica lungo la Via Francigena.

L’attuale proprietaria, la Contessa Rosetta Clara Cavalli d’Olivola Salvadori di Wiesenhoff, conduce l’Azienda Agricola a livello famigliare.

Si possono infatti acquistare presso lo spaccio, riso e altri prodotti dell’Azienda Agricola.

Il Principato di Lucedio è visitabile al pubblico secondo il calendario presente sul sito.

Rientro a Milano dopo pochi giorni nelle Langhe e Roero, carico di ricordi e prodotti locali. 

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