In giro per le alpi
Ad Asti, alle 10, abbandoniamo finalmente la strada a pagamento per le free way… E qui inizia la vera avventura! Puntiamo ad Alba, immaginando un paese caratteristico dove mangiare, ma non ci piace poi molto; così via verso Bra, Pinerolo… e incominciano le prime salite. Finalmente si mangia in una piccolissima (e orrenda!) trattoria accanto al torrente Chisone.
Giungiamo alle 15.30 alla nostra prima tappa: Pragelato, a pochi km dal Sestrière; troviamo alloggio presso un piccolo ma accogliente albergo ad una stella dove ci riposiamo in attesa della cena.
E’ davvero piacevole infilarsi il maglione per la passeggiata serale e dormire sotto ad un enorme piumone! 29 luglio 2° GIORNO Ore 8: sveglia. Apriamo la finestra ed entra subito un’aria freschissima… Così decidiamo di vestirci molto bene per il nostro secondo giorno d’avventura. Mega colazione a base di pane fresco, burro, marmellate e brioches e via, verso il Sestrière.
Il Sestrière è un insieme d’agglomerati turistici, poco caratteristico a dire la verità. Ci avviamo verso la Val di Susa che, cantieri a parte per le Olimpiadi invernali del 2006, è davvero molto bella.
Da Susa ci avviamo alla frontiera francese, ormai chiusa, salendo su per il Colle del Mont Cénis, davvero fantastico, con ai piedi uno stupendo lago azzurro, costeggiato da una stretta stradina.
Acquistiamo pane e salumi (il nostro pranzo) in un delizioso paesino francese, Bessans, accanto al Parco Nazionale della Vanoise, e ci dirigiamo alla volta del Colle dell’Isérand, proprio dentro al parco.
In un attimo ci ritroviamo circondati da altissime montagne, cascate e ghiacciai immensi… siamo davvero senza parole! Arrivati a 2770 m., dove fa davvero freddo, iniziamo a scendere verso la Val D’Isère alla ricerca di un posto tranquillo per consumare il nostro pranzo genuino; e lo troviamo accanto al lago di Tignes, dove ci sdraiamo su un prato verde, al sole per scaldarci un po’.
Consumiamo quello che in Francia osano chiamare caffè, e che tra l’altro è molto caro, e ci mettiamo di nuovo in sella per raggiungere il Colle Del Piccolo S. Bernardo e rientrare in Italia, in Valle D’Aosta. Qui raggiungiamo la deliziosa Courmayeur e ci prepariamo ad attraversare il traforo del Monte Bianco.
Il traforo non è un granché, l’odore degli scarichi dà la nausea ed è davvero interminabile, ma abbiamo aggiunto al bagaglio delle nostre esperienze anche questa. Finalmente fuori, arriviamo a Chamonix, dove troviamo una sistemazione in una camera con una splendida vista sul Monte Bianco; giusto il tempo di una doccia e di un breve riposino e ci avviamo a piedi verso il centro del paese, che è proprio a due passi, alla ricerca di un posto dove cenare.
Non è certo un’impresa facile! I menù sono tutti in lingua francese e la mia seppur pregevole conoscenza della lingua m’impedisce di tradurre ogni tipo di specialità locale! Troviamo infine il posto che fa al caso nostro: bistecca, insalata e patate fritte.
Passeggiata serale per il graziosissimo centro illuminato e brulicante di turisti e via, a letto a riposare le stanche membra e a prepararle ad affrontare una nuova avventura in sella alla nostra fidata compagna di viaggio.
30 luglio 3° GIORNO Alle nove siamo già in marcia diretti in Svizzera, ma ci fermiamo prima della frontiera per fare colazione e rimanere di nuovo fregati dal caffè francese! Superata la frontiera ci ritroviamo catapultati in una bellissima valle montana, che ricorda molto da vicino quella della pubblicità con la mucca viola! I verdissimi prati, le perfette baite, i greggi al pascolo, le montagne attorno… sembra davvero un eden! Martigny, Sion, Brig, tutti pieni d’immensi vigneti, e via, verso il Passo del Sempione, a 2005 m. Passiamo di nuovo la frontiera svizzera e ritorniamo in Italia; affamati e desiderosi di mettere sotto ai denti qualcosa di nazionale, ma soprattutto di bere un vero caffè, ci fermiamo in un tranquillo agriturismo poco dopo Domodossola, dove ci offrono pane e affettati di casa.
Quella che ci aspetta è senza dubbio la zona più dolente dal punto di vista del caldo che patiremo, ma altrettanto sicuramente piena di fascino. Attraverso una strada strettissima e maltenuta, ma stupenda per il panorama che offre, attraversiamo la Val Cannobia fino ad arrivare al bellissimo e suggestivo Lago Maggiore. Lo costeggiamo per il tratto più a Nord, che ci porta di nuovo in Svizzera, attraverso una deliziosa stradina panoramica.
Abbandoniamo il lago a Locarno ed imbocchiamo la via di Lugano; il paese è davvero bello e ben tenuto, come pure il suo lago, che costeggiamo per una buona parte. Purtroppo il caldo e la stanchezza cominciano a farsi sentire e così, rientrati in Italia, abbandoniamo il Lago di Lugano e ci fermiamo al primo paese del vicinissimo Lago di Como, Menaggio.
Trovata sistemazione in una modesta pensione in frazione, proprio sopra al lago, andiamo a cena al paese e ci godiamo una bella pizza tutta italiana ed un buon vinello bianco; dopo cena, senza saperlo, ci ritroviamo ad assistere ad un particolarissimo spettacolo di suonatori e danzatori provenienti dall’Ungheria e dalla Normandia. Al termine dello spettacolo ci soffermiamo a guardarne un altro prima di andare a dormire: quello bellissimo offerto dal Lago di Como di notte, illuminato da una miriade di piccolissime luci.
Siamo molto stanchi, ma prima di addormentarci notiamo in lontananza, dietro ai monti, il bagliore dei lampi che s’avvicina… 31 luglio 4° GIORNO Ci svegliamo sotto ad una pioggia incessante che rallenta di un’ora la nostra partenza; il nostro primo pensiero va alla moto: tutta la notte sotto la pioggia! Così decidiamo che avremmo trovato anche a lei un alloggio coperto, dalla prossima notte.
Alle dieci ci dirigiamo verso Chiavenna dove ci fermiamo a fare colazione, ma in fretta perché il tempo è davvero nero.
Arrivati alla dogana svizzera il paesaggio che ci si presenta davanti è questo: un cielo scuro, pieno di nuvole nere che non promettono nulla di buono, la strada deserta, una pioggia fitta ed incessante e folate di vento gelido. Sembra davvero un posto abbandonato da tutto e tutti… Nonostante le avverse condizioni, decidiamo di fare strada.
Andiamo verso Sankt-Moritz, in Svizzera, in una zona molto bella, piena di prati verdi e ben tenuta; superata la superba città, ricca di bei palazzi, campi da calcio, golf e quant’altro, prendiamo la strada che porta al Passo Del Bernino, che ha un enorme ghiacciaio. Però, prima di arrivarvi, dobbiamo fermarci per rafforzare le nostre difese dal freddo: DOC aggiunge l’imbottitura invernale al pantalone antipioggia ed infila il micropile sotto al giubbotto, mentre io sono costretta a rimanere in mutande, in mezzo al prato, tra le mucche che pascolano ed ai piedi del ghiacciaio, per infilarmi sotto ai jeans ed al pantalone antipioggia le caldissime calze di lana! Guanti infilati e bandana sul viso, affrontiamo i 2323 m. Accompagnati dalla solita incessante pioggerellina e dal vento gelido che paralizza le mani.
La dogana italiana è addirittura dopo cinque km da quella svizzera (mentre solitamente sono quasi attaccate, a non più di seicento m.); superiamo il comune di Trepalle, il più alto d’Italia, e arriviamo ad una terza dogana, quella di Livigno (che, pur essendo in territorio nazionale, è un comune fuoristato). Il paese è molto carino, ricco di negozi ed alberghi d’ogni tipo.
Nonostante il lontano tempo nero, decidiamo di proseguire fino alla meta che c’eravamo prefissati il mattino: Bormio. Una volta lì, troviamo sistemazione in uno splendido garnì, con la camera tutta in legno e con un gran bagno con doccia in muratura. Ci voleva proprio dopo la giornata di oggi! Bormio ci piace davvero molto; cerchiamo un posto dove assaporare le specialità culinarie valtellinesi e non c’è che l’imbarazzo della scelta. Mangiamo i locali pinzocheri, le penne con i formaggi della zona e mirtilli freschi.
Dopo una lunga passeggiata di digestione, torniamo in camera a guardare un po’ di tv prima di cadere beati tra le braccia di Morfeo, contenti anche del fatto che stanotte la nostra moto sarà al riparo dal maltempo.
1° agosto 5° GIORNO Appena svegli, dal nostro comodissimo letto di legno accanto al finestrone vediamo subito uno stupendo cielo azzurro ed un sole caldo ed alto nel cielo. Un buon inizio, non c’è che dire! Dopo qualche istante il nostro pensiero va alla colazione a buffet che ci attende e in un attimo siamo pronti e scendiamo al piano terra. Le nostre aspettative non sono deluse: Marmellate d’ogni tipo, burro trentino, miele, crema di nocciole, cereali, succhi in caraffa, frutta fresca, yogurt, biscotti, fette biscottate, affettati e formaggi! Con la pancia piena, siamo pronti ad affrontare il Passo Dello Stelvio.
Il Passo Dello Stelvio è… è una marea di tornanti! Scendendo ne sono segnalati quarantotto, per salire non li abbiamo contati ma abbiamo il riscontro fotografico: sembra la pista delle macchinine! Anche oggi ci dobbiamo fermare poco prima del passo per rinforzare le protezioni dal freddo.
Svalichiamo a 2778 m. Circa e ci si staglia davanti l’enorme ghiacciaio dello Stelvio e sulla cima sembra esserci neve fresca di nottata. La discesa è davvero impegnativa: oltre ai 48 tornanti, la strada è strettissima, l’asfalto maltenuto e inoltre c’erano numerosi cantieri aperti che occupavano mezza carreggiata. Comunque c’è chi sta peggio di noi: quelli con le bici che salgono! Attraversiamo la Val Venosta con i suoi tantissimi meleti, innaffiati da simpatici irrigatori girevoli che dirigono il loro spruzzo fino ai nostri caschi, e giungiamo a Merano. Qui compriamo il nostro solito pranzo genuino da consumare più avanti e facciamo benzina e poi… sbagliamo strada! E’ sì, prima o poi doveva capitare, anche con un esperto “navigatore di bordo” come me! Dopo 5 km arriviamo ad un vicolo cieco e, ormai coscienti dell’errore, torniamo indietro. Raggiungiamo il Passio Giovo attraverso la Val Passiria e al termine della discesa ci fermiamo alle porte di Vipiteno per consumare il nostro pranzo: sono quasi le due. Vipiteno-Bressanone sulla statale del Brennero passa veloce ed entriamo nella Val Pusteria, davvero incantevole, così ricca di profumi e di colori. A Brunico usciamo per andare a vedere il luogo del ritiro della nostra squadra del cuore, l’Inter, in località Riscone, dove ci rotoliamo un po’ sul prato del Centro Sportivo; di nuovo in sella, ripartiamo per la Val Badia.
La strada è piena di cantieri (stanno scavando tante gallerie perché la vecchia strada è stretta e tortuosa), ma è ugualmente piacevole da percorrere, accompagnata com’è da una gustosa aria fresca. Piccola deviazione verso San Vigilio di Marebbe dove pensiamo di fermarci, ma la proprietaria del garnì che abbiamo scelto è davvero antipatica e allora decidiamo di proseguire. Ci fermiamo, finalmente, in un garnì a La Villa, in Alta Badia: la moto è al sicuro, ci siamo riposati ed ora siamo pronti per andare a cena. Menù della serata: zuppa d’orzo, crema di finocchi, omelette ai funghi con patate saltate e polenta con salsicce, il tutto condito da un buon vinello bianco e dallo spettacolo del massiccio del Sella che si staglia di fronte a noi. Passeggiata fino all’albergo e finalmente a dormire sotto all’ormai abituale, caldo piumone.
2 agosto 6° GIORNO La sveglia è alle sette e trenta: doccia, mega colazione, saldo del conto e poi si va a prendere la “bambina”, come la chiamiamo noi… Si parte alle 8.45, con l’idea di fare il giro antiorario dei quattro passi, ovvero Gardena, Sella, Pordoi e Campolongo, con puntatine nei paesini caratteristici, come Ortisei e Canazei, per dirne qualcuno.
Le Dolomiti Trentine sono davvero stupende; le montagne hanno fianchi decisamente più dolci delle imponenti Alpi francesi, ma sono molto più verdi e ben tenute. Per non parlare delle caratteristiche casine di legno che riempiono i deliziosi paesi, con stupendi fiori sui balconi e ruscelli che attraversano il loro centro.
Dopo aver fatto benzina a Corvara, nonché la spesa per il pranzo, ritorniamo a La Villa e ci dirigiamo verso Cortina D’Ampezzo, sulla via del Passo Falsarego. Arriviamo all’ameno Lago di Misurina, dopo aver attraversato il Passo delle Tre Croci, e decidiamo di consumare qui il nostro pranzo pic-nic. Di nuovo sulle due ruote, puntiamo a Dobbiaco, rientrando nella Val Pusteria.
Prima della frontiera austriaca andiamo a Sesto, attraverso il Passo di Montecroce di Comelico, in direzione Sappada.Pensavamo di fermarci ad Arta-Terme, prima di Tolmezzo… ma la strada scorre veloce, tanto che arriviamo a Tarvisio in men che non si dica: sono le 17 passate da poco.
Giornata intensa, strade scorrevoli e piacevoli: oggi abbiamo macinato circa 330 km! Ci sistemiamo in un attico ammobiliato a Tarvisio alla modica cifra di 55 euro in due; cena a base di capriolo in salmì e vitello in salsa di limone, accompagnati da polenta e verdure lesse, gratinate e fritte e dall’immancabile vinello.
Alle 21.30 siamo già in attico a riposarci in vista dell’ultimo giorno: domani si ritorna a casa… 3 agosto 7° GIORNO Ci svegliamo alle sette e trenta e in un attimo siamo pronti: la Slovenia ci attende! Superata la dogana, dove per la prima volta in tutto il viaggio ci controllano i documenti, arriviamo a Kranjska-Gora, famosa località sciistica, molto bella, piccola e verde, pulita e silenziosa.
Da qui entriamo nel Parco Nazionale attraversando una lunghissima strada, fatta di salite ripidissime e tornanti in pavé. Il paesaggio che ci circonda è davvero fantastico: le Alpi slovene sono immense e maestose ed il Parco è davvero un’oasi incontaminata.
Terminata la discesa, costeggiamo il Soca (il nostro Isonzo), dall’acqua azzurrissima, attraverso una strada con larghe curve, molto divertenti. A Zaga deviamo per la frontiera italiana e ci avviciniamo ad Udine, dove imboccheremo l’autostrada. Prima di intraprendere il noiosissimo viaggio di ritorno, ci fermiamo a togliere le imbottiture del giubbetto per il gran caldo: che tristezza! Pranziamo nei pressi di Portogruaro, dove facciamo anche rifornimento e via, verso casa. L’ultima sosta la facciamo verso Fano, dove beviamo qualcosa e ci sgranchiamo un po’ le ossa: siamo davvero esausti! Alle 18 siamo a Recanati… è finita la nostra avventura dopo 2712 km. E’ stata una bellissima esperienza e non siamo ancora scesi dalla moto che già ci frullano in testa nuove idee ed entusiasmanti itinerari per il prossimo anno.
Ciao! Alessandro e Claudia