Il Salento: tra Arte e Natura

Una terra ricca di arte, natura, uno splendido mare e buona tavola
Scritto da: mau14
il salento: tra arte e natura
Partenza il: 09/07/2010
Ritorno il: 25/07/2010
Viaggiatori: 4
Spesa: 2000 €
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Quest’anno la meta delle nostre vacanze estive è il Salento. Partiamo di buon mattino venerdì 9 luglio: Mau, Mauri e le gentili consorti, Tiziana e Isa. La nostra prima meta è Lido delle Conchiglie nelle vicinanze di Gallipoli. Circa 1.100 km. Nel programmare la nostra vacanza decidiamo di suddividere il viaggio in due tappe. Sia per vedere luoghi mai visitati che per evitare di arrivare stanchi alla meta. La prima tappa del nostro viaggio è Osimo, nelle Marche in provincia di Macerata. Situata su un alto poggio a circa 10 km dalla riviera del Conero, domina la valle dell’Aspio. La città ha un interessante centro medioevale, una splendida cattedrale romanica gotica e l’adiacente battistero che si visita a determinate ore, solo con la guida di un simpatico cicerone. Ci intratteniamo nei giardini di Piazza Nuova, molto curati, dove da un bellissimo balcone panoramico si gode una vista mozzafiato. Da qui visita al Santuario della Madonna di Loreto, pranzo e ripartenza per Ascoli Piceno che raggiungiamo intorno alle ore 16. Abbiamo prenotato tramite Booking presso l’Hotel Guiderocchi. Location assolutamente da consigliare. Situato in un edificio storico in prossimità di Piazza del Popolo, è un albergo ricavato in un antico palazzo con camere spaziose, silenziose e arredate con gusto. Ottimo rapporto qualità/prezzo. Deposte le valigie, ci incamminiamo per le vie di Ascoli. Siamo piacevolmente intrattenuti da alcuni simpatici pensionati che ci indicano i principali monumenti da visitare e dove cenare. Splendida Piazza del Popolo dove si affacciano il Palazzo dei Capitani, lo storico Caffè Meletti e la Chiesa di S. Francesco. Da lì ci spostiamo in piazza Arringo. E’ il centro civile e religioso di Ascoli con la presenza della Cattedrale di S. Emidio e le sedi della Diocesi e del Comune. Visita alla Cattedrale e al Battistero di S. Giovanni, ancora un passaggio in Piazza del Popolo poi in albergo aspettando la cena. E’ il giorno che precede la “Rievocazione storica della Quintana di Ascoli” e all’uscita dell’albergo abbiamo la piacevole sorpresa di assistere alla sfilata in costume che precede la manifestazione. Cena al ristorante Cafè Lorenz in piazza del Popolo. Al mattino partenza con tappa ad Alberobello, la città dei trulli, sosta per assaggiare la “puccia”, tipica focaccia locale, poi ci incamminiamo per le vie del paese ammirando queste particolari strutture bianche. La storia di questa cittadina risale al XV secolo, è composta di due rioni: Rione Monti e Rione Aia Piccola, entrambi patrimonio mondiale dell’Umanità. Sono costruiti a secco e quindi si reggono in piedi esclusivamente grazie alla sapiente spinta della pietra stessa, hanno alla loro sommità degli elementi decorativi, denominati pinnacoli, che servono a chiudere il cono. Su alcuni di essi si trovano degli elementi decorativi disegnati a mano libera e con l’uso della calce. Hanno simbologie magiche, religiose o tribali. Ne visitiamo alcuni, saliamo sopra alcuni di essi per ammirare questo straordinario panorama unico al mondo e poi riprendiamo il cammino verso la prima meta: Lido delle Conchiglie nei pressi di Gallipoli. La nostra prima location è il “B&B Relais Excelsa”, appunto a Lido delle Conchiglie sulla S.S. 101 che collega Gallipoli a S. Maria al Bagno. Siamo accolti dal simpatico proprietario Martino Mosca, che dopo averci mostrato le nostre camere ci offre un fresco aperitivo nell’adiacente ristorante “Liberty”. Relais Excelsa è un’antica casa patrizia, stile Liberty, a pianta quadrata con semplici decori sulla facciata, immersa in uno splendido parco, dispone di 6 camere chiamate ognuna col nome di una conchiglia. A noi tocca la “Linatella” e la “Maurea”. La sera decidiamo di cenare presso il ristorante Liberty. Scelta azzeccata. Cena ottima con una varietà di antipasti di pesce e specialità locali quasi infiniti. Dopo cena una breve passeggiata. Ci colpiscono due chioschi lungo la spiaggia: “Maruzzella” e “Scapriciatiello”, affollati di persone che gustano una delle specialità locali: i ricci di mare crudi. E’ domenica 10 luglio. Le spiagge sono affollate oltre che da turisti anche da persone del luogo, quindi il programma prevede la visita a Lecce che dista da Lido delle Conchiglie circa 40 Km. E’ collegata da una veloce e comoda superstrada che in pochi minuti ci porta in città. Parcheggiamo in viale dell’Università e attraverso Porta Rudiae iniziamo la scoperta della città. Subito incontriamo la maestosa Chiesa del Rosario, poi proseguendo per via Libertini raggiungiamo Piazza del Duomo. La cattedrale è costruita con pietra leccese e la prima cosa che colpisce è la facciata laterale, certamente più fastosa e decorata che quella principale. La facciata, ricca di fregi e decori, presenta due imponenti colonne lavorate poste lateralmente a un portale. A sinistra del Duomo si erge il campanile, alto circa 70 metri e diviso in cinque piani. Sulla piazzetta di fronte la facciata del Duomo, il Palazzo Vescovile e l’imponente Palazzo del Seminario. L’interno del Duomo è a croce latina a tre navate con un bellissimo soffitto ligneo e quadri raffiguranti la vita di Sant’Oronzo, patrono della città. Uscendo dalla piazza in un’edicola acquistiamo “Qui Salento” un quindicinale che illustra tutte le manifestazioni culturali, gastronomiche e di costume che si svolgeranno nei giorni successivi. Utile e completa guida per conoscere il territorio. Proseguendo per Via Vittorio Emanuele raggiungiamo Piazza S. Oronzo con l’imponente colonna alla cui sommità la statua del Santo domina la piazza. Alle spalle l’Anfiteatro Romano, parzialmente riportato alla luce nel 1938, risalente al II secolo D. C. Proseguiamo la visita attraverso strette vie ognuna ricca di testimonianze del barocco leccese e raggiungiamo la piazza di Santa Croce. Purtroppo la basilica è chiusa e dobbiamo accontentarci di ammirare la stupenda facciata, vero trionfo del barocco. Lo splendido rosone e le innumerevoli statue che rappresentato il potere religioso e temporale. Accanto alla basilica l’ex Convento dei Celestini, oggi sede della provincia. Un rapido spuntino al Caffè “All’Ombra del Barocco” in Corte dei Cicala, poi riprendiamo l’auto dirigendoci verso la costa adriatica. Da San Cataldo, considerata la spiaggia dei leccesi, proseguiamo per Torre Specchia Ruggeri sino a S. Foca. Raggiungiamo Torre dell’Orso e proseguendo lungo la litoranea raggiungiamo i laghi Alimini. Da qui prima di raggiungere Otranto deviamo all’interno, attraversiamo l’abitato di Maglie, Cutrufano, Galatone, ritorniamo sulla Superstrada Lecce-Gallipoli e rientriamo al BB Relais Excelsa. Serata nuovamente al Ristorante Liberty e passeggiata con balli locali nella piccola piazza del paese. E’ lunedì 11 luglio e dopo la domenica culturale ci aspetta una giornata all’insegna del mare e del sole. Ritorniamo verso Gallipoli e parcheggiata l’auto in un comodo parcheggio a pagamento, raggiungiamo località Padula Bianca. Spiaggia tranquilla e mare incantevole. La sera ci rechiamo a Gallipoli per la cena. Lasciata l’auto nell’ampio parcheggio nella vicinanza del porto, attraversiamo il mercato del pesce e saliamo verso i bastioni della città. Salendo una scaletta ci si ritrova nella città vecchia. Una strada la costeggia circolarmente. Ci colpiscono le bianche case che al tramonto assumono tonalità dorate. Visitiamo la chiesa di S. Maria della Purità, considerata la chiesa più antica di Gallipoli e raggiungiamo la Cattedrale di Sant’Agata, uno dei massimi esempi del barocco salentino. La sua particolarità sta prima di tutto nell’uso del carparo, una pietra assai meno morbida e friabile della pietra leccese, che attribuisce alla facciata un colore rosa scuro. Sono le ore 20 e il sole disegna sulla facciata e sull’attiguo campanile colori e ombre molto suggestive. Continuiamo la nostra passeggiata tra le strette vie della cittadina e Mauri è tentato dall’acquisto di un cappello di paglia. Si sentiva veramente “figo” e, infatti, riguardando la foto scattata, si pentirà del mancato acquisto. Cena al ristorante “Taverna” vicino alla Cattedrale. Ottima cena con sformatino caldo di mele come dessert, che le signore divorano con avidità. Il rosato salentino invece fa “sentire” il proprio grado alcolico! Il giorno successivo la spiaggia prescelta è Lido degli Angeli, dopo Torre Uluzzo. Le torri d’avvistamento sono una delle caratteristiche del Salento. Questo perché per lunghi periodi è stato oggetto di numerosi attacchi da parte di diverse popolazioni del Mediterraneo. La maggior parte di esse risale al XV e XVI secolo. Quelle a base cilindrica sono di origine angioina mentre quelle a pianta quadrata sono di epoca successiva erette dagli aragonesi. Al ritorno percorrendo la SP286 siamo incuriositi da una lunga fila di autovetture parcheggiate lungo la strada. Sicuramente ci sarà un posto da non perdere. Parcheggiata l’auto, scendiamo lungo un largo sentiero che ci porta in una delle località più affascinanti del Salento: la baia di PortoSelvaggio attigua alla Palude del Capitano, zona d’interesse comunitario. Una piccola spiaggia con un mare cristallino, circondata da un fitto bosco di pini d’Aleppo. Una rapida perlustrazione per decidere di ritornare il giorno successivo e passare lì l’intera giornata. Sulla via del rientro attraversiamo S. Caterina, dove tra la scogliera e la pineta si possono ammirare splendide residenze estive dei nobili antichi e nuovi. La sera cena a S. Maria Al Bagno, Ristorante Quattro Colonne, molto suggestivo proprio attiguo appunto ai resti di una fortezza medioevale. Cena discreta ma senza eccessivi entusiasmi. Il giorno successivo, come da programma, ci rechiamo alla Baia di Porto Selvaggio. Sempre percorrendo la SP286 dopo una lunga serie di ville stile liberty, alcune molto ben conservate altre disabitate, arriviamo a Villa Tafuro, dove c’è l’ingresso pedonale al parco. Parcheggiata l’auto lungo la strada, ci armiamo di seggiolini, stuoie, frigo bar e quant’altro e scendiamo per una ventina di minuti lungo il sentiero accompagnati dal canto continuo e incessante delle cicale. La Baia è bellissima, con una piccola spiaggia di sassolini e poi scogliera. Alla sinistra la Torre dell’Alto, mentre a destra piccoli sentieri costeggiano la costa. Troviamo un’ottima sistemazione sotto la pineta e scendiamo verso il mare per il primo bagno. L’acqua a causa di alcune sorgenti sottomarine di acque sorgiva è ghiacciata. Alcune persone si dilettano in un improvvisato bagno termale nelle gelide acque e maschere di fango. Risalendo lungo la scogliera scopriamo un posto delizioso: una piccola grotta, dove è possibile entrare a nuoto uscendo da una piccola apertura nella roccia. La giornata prosegue in assoluta tranquillità: tuffi, lunghe nuotate e bagni di sole. La sera ritorniamo a Gallipoli. Dopo una lunga ricerca di un nuovo ristorante decidiamo di ritornare a “La Taverna”. Ottimo! Dopo cena alla modica cifra di euro 1,50 visitiamo i due frontoi oleari ipogei rimasti a Gallipoli. Questi frantoi, in origine erano 35, sono stati utilizzati per la produzione di olio combustibile, il cosiddetto olio lampante, dal 1600 fino alla prima metà del 1800. Sono interamente scavati a mano nel “carparo” e raccontano l’incredibile vita di giovani ragazzi in pratica costretti a vivere per mesi nel sottosuolo con l’unica compagnia di vecchi asini. L’umidità, i vapori della spremitura delle olive e la scarsa alimentazione portavano comunemente i lavoratori ad ammalarsi di tubercolosi. L’unica consolazione i lauti guadagni quasi sempre poi goduti dalle loro famiglie. Dobbiamo veramente ringraziare i volontari dell’Associazione Gallipoli Nostra per aver riportato alla luce un pezzo di storia, incredibile e dimenticato. E’ giovedì 15 luglio. Oggi risaliamo oltre Gallipoli. Lido S. Giovanni, Baia Verde, le spiagge preferite dai gallipolini e raggiungiamo Punta Pizzo e Punta Suina. Parcheggiamo nell’ampio parcheggio e lungo un sentiero ci incamminiamo per raggiungere la spiaggia. A differenza di quanto segnalato di sabbia c’è né veramente poca e i pochi spiazzi disponibili sono già occupati. Superiamo un elegante e attrezzato stabilimento balneare e raggiungiamo finalmente una striscia di sabbia. La spiaggia non è delle più pulite, anzi… infatti Isa raggruppa alcune bottigliette e altri rifiuti con l’intenzione poi di portarli negli appositi bidoni. Il mare è comunque stupendo, calmo, cristallino e dalle mille tonalità di colori. Uno stupendo yacht è ormeggiato al largo proprio davanti a noi. Rientriamo abbastanza presto in albergo poiché l’intenzione è di recarsi a Nardò, visitare la città e partecipare alla “Sagra dell’Anguria”. Nardò è il secondo centro per dimensioni dopo Lecce. La nostra visita inizia dal castello, molto ben conservato e ora sede del Municipio. La piazza principale è Piazza Salandra, al centro la Guglia dell’Immacolata. Sulla piazza si affacciano palazzi barocchi con loggiati e balconate. Nelle vicinanze la chiesa di S. Domenico e la Cattedrale, fondata nel 1090 dai benedettini e al cui interno oltre a preziosi altari riccamente scolpiti si può ammirare il Crocefisso Nero, opera lignea del XIII secolo. Nel centro della piazza principale, seduti fuori dal “Circolo Futuro”, come in vecchi film degli anni 60, gli anziani del paese trascorrevano la serata mentre in una vicina chiesa si svolgeva la festa della Madonna del Carmine. Della sagra però nessuna traccia… una vigilessa ci informa che “forse” è stata spostata alla prossima settimana quindi ritorniamo verso l’auto e scendiamo a S. Caterina. Cittadina elegante con seconde case di buon livello. Scegliamo la “Pizzeria Barrueco” con ampia terrazza su mare. Ottima pizza a prezzi decisamente economici. L’ultimo giorno della nostra prima settimana salentina è una giornata ludico/culturale. Al mattino ritorniamo a Portoselvaggio, luogo che ci ha veramente incantato. Unico inconveniente una leggera distorsione alla caviglia di Tiziana. Nel pomeriggio visita prima al Castello di Copertino, poi a Galatina. Risaliamo sino a Sant’Isidoro, poi una strada dritta e poco frequentata tra ulivi secolari ci porta a Copertino. Qui entriamo nel castello. Molto ben conservato ed anche, purtroppo, poco visitato. Siamo accolti da una guida che ci indica il percorso da seguire, poi, un po’ per amore dell’arte, un po’ per passare il tempo, ci raggiunge e ci illustra alcune stanze da poco ristrutturate. Lasciato Copertino, ci dirigiamo verso Galatina, dove visitiamo la Chiesa di Santa Caterina, una degli edifici sacri più belli del Salento, dichiarata Basilica Minore pontificia. L’interno è completamente affrescato con scene della vita di S. Caterina, del Cristo oltre a scene della Genesi e dell’Apocalisse. Le opere risalgono alla prima metà del 400 e furono eseguiti da artisti della scuola di Giotto. Peccato non poter fotografare… Visitato anche l’attiguo chiosco io e Mauri, in un bar-pasticceria, dove fanno bella mostra tutti i dolci della miglior tradizione pasticcera del Salento, ci rinfreschiamo con un the freddo con aggiunta di un cucchiaio di granita al limone … ottimo e dissetante. Cena a S. Maria al Bagno, ristorante Ginetto con terrazza sul mare. Ottima cena a base di pesce fresco. Da consigliare. E’ trascorsa una settimana e dopo i saluti e i complimenti al gestore del B&B, ci trasferiamo più a Sud nelle vicinanze di Ugento: Agriturismo Masseria Torre Casciani. Torre Casciani è una tenuta di 45 ettari immersa tra coltivazioni di ulivi a pochi chilometri dal mare. La masseria consiste in una torre fortificata del ‘500, abbracciata da fabbricati di epoche successive (700/800). Il tutto realizzato con pietre, terra rossa e tufo calcareo del luogo. Dispone di una struttura centrale adibita a reception, cucina e sala da pranzo, una trentina di camere e appartamenti ben inseriti nell’ambiente bucolico, oltre a due splendide piscine a disposizione degli ospiti. Siamo accolti dalla proprietaria, vera donna del Sud che ci indirizza ai nostri alloggi. Le camere non sono ancora pronte e così lasciate le valigie in custodia alle incaricate alla pulizia, andiamo alla scoperta del luogo. Costatiamo subito che la scelta è più che positiva. Il posto è incantevole, tranquillo e rilassante. Davanti alle nostre camere alberi da frutto, fichi d’india e ulivi. Una piscina è addossata alla struttura centrale, mente la seconda, rimane un po’ decentrata vicino a un campo di calcetto e di pallavolo. Non c’è nessuno, siamo noi i “padroni” e ci godiamo questa prima giornata in assoluto relax. Che pace, che tranquillità … solo il canto delle cicale! Qui la formula scelta è di mezza pensione. Veramente più che scelta è così … o così! La cena inizia con un piccolo antipasto, prosegue con primo e secondo a base di specialità locali e si conclude con dolce o frutta e moscato offerto ogni sera. Conclusione alla fine della vacanza ognuno ha accumulato qualche chilo in più! Ma chi se ne frega … va bene così! Dopo cena ci rechiamo a Felline, piccolo borgo nelle vicinanze, dove assistiamo alla Sagra della Pizzica. Un ballo, veramente indemoniato, ma coinvolgente, affascinante e molto sensuale. Ammiriamo in particolare una coppia di ragazzi e una signora non propria longilinea ma di un’elasticità sorprendente. Siamo a domenica 18 luglio. Come la precedente anche questa domenica è destinata a una visita culturale. La meta prescelta è Otranto, la città più a Oriente d’Italia. Dalla masseria dista circa 50 Km. Che raggiungiamo attraversando il tacco d’Italia. Parcheggiamo lungo il torrente Idro ed entriamo nella città antica attraverso Porta Terra, addossata a un muraglione napoleonico che da accesso al centro storico. Percorrendo via Alfonso d’Aragona, ricca di negozi di souvenir, si raggiunge la piazzetta della Basilica sulla quale si affaccia la Cattedrale. La costruzione è in stile romanico gotico e la facciata presenta un bellissimo rosone con 16 raggi e un ricco portale barocco. Entrati nella basilica la prima cosa che colpisce è il pavimento. Uno splendido e unico mosaico opera del monaco Pantaleone ultimato nel 1166 dopo tre anni di lavoro. La navata è occupata dal grande Albero della Vita e un particolare Zodiaco con 12 cerchi che racchiudono le varie costellazioni. Dalle navate laterali due scale danno accesso alla cripta a 5 navate con 42 colonne marmoree, ognuna con un diverso capitello. Alla destra dell’altare la “Cappella dei Martiri” dove riposano i Martiri d’Otranto trucidati dai Turchi nel 1480. Proseguendo attraverso strette viuzze lastricate di pietre antiche si giunge ai bastioni del Castello Aragonese per poi arrivare alla chiesetta Bizantina di San Pietro, una delle più antiche chiese che pazienti mani restauratrici stanno riportando all’antico splendore. Dopo un breve spuntino acquistiamo alcuni souvenir e Tiziana incontra incredibilmente a oltre 1000 chilometri da Milano la sua amica Laura in visita alla città insieme alla sorella … il mondo è proprio piccolo! Da Otranto lungo la litoranea SP 358 raggiungiamo prima Porto Badisco, una deliziosa insenatura dove, si dice, attraccò Enea (… Ma non era Castro!), poi visitiamo velocemente S. Cesarea Terme con l’imponente e arabeggiante Palazzo Sticchi, raggiungiamo Castro, breve sosta al porto per raccogliere informazioni su una futura gita in battello per visitare le numerose grotte marine e poi passando per Maglie, Cutrufano e Galatone rientriamo a Torre Casciani. Lungo la strada, a pochi chilometri dalla masseria, notiamo lunghe file di assi adagiate su ripiani di mattoni. Ci chiediamo incuriositi a cosa possano servire. … lo scopriremo dopo qualche giorno … … c’è ancora tempo per un bel tuffo in piscina …. Dopo cena ci rechiamo a Torre S. Giovanni, importante stazione balneare a 6 km da Ugento. Forse perché è domenica e molte persone sono scese in paese anche dalle località vicine, ma l’ampio lungomare è caotico. Sembra di essere a S. Siro prima di una partita: molti chioschi che propongono panini di dimensioni enormi ripieni di tutto e moltissimi giovani e meno giovani che li divorano seduti sulle panchine. Considerato che sono già le 23,00….Mah. Scopriamo comunque, oltre ad un ottimo caffè espresso (il migliore di tutto il soggiorno) alcuni interessanti negozi di souvenir, gastronomici e no: I Salentelli e L’Arte di Zeus. Torneremo nei giorni successivi. La giornata successiva si presenta nuvolosa. E’ il 19 luglio, compleanno di Mauri. Auguri. Vista la giornata non bellissima ci dirigiamo verso S. Maria di Leuca. Costeggiamo la costa fermandoci nei borghi che si affacciano sul mare. Lido Marini, Torre Pali, Torre Vado, S. Gregorio, piccoli paesi di pescatori ormai circondati da residence, villaggi turistici e da molte “seconde case”. Arrivati a S. Maria di Leuca, ci dirigiamo verso il faro, alto 47 metri, importante punto di riferimento per i naviganti. Davanti al faro, affacciata su una piazza assolata, sorge il Santuario Pontificio de Finibus Terrae. Ha una facciata sobria che guarda alla statua della Madonna, posta su un’alta colonna con capitello corinzio. Siamo nel punto estremo dell’Italia, dove Mar Ionio e Adriatico si uniscono, anche se le carte nautiche individuano la linea immaginaria di separazione tra i due mari poco a sud di Otranto. Dopo una visita alla Cattedrale scendiamo sul lungomare ad ammirare le ville padronali, quasi tutte di gusto liberty, qualcuna con motivi moreschi. Intorno a mezzogiorno la giornata inizia a migliorare. Concludiamo il percorso culturale recandoci a Patù. Qui un tempo sorgeva Vereto, un centro Messapico, poi conquistato e distrutto dai Romani. Qui si trova Centopietre, un singolarissimo monumento costruito con blocchi di pietra proveniente da un mausoleo romano, a forma di tempietto rettangolare con copertura formata da massi monolitici. Di fronte la Chiesa di S. Giovanni del secolo XI. E’ riapparso il sole e si ritorna verso il mare. Sostiamo in un ampio parcheggio nella zona di Marina di Pescoluse. Pranziamo al Chiosco Doris pronti per un bel pomeriggio in spiaggia. Ma non è giornata, il cielo si rabbuia, si alza il vento e quindi rientriamo alla Masseria. La sera dopo cena, Lido Marini; certo non c’è il caos della sera prima ma il paesino è veramente piccolo, breve passeggiata, ma rimaniamo sostanzialmente delusi. Martedì 20 luglio è invece il compleanno di Tizy. Naturalmente anche a lei tanti auguri. Scegliamo la spiaggia di Lidi Marini, ispezionata il giorno prima, comodo parcheggio, spiaggia tranquilla e pulita. Mare incantevole. Peccato che nel primo pomeriggio si scateni un violento temporale. Riusciamo appena in tempo a ritornare all’auto, caricare le nostre cose e via verso Specchia, uno dei centotto borghi più belli d’Italia. Il centro del paese è Piazza del Popolo con il palazzo Risolo, dove è anche possibile soggiornare in una delle sue nobili stanze. Continua a piovigginare, si è alzato un forte vento e fa anche un po’ freddo. Sarà per questi motivi o chissà ma sinceramente Specchia non ci ha particolarmente colpito. Ritorniamo verso il mare e scopriamo una delle meraviglie della zona: La Pasticceria Martinucci, situato sulla litoranea, nei pressi della rotonda che porta a Lido Marini. Uno spettacolo: paste, mostaccioli, torte e più di 50 gusti di gelato. Il temporale ha allagato il locale ma noi aspettiamo pazientemente che gli addetti puliscano e risistemino i tavoli poi, ci gustiamo delle vere leccornie … buonissime e a prezzi veramente contenuti. Soddisfatti, rientriamo a Torre Casciani, un bel tuffo in piscina tanto per digerire i mostaccioli, poi la cena. Per festeggiare i due compleanni, all’insaputa dei festeggiati, abbiamo fatto preparare dalla signora Giovanna, proprietaria della Masseria, una torta alla crema pasticceria … veramente squisita! Un brindisi augurale e … tutti a nanna! Oggi è in programma la gita in barca alle grotte marine della costa adriatica. Occorre precisare che nelle nostre precedenti vacanze (Sicilia, Grecia) avevamo tentato di prenotare un’escursione in barca ma tutte le volte il mare ci si è rivoltato contro e non siamo mai riusciti a soddisfare il nostro desiderio. Questa sembra la volta buona. Uscendo la “Torre Casciani” innanzitutto abbiamo la risposta alla domanda dei giorni precedenti. Le lunghe file di assi si sono improvvisamente colorate di un bel rosso vivo… Scopriamo che sono totalmente ricoperte di pomodori messi a essiccare e un folto gruppo di donne, tutte vestite di bianco lavorano alacremente per tagliarli, salarli e stenderli sulle assi lasciando che il sole faccia la sua parte. E’ un trionfo di colori e tradizioni che ci avvicinano al vero spirito “Salentino”! Raggiungiamo Castro, il mare è sostanzialmente tranquillo, raggiungiamo il piccolo porticciolo e prenotiamo la nostra gita da “Noleggio Fortunato”. Saliamo a bordo di un piccolo gozzo guidato da un simpatico ragazzo di nome Gianluca che da “navigato” cicerone ci illustra le caratteristiche della costa. Ci troviamo perfettamente a nostro agio, la giornata è stupenda, il paesaggio bellissimo e anche Tizy, di solito paurosa, è rilassata con la sua maglietta con il disegno della mascotte di famiglia, la coniglietta “Connola”. La prima grotta che visitiamo è “Grotta Palombara”, così chiamata perché abitata da una particolare razza di piccioni, di dimensioni più ridotte, che nella grotta, ricca di sorgenti d’acqua dolce, trova l’ambiente adatto per la sopravvivenza. Poco dopo entriamo nella Grotta Azzurra, dove le acque del mare assumono una particolare colorazione blu cobalto. Passiamo davanti alla Grotta Zinzulusa, visitabile solo via terra, ci concediamo un tuffo nello splendido mare salentino poi passato Porto Miggiano e Santa Cesarea altro tuffo nella grotta solfurea, dove le acque hanno un particolare odore di zolfo e “pare”, … solo pare, che un bagno nella grotta tolga qualche anno di età! … Ma sì siamo in vacanza … crediamoci … tanto non costa nulla! Dopo circa due ore rientriamo alla base, ringraziamo Gianluca per la piacevole gita e ci rechiamo al parcheggio della Grotta Zinzulusa, distante solo pochi chilometri. Il nome deriva dalle stalattiti che pendono dal soffitto come fossero stracci appesi (“zinzuli”). Dopo un breve camminamento si giunge in una cavità una volta abitata da pipistrelli. Ci colpiscono scritte di nomi e date. La guida ci spiega che sono state scritte, col guano dei pipistrelli, dagli operai che negli anni ‘40 ripulirono la grotta. Terminata la breve visita, seguiamo la litoranea verso S. Maria di Leuca. Dopo pochi chilometri nel comune di Gagliano ecco Ciolo. Qui la statale passa sopra un ponte sospeso sul mare e le rocce formano un piccolo canyon a strapiombo sulle acque, dove coraggiosi e spericolati ragazzini si tuffano da altezze vertiginose. Assistiamo meravigliati e anche un po’ preoccupati alle esibizioni dei giovani tuffatori, qualche doverosa fotografia e ritorno in Masseria. Dopo cena ci rechiamo a Felline, dove è in programma la “Sagra della Patata”. Con ancora negli occhi le scatenate “pizziche” della precedente sagra ci aspettiamo ancora musica e balli ma la realtà è molto diversa. Parcheggiamo lontano dal centro che raggiungiamo dopo una lunga camminata. Le strette strade del paese sono affollatissime di persone che passano da uno stand gastronomico all’altro. L’orchestra suona una musica meno tradizionale della precedente e intorno al parco l’affluenza di pubblico impedisce il libero ballo. Unica nota positiva è l’acquisto da parte di Mauri del CD con le musiche tradizionali che diverrà la colonna sonora delle nostre fotografie. Mancano ormai pochi giorni alla fine della nostra vacanza e naturalmente non possiamo non recarci nella spiaggia che tutti i depliants pubblicitari definiscono come “le Maldive del Salento”: la spiaggia di Pescoluse. Non ho mai visto le Maldive ma comunque mare e spiaggia sono effettivamente stupendi. Acque limpide e dalle mille tonalità di colori. Spiaggia ampia con ricercati stabilimenti balneari e vaste zone libere. Passiamo una rilassante giornata e all’uscita scopriamo che è stato montato un improvvisato auto lavaggio, omaggio del gestore del parcheggio. Un vero toccasana per l’impolverata auto di Mauri… Fermata d’obbligo alla Pasticceria Martinucci per un gelato e via in masseria pronti per la cena. Serata a Torre S. Giovanni con relativo saccheggio dei negozi di souvenir … alimentari! E’ l’ultimo giorno prima del rientro. Spiaggia a Lido Marini a “Lido Malibù”. Fermata d’obbligo in pasticceria. Poi, prima della cena mentre Mauri prepara l’auto per il ritorno, mi concedo un ultimo bagno nella piscina della masseria. E siamo giunti al giorno della partenza. Pagato il soggiorno, salutata la signora Giovanna e fatti i complimenti sia per il luogo veramente incantevole che per l’ottima cucina e per l’attenta conduzione della masseria, un affettuoso saluto a Sofia, una bassottina di ben diciotto anni! … dolcissima!, un salto a Ugento per acquistare pecorino e “Cacio ricotta” e poi via alla volta di Frascati, tappa intermedia del nostro ritorno. Passiamo da Maglie, poi direzione Lecce-Brindisi, transitiamo da Ostuni, Bari, Andria poi verso la A16 Napoli Canosa, piccolo spuntino a un Autogrill poi a Caianiello direzione Roma. Giungiamo a Frascati Hotel Poggio Regillo (sempre prenotato su Booking), nel tardo pomeriggio. Situato poco lontano dall’uscita autostradale, è in una posizione strategica. L’accoglienza è ottima ma l’hotel, molto sponsorizzato da altri utenti sul sito, ci delude un po’. Al di là dello splendido parco e del comodo parcheggio le camere sono un po’ piccole, almeno la nostra. A Mauri e Isa è invece assegnata una semi-suite con soggiorno e angolo cottura! I soliti raccomandati … e dire che avevo prenotato io. Inoltre gli armadi sono stracolmi di coperte invernali (!), i servizi un po’ fatiscenti, il frigo-bar funzionante al minimo e la televisione faceva i capricci … Va bè tanto è solo per una notte. Dopo una rilassante doccia ci dirigiamo verso il centro di Frascati. Veramente una bella cittadina con panoramica vista sulla città di Roma. Visitiamo alcuni monumenti tra cui la Cattedrale, dove assistiamo alla Santa Messa, poi partiamo alla ricerca del ristorante consigliato dall’addetto alla reception. Cena al Ristorante Grottino, in viale Regina Margherita, tipica cena romanesca con tramonto su Roma … come sono romantico! Dopo un’ulteriore passeggiata nelle strette vie del centro antico, un caffè nella piazza del Duomo e rientro in albergo. L’ultima tappa del nostro viaggio Frascati – Buccinasco/Milano prosegue con tranquillità. Giungiamo nel primo pomeriggio dopo circa 3.500 chilometri, soddisfatti di una vacanza che ci ha regalato emozioni, relax, fatto conoscere posti nuovi e affascinanti, una terra ancora da scoprire e persone stupende, semplici e vere. Ma soprattutto una vacanza ancora una volta all’insegna di un’amicizia che continua a consolidarsi e ad arricchirci nell’animo.


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