È il borgo dei pittori della Toscana: tra filari di olivi e dipinti d’autore, qui si respira tutto il bello dell’arte

Galeotto è stato il servizio del TG Regionale sul Concorso Internazionale di trompe l’oeil a Castelnuovo di Val di Cecina. Siamo a fine luglio e quindici pittori provenienti da tutto il mondo hanno un mese per realizzare un’opera. Ai primi di settembre una giuria di esperti ed una popolare avrebbero decretato i vincitori. Aumenta la curiosità il premio in palio, una casa. Un appartamento restaurato nel centro del borgo, dove gli artisti stanno creando i loro dipinti. Così il giorno della chiusura del concorso, con Susanna e Tosca, la nostra cucciola a quattro zampe sempre pronta a saltare in macchina, siamo partiti dal campeggio a Marina di Bibbona. Sarebbe stato amore a prima vista per Castelnuovo.
Poco più di un’ora di viaggio. Prendiamo la SP15 verso Casale Marittimo, la SS68 di Val di Cecina e scendiamo per la SS439 Sarzanese Valdera sfiorando Pomarance, Montecerboli e Larderello. Una Toscana bellissima. Quasi selvaggia, poco abitata. Dietro a ogni curva, oltre i crinali, si affacciano, improvvisi, paesaggi diversi. Cambiano le sfumature del verde. Le querce lasciano spazio ai filari di olivi. Qua e là un casolare, una fattoria e campi coltivati. Poi il paesaggio cambia. Alte torri di refrigerazione che sprigionano vapore, tubazioni aeree e interrate che costeggiano la strada scompaiono nella vegetazione o sotto il manto stradale per poi alzarsi e passare sopra di noi. Quasi una novella arte futuristica con la quale l’uomo trae energia dalla forza naturale del sottosuolo.
Indice dei contenuti
Le caratteristiche e la storia di Castelnuovo Val di Cecina
Castelnuovo di Val di Cecina è un borgo dalla caratteristica forma a grappolo d’uva, arrampicato sulla collina, circondato da boschi di castagno. Per secoli, una delle principali risorse alimentari del territorio. Basti pensare che con la farina di castagne si preparava la polenta. Oggi il castagno raffigurato nello stemma del Comune è il riconoscimento del ruolo economico svolto da tale risorsa. Il paese è allungato sulla strada statale, al centro il nucleo medievale sorto attorno a un castello del Comune di Volterra che dominava la valle risalente all’XI secolo, al quale si aggiunse l’ampliamento cinquecentesco lungo l’arteria principale. Castelnuovo, come i tanti Comuni di quest’angolo di Toscana, fu a lungo al centro della guerra per il possesso delle risorse minerarie, in particolare dell’allume, che vide contrapposte le città di Firenze e Siena, fino alla vittoria definitiva della Repubblica Fiorentina nel 1479. Sul finire del secolo stesso, la famiglia dei Medici aveva scelto il vicino stabilimento di Bagno al Morbo per le cure termali.
Asia lavora all’Ufficio Turistico. Ci racconta che in questi giorni sono arrivati in tanti, incuriositi dal passaparola e dal tam-tam sui social. Davanti a un’urna di cartone in bella mostra su di un tavolo, tre o quattro persone stanno confrontandosi su chi votare. La votazione popolare è aperta a tutti ed anche noi siamo invitati a tornare ad esprimere la nostra opinione prima di ripartire.
Il centro storico
Iniziamo la nostra esplorazione e da via della Repubblica entriamo nel centro storico. Rimasto intatto nel tempo. Un reticolato di antiche strade che salgono e scendono. Scale di pietra che s’impennano verso l’alto e gradini che sembrano non finire. Davanti alle porte, a volte, un tavolino apparecchiato, un paio di sedie, un vaso di fiori. Ci soffermiamo davanti allo studio di uno scultore ceramista. I gatti la fanno da padroni. Qui, dove un tempo il mezzo di trasporto erano asini, muli, forse cavalli, le auto non potrebbero materialmente entrare. Nel nostro saliscendi ci imbattiamo in vecchie panchine di legno che chissà da quanto tempo invitano alla sosta gli abitanti del borgo e i viaggiatori di passaggio. Nascosta tra le case, la chiesa della Madonna della Purificazione, che prende il nome dall’omonima compagnia che aveva qui la sede. A pianta rettangolare, quasi non si distingue dalle case intorno, se non per il campanile a vela. Due statue lignee dell’Annunciazione, fino ai primi del Novecento poste ai lati dell’altare della chiesa, si trovano oggi al Museo del Bargello. Poco oltre, in via Cavour, una scorciatoia permette di uscire rapidamente dal dedalo di stradine. Il Chiassino, il vicolo più stretto della Toscana e uno dei più stretti al mondo con i suoi 50 cm di diametro.
I dipinti trompe l’oeil
Depliant alla mano, andiamo a scoprire i trompe l’oeil. Il tema era libero e la fantasia dei pittori si è sbizzarrita.
In Fiori di ciliegio, una bionda ed eterea Grazia di Botticelli ricama grandi fiori di ciliegio. A pochi passi, tra un arco in pietra e una fontanella, incrociamo lo sguardo assorto de La ragazza con l’orecchino di pietra. Eccoci davanti al palcoscenico di un Teatro Immaginifico dove si rappresenta, manco a dirlo, lo spettacolo Non è come sembra.
Attraversiamo piazza del Popolo, nome altisonante per una piazzetta deliziosa, ingentilita da un angolo verde fiorito, dove si svolgono gli eventi artistici promossi dal Comune. Incontriamo Carlo, un fiorentino che vive a Castelnuovo di Val di Cecina. Ci accompagna a scoprire il trompe l’oeil dipinto lì dietro, invero in un angolo un po’ nascosto. Una ragazza che sogna ad occhi aperti, una coppa di vino rosso in mano. Opera di un’artista del Missouri. Avrà rappresentato sé stessa immersa nella bellezza della Toscana? Ci fermiamo a parlare con Carlo. Ci racconta che quarant’anni fa arrivò a Castelnuovo perché aveva sbagliato strada. Sceso di macchina rimase incantato dalla vista di tanto paesaggio. Oggi è ancora qui. Un paese che fa innamorare davvero.
Continuando il nostro giro, osserviamo con curiosità La porta segreta che si apre sull’intimità di un uomo e della sua casa. Ci fermiamo incantati nel giardino dedicato ai Borghi della Lettura. La panchina in pietra a forma di libro aperto, in un angolo la piccola libreria di legno ricolma di volumi, l’installazione di gigantesche matite colorate. Il nome della rosa ricorda il concerto folk della cantante Susy Bellucci che si svolse a Castelnuovo nel 2006. Il dipinto è dedicato a Susy, scomparsa prematuramente, e alla più amata delle sue canzoni. Nell’angolo in basso a sinistra del trompe l’oeil, una targhetta con un codice QR per ascoltare la canzone.
In un angolo quasi segreto, I confini dell’Arte ci racconta di uno scultore intento al lavoro nella sua bottega aiutato dal garzone, tra calchi che riempiono ogni spazio. Sulla sinistra, un secondo dipinto, una ragazza di spalle, vestita di bianco e una corona di margherite a cingerle i capelli, seduta a una finestra con una grata, guarda fuori. Lontano. Non la vediamo in viso, ma immaginiamo che sta sognando l’evasione da un mondo chiuso.
Nei pressi della Porta Fiorentina ecco L’Aia dell’Angelo – Gastronomia e il suo menù fiabesco con i quali entriamo a pieno titolo nel mondo della fantasia. Spezzatino di unicorno, zuppa di lacrime di fenice, risotto al nettare di fata, frittelle di pipistrello, torta di mele di Biancaneve. Alcune voci di un menù davvero unico!
Una pecora e un agnellino che si affacciano all’esterno di una porta rossa sono i protagonisti di Tutti gli animali sono uguali, ma alcuni sono più uguali degli altri. Dipinto a grandezza naturale, ammetto che sono rimasto colpito dalla veridicità della scena. Sembra di essere lì, con gli animali pronti a lasciare il trompe l’oeil per andare a brucare l’erba intorno. Mentre ci avviamo verso l’uscita dal centro a conclusione del percorso ad anello, è il gatto tigrato bianco e color ruggine di E come d’incanto ad apparire quasi veritiero.
Ho accennato ad alcune opere che mi hanno emotivamente coinvolto. Alla fine del percorso, ammirati i dipinti e vista la collocazione di ciascuno, posso affermare che la scelta del posizionamento di ogni singolo trompe l’oeil si è rivelata appropriata al contesto scelto. Ottimo risultato dello studio e della passione di quanti hanno promosso questo evento artistico.
Torniamo su via della Repubblica e ci fermiamo alla trattoria La Vecchia Fonte. Ambiente familiare. Cucina casalinga. Prendiamo spaghetti al ragù e acciughe sotto pesto (buona l’idea dell’abbinamento con il mascarpone). Un buon posto dove fermarsi.
Prima di ripartire, visitiamo la chiesa principale di Castelnuovo, in cima al paese. La costruzione della chiesa del SS. Salvatore, all’interno di un nucleo abitativo preesistente denominato Castronovo, risale alla fine del XI secolo, inizio del XII.
Infine la sosta all’Ufficio Turistico per votare la scheda della giuria popolare.
Chi ha vinto? Il giorno dopo, curiosissimo, sono andato a cercare su Internet i risultati delle votazioni. I confini dell’Arte si è aggiudicato il primo premio sia della giuria ufficiale che di quella popolare.
Una giornata che ci ha fatto sentire un po’ come Alice nel Paese delle Meraviglie, un borgo antico, quello di Castelnuovo di Val di Cecina, che si popola di personaggi. Protagonisti che sembrano uscire dalle opere per entrare a fare parte della comunità. Una richiesta di arricchimento civico e culturale come scommessa sulla quale puntare. E il premio, al nuovo abitante, l’artista vincitore, è un messaggio inconfondibile di speranza e di volontà.