I “Caraibi” della Calabria
Primo giorno – Costa degli Dei
Partenza da Venezia alle 10.50 e arrivo a Lamezia Terme alle 12.30 circa in perfetto orario. Unico inconveniente l’attesa delle valige… le abbiamo aspettate per quasi un’ora! Poi ritiro dell’auto in aeroporto da Locauto (una Ypsilon, prenotata ad aprile, per 12 giorni a 340 euro, cifra non male visti i prezzi dei noleggi da queste parti).
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Subito ci siamo messi in viaggio verso San Leo di Briatico dove già ad aprile avevamo prenotato un appartamento in un piccolo residence. Il residence offre camere piccoline, con cucina e bagno privato. In alcuni c’è anche il terrazzo. Unico inconveniente: la doccia piccola! L’appartamento è pulito e la signora che accoglie è molto cordiale, gentile e disponibile.
A circa un paio di chilometri dal residence, a Briatico, si trovano: un’ottima pasticceria (i Garrì) per fare delle buonissime colazioni, un’agenzia che organizza due mini crociere – per le isole Eolie e lungo la costa da Briatico a Capo Vaticano -, un panificio/salumeria per farsi preparare dei pranzi veloci, una farmacia, ortofrutta, supermercato, posta, benzinaio, tabaccaio e negozio di giocattoli/ombrelloni… tutto ciò che serve insomma.
La scelta di Briatico come sistemazione non è stata affatto casuale: volevamo una posizione strategica per goderci a pieno la Costa degli Dei, quella parte di costa che delimita il cosidetto Corno di Calabria, un tratto lungo 55 Km circa dove a lunghe spiagge bianche si susseguono rocce frastagliate con piccole calette raggiungibili solo a piedi o via mare. Mare trasparente, fondali ricchi di pesci e spiagge bianchissime sono le tre caratteristiche principali di questo tratto di costa che va da Pizzo a Nicotera.
È già pieno pomeriggio, indossiamo il costume e dopo aver esplorato un attimino il paesino, ci dirigiamo in spiaggia a Briatico. Qui visitiamo i ruderi di una torre di avvistamento saracena e ci godiamo un po’ il mare.
Ormai era già sera… una doccia veloce e cena a “Le Rose”, un ristorantino di pesce eccezionale a pochissimi chilometri da San Leo! Abbiamo mangiato una serie di antipasti di pesce, tra cui un eccezionale salmone su letto di cocco e delle cozze strepitose. Il tutto accompagnato da un buon vino, dolce e caffè. 55 euro in tutto.
Secondo giorno – Costa degli Dei
Il secondo giorno siamo partiti alla volta di Capo Vaticano. Il promontorio di Capo Vaticano è situato di fronte a Stromboli e separa due golfi: il Golfo di Sant’Eufemia e il Golfo di Gioia Tauro. Capo Vaticano comprende la zona costiera dalla baia del Tono alla baia di Santa Maria.
Le strade non poco ripide e gli scarsi cavalli della macchina hanno reso faticosa qualche risalita, ma ne è certamente valsa la pena… i panorami mozzafiato hanno sempre ripagato!
La nostra prima tappa del giorno è stata la Spiaggia del Tono, poco prima di Capo Vaticano, frazione del comune di Ricadi. Una discesa piena di tornanti e curve molto stette ci ha portato a un grande piazzale con parcheggio a pagamento. Il park si deve pagare ad un ausiliare del comune e costa 1 euro/l’ora.
Siamo stati alla Spiaggia del Tono per un paio di ore… Abbiamo passato gran parte del tempo a sguazzare nelle limpide acque e a giocare con i pesci! Spingendoci qualche metro più in là della riva abbiamo visto anche un polipo!
Verso le 16 abbiamo lasciato la spiaggia e ci siamo diretti verso il Belvedere di Capo Vaticano, tappa assolutamente da non perdere: colori e rocce a strapiombo sul mare meravigliose. Al Belvedere si può percorrere un sentiero che ti fa ammirare Capo Vaticano da diverse prospettive, una più bella dell’altra!
Dopo aver qui scattato moltissime foto, ci siamo diretti alla spiaggia di Grotticelle, una delle baie più suggestive di Capo Vaticano, formata da tre spiagge contigue. Peccato che il sole cominciava a scendere e i colori del mare risaltavano poco.
Mentre siamo sulla strada del ritorno decidiamo di fermarci nella maestosa Tropea, una città a strapiombo sul mare dove rocce e case sembrano fondersi l’una con l’altra.
Tutto il centro storico di Tropea è zona a traffico limitato. Tutti i parcheggi sulla strada limitrofi al centro storico sono a pagamento a 1,50 euro/ora 24 ore su 24. Dopo un velocissimo spuntino a “Le mille molliche” (un panificio) ci siamo diretti verso il centro città. Subito abbiamo ammirato da una piazza panoramica il Santuario Benedettino di Santa Maria dell’Isola, situato sullo scoglio dell’omonima isoletta che è collegata alla terraferma solo da un sottile lembo di sabbia. In lontananza, sullo sfondo, si intravedeva anche Stromboli con il fumo delle sue eruzioni.
Abbiamo percorso qualche via della città e il Corso Vittorio Emanuele. Siamo così arrivati in un’altra terrazza panoramica, da cui si poteva ammirare il Santuario da un’altra prospettiva e la vera bellezza di Tropea: una spettacolare spiaggia con alle spalle case costruite su una rupe di arenaria. Un ambiente davvero unico.
Terzo giorno – Costa degli Dei
Il terzo giorno abbiamo ripercorso la strada che collega Briatico a Tropea fermandoci a vedere tutte quelle spiagge il cui accesso era libero (in questa zona alcuni tratti di spiaggia sono inaccessibili perché riservati agli innumerevoli hotel o villaggi turistici che affollano la costa). Abbiamo così fatto tappa a Torre Sant’Irene, Zambrone e Parghelia, ripromettendoci di ritornare in ognuno di questi posti nei successivi giorni. Risaliti in auto ci siamo diretti verso Tropea, dove era nostra intenzione trascorrere l’intera giornata.
La strada che porta al mare è molto semplice: arrivando da Briatico, prima di entrare a Tropea, c’è un segnale che indica “porto e mare”. Bisogna scendere fino al porto, lasciare quest’ultimo sulla destra e proseguire ancora per qualche metro. L’auto la si può lasciare sulla strada, vicino al muretto che separa la strada dalla spiaggia. Il park, a nostra sorpresa, era gratuito (se non c’è posto, se si prosegue con l’auto, si trova uno spiazzale con park a pagamento). A piedi abbiamo fatto una passeggiata nelle due spiagge di Tropea: quella a destra e quella a sinistra dell’Isola. Per i colori dell’acqua e per lo scenario spettacolare che avevamo immediatamente dietro alle nostre spalle, abbiamo scelto la spiaggia a sinistra dell’Isola. Purtroppo però da questa parte, verso le 17, il sole comincia a nascondersi dietro l’Isola e, con il passare dei minuti, l’ombra aumenta sempre più, facendo diventare anche le acque limpide e azzurre del mare sempre più scure.
Quarto giorno – Costa dei Gelsomini e Costa degli Aranci
Il quarto giorno al risveglio un cielo nuvoloso ci fa cambiare i piani: invece di dirigerci verso la zona a sud di Capo Vaticano, decidiamo di anticipare l’esplorazione della costa ionica da Locri a Soverato. Con l’intenzione di evitare sali-scendi tortuosi per passare dalla costa tirrenica alla costa ionica, decidiamo di allungare un po’ la strada, di prendere l’autostrada Salerno – Reggio Calabria a Pizzo per poi uscire a Rosarno e prendere la strada che porta fino a Gioiosa Ionica. Dopo un lungo tratto di autostrada a doppia corsia con spettacolari panorami come cornice, ecco che da Mileto a Rosarno all’improvviso lavori in corso trasformano una comoda autostrada in una normale stretta strada ad una sola corsia per senso di marcia. Finalmente usciamo dall’autostrada e seguiamo le indicazioni per Gioiosa Ionica: una strada molto molto comoda per passare da un mare all’altro.
Con un po’ di peripezie (abbiamo preso per sbaglio una strada alternativa alla principale) siamo saliti fino alla bellissima e singolare Gerace, uno dei borghi medievali più belli d’Italia. Il borgo antico è ricco di chiese e palazzi d’epoca. Magnifici sono la Cattedrale e il Castello. Di quest’ultimo rimangono una grande torre e poche mura le quali in parte sono state ricavate dalle rocce e in parte si ergono a picco sui burroni circostanti. Oltre alla parte storica il pesino offre viste panoramiche del Parco Nazionale dell’Aspromonte e vedute che arrivano fino al mare. In un paio d’ore abbiamo girato ogni singola viuzza del paesino e percorsa tutta la passeggiata panoramica molto ben curata con fiori, piante e palme.
Dopo un’altra serie infinita di curve e tornanti arriviamo di nuovo in zona mare, precisamente a Locri, e da lì cominciamo la nostra risalita lungo la Costa dei Gelsomini seguendo la strada del lungomare che non si interrompe mai fino a Marina di Catanzaro.
Ci siamo fermati ad ammirare e fare qualche scatto a quasi tutte le spiagge dei diversi paesini: Siderno, Marina di Gioiosa, Roccella Ionica, Riace Marina. Lungo questo tratto gli arenili sono bassi e sabbiosi e le acque sono pulite e limpide. Peccato che il colore grigio del cielo non ha messo in risalto i colori del mare.
Lasciata alle spalle Riace Marina, si entra ufficialmente nella Costa degli Aranci, costa che alle sue due estremità è caratterizzata da spiagge di sabbia e ciottoli e che, invece, nella parte centrale, è interessata dalla presenza di promontori rocciosi.
Ammiriamo così gli arenili ciottolosi delle lunghe spiagge di Santa Caterina, Marina di Badolato e Soverato osservando come mano a mano che ci si avvicina a quest’ultimo aumentano le strutture turistiche, la cura delle spiagge e le attrazioni per bambini. Non a caso è uno dei centri turistici più conosciuti della costa ionica ed è adeguato ad accogliere turisti di ogni età.
Continuando a percorrere verso nord la Costa degli Aranci, rimaniamo letteralmente incantati e sbalorditi dalla parte centrale di questo tratto: ci imbattiamo nel possente promontorio di Stalettì. Purtroppo però è ormai sera e la debole luce del sole rende tutto buio e spento.
Decidiamo quindi di dirigerci verso la costa tirrenica. Saliamo fino vicino Catanzaro e riprendiamo l’autostrada in direzione Lamezia Terme. La strada è a sorpresa ancora più bella e scorrevole della Rosarno – Gioiosa Ionica.
Vista l’ora non molto tarda, decidiamo di farci un giretto a Pizzo.
Sulla spiaggia, un paio di chilometri a nord del borgo, c’è Piedigrotta, una chiesetta scavata nel tufo con stalagmiti come colonne e ricca di statue. Risaliamo la faticosa e interminabile scalinata che porta da Piedigrotta alla strada e con molto fiatone raggiungiamo il centro, parcheggiando in un park gratuito a due passi dal centro storico (parcheggio Papa). Prendiamo una delle scalinate che portano a Piazza della Repubblica. Pizzo è un centro a picco sul mare di origine medioevale famosissimo per il castello aragonese, nelle cui carceri venne rinchiuso Gioacchino Murat. È rinomata anche per il tartufo (bianco e nero) e la torta belvedere. Noi ci siamo fatti una scorpacciata alla gelateria artigianale “Belvedere”: tartufo bianco, tartufo nero e torta belvedere costano 5 euro l’uno. Eccezionali! E se il tartufo è affogato nel caffè, diventa davvero super!
Quinto giorno – Isole Eolie
Per chi viene in vacanza nella Costa degli Dei, il tour delle Eolie è sostanzialmente un must. Ci sono diverse compagnie che organizzano queste escursioni. Noi ci siamo affidati alla “Briatico Eolie”, compagnia che offre anche il transfert fino al porto di Tropea. La partenza è prevista dal porto per le 7.45 circa e il rientro per le 19.30 circa. Il costo dell’escursione è 45 euro, il costo del transfert 3 euro. Ne vale veramente la pena!
Dopo un paio di ore di navigazione arriviamo a Stromboli, l’isola più settentrionale delle Eolie, che si estende per 12 Kmq circa. Stromboli ha una persistente attività esplosiva ed è uno dei vulcani più attivi al mondo: le sue esplosioni avvengono ogni 15 minuti circa. Attracchiamo al porto e in un’oretta facciamo il giro del paese di Stromboli. È impossibile non notare l’inesistenza di automobili: perfino i carabinieri vanno in giro con l’auto a batteria! In una delle pasticcerie ci mangiamo un cannolo siciliano e ripartiamo verso Lipari. Purtroppo non circumnavighiamo l’isola, e conseguentemente non vediamo la Sciara del Fuoco (c’è un’escursione serale per vedere quest’ultima e le sue esplosioni).
Costeggiamo Panarea e in breve tempo sbarchiamo a Lipari. La Briatico Eolie propone tre possibilità per le due ore e mezza a seguire: giro libero a Lipari di Lipari (paese di arrivo con la barca), tuffi nei mari più esclusivi di Lipari (10 euro), tour in bus dell’isola con guida lungo la strada panoramica che costeggia tutta l’isola (10 euro). Visto che Lipari con i suoi 37 Kmq di superficie è l’isola più grande, decidiamo di girarcela con il bus. Raggiungiamo Punta della Crapazza da cui si possono ammirare le Bocce di Vulcano, il braccio di mare che divide Lipari da Vulcano; Quattropani, da cui si vede Salina (questo è uno dei più begli affacci al mondo!); Acquacalda e la sua cava di pomice, rimasta attiva fino al 1 agosto 2007 e ora patrimonio dell’ Unesco. In una delle tappe, si ha l’onore di assaggiare uno dei prodotti tipici dell’isola, la Malvasia, e di ammirare il vetro vulcanico formatosi grazie al rapido raffreddamento delle lave: l’ossidiana. Giusto il tempo di mangiarci una granita rinfrescante e si riparte per Vulcano!
In pochissimi minuti siamo già a Vulcano. L’odore di zolfo è fortissimo e il colore giallognolo che caratterizza alcune rocce cattura subito la nostra attenzione. Senza perdere tempo (abbiamo a disposizione solo un’ora) andiamo ad immergerci nella pozza (2 euro), alimentata ininterrottamente da bolle dalle quali fuoriescono vapori sulfurei, acqua salmastra e fango argilloso ad altissimo contenuto di zolfo. È d’obbligo un bagno nelle “Acque Calde”, un tratto di mare dove ci si può rilassare con un idromassaggio naturale.
Ripartiamo e in tre ore siamo di nuovo a Tropea.
Sesto giorno – Costa degli Dei
Per rilassarci un po’ il sesto giorno ci siamo diretti a Torre Sant’Irene, spiaggia che ci aveva colpito qualche giorno prima: una sorta di baia dalla spiaggia con sabbia bianchissima, ciottoli e un’ acqua spettacolare. La forma semicircolare della spiaggia, alle cui spalle ci sono alte rocce, fa sembrare il posto un mondo a sé stante e molto intimo. Se si arriva presto al mattino, si può avere la fortuna in alcune zone di trovare in spiaggia un po’ di ombra sotto grandi alberi, senza così dover aprire l’ombrellone.
Sant’Irene, oltre ad essere rinomata per il suo originale paesaggio, è famosa anche per lo scoglio della Galera: uno scoglio dalla forma di un sommergibile o di una balena, costituito da cavità a forma di celle adibite, secondo la leggenda, a prigioni, dandone così il nome. Lo scoglio della Galera può essere raggiunto in barca o, se si è pieni di energia, anche a nuoto (ovviamente non potete dimenticare la maschera!!!).
La sera, giusto per assaporare i gusti calabresi, ci siamo mangiati un strepitoso piatto di spaghetti aglio, olio e peperoncino (fatto in casa!). Attenti a non abbondare con le dosi! Potreste perdere per qualche ora la sensibilità delle labbra!
Settimo giorno – Costa degli Dei
Il settimo giorno continua la scoperta della Costa degli Dei, spingendoci oltre Capo Vaticano. Arriviamo a Santa Maria, una delle prime località che si incontrano dopo il famoso faro di Capo Vaticano. Qui troviamo una spiaggia delimitata da due scogliere ricche di vegetazione. La spiaggia di Santa Maria si presenta come una lunga striscia di sabbia candida bagnata da un mare turchese. Anche qui i fondali del mare sono ricchi di vegetazione marina.
Procedendo verso Coccorino Lido, decidiamo di seguire le indicazioni di un segnale curioso: “Baia dei Corsari”. Dopo una discesa particolarmente impegnativa per quanto stretta e tortuosa, troviamo fortunatamente subito posteggio per l’auto (ci sono pochissimi park!). La spiaggia è molto piccola con un arenile prevalentemente sassoso: ci sono pochissimi metri quadrati di sabbia! Prima di stendere l’asciugamano a terra, è da percorrere assolutamente il cortissimo sentiero che si arrampica sulla scogliera. Il sentiero porta ad una baia ancora più piccola completamente isolata (non c’era nessuno!). La spiaggia qui è strettissima e di grossi sassi. Vale la pena se si vuol fare una nuotata in acque subito profonde, splendide e in totale pace e silenzio.
Noi decidiamo di andare oltre, passare Joppolo e raggiungere Nicotera. Questa cittadina è famosa per il Castello Ruffo, che si affaccia sulla Marina, e per la vista panoramica che garantisce se non c’è foschia: sono ben visibili Nicotera Marina, il porto di Gioia Tauro e le Eolie. Il mare mantiene le stesse caratteristiche della Costa degli Dei: limpido, trasparente e di un azzurro intenso.
Rimanendo a sud di Capo Vaticano sempre Grotticelle la nostra spiaggia preferita, decidiamo di ritornarci per goderci qualche ora di sole.
Ottavo giorno – Costa dei Saraceni e Costa degli Aranci
Rotta sul versante ionico. Abbiamo preso di prima mattina l’autostrada a Pizzo in direzione Lamezia, poi allo svincolo, in direzione Catanzaro. Arrivare sul versante ionico attraverso questa strada è davvero un gioco da ragazzi.
In breve tempo, e senza alcun problema in quanto ben segnalato, raggiungiamo Isola Capo Rizzuto e ci facciamo una bella passeggiata sul lungomare. Da qui, con un po’ di fortuna, in assenza di foschia, si riesce a vedere in lontananza Le Castella. Decidiamo di non entrare in paese e di dirigerci subito verso il famoso castello aragonese che, grazie alla sua strategica posizione, appare interamente circondato dall’acqua.
I lavori di restauro hanno riportato in vita quasi l’intero castello ed è dunque un vero peccato non fargli una visita all’interno. Il biglietto di entrata costa tre euro a persona e il giretto dura indicativamente un’oretta. È possibile visitare la cappella, il borgo e i diversi ballatoi oltre che la spettacolare torretta: una scala a chiocciola strettissima e infinita ti porta ai suoi tre piani da cui è possibile ammirare buona parte della Riserva Marina di Capo Rizzuto. Da ciascun angolo del castello si possono ammirare vedute incantevoli e ogni volta diverse. Il rumore del mare sullo sfondo rende poi tutto molto più suggestivo.
Il castello è collegato alla terra ferma attraverso uno stretto lembo di terra emersa che quando la marea si alza, diventa davvero strettissimo.
Dopo un pranzo veloce con un’ottima bruschetta nel bar di fronte al castello, ripartiamo in direzione Soverato, la “Perla dello Jonio”.
Prima tappa sono state le Vasche di Cassiodoro, un antico sito rimano di acquacoltura a Copanello, raggiungibili percorrendo la litoranea che collega Squillace a Soverato, svoltando a sinistra un centinaio di metri dopo la galleria. Le vasche erano usate dagli antichi romani per l’allevamento delle murene e i loro fondali sono caratterizzati da una sabbia bianchissima.
Proseguendo in direzione sud, tappa obbligata è la spiaggia di Caminia, un’ incantevole baia nel Golfo di Squillace, con una spiaggia color avorio incastonata nella splendida scogliera di granito grigio. Con il suo mare cristallino, è uno dei luoghi più suggestivi della costa ionica.
Certamente profondissima, oltre che limpida e azzurrissima è l’acqua di Pietragrande, uno dei posti più rinomati in Italia e nel mondo per la sua bellezza. Qui, sopra l’acqua cristallina si alternano scogliere e dirupi e si possono trovare delle spiaggette che sembrano delle oasi naturali. Su uno degli scogli più imponenti ci si può arrampicare e dunque tuffare.
Nono giorno – Costa degli Dei
Destinazione di oggi è Zambrone, famosa per la limpidezza delle sue acque e per la vastità e varietà del suo litorale. Certamente anche qui il colore del mare era bellissimo, come anche la spiaggia, ma l’assenza di scogliere alte alle spalle della spiaggia e l’andamento rettilineo non ci ha colpito a sufficienza da indurci a fermarci. Abbiamo ripreso così l’auto e ci siamo messi alla ricerca della stazione ferroviaria. Il signor Alfonso del ristorante Le Rose, ci aveva alcuni giorni prima suggerito di parcheggiare proprio qui l’auto, attraversare i binari (non ci sono sottopassi!) e imboccare il sentiero per ammirare le bellissime calette e il famosissimo Scoglio del Leone.
Dopo un primo tratto di sentiero in mezzo ai campi, una ripida scalinata (45 scalini veramente alti) porta fino ad una serie di minuscole spiaggette molto molto esclusive da cui si può ammirare lo Scoglio del Leone.
Le spiaggette sono caratterizzate da una sabbia molto sottile e bianca lontano dalla riva, mentre sulla riva ci sono tantissimi e minuscoli sassolini di una bellezza unica. Qua e là si può trovare riparo all’ombra delle possenti rocce che stanno alle spalle e che dividono le calette. Per passare da una all’altra, è necessario cercarsi dei passaggi sopra gli scogli, oppure farsi una nuotata. Il mare, subito profondo (ci si può tuffare già dalla riva!!!), ha dei colori intensi e, qua e là, fa emergere delle rocce. Dallo Scoglio del Leone ci si può anche tuffare, ricordandosi però che in queste spiagge non c’è il salvataggio pronto ad intervenire. Visto il difficile accesso e conseguentemente la tranquillità di questo minuscolo tratto di litorale, non appena si entra in acqua, si è subito circondati da tantissimi pesciolini. È uno dei posti più belli che abbiamo visto in Calabria finora….
Decimo giorno – Costa Viola
Solo 105 Km dividono Briatico da Reggio Calabria. Non sono molti, ma il tempo di percorrenza segnato dal navigatore è davvero eccessivo: 1ora e 42 minuti. Capiamo subito che il problema sta nell’autostrada ad una sola corsia. Non per questo rinunciamo ai Bronzi di Riace e al famoso Lungomare di Reggio Calabria.
Arrivati a Reggio Calabria, ancora in autostrada, imbocchiamo l’uscita “via Portanova” e arriviamo subito a destinazione: il Palazzo della Regione (i park in zona sono tutti gratuiti). Dal 2009 i bronzi sono custoditi qui, nella Sala Monteleone, dove si trova anche il laboratorio. Le due statue del V secolo a.C sono state ritrovate in eccezionale stato di conservazione e, anche se ancora supine, si possono ammirare benissimo in tutta la loro bellezza.
Per essere certi dell’apertura della sala, è preferibile telefonare il giorno prima o il giorno stesso (tutti i numeri si trovano sul sito della Regione Calabria).
Con un po’ di peripezie, raggiungiamo il Lungomare di Reggio Calabria, orgoglio della città in quanto definito il più bel chilometro d’Italia. Ci facciamo una camminata e ammiriamo gli imponenti alberi secolari.
Dopo un breve tratto di A3, usciamo per percorrere la costiera della Costa Viola, tratto così chiamato per il colore che le acque del mare assumono in particolari ore del giorno.
Ci fermiamo per qualche scatto a Scilla, famosa per tutte quelle sue abitazioni che vengono parzialmente invase dell’acqua quando c’è alta marea. Il paese si sviluppa a destra e a sinistra di un castello creando così due piccole baie.
La tappa successiva è Favazzina, famosa per l’uva zibibbo disponibile, ahimè, solo da fine agosto e per i limoni. Essendo ora di una buona merenda e dovendo rinunciare all’uva, decidiamo di consolarci con una strepitosa granita al “Bar Fucà”. Nella lista c’erano una ventina di gusti disponibili. Noi ci siamo gustati una al pistacchio e una alle fragole di bosco con panna. Buonissime!!! La spiaggia a Favazzina è contornata da scogli artificiali.
Giusto per completare la merenda, ci fermiamo a Bagnara Calabra per mangiarci un po’ di torrone, uno dei dolci calabresi più apprezzati al mondo. Noi assaggiamo tre gusti: bianco duro all’ostia, cioccolato nero duro e cioccolato morbido. Uno più buono dell’altro.
Ripartiamo da Bagnara Calabra, ma una brutta sorpresa ci attende: il navigatore ci ha abbandonato e, visto che per strada i segnali spesso mancano o non sono visibili e di notte molte strade non sono illuminate, decidiamo di riprendere l’autostrada verso la nostra Briatico. Sulla strada del ritorno ci prendiamo un paio di meloni per farci una buona cena con un po’ di prosciutto crudo…
Undicesimo giorno – Costa degli Dei
È già arrivato l’ultimo giorno: lungo la Costa degli Dei mancano due cose da fare.
Prima di tutto ammirare la Pizzuta, uno scoglio solitario davanti alla costa di Parghelia dalla forma inconsueta: sembra un tronco di rovo, ma se lo si guarda con insistenza sembra un monaco in raccoglimento. Anche qui per scendere fino al mare bisogna seguire una strada stretta e tortuosa. Il mare e le spiaggette esclusive richiamano moltissimo il tratto di litorale dello Scoglio del Leone. È la spiaggia più suggestiva della Costa degli Dei.
Seconda e ultima cosa da fare è il giretto in pedalò nella zona di Capo Vaticano. Raggiungiamo la spiaggia del Tono (Ricadi) e qui noleggiamo un pedalò al costo di 5 euro l’ora. Cominciamo a pedalare e ammiriamo tutte quelle grotte naturali che dal Belvedere di Capo Vaticano non si riuscivano a vedere. Arriviamo in poco più di 15 minuti alla spiaggetta “Praia i Focu”, una delle spiagge più ricercate da chi ama il contatto con la natura selvaggia. È raggiungibile solo a piedi attraverso una infinitissima serie di scalini scavati sulla rupe oppure via barca (è la via preferibile). Ci godiamo le ultime ore di sole e ci rilassiamo nelle calde acque della caletta praticamente deserta per un paio di ore. A causa del mare che aveva cominciato ad agitarsi, decidiamo di riprendere il pedalò e di fare ritorno alla spiaggia del Tono. Rimaniamo qui fino quasi al tramonto, quando, con molta tristezza, salutiamo il mare e le belle spiagge della Calabria.
Dodicesimo giorno – Partenza
Con le valige piene di formaggi calabresi, peperoncino dolce e secco, e marmellata di cipolle di Tropea arriviamo in aeroporto. Dall’alto ci gustiamo ancora per qualche secondo la bellezza dei litorali calabresi fino a quando, in un attimo, voliamo già sopra le nuvole e quel mare caraibico rimane solo un piacevole ricordo…