Due settimane nella splendida Sicilia
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Giorno 1: Milano – Acireale (Santa Tecla)
Il viaggio di partenza inizia a notte fonda e ci conduce in Sicilia nel tardo pomeriggio. Abbiamo deciso di viaggiare in auto, sia per contenere i costi che per avere la possibilità di muoverci una volta arrivati a destinazione. La celebre Salerno-Reggio Calabria ci regala ovviamente qualche minuto di coda a causa dei molti cantieri presenti, ma nel complesso il tragitto scorre veloce. L’attraversamento dello stretto è abbastanza agevole: ogni 40 minuti ci sono traghetti che fanno la spola tra Villa san Giovanni e Messina. Il viaggio in nave è brevissimo (circa 20 minuti) e relativamente economico (40 euro circa solo andata per auto più 2 passeggeri) ma il vero problema è imbarcarsi. Nelle ore più calde c’è un po’ di coda e ovviamente noi non facciamo eccezione! Dopo tutte queste ore di viaggio arriviamo finalmente alla nostra sistemazione. Come punto d’appoggio della prima settimana abbiamo scelto Acireale per la sua posizione strategica al centro del lato est siciliano. La casetta è davvero deliziosa: parcheggio privato, terrazzo e giardino con vista mozzafiato. Un affare visto che l’intero soggiorno settimanale ci è venuto a costare in totale circa 400 euro, meno di 30 euro a testa al giorno! Decidiamo per il primo giorno di andare al mare vicino a casa e scegliamo Santa Tecla. La spiaggia è piccola e rocciosa, acqua pulita e prima sessione di snorkeling obbligatoria!
Giorno 2: Riserva Naturale del Simeto – Santa Maria la Scala
Sbirciando lo stradario, scegliamo di visitare la riserva naturale del Simeto. La riserva è praticamente attaccata a Catania e si trova subito dopo i frequentatissimi lidi Playa. Inutile dire che per tranquillità e paesaggi non c’è proprio paragone. La spiaggia è lunghissima e praticamente vuota, senza lidi e confusione. Il mare, anche se leggermente mosso, è di una bellezza disarmante. Dopo un paio d’ore di relax, decidiamo di cambiare (anche perché sta per arrivare un temporale, incredibile!) e ci spostiamo a Santa Maria la Scala. Come ieri, la spiaggia è rocciosa e ci sono delle strutture in legno a picco sul mare per poter permettere ai bagnanti di godersi il mare. Scarpe di plastica ai piedi sono un obbligo: ci sono più granchi che in un parco naturale. Per la cena, ci fidiamo dei consigli della nostra padrona di casa e mangiamo al ristorante ‘Ai due Ladroni’, all’interno del camping La Timpa. Le nostre aspettative sono ampiamente ricompensate: terrazza a picco sul mare, paccheri alla eoliana (cozze, vongole, polpo e melanzane) da urlo e fritto di paranza da incorniciare. Assolutamente da provare.
Giorno 3: Taormina – Isola Bella
Dopo esserci goduti un giorno completo al mare, parte la nostra vacanza culturale. Prima tappa la bella Taormina. Appena arrivati nei pressi della cittadina, cerchiamo la funivia per raggiungere il centro storico. Ai piedi della struttura ci sono diversi parcheggi a pagamento (5-10 euro) dove lasciare la macchina per tutta la giornata. La funivia costa pochi euro e in poco meno di 10 minuti si arriva in cima. La cittadina è una boutique a cielo aperto: ogni strada rivela dettagli pieni di charme. Vi consiglio una visita spensierata senza punti di riferimento particolari, la città è così bella che ogni piccolo anfratto merita di essere visto e fotografato. Dopo circa due ore, il richiamo del mare è fortissimo. Decidiamo di scendere e posizionarci ad Isola Bella, a 500 metri dall’arrivo della funivia. La spiaggia è frequentatissima ma con pazienza troviamo un piccolo buco per appoggiare i nostri teli. L’acqua è pulitissima, il fondale di pietre richiede anche questa volta scarpe di plastica.
Giorno 4: Gole di Alcantara – Giardini di Naxos
Incuriositi dalle descrizioni lette sulla guida, oggi decidiamo di visitare la Gole di Alcantara. Le indicazioni consentono di giungere agevolmente a destinazione. La visita delle gole più il sentiero panoramico viene a costare circa 8 euro, ma c’è la possibilità di vedere il sito anche gratuitamente passando da un accesso comunale. Ovviamente lo scopriamo a fine visita! L’acqua è freddissima e c’è la possibilità di noleggiare dei mega scarponi per proteggersi (abbastanza costoso), ma vi assicuro che anche senza niente si può agevolmente visitare ogni centimetro della zona. Immerse nella natura e incorniciate da pareti di roccia levigata stupende, le gole meritano sicuramente una visita. Il famigerato percorso panoramico è carino, ma complice il caldo opprimente e la stanchezza forse non ce lo godiamo a pieno. Dopo qualche ora decidiamo di spostarci ai giardini Naxos per un bagno. In questa zona è praticamente impossibile parcheggiare e siamo costretti a ripiegare su Recanati. Il mare è mosso e il fondale poco invitante. Dopo un bagno veloce, prendiamo le nostre cose e torniamo a casa a riposarci: domani si va sull’Etna!
Giorno 5: Etna – Riserva Naturale di Fiumefreddo
Puntiamo la sveglia prestissimo e alle 7 del mattino siamo già in macchina, direzione Etna. Moltissime persone ci hanno consigliato di fare l’escursione nelle prime ore del mattino perché già a metà giornata si alza un po’ di fastidiosa foschia e il panorama, inevitabilmente, ne risente. Decidiamo di andare fino al rifugio Sapienza (1900 mt di altezza) in macchina. La strada è davvero perfetta e già si iniziano a vedere le prime macchie nere. Giunti a destinazione si può continuare a piedi o prendere la funivia, per raggiungere la quota di 2.700mt. La funivia è abbastanza cara (30 euro circa a persona) ma ne vale la pena. Il paesaggio dall’alto è davvero mozzafiato e sembra quasi lunare. Enormi distese di roccia lavica nera e sullo sfondo la bocca fumante del vulcano. Esperienza unica. Ci sarebbe un altro pullman da prendere per salire ancora più in alto (altri 30 euro a persona) ma decidiamo di passeggiare un po’ e goderci un po’ di fresco. Durante l’estate è consigliato portare un maglione anche se sinceramente la temperatura è accettabile. Dopo il momento-vulcano, decidiamo di tornare al mare e scegliamo un’altra riserva naturale, quella di Fiumefreddo. Anche qui il parcheggio costa pochissimo (1,5-3 euro tutta la giornata). La spiaggia è stupenda, chilometri di sabbia incontaminata e mare limpidissimo.
Giorno 6: Catania – Riserva del Simeto
Dopo la full immersion nella natura del giorno precedente, oggi torniamo nella civiltà e scegliamo di visitare Catania. La piazza del Duomo merita foto e scatti in quantità. Se siete pigri e non volete camminare (noi siamo così quando ci sono 40 gradi all’ombra!) ci sono diversi bus turistici che con 5 euro vi fanno fare il giro dei maggiori punti di interesse della città (da notare anche un simpatico trenino). Monumenti e giardini in cui rilassarsi al fresco brulicano in tutta Catania. Nel pomeriggio torniamo al mare nella Riserva del Simeto. Decidiamo di tornare per un saluto, visto che l’ultima volta siamo dovuti scappare causa pioggia. Non ce ne pentiamo, è sempre stupenda.
Giorno 7: Siracusa – Ortigia
Ortigia è sicuramente la miglior sorpresa della vacanza. Verso le 11 siamo a Siracusa. La parte nuova della città non merita particolar menzione, ma il parco archeologico è da visitare. L’orecchio di Dioniso e l’anfiteatro con vista panoramica sul mare valgono da soli il prezzo del biglietto. Dopo questo tuffo nel mondo greco, scendiamo verso il mare ed entriamo a Ortigia. Questa splendida isola (praticamente attaccata a Siracusa, solo un piccolo ponte le separa) è un gioiello. Prima di iniziare la visita a piedi, decidiamo di fare un giro in barca attorno all’isola e alle grotte limitrofe (costo 15 euro circa). Dopo un’ora di relax in mare (le grotte sono molto carine, anche se la parte migliore è ammirare Ortigia dall’imbarcazione), proseguiamo la visita a piedi. Piazza Duomo è senza dubbio una delle più belle di Sicilia. Se avete la fortuna di esser li in orario serale, la piazza illuminata è ancor più suggestiva. Folgorati da tanta bellezza ci perdiamo tra le mille viuzze attorno al fulcro cittadino. Ogni piccolo particolare di questa città la rende davvero unica. Con il cuore un po’ più barocco, In tarda serata torniamo ad Acireale per l’ultima volta. Domani mattina infatti dobbiamo lasciare la casa e trasferirci nella seconda abitazione della vacanza, ad Avola.
Giorno 8: Acireale – Avola – Isola delle Correnti
Abbandonata la nostra piacevole casetta, in meno di due ore ci sistemiamo nella nuova location. Abbiamo scelto Avola per la sua vicinanza a Noto, Portopalo di Capo Passero e (quasi) a Ragusa e Modica. Rispetto alla prima settimana, siamo un po’ meno fortunati: la casa è una mansarda abbastanza bassa e un po’ angusta, ma a 60 euro a notte non ci aspettavamo molto di più. Lasciate le valigie, ci dirigiamo a Isola delle Correnti. E’ sicuramente la spiaggia più bella mai vista nella mia vita. Capo delle Correnti è il punto più a sud di tutta Italia, dove si incontrano il Mar Mediterraneo e quello Ionico. Separata da circa 15 metri facilmente superabili a piedi, isola delle correnti è abbastanza spoglia, eccezion fatta per il molo. Il vero protagonista è il mare: da una parte verde e sabbioso, dall’altra blu e roccioso. Uno spettacolo senza precedenti. Ormai in tarda serata, torniamo verso casa e mangiamo alla Sagra del Pesce Spada. Pochi euro, pasta con pesce spada, trancio con cipolle per secondo e un buon bicchiere di vino bianco. Che dire, meglio di così non poteva andare!
Giorno 9: Riserva Naturale di Vendicari – Spiaggia Calamosche
Molti amici ci avevano consigliato Vendicari per la sua bellezza incontaminata e le spiagge meravigliose. Essendo Avola a meno di 10 km dalla riserva, decidiamo di visitare la spiaggia di Calamosche, una delle più vicine in linea d’aria all’interno della riserva stessa. Le indicazioni sono chiare e il parcheggio costa circa 3 euro per tutta la giornata. Scopriamo con piacere che in spiaggia non si possono portare tamburelli o qualsiasi cosa che disturbi la quiete. Attenzione: la piaggia chiude alle 19.30 quindi è consigliato andare in mattinata. Lasciata l’auto, dopo circa 25 minuti di cammino arriviamo a Calamosche. La spiaggia non è molto grande, ma il mare sembra una piscina a cielo aperto. L’unico problema è il sovraffollamento della piccola baia, ma con fortuna riusciamo a trovare un posto a bordo mare. Non c’è alcuna struttura attrezzata quindi è consigliato portare pranzo al sacco e acqua in abbondanza: che caldo! Dopo aver trascorso la giornata in pieno relax, per cena decidiamo di andare ancora una volta ad assaggiare i sapori siciliani. Quale occasione migliore per un’altra bella sagra? Soddisfatti per la sera precedente andiamo sicuri verso Rosolini alla Sagra dell’Arancino. Anche qui non rimaniamo delusi: 4 arancini per meno di 4 euro con bevanda inclusa. Ragù, nero di seppia, gamberetti e prosciutto. Che scorpacciata!
Giorno 10: Noto – Modica – Donnalucata – Marzamemi
Oggi ci dedichiamo alla cultura. La prima tappa del nostro tour ci conduce alla splendida Noto. Il borgo è molto piccolo e visitabile in un paio d’ore circa. La piazza è sicuramente il pezzo forte: perla del barocco siciliano, è sicuramente una delle più belle da noi visitate. Siamo particolarmente colpiti dai balconi delle abitazioni: anche il più semplice e scarno è un’autentica opera d’arte. Proseguiamo poi per Modica, ma complice il caldo soffocante visitiamo solo il Duomo. Incastonato in cima a una scalinata, la facciata è davvero imponente. Per qualche bella foto, vi consiglio di scegliere la strada panoramica al ritorno. Dopo un chilometro circa, c’è un comodo belvedere da cui potrete fare degli scatti indimenticabili. Per il mare, oggi scegliamo Donnalucata. A differenza delle riserve dei giorni scorsi, la spiaggia è proprio parte della cittadina ma il mare è ugualmente cristallino, assolutamente consigliato. In serata, abbiamo sentito di un’altra sagra a Marzamemi. È ovvio, ci saremo. Dopo circa un’ora di strada, arriviamo in questo splendido borgo, anticamente frequentato da pescatori e oggi centro di grande interesse nella Sicilia Orientale. Il centro storico, seppur ricco di ristoranti, mantiene il suo fascino antico e visto in tarda serata è molto particolare e suggestivo. La sagra in questione è del tonno: trancio di pesce con cipolle e vino per qualche euro. Gusto delizioso. Per completare il pasto, gelato al pistacchio e passeggiata sul porto. Serata da incorniciare ovviamente.
Giorno 11: Laghetti Avola (Cava Grande) – Portopalo di Capo Passero
In mattinata oggi stiamo in zona e scegliamo di visitare i laghetti di Cava Grande, ad Avola. La guida però non indica che da quasi un anno sono chiusi e ovviamente ce ne accorgiamo solo dopo essere giunti a Cava Grande (circa 20 minuti di tornanti da Lido di Avola, strada comunque ottima). Vediamo i laghetti solo dall’alto e delusi ci dirigiamo verso Portopalo di Capo Passero. Giunti in paese, ci dicono che per andare sull’isola (che si trova esattamente di fronte al paese) ci sono delle comode barchette a 5 euro. Ah, perché c’è un isola? Che ignoranza, lo ammetto. Non ce ne eravamo accorti! Scegliamo comunque una splendida spiaggetta proprio di fronte all’isola e qui è Francesca a rimanere particolarmente colpita. Durante il primo bagno esclama: ‘E’ la spiaggia migliore finora!’ Il mare è fantastico, cristallino e limpidissimo. Confermo che anche secondo me è uno dei migliori (preferisco isola delle correnti!), sicuramente il secondo posto nella speciale classifica dei fondali migliori. Durante il pomeriggio gustiamo anche un’ottima granita al gusto fichi al ‘carretto delle delizie’. Paradisiaca. Per la sera, torniamo a Cava Grande. Diversi cartelli ci indicano che proprio oggi c’è la sagra del cinghiale. Pasta fatta in casa con sugo di cinghiale, panini e tanto vino rosso, che mangiata! Euro spesi: 8 a testa!
Giorno 12: Ragusa Ibla – Marina di Ragusa
In mattinata ci dirigiamo verso Ragusa Ibla per visitare la città. La parte nuova è fortemente sconsigliata, la parte vecchia è un capolavoro barocco. Oltre al Duomo (stupendo), belli anche i giardini posti sul lato opposto della città, facilmente raggiungibili a piedi. Vi consigliamo di arrivare in Via Mazzini e poi proseguire la visita a piedi passeggiando nei vicoli senza punti di riferimento. Nel pomeriggio invece ci catapultiamo in riva al mare. Come accaduto nei giorni scorsi, anche Marina di Ragusa non delude le aspettative. Litorale ben attrezzato ma non caotico, acqua (manco a dirlo) pulitissima e poco mossa. Ad orario di cena, torniamo ad ‘Ibla’ per incontrare degli amici e mangiamo in un ristorantino appena fuori dal centro, ‘La bettola’. Poca spesa, molta resa. Menu di terra ottimo a prezzi ragionevoli.
Giorno 13: Riserva naturale di Vendicari – Lido di Noto (cena)
Per l’ultimo giorno di mare in terra siciliana scegliamo la riserva di Vendicari. Dopo aver visto Calamosche, questa volta la spiaggia prescelta è quella della Tonnara. Il parcheggio costa pochi euro e dopo 10 minuti scarsi siamo già in spiaggia. A mio parere, i colori e gli scorci di questa seconda spiaggia sono decisamente meglio di Calamosche. Il mare è un specchio purissimo e splendido, da visitare. Diamo un’occhiata anche alla Tonnara e facciamo un giro nella riserva. Dopo qualche ora, lo stomaco inizia a chiedere la sua parte e , navigando in rete, la scelta per la cena ricade sul ristorante Baglieri a Lido di Noto. Dopo aver vagato sul lungomare in cerca del ristorante, finalmente troviamo l’insegna e ci accomodiamo. Mai attesa fu più gradita. Assaggiamo il pezzo forte della casa, tonno in crosta di pistacchio. Chapeau, uno dei migliori piatti assaggiati in questa fantastica vacanza siciliana!
Giorno 14: Ritorno a Milano
Dopo due settimane indimenticabili e intense, abbandoniamo anche la nostra seconda casa e salutiamo la Sicilia. Questa terra ormai ha un posto fisso nel nostro cuore e, chi lo sa, magari un giorno le nostre strade si incontreranno di nuovo. L’isola ha qualcosa di magico, i suoi colori e le sue sfumature inconfondibili lasciano un segno indelebile nell’anima di chi ha la fortuna di assaporarle. Arrivederci Trinacria!