In moto sulle Dolomiti e lungo le strade di Austria, Svizzera e Slovenia
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Il mattino successivo arrivare a San Martino di Castrozza è quasi una passeggiata e si inizia subito con il passo Rolle (1989) poi nell’ombra della foresta di abeti rossi di Panaveggio si affrontano tutti i 47 tornanti del parco. Giriamo a destra per il passo di Valles(2032) si attraversa Falcade poi si costeggia il lago di Alleghe e dall’abitato di Caprile si inizia la salita per il Falzarego (2117) prima tra i boschi e poi sullo scoperto dove il panorama tende a distrarti dalla guida.
Anche se non è la prima volta che lo percorro mi dà ancora un senso di nuovo come se qualcosa avesse subito un mutamento, ma è solo la bellezza della montagna che ti affascina sempre.
Sul passo si svolta a sinistra e si percorre il Valparola (2192). Posteggiamo vicino al forte di guerra austriaco dove posteggiamo e approfittiamo per visitare il teatro storico delle trincee della grande guerra 15/18. Tra i camminamenti e le postazioni ti rattrista pensare a quelle persone che lì hanno sofferto senza avere avuto la possibilità, il tempo e lo spirito per gustare lo scenario che la natura offre.
Terminata la visita è ora di trovare un albergo e San Cassiano in val Badia è proprio il posto tranquillo per poter iniziare le vacanze e riposarsi (sono i primi 850km).
Nei quattro giorni di permanenza oltre alle escursioni a piedi nelle vicine montagne approfitto per percorrere la val Badia per arrivare a Longega dove si prende la strada per il passo Furcia. Qusta strada poco nominata sulle riviste e libri la ritengo veramente bella sia per il paesaggio sia per le caratteristiche che impegnano sulla guida, in alcuni punti la carreggiata si restringe e quindi va tenuta una velocita’ moderata. Incontriamo altre moto ma non sono italiane.
Mi è piaciuto molto tornarci il giorno successivo con Tania, il giorno prima aveva optato per una passeggiata nei sentieri fino a Corvara.
Una volta usciti ci troviamo nella periferia di Brunico dove trovi le indicazioni per la val di Tures. La percorri fino Campo Tures dove c’è la possibilità di visitare il maestoso castello che sovrasta la valle.
Il ritorno decidiamo di allungarlo passando per Brunico, Bressanone e Ortisei per visitare la Val Gardena e quindi percorrere il Passo Gardena (2137) che a mio avviso offre la migliore visione del paseggio montano del Trentino e Alto Adige.
Il 3 agosto, lo passiamo in montagna sostituendo la moto con la ovovia. Sdraiati sul terrazzo naturale di erba fresca del Piz Sorega. Attorniati dalle Dolomiti ci riposiamo gustandoci lo spettacolo meraviglioso.
La zona è attrezzata con ristoranti e confort per prendere il sole.
Dopo il pranzo a Corvara percorriamo il passo di Campolongo(1875) fino a scendere ad Arabba . la giornata è bella e una escursione in funivia sulla Porta del Vescovo è ricambiata dal panorama della Marmolada e da una famiglia di marmotte che gironzolano tranquillamente sotto i nostri piedi
Si parte dal sud Tirolo alla volta della Lombardia attraversando la val d’Ega poi Bolzano e da Lana il passo Palade(1518) ci dirigiamo verso il Tonale.
4 agosto: la nostra meta è il Gavia (2618)
Per quattro anni ho sempre dovuto rinunciare a questo tragitto a causa del tempo poco clemente, ma oggi è la giornata giusta. Le previsioni erano esatte e c’è il sole. Siamo a Ponte di Legno e cominciamo la scalata. Subito si fa difficoltosa per la carreggiata notevolmente ridotta, la segnalazione ci preannuncia che è limitata a mt 2.50, i tornanti stretti e ripidi sono la prima difficoltà che si incontra e la mancanza di protezione a valle non ti fa stare affatto tranquillo. All’uscita da un tornante sono completamente contromano e dato che c’è un auto che scende decido di fermarmi in modo che sia lei a rasentare il burrone. Il resto del percorso non mi comporta altri problemi anche se nel curve sono chiuse e quindi non sai cosa viene dal lato opposto pertanto procedo con cautela e lascio che gli altri mi sorpassino. Finalmente arriviamo al passa Gavia. Il parcheggio è quasi saturo dalle moto. Arrivano tre sidcar Zundapp cecoslovacchi, sono veramente degli autentici gioelli e pezzi di antiquariato. Durante la lunga sosta scarichiamo tutta la tensione accumulata. Dal cannocchiale del rifugio Bonetta si vedono i stambecchi pascolare sulle creste , fuori il via vai delle moto di tutte le nazioni. Dopo le foto di rito e la merendina si scende verso santa Caterina in Valfurva. Attratti dal cartello “benvenuti motociclisti” ci fermiamo all’albergo “Baita Fiorita” (quello di Debora Compagnoni). Il trattamento di prima classe, la camera la cena, sono ineccepibili. Ma in Austria, spendendo la stessa cifra, avrei dormito quattro notti. Non voglio polemizzare piu’ del dovuto, ma penso che i motociclisti dopo una giornata in sella, non desiderano la camera con i vari fronzoli e super accessori, ma un buon letto con il wc e la doccia, quindi questi albergatori piu’ che il benvenuto ai motociclisti e ciclisti dovrebbero esporre un cartello di benvenuto ai nababbi!
Dopo aver pagato l’eroica cifra di 224€ il mattino successivo piove e viaggiamo tutta la giornata quasi sempre sotto la pioggia.
Dal Bormio al passo Foscagno (2291) si arriva a Livigno dove approfitto a fare il pieno a 1.2€, dalla forcola di Livigno (2315), si entra in Svizzera risalendo il Bernina (2330). Il passo con il ghiacciaio che arriva quasi alla strada è sempre uno spettacolo. Si prosegue per St. Morithz e a Silvaplana tra alberghi da favola e manifestazioni equestre seguiamo le indicazioni per lo Julierpass (2284).
Bello dal punto di vista paesaggistico, facile per la guida anche se trafficato anche da mezzi pesanti.
Molto piu’ bella è la discesa. Dopo l’abitato di Bivio si costeggia il lago Marmorera. Sarebbe stato un posto splendido per fare una pausa rilassante, ma la pioggia non permette divagazioni.
Il panorama svizzero è particolare e ha un fascino esclusivo anche se sono poche le volte che lo attraversato con l’asciutto.
Il sole lo rivediamo a Tiefencastel dove ne approfittiamo e si fa pausa pranzo. Ripartiamo ma a Chur il cielo è nuovamente nero e fino a Vaduz si viaggia con il temporale.
Entriamo in Austria nel Voralberg seguendo le indicazioni per Bludenz e alle porte della città si svolta per il Brandnertal (1565). Viaggiamo come se avessimo cambiato stagione oltre che nazione. Piove cosi’ forte che vedo le luci dei miei fari riflessi sull’acqua e sull’asfalto lucido anche se sono appena le cinque del pomeriggio ed è il 6 di agosto. Dopo 18 km arriviamo nell’abitato di Brand che è il centro turistico che dà il nome alla valle. Ci sistemiamo in un’accogliente pensione e questa volta, finalmente, la doccia la facciamo calda.
La mattina seguente c’è il sole. La mia Honda Varadero sembra che non abbia attraversato la Svizzera, ma sia reduce di un Camel Trophi; la lascio in garage e si decide per una escursione in montagna. Circondati dal verde intenso e dal silenzio, percorriamo i sentieri in quota fino ad arrivare in un alpeggio. Vendono, tra le tante cose, il latte appena munto e Tania si fa due 0.4 alla faccia dei turisti locali che invece bevono birra.
La giornata trascorre veloce tra la natura e gli escursionisti che nonostante siano numerosi non superano mai la soglia della rumorosità facendoti godere la bellezza del posto.
7 agosto
Oggi il tempo non promette niente di buono, ma noi usciamo ugualmente per percorrere la strada panoramica del Silvretta (2036): 33 tornanti in 26 km. Quando arriviamo sul lago riusciamo a malapena e vederne le sponde, ci troviamo avvolti da una fredda nebbia. Con la moto siamo i soli, pochissime persone sono arrivate con l’autobus di linea, solo dopo mezz’ora ci raggiungono altre moto, ma noi ripartiamo per scendere di quota. A Ischlg il sole ci invoglia a gustare un buon gelato e uscire da una temperatura invernale.
La meta del giorno è la strada del ghiacciao del Kaunertal una strada che ti porta oltre i 2750mt e quindi si riparte, ma a Landeck il cielo fa ancora da padrone e si decide per un rapido ridimensionamento del programma… si torna indietro per il passo Arlberg (1793).
Il 9 agosto si risale la valle di Brand fino alla stazione della funivia che ci porterà sul Lunersee a quota 1950. Il posto è unico anche se il lago è artificiale. E’ incastonato tra il ghiacciaio Branden e le vette tra cui lo Schesaplana che fa da confine fra Austria e Svizzera. Ha un sentiero per tutto il suo perimetro con panchine e punti di sosta per pic-nic. Incontriamo molti pescatori e turisti. Alcuni di questi sorpresi dal freddo cercano di coprirsi con degli asciugamani (dove li hanno presi resta un mistero).
Le mie mani man mano che camminiamo si raffreddano e dopo un po’ sono viola. Dal cielo scende qualche fiocco bianco che ci invita a una rapida ritirata nel ristorante adiacente alla stazione di arrivo della funivia. Le nuvole che si abbassano fino a pelo d’acqua, mutandone il blu in varie tonalita’, è spettacolare.
Cinque giorni nel Brandenertal fiero di essere l’unico italiano della valle e per giunta in moto, e senza capire una parola di tedesco ho intrapreso una conversazione in lingua (?!) con la padrona di casa che una sera ci attendeva sul terrazzo con una bottiglia di liquore fatto in casa. Dopo un ora tra gesti bicchierini e versi, non so cosa ci siamo veramente detti (l’importante è comunicare).
Si riparte, è il 10 agosto e da Bludenz si va per il passo Fraschina-Fontanella (1495). Si arriva a Damulus e si prosegue per adAu dove svoltiamo a sinistra scendendo a Hittisau e iniziamo la strada per il primo passo tedesco in Algovia, il Riedberg (1420).
Il percorso è piacevole pieno di paesaggi diversi da quelli lasciati in Austria. Anche se amato dai motociclisti locali non ne abbiamo incontrato molti e dopo alcuni chilometri a Tania stava venendo il dubbio che avessimo sbagliato strada, ma il cartello Riedberpass strabe ci dà la conferma che siamo sulla strada giusta. Le moto incontrate sono da contare con le dita di una mano. Sempre in giornata e nella stessa regione affrontiamo il passo Oberjoch (1150). Si rientra in Austria e subito una sosta sull’Haldensee. Poi si prosegue per Reutte e costeggiamo il lungo Plansee. Anche quì una sosta è d’obbligo. Un gelato con crema amarena e lamponi (heisse liebe) e si riparte per entrare nella fitta foresta fino ad attraversare nuovamente il confine con la Germania. Direzione Gamisch.
A Krun risalgo verso nord per 9 km fino al bivio per la Tageserubnisschein, strada panoramica riconoscibile da un casello in legno di due metri quadri proprio all’incrocio.Si pagano 3 € di pedaggio e inizia lo spettacolo. La strada che inizialmente sovrasta, poi costeggia il Walchensee il lago piu’ grande che abbiamo visitato, poi per 17 km tra l’ombra degli abeti arrivi al Sylvesteinsee per rientrare in Austria per l’Achenpass (941) tra le rive e il panorama dell’Achensee affollato da barche e turisti.
Una giornata bellissima, sempre al sole, e piena di emozioni, dove il vero protagonista è stato il paesaggio. I cinque laghi visitati sono tutti incantevoli. Relativamente alla loro proporzione le acque limpide variano in tutte le tonalita’ di azzurro e celeste, sarebbe da trascorrerci qualche giorno e magari dedicarsi a pescare le trote e i lucci di cui sono ricchi, ma il nostro programma è diverso. Scendiamo nello Zillertal per tornare nella gia’ conosciuta pensione a Muhlbach, a 2 km da Mayrorfen, dove la padrona di casa ci riserva una gioiosa accoglienza come quella che si da ai vecchi amici.
Il mattino successivo dopo aver chiesto informazioni ci rechiamo a Hippach per iniziare la salita della strada alpina dello Zillertal (2013). Dopo i primi minuti di percorrenza ti rendi conto come sali di quota velocemente. Sembra quasi di stare in aereo. La valle è gia’ lontana e il panorama è indescrivibile. Alcuni tornanti e si arriva al casello dove devo spegnere il motore con la prima marcia ingranata per non tornare indietro e poter prendere il portamonete per i 6 € di pedaggio. Si prosegue, non sono stati fatti molti chilometri per passare dai 580 ai 2013 metri di altitudine. Arrivati in quota ci fermiamo ad ammirare il panorama e i decolli dei parapendio e deltaplano. Si prosegue in quota senza troppe difficolta’ anche se la strada spesso si restringe e a volte si restringe ancora di piu’ tanto da stare sempre all’erta per individuare una piazzola dove fermarsi per consentire l’incrocio con le vetture. Durante il percorso si incontrano due ristoranti con orchestra tirolese muniti di terrazza panoramica sospesa sullo Zillertal. La discesa verso Ried ti ricorda un po’ le montagne russe, tratti con il18% di pendenza senza protezioni a valle e con l’asfalto che non è proprio quello che desideri in questa situazione. Approfitto dell’ora di pranzo per cercare di evitare il traffico. Un momento di panico quando, mi trovo a meta’ di un rettifilo in una discesa dove occorrerebbero le marce ridotte, da un tornante mi vengono incontro due autobus. Riesco a fermarmi sul ciglio con la speranza di avere un valido appoggio per i piedi. Passano sfiorando le valige ma tutto finisce in meglio. Dopo 48 km, 31 tornanti carichi adrenalina pura torniamo in albergo giusto in tempo per evitare uno sgrullone pomeridiano.
11 agosto
La giornata è stupenda e ne approfittiamo per tornare, dopo un anno, sul passo Gerlos (1630) e visitare l’monimo parco. Visitare le cascate di Krimml è da ripetere, dato che la volta passata il tempo ci ha permesso di vederle durante le momentanee schiarite. Pagato il pedaggio di 4.50 € si scende dal passo verso il piazzale del parcheggio attrezzato per i motociclisti. Ancora 3 € e si entra nel sentiero che risale di fianco nel frastuono impetuoso dell’acqua. Lo spettacolo dei 400 metri di salto con una portata di acqua che varia dai 10 ai 83 metri cubi al secondo, ti fanno dimenticare la fatica della salita. Al centro della cascata, tra i due salti, c’è un bar ristorante dove è possibile rifocillarsi seduti sulla terrazza panoramica della cascata piu’ alta d’Europa. Un altro posto molto interessante, sia come strada che per il paesaggio, è la strada a pedaggio a sud di Mayrorfen: la Schlegeis Alpenstrasse. Poco frequentato dalle moto, è un percorso incastonato in una valle tra le cascate e i fiumi che vi si riversano. La strada è ‘regolata’ da semafori, sia nella lunga galleria all’inizio percorso, sia nell’ultimo tratto, quello ripido e stretto. La salita finale ha una pendenza del 17%, con un tornante in galleria che ti porta all’altezza della diga del bellissimo lago Schlegeisspeicher. Caratteristica del posto è una delle montagne che lo costeggia, la cui sommita’ ti fa pensare a un vulcano. A un migliaio di metri piu’ in basso del “cratere”, da un tunnel naturale sgorga un fiume di notevole portata, che insieme a tanti altri alimenta il bacino. Insomma, un posto ideale per riposarsi senza fare troppi chilometri.
13 agosto 2011
Riprendiamo il viaggio, si lascia lo Zillertal per spostarci verso Mittersill. Questa cittadina è accogliente e piena di vita, frequentata da numerosi motociclisti che vi transitano per poi diramarsi sulle famose strade alpine della regione. E’ proprio guardando questo tutte questi moto che, mentre faccio rifornimento, mi decido di scendere in Carinzia… passando sul Glossglockner (3797), la montagna piu’ alta dell’Austria.
Passato l’abitato di Zeil amSee seguiamo le indicazioni per Bruck, dove inizia l’omonima strada alpina (2571). Dopo un chilometro si arriva al casello della stazione (pedaggio di 19€). Si percorre il primo tratto degli 87 km – 56 tornanti- circondati da moltissime cascate e da rivoli di acqua che scendono dalle pareti delle montagne sulla nostra destra. Man mano che si sale la luce si attenua. Ogni tanto spruzzi di pioggia sporcano la visiera ci ritroviamo in poco tempo immersi in una nuvola bassa. La temperatura scende di colpo e inizia a piovere. Ci troviamo sotto l’Edelweiss Spitze (lo capisco grazie all’indicazioni dei cartelli che sbucano dalla fitta nebbia). Tra Fuscher Torl (2405mt) e Hocthor (2505mt) la visibilita’ è ridotta a 30 metri conuna temperatura che non supera i 5 gradi… e abbiamo le giacche senza imbottitura.
Usciti dal tunnel le cose migliorano almeno per visibilita’ e temperatura, ma la pioggia non accenna a smettere. Facciamo appena in tempo a ripararci sulla terrazza del ghiacciaio Franz Joseps-Hohe. Fortunatamente dura solo una quindicina di minuti e poi, come accade in montagna, cambia in bello. Tutto il piazzale è stracolmo di moto di tutti i tipi e nazioni. Guardando verso il ghiacciaio noti le tracce di un evidente e rapido abbassamento dovuto al surriscaldamento terrestre. Nella scarpata sottostante la terrazza, c’è una marmotta che incurante della presenza delle centinaia di persone, mangiucchia tranquillamente e accetta volentieri le molliche di pane che gli vengono lanciate. Dopo pranzo si verso Spittall a.u. Drau e da lì verso Gmund e Malta, dai nostri amici inglesi che gestiscono il Gasthof Hochalmspitze. L’accoglienza non è meno calorosa di quella ricevuta negli altri alberghi. Jhon (anche lui appassionato motociclista) subito mi mette a disposizione tutto quello che mi occorre per mettere ad asciugare gli antipioggia e per lavare la biancheria. Il garage so gia’ dove si trova. C’è anche una piccola e completa officina dove è possibile fare eventuali riparazioni o rabbocchi di liquidi. Trovi di tutto, compresi accessori da acquistare.
14 agosto: un giro nella vicina slovenia
Da Villach seguiamo le indicazioni per il passo Wurzen (1073). Prima di arrivare al confine un vecchio carro armato sta ad indicare il museo dei bunker risalente alla guerra fredda. A noi interessa visitare il lago di Bled e continuiamo per il confine. Fa caldo e quando stiamo sulle rive del lago. C’è la voglia di fare una bella nuotata, ma il lago e l’isola sono proprio una bomboniera e vanno visitati. Saliamo sulla rocca ed entriamo nel castello da dove è possibile avere una panoramica esclusiva. I prezzi non sono turistici, anzi li hanno studiati per far scappare i turisti, e noi decidiamo di pranzare in altre zone. Sulla strada incontriamo alcuni villaggi e in uno di questi noto un locale dove siamo i soli stranieri in sala. La carne e tutto il resto è ottimo. Il conto siamo costretti a leggerlo ben due volte e alla fine chiediamo quale sia il totale. Stentiamo a crederlo, ma per un pranzo, in due abbiamo speso 9,20 euro, con questa cifra da noi ti paghi una colazione al bar1
Rientriamo in Austria passando sul valico che da Jezersko scende Vellach e Bad Eisenkappel. Anche se poco citato nelle varie riviste e guide merita di essere visitato. Ritengo sia molto bello per il paesaggio che attraversa ed è anche divertente per la guida, con curve e tornanti di media difficolta’.
15 agosto
Un violento temporale ci attende alle porte di Spittal, costringendoci a rientrare in albergo e attendere un miglioramento. Alle14 nulla è cambiato e decidiamo di uscire ugualmente (ho fame!). Risalgo la strada panoramica del Maltatal (1902). La prima tappa è in una baita in legno per pranzare. Successivamente, nonostante la pioggia, ci fermiamo ugualmente per vedere e fotografare le cascate e i numerosi funghi che troviamo ai margini del bosco. La valle è denominata “valle delle cascate”, le trovi dovunque ti giri. E per vederele si sfida il maltempo. Ti rendi conto che questo è uno di quei posti che occorre visitarlo piu’ di una volta per capirne la reale bellezza e ricchezza naturalistica che offre. Nella valle ci sono numerosi Kinder Hotel, attrezzati per far divertire i bambini che possono stare a contatto diretto con la natura, vedere i cavalli e gli altri animali da cortile. Un modo nuovo di vacanza educativa, senza stressare i bambini che, a differenza dei nostri, non ti fanno ‘pesare’ la loro presenza.
16 agosto
La vacanza sta per volgere al termine. Lasciamo definitivamente l’Austria. Tra Villach e Ferlach costeggiamo i laghi stracolmi di turisti che si riversano anche per strada e ci rallentano la marcia. Prendiamo la strada per il passo Loibl (1368) e rientriamo nuovamente in Slovenia. Seguiamo le indicazioni per Krarjska Gora per attraversare il Parco Nazionale di Triglav. Non immaginavamo di trovare un paesaggio così straordinario. Il percorso di montagna si presenta spesso difficoltoso per via dei tornanti in salita pavimentati con il selciato che in più occasioni è avvallato formando dei solchi profondi che se ci passi dentro diventano pericolosissimi. L’asfalto della stada che percorriamo per scendere è, invece, molto buono, ma comunque richiede un severo controllo della moto per via della pendenza e delle curve. Nonostante i 50 tornanti, siamo veramente contenti di questo itinerario, che abbiamo deciso di fare mentre eravamo seduti al ristorante. E’ stata una sorpresa e ci ha dato tante emozioni. Arriviamo a Kobarid (Caporetto), facciamo l’ultimo pieno a €1.260 contro i 1.680 dell’Italia e via verso Udine per prendere l’autostrada fino a Ferrara e, poi, fare tappa ad Alfonsine.
Il 17 mattina percorriamo tutta la E45, calcolando l’arrivo a Pescorocchiano (Ri) per le 13, concludendo il viaggio con un ottimo pranzo a base di funghi porcini offerto da Tania (il mio sovietico coopilota).