I fiordi e il grande Nord: Bergen, Odda e le isole Lofoten
Da molto tempo, il mio ragazzo e io sognavamo di visitare la Norvegia. Così, per festeggiare la nostra laurea abbiamo deciso di organizzare un viaggio dove la natura fosse protagonista e dove avremmo potuto fare tanto trekking. Per vari motivi, durante la nostra vacanza ci siamo spostati con i mezzi pubblici, purtroppo questa scelta non ci ha permesso di godere a pieno le nostre escursioni dato che dovevamo rispettare gli orari degli autobus. Dopo questa esperienza mi sento di consigliare a tutti di noleggiare un’auto per scoprire questo bellissimo paese. Anche se risulta più costoso è il mezzo più comodo e permette non solo di ottimizzare il tempo per poter fare più escursioni, ma anche di ripararsi in caso di violenti acquazzoni.
Il meteo in Norvegia, soprattutto nelle isole Lofoten, può cambiare rapidamente e noi lo abbiamo sperimentato molto bene dato che il tempo ci ha letteralmente esasperato per tutto il nostro soggiorno… Comunque in seguito vi dirò vari consigli per affrontare al meglio questa avventura.
Per l’organizzazione di questo viaggio ci siamo rivolti alla nostra agenzia di fiducia: l’Etruriatur di Piombino che ancora una volta si è dimostrata all’altezza per quel che riguarda l’organizzazione degli alberghi e degli aerei ma anche per molte informazioni inerenti ai vari spostamenti. Per documentarmi sulle mete da scegliere per avere un assaggio dei luoghi più caratteristici, ho cercato molte notizie su internet e sulla Lonely Planet, anche se questa volta mi sono trovata un po’ in difficoltà. La ricerca online si è rivelata piuttosto infruttuosa quindi cercherò di essere più precisa possibile e di aiutarvi a colmare le lacune.
FINALMENTE… NORVEGIA
Siamo partiti il 6 agosto dall’aeroporto di Pisa alle ore 16:00 con la Transavia Airlines ed abbiamo fatto uno scalo di circa 3 ore all’aeroporto Schipol di Amsterdam per poi ripartire per Bergen dove siamo arrivati dopo le 23:30 circa. Fin da subito avevamo pensato di cambiare una parte dei nostri soldi in corone norvegesi ai bancomat dell’aeroporto, come avevamo già sperimentato in altri viaggi, ma questa volta tutto il credito era esaurito. Dopo essere entrati nel panico per qualche minuto e non sapendo come pagare lo shuttle che dall’aeroporto ci avrebbe portato nel centro di Bergen, abbiamo deciso di chiedere all’autista che gentilmente ci ha spiegato come risolvere il problema. Fuori dell’aeroporto infatti, accanto alla fermata dell’autobus, ci sono delle macchinette con cui è possibile fare i biglietti grazie alle carte di debito appartenenti al circuito visa, solo in questo modo siamo riusciti a pagare. Una volta arrivati vicino al Fishmarket ci siamo incamminati verso il nostro albergo: il Best Western Plus Hotel che si trovava in posizione centrale: la stanza era un po’ piccola ma per una notte può essere una buona scelta anche se è un po’ costoso.
ALLA SCOPERTA DI ODDA E DEL SUO MAGNIFICO FIORDO
Alle 8:20 di mattina abbiamo lasciato Bergen per qualche giorno e con l’autobus siamo arrivati ad Odda in circa 3 ore. Qui alloggiavamo all’Hardanger Hotel, in posizione centrale che si è rivelato un albergo molto comodo perché è situato vicino alla stazione dei taxi ed al punto da dove parte lo shuttle per il Trolltunga; le colazioni sono state soddisfacenti e dalla sala è possibile ammirare il fiordo. Un altro punto a favore di questo hotel è sicuramente la gentilezza e la disponibilità degli addetti alla reception che ci hanno dato informazioni importanti in varie occasioni. Dopo aver lasciato i bagagli nella nostra camera siamo andati in giro per Odda che ci ha accolto con un bellissimo sole: ne abbiamo approfittato per visitare una parte della cittadina e scattare moltissime fotografie. Il giorno seguente, a causa di qualche problema di salute non ci siamo sentiti di fare subito la scalata al Trolltunga ma abbiamo preferito rimandare di un giorno e la scelta è stata azzeccata anche per il tempo. All’albergo ci avevano consigliato di prenotare il prima possibile lo shuttle per l’andata ed il ritorno che ci avrebbe portato a Skjeggedal (circa 20-30 minuti dal centro di Odda) l’indomani dato che desideravamo fare l’escursione al Trolltunga. Per prima cosa ci siamo diretti all’ufficio turistico per chiedere informazioni sulle cascate Latefossen e per avere conferma sulle previsioni del tempo per il giorno seguente, subito dopo abbiamo prenotato sul sito di Odda taxi lo shuttle ad un costo di 500 corone per due persone. È molto importante recarsi all’ufficio informazioni per chiedere le previsioni meteo se volete intraprendere l’escursione al Trolltunga, basta il giorno prima: possono dirvi con esattezza le previsioni e se è possibile tentare la scalata in tutta sicurezza. In seguito, muniti di ombrello abbiamo deciso di prendere un taxi per visitare le Cascate Latefossen. Purtroppo non ci sono gite organizzate e neanche degli autobus che fermano lì vicino. In alternativa, l’ufficio informazioni può noleggiare una minicar. Noi, però, sprovvisti di carta di credito abbiamo deciso di prendere un taxi che si è fermato al piccolo parcheggio e ci ha dato 10 minuti di tempo per scattare alcune fotografie alle cascate al costo di 500 corone per due persone. So che non è molto tempo, ma senza macchina ci siamo dovuti accontentare: erano talmente belle da togliere il fiato!
Abbiamo scelto la Norvegia proprio per la maestosità della natura e per le sue cascate: non potevamo non vederle! Dopo aver comprato qualcosa da mangiare al supermercato Spar siamo tornati in albergo a causa della pioggia incessante; nel pomeriggio speravamo smettesse di piovere ma purtroppo non è stato così e ne abbiamo approfittato per riposarci e per comprare qualche souvenir: volevamo essere in forma per il giorno dopo… Non è stata una cattiva idea…
TROLLTUNGA… FATICOSO E SPETTACOLARE
Alle 6.30 del mattino, emozionati come non mai per l’avventura che avremmo intrapreso a breve, abbiamo preso lo shuttle per Skjeggedal; l’autobus ferma vicino ad un café e nei pressi di una bella cascata, quest’ultima segna l’inizio alla salita descritta come terrificante di ben 4 km. Leggendo le informazioni di altri turisti su vari siti, questa prima parte del trail ci aveva preoccupato per la sua pendenza al 16% ma grazie ai mesi di allenamento in palestra ed ai molti km a piedi che percorrevamo ogni giorno si è rivelata fattibile.
Dopo la nostra esperienza vi consiglierei comunque di evitarla, noi desideravamo farci male fino in fondo perché volevamo raggiungere l’obiettivo nella sua totalità così abbiamo un po’ preso in giro coloro che decidevano di togliersi qualche fatica ma alla fine del percorso ci siamo ricreduti. Dal parcheggio infatti partono dei piccoli shuttle che permettono di arrivare all’inizio del trail segnato cioè dove finisce l’asfalto e comincia il sentiero. Per arrivare alla celebre “Lingua del Troll”, dopo la salita di 4 km inizia una parte pianeggiante in cui bisogna attraversare dei ponti, successivamente vi troverete a percorrere un sentiero con delle pietre che sembrano dei grandi scalini ed inizialmente crederete che essi siano un grande aiuto per le vostre gambe ma al ritorno saranno devastanti per le ginocchia e possono rivelarsi anche molto scivolosi con la pioggia.
Dopo le pietre, dovrete attraversare una pendenza con delle rocce che sono anche d’estate bagnate da un corso d’acqua (per questo è importante avere delle scarpe da trekking impermeabili), successivamente potrete riprendere un attimo fiato grazie ad una piccola parte pianeggiante molto bella circondata da laghetti dove i licheni presenti sulle rocce colorano il paesaggio di verde e di giallo, esso vi lascerà senza parole per la sua bellezza. Nella parte seguente, il cammino si rivela estenuante a causa di salite continue che sembreranno non finire mai ma allo stesso tempo si scontreranno con la vostra forza e caparbietà che vi permetterà di raggiungere la “Lingua del Troll”. Vi assicuro che quel momento ve lo ricorderete per tutta la vita, dentro di voi vorrete isolarvi dalle persone ma allo stesso tempo vi sentirete partecipi di un sogno: godetevi a pieno questa magnifica esperienza e per farlo cercate di catturare ogni scorcio, ogni immagine per renderla indelebile nei vostri ricordi e nella vostra mente!
Appena arrivati al punto panoramico non credevamo ai nostri occhi: ce l’avevamo fatta a raggiungere questo importante obiettivo ed il panorama era talmente suggestivo che avremmo voluto rimanere lì per sempre… Ci siamo messi in coda per le foto di rito, per fortuna abbiamo dovuto aspettare solo circa 20 minuti, ma l’attesa può rivelarsi molto più lunga se riuscite ad arrivare in cima verso le 12:00 o 12:30. Noi siamo arrivati al punto panoramico all’incirca alle 14.30, nonostante avessimo fatto solo una pausa. Purtroppo avevamo perso tempo durante la prima ora di cammino per scattare le foto, il posto era troppo bello per non scattare fotografie così il tempo è volato via. Dopo la prima parte del trail abbiamo deciso di lasciar perdere la reflex, dato che dovevamo toglierla ogni volta dallo zaino, e abbiamo scattato foto solamente con il cellulare che avevamo a portata di mano: il percorso era troppo impegnativo ed è stato un compromesso necessario se volevamo arrivare fino in fondo. Dopo aver immortalato la nostra presenza sulla lingua del troll, stavolta con le nostre reflex, e aver mangiato velocemente alcuni dolcetti per riprendere un po’ di forze, abbiamo affrontato il ritorno che come immaginavamo si è rivelato abbastanza distruttivo.
Il percorso del Trolltunga è consigliato per esperti e necessita un buon allenamento ed una certa determinazione per arrivare fino alla fine. Siamo riusciti a terminare il trail alle 22:00, per fortuna stava iniziando a venire buio proprio a quell’ora e la nostra salvezza è stata lo shuttle taxi che nonostante fosse tardi si trovava lì al parcheggio in attesa degli ultimi ritardatari. Noi avevamo prenotato lo shuttle per le 20:00 ma nonostante non avessimo fatto pause non siamo riusciti ad arrivare in tempo. L’autista era una persona gentilissima. Infatti, dopo avergli spiegato la nostra situazione e mostrato la ricevuta del pagamento che avevamo sul cellulare, non ci ha fatto pagare nient’altro, ma ci ha addirittura portato direttamente davanti al nostro albergo. I norvegesi sono veramente gentili!
Di seguito voglio dare alcuni consigli per affrontare nel miglior modo possibile la scalata al Trolltunga che si è rivelata essere una delle esperienze più importanti della nostra vita, non solo dal punto di vista della bellezza e maestosità dei paesaggi, ma anche dal punto di vista emotivo e personale. È stata un’avventura che consiglio di fare almeno una volta nella vita.
Alcuni suggerimenti e cose utili da sapere.
Calcolare bene i tempi e fare varie pause durante il ritorno: sono necessarie per cercare di non infliggere ulteriormente sulla stanchezza che può raggiungere livelli molto alti.
Durante il percorso di 28 km (che nelle guide è indicato in 10-12 ore… forse per i norvegesi o per chi vive in montagna) perdersi è molto difficile, basta seguire le asticelle di metallo ed i segnali durante il percorso come la T rossa ed i cartelli che scandiscono ogni chilometro.
Per non incorrere in imprevisti bisogna portare sia indumenti pesanti che leggeri in modo da vestirsi a strati dato che le condizioni meteorologiche possono variare moltissimo durante il trail, non dimenticate i guanti, una berretta, una mantella per la pioggia e le racchette che sono indispensabili per attenuare la fatica e non aggravare la condizione delle ginocchia.
Assicurarsi di mantenere il cellulare carico in caso di bisogno.
I rifugi situati nel percorso vanno utilizzati solo nel caso di estrema emergenza.
Non ci sono bagni né altri servizi e strutture durante il cammino (bisogna portare cibo e acqua nella giusta quantità dato che l’acqua dei ruscelli non si può bere se non viene depurata). Noi avevamo portato barrette energetiche ai cereali che avevamo comprato in Italia al supermercato (pensando proprio alle escursioni), in più avevamo un po’ di cioccolata ed alcuni dolcetti alla cannella (meglio non portare il pane che risulta troppo pesante). Inoltre, avevamo riempito le nostre borracce con due litri e mezzo di acqua a testa ed avevamo con noi delle torce: possono rivelarsi molto utili in caso di bisogno.
Andare al Tourist information di Odda per chiedere le previsioni del tempo il giorno prima dell’escursione. Meglio rimanere a Odda un giorno in più nel caso ci fosse brutto tempo: non si può fare il percorso con forte vento, forte pioggia e con tanta nebbia.
È importante partire molto presto la mattina, noi abbiamo preso lo shuttle delle 6:30 in modo da non avere problemi con il buio ed anche se c’è sempre molta luce fino a tardi, se il tempo peggiora la luminosità cala moltissimo.
Vi consiglio di pernottare ad Odda almeno quattro giorni anche perché dopo l’escursione avrete bisogno di un po’ di riposo, altrimenti non potrete godervi a pieno la vostra prossima meta: ricordatevi che vi faranno male persino i capelli! Il numero per chiamare i taxi ad Odda: +4753641444
PARTENZA PER BERGEN
Dopo aver sbagliato l’orario dell’autobus che ci avrebbe portato a Bergen ed esserci alzati all’alba inutilmente (consiglio di chiedere gli orari al centro informazioni di Odda e di consultare il sito Skyss) siamo riusciti a prendere l’autobus per Bergen dove siamo arrivati intorno alle 13:00. Ci siamo diretti immediatamente al nostro albergo in modo da posare i bagagli e poter visitare la città in tranquillità. A Bergen abbiamo alloggiato al Magic Hotel: non era molto centrale (40 minuti a piedi dal centro) ma aveva vari punti a suo favore tra cui il prezzo, le camere (nuove e grandi) e la colazione che è stata una delle migliori di tutto il viaggio. L’albergo era anche vicinissimo alla fermata per l’autobus che permette di arrivare nelle vicinanze della funicolare Urliken, inoltre proprio di fronte si trovava il supermercato Kiwi che rimaneva aperto fino alle 23:00 ed è risultato essere il più conveniente di tutta la Norvegia!
POMERIGGIO SUL MONTE FLOYEN
Durante il primo pomeriggio a Bergen abbiamo deciso di salire sulla funicolare che dal centro della città ci ha portato fino al Monte Floyen. Il prezzo della funicolare (solo andata) è di 5 corone a persona; una volta arrivati in cima il panorama sulla città era a dir poco spettacolare e, dopo aver scattato tantissime fotografie, ci siamo incamminati seguendo il sentiero numero 5, uno dei tanti trail che partono dal monte e che permettono ai suoi abitanti, ma anche ai tanti turisti, di godere di qualche ora immersi nella natura. È imperdibile se decidete di visitare Bergen! Per il ritorno non abbiamo preso la funicolare, infatti il trail che avevamo scelto ci ha portato direttamente al punto di partenza. Successivamente, ci siamo diretti al Fishmarket, incuriositi dai tanti racconti sul famoso mercato del pesce. Purtroppo però si è rivelato una trappola per turisti, non metto in dubbio la qualità del pesce, ma i prezzi sono a dir poco da capogiro; se paragoniamo il costo di un piatto di grigliata di pesce che in Toscana si aggira sulle 18-20 euro, qui può costare intorno alle 80-90 euro. Dopo aver girato in lungo ed in largo per il mercato abbiamo capito che solo per un assaggio di due spiedini di pesce ed un po’ di insalata avremmo speso circa 36 euro. Siamo rimasti molto delusi anche perché molte persone su internet non hanno descritto molto bene la realtà dell’attrazione ma hanno esagerato decantando un business non alla portata di tutti, solamente con assaggi gratuiti non si può pretendere di cenare e gustare il pesce norvegese: non ci credete perché è solo una favola. Le uniche cose più economiche che abbiamo visto: un misero panino ai gamberetti per la modica cifra di 6 euro e l’hot dog di renna. Per cenare seduti, mangiando un piatto di pesce con verdura o una grigliata, bisogna essere disposti a pagare ed anche tanto! Noi, ovviamente abbiamo optato per due pizze small take away da Peppes Pizza, pensavamo fosse simile a Pizza hat così ci siamo convinti ad assaggiarla ma purtroppo non si è rivelata all’altezza del costo (310 corone per due persone): era poco saporita e l’impasto non era buono…
CROCIERA SUL SOGNEFJORD E VIAGGIO SU UN TRENO DI ALTRI TEMPI: LA FLAM
Alle 8:00 di mattina ci imbarchiamo per la gita sul Sognefjord, il fiordo più lungo della Norvegia; eravamo fin da subito molto emozionati anche perché era la prima volta che facevamo una crociera su un fiordo; durante la traversata abbiamo scattato moltissime fotografie, ma il panorama dopo un po’ risultava alquanto monotono e non così spettacolare come ci aspettavamo. Le 5 ore e 30 di navigazione sono state eccessive dal nostro punto di vista ma la gita prevedeva di arrivare alla cittadina di Myrdal dove avremmo preso il treno panoramico fino a Flam. Alle 13:30 siamo arrivati a Myrdal dove avevamo circa un’ora per il pranzo così ne abbiamo approfittato gustando un’ottima schiaccia ripiena e degli ottimi dolcetti tipici alla Bakeri Flam spendendo in due 170 corone. Subito dopo siamo saliti sulla Flåmsbana, vi consiglio di sedervi sulla parte sinistra dato che da questa parte riuscirete a vedere il panorama più suggestivo, noi purtroppo non lo sapevamo e non siamo riusciti a godere a pieno il tour. Per fortuna ci hanno fatto scendere qualche minuto per ammirare la Cascata Kjosfossen, ma è inutile dire che questa fermata sarebbe dovuta durare molto di più sia per riuscire a fare delle foto con calma sia per ammirare con il giusto tempo questa forza della natura spettacolare.
Dopo un’ora di viaggio sulla Flam, siamo ritornati nella cittadina di Myrdal dove abbiamo preso il treno express per Bergen. Per quanto riguarda la crociera sul fiordo e il viaggio sulla Flam, noi avevamo grandi aspettative ma purtroppo devo dire che non si sono rivelate all’altezza. Il costo a persona è stato molto elevato per una gita di questo tipo infatti abbiamo speso ben 195 euro a testa; mi sento di consigliare questa gita solo alle persone di una certa età ed a coloro che scelgono di fare un viaggio in Norvegia molto rilassante. Ai più sportivi invece consiglio di trascorrere questa giornata in un altro modo perché altrimenti potrebbe rivelarsi molto noiosa e sarebbe un peccato perdere un’intera giornata. Ovviamente questa è solo la nostra opinione: se lo avessimo saputo prima avremmo fatto sicuramente una piccola crociera sul fiordo, magari solo di un’ora ma una giornata intera l’avremmo sfruttata più volentieri facendo un bel trekking da qualche altra parte. Per l’ultima cena a Bergen abbiamo voluto assaggiare il sushi take away all’Ichiban Sushi spendendo 330 corone in due per 24 maki con salsa di soia. Lo consiglio vivamente, era davvero ottimo!
A SPASSO PER BERGEN E VISITA AL BRYGGEN
Durante l’unica giornata che avevamo a disposizione per scoprire Bergen, decidiamo di visitare le parti più caratteristiche anche se avevamo una certa indecisione su che cosa concentrare la nostra attenzione dato che non ci sono moltissime cose da vedere se eliminiamo tutte le varie crociere, le escursioni guidate oppure i vari musei che però in questo viaggio non riuscivano ad entusiasmarci particolarmente. L’unica cosa che ci interessava era la gita sul Monte Urliken ma non sapevamo come arrivarci, così abbiamo deciso di abbandonare l’idea e di trascorrere il nostro tempo sulla parte antica della città e di visitare il Bryggen. Nel quartiere più antico di Bergen, risalente al XII secolo, possiamo ammirare solo una parte dei vecchi edifici molto caratteristici. Secondo noi, però, hanno perso un po’ del loro fascino dal momento in cui sono stati adattati per un uso commerciale invece di essere adibiti a museo, in modo da far rivivere la loro storia per i turisti o per chi desidera conoscere la Bergen del passato con il suo magico folklore. A parte questo, gli edifici sono molto belli e tenuti molto bene. Dopo aver mangiato qualcosa per pranzo al Mac Donald, non molto lontano dal quartiere (vi consiglio il menù di pesce, niente male per 10 euro) ci dirigiamo verso le varie chiese nei dintorni di cui ci colpisce tantissimo la Johanna’s church, una chiesa gotica costruita tra il 1891 e il 1894. Speravamo di poter andare sulla terrazza per ammirare dall’alto il panorama sulla città, ma purtroppo era chiusa ai turisti e non siamo riusciti a vedere nemmeno le indicazioni per accedervi. Dopo una piccola pausa non sapevamo cos’altro fare, così decidiamo di metterci in fila al tourist information, situato vicino al mercato del pesce, in modo da chiedere maggiori informazioni per raggiungere il Monte Urliken. Purtroppo, dopo un’attesa di un’ora e mezza, non riusciamo a capire bene dove poter prendere l’autobus per arrivare in quella zona. A quel punto decidiamo di fare qualche scatto con il cavalletto in una zona del porto, non distante da dove abbiamo precedentemente preso la nave per fare la crociera sul fiordo. C’era ancora abbastanza luce, così ci siamo divertiti a fare molte foto e abbiamo ingannato un po’ il tempo.
In serata, decidiamo di fare un ultimo tentativo e di provare a chiedere alla reception qualche dritta per arrivare al Monte Urliken la mattina seguente prima di prendere l’aereo per Bodo. Per fortuna, la ragazza dell’albergo è riuscita a farci capire dove prendere l’autobus indicandoci la zona dove avremmo dovuto scendere per prendere la funicolare utilizzando la mappa della città. Ha saputo dirci anche gli orari (ogni albergo solitamente ha delle cartine gratuite, vi consiglio di approfittarne perché possono far comodo come nel nostro caso). L’ultima serata a Bergen si è conclusa in maniera positiva, non vedevamo l’ora di arrivare sul Monte Urliken!
IL MONTE URLIKEN… E IL VIAGGIO VERSO IL GRANDE NORD
Dopo aver depositato le valigie in una stanza apposita vicino alla hall dell’albergo, ci dirigiamo alla fermata dell’autobus più vicina al Magic Solheimsviken (il nostro hotel). Quindi percorriamo la discesa e quasi alla fine di essa giriamo sulla sinistra. Andiamo avanti per circa 100 metri e troviamo la fermata semi nascosta fra i cespugli. Si vede a fatica il simbolo del pullman verso l’alto. Prendiamo l’autobus delle 9:04 (spendiamo 74 corone in due) e scendiamo a Haukeland dove l’autista dopo aver intuito che volevamo salire sul Monte Urliken ci dice di percorrere il ponte subito sopra alla fermata. Così, dopo 10 minuti circa di salite, raggiungiamo il punto di partenza della funivia. Quest’ultima è sempre molto affollata fin dall’orario di apertura: vi consiglio di arrivare lì il prima possibile e prepararvi mentalmente ad attendere in fila. Potete fare i biglietti di andata e ritorno mentre i vostri compagni di viaggio sono in fila. Si può fare con la postepay all’entrata (sulla destra). In due, abbiamo speso per l’andata e il ritorno 350 corone. Un altro consiglio che posso darvi è quello di dedicare un’intera giornata alla visita del Monte Urliken. La funivia chiude alle 23:00, non ve ne pentirete! Noi, per mancanza di tempo, siamo potuti rimanere solamente 2 ore ma se lo avessimo saputo prima avremmo dedicato molto più tempo a questa visita anche perché, dall’alto, il panorama è spettacolare. Inoltre ci sono molti sentieri ben segnalati per fare trekking.
Il Monte Urliken e il Monte Floyen sono imperdibili per chi visita Bergen e se avete poco tempo vi consiglio di organizzare bene queste due escursioni perché permettono di essere immersi nella natura. Non sembra affatto di essere in una capitale europea. L’incredibile vista dall’alto dei due monti permette di fare delle foto spettacolari. Verso le 13:00 siamo dovuti tornare di nuovo in albergo per ritirare le valigie e incamminarci per raggiungere la fermata dello shuttle, non molto lontana dal Tourist information, per l’aeroporto in centro. Nel pomeriggio abbiamo preso l’aereo con destinazione Bodo dove siamo arrivati intorno alle 19.30. Ci siamo diretti in direzione dell’hotel in modo da orientarci e capire dove avremmo potuto comprare qualcosa per la cena. Una volta posate le valigie era già abbastanza tardi, così, dopo aver comprato un panino al brunost per cena, siamo andati ad ammirare le prime luci della sera su una panchina.
La mattina dopo, la sveglia è suonata alle 5:20 del mattino e abbiamo fatto appena in tempo a prepararci un cestino per la colazione da portare via. Per fortuna, la sera prima avevamo preso la cartina di Bodo in albergo e il receptionist ci aveva gentilmente indicato il punto dove avremmo dovuto prendere il traghetto l’indomani, contrassegnato con il numero 4.
IN PARTENZA PER LE ISOLE LOFOTEN… UN SOGNO CHE SI AVVERA!
Il nostro hotel a Bodo era lo Scandic: ottimo come posizione per prendere il traghetto per Moskenes, infatti siamo arrivati al molo in 15 minuti con le valigie. Se viaggiate solo con lo zaino ci metterete la metà del tempo! I biglietti per il traghetto potete farli davanti all’attracco, verrà subito qualcuno da voi ed il costo è risultato abbastanza economico: 442 corone per due persone. Il viaggio fino a Moskenes è un po’ lungo: 3 ore e mezza di navigazione. Appena arrivati, abbiamo deciso di andare al Tourist information lì vicino per chiedere delle informazioni sugli orari degli autobus da/per Moskenes e anche per sapere quelli del traghetto per Værøy. Subito dopo abbiamo aspettato il pullman per Reine che ferma proprio a 10 metri dall’ufficio informazioni. Vi avviso che non ci sono cartelli quindi conviene aspettarlo comodamente seduti sulle panchine ed una volta sul posto lo vedrete subito! Per quanto riguarda gli autobus, dovete sapere che esiste una sola linea che va da A a Leknes, il nome riconoscibile per individuare i pullman che percorrono questa linea è A 300 Nordland. In una giornata di agosto gli autobus sono abbastanza frequenti ma comunque dovete calcolare all’incirca 1 ora / 1 ora e 30 minuti tra una corsa ed un’altra, per quanto riguarda il fine settimana qualcosa in più perché ci sono meno corse soprattutto la domenica. Purtroppo come ho già accennato all’inizio, dovete mettere in conto dei limiti se volete girare le Lofoten con i mezzi pubblici e soprattutto dovete essere sempre in anticipo alla fermata, i norvegesi sono solitamente molto puntuali, non dimenticatelo!
REINE
Appena saliti sull’autobus non vedevamo l’ora di arrivare a Reine, il viaggio per arrivarci è breve: solo 15 minuti! Non ci sembrava vero di essere arrivati e il posto era meraviglioso come ce lo aspettavamo e per di più c’era il sole… Un evento davvero raro! Purtroppo, abbiamo dovuto aspettare le 14:00 per fare il check in al Bed and Breakfast così abbiamo ingannato l’attesa mangiando qualcosa sulle panchine del centro. La nostra sistemazione nelle isole è stata il Lofoten Bed e Breakfast Reine e si è rivelata una scelta ottima. Le camere sono molto confortevoli, il personale è molto gentile e disponibile e c’è anche una saletta in cui è possibile bere un caffè caldo gratuitamente. Anche se all’inizio eravamo un po’ titubanti nella scelta, alla fine siamo rimasti pienamente soddisfatti e il centro si raggiunge solo in pochi minuti a piedi. Giusto il tempo di lasciare le valigie e ci siamo diretti con le nostre macchine fotografiche e il cavalletto alla scoperta di Reine, nella strada che dal Bed and Breakfast conduceva verso la coop. Questa mezza giornata è rimasta indelebile nei nostri ricordi anche perché Reine non l’abbiamo più vista con il sole e, per fortuna, siamo riusciti a scattare moltissime foto proprio questo giorno. Vi consiglio di dirigervi almeno una volta alla coop. È un po’ lontana dal centro, ma ne vale la pena perché potrete ammirare gli scorci più belli e caratteristici di questo incantevole villaggio, cogliendo l’occasione per fare delle belle foto da varie angolazioni, soprattutto dalla pedana in legno che troverete sul vostro cammino e nei pressi della curva (vicino c’è un piccolo parcheggio). Preparatevi a una veduta indimenticabile. Successivamente il sentiero sarà per un piccolo pezzetto di lato alla strada, poi dovrete camminare in fila indiana su di essa. Ma non vi preoccupate perché i norvegesi sono molto attenti. Anche se vi passeranno accanto faranno esattamente l’opposto degli italiani: lasceranno un bel margine di spazio fra voi e loro, soprattutto quando piove. Non vi faranno il bagno come i nostri connazionali! Mi ricorderò sempre la gentilezza di questo popolo! Dovremmo prenderli come esempio per molte cose! Noi abbiamo guardato il tragitto su Google Map. Posso dirvi che le distanze non sono calcolate perfettamente per quanto riguarda le Lofoten. Comunque, dal centro calcolate almeno un’ora e mezza a/r dalla coop, considerando le varie pause per le foto. La coop, inoltre, è molto fornita. Quindi se pensate di stare qualche giorno a Reine vi consiglio di prendere le cose più importanti come la verdura, la frutta, la base per qualche pasto. Alla coop potete comprare anche le birre delle Lofoten che sono buonissime (si possono acquistare solamente prima delle 20:00, poi non vengono più venduti alcolici da quell’ora in poi in Norvegia) per poi gustarvele nella vostra camera d’albergo. Nel centro di Reine c’è solamente un negozio, “il Circle K”, che vende un po’ di tutto, ma molte cose non le troverete se pretendete la scelta della coop. Qui potrete comprare souvenir e francobolli. C’è un piccolo reparto con alcuni prodotti locali buonissimi come il salmone o il pesce essiccato e alcuni hamburger classici ma anche vegetariani o di pesce, patatine, hot dog e gelati. Una cosa importante su cui dovete essere informati riguardo Reine è l’escursione al Reinenbringen. Nel Bed and Breakfast abbiamo trovato un depliant con tutte le informazioni principali come orari degli autobus, battelli etc… Tra cui c’era una notizia che ci ha rattristato non poco: non sarà possibile scalare il Reinenbringen fino almeno al 2020 perché le guide alpine stanno sistemando il sentiero insieme agli sherpa… dato che era diventato pericoloso!
Å E HAMNØY
La mattina sul presto, sotto una fitta pioggia, siamo saliti sull’autobus in direzione di Å e con le nostre mantelline siamo andati in perlustrazione di questo villaggio di pescatori molto particolare. Colpisce a prima vista con i suoi rorbu color rosso e la sua vegetazione che fa percepire una grande presenza di acqua. Purtroppo, non abbiamo potuto godere di questo paesaggio con il sole. È stato così per tutto il resto del nostro soggiorno alle Lofoten, ma eravamo ugualmente felici di trovarci qui, nel Mar di Norvegia, così lontano dal caos dell’Italia. Per pranzo, abbiamo mangiato una fetta di torta deliziosa simile allo strudel con banana, frutta secca e uvetta insieme ad un caffè al “Museum Café”. Ve lo consiglio! Dovete assolutamente fare un salto anche alla Norsk Fiskevaersmuseum bakeri, una sorta di panificio-museo dove fanno ancora il pane come una volta. Noi ne abbiamo comprato un pezzo per assaggiarlo insieme a del pane tipico dolce, cotto con l’uvetta, le noci e la cannella. Davvero molto buono!
Dopo la nostra pausa pranzo siamo saliti nuovamente sull’autobus in direzione di Hamnøy, un altro villaggio assolutamente imperdibile se venite da queste parti. Vi consiglio di fare le foto dal ponte che troverete dopo che avrete visitato il villaggio, non lontano dalla fermata dell’autobus che prenderete al ritorno. Lì potrete posizionare il vostro cavalletto per immortalare una delle foto più belle del vostro viaggio in Norvegia! L’escursione ad Å e Hamnøy richiede in tutto un po’ più di una mezza giornata se volete visitare questi luoghi con tranquillità e calma, calcolando anche di spostarvi in autobus.
VÆRØY… ALLA RICERCA DEI PULCINELLA DI MARE
Una tappa che non volevamo assolutamente perdere nelle isole Lofoten era Værøy. È l’isola più sperduta e selvaggia dove è possibile avvistare i bellissimi uccelli “pulcinella di mare”. Questa meta è stata una vera e propria avventura che non dimenticheremo! Siamo riusciti a fare questa escursione nell’unica giornata in cui il meteo prevedeva solo un po’ di vento, ma non è stato proprio così… Appena siamo arrivati sul posto con il primo traghetto disponibile per la tratta Moskenes-Værøy (il costo del biglietto è di circa 20 euro a testa) è iniziato a piovere abbastanza forte e siamo stati costretti a indossare le nostre mantelline. Appena scesi dal traghetto abbiamo chiesto informazioni al Tourist information, che si trovava proprio lì davanti, riguardo l’inizio del percorso per Mahornet. Abbiamo preso gratuitamente la mappa di Værøy con le indicazioni. Purtroppo ci sono state delle incomprensioni che, oltre alla mancanza di segnaletica, non ci hanno permesso di arrivare a Mahornet. Ma meglio andare per gradi… Una volta usciti dal Tourist information, ci siamo incamminati per la strada principale per poi dirigerci verso Marka finché non abbiamo trovato un cartello che indicava la biforcazione tra Punn Sandem e Hornet (nella mappa è segnata con il numero 25), che non si deve confondere con Mahornet (noi volevamo vedere il panorama dalla cima), il cui percorso è molto più lungo. Le guide riportano un percorso di 2- 4 ore solo andata, ma forse ci vuole un po’ più di tempo. Durante il trekking di questa giornata abbiamo riscontrato un problema non da poco: non siamo riusciti a trovare cartelli che indicavano la strada per Mahornet ma solo per Hornet e Heya così abbiamo scelto di arrivare a Hornet, sperando di fare la scelta giusta. A un certo punto però a causa del forte vento siamo dovuti tornare indietro e non sapevamo se proseguire per Heya per paura di perdere il traghetto, dato che dovevamo ripercorrere la strada a piedi fino al porto. Non ci sono autobus sull’isola e ci sono diversi km da percorrere. Sulla via del ritorno quindi ci siamo fermati alla spiaggia di Punn Sandem, a dir poco bellissima. Infatti avrebbe meritato di essere esplorata in lungo e in largo, ma il forte vento ce lo ha impedito. Siamo rimasti lì solo una mezz’ora. Nel frattempo, nonostante il vento, sembrava di vedere una burrasca all’orizzonte e non sapevamo proprio come fare dato che il traghetto non sarebbe arrivato prima di due ore. Inizialmente ci siamo riparati sotto una panchina con una tettoia, ma poco dopo, un forte acquazzone si è abbattuto su di noi. Questa volta neanche le nostre mantelline ci hanno protetto e arrivati sul porto ci siamo fermati sotto una minuscola tettoia accanto ad un cassonetto. Bagnati come pulcini e infreddoliti dal vento polare, solo dopo un po’ abbiamo visto un miraggio: una sala d’attesa. Non credevamo ai nostri occhi, così ci siamo precipitati dentro e nel giro di pochissimo tempo anche altri viaggiatori con lo zaino in spalla come noi ci hanno raggiunto. È stata la nostra salvezza fino all’arrivo della nave! Anche questa escursione è stata un’avventura. Il tempo non è stato dalla nostra parte e non siamo saliti in cima al Mahornet. Comunque Værøy ci è piaciuta tanto. Consiglio di pernottare in loco in modo da godersi con tutta calma i bellissimi panorami che offre quest’isola e magari potrete riuscire a vedere i pulcinella di mare. In base alle notizie che ho letto su internet sembra che il periodo migliore per avvistarli è compreso tra giugno e agosto ed è più facile ammirarli nelle prime ore del mattino oppure in serata. Noi, purtroppo, nonostante abbiamo percorso dei sentieri che indicavano la presenza di questi meravigliosi uccelli, siamo rimasti delusi perché non ne abbiamo visto neanche l’ombra. Alle 22:00 abbiamo preso il traghetto per Moskenes e alle 00.00 avevamo un taxista ad aspettarci per tornare a Reine (se come noi non avete un mezzo, dovete prenotare il taxista in anticipo, almeno un giorno o due prima perché sono pochissimi in tutte le Lofoten ed a quell’ora non ci sono autobus).
LE SPIAGGE DI RAMBERG E FLAKSTAG
Dopo Værøy volevamo fare un’escursione più tranquilla, così ci era venuta l’idea di fare un giro in traghetto che da Reine ci avrebbe condotto a Vindstand. Poi, una volta arrivati, avremmo potuto fare trekking e vedere dall’alto la spiaggia di Bunes. Purtroppo, però, abbiamo scoperto solo la mattina che non ci sarebbe stata nessuna escursione. Così, delusi e increduli allo stesso tempo abbiamo preso la decisione di visitare alcune spiagge che, come posizione geografica, si trovavano non troppo lontane da Reine, all’incirca 30 minuti in autobus. Appena scesi alla fermata di Ramberg abbiamo approfittato per comprare il pranzo al supermercato situato lì vicino e siamo entrati all’ufficio turistico di fronte dove una signora gentilissima, oltre a vendere souvenir, aveva dei prodotti tipici delle Lofoten come il té ai cloudberries (aveva un profumo buonissimo). Non abbiamo resistito e ne abbiamo comprato un pacchetto. Subito dopo ci siamo diretti alla spiaggia di Ramberg e vista l’ora abbiamo mangiato il nostro panino comodamente seduti su una panchina con vista sul mare finché una pioggia sempre più insistente ci ha rovinato nuovamente l’atmosfera. Ormai rassegnati abbiamo indossato ancora una volta le nostre mantelline facendo attenzione a proteggere la nostra macchina fotografica. Sotto la pioggia abbiamo camminato sulla spiaggia dove regnava un’atmosfera di pace e tranquillità e dove erano presenti tantissime meduse che si trovavano sul bagnasciuga. Con il temporale i colori dell’acqua facevano risaltare ancora di più la bellezza del posto. Prima dell’acquazzone due turiste probabilmente russe hanno provato a fare un bagno resistendo in acqua solo pochi secondi. L’acqua assomigliava soltanto a quella delle Maldive, ma in realtà era molto fredda: ho provato a bagnarmi le mani e mi è bastato… Il tempo non ci ha dato tregua per tutta la giornata, ma volevamo ugualmente arrivare a Flakstag. Così, in fila indiana, abbiamo percorso altri chilometri sul ciglio della strada. È stato bello vedere tutti gli automobilisti norvegesi che si scansavano di diversi metri per metterci in sicurezza e proteggerci dalle pozze d’acqua. Questo è un grande gesto di civiltà che anche gli italiani dovrebbero imparare… Intanto pioveva sempre più forte e quindi abbiamo preferito vedere la spiaggia da lontano dato che era molto più piccola di Ramberg. Ci siamo accontentati di scattare qualche fotografia in lontananza, ripercorrendo la strada all’indietro fino alla fermata dell’autobus. Purtroppo, come vi ho già accennato, il sabato e la domenica ci sono meno corse, così abbiamo ingannato l’attesa degustando una cioccolata calda che ci ha riscaldato il cuore ma anche l’anima, troppo infreddolita dalla pioggia.
TREKKING NEI PRESSI DI FREDVANG
Il nostro ultimo giorno di vacanza volevamo passarlo immersi nella natura… Una volta ritornati in Italia ci sarebbe mancato tutto questo e volevamo viverlo fino all’ultimo respiro, facendo un ultimo trekking e una passeggiata nella parte di Reine che non avevamo ancora esplorato. Di prima mattina, un po’ malinconici e incavolati perché neanche l’ultimo giorno avremmo potuto godere di una bella giornata di sole, ci incamminiamo lungo la strada che conduceva alle case vicino alla costa rocciosa del villaggio per scattare qualche foto con una visuale diversa, immortalando le tante cascate che, grazie alle abbondanti piogge dei giorni scorsi, rendevano Reine davvero unica. Dopo circa un’oretta decidiamo di sfidare la pioggia, a cui ormai eravamo abituati, per dirigerci con l’autobus nella zona di Finnbyen. L’autista ci ha fatto scendere alla fermata di Fredvang Kyss che doveva essere la più vicina al sentiero per l’escursione al Volandstinden: un trail facile che ci avrebbe permesso di godere di una vista magnifica con solo un’ora o due di cammino. Purtroppo, anche se abbiamo seguito alla lettera le indicazioni della nostra guida riguardante le Lofoten, non abbiamo visto nessun cartello informativo che indicasse il percorso. Quindi, dopo un po’ abbiamo iniziato a camminare sulla destra per circa un chilometro sorpassando un casottino rosso con le impalcature per mettere i pesci ad essiccare. Poco più avanti abbiamo trovato un grande capannone rosso e, di fronte, avevamo l’isola Geitoya. Ci siamo incamminati sulla sinistra per l’unico sentiero che sembrava portasse da qualche parte. Ovviamente non era il trail che ci eravamo prefissati, ma siamo arrivati comunque ai piedi di una bella cascata e per una mezz’ora ha smesso anche di piovere. Dall’alto la vista era stupenda, così siamo rimasti in contemplazione della cascata per un po’. Il rumore dell’acqua e il sole che faceva capolino fra le nuvole rendeva quel posto magico, uno dei tanti angoli nascosti e immersi nella natura della Norvegia.
Nel pomeriggio inoltrato il tempo continua a peggiorare, così siamo ritornati a Reine aspettando il momento adatto per fare le ultime fotografie con l’autoscatto davanti al molo. Desideravamo solo immortalare nei nostri ricordi la bellezza di Reine con un piccolo raggio di sole e goderci gli ultimi attimi di una vacanza ormai giunta al termine… Non ci siamo riusciti, purtroppo, ma ci siamo promessi in futuro di tornare in questi magnifici posti e rivedere Reine e ammirare l’aurora boreale. Chissà, magari se torneremo durante l’estate riusciremo a scalare il Reinenbringen!
IN VIAGGIO VERSO BERGEN
Alle 6:15 il taxi che avevamo prenotato la mattina prima ci è venuto a prendere davanti al nostro Bed and Breakfast per portarci a Moskenes, in modo da salire sul traghetto delle 7:00. Il giorno prima, per fortuna l’autista ci aveva informato che la nave delle 9:00 era stata annullata per tutto il resto del mese di agosto. Appena in tempo, perché senza di lui avremmo perso l’aereo a Bodo. Un’indicazione: per quanto riguarda il prezzo del taxi (tratta Reine-Moskenes), di mattina ci è costato solo 16 euro. Una volta arrivati a Bodo abbiamo deciso di fare la strada fino all’aeroporto a piedi, in modo da riuscire a fotografare questa piccola cittadina del Nord con la luce del sole. All’andata, infatti, non avevamo avuto tempo di scattare qualche foto al porto, così abbiamo ingannato il tempo in questo modo. Nel pomeriggio, una volta imbarcati sull’aereo, abbiamo fatto scalo a Trondheim e, successivamente, siamo arrivati all’aeroporto di Bergen in serata. L’ultima notte in Norvegia l’abbiamo trascorsa al Confort hotel, situato all’aeroporto.
PARTENZA PER L’ITALIA
La mattina presto, dopo aver assaggiato una delle più buone colazioni di tutto il viaggio, siamo partiti per l’Italia facendo uno scalo ad Amsterdam e atterrare a Pisa con una temperatura di circa 34 gradi… Il nostro viaggio di laurea si è concluso così.
Non scorderemo mai i bellissimi momenti che abbiamo trascorso nel grande Nord, la gentilezza dei suoi abitanti, il clima pungente, la sua natura meravigliosa, la pace e la tranquillità di Odda e delle isole Lofoten!
Di seguito, voglio darvi alcuni consigli utili per la progettazione di questo viaggio.
Se volete cambiare i vostri euro in corone in loco vi consiglio di arrivare nel pomeriggio a Bergen e non la sera tardi, perché i bancomat dell’aeroporto possono essere fuori uso o non avere abbastanza contante. La cosa migliore sarebbe cambiare le corone in Italia per le emergenze, per il resto vi consiglio di utilizzare il postepay per pagare la spesa, gli autobus ed altro. Ovviamente ci sono delle commissioni da mettere in conto, ma sono alte solo se la cifra è considerevole. Noi, per esempio, avevamo portato circa 200 euro in contanti, poi abbiamo prelevato a Odda altri 200 euro a testa dal postepay per avere qualcosa in corone per le emergenze (cioè per tutti quei servizi in cui non era possibile pagare con la postepay). Per il resto, invece, abbiamo usato la carta, compreso il pagamento della seconda valigia che non abbiamo potuto dichiarare in tempo.
Se, come noi, decidete di fermarvi a Odda, andate prima a Bergen come prima tappa e cercate di alloggiare vicino alla stazione degli autobus, così la mattina sarete nelle vicinanze quando dovrete ripartire in direzione Odda. I biglietti si fanno direttamente sull’autobus dove si può pagare con la postepay; ci sono anche delle macchinette alla stazione, ma è un po’ complicato perché bisogna sapere esattamente le varie zone. Noi abbiamo chiesto aiuto a un ragazzo norvegese e anche lui si è trovato in difficoltà, quindi lasciate perdere. Per quanto riguarda la scelta di visitare prima Odda e poi Bergen non ve la consiglio perché Bergen è un po’ più caotica e non è paragonabile a Odda. Quest’ultima vi piacerà molto di più: sarete immersi nella natura e riuscirete così a rilassarvi in previsione delle Lofoten!
A Odda ci sono tantissime vespe, soprattutto vicino ai cestini, quindi usate un repellente per gli insetti e la crema solare se non volete scottarvi. Inoltre mangiate in luoghi riparati altrimenti gli insetti non vi daranno tregua!
Vi consiglio di prenotare lo shuttle per il Trolltunga la mattina presto del giorno prima dell’escursione dal sito di Odda taxi; il costo per l’andata e il ritorno è di 500 corone per due persone. Se non siete sicuri di arrivare in tempo per l’ultimo autobus previsto, forse vi conviene fare il biglietto di sola andata e poi chiamare un taxi per il ritorno. L’autobus parte dalla stazione del bus di Odda e arriva fino a Skjeggedal (da dove parte il percorso del Trolltunga). I primi 4 km in salita potete evitarli prendendo una navetta; potete fare i biglietti nei pressi della fermata dell’autobus, proprio all’inizio della salita. La scelta di risparmiare questi primi km è consigliabile dato che il percorso è estenuante. Inoltre potete approfittare per fare qualche sosta durante il trail e risparmiare tempo che vi servirà quando dovrete aspettare il vostro turno per fare le foto sulla punta della lingua del troll che, in base all’orario in cui arriverete, può essere lunga.
Durante il vostro viaggio in Norvegia potete bere tranquillamente l’acqua del rubinetto di qualsiasi albergo e aeroporto. Non solo è potabile ma è anche buonissima. Inoltre risparmierete moltissimo sul budget e, allo stesso tempo, aiuterete l’ambiente riempiendo le vostre borracce da trekking! Le persone dovrebbero imparare questa abitudine anche a casa, basta utilizzare le borracce al posto di comprare ogni volta bottiglie di plastica! Non bevete quella dei ruscelli perché va depurata!
Un’altra cosa che vi farà ridurre i costi: fare la spesa al supermercato. Il Rema e il Kiwi sono quelli più a buon mercato, ma anche gli altri vi faranno risparmiare tantissimo rispetto a mangiare fuori etc… La Norvegia è carissima. Purtroppo i vegetariani avranno qualche problema qui. Considerate che io non mangio carne e solo alcuni tipi di pesce. Mi sono ritrovata a mangiare quasi sempre le stesse cose per due settimane come dolci, formaggio, insalate miste, frutta, barrette ai cereali. Una volta ho assaggiato una scatoletta di tonno, per lo più buonissimo, e il salmone delle Lofoten.
Gli autobus nelle Lofoten ci sono all’incirca ogni 1-2 ore (dipende dal momento della giornata e ci sono meno corse la domenica).
Considerate che non ci sono Tourist information in tutti i villaggi delle Lofoten. Noi li abbiamo trovati a Moskenes (vicino a dove attraccano i traghetti, poco più in là), a Værøy (al porto), a Ramberg (vicino la fermata dell’autobus).
Paragonando questo viaggio con quello che abbiamo fatto in Irlanda, muovendoci sempre con i mezzi pubblici, abbiamo notato la scarsa organizzazione dei norvegesi riguardo le escursioni. Mentre al Tourist information di Dublino potevamo scegliere vari depliants con varie escursioni guidate di mezza giornata, di un giorno oppure di più giorni a prezzi modici (che ci hanno permesso di vedere i posti più belli di tutta l’Irlanda in una settimana), in Norvegia siamo rimasti delusi quando abbiamo constatato che non erano previste escursioni organizzate a tutte le cascate presenti a Odda e dintorni.
Un’altra cosa che ci ha deluso molto e che spesso ha ostacolato il nostro trekking è stata la mancanza di cartelli segnaletici per quasi tutti i percorsi indicati sulla guida delle Lofoten (che potete trovare al Tourist information di Moskenes o al negozio Circle K nel centro di Reine). Solitamente si trova in inglese. Un’organizzazione impeccabile in questo senso, l’abbiamo trovata solamente al Trolltunga (nella zona di Odda).
Un’altra cosa a cui dovete fare attenzione: negli orari degli autobus sono segnate solo le fermate principali e non quelle intermedie. Bisogna organizzare bene le escursioni in base agli orari degli autobus.
I taxi sono pochissimi alle Lofoten, quindi dovete prenotare con largo anticipo. Almeno un giorno prima o anche qualcosa in più se dovete partire/ritornare a orari particolari come la mattina molto presto o la sera tardi. Purtroppo, non tutti gli autisti parlano bene l’inglese, ma non disperatevi, provate a richiamare. Quando abbiamo spiegato che non riuscivamo a capire bene, dato che un autista diceva solamente qualche parola in inglese e il resto in norvegese (fra loro si passano le chiamate se ci sono questi problemi), poco tempo dopo ci ha contattato un altro autista che parlava bene in inglese.
Nel caso specifico di Wind come operatore, per connettersi a internet si deve attivare il roaming dati nelle impostazioni del proprio smartphone.
Durante il nostro soggiorno non abbiamo potuto fare l’escursione a Bunes perché non veniva effettuata. Siamo rimasti molto stupiti perché non c’erano neanche indicazioni al riguardo neanche sul punto dove avrebbe dovuto attraccare il traghetto.
Nella progettazione del vostro viaggio in Norvegia, mettete in valigia un abbigliamento a strati che preveda le 4 stagioni. Calcolate che il tempo cambia rapidamente e può fare anche molto freddo. Le racchette sono comodissime e indispensabili per i vari trekking.
Per l’escursione al Trolltunga non dimenticate di andare al centro turistico di Odda il giorno prima della vostra escursione, per sapere esattamente come sarà il tempo e se vi conviene rimandare l’escursione. Calcolate qualche giorno in più di permanenza a Odda per questo motivo, almeno non avrete brutte sorprese! Il Trolltunga vale da solo il viaggio in Norvegia!
Conviene organizzare l’itinerario e i vari trekking calcolando di spostarvi con la macchina e prenotare i pernottamenti nei luoghi delle varie escursioni, in questo modo potrete godervi il vostro trekking senza dover venire via a metà percorso e subito dopo potrete rilassarvi in albergo oppure in tenda. In questo modo eviterete perdite di tempo e avrete l’occasione di fare molti più trail.
Anche se il periodo migliore per visitare la Norvegia nel periodo caldo dell’anno è quello che va da giugno ad agosto, forse sceglierei il mese di giugno (noi non potevamo, perché ci siamo laureati verso la fine di luglio). Infatti, ho letto che è quello più secco e inoltre è l’ideale per il sole di mezzanotte. Forse riuscirete anche a vedere la spiaggia di Bunes (dato che è alta stagione). Noi avevamo portato le mascherine, ma non ci sono servite. Verso le 22:00 era quasi buio e, comunque, in ogni albergo abbiamo trovato sia le tendine da sole e le tende.
Ricordatevi di portare sempre con voi un sacchetto per i vostri rifiuti da mettere nel vostro zaino e quando vedete dei cestini approfittatene, perché non ce ne sono moltissimi. Rispettate sempre la natura e non inquinate. La Norvegia vi rimarrà nel cuore! Spero che questi consigli possono esservi utili! Buon viaggio!