La cina del sud con 50 $ al giorno
PREMESSA
Ciao cari turiste e turisti, sono ancora il Bruno di Torino, appena tornato dal primo viaggio in Cina, un viaggio di cui sono stato abbastanza contento, ma purtroppo segnato da due bruttissimi episodi che ho volutamente lasciato nel diario, perchè, nonostante tutto, hanno fatto parte di questo mese trascorso in un paese, secondo me, da scoprire lentamente in più viaggi; ho fatto la parte sud, con scalo base a Hong Kong. Anche qui è difficile stare nei miei poveri budget da 50 US$ al giorno, dovuto soprattutto alla quasi impossibilità di alloggiare, per gli stranieri, negli alberghi a basso costo, pare ci siano limitazioni proprio per gli albergatori. Come lo corso anno a Taiwan, posso dirvi che si sta già bene con 70 – 80 US$ al giorno. Approfitto anche per ringraziare chi, scrivendomi per avere ulteriori informazioni sui miei viaggi, mi ha affettuosamente affibiato l’appellativo di “Bruno low-cost”. Dai conteggi sono esclusi i voli, i cui costi sono stati: MILANO MALPENSA – HONG KONG e ritorno ( Finnair – via Helsinki) € 775 Miei racconti precedenti: – Taiwan, (+Sagada e Palawan – Filippine- con 40 US$ al giorno (2009) – La mia India ovest con 30 US$ al giorno; (2008) – Filippine con 40 US$ al giorno; (2007) – Myanmar con 25 US$ al giorno; (2006) – Laos, Cambogia e Kho Chiang. (2003) ————————————————————————— 1.1 VE Partenza da Torino Porta Susa in treno alle 17, arrivo a Milano alle 18.45. Non per fare pubblicità, ma ho dormito all’Hotel Bel Sit, un piccolo albergo presso Piazzale Accursio, albergo rimesso a nuovo recentemente, senza tante pretese, ma pulito tranquillo e con personale cordialissimo, 45 € inclusa colazione. Un albergo che avevo scoperto anni fa e ritrovato ultimamente lo scorso anno per motivi di lavoro. Spese: treno TO-MI € 8, metro 1, cena 20, hotel 45. Totale € 74, riportato in US$ x 1,4 = 104.
2.1 SA Sveglia alle 7, colazione, aeroporto e, stranamente senza nessun tipo di controllo, primo volo, aereo pienissmo, partito puntuale alle 11.25 e arrivato puntuale alle 15.25 a Helsinki dopo tre ore (14.25 italiane). Secondo volo invece partito con un’ora di ritardo per attesa di altri voli. Spese: metro 1, treno MI-MALPENSA 11 (per 49 Km., una vera vergogna, ieri 8 € per 147 Km.), latte 1,5. Totale 13,50. In US$ x 1,4 = 19. Totale progressivo 104 + 19 = 123. Media : 2 = 62 US$. 3.1 DO Arrivo a Hong Kong alle 8.20, dopo altre nove ore di volo, cielo nuvoloso, ma 17°, si sta bene. Sempre bellissimo vedere sui monitor in diretta sia il decollo da Helinki che l’atterraggio all’isola artificiale su cui sorge l’aeroporto di Hong Kong. Dopo le solite formalità, cambio un po’ di soldi, per la cronaca 1 € = 10,17 HK$, 1 € = 8,72 yuan, 1 US$ = 6,6 yuan, già, perchè Hong Kong, pur tornata alla Cina dal 1997, ha mantenuto una strana autonomia, ha ancora la sua moneta e il suo confine con la Cina è un vero e proprio confine, più un’altra piccola assurdità: si viaggia a sinistra, mentre in Cina si viaggia a destra. Mi metto alla ricerca dei mezzi per Xiamen, la mia prima meta; troppo caro il volo (145 €) scendo al piano terra dove ci sono gli autobus, ma nessuno va direttamente a Xiamen, si deve per forza transitare da Shenzen, la città dello strano confine con la Cina. Riesco a partire con il bus delle 10.10, con arrivo a Lo Wu, confine con il solo controllo del passaporto, poi si prosegue fino a Shenzen con arrivo alle 11.05 dove c’è il confine con controllo bagagli e compilazione di moduli sanitari (non so quanto possano servire, sono novità arrivate con la febbre ex suina, qui sono abbastanza spaventati e molti girano con la mascherina sul viso). Appena arrivato alla stazione dei bus vengo “cordialmente assalito” da due signore, procacciatrici di clienti per le compagnie dei bus long-distance, che mi portano alla biglietteria dove, casualmente, alle 12.40 c’è il bus per Xiamen, dicono sette ore, ma non ci credo perchè ho visto sulla cartina stradale che ci sono circa 700 km. Mentre attendo faccio un rapido spuntino poi torno all’ufficio dove ci sono altre cinque persone in attesa. Alle 12.30 l’omino carica le nostre valigie su un carrello a mano e ci invita a seguirlo; usciamo e percorriamo circa 300 m. (sembrava un corteo funebre…) poi dopo due minuti arriva il bus per Xiamen; bus? è una specie di Ducato malmesso, ma ormai è fatta, si parte alle 12.40, si attraversa tutta Shenzen, città strana, sconosciuta, ma che in pochi anni è diventata grande come Napoli grazie alla vicinanza sia di Hong Kong che di Guangzhou (ex Canton). E ancora adesso la parte est è tutta un cantiere per autostrade, metro sopraelevata, cavalcavia e sottopassi di raccordo. Ma non finisce qui. Il nostro, chiamiamolo, Ducato, gira per circa un’ora in città, caricando altre due persone, poi va al casello dell’autostrada e si ferma; qui, dopo circa 10 minuti, arriva il vero (sì, aspetta) bus per Xiamen, grande, verde brillante, ma quando salgo la ragazza addetta mi fa togliere le scarpe, c’è il pavimento in legno, come un parque, poi alzo lo sguardo….. Nessun sedile, ci sono tre file di di cuccette a due piani di cinque lettini ciascuno per un totale di 30 posti, si può stare solo sdraiati, con materasso e piumino se hai freddo; è scomodissimo muoversi, ma distesi si sta veramente bene; proviamo anche questo.Dopo due ore, sosta di circa 30 minuti poi proseguimento lungo l’autostrada sud est, una bella autostrada a carreggiate separate, si viaggia tranquilli, l’autista è bravo, non corre e non fa pazzie, e si arriva a Xiamen alle 21.50. Non so dove andare, trovo un tassista bravissimo che mi porta in un albergo che però è troppo caro, ma purtoppo non è il momento di mettersi in giro. Vedremo di recuperare i prossimi giorni. Sono le 0.50. Basta. Spese: bus per Hong Kong Lo Wu 150 HK$ (= 21 US$), bus Shenzen-Xiamen 250 yuan, pranzo 35, taxi Xiamen 40, cena 39, hotel x 2 notti 812. Totale 1176 yuan : 6,6 = 178 US$. Totale giornaliero 21 + 178 = 199 US$. Totale progressivo 123 + 199 = 322. Media : 3 = 107 US$. 4.1 LU Nonostante la stanchezza di ieri, mi sono svegliato alle 7.45, ho dormito benissimo, c’è il sole, ma c’è foschia. Nella hall dell’albergo c’è la sala colazione (ma per me è un vero e proprio pranzo) con buffet ricchissimo, uova, carne, pesce, riso, noodles (spaghetti cinesi), verdure cotte e crude, cereali, torte e dolci di ogni tipo, succhi di frutta (strano, sono orrendi, troppo annacquati, unico neo del buffet). Poi, fuori alle 9. Di lato dall’albergo c’è l’agenzia del CTS dove ho prenotato il bus per Guangzhou per la sera del 6 con arrivo il mattino del 7 (devo recuperare un po’ di soldi, così viaggiando di notte, anche se non mi piace, risparmio sull’albergo, quest’anno è iniziata così e devo adattarmi di conseguenza); poi percorro la Zongshan Lu, la principale via di Xiamen, fino al mare dove c’è il traghetto per l’isola di Gulang Yu. Per curiosità, ho scoperto casualmente la bellezza di Xiamen l’anno scorso mentre cercavo su internet collegamenti navali fra Hong Kong e Taiwan, collegamenti che, pur indicati nelle carte geografiche, non vengono più effettuati data la tensione politica fra Cina e Taiwan. Xiamen è una città di circa 1.600.000 abitanti, posta sull’isola omonima e collegata alla terraferma da un grandissimo ponte stradale e ferroviario, e la parte occidentale, attraversata dalla Zongshan Lu, si trova di fronte all’isola di Gulang Yu. Questa è un’isoletta a forma circa triangolare con lati di 2 km., un secolo fa sede di diverse nazioni straniere che costruirono, fra l’altro, chiese, ospedali, biblioteche, alberghi, però oggi è parco naturale con cittadina, ma in cui non circola nessun tipo di veicolo, fatta eccezione per piccoli minibus elettrici aperti per turisti e residenti. Dal molo di Xiamen i traghetti vanno e vengono in continuazione, alla biglietteria mi dicono “no ticket” (gratis? mah!), mi accodo, salgo e, come sempre preferisco, vado al ponte superiore, dove, poco dopo, arriva la bigliettaia e mi chiede 1 yuan (ma perchè solo a me? Bruno… Non farti più queste domande, è meglio non sapere certe risposte…), 7 minuti di traversata poi comincia la camminata verso sud; dopo 500 m.c’è la massiccia statua di Koxinga che guarda il mare, una statua in pietra alta 17 m. Che pare abbia resistito a due terremoti di magnitudo 8 (ingresso 15 y). Proseguendo, dopo altri 500 m. Verso nord ovest si arriva all’ingresso della principale attrattiva turistica dell’isola: la Riguang Yan, roccia della luce solare, un masso alto 93 m. (ingresso 60 y); la salita è abbastanza faticosa, ma non pericolosa, sentiero cementato e con tanti tanti gradini, ma vale la pena; il panorama a 360° dal terrazzo è favoloso, oltre a tutti i lati dell’isola, si vede il panorama di Xiamen e, verso sud ovest, l’isola di Jinmen, politicamente parte di Taiwan. Scendendo dal retro, a metà circa, si arriva alla stazione di una cabinovia che porta su una collina di fronte, su cui c’è un meravigliosa grandissima voliera piena di uccelli bellissimi, are, cacatua, pavoni, uccelli del paradiso, cicogne, pellicani, cigni e altri uccelli strani che puoi vedere transitando in mezzo a loro, senza problemi, occorre solo avere il buon senso di non spaventarli con movimenti troppo bruschi. C’è anche, purtroppo, la solita area-teatrino dove, cinque volte al giorno, c’è un piccolo deprimente spettacolo in cui due ragazze abbastanza antipatiche fanno fare numeri da circo ai pappagalli, tipo salire o scendere da scale a pioli, camminare su rulli, andare su una piccola bicicletta, far imitare frasi e versi di cani e gatti e stupidate simili, ricompensandoli con bocconcini per gli esercizi eseguiti bene, ma rimproverandoli aspramente e sculacciandoli quando sbagliano o non vogliono fare alcuni esercizi. Che pena! Ritorno con la stessa cabinovia e ai piedi della roccia c’è il piccolo grazioso tempio di Koxinga; vi preciso che nei 60 y è compresa la salita alla roccia, la cabinovia A/R, la voliera con il suo spettacolaccio e il tempio di Koxinga. Proseguendo verso est si attraversa il centro dell’isola fino al paesino, un susseguirsi di strade piene di negozi di souvenir indescrivibili dove fantasia e idee non hanno limiti, dai gioielli al pesce essiccato è tutto un souvenir. Alcuni turisti cinesi mi chiedono di fare una foto con loro (boh?!) Facciamola. Nei pressi del molo c’è lo Xiamen Haidi Shijiè, un favoloso acquario con pesci di varie dimensioni (impressionante, per me, lo storione cinese, lungo più di un metro), foche, pinguini, delfini, squali, e due sale con uno scheletro di balena ed una balena imbalsamata. Anche qui la vasca dei delfini, con spettacolo (però più “umano” di quello precedente). E alla fine sono arrivate le 17.30, biglietto di ritorno traghetto 8 y, questa volta si paga (boh?!), non solo, poi ho capito la stranezza del mattino; arrivato al ponte superiore arriva la bigliettaia che mi richiede 1 y, le faccio vedere il biglietto degli 8 y appena pagati a terra, ma mi spiega (perchè lei parla inglese) che 1y è il supplemento per chi vuole stare sul ponte superiore…. Dite quello che volete, sono sceso al piano inferiore. Qui a Xiamen pochissimi parlano inglese, ci sono le indicazioni bilingue solo nelle vie principali, anche in albergo non tutti lo parlano, pochi ristoranti hanno il menu in inglese, ma mangiare non è un problema perchè molti ristoranti hanno il bancone con le vivande in vista per cui basta indicare al cuoco quello che vuoi. Tornato in città, ripercorro la Zongshan Lu che, dalle 18, è quasi tutta trasformata in isola pedonale, piena di gente e bancarelle che spuntano rapidamente. Anche per stasera ho le gambe un po’ stanche. Spese: bus per Guangzhou per il 6.1 160, traghetto A/R 9, ingresso statua Koxinga 15, ingresso Roccia 60, ingresso acquario 40, bibite e spuntino 45, pile per macchina fotogr. 28, cena 36. Totale 393 : 6,6 = 60 US$. Totale progressivo 322 + 60 = 382. Media : 4 = 96 US$. 5.1 MA Giornata grigia, nuvolosa, un po’ fredda. Ho trovato un altro albergo per l’ultima notte di Xiamen che costa la metà dell’altro e va benissimo. Sono stato a visitare la principale attrattiva di Xiamen città: il tempio di Nan Putuo, posto nella zona sud vicino all’università; una camminata di quasi due ore, parte costeggiando il mare e parte verso l’interno. Il tempio è grazioso, circondato da un parco con una grande vasca di acqua piena di anatre e tartarughe e un lago pieno di ninfee fiorite, ma purtroppo entrambi molto maleodoranti. L’interno del tempio, sempre molto curato e pieno di colori, presenta diverse sale che però oggi non erano accessibili, ma comunque quelli visti a Taiwan l’anno scorso erano decisamente migliori. Molto pittoreschi i tetti ricoperti di varie figure multicolori. Al ritorno ho preso l’autobus, poi ne ho preso un altro per andare a vedere di giorno la stazione dei bus long-distance da cui partirò domani sera. Tornando a piedi mi sono imbattuto in una sopraelevata tutta azzurra, che è poi la metropolitana di Xiamen fatta come quella di Bangkok o di Kuala Lumpur (sì, aspetta…) Avendo un po’ di tempo ho voluto provarla, ma, stranamente, dal basso non vedevo nè pali, nè fili elettrici di alimentazione; ho pensato che forse è alimentata con la terza rotaia, come la prima linea metro di Milano, comunque salgo al primo piano, compro il biglietto, passo al tornello salgo al secondo piano, quello dei treni, e qui, sorpresa delle sorprese: non solo non c’è la terza rotaia, ma non ci sono neppure le altre due! Quella sopraelevata chiamata BRT (bus rapid transit) è una strada dove viaggiano cadenzati solo autobus e nient’altro. I marciapiedi delle stazioni sono recintati con barriere che non puoi scavalcare e presentano dei cancelli che si aprono solo quando l’autobus è fermo e apre le porte in corrispondenza dei cancelli. Gli autobus hanno velocità limitata (max 60 Km/h, poi, se l’autista accelera, si aziona un “bip” che si sente in tutto il bus, per cui l’autista rallenta). L’ho percorsa tutta; attraversa la città, esce nella parte nord, scavalca il mare sul lungo ponte che la collega alla terraferma e arriva ai quartieri satelliti, a circa 8 km. Dal centro. Il prezzo varia da 0,5 a 2,5 y a seconda della lunghezza del tratto che devi fare. Fra andata e ritorno è passata un’altra ora, poi rientro alle17.30. Mi sembra una soluzione alquanto costosa, tenuto conto che gli autobus passano circa ogni 3 minuti. Spese: bus e metro 7, spuntino e bibite 10, hotel 204, cena 33, internet 3. Totale 257 : 6,6 = 39 US$. Totale progressivo 382 + 39 = 421. Media : 5 = 84 US$. 6.1 ME Una giornata che avrebbe douto essere di tutto riposo prima del vaggio notturno a Guangzhou, sono riuscito a trasformarla in un’altra sfacchinata, ma ne è valsa la pena. Al mattino lascio il trolley in albergo, me lo tengono fino alla sera, poi mi avvio verso la parte sud est della città, così a caso, e trovo un bel parco con tanti bonsai e un grande lago con tanti pedalò, anche se oggi è tutto fermo a causa del cielo nuvoloso (stanotte ha anche piovuto). Poco dopo il parco c’è una piazza con un impressionante Monumento ai Caduti costituito da un obelisco ai cui piedi, su un prato di circa 200 m., ci sono una trentina di statue che raffigurano soldati in assetto di guerra, chi con la mitragliatrice, chi con il fucile, chi in posa da ferito con collega che lo soccorre, chi incita e, in fondo, una barca con all’interno altri due soldati, il rematore e il trombettiere. Veramente suggestivo, pur con tutti gli orrori che hanno le guerre. Proseguendo ancora comincia la collina, su cui è stato realizzato un grandissimo giardino botanico, più che un giardino è un vero e proprio parco (ingresso 40 y, 20 per over 60 anni) poi, se vuoi (ma credo sia necessario data la vastità del parco) puoi usufruire dei pullmini shuttle (10 y) che ogni mezzora partono, ti fanno scendere dove vuoi lungo il percorso di circa 3 km di saliscendi e ti riprendono alle varie fermate, dove puoi vedere piante di tutto il mondo; è stata anche ricostruita una parte di foresta equatoriale, c’è poi un’area dedicata al deserto e piena di cactus di vari tipi e dimensioni, poi c’è il “rose garden”, ma in gennaio … Senza “rose”; non manca un grazioso tempio (Heaven border temple) da cui si ha una splendida veduta di Xiamen. Sono stato quattro ore, ma penso che per chi è appassionato, occorrono almeno due giorni per vederlo tutto. Rientro in albergo, mi riposo un’oretta nella hall, poi, mentre uscivo dall’albergo per recarmi a prendere il bus per l’autostazione, dal negozio a fianco sono risuonate le note di una bella canzone di Laura Pausini, “Le cose che vivi” in edizione cinese. E brava Laura! Il tuo successo è arrivato anche qui. Complimenti se mi leggerai! Approfitto per lanciare un messaggio al Sindaco di Solarolo (RA), suo paese natale e molto vicino al paese natale di mio padre. Signor Sindaco, non è ora di cambiare nome al paese e chiamarlo Solarolo Pausini? Facciamo qualcosa di nuovo, di diverso, subito, non aspettiamo a fare onorificenze meritate solo dopo che le persone che le meritano sono passate a miglior vita (Castagneto Carducci, Magliano Alfieri, S.Mauro Pascoli, Arquà Petrarca, Sotto il Monte Giovanni XXIII, Castelnuovo Nigra,Sasso/Pontecchio Marconi ecc.ecc.). Torniamo al viaggio, con il bus n. 10 arrivo all’autostazione, piccola cena al KFC, una catena di concorrenti di Mc Donald’s dove ho provato e trovato molto buona, la cotoletta di pesce. Auguri a tutte le befane (soprattutto a quelle simpatiche). Spese: colazione 18,50, ingresso giardino botanico e pullmino 30, spuntino e bibite 26,metro e bus 1,50, cena 24. Totale 100 : 6,6 = 15 US$. Totale progressivo 421 + 15 = 436. Media : 6 = 73 US$. 7.1 GI L’autobus parte puntuale alle 23 e arriva altrettanto puntuale a Guangzhou stamattina alle 8. La stazione dei bus è vicina a quella ferroviaria, dove ho fatto colazione; mi sono poi diretto verso il centro lungo la Renmin Beilu; dopo circa 500 m. Si gira a sinistra nella Liuhua Lu e dopo 200 m sulla sinistra c’è l’ufficio turistico per gli stranieri. Ho chiesto un albergo “cheap” (diifficile in questa città) ma mi hanno indicato questo dove mi trovo adesso, lo Zhonghai Hotel, che però è troppo caro, 280 y, ma la ragazza della reception, quando mi ha visto andare via, mi ha proposto l’uso di un solo letto in una camera doppia a 180 y; poichè era ancora troppo, le ho fatto la controproposta: 150 y e mi fermo 4 notti; è finita ok per 160. Tempo sempre brutto, anche stanotte pioggia, stamattina nuvoloso. Sistemato il trolley in camera, sono andato a informarmi su treni e bus per Guilin, prossima meta; il treno parte alle 19.45 e arriva a Guilin alle 6.40, costo 200 y; il bus parte alle 18.40 e costa 160 y. Deciderò domani. Dalla stazione ho preso la metropolitana e sono andato allo zoo, sì, oggi volevo fare il “tranquillo”, ma la piggia a tratti mi ha un po’ rovinato la giornata, rallegrata peraltro dalla realizzazione di un sogno che coltivavo da anni: vedere un panda, e quando mi sono trovato davanti a lui mi sono commosso come un “non lo so”, una bestiola favolosa, tenerissima, sono stato lì quasi un’ora, di cui metà sotto l’acqua a godermelo, a guardare ogni suo movimento, e il resto della giornata non ha più avuto importanza. Spese: colazione 19, hotel x 4 gg. 640, ingresso zoo 20, snack e cafè 35, metro 6, cena 33. Totale 753 : 6,6 = 114 US$. Totale progressivo 436 + 114 = 550. Media : 7 = 79 US$. 8.1 VE Ancora nuvoloso, ma niente pioggia e via alla scoperta di Guangzhou. A soli 200 m. Dall’albergo c’è il Memorial Dr. Sun Yat (sì, quello che avevate già letto su Taiwan), un palazzo ottagonale al centro di un piccolo parco con statua dell’interessato. Internamente è stato trasformato in un enorme teatro. Dietro il palazzo inizia il Yuexiu Park che contiene tre graziose attrattive: un obelisco dedicato ancora al Dr. Sun Yat, raggiungibile con 498 gradini, poi, spostandosi sulla sinistra, si arriva a un secondo spiazzo e salendo altri 101 gradini si arriva alla statua dei cinque arieti, che una leggenda vuole venuti dal cielo con cinque esseri celesti per annunciare la fine della carestia (la scultura è molto suggestiva); proseguendo nel parco si arriva alla Torre Zhenhai, edificio a quattro piani ora trasformata in museo; dall’ultimo piano si gode un bel panorama del sud della città. I reperti del museo sono indubbiamente significativi, ma nell’edificio a lato della torre c’è una meravigliosa esposizione di antichi orologi con montature e incisioni di pregevole fattura, secondo me assolutamente da non perdere. Con la metro (ci sono 5 linee, puoi andare dovunque con poca spesa; per distanze mede ci vogliono 3 y) sono andato all’isola di Shaman Dao, un’isola sul fiume che attraversa la città a ovest e a sud, un’isola che attualmente non ha fascino perchè è tutta un cantiere, stanno rifacendo strade, marciapiedi, ristrutturano antichi palazzi, stanno rifacendo il look per i Giochi Asiatici, quest’anno qui a Guangzhou; Shaman Dao è un luogo di pace rispetto al caos cittadino, ci sono pochi alberghi, ma solo di superlusso; ho visto solo quattro ristoranti, ma troppo cari, fra cui quello italiano “La dolce vita” e quello tedesco “Station Orient Express”, il primo in un palazzo antico rimesso a nuovo, il secondo addirittura su due vecchi vagoni ferroviari adattati allo scopo, ma, come dicevo, parliamo di prezzi assurdi, dai 45 US$ in su. Graziosa, anche se un po’ trascurata, la chiesetta di Nostra Signora di Lourdes dove, fra l’altro, sono capitato mentre stavano iniziando un matrimonio, lui agitatissimo, lei impacciatissima, non riusciva ad arrivare all’altare (ci stava ripensando??? Bruno….) a braccetto del padre perchè inciampava ad ogni passo nel vestito e, alzandolo una volta un po’ più del solito, si è visto che sotto ….. Portava i jeans! Nel giro dell’isola ho poi incontrato altre coppie di sposi, probabilmente è una meta ricercata anche per questo. La parte sud dell’isoletta è tutta un “lungofiume” che sarà bellissimo a cantieri finiti. Uscendo dall’isola sul lato nord mi sono infilato al Peaceful market, che nella guida è indicato come “sconsigliato ai deboli di cuore e agli animalisti” perchè si trattava di una esposizione di erbe medicinali, spezie, funghi anche velenosi, parti di animali, cassette piene di scorpioni o tartarughe e fungeva da base per il commercio illegale di animali esotici; questo commercio pare sia stato stroncato, ho visto per lo più pesci, cuccioli di cani e gatti in vendita, tartarughe d’aqua, ma in prevalenza erbe e spezie. Un particolare mi ha lasciato qualche dubbio: ho visto un sacco di plastica trasparente pieno di stelle marine con il cartellino del prezzo, ma quando ho chiesto a quanto le vendevano, mi hanno risposto che non sono in vendita, mah! Alla fine del mercato mi sono trovato improvvisamente in una via affollatissima, la Dishifu Lu, una via pedonale dove non si riusciva a camminare, piena piena di gente e con negozi di ogni tipo ai lati, principalmente di vestiario e alimentari. Per oggi è fatta. Spese: ingresso Sun Yat Memorial 10, ingresso Zhenhai Tower 5, caffè e spuntino 31, metro 6, cena 12. Totale 64 : 6,6 = 10 US$. Totale progressivo 550 + 10 = 560. Media : 8 = 70 US$. 9.1 SA Giornata semireligiosa, seminuvolosa, dedicata a templi, moschea e chiese, e tutta a piedi. Al mattino per prima cosa ho fatto, presso il CTS, il biglietto del treno di lunedì per Guilin, poi giù verso sud. Prima tappa il Tempio dei sei baniani, anche se i baniani non ci sono più, c’è la bella pagoda a nove piani (peccato che non si poteva salire); il tempio non è fra i migliori, ma in una sala c’è una bella statua della Dea della Misericordia, venerata soprattutto dalle donne. Scendendo verso sud ovest, poco lontano, c’è il meraviglioso Guang Siao (tempio dela pietà filiale), veramente bello, con tre grandi statue di Buddha nell’edificio principale e diversi graziosi altari. Proseguendo verso sud c’è la Moschea Ricordate il Profeta, ma oggi è chiusa; poco oltre c’è il Tempio dei Cinque Geni, ma non è particolarmente interessante se non per la campana di bronzo. Più avanti c’è la grandissima Cattedrale del Sacro Cuore, una bellissima chiesa in stile gotico con due campanili sulla facciata e internamente con pareti rivestite di colorati mosaici. Dalle 14 c’è il sole. Proseguendo ancora verso sud ovest c’è il Wenhua Gongyuan, parco culturale la cui principale originale attrattiva però è il mini luna park, una serie di giostre, autoscontri, mini montagne russe, tutto solo per bambini, compresa una monorotaia con trenino sopraelevato che fa il giro del parco; vicino al parco c’è il mercato delle spezie dove però non sono riuscito a trovare lo zafferano, la mia preferita insieme al curry. Nel lungo peregrinare di ritorno ho attraversato un curioso piccolo quartiere pieno di negozi di soli occhiali con addirittura due specie di supermercati solo di occhiali; mi sono preso la briga di misurarne uno: sono circa 60 m. Di lunghezza x 20 di larghezza e su due piani, sempre di soli occhiali, con banconi pieni di ragazzi e ragazze e clienti che provavano di tutto. Quasi assurdo. Spese: colazione 11, treno per Guilin per 11.1 220, caffè e bibite 15, pranzo 17, ingresso tempio sei baniani 5, ingresso tempio pietà filiale 5, ingresso tempio 5 geni 5, cena 13. Totale 291 : 6,6 = 44 US$. Totale progressivo 560 + 44 = 604. Media : 9 = 67 US$. 10.1 DO Sempre nuvoloso, ma senza pioggia. Escursione a Foshan, città a circa 30 km. Da Guangzhou, pressochè sconosciuta anche se grande come Roma, con un’unica attrattiva riportata nella guida Lonely Planet, il bellissimo Tempio Zu Miao, purtroppo in restaurazione e quindi pieno di impalcature che limitano l’accesso a poche zone. Da Guangzhou bus frequenti, sono partito alle 10 e arrivato alle 10.45 (prezzo 14 y); appena sceso vengo assalito dai tassisti che si offrono di portarmi al tempio, ma data la vicinanza (poco più di 1 km.) ci sono andato a piedi; fra l’altro, poi, prima del tempio, mi sono fermato in un edificio in cui ho visto infilarsi una comitiva appena scesa da un bus: si tratta del Folk Art Research Institute, che si occupa di tutte le arti figurative, prevalentemente oggettistica e sculture, e nella sala principale c’è una mostra di tantisimi oggetti molto originali, tipo quadri con fiori in pietra, lampadari rivestiti di carta colorata, scatole portagioie contenenti piccole sculture in pietra strana (marmo? giada?, non me ne intendo, ma sono molto belle). Appena oltrepassato l’istituto c’è un piccolo tempio con pagoda, il Renshou Si, entrambi rossi, semplici, ma che, secondo me, meritano la foto. Il tempio Zu Miao è molto bello, l’edificio principale è posto in mezzo a un piccolo parco e circondato da tanti alberi fra cui uno gigante dedicato alla preghiera. Nei pressi c’è anche una statua del Dio Beidi, venerato e pregato protettore della zona dalle inondazioni. Sulla parte sinistra del parco c’è un piccolo museo con foto storiche ma, non conoscendone la storia, non riesco ad apprezzarlo. Rientro a Guangzhou alle 15 e prendo la metro fino al Parco dei 72 Martiri, altro luogo di meditazione dedicato ad una sfortunata insurrezione del 1927 con un obelisco altissimo e, a circa metà, la scultura di una mano che lo avvolge. Dal parco ho proseguito a piedi fino al Museo dell’Arte perchè volevo vedere un particolare: ci sono alcuni soldati di terracotta provenienti dal famoso esercito di Xian, però sono arrivato quando il museo stava chiudendo; ho comunque visto i depliant, ma non ne parlano ed il custode che stava chiudendo non parlava inglese; non posso neppure andarci domani mattina perchè chiuso. Spese: colazione 11, bus A/R per Foshan 28, ingresso Zu Miao 20, spuntino 19, metro 3, cena 28. Totale 109: 6,6 = 17 US$. Totale progressivo 604 + 17 = 621. Media : 10 = 62 US$. 11.1 LU Ha piovuto anche stanotte, ora sempre nuvoloso. Non sapendo cosa fare fino al treno della sera, ho riguardato un po’ i depliant che mi sono portato dietro e ho notato che tutti i tour operator mettono nelle visite di Guangzhou la Chen Clan’s Academy, francamente pensavo ad una scuola e non mi veniva tanta voglia di vederla, ma poi ho pensato che ci deve essere qualcosa di particolare e così, sempre camminando, sono arrivato a questa meraviglia, un vero gioiello, meno male che non l’ho persa. Non so come definirla, forse una casa multipla, con 18 stanze e tre cortili, la vecchia dimora della famiglia Chen (non ho approfondito chi sia) con le sale ora adibite in parte a museo e in parte a negozi di souvenir di pregio, con lavorazioni stupende di pietre, legno e, purtroppo, anche avorio, ma arte vera, prezzi per me inavvicinabili (es. Un ciondolo di agata a 40 US$, dipinti su legno da 200 US$ e via dicendo) ma la visita è assolutamente da non perdere. I tetti dei locali sono rivestiti con figure varie coloratissime e i cortili sono pieni di piante e tanti bellissimi bonsai; una delizia, e si è fatta l’una. Ho ripreso la metro fino a Beijing Lu, la principale via pedonale del centro storico, ora tutta rimodernata, piena di negozi, grandi magazzini e ristoranti, affollatissima nel pomeriggio. Verso le 5 sono rientrato in albergo, ho ripreso il trolley e sono venuto in stazione. Già, che stazione! Grande e piena di gente, si entra su cinque file di persone, si passa al metal detector e poi alle varie sale di attesa, come in aeroporto; non si può accedere ai binari fino al momento in cui arriva il treno, treno partito puntuale alle 19.45; adesso sto scrivendo dalla mia cuccetta sul tavolino dello scompartimento. Spese: colazione 5, ingresso Chen 10, metro 2, pranzo 19, caffè e bibite 11, cena 29. Totale 76 : 6,6 = 12 US$. Totale progressivo 621 + 12 = 633. Media : 11 = 58 US$. 12.1 MA Il treno è anche arrivato puntuale stamattina alle 6.50 a Guilin. Appena uscito dalla stazione vengo avvicinato dall’addetto a uno dei tanti chioschi turistici che attorniano la stazione stessa. Poichè mi sembrava una brava persona comincio a chiedergli dove posso prendere un caffè, ma mi risponde che a Guilin è troppo presto, devo aspettare almeno fino alle 8; poi il discorso cade sugli alberghi e lui me ne trova uno, il Mei Du, a 100 y, dove mi trovo adesso. Ci andiamo col taxi; lo ringrazio, ma qui cerca di convincermi alla “crociera” sul fiume Li fino a Yangshuo, la classica per cui vengono qui il 90% dei turisti, una gita di 8 ore in battello ma che ormai ha raggiunto prezzi assurdi, siamo a 500 y (Yangshuo pare sia uno dei posti più belli, però ci si può andare con l’autobus a 1/10 del prezzo -forse- e in un’ora). Poi mi propone una edizione “economica” a 200 y su pump-boat, ma non accetto, così ci salutiamo. Mi riposo un’oretta, poi via alla scoperta di Guilin. La città è grande circa come Napoli (1.300.000 abitanti) è posta in gran parte sulla riva sinistra del fiume Li ed è attraversata dalla Zongshan Road, la principale via della città. Al centro ci sono due laghi con due parchi molto belli, stamattina ho visto quello sulla sinistra, il Rong Hu, lago con un ponte molto bello, tutto in cristallo, e uno in pietra; nelle vicinanze di quest’ultimo c’è la vecchia porta sud, un arco simile a quelli romani. Proseguendo, poco dopo c’è la Central Square, una bella piazza moderna con una graziosa (per me) particolarità: mentre percorrevo la parte destra della piazza, guardando il pavimento ho visto una strana mattonella con scritto “Auckland” poi, poco dopo, un’altra con scritto “Wellington”, entrambe le mattonelle erano di colore e forma diversi dalle altre, poi ho capito che tutta la parte destra della piazza è stata pavimentata con un gigantesco mappamondo di circa 200 m. X 100 m. Con raffigurati tutti i continenti e le principali città. Sono “arrivato” all’Italia dove sono nominate Roma, Vaticano, San Marino, Venezia e Milano. Ho visto una vecchia costruzione abbandonata all’estremità destra della piazza, sono salito al primo piano ed ho provato a fare una foto del mappamondo, ma non so se sia venuta bene; a me è comunque piaciuta questa idea del mappamondo. Dopo la piazza, proseguendo fino alla Jefeng Donglu e girando a destra, si arriva al Ponte della Liberazione, da cui si vede un bel panorama del fiume e del lungofiume, un’atmosfera molto romantica che mi ha ricordato la splendida austriaca Salzburg. Sulla riva del fiume una bella statua di cinque cavalli e una serie di archi alti e stretti su ognuno dei quali c’è un orologio con il nome e l’ora di alcune città del mondo. Proseguendo, poco dopo c’è l’accesso al parco Qixing Gong Yuan, altro grazioso parco che comprende la collina del cammello, un’altura che ricorda proprio quella bestiola, e uno zoo che però è ancora in allestimento, ci sono pochi animali, qualche cigno, qualche scimmia, qualche uccello, ma soprattutto cinque splenidi panda minori, quelli rossicci e, altra meraviglia, tre panda giganti, come quello dello zoo di Guangzhou. Questi tre sono simpaticissimi, si rotolano, si grattano contro i tronchi, si appendono e si lasciano andare a testa in giù, e poi mangiano il loro bambù, scegliendo quello che piace e buttando via quello che non interessa. Bè, dite quello che volete, sono rimasto lì fino all’ora di chiusura. Spese: taxi 8, hotel x 3 gg. 300, pile per macchina fotogr. 20, pranzo 15, cartoline 8, ingresso Qixing 45, cena 29. Totale 425 : 6,6 = 64 US$. Totale progressivo 633 + 64 = 697. Media : 12 = 58 US$. 13.1 ME Secondo giorno a Guilin, cielo sempre nuvoloso. Prima tappa alla collina dell’elefante, un’altura al di là del fiume quasi di fronte al mio albergo; con un po’ di fantasia si vede il dorso di un elefante con le zampe a terra e con la proboscide immersa nel fiume; è un’attrattiva della città e hanno fatto una cosa da furbi: poichè dal lato del fiume dove c’è l’albergo si potrebbe vedere benissimo la collina, i Guilinesi hanno messo, per tutta la lunghezza della passeggiata lungofiume, una serie di grandi vasi con piante sempreverdi che impediscono la veduta, così, per ammirarla, devi andare dall’altra parte, ovviamente al prezzo di 40 y. Nel punto in cui la proboscide entra nel fiume c’è uno spazio, come sotto un arco, accessibile per le foto. Seconda tappa al secondo lago della città, il Shan Hu, di fronte a quello visto ieri (Rong Hu), e divisi dal ponte della Zongshan Road; questo secondo lago è arricchito da due belle pagode, ma poichè per entrare chiedono 30 y, stavolta ci ho rinunciato, del resto si vedono benissimo da fuori. Terza tappa l’attrattiva n. 1 di Guilin: il Picco di Solitaria Bellezza, una collina alta e stretta all’interno delle mura della città vecchia; una coltellata il prezzo di ingresso, 70 y; sono stato molto incerto, poi ho deciso di entrare; il parco che la precede è grazioso, ci sarebbero state da vedere, sotto la collina, due grotte che però erano chiuse. La salita è molto faticosa, 276 gradini di cui 222 molto alti (circa 25 cm.), però il panorama sarebbe stupendo (se ci fosse il sole…). Ai piedi della collina ci sono due palazzi antichi, ma non particolarmente interessanti, per cui esco senza aver “digerito” l’eccessivo prezzo di ingresso e proseguo in direzione della Fubo Shan, “collina che domina le onde”, 15 y, 328 gradini normali, salita non faticosa, dalla cima vedi anche il picco precedente oltre ad un altro pezzo di panorama. Ai piedi ci sono due grotte aperte e, sia pure turisticizzate, abbastanza suggestive, sono rimasto contento sia della grotta della perla resa, sia quella delle statue di Buddha scolpite nella grotta stessa. E’ assurdo vedere di più con 15 y che con 70. La sera sono andato a fotografare due cose già viste di giorno: il ponte di cristallo, tutto illuminato, effetto bellissimo, e le due pagode, anche loro piene di luci. Spese: colazione 6, ingresso collina elefante 40, ingresso picco 70, spuntino e caffè 18, ingresso Fubo 15, cena 19. Totale 168 : 6,6 = 25 US$. Totale progressivo 697 + 25 = 722. Media : 13 = 56 US$. 14.1 GI Stamattina una strana luce è filtrata fra le tende della mia camera; mi alzo, guardo: il sole! Finalmente! Scendo dal letto, rapida doccia e … Varie, rientro in ca…me…ra… E il sole è sparito, ancora nuvole, pazienza!. Autobus n. 3 dalla Zongshan Road fino alla Ludi Yan, grotte del flauto di canna, 7 km dalla città. Non ci sono problemi di lingua qui a Guilin, ci sono le scritte in bilingue a tutte le fermate dei bus. L’autobus n. 3 ferma proprio davanti all’ingresso delle grotte, si sale leggemente poi si prosegue in falsopiano per circa 100 m. E qui arrivi alla biglietteria e leggi: ingresso 90 y (che dolore, circa 15 US$, praticamente una notte in albergo), mi fermo qualche minuto per pensare, poi mi dico che è l’ultimo giorno, che forse non tornerò mai più qui, e, nel dubbio, ho anche pensato ed agito secondo un mio modo di vivere la vita: meglio fare e pentirsi che non fare e pentirsi, così sono entrato e, come scrivo lamentandomi delle cose che non ritengo giuste, così scrivo ed elogio quello che, sempre secondo me, merita, e queste grotte sono uno degli spettacoli più straordinari che ho visto: provate, chi c’è stato, a mettere insieme un po’ delle grotte di Toirano, di Frasassi e di Castellana, dove le luci a diversi colori rendono le stalattiti e le stalagmiti ancora più piacevoli ed ammirevoli. Poi la fantasia si sbizzarrisce, come si faceva da bambini guardando le nuvole, e così passi davanti al cesto di verdure, al pupazzo di neve, ai funghi, ai fiori, al millepiedi sullo specchio, al ghiacciaio, al leone, tutti contorni della grotta principale, il Palazzo di Cristallo del Re Drago, con tanto di laghetto. Cari viaggiatori (… E viaggiamucche .. Sempre per la parità…) questo è un posto non solo da non perdere, ma da inserire apposta nei vostri itinerari. Il tour completo dura circa un’ora, accompagnato a gruppi da una guida che nel mio caso, pur parlando inglese, si è scusata di non poter tradurre tutto perchè di non cinesi nel gruppo formatosi alle 11.30 all’ingresso c’ero solo io; ho apprezzato anche questa sua sincerità. Una vera delizia. Poichè all’interno non sono riuscito a fare foto, all’uscita volevo comprare le cartoline, prezzo 26 y per 10 cartoline splendide, ma troppo care; lascio perdere, ma la signora mi dice di fare un’offerta; per finire il discorso le “sparo” 10 y; ha accettato. Anch’io. Poichè lungo l’andata dal bus avevo visto una bella pagoda, al ritorno mi sono fermato, si trova all’interno di un piccolo parco con tempio, ma 60 y mi hanno fatto rinunciare, a tutto c’è un limite, poi sono tornato alla stazione ed ho proseguito a piedi verso sud (circa 500 m.) dove c’è un altro grazioso parco, il Nanxi Gongyuan (parco del torrente meridionale), ma 27 y … No, grazie. Alla stazione dei bus ho prenotato il bus per il 18 diretto a Haikou, capoluogo dell’isola di Hainan, parte alle 14.50, dicono 16 ore a 258 y. L’alternativa è il treno delle 23 fino a Zhanjiang, 158 y, 13 ore, poi occorre cercare gli autobus per Xuwen e Haian, poi il traghetto per Haikou; forse la spesa non è molto diversa. Episodio curioso della sera. Mi si avvicina una signora con il suo strano risciò in cui la parte posteriore è coperta da tende scure ed al cui interno si vede una ragazza. Questa signora mi apre un depliant con foto di ragazze in bikini e mi propone massaggi molto “salutari”. Le chiedo: – Ma sono body massage or sex massage? -. Mi risponde: – Entrambi -. Sto un pochino al gioco e le chiedo il prezzo: 60 y per un’ora. Mi spiega la “tecnica” prima toccandomi le spalle, poi la schiena, poi il petto, le gambe per indicarmi poi “il resto” e conclude con un ok? a cui devi in qualche modo rispondere. Poichè la cosa non mi interessava, non perchè io sia un santo, ma perchè ritengo che almeno queste cose debbano essere fatte per mille motivi (o scuse) ma non per soldi, le faccio una controproposta: – Io massaggio te per un’ora e tu mi dai solo 30 y. Ok? -. Sempre in allegria mi dice che non si può, lei è la “professional” (bè, anch’io…) poi con un sorriso ciascuno ci salutiamo cordialmente. Ho poi trovato un ufficio della China Telecom dove ci sono postazioni internet (ne avevo già usato una a Xiamen, una a Guangzhou e adesso è la terza volta), nei negozi China Telecom internet è gratis. Non voglio fare altri commenti. Due parole sulla circolazione stradale: si guida abbastanza male, come da noi, però, per lo meno, qui non si corre. Sui marciapiedi possono circolare anche i pedoni, sì, perchè spesso passano biciclette, tricicli, risciò, motorini (pericolosissimi quelli elettrici, non li senti proprio) auto per particolari esigenze (ma non so quali, le vedi e basta), il pedone non ha alcun diritto di precedenza, nè sulle strisce, nè col semaforo verde, nè sulle strisce col semaforo verde, occorre rassegnarsi se si vuole sopravvivere. Anche qui, come ormai in tutto il mondo che ho visitato, il semaforo pedonale è diventato solo più un semaforo informativo, nel senso che ti dice con quale colore stai attraversando la strada. Spese: colazione 14, bus vari 3, cartoline 10, ingresso grotte 90, spuntino 10, caffè e bibite 13, bus per Haikou per il 18.1 258, cena 12. Totale 410 : 6,6 = 62 US$. Totale progressivo 722 + 62 = 784. Media : 14 = 56 US$. 15.1 VE Giornata completamente negativa. Nebbia e pioggerellina da Guilin a Yangshuo. Partenza alle 10.25 ed arrivo alle 12 (15 y, alla faccia dei 500 del battello, non voglio dire altro, non si fa così, qualche differenza è comprensibile, il tempo, il lavoro, il panorama, il romanticismo, ma 33 volte tanto è pura disonestà). Alla stazione dei bus mi sono fatto catturare da una signora gentilissima che mi ha proposto una camera a 80 y, io le ho “strappato” 70 considerando che mi fermo tre notti. La stanza è bella, come quella di Guilin, per cui non ci sono problemi. Pomeriggio a spasso per la cittadina; sostanzialmente ci sono due vie principali, di cui una, la ex Xi Jiè, ora ribattezzata West Street, tutta pedonale, piena di alberghi e ristoranti di ogni genere e di negozi e bancarelle di souvenir. Spese: bus per Yangshuo 15, hotel x 3 gg. 210, pranzo 25, caffè 7, cena 30. Totale 287 : 6,6 = 43 US$. Totale progressivo 784 + 43 = 827. Media : 15 = 55 US$. 16.1 SA Mi stavo preparando ad un’altra giornata negativa, invece poi le cose sono cambiate. Ho deciso di provare a andare a Xinping; gli autobus partono ogni 15 minuti e costano 5,5 y. Partenza alle 9.40, cielo sempre nuvoloso, ma non piove; nella guida Lonely Planet, che ho recuperato in biblioteca, si parla di paesaggio montuoso da togliere il fiato; già il paesaggio di Guilin è bellissimo con i suoi pinnacoli e già Yangshuo è stata costruita attorno a decine di pinnacoli favolosi, già la strada per i primi 8 km ne presenta altri, ma gli ultimi 17 sono percorsi letteralmente in una valle di queste strane stupende collinette alte e strette e Xinping ne è circondata, secondo me, da qualche centinaio, di ogni forma e dimensione, un panorama surreale. L’autobus arriva alle 10.40 e quando scendo vengo ancora assalito da procacciatori di clienti per escursioni più o meno brevi su battelli lungo il fiume Li (che passa anche da qui, proveniente da Guilin e diretto oltre Yangshuo), ma poichè sono troppi e troppo insistenti, li lascio tutti e proseguo verso il centro fino al fiume. Anche questa cittadina si è sviluppata turisticamente e fra non molto “si farà i soldi”. Al molo il panorama fiume-pinnacoli è veramente da favola; mentre faccio alcune foto mi si avvicina una ragazza cinese, Liang, che proviene dalla città di Changsa ed è ai suoi ultimi due giorni di vacanza: vorrebbe fare un “giro” lungo il fiume con la motobarca in bambù, però le hanno chiesto 120 y per circa due ore, però, poichè le barche sono a due posti, mi chiede di dividere la spesa 60 y ciascuno. A questo punto accetto anch’io, andiamo dal barcaiolo, saliamo e cominciamo la “minicrociera”. Si risale il fiume per circa un’ora in un paesaggio sempre da favola, l’accoppiata fiume-pinnacoli cambia continuamente, con forme e disegni che fotograferesti in continuazione; ci si ferma ad un isolotto nel fiume dove si sono sistemate, ovviamente, signore con bancarelle di pesce fritto (ebbene, sì, ho provato anch’io una frittella di pesce, una specie di cotoletta di forma rotonda, 15 cm. Circa di diametro, cotta lì davanti a te, infilzata su uno stuzzicadenti gigante a mo’ di “lecca lecca” e… Di un buono, come diceva il grande Ezio Greggio a “Drive in”, da leccarsi … Le orecchie! , prezzo 2 y. Sull’isolotto c’erano anche due poveri cormorani, lì per le foto dei turisti, e uno strano bue, di piccole dimensioni e con pelo leggermente lungo. Il barcaiolo ci riporta indietro, all’arrivo lo paghiamo, poi andiamo a prendere il bus e torniamo a Yangshuo. Vicino alla stazione dei bus, Liang mi porta in un ristorantino per il pranzo e mi fa provare una specialità veramente ottima: anatra alla birra; poi lei prende anche un piatto di pesce fritto con contorno di fagiolini; è tanto, non riusciamo a finirlo per cui Liang si fa portare (si usa anche in Cina, ed è una cosa che da tempo faccio anch’io) due contenitori per portarsi via il cibo avanzato. Qui ci ringraziamo e ci lasciamo, ma io non mi fermo. Avevo notato, durante il viaggio di andata, che il bus fa un giro attorno ad alcuni pinnacoli, poi attraversa un tunnel e sbuca su un ponte da cui si vedeva un bel panorama di Yangshuo, per cui, seguendo ancora il consiglio della guida di non andare solo sui pinncoli, ma di visitare a piedi anche la città, mi sono recato su un’altra stada, la East street, raggiungibile partendo dall’ufficio postale che c’è all’inizio della West street, proseguendo sulla strada principale e, dopo 300 m., alla rotonda, girando a sinistra; è una via che costeggia il fiume sul lato destro e lungo la quale ci si può sbizzarrire a fare foto di fiume, molo, battelli, parte della città sopra il molo, pinnacoli e “chi più ne ha più ne metta” (questo, per allegria, è anche il motto dei gay… Brunoooo). La East street finisce proprio al ponte del tunnel di cui parlavo prima; datemi retta, percorrete quel ponte molto lentamente, da un lato foto su fiume, molo, pinnacoli, città, dall’altro ancora una bellissima combinazione fiume-pinnacoli. Ah! se ci fosse stato un po’ di sole! Una stranezza di questa Cina: riguardando le spese, noto che il caffè è troppo caro, mai meno di 5 y; se si fanno le proporzioni, per un pasto completo si spendono dai 25 a 50 y, per cui il caffè va da 1/5 a 1/10 del prezzo del pranzo. Paragonandolo all’Italia con il caffè a 1 €, si dovrebbe poter fare un pasto completo con 5 o 10 € , o, a rovescio, con un pasto a 25 – 50 € il caffè dovrebbe costare 2,5- 5 €. Mistero. Meglio non approfondire….. Poi per avere un’idea di cos’è il caffè cinese, andate al bar e ordinate un caffè americano… Lungo: da solo è una vera schifezza, ma con il latte acquista un sapore accettabile. Un’ultima cosa negativa (per me) qui a Yangshuo è la continua ossessione serale, in West street e vie laterali, delle massaggiatrici sexy che proprio non ti lasciano passeggiare tranquillo. Però è stata una bella giornata. Spese: colazione 11, bus A/R per Xinping 11, minicrociera 60, frittella 2, pranzo 25 caffè e bibite 14, cena 25, souvenir vari 103. Totale 251 : 6,6 = 38 US$. Totale progressivo 827 + 38 = 865. Media : 16 = 54 US$. 17.1 DO Con il cielo sempre nuvoloso, stamattina ho provato un altro consiglio della guida, il Ponte del Dragone a Baisha (10 km). Bus alle 10.15 e arrivo dopo cira 20 minuti alla cittadina. Sul bus noto (unica) una ragazza con addosso solo una t-shirt a maniche corte, mah! io sono uno che non patisce molto il freddo, ma in questi 17 giorni non ho ancora usato le mie magliette. Dalla fermata del bus c’è una strada che in 2 km porta al ponte; ci sono pullmini, risciò, mototaxi, ma ho preferito farmi una bella camminata. Già a Yangshuo ci sono i cartelli turistici che indicano il Dragon Bridge, poi a Baisha ci sono altre indicazioni, poi dopo i 2 km arrivi alla borgata dove c’è il ponte. Bè, francamente mi ha molto deluso, è un normalissimo ponte ad una arcata, lungo 20 m., largo 5, ma nulla di più; ai piedi del ponte ci sono i barcaoli che ti propongono l’ennesima gita sul fiume con le zattere di bambù, ma…nient’altro; non capisco l’importanza di questo ponte, forse la sua età (è del 1400), nella guida ti consigliano addirittura di arrivare da Yangshuo in bicicletta percorrendo il sentiero lungo il fiume anzichè la strada, c’è proprio scritto che vale veramente la pena ma, secondo me (e sempre per la parità…) non vale… Il pene (Bru…nooo), ehi, pinnacoli esclusi. Tornato a Yangshuo, appena sceso dal bus mi sono imbattuto in un ristorantino, il Dumpling King che, sotto il nome, presenta la dicitura “Noi non siamo menzionati nella Lonely Planet, ma io sono sicuro che è un buon posto per te”. Provato, effettivamente si mangia bene e il personale è cordialissimo. Uno spiacevole particolare, ma fa parte del gioco: sul bus dell’andata il bigliettaio mi ha chieso 5 y, mi sono sembrati troppi per 10 km (ieri ne ho pagati 5,5 per Xinping, 25 km) ed infatti la bigliettaia del ritorno me ne ha chiesti 3. Sempre vicino alla stazione dei bus ho visto un’illustrazione che mi ha colpito: uno dei tanti pinnacoli con scolpita una gigantesca farfalla; ho chiesto, si tratta del parco Butterfly Spring, a 3 km dalla città; detto….. Fatto….., 10 minuti di bus, sono sceso, ho visto la bellissima scultura, poi sono andato alla biglietteria: 75 y. Mi porto in ricordo solo la foto della bellissima scultura. Tornato in città sono andato al parco Yangshuo Gongyuan, che contiene al suo interno le colline dell’uomo e della donna, due piccoli pinnacoli che dicono (ma non sono riuscito ad immaginarli) che hanno la forma di un uomo inchinato davanti a una donna. Ho scalato la prima, 331 bruttissimi gradini, rattoppati , mal protetti da pezzi di mancorrente precari in ferro e bambù, 20 minuti di salita, poi però panorama bellissimo di città e pinnacoli. La sera, passeggiando in West street, ho rivisto la ragazza del mattino in t-shirt e così abbiamo iniziato a parlare, lei parla l’inglese male come me, per cui con tanta fatica siamo riusciti a capirci. Questa ragazza abita a Haerbin, il capoluogo della provincia di Heilongjiang, la più settentrionale della Cina, a nord est al confine con la Russia nella zona di Vladivostok, la celebre città storica dove termina la Ferrovia Transiberiana, ed ho capito tante cose: quasi tutte le sere guardo in tv il telegiornale della CCTV 9, la tv cinese che trasmette in inglese e che, con il satellite, vedo anche da casa mia; parlano troppo in fretta, per cui capisco pochissimo, ma ho visto in questi giorni le immagini dei terremoti della California e di Haiti, due immagini di un pezzo della partita del Chievo, qualche pezzo di partita a ping pong dove tecnica, potenza ed abilità hanno raggiunto livelli incredibili, poi qualcosa successo a Rosarno, in Calabria, con gli immigrati, ma non ho capito cosa (però, per arrivare fin qui, deve essere abbastanza grave). Alla fine dei telegiornali trasmettono le previsioni meteo e le temperature delle principali città della Cina e, in questo periodo, a Haerbin ci sono -28 di minima e -16 di massima (micidiale, giustifichiamo la t-shirt…). Fra l’altro, leggendo nella guida, Haerbin non è proprio una cittadina sperduta, ha circa 10 milioni di abitanti e pare fornisca il miglior ginseng del mondo. Ragazza un po’ sfortunata, ma con tanta forza d’animo, ha perso in poco tempo genitori e marito e adesso vive (e viaggia) con i suoceri, a cui è molto affezionata. Spese: colazione 12, bus A/R per Baisha 8, pranzo 21, bus A/R Butterfly Spring 5, caffè 6, cena 43, souvenir 50. Totale 145 : 6,6 = 22 US$. Totale progressivo 865 + 22 = 887. Media :17 = 52 US$. 18.1 LU Stamattina, giorno dell’addio a Yangshuo e Guilin, non c’è una nuvola in cielo, splende il sole. Partenza alle 10 ed arrivo a Guilin alle 11.45. Certo, i pinnacoli, con il sole, sono un’altra cosa. La gioia però è breve, alle 13 tornano le nuvole. L’autobus delle 14.50 parte con un’ora di ritardo, con una parentesi litigiosa, di cui ovviamente non ho capito quasi nulla, fra autista, assistente ed alcuni passeggeri che avrebbero occupato cuccette destinate ad altri. Viaggio non molto bello, sosta assurda, dopo due ore, di 70 minuti in un’area di servizio dell’autostrada presso Liuzhou, poi al casello di Liuzhou altri 20 minuti per attendere alcuni passeggeri che arrivavano con pullmini dalla città; il guaio è che tutte le cuccette erano già occupate, per cui gli ultimi passeggeri sono stati fatti sdraiare a terra nei corridoi; sia alla mia destra che alla mia sinistra (io ero in una cuccetta bassa della fila centrale) mi sono trovato due bambini, di cui uno abbastanza capricciosetto, che ha impedito al padre di riposare, nonostante qualche sculacciata rimediata e, naturalmente, anche a metà dei passeggeri. Questo sistema di autobus con cuccette è buono, ma presenta un enorme problema: pur essendoci l’aria condizionata, quando sali ti devi togliere le scarpe e infilarle in un sacchetto di plastica fornito dalla compagnia, però poi si sta tutti a piedi calzati, per cui si crea, senza eccessivi costi di produzione, il celebre profumo “mixdepiè n. 60” (60 perchè ci sono 30 cuccette e, mediamente, le statistiche dicono che ci sono due piedi per persona…) che alimenta i polmoni per tutto il viaggio, anche se poi basta mezzora per abituarti… Dopo altre sette ore, forse anche su brontolamenti incomprensibili di alcuni passeggeri, seconda sosta di circa 20 minuti (… Ma perchè tutti correvano in bagno ?…). Spese: colazione 8, bus per Guilin 15, pranzo 16, spuntino 13. Totale 52 : 6,6 = 8 US$. Totale progressivo 887 + 8 = 895. Media : 18 = 50 US$. 19.1 MA Si arriva ad Haian, porto d’imbarco del traghetto, alle 3.30, si sale sul traghetto che parte alle 4.20 ed arriva ad Haikou, capoluogo dell’isola di Hainan, alle 5.45. Qui mi lascio catturare da un tassista che, insieme ad un’altra coppia a caccia di alberghi, ci porta al Bin Hai Hotel, un po’ caro, 198 y, contratto un po’ e riesco a strappare 150, ma per oggi va bene, sono distrutto. Dormo circa tre ore poi esco, cielo sempre nuvoloso; vicino al mio albergo ce n’è un altro, il Huintan, di superlusso, però entro e chiedo informazioni sulla città; ragazze molto cordiali e disponibili, mi vendono per 6 y (perchè non sono cliente dell’albergo) una piantina di Hainan contenente anche le mappe delle principali città dell’isola. Le piantine contengono anche indicazioni in inglese e per ora mi bastano, poi le ragazze si sono date molto da fare per indicarmi i principali punti da vedere. Sono rimasto talmente commosso dall’impegno che ho chiesto quanto costasse dormire lì, ma … 580 y…però sono uscito e al negozio poco lontano ho comprato un mix di caramelle e cioccolatini che ho poi portato loro ricevendo grandissimi sorrisi e ringraziamenti, quasi una festa. Poi è iniziata la pioggerellina per cui mi sono infilato in un ristorantino per il pranzo e subito dopo al Mc Donald’s per il caffè (sempre caro, 8 y). Pomeriggio primo giro per la città, ma principalmente per fare un po’ di programmazione. Haikou è una città di circa 500.000 abitanti; non abbiamo, in Italia, città in questa fascia di popolazione, perchè le due più vicine sono Bologna e Firenze (poco meno di 400.000), poi subito prima c’è Genova con circa 600.000. Ho cercato un altro albergo per domani, un po’ meno caro, poi la stazione dei bus per Sanya che, rispetto alla guida, è stata spostata a sud della città; poichè le due principali attrattive di Haikou si trovano alle periferie est ed ovest, le rimando a domani; oggi ho fatto un giro per il parco centrale, grazioso, con due laghetti uniti su cui passa un ponte (come a Guilin), poi una passeggiata sulla Bo Ai Beilu, una delle due vie più animate del centro storico, piena di negozi vari e con un mercato che vedrò domani. Impressiona un po’ la decadenza a cui sono stati lasciati andare vecchi edifici coloniali. Un altro particolare, già visto nei luoghi precedenti, ma che qui ad Haikou è molto di moda: ragazzi e ragazze con maglietta a giacchetta con la scritta grande “Italia”; quattro stamattina al molo, tre al ristorante, poi ne ho visti altri in giro per la città. Boh! Perchè? Siamo così amati? L’unica altra nazione, o meglio, regione, stato, non so bene come definirlo, visto su quattro magliette è la Scozia, ma per il resto è tutto un “Italia”. Che dire, godiamoci anche questo. Spese: taxi 10, hotel 150, mappa 6, caramelle 5, pranzo 25, caffè 8, cena e bibite 30. Totale 234 : 6,6 = 36 US$. Tota progressivo 895 + 36 = 931. Media : 19 = 49 US$. 20.1 ME Giornata sempre nuvolosa, cominciata male, ma poi raddrizzatasi. Quando mi sono presentato al nuovo albergo, quello da 50 y, il proprietario si è scusato, ma non può accogliere gli stranieri (ma non poteva dirmelo ieri?, poi, leggendo sulla guida ho scoperto il perchè; i piccoli alberghi non sono autorizzati ad ospitare stranieri, ma può darsi che qualcuno ci riesca, pur di lavorare, per cui ieri mi ha detto sì, ma poi probabilmente qualcuno mi ha visto entrare ed uscire per cui devono poi avergli “ricordato” questa regolina che, per me, vuol solo dire: – Straniero, tu sei ricco e vai negli alberghi ricchi -). Comunque la gentilisima signora si è offerta di accompagnarmi in altri tre alberghi nei dintorni, ma tutti troppo cari, 340, 470 e l’ultimo, con una piccola trattativa, 190, ma per me ancora troppo. Ho provato ad impietosirla offrendo 120, ma non andava bene; mentre stavo per andarmene ha fatto un’altra offerta scendendo a 160; poichè ho trovato questo forte sbalzo come un invito a collaborare, anch’io ho alzato a 140 e ci siamo accordati. Trolley in camera e via a vedere le due principali attrattive di Haikou: il Tempio di Wugong Ci e le Tombe di Hairui Mu. Poichè erano troppo distanti dal centro e fra loro, oggi ho usato anche qualche bus. Dall’albergo il n. 41 ti lascia proprio davanti al Wugong Ci (ingresso 20 y). E’ un tempio strano, formato da quattro edifici ma quasi completamente vuoti, di cui uno adibito a piccolo museo. Di lato un laghetto con alcune statue di cicogne e due ponticelli, per me piuttosto deludente, non vale certo i 20 y. Poi un altro bus che va verso ovest passando per il sud della città dove, a circa metà strada, c’è l’autostazione meridionale e dove mi sono informato sui bus per domani per Sanya, ci sono autobus ogni 20 minuti a 78 y per tre ore circa di viaggio. Da qui ho poi iniziato a camminare, sempre verso ovest. Vicino al grattacielo della China Telecom c’è in costruzione uno strano edificio, sembra un serbatoio dell’acqua con, sulla parte superiore, un gigantesco rubinetto. Monumento al risparmio energetico? Mah!. Dopo un’ora di camminata ero solo a metà strada per cui ho preso un altro bus fino alle tombe (ingresso 10 y). Queste invece sono bellissime, una pagoda circolare a tre piani con una bella campana al piano terra e soffitti dipinti con disegni multicolori. Dietro la pagoda ci sono rocce su cui è stata allestita l’altra tomba, si sale lateralmete da un bellissimo porticato di circa 100 m., anch’esso dipinto con disegni e figure multicolori.Questo è davvero molto bello. Poichè si stava facendo tardi, ho preso altri due bus per tornare in centro, alla Zongshan Lu, vicino alla Bo Ai Lu, ancora più ricca di vecchi edifici coloniali della stesa Bo Ai Lu vista ieri; anche la vicina Xinhua Lu, piena di negozi e bancarelle (e di gente), fa da compagnia a questo vecchio quartiere. Due ore di camminata tra vecchio quartiere e ritorno in albergo. Ultime due parole, poi non ne parlerò più, ma continuo a vedere queste magliette Italia, senza spiegarmene il successo. Ancora un particolare: spostandomi di giorno nella Longhua Road, c’è a circa metà una via trasversale che la collega alla Datong Road, vicina al parco centrale. In questa traversa ci sono due lunghe file di garage, cosa del tutto normale dato che sopra ci sono due edifici di vari piani, e in alcuni di questi garage ci sono piccoli negozietti, ma ripassando nel tardo pomeriggio, ho trovato tutti i garage aperti e… Altro che garage, sono minialcove per attività sexy, davanti c’è la sala di attesa con ragazze e clienti, illuminate, guarda caso, con luci rosse (in alcuni casi con lanterne rosse, come quelle del celebre film) mentre dietro … Si lavora e le pareti probabilmente sottili ti “informano” sulla “situazione in corso” e sui “tempi di attesa”. Alcuni ragazzi mi invitano, ma… Non è per me; vi ho già detto che pago molte cose nella mia vita, ma non quello. Mi fanno anche presente che, se cambio idea, devo tassativamente presentarmi con un DPI (lo chiamo così, deformazione professionale, per chi non è pratico, si tratta di Dispositivi di Protezione Individuale…) altrimenti nessuna vuole rischiare (se è vero è già un buon passo avanti). Come stupidata finale, vedendo ragazzo e ragazza su due motorini che viaggiavano affiancati e tenendosi per mano mi è venuta in mente la vecchissima storiella: cosa fanno due motociclette affiancate? Risposta: fanno un meccanico. Sì, sono due mezzi meccanici (Bruno, nooo!). Spese: colazione 19, hotel 140, bus vari 5, ingresso Wugong Ci 20, spuntino 15, ingresso Hairui Mu 10, cena 26, bibita 3. Totale 238 : 6,6 = 36 US$. Totale progressvo 931 + 36 = 967. Media : 20 = 48 US$. 21.1 GI Strana piacevole sorpresa stamattina, no, niente sole, sempre nuvoloso. Alla stazione dei bus stavo andando a fare il biglietto per Sanya, quando un ragazzo mi ha detto che se volevo partire subito c’era un bus pronto; gli ho detto che ero senza biglietto, ma mi ha fatto segno di pagare sul bus. Mah! L’ho seguito, mi ha fatto addirittura bypassare il metal detector, abbiamo attraversato rapidamente la sala d’attesa e mi ha infilato sul bus che stava partendo. Prima di salire però ho ancora chiesto il prezzo: 50y. Boh! Comunque partenza alle 9.20, ci vuole quasi un’ora di coda per traffico dovuto a lavori di costruzione della tangenziale sud di Haikou, poi si entra in autostrada e via. L’autostrada, senza pedaggio, passa fra risaie e vegetazione, si scorge a tratti anche la costruzione (probabile) della ferrovia ad alta velocità fra Haikou e Sanya (si vedono i piloni, i viadotti e i pali dell’alimentazione; quando sarà terminata penso che andare da una città all’altra sarà questione di un’oretta, sono 250 km.). L’autobus arriva alle 13.40, fa caldo, ma non c’è il sole, ci sono 24°. All’uscita mi cattura una ragazzina con il suo risciò motorizzato e si offre di portarmi a cercare un albergo; provo a spiegarle che non posso spendere molto, ne vediamo 4 ma tutti troppo cari, da 340 a 650 y. Al quinto tentativo c’è una bravissima ragazza che mi propone 280 y, troppi, provo fare la mia offerta assurda, 4 notti per 400 y, ma non può, però mi propone un’altra stanza più piccola a 220, ma è sempre troppo, poi riguardo meglio il mio programma e vedo che sono qui con un giorno di anticipo per cui le lancio la mia ultima offerta: 5 gg. Per 750 y, ma non va ancora bene, per cui la saluto cordialmente; a questo punto però intervengono i proprietari che hanno finora seguito in disparte la trattativa, parlano un po’ fra loro e con la ragazza e poi decidono di accettare. Quello che mi è sembrato strano è che hanno parlato di una piccola camera, all’ultimo piano, ma è uno stanzone enorme, 7 m. X 6 m. Con bagno. Per me va benissimo, siamo sul lungomare anche se la mia stanza ha una finestra che dà su un terrazzo inagibile, c’è solo l’antenna parabolica, un serbatoio e varie tubazioni e l’altra che da su un vicoletto laterale un po’ rumoroso per la presenza, proprio di fronte, di un cantiere in cui stanno sistemando un edificio. Pomeriggio in passeggiata sul lungomare in fondo al quale c’è, in costruzione, un “non so come definirlo” se perla dell’oceano o deturpamento della baia: avete visto cosa hanno allestito a Dubai? L’isola artifciale a forma di palma con casette e grattacieli. Qui ne stanno facendo un’edizione ridotta, l’isola c’è già, con un ponte che la collega alla città e si vedono gli scheletri di quattro grattacieli. Non so cosa dire, se non la considerazione che, purtroppo o per fortuna, tutto ha un prezzo. La sera passeggiata per il centro della città. Sanya, con l’accento sull’utima “a”, ha circa 400.000 abitanti, è posta su una penisola e la parte centrale è divisa in tre da due canali che si infilano dal mare; ci sono praticamente quattro strade principali parallele collegate da tante traverse. Pienissima di gente, si fatica a camminare, del resto qui è alta stagione e ci stiamo avvicinando ai giorni del Capodanno cinese, per cui è anche molto difficile trovare posto. Ultima scoperta della giornata, non ci credo quasi neanch’io a raccontarla: la ragazza della reception è di Haerbin ed è qui a farsi la stagione, ma mi ha anche fatto presente che a Haerbin ci sono più turisti d’inverno che d’estate, perchè pare che adesso abbia un fascino particolare. Prendiamola così. Spese: 2 bus 2, bus per Sanya 50, snack e bibite 4, mototaxi 10, hotel x 5 gg. 750, spuntino 7, cena 26, bibite 6. Totale 855 : 6,6 = 130 US$. Totale progressivo 967 + 130 = 1097. Media : 21 = 52 US$ 22.1 VE Giornata nuvolosa, ma intensissima e bellissima. Visto che non è tempo da spiaggia, vado alla stazione dei bus; partenza alle 10.40 ed arrivo alle 12.20 a Lingshui, dopo 55 km, cambio immediato di bus e altri 7 km per Xincun. Nei pressi del porto parte una teleferica, è cara, ma guardando le illustrazioni vale il percorso. Premessa. Xincun è una cittadina sul mare, ad est di Sanya ed attorniata da una baia chiusa da una penisola che si spinge fin davanti alla cittadina stessa, per cui la teleferica scavalca la baia, poi sale sulla collina della penisola per poi scendere al parco Monkey Island, un parco che occupa metà della penisola stessa ed è pieno di scimmiette (modello macachi) che circolano liberamente per tutto il parco. Detto ciò si parte, si attraversa la baia, il panorama è eccezionale, si vede tutta la cittadina e, sul lato opposto, una miriade di house boat, casette galleggianti affiancate quasi a costituire un altro paesino; sull’altro lato una spiaggia molto lunga, poi si sale in cima alla collina e nella discesa c’è un altro bellissimo panorama della parte finale della penisola. Quando scendi dal vagoncino ci sono già le prime scimmiette che ti accolgono, ormai sono abituate ai turisti (oggi ce ne sono tantissimi, ho fatto 45 minuti di coda per salire sul vagoncino e ogni vagoncino contiene 4 persone). La prima parte del parco è stata allestita con un laghetto e, ovviamente, tanti alberi collegati fra loro da liane e scale in corda su cui le bestiole saltano continuamente. C’è anche il botteghino dove comprare il cibo e loro non aspettano altro, tu butti e loro lottano per i bocconi, purtroppo la legge del più forte è sempre valida e sono pochi i piccoli che riescono a mangiare qualcosa. Proseguendo c’è una strana statua di una scimmia con in mano un teschio, la classica posa di Amleto “essere o non essere”, però sul fianco della scimmia c’è scritto “Darwen” … Si passa poi ad un padiglione per me deprimente, dove ci sono una decina di scimmiette legate con una corda a terra ed opportunamente addestrate a prendere delle piccole lance con bandierine e allinearsi come soldatini di cavalleria sul quasi attenti quando arriva il gruppo dei turisti. Poi c’è la piscina con laghetto e con tanto di ponticello su cui però le scimmiette transitano e si muovono, ma non mi sembrano propense a nuotare. L’ultimo padiglione è l’altrettanto deprimente circo con spettacolo che non ho voluto vedere. Il posto è fantastico, secondo me vale tutta la fatica della giornata. Poi, per chi vuole, ci sono tour organizzati da Sanya con appositi pullmini, guide ecc., ma ho preferito l’avventura fra gente la cui percentuale di parlanti inglese è molto bassa, ma il sorriso è quasi sempre cordiale, così come la meraviglia di alcuni di loro quando vedono un occidentale; vedo una schiarita, nella conoscenza dell’inglese, nei ragazzini di 10 – 13 anni, tanti lo stanno studiando, probabilmente alla prossima generazione sarà tutto più facile. Altre due raccomandazioni nel parco: la prima non cercate di toccare le scimmiette, perchè gli adulti si innervosiscono e cominciano ad attaccarti; la seconda è nascondere tutto ciò che avete in qualche modo “appeso” perchè per loro è un’attrazione irresistibile; mi hanno raccontato di turisti che hanno praticamente perso tutte le foto delle vacanze perchè una scimmietta ha portato via la macchina fotografica per appenderla chissà dove nel parco. Oggi solo un turista si è visto togliere di mano l’uovo sodo che aveva appena iniziato a sbucciare ed un bambino è stato “scippato” della sua bottiglietta di bibita. Comunque oggi pomeriggio ci sono state due ore di sole. Stanco, ma contento. Spese: colazione 7, bus A/R per Lingshui 35, bus A/R per Xincun 6, teleferica e parco 143, risciò 4, noccioline per scimmiette 10, bibite e spiedino 13, cena 31, caramelle e bibita 8. Totale 259 : 6,6 = 39 US$. Totale progressivo 1097 + 39 = 1136. Media : 22 = 52 US$. 23.1 SA SCRIVO MAIUSCOLO, OGGI PRIMO GIORNO COMPLETO DI SOLE, 27°. Poi, appena uscito dall’albergo, ho trovato un ristorantino dove c’è il caffè brodaglia (sempre accettabile con il latte condensato) a 2 y. Poi avevo deciso inizialmente di andare alla baia di Yalong, ma lungo la strada ho visto la collina a sud di Sanya illuminata dal sole e mi son detto che forse era il momento migliore per fare delle foto dall’alto, così ho preso il bus fino a metà collina dove c’è l’ingresso del parco Luhuitou, ma all’ingresso mi sono fermato: 65 y. Mentre scendevo mi ha fermato una ragazza con il suo risciò motorizzato per offrirmi il trasporto e, parlando, le ho detto che mi sembrava esagerato l’ingresso in un parco però, senza parlare inglese, mi ha fatto capire che dietro l’ingresso, a circa 200 m. C’è un altro ingresso da cui accedi al parco in uno strano modo, non a piedi ma con qualcosa che non capivo, per cui ho accettato di pagare1 y per vedere dove mi portava; e mi ha lasciato all’ingresso ove da fuori si vede solo una specie di lungo sentiero protetto da teloni che sale in cima alla collina; il telone, pur essendo di colore marrone, deturpa proprio la collina. Dentro però non c’è un sentiero, c’è una strana cremagliera su cui corrono dei piccoli, troppo piccoli, vagoncini su cui ti siedi e vieni trasportato fino in cima. Strano che c’è un cartello, anche in inglese, che lo sconsiglia ai deboli di cuore, agli ipertesi e a chi si spaventa facilmente, vedo questi vagoncini salire a bassa velocità, come del resto le cremagliere che ho visto in Italia, quella di Torino – Superga, Como – Brunate e Trieste – Villa Opicina; vi prego, non offendetevi se ce ne sono altre, io ho visto solo quelle. Già, il prezzo: 85 y, però la ragazza mi ha chiesto quanti anni avevo e, per gli over 60, sono 65, parco compreso. Ok, mi convince. Mi sistemo sul vagoncino e su su su, sempre molto lentamente, ci vogliono circa 7 minuti; all’arrivo ancora 200 m. Di strada e sei in cima dove ci sono una bellissima statua e diverse terrazze da cui si vede il sublime panorama di Sanya, sulla sinistra c’è l’isola artificiale, poi il ponte che la collega alla città, poi la città stessa divisa in tre parti dai due canali. Stupendo. Con il sole alle spalle siamo tutti lì a fare foto ed a goderci questa visione. Quando torno alla stazione della cremagliera vedo qualcosa di strano, salgo sul vagoncino e l’omino mi applica la cintura di sicurezza (?) facendomi vedere alcune illustrazioni che spiegano il cartello che c’era alla stazione inferiore: la discesa non si fa sullo stesso percorso della salita, ma è come su una pista di bob, scendi in cauta libera e sei tu che regoli la velocità tirando, quando vuoi, il freno a mano. Hai capito? Proviamo anche questo brivido, io non sono un debole di cuore; non sei solo, il tuo vagoncino è collegato a quello davanti a te su cui sale un addetto che scende con te per la tua tranquillità (in pratica… Doppi comandi). E’ stata un’esperienza divertente.Quando arrivi trovi l’altro omino che ti aveva fotografato alla partenza e, se vuoi, per 15 y c’è la foto. Ok. Dal parco ho preso l’autobus fino all’incrocio con la strada principale che da Sanya va verso il quartiere – spiaggia di Dadonghai, un quartiere fatto solo di alberghi di lusso e superlusso, un quartiere dove ho notato che le iscrizioni bilingue sono principalmente il cinese ed il russo. La spiaggia di Dadonghai è molto bella, in questo periodo è un vero e proprio carnaio, non resci a camminarci; ho trovato un posto dove depositare la borsa in appositi box con codici e chiave (15 y per due ore) e ….. Il primo bagno dell’anno nelle calde acque del Mar Cinese meridionale. Ahhhhh! Spese: colazione 7, caffè 2, bus vari e risciò 4, cremagliera e parco 65, souvenir 90, spuntino 10, foto cremagliera 15, cassetta spiaggia 15, cena 10, bibite 3. Totale 221 : 6,6 = 33 US$. Totale progressivo 1136 + 33 = 1169. Media : 23 = 51 US$. 24.1 DO Siccome la giornata di ieri è stata troppo bella, oggi parliamo di cose negative. La prima è il ritorno delle nuvole con un’ora di poggia, ma la peggiore è stata il tentativo di visita notturna nella mia stanza da parte di un ladro; bisogna inchinarsi davanti a tanta organizzazione artigianale. La mia stanza sapete che è al 4° piano; appena entri, sulla destra ci sono i due letti; di fronte, a 7 m. Di distanza c’è una finestra, munita di grata antintrusione e con i vetri apribili a scorrimento orizzontale e, quando sono aperti, puoi far scorrere la zanzariera in modo da lasciar passare l’aria. Oltre la finestra c’è quel terrazzo che credevo non accessibile; sul lato destro c’è l’altra finestra, uguale alla prima, che dà sul vicoletto di fronte al quale c’è il cantiere in corso per la sistemazione dell’edificio; il vicoletto è molto stretto, in alcuni punti è inferiore a due metri per cui suppongo che il ladro sia salito dal cantiere e poi sia passato sul tetto dell’albergo e sceso sul terrazzo. Verso le 4 sono stato svegliato da un rumore proveniente proprio dal terrazzo, mi sono messo di lato ed ho acceso la luce, fatto che deve aver provocato la fuga del ladro. Non ho perso nulla, però quel “signore” è riuscito, probabilmente con un’asta di almeno 7 m.(qui sta la maestrìa cui mi …inchino), a agganciare prima la maglietta che avevo lasciato sul letto a fianco e che ho ritrovato a metà stanza, poi a prendere i pantaloni, che erano sotto la maglietta e che ho ritrovato sul davanzale della finestra (meno male che non lascio mai il portafoglio nei pantaloni quando vado a dormire). Ho aspettato un’ora poi sono arrivati gli operai a lavorare e la città cominciava a svegliarsi. Mi sono riappisolato ed alle 8 ho chiamato il titolare per segnalargli il tutto; è rimasto anche lui molto dispiaciuto, se non ci fosse stato l’albergo pieno mi avrebbe cambiato di stanza, però ha chiamato un addetto, gli ha fatto collegare e mettere in funzione l’aria condizionata chiedendomi, se volevo restare, di chiudere tutte le finestre ed accendere il condizionatore anche tutte le notti, se volevo, senza alcun sovrapprezzo. Ho pensato di rimanere, anche perchè è molto difficile in questo periodo trovare posto, anche negli alberghi a tante stelle. Poi siccome la giornata va avanti, e la vita pure, sono sceso a farmi una passeggiata, fermandomi a guardare un “frittellaro”, altro tipo di artista: rompe le uova in una piastra in cui sono stati ricavati 7 stampini rotondi, vi appoggia sopra una forchettata di carote a filetti e fa cuocere per circa due minuti, poi le gira e le fa cuocere altri tre minuti, poi le solleva, mette negli stampini un mestolino di pastella e vi ripone le frittate, spruzzandole con erbette misteriose, le lascia cuocere altri due minuti, poi le solleva, mette un alto mestolino di pastella, le rivolta e le mette ancora negli stampini: altri tre minuti di cottura rivoltandole ogni tanto e le frittelle rotonde e spesse (2 cm.) sono pronte; da provare, garantito, è buona, 1,5 y cadauna. Poi con il bus n. 4 sono andato alla stazione ferroviaria; la nuova stazione è lontanissima, fuori città, in una specie di piccola zona industriale, una piccola cattedrale nel deserto. Mi sono informato sui treni per Haikou, ce ne sono tre al giorno, solo al pomeriggio, alle 16.50, 19.30 e 23.55 con arrivo dopo circa 3 ore, prezzo 80 y. Ci rinuncio, mi sarebbe piaciuto fare il giro dell’isola dalla parte occidentale, ma con il buio non vedi praticamete nulla. Poco dopo mezzogiorno uno strano fenomeno, nel giro di poco meno di dieci minuti sono sparite le nuvole ed è arrivato il sole, così, per non pensare troppo alla mattinata, sono andato a Yalong Bay, la più bella spiaggia dell’isola di Hainan; si trova un po’ lontano, a 18 km., ma ci arriva il bus cittadino n. 15 (5 y). Rispetto a Dadonghai è molto più lunga, sono 7 km. Di sabbia fine a corollario di una bellissima baia; anche qui è pieno di alberghi, la maggior parte dei quali di lusso, superlusso e, secondo me, in alcuni casi evidenti, anche di insulto alla miseria, di esagerazione, di ricerca di non so cosa che non ha mai fine: un resort con un campanile che sembra una chiesa, un altro con una cupola imitazione di quella di S. Pietro a Roma, un altro con una fontana fatta da sei anfore di due metri ciascuna oblique da cui esce acqua nella vasca sottostante, un altro con un cortile ai cui lati ci sono le statue di otto elefanti. Alla spiaggia c’è il box per le cassette per le borse, ma il prezzo è troppo caro, 100 y per due ore, lascio perdere, comincio a camminare lungo la spiaggia, è un altro carnaio, in più oggi è domenica poi, dopo circa 300 m., la gente comincia a diminuire e così trovo un posto dove sistemarmi e fare il secondo bagno dell’anno, un’ora e un quarto a mollo. Avevo promesso di non parlare più delle magliette Italia, ma non posso farne a meno: sul bus del ritorno sono salite due ragazze con la maglietta, non con scritto Italia, ma … Roma. Spese: colazione 5,50, frittella 1,50, bus vari 12, caffè 2, spuntino 15, cena 29, bibita 3. Totale 8 : 6,6 = 10 U$. Totale progressivo 1169 + 10 = 1179. Media : 24 = 49 US$. 25.1 LU Giornata terribile, tutta da dimenticare, ma che non dimenticherò mai più, giornata segnata da un gravissimo incidente nel cantiere di fronte all’albergo, dove un operaio è caduto dal quarto piano, proprio di fronte alla mia camera. Mi trovavo in bagno verso le 14, quando ho sentito le grida della gente fuori; mi sono affacciato alle grate ed ho visto gli altri operai che stavano scendendo di corsa. Mi sono rivestito e sono sceso nel vicoletto dove, quasi davanti all’entrata dell’albergo, giaceva, a pancia in giù, il corpo dell’operaio. L’ambulanza è arrivata dopo pochissimi minuti ed i due ragazzi, sentito collo e polso, hanno rigirato il corpo ed iniziato il massaggio cardiaco, alternandosi anche con flebo e iniezioni, sono andati avanti quasi mezzora, ma non c’è stata alcuna reazione, hanno anche provato con l’ossigeno e altre iniezioni, ma senza esito. Nel frattempo sono arrivati polizia e familiari, moglie e due bimbi piccoli a cui qualcuno un giorno dovrà dare qualche spiegazione su come e, soprattutto, perchè; un ennesimo straziante tributo non alla parte buona del progresso, quella basata sul principo che il progresso è tale quando il bene di uno diventa il bene di tutti, ma alla parte marcia, quella che ti fa calpestare, distruggere ed eliminare tutto ciò che si frappone nel percorso che hai deciso di compiere per arrivare a denaro e potere, senza umanità, scrupoli, rimorsi o pentimenti. Una preghiera affinchè Dio parli con il Suo Collega Cinese perchè sostenga la famiglia e accolga presso di sè l’anima di questa persona. Non so come possa essere successo, è tutto molto strano perchè al 4° piano stavano costruendo la parete esterna, per cui lavoravano dall’interno, sul pavimento, ed avevano già messo quattro file di mattoni; scusatemi, turiste e turisti, oggi è andata così, provo ugualmente a darvi qualche altra piccola informazione. Stamattina sono andato nella zona sud della città, fra gli ultimi due ponti, dove c’è il porto canale; se venite a Sanya, non perdetevelo, è diviso in tre, chiamiamole, parti: la prima, sulla riva sinistra, riservata alle “barchette” yacht di qualche miliardario (… E non sono poche), la seconda ai pescherecci e la terza alle house boat, il tutto molto pittoresco, anche se nella seconda e terza parte la vita deve essere abbastanza dura. Sono tornato con il bus n. 8, che lascia proprio vicino all’albergo, e ho notato che, nella mappa del percorso del bus, l’ultima fermata è indicata con un aereo; chiedo e mi confermano che va all’aeroporto, a 18 km a nord; prezzo per l’aeroporto 4 y. Stamattina sole che picchiava, poi da mezzogiorno solo nuvole; dopo l’incidente ho fatto una lunga passeggiata sulla spiaggia cittadina, pensando e rimurginando, ho anche fatto il bagno, il terzo, con poca voglia, più che altro perchè chiamato da due ragazzi che giocavano con una palla e che mi hanno invitato ad unirmi a loro. E’ la solita schifosa dannatamente vera frase: la vita continua. Spese: colazione 6, bus 2, internet 2, spuntino 9, cena 31. Totale 50 : 6,6 = 8 US$. Totale progressivo 1179 + 8 = 1187. Media : 25 = 47 US$. 26.1 MA Non voglio, nè devo giudicare la cultura di un popolo anche se vedo comportamenti strani: un esempio è rappresentato dal ballo collettivo, mattutino e serale, sulla spiaggia a ritmo di musica, dove centinaia di persone (prevalenza donne) si allineano come un corpo di ballo e poi danzano con movimenti direi anche abbastanza sincronizzati, un altro è la normalità del gesto di sputare in qualsiasi posto ti trovi o di soffiarti il naso con le dita, un terzo, peraltro, è il grande rispetto per gli anziani, che qui vengono ancora aiutati ad attraversare la strada, accompagnati nel trasporto di borse o pacchi pesanti o voluminosi, e da tanto tempo non vedevo persone alzarsi subito sui bus appena sale un anziano per cedergli il posto (attenzione, però, questo non viene fatto quasi mai dai ragazzini, per cui penso che alla prossima generazione anche questo valore morale andrà perso, come da noi; voglio fare una precisazione a riguardo: io cedo ancora il posto a gente pù anziana di me, ma ho smesso di cederlo alle mamme con i bambini, perchè mi fa rabbia vedere che la maggior parte delle mamme, quando ricevono questa cortesia, la usano per far sedere i poveri “stanchissimi” bambini, mentre loro stanno in piedi, magari con borse e pacchi). Stiamo uscendo dall’argomento base, torniamo agli strani comportamenti, ma quando ieri sera sono tornato in albergo verso le 21, il corpo dell’operaio giaceva ancora lì, coperto con un lenzuolo e protetto da due lumini, con gente attorno che parlava e pregava. Ho chiesto al titolare quanto sarebbe ancora rimasto lì, mi ha risposto ancora un paio d’ore. Sono salito in camera, ho preparato la valigia, ma ero ancora fuori fase; mi sono addormentato tardi, ma verso le 5 sono stato svegliato da un gran vociare di gente (forse lo stavano portando via adesso), poi è iniziata una strana serie di botti come quelli che si fanno da noi a fine anno, sono state quattro “scariche” che hanno prodotto un fragore assordante, poi d’improvviso, in una manciata di secondi è sceso il silenzio totale. Mi sono riaddormentato per poi alzarmi definitivamente alle 7, volevo partire presto per arrivare ad Haikou e almeno a Zhanjiang nel pomeriggio e poi vedere se c’è un bus o treno notturno per Guangzhou o Zhuhai. Partenza da Sanya alle 8.40 ed arrivo ad Haikou alle 12.50. Non ci sono bus per Zhanjiang fino a domani mattina, allora ho chiesto, con poche speranze, se si poteva andare direttamente a Zhuhai, città che confina con la zona autonoma di Macau. Ebbene, sì, strano, c’è il bus delle 15 che va proprio lì. Adesso sono alla stazione meridionale dei bus di Haikou e scrivo adesso perchè stasera non ci riuscirò. Sono le 13.30. Spese: bus per Haikou 60, bus per Zhuhai 231, spuntino e bibite 24, cibo per la cena 15. Totale 330 : 6,6 = 50 US$. Totale progressivo 1187 + 50 = 1237. Media : 26 = 48 US$. 27.1 ME Per la cronaca, nei 231 y del bus per Zhuhai sono compresi i 40 y del prezzo del traghetto Haikou – Haian. Alle 15 dalla stazione sud dei bus di Haikou con un pullmino ci hanno portato alla stazione nord, vicinissima al porto. Partenza da questa seconda stazione alle 16, al porto alle 16.10, partenza traghetto alle 17.50 ed arrivo ad Haian dopo due ore, ripartenza alle 20.05 ed arrivo a Zhuhai stamattina alle 5.45. A quell’ora purtroppo ci sono solo i taxi, la stazione dei bus è a circa 6 km dalla frontiera di Macau = 30 y (ne aveva chiesti 50, ma gli ho detto 30 o aspetto alle 6.30 il primo bus; ci siamo così accordati). Arrivo alla frontiera alle 6 … Ma la frontiera apre alle 7; per fortuna sull’enorme piazzale c’è un sottopassaggio gigante in cui c’è aperto un fast food KFC per un caffè ed una frittella________. Riprendo dal ristorante della sera; oggi giornata intensissima, faticosa, piena di novità, spero di riuscire a ricordarmi tutto. Passaggio della frontiera a piedi dalle 7.40 alle 8.20 con piccola coda al controllo passaporti. Macau è una ex colonia portoghese tornata alla Cina nel 1997 insieme ad Hong Kong e, come la sorella maggiore, gode di una autonomia eccezionale: ha conservato la sua moneta, la pataca, ha la sua “Shenzen” proprio in Zhuhai, trovo strano che da ex colonia portoghese la circolazione stradale è a sinistra (riabituarsi a guardare a destra prima di attraversare la strada). Due parole sulla moneta: ho ricambiato gli yuan rimasti ed ho controllato i cambi; oggi sono 1 € = 10,10 MP (Macau patacas), 1 US$ = 7,8 MP, valori quasi uguali a quelli del dollaro di Hong Kong. Poi il bilingue, già, cinese e portoghese dappertutto e per me che parlo abbastaza bene lo spagnolo è diventato tutto più semplice; inoltre tantissimi parlano inglese (e nessuno ormai parla più portoghese); una curiosità: al controllo passaporti le scritte, anche quelle luminose, sono in trilingue, cinese, inglese e portoghese e, vi prego, senza offendere nessuno, c’è la corsia riservata a disabili ed anziani oltre 65 anni, con scritta cinese incomprensibile, inglese “disables” e portoghese “deficientes”, che, etimologicamente è correttissima in quanto deriva dal latino deficere, ma purtoppo da noi ha assunto ben altro significato. E passiamo alla circolazione. Macau è nota per la pressochè totale mancanza di parcheggi in centro, le strade sono troppo strette, c’è uno stranissimo rispetto per i pedoni che possono attraversare praticamente dovunque, gli automobilisti si fermano sempre, peraltro fa veramente paura l’elevata velocità dei veicoli, corrono tutti come matti, anche gli autisti dei bus (oggi ne ho presi 4) mi sembrano schizzati, partono veloci, corrono, prendono le curve in velocità, frenano bruscamente; se non ti tieni con due mani vai presto a terra, ma anche loro davanti ai pedoni si fermano sempre. Le tariffe dei bus sono varie a seconda del bus e della distanza che percorri, però a rovescio; provo a spiegarmi meglio, ma per me il sistema è assurdo: se salgo su un bus che va molto lontano, pago la tariffa, che compare in scritta luminosa vicino all’autista appena sali, come se percorressi tutta la tratta, mentre se salgo ad esempio cinque o sei fermate dopo, la tariffa si riduce perchè sei più vicino al capolinea finale. Se vi capita, imparate inoltre a fare rifornimento di monete e monetine, perchè quando sali, se non hai i soldi contati (es. Tariffa 3,20 e tu sali con 4 patacas e vuoi viaggiare), infili le monte nell’apposita fessura e perdi il resto; se non hai i soldi l’autista ti invita a scendere e non riparte finchè tu non sei sceso. I bus sono più cari che in Cina. Dalla frontiera ho preso il bus n. 3 fino al quartiere “centro”, dove ci sono alberghi e pensioni “cheap”. Ho seguito un po’ la guida ma i primi due erano troppo cari, 350 e 198 MP e a nulla sono serviti i miei tentativi di contrattazione, anzi quello da 198 vale per oggi e domani, mentre venerdì, sabato e domenica sale a 253. Poi sono andato alla Posada San Va Hospedaria, che nella guida è indicata come brutta (in realtà … Orrenda), con camere piccole (in realtà …minuscole), e separate fra loro da pareti in cartone (in realtà … In compensato); in effetti è un tugurio, però sono gli ultimi sette giorni, non so cosa troverò ad Hong Kong, per di più capiterò lì sabato e domenica ed allora ho deciso che per tre giorni farò questo sacrificio, del resto 120 patacas al giorno credo sia il minimo che si possa trovare (ci sarebbero anche stanze da 100, ma la mia costa 120 perchè ….. C’è la finestra …); nessuna stanza di questa Posada ha il bagno, neppure le doppie, ci sono bagni e docce comuni, con acqua calda 24 ore. E qui sono. Sistemato il trolley, visto il cielo sempre nuvoloso, salgo sul bus n. 26 per l’isola di Coloane. Macau è su una penisola e, più a sud, ci sono le isole di Taipa (dove c’è l’aeroporto internazionale) e quella di Coloane, collegate alla terraferma da quattro ponti, tre fra Macau e Taipa e uno fra Taipa e Coloane. L’autobus (6,40 MP, ma ho pagato 7 perchè … L’ho spiegato prima …) va fino in fondo a Coloane, dove c’è la sua spiaggia più grande, quella di Hac Sa, oggi non certo nel suo splendore, sia per mancanza di sole che per l’acqua sporca. Poi, per non ripagare 7 MP per un breve tratto, ho fatto una camminata di circa 2 km fino a Coloane Village, un borgo dove le reminescenze portoghesi si vedono tutte, così come il miscuglio con la Cina. Graziosi i templi di Tam Kung e di Tin Hau, graziosa anche la chiesetta di S. Francisco Xavier con il suo artistico porticato esterno di accesso, ora occupato da ristorantini che emanano profumi invitanti … E mi sono invitato…cibo ottimo. Secondo autobus da Coloane a Taipa e qui mi sono fermato a vedere bene una cosa che avevo visto di sfuggita all’andata e che mi aveva lasciato perplesso. Non so da dove cominciare a descrivere il Venetian Macau Resort Hotel. Vi avevo parlato qualche giorno fa degli “insulti alla miseria” sugli eccessi del lusso a Yalong Bay, bene, cancellate tutto, Yalong Bay è una pensioncina a confronto con quello che ho visto qui, una stupenda stupidata, ma talmente stupenda da far dimenticare la stupidata, perchè è fatta troppo bene, troppo stupendamente … Stupida. Si tratta di questo: l’hotel Venetian è un palazzone molto alto (conto circa 40 piani), molto lungo e a forma di semiesagono (e, fin qui, siamo a Yalong Bay), ma davanti e sul lato nord è tutto circondato da riproduzioni, in probabile scala 1:1, sì 1:1, dei maggiori edifici di Venezia; c’è per primo il Ponte di Rialto, poi a fianco il campanile di S.Marco, poi il Palazzo Ducale, il Ponte dei Sospiri, la Ca’ d’Oro, tutti prospicienti uno specchio d’acqua, che ricorda ovviamente i canali, con tanto di pontili e gondole; sul lato nord prosegui con il Palazzo con la statua del leone di S. Marco ed altri edifici veneziani. Una cosa bellissima ma, secondo me, senza senso; io ho visto le ricostruzioni degli edifici storici in due Italia in miniatura, a Rimini ed a Capriate (BG) e mi erano piaciute, ma qui , secondo me, è esagerazione. Ma non è tutto. Si può accedere al piano terreno dell’hotel (perchè poi?, sì, aspetta il perchè): come entri c’è una gigantesca statua dorata che però non so cosa rappresenta, poi c’è un lungo corridoio con una pavimentazione straordinaria, a cubi giganti e lucidissima, e la volta del soffitto tutta affrescata; al termine del corridoio c’è uno “stanzone” enorme, già, il casinò, pieno di gente, con i vari tavoli da gioco e le zone per le slot machine. Ne percorro una parte, mi sembra di essere un cretino (no, Bruno, forse lo sei proprio…) sarà perchè non ho mai visto internamente un casinò, nè St. Vincent, nè Sanremo, nè Campione d’Italia, nè Venezia Lido, ma è stata una vera sorpresa. Al centro dello stanzone (sono almeno 200 m x 100) quattro scale mobili che salgono ai piani superiori dove ci sono quatto piani di negozi di articoli non certo … 3 x 2 e con un soffitto mirabilmente affrescato e oggetto di foto da parte dei visitatori. Ho anche notato, contando per curiosità 50 tavoli da gioco, che 36 erano gestiti da croupier donne. Bè, sapete cosa mi è venuta voglia di provare? (…bè, anche necessità…) sì, il bagno; non voglio descriverli perchè gli sprechi si sprecano, avambagni e antiavambagni e antibagni, ma poi, alla fine, entri in quella che poi … Hai anche a casa tua e quando ti siedi lì, dov’è la differenza? Mi è tornato in mente un episodio di un vecchio film degli anni 70 (“Nel buio non ti vedo ma ti sento” tratto a un romanzo giallo di E.A.Poe) in cui a un certo punto il protagonista, sconsolato, si confida con un amico e gli dice: -Sono i vestiti che fregano il mondo, nudi siamo tutti uguali-. Prendetemi così, sto cercando un po’ di allegria per provare ad allontanare ancora il pensiero del muratore di Sanya. Comunque, non so per voi, ma sono uscito abbastanza sconvolto da quel “locale”. Proseguo a piedi fino al vecchio villaggio di Taipa, una borgata multicolore (con prevalenza di case in giallo e verde) ancora dai retaggi portoghesi anche se completamente circondata da ammassi di grattacieli troppo vicini, anche fra loro. E’ stata una piacevolissima passeggata quella fatta nel villaggio, ci sono due piccoli templi, quello di Pak Tai e quello di Tin Hau (com a Coloane) e, su una piccola altura, la Chiesa della Madonna del Carmine, in un bel giallo vivace, ma oggi chiusa. Ai piedi dell’altura c’è la Casa Museo di Taipa, una serie di cinque edifici bianchi e verdi sulla riva del mare, molto ben tenuti. Splendida la piazzetta principale, circondata da edifici coloniali molto ben conservati. Da non perdere. Rientro a Macau e mi fermo davanti al casinò Lisboa, due edifici che alle 19 erano tutti illuminati, soprattutto il Gran Lisboa, una cupola semisferica con luci che cambiano colore dal blu al verde al rosso sovrastato da un grattacielo molto ardito per la forma, verticale all’inizio e divisa, alla fine, in due parti curve verso sud e verso nord; penso che da lassù è da brivido guardare sotto, soprattutto dalle parti curve.Ci credete che sono un po’ stanco? Però trequarti contento, anche senza sole. Spero di non aver dimenticato nulla, caso mai ve lo racconterò domani. Spese: Zhuhai: taxi 30, colazione 12. Totale 42 : 6,6 = 6 US$. Macau: bus vari 19,20, hotel x 3 gg. 360, pranzo 65, caffè 10, cena 65, bibite 10,90, souvenir monete 3. Totale 533,10 MP : 7,8 = 68 US$. Totale giornaliero 6 + 68 = 74 US$. Totale progressivo 1237 + 74 = 1311. Media : 27 = 49 US$. 28.1 GI Altra giornata intensissima. Oggi è anche scesa la nebbia su Macau, una nebbia abbastanza fitta, ma non da nascondere quello che volevo vedere, unico neo l’impossibilità di vedere panorami. Usiamo pure la vecchia battuta raccontatami tanti anni fa da un simpaticissimo gay, cioè che oggi per loro è una giornata piuttosto triste, perchè quando c’è la nebbia anche loro non vedono un c…..(Bruno …..) e partiamo con la cronaca. Macau sembra grande sulla cartina geografica, invece, in pratica, dalla zona centro fino alla fine, lato sud, ci sono circa 3 km, e lo stesso dal centro alla frontiera a nord, mentre la larghezza è di circa 2 km, per cui si può girare tranquillamente a piedi e così, scendendo verso sud, si trovano quasi subito la chiesa di S. Agostino con di fronte il teatro Dom Pedro, gialla la prima, bianco e verde il secondo; poi, scendendo ancora, c’è la bellissima chiesa di S. Lorenzo, tutta gialla; spostandosi ancora verso sud est si arriva al lungomare con il lago di Nam Van sulla cui riva c’è l’ex Palazzo del Governo, bianco e rosa e, poco dopo, il collegio Ricci, di cui si può vedere solo la parte superiore in stile coloniale. Dal lungolago la strada sale verso il Palazzo Sancha (bianco e rosa) e poi fino alla collina dove c’è la chiesa de la Penha, non particolarmente bella, ma da cui si gode, nelle giornate di sole, un panorama favoloso verso sud con la torre di Macau ed i ponti che collegano la penisola a Taipa. Scendendo dal lato sinistro della collina si arriva al lungomare ovest, su cui sorge il bellissimo tempio di A Ma (francamente non era nei programmi perchè mi sembrava troppo lontano, poi, invece, visto che era vicino, ci sono andato; meno male, avrei perso un gioiellino): tre edifici con altari, di cui due ai piedi della collina ed il terzo lungo la collina stessa, poco sopra; per salire ci sono due scalinate fra le rocce. Uno strano fenomeno: nel tempio principale un signore ha riempito una pentola a metà con acqua, poi vi ha buttato alcune monete, poi ha appoggiato la pentola su un tavolo, ha immerso foglie di non so quale pianta, poi ha cominciao a sfregare energicamente con le mani sui manici della pentola e dopo pochissimo tempo l’acqua ha cominciato a gorgogliare ed a creare piccoli spruzzi verso l’alto (mai visto prima). Una breve sosta sul piazzale del tempio poi sono tornato al centro, sempre a piedi, dove c’è il Palazzo del Senato Leale, l’edificio di riferimento per gli appuntamenti in centro. Di fronte c’è Largo Senato, che contiene quattro palazzi coloniali, due ridipinti in giallo, uno in rosa e l’altro, la Santa Casa della Misericordia, tutto bianco. Alla fine di Largo Senato, sulla sinistra c’è la chiesa di S. Domenico, dalla bellissima facciata, sulla destra invece si sale per circa 100 m. Fino alla Cattedrale di Sè (sì, lo stesso nome di quella di cui vi avevo raccontato a Goa, vedi “La mia India ovest”). Attorno alla chiesa di S. Domenico c’è un mercato, prevalentemente di vestiario; proseguendo sulla strada principale, tutta zona pedonale, verso nord si arriva al capolavoro di Macau: le rovine della chiesa di S. Paolo, rovine perchè di tutta la chiesa è rimasta in piedi solo la superba facciata, che si trova in cima ad una scalinata che ricorda parzialmente quella di Trinità dei Monti a Roma. Si attraversa la facciata e si cammina sl pavimento risistemato della ex chiesa, poi si scende in una cripta che contiene, fra l’altro, ossa di persone morte in Vietnam; sulla destra della cripta c’è il Museo di Arte Sacra che, però, francamente, non mi è sembrato molto interessante; ci sono comunque, oltre ad alcuni reperti, anche quadri sulla vita di S. Francesco d’Assisi. Sulla destra della ex chiesa ci sono due sentieri che portano, con una piccola salita, al Forte del Monte, di cui rimangono solo le mura con diversi cannoni e su cui è stato allestito il Museo di Macau. Anche da qui, se non ci fosse la nebbia, si vedrebbero quattro panorami dai quattro lati del forte. E anche oggi sono distrutto. Domani finisco con la parte nord e quella est più lontane. Spese: caffè 7, snack e bibite 14, caffè 10, cena 75. Totale 106 : 7,8 = 14 U$. Totale progressivo 1311 + 14 = 1325. Media : 28 = 47 US 29.1 VE Volevo già scriverlo ieri, poi mi mè sfuggito. Macau è considerata, dopo Singapore, la città più pulita dell’Asia, quasi in concorrenza con Kuala Lumpur e, in effetti, le strade non sono “maltrattate” dai passanti; non si butta a terra carta, pacchetti di sigarette, cicche o qualsiasi cosa “non serva più”; in più tanti negozi hanno, vicino all’ingresso, una scatola di cartone dove buttare i piccoli rifiuti e in giro per la città è pieno di contenitori piccoli anche per la raccolta differenziata (ma questo è ancora un po’ complicato). Poichè avevo programmato diverse cose, fra cui la visita della parte nord e, se fosse sparita la nebbia, tornare anche alla parte sud a rifare qualche foto, avevo messo la sveglia alle 8, invece alle 7.30 sono stato svegliato dal fortissimo rumore di scrosci di pioggia, ho aperto leggermente la finestra e pioveva a dirotto, anzi, ancora di più, a dirnove (Brunoooo….. Ti prego) per cui tanti programmi sono saltati. Sono uscito ugualmente, la via principale ha dei portici e molte strade hanno i balconi sporgenti per cui riesci abbastanza a ripararti. Ho preso un caffè in Largo Senato e, nel frattempo, la pioggia è diminuita. Mi sono recato verso il Giardino Flora, dove ci sono un piccolo zoo e la teleferica per il Forte di Guia, il punto più alto di Macau; specifichiamo, il punto naturale più alto, una collina di circa 150 m, perchè in città ci sono grattacieli che la superano. Ai giardini pioveva ancora, per cui ho proseguito verso nord ovest fino al tempio di Kun Iam; ci sono due templi, ma ho visto solo il primo. Appena entrato è arrivata una strana comitiva (?) di persone scese da un autobus, tutte vestite con una tuta bianca; sospetto, poi certezza, erano lì per una cerimonia funebre, però hanno portato solo un ritratto del defunto, l’hanno appoggiato vicino ad un altare e sono rimasti lì a pregare. Nel frattempo ho proseguito la visita del tempio: costituito da tre edifici, ciascuno suddiviso in tre locali, quelli centrali con altari per preghiere ed offerte, quelli laterali invece tappezzati di strisce contenenti, presumo, foto o di defunti o di persone che hanno portato queste strisce come ex voto. Il complesso, secondo me, merita una sosta, è grazioso. Uscito dal tempio è finita la pioggia, sono rimaste però le nuvole per tutto il giorno. Torno ai Giardini Flora, non sono eccezionali, il piccolo zoo è costituito da un laghetto con paperette, due gabbie di scimmiette (molto graziosa la piccola scimmia scoiattolo), due voliere con tanti pavoni e qualche pappagallo e una gabbia recinto con un orso bruno; secondo me andrebbero tutti tolti da lì. Dai giardini parte la teleferica, ma oggi è ferma e gli addetti non sanno se parte, per cui decido di salire a piedi lungo la scalinata per il forte, sono circa 300 gradini e quando arrivo in cima….. Trovo l’omino che sta preparando l’avvio della teleferica (xptgsfw..commento censurato). Dalla stazione superiore ci sono circa 300 m. Di strada ed arrivi al forte alla cui sommità ci sono un faro ed una cappella, entrambi dipinti di bianco e giallo e da cui si vede un bel panorama della città. Scendo con la teleferica, prendo un bus per la zona sud est, fino alla bellissima statua di Kun Iam, sul lungomare lussuoso, faccio una foto allo stupendo grattacielo della MGM (con tanto di leone ai piedi), poi mi spingo verso nord est perchè voglio informarmi, al porto, sui traghetti per domani per Hong Kong. Prima di arrivare al porto, altra foto all’enorme stupenda facciata del casinò Sands (color oro, non voglio pensare a cosa c’è dentro), poi trovo una strana segnalazione: Fisherman’s wharf (molo interno dei pescatori), entro e non credo a quello che vedo, una seconda stupenda stupidata: la riproduzione, in scala circa 1:1, di parte del Colosseo romano, a forma di semicerchio ed allestito internamente con sedili per rappresentazioni teatrali. Guardo la mappa di questo strano posto: dal Colosseo parte un viale con palme lungo circa 500 m. Ai cui lati sono stati ricostruiti antichi palazzi della vecchia Macau, in tanti colori ed ora quasi tutti adibiti a ristoranti tipici, da quello africano con tanto di capanne a quello portoghese, indiano, indonesiano, thailandese; oltre ai ristoranti ci sono negozi di lusso, fra cui anche il “rione italiano”. Dietro al colosseo è stato costruito il “forte Aladino” con all’interno alcune abitazioni di tipo africano, fuori dal forte c’è un piccolo campo in cui sono state messe parti di un elicottero raffigurato caduto e tre statue di soldati raffigurati appena scesi ed in assetto di guerra. Proseguendo sulla destra del forte ti trovi davanti ad un vulcano, ovviamente finto, ma su cui puoi salire con un sentiero e, quando scendi, prosegui ancora e ti trovi davanti all’ultimo edificio, la ricostruzione di un forte cinese, tipo “città proibita”. Esci da questo “villaggio” e poco dopo ti trovi al porto. Ci sono tanti traghetti veloci per Hong Kong, io però ho scelto quello che va direttamente a Kowloon, anzichè all’isola sud, perchè pare che a Kowloon ci siano gli alberghi meno cari. Speriamo. Praticamente c’è un traghetto ogni mezzora dalle 7 alle 22.30 al costo di 155 HK$, però, se prendi quelli delle 8.30, 9.30 e 10.30 si pagano solo 135 HK$. Che dite? Ho prenotato per le 9.30 (circa un’ora di traversata). Devo dire due sincere parole di ammirazione per la pensione dove ho alloggiato: nonostante i suoi difetti devo fare i compimenti al titolare per la notevole cura nel mantenimento della pulizia dei servizi comuni, bagni e docce. Bravo, veramente bravo. Ho lasciato per ultima una bellissima frase letta stamattina nella chiesa di S. Domenico: “Tu sei entrato qui per adorare Dio, ma quando esci da qui, non dimenticarti di amare il tuo possimo”. Spese: caffè 10, bus vari 6,40, spuntino e bibite 27,90, teleferica 2, cena 75. Totale 121 : 7,8 = 16 US$. Totale progressivo 1325 + 16 = 1341. Media : 29 = 46 US$. 30.1 SA Diciamo addio alla bellissima Macau dall’aliscafo delle 9.30 che arriva a Kowloon alle 10.45 dopo un viaggio tranquillissimo lungo i 40 km che separano le due città. E qui è iniziata la ricerca dell’albergo. Al primo tentativo la signora non ha voluto dirmi il prezzo senza avermi prima fatto vedere la stanza, mi piaceva molto, era media (4 m. X 2,5 circa) con bagno, tv, aria condizionata, ventilatore, doccia calda 24 ore, ma poi … 600 hk$. Ho cortesemente rifiutato facendo presente alla signora che io cercavo una stanza dove spendere quella cifra… Per 4 giorni e fra due sorrisi me ne sono andato. Poi, sempre vicino alla Nathan Road, la principale via di Kowloon, ne ho visti altri tre, certo non belle come la prima, ma tutti a 450 HK$ (che sia lo stesso proprietario?). Visto l’andazzo, mi sono rassegnato ed ho seguito i consigli della guida, sono andato alla celebre Chungking Mansion, un edificio a non so quanto piani, pieno solo di pensioncine; e infatti, mentre entravo con il trolley al pian terreno del palazzo, pieno di negozietti gestiti quasi tutti da Indiani, uno di loro mi si è avvicinato e mi ha proposto una stanza a 200 HK$, ma gli ho detto che prima preferivo cercare ancora; a questo punto, sapendo che mi serviva per 4 gg., è sceso a 130 e anch’io, quando vedo queste, sia pur piccole, forme di “buona volontà” , ho chiesto di vedere la stanza: è piccola, 3 m. X 2 però ben sistemata, ci sono tutte le cose del primo albergo, bagno, tv, aria condizionata, ventilatore e doccia calda 24 ore; le pareti non fanno gridare dalla gioia, però sono piastrellate fino a 1,40 m. E poi smaltate. Accetto. Poso il trolley, pago (e qui mi fa ancora uno sconto, chiedendomi solo 500 HK$) e…via alla prima scoperta della città, il Cultural Centre, uno strano edificio, senza finestre, adibito a museo, biblioteca ed attività varie che però, sul retro, si affaccia sul mare proprio di fronte all’isola di Hong Kong e da qui comincia un lungomare chiamato Avenue de Stars, in omaggio a divi del cinema, una bellissima passeggiata che per un tratto si infila sul mare come un pontile per poi ricollegarsi alla terraferma. Lungo il cammino ci sono tante mattonelle in cemento dove alcuni attori ed attrici hanno impresso l’impronta delle loro mani; la più fotografata è quella di Bruce Lee, vicino alla quale c’è anche una sua statua. Dall’Avenue si gode (godrebbe, se non ci fosse la nebbia), uno dei più bei panorami del mondo. Non piove, il cielo è tre quarti nuvoloso, ogni tanto fa capolino un raggio di sole ma, pur intravvedendosi i grattacieli dell’isola, non si vede il Victoria Peak, il picco dietro la città dal quale, se non c’è nebbia, si dovrebbe vedere il panorama di tutta la baia. Una corsa in treno fino all’aeroporto per la riconfema del volo; avevo provato in tre agenzie viaggi, ma tre ragazze molto sgarbate hanno detto che loro non fanno le riconferme, occorre farle per telefono, ma io purtroppo non riesco ancora a parlare inglese e capire per telefono, ho chiesto a tutte, pagando il disturbo, se potevano farlo loro, ma.. Niente; è ovvio che le ho ringraziate infinitamente per il loro aiuto !!!. L’airport express, treno veloce che collega città e aeroporto, costa 100 HK$, parte però dall’isola, stazione Central, è molto veloce, ci mette 25 minuti a percorrere i 34 km con due fermate e, se vai e vieni in giornata, il ritorno è gratuito (sì, sarà, ma è sempre troppo, ho poi visto che di fronte alla Chungking Mansion c’è il bus n. 21 A che ci va con 33 HK$ in 70 minuti). All’aeroporto poi mi hanno ancora detto che, per questo tipo di biglietto, a date fisse, non occorre la riconferma. Ma perchè non riescono a mettersi tutte d’accordo queste Compagnie aeree? La sera, seconda attrattiva, il mercato notturno di Temple Street, un invito a spendere per chi ha queste voglie, c’è di tutto e di più, e ancora… Spese: Macau: bus 3,20, souvenir monete 3: Totale 6,20 : 7,8 = 1 US$. Hong Kong: colazione 24, aliscafo 135, hotel x 4 gg. 500, pranzo 29, caffè 10, metro 8,50, treno A/R per aeroporto 100, bus 5, souvenir e magliette 150, cena 60, bibite varie e spuntino 51,90. Totale 1073 : 7,8 = 138 US$. Totale giornalero 1 + 138 = 139. Totale progressivo 1341 + 139 = 1480. Media : 30 = 49 US$. 31.1 DO SCRIVIAMO ANCORA MAIUSCOLO: SECONDA GIORNATA COMPLETA DI SOLE, NIENTE PIOGGIA, NIENTE NUVOLE, NIENTE NEBBIA, 26°. Grazie a questa giornata, anche stamattina ho rivoluzionato i programmi. Con un tempo simile, sùbito al Victoria Peak. Dall’albergo si va al molo dei traghetti (15 minuti a piedi), poi si traghetta, 6 minuti, poi si va al Central, punto di riferimento di Hong Kong Island, poco lontano si sale appena lungo la collina dove c’è la stazione del celebre Peak tram, una funicolare, oggi domenica, affollatissima, 50 minuti di coda, poi 6 minuti di salita con il panorama che cambiava da grazioso a bello, a stupendo, a sublime fino alla stazione di arrivo. Da qui si sale sulla torre panoramica, altre sei rampe di scale mobili fino al terrazzo da cui si gode la vista a 360 ° di tutta la città con il braccio di mare che separa l’isola da Kowloon, una gioia e una veduta che fanno concorrenza positiva all’altrettanto celebre gioia che si prova dal Corcovado di Rio de Janeiro. Indimenticabile. Il biglietto A/R costa 56 HK$ e comprende anche la salita al terrazzo, se vuoi solo il tram, costa 46 HK$. Sceso in città, vicino alla stazione del tram c’è un giardino botanico con un piccolo zoo, con prevalenza di uccelli, ho visto degli stupendi ibis rossi, alcune gru giganti giapponesi, maestose, alte circa 1,50 m. Più sotto, alcune gabbie con scimmiette, bellissima la scimmia leone, piccola ma con una folta criniera, ma più di tutto sono rimasto colpito dalla presenza dei lemuri del Madagascar, non li avevo mai visti dal vero, sono carinissimi, con il viso furbo e la lunga coda ad anelli. Ci sono anche alcune tartarughe giganti, un dolcissimo procione e uno stormo di fenicotteri arancioni, anche questi non li avevo mai visti. Sempre vicino alla stazione del tram c’è anche la Cattedrale di St. John, che merita una piccola sosta, anche se è poco più gande di una chiesetta. Scendendo ancora fino alla base della collina ho attraversato la Des Voeux Road, la principale strada che collega ovest e est della città sull’isola ed è ancora percorsa dai celebri tram che risalgono al 1904, ovviamete ridipinti, riparati, rattoppati, ristrutturati, rimessi a nuovo, ditelo come volete, ma ancora con la caratteristica del pittoresco. Non vi ho ancora parlato della circolazione stradale, peggio di Macau, tutti corrono dannatamente, anche in salita e discesa, autobus compresi, addirittura anche i passeggeri seduti si devono tenere ai sostegni; per i pedoni c’è… La via di mezzo fra Cina e Macau, cioè il pedone ha la precedeza almeno quando attraversa con il semaforo verde. Dalla Exchange Square, nei pressi di Central, ho preso un minibus per Aberdeen, ex villaggio ora circondato da grattacieli, con il pittoresco porto pieno di barche e pescherecci multicolori. Ho traghettato sulla sponda opposta da cui si possono fare splendide foto della baia dalla terrazza artificiale appositamente allestita. Poi altro bus fino a Repulse Bay, forse la più bella spiaggia di Hong Kong (… Del resto non ne ho ancora viste altre…) anch’essa ex baia naturale ora completamente “riempita” con grattacieli, alberghi e palazzi vari. In fondo alla baia, sul lato est, c’è un tempio che merita la visita, dedicato alla Dea della Misericordia, con due grandi statue della Dea e altre statue ed altari nei pressi della spiaggia, uniti, nel percorso, dal “ponte della longevità”, un ponticello multicolore che, pare, dia, a chi lo percorre, tre giorni in più di vita… Per il ritorno c’è un bus, il 973, che proviene da Stanley, dopo Repulse Bay, passa da Repulse Bay, da Aberdeen, arriva a Central, si infila nel tunnel sottomarino, esce a Kowloon e mi lascia proprio davanti alla Chungking Mansion, 13,60 HK$, stesso sistema di pagamento, a scalare, in vigore a Macau. E torno distrutto anche oggi; ma che bella giornata!!! Spese: traghetto per isola 3, bus vari 32, peak tram 56, panini e bibite 59, traghetto Aberdeen A/R 4, cena 77. Totale 231 : 7,8 = 31 US$. Totale progressivo 1480 + 31 = 1511. Media : 31 = 49 US$. 1.2 LU TERZA GIORNATA COMPLETA DI SOLE, chiamiamola pure così, anche se fino alle 9.30 c’era qualche nuvola. Nuova traghettata all’isola, prima tappa alla torre, il grattacielo più alto di Hong Kong, 83 piani, si può arrivare, “aggratis”, fino al 55°, gli altri sono “off limits” (cioè, se non hai un certo stipendio, non puoi permetterti di disturbare le persone che sono oltre il 55°). L’ascensore è velocissimo, ma non te ne accorgi, ci mette 27 secondi, poi esci su un terrazzo verandato da cui puoi fare le foto sia agli altri grattacieli … Più piccoli, sia ai piccolissimi veicoli che vedi giù nella strada. Bello! Seconda tappa al Central Market, dove speravo di trovare lo zafferano, e invece, niente, non solo, non c’è più neanche il mercato, il palazzone è chiuso, da fuori attraverso qualche fessura si vede che è in abbandono totale. Mi dicono che il commercio è stato spostato circa 500 m.verso ovest, ci vado, ma.. Niente zafferano. Rientrando al Central, proprio nei pressi dell’ex mercato, parte una scala mobile che sale verso il quartiere collinare di Soho, è la scala mobile, dicono, più lunga del mondo, sono circa 800 m. Non in un solo pezzo, è divisa in 24 parti e funziona solo in salita, la discesa è a piedi lungo le gradinate laterali. La percorro tutta, ci vogliono circa 20 minuti e lungo il percorso vedi a destra e sinistra negozi e ristorantini di ogni tipo. Ridiscendo da un’altra strada che passa anche vicino allo zoo ed alla cattedrale e torno a Central. Da Exchange Square prendo il bus n. 6 e vado a Stanley. Stanley è un ex villaggio, ora quasi cittadina, che si trova nella parte sud dell’isola ed è sistemata graziosamente su un istmo che collega l’isola con una piccola penisola, quasi una protuberanza, per cui, quando arrivi al centro, ti trovi sulla destra il porto ed il mercato e sulla sinistra la spiaggia. Stanley è celebre soprattutto per il suo vivacissimo mercato, prevalentemente vestiario, che occupa tutta la via principale ed alcune traverse; è un altro invito per gli amanti dello shopping a riempirsi il guardaroba; ho qualche sospetto su maglie Dolce e Gabbana a 180 HK$… Rientro anche stasera con il bus 973, poi, guardando sulla piantina di Kowloon, ci sono diverse isole pedonali con sempre qualcosa di originale (ieri Temple Street), poi c’è Mong Kok, dove conto di andare domani, e stasera ho visto Knutsford Terrace; si trova a quattro isolati a nord del mio albergo, sulla destra; si entra nella Kimberley Road e dopo circa 50 m. A sinistra si sale su una piccola scalinata e sulla destra c’è questa via pedonale, che è fatta solo di ristoranti di qualità, compreso uno spagnolo e uno italiano, il “Tuttobene”, dove, quando passi davanti, c’è una ragazza che ti invita ad entrare con uno sforzato “buona sera”. L’unico handicap, per me, è che, leggendo sette menu di quesi ristoranti, non te la cavi con meno di 180 HK$, per cui mi sono fatto la “panoramica” e poi sono qui in un ristorantino cinese dove ho mangiato un ottimo riso con verdure e filetti di pollo per … 60. Ehi, ho trovato il “falso zafferano” una spezia che ricorda lo zafferano, ma che ha un costo qualche migliaio di volte inferiore (c’è anche lo zafferano puro, ma a a 2380 HK$ al grammo, praticamente come in Italia, quello comprato costa 21 HK$ per 50 gr; ne ho presi due vasetti, così vado avanti per qualche anno; ho anche comprato un po’ di curry indiano). Spese: colazione 18, traghetto 2, spezie 59, souvenir 50, spuntino 15,20, bibite varie 20,30, bus per Stanley 8, bus per Kowloon 13,60, cena 60. Totale 246 : 7,8 = 32 US$. Totale progressivo 1511 + 32 = 1543. Media : 32 = 48 US$. 2.2 MA Nuvole e nebbia, ma ormai conta poco. Ieri non ho parlato di un’altra Hong Kong, visibile soprattutto sull’isola, una Hong Kong tutta pedonale, fatta di sottopassaggi e cavalcavia, pieni di negozi di ogni genere, che collegano strade, stazioni di bus e metro, anche palazzi fra di loro, in pratica una città tutta protetta che puoi girare anche nei giorni di pioggia o freddo. Sarebbe stato necessario avere più tempo, perchè si sarebbero scoperti altri angoli sconosciuti di questa affascinante metropoli. Ultimo giorno dedicato tutto a Kowloon, fisicamente quasi massacrante, ma … Quante belle cose!. Cominciamo dal Kowloon Park, un tranquillo parco vicino all’albergo che contiene una media voliera con tucani, cacatua, are ed altri uccelli variopinti; poco lontano un laghetto con i fenicotteri rosa; nei viali diverse strane statue che però ti attirano. Camminando verso nord lungo la Nathan Road, dopo il mercato di Temple Street c’è il piccolo tempio di Tin Hau, che merita una sosta. Proseguendo, nei pressi della stazione metro Mong Kok, sulla destra, alla terza traversa c’è il Lady Market; scommetto che chi ha inventato questo nome avrà avuto un grandioso successo, già, il nome, in fondo a cosa serve? Solo ad attirare “maschi”, ed infatti il mercato, pur essendo in prevalenza di articoli femminili, sia vestiario che bigiotteria, è pieno di uomini (sia chiaro, ci sono anche le donne, ma quel furbone ha inventato forse il nome giusto per far affluire entrambi). In questo mercato ho visto una bellissima cravatta con i panda, ero quasi tentato a comprarla anche per il prezzo davvero irrisorio, 20 HK$, poi, girandola, leggo l’etichetta: Montebello, Milano, made in Italy. Sconcerto? Ma no, se del resto da noi ci sono le cose “made in PRC” perchè qui non dovrebbeo esserci le cravatte “made in Italy”? Ma, mi chiedo, dove le fanno queste cravatte, in Italia, per poi venderle a Hong Kong a 20 HK$, cioè a 2 €? Meglio non approfondire …. Alla fine del Lady market si attraversa la Argyle street e si entra in un altro mercato, con in più diverse bancarelle di alimentari ed alla fine anche di questa via si arriva alla Prince Edward Road. Da qui comincia quello che per me è stato un gioiello della giornata: il Flower Market, 600 m di strada (due parallele di 300 m. Ciascuna) tutte piene di negozi di fiori. Io non sono un grande amante di fiori e piante, non ho il pollice verde, non mi piace curarmi dei fiori, però ammiro quelli belli e in questa strada c’è un’esplosione di colori, forme, grandezze che non possono non lasciare il segno anche in un incompetente, piante di mandarini, di arance, di un altro strano frutto giallo che sembra una patata bitorzoluta, orchidee e tanti splendidi fiori di cui non so neppure il nome, ma che sembra ti salutino mentre passi e li ammiri. Meraviglioso. Alla fine del flower market ce n’è un altro, molto più triste, il Bird Market, cento metri di negozi con uccelli di ogni colore, piccoli e medi, secondo me non tenuti bene in quanto troppi per ogni gabbia; oltre agli uccelli c’è di tutto per il loro mantenimento, dalle gabbie, alcune di pregevole fattura, ma, secondo me, troppo piccole anche per una sola bestiola, a mangimi e sabbiette; ho anche accarezzato un’ara e un cacatua esposti su un trespolo, sono cento metri di cinguettii tutti diversi, ma tutti uguali che sembrano cantarti il titolo di una bella canzone di qualche anno fa di Biagio Antonacci: – Liberatemi -. Esco con il magone. Alle 15.30 la stanchezza comincia a farsi sentire, così prendo la metro da Prince Edward a Wong Tai Sin; qui, appena esci dalla stazione, c’è un altro gioiello: il tempio proprio di Wong Tai Sin, pieno di gente, tre edifici, due piccoli ed uno grande, con pagode e altarini su cui i fedeli depongono offerte ed incenso. Splendido il terzo edificio, quello con l’altare principale; sono entrato ed ho subito fatto una foto, ma un addetto mi è corso incontro pregandomi di non farne altre e facendomi vedere (ma è nascosto, non lo vedi entrando), vicino alla porta di ingresso, ma sulla parete interna, il cartello di No Photos. Non è un vero e proprio divieto, c’è scritto infatti “please”, e come tale l’ho rispettato, però mi sono chiesto perchè non ci fosse anche negli altri due edifici. Sul retro c’è un piccolo graziosissimo parco con laghetti, pagoda, ponte e, sulla sinistra, una cascata di 10 m. Che termina in un laghetto da cui poi esce un ruscello che arriva al secondo laghetto. Bellissimo, pieno di piante e fiori. Non perdete questo gioiellino. Continuando a camminare verso est, si arriva alla stazione metro di Diamond Hill e a 200 m. C’è il terzo gioiello della giornata: il Chi Lin Nunnery, un tempio buddista, purtroppo già chiuso (chiude alle 16.30), è accessibile solo il cortile, ma è una meraviglia, tutto in legno marrone scuro, un’oasi di pace fra i grattacieli del quartiere. Di fronte all’ingresso, un altro parco con splendida pagoda e laghetto, però c’era il custode che stava invitando tutti ad uscire; sono riuscito a “strappargli” il permesso di fare due rapide foto. Torno in albergo, mi sdraio sul letto una mezzoretta, poi riesco per concludere la serata con una cena stramba: manzo (orrendo) con curry, verdure e riso (eccezionali). Spese: colazione 3, caffè 10,80, souvenir 67, metro varie 12,50, spuntino 13,90, snack e bibite 24, cena 56. Totale 207 : 7,8 = 27US$. Totale progressivo 1543 + 27 = 1570. Media : 33 = 48 US$. 3.2 ME Sveglia presto (… Troppo presto.. 5.20), bus alle 5.50 ed arrivo in aeroporto alle 6.40 (ci ha messo poco perchè praticamente non c’è traffico). Il volo delle 9.40 è già spostato alle 10. Ricambio i soldi avanzati, poi colazione in aeroporto per finire gli ultimi spiccioli di HK$. L’aereo da Hong Kong è partito con un’ora di ritardo e ci ha messo un’ora in più rispetto all’andata. Da Helsinki partenza alle 16.15 (15.15 italiane) ed arrivo a Malpensa dopo tre ore (18.15); particolare: dopo anni di voli di ritorno strapieni da vere e proprie “sardine”, quest’anno i due aerei non erano affollati, c’era un buon 25% di posti vuoti. Da Malpensa un bus economico (7,50 €) fino alla stazione centrale, poi treno per Torino alle 20.15 con arrivo alle 22.05. Spese: Hong Kong: bus x aeroporto 33, colazione 28, souvenir cartoline 8. Totale 69 : 7,8 = 9 US$. Italia: bus x Milano 7,5, treno x Torino 9,20. Totale 16,70 € x 1,41 = 23 US$. Totale giornaliero 9 + 23 = 32. Totale progressivo 1570 + 32 = 1602. Media : 34 = 47 S$. Ho voluto tenere infine per oggi un’ultima curiosità. In questi 30 gg. Ho visto tanti menu nei vari ristoranti e in qualcuno ho letto specialità un po’ strambe (per noi, ovviamente) che ho voluto annotarmi per ricordo. Ho trovato questi “piatti”: Guilin : zuppa di serpente, zuppa di ratto dei bambù, pangolino, macaco tibetano, gatto civetta. Yangshuo: Qing shulyu huoguò (spezzatino di pesce gatto), laoshugan (topo fritto con aglio e peperoncino), songshugan (scoiattolo fritto), qing wadan (uova di rana – ?!?) Macau e Hong Kong: yuangyang (bicchiere con metà te e metà caffè), coca cola bollita con limone e zenzero, Konkabao (olio concentrato di aglio, indicato nell’etichetta, come ottimo digestivo, anche per concludere pasto…viaggio…racconto…ricordi…belli…e…brutti…..è la vita).