Dalmazia: l’altra faccia dell’Adriatico

Sabato 28 Giugno: Gli impegni di lavoro (più o meno forzati) di Sabrina ci hanno rivoluzionato i programmi dell’estate, per cui, non volendo assolutamente rinunciare al nostro hobby preferito, che notoriamente è viaggiare, ci siamo trovati quasi ad improvvisare questa nuova vacanza … Alla fine andremo per una settimana in una nazione a noi...
Scritto da: LucaGiramondo
dalmazia: l’altra faccia dell’adriatico
Partenza il: 28/06/2008
Ritorno il: 06/07/2008
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
Sabato 28 Giugno: Gli impegni di lavoro (più o meno forzati) di Sabrina ci hanno rivoluzionato i programmi dell’estate, per cui, non volendo assolutamente rinunciare al nostro hobby preferito, che notoriamente è viaggiare, ci siamo trovati quasi ad improvvisare questa nuova vacanza … Alla fine andremo per una settimana in una nazione a noi vicina, la Croazia, giovane repubblica nata nel 1991 in seguito alla sanguinosa guerra che portò allo smembramento dell’allora Federazione Jugoslava. In particolare andremo in una sua regione: la Dalmazia, che si protende a sud, lungo la costa adriatica, e che storicamente è stata a lungo legata all’Italia, ma soprattutto a Venezia e ai suoi traffici commerciali.

La sveglia suona molto presto, alle 4:20, e circa un’ora più tardi, alle 5:34, andiamo ad iniziare ufficialmente questa nuova avventura.

Dopo il caldo intenso degli ultimi giorni, al sorgere del sole la novità è accorgerci, mentre andiamo verso Faenza, che il cielo è nuvoloso … ma in questa fase le condizioni meteo sono tutt’altro che di fondamentale importanza.

Seguiamo l’autostrada A14 verso nord e alle 6:00 siamo a Bologna, dove imbocchiamo la A13, e poco più tardi nei pressi di Ferrara comincia anche a piovere forte … ma alle 7:00, mentre aggiriamo la città di Padova, spunta già un timido sole … Proseguiamo allora senza intoppi lungo la A4 e mezzora più tardi siamo a Mestre, quindi alle 8:30 a Trieste.

Ci lasciamo alle spalle l’Italia per la Slovenia, quindi verso le 10:00 entriamo in Croazia e subito ci fermiamo a cambiar valuta, acquistando le kune necessarie allo svolgimento del viaggio.

Subito oltre il confine entriamo in autostrada, ma dopo una manciata di chilometri, a Rijeka, siamo già fermi in coda e impieghiamo quasi un’ora per venirne a capo … Il traffico non è scorrevole e perdiamo tanto tempo anche dopo … Secondo programmi a mezzogiorno dovevamo essere a Zadar (o Zara in italiano), invece alle 13:00 siamo ancora ad oltre centocinquanta chilometri di distanza! Ci fermiamo a pranzare in un’area di sosta e poi riprendiamo strada, ma siamo subito di nuovo in coda per passare il tunnel di Sveti Rok, che funziona solo a doppio senso (sarà ultimato nel 2009) e perdiamo un’altra buona ora … Così abbandoniamo l’idea di far partire la visita della Dalmazia da Zadar.

Proseguiamo oltre e alle 16:30 arriviamo a Sibenik (o Sebenico) … Chiamo Giulia, una signora che abita nella vicina Vodice e che, grazie ad intrecci legati alla mia professione, ci ospiterà per le prime due notti in un appartamento di sua proprietà … Poi, senza perder tempo, ci apprestiamo a consumare la nostra prima visita croata.

La città di Sibenik, fondata nel X secolo, è meno conosciuta delle più celebri Dubrovnik, Split o Zadar, ma pensiamo possa valere il tempo che abbiamo deciso di dedicargli, a cominciare dal suo maniero, il Castello di S. Anna, quasi in completa rovina, ma dal quale si può ammirare uno stupendo panorama, sulla città vecchia, il mare di tegole rosse, le chiese e l’Adriatico che qui s’insinua fra due strette penisole … Scendiamo quindi, camminando lungo anguste e suggestive viuzze, fino alla mirabile Cattedrale di S. Giacomo (in parziale restauro), una delle più affascinanti di tutta la regione, eretta nel Quattrocento in uno stile di transizione fra il gotico ed il rinascimentale e dominante una piazzetta sulla quale prospettano anche diversi interessanti palazzi di recente accuratamente rimessi a nuovo.

Accattivante e caratteristica cittadina Sibenik, con begli scorci, peccato solo per la sua vecchia Loggia Veneziana, completamente nascosta da un grande palco … Ci consoliamo così con la vista di alcuni interessanti edifici religiosi, come la gotica chiesetta di S. Barbara, oppure quella di S. Giovanni, dall’alta e scenografica torre campanaria, sovrastata dalla bandiera nazionale.

In meno di due ore facciamo ritorno all’auto, decisamente soddisfatti per questo primo assaggio di Croazia … Ci spostiamo quindi di una manciata di chilometri nella vicina Vodice, nota stazione balneare della regione, dove incontriamo Giulia, che ci accompagna a casa sua e all’appartamento che ci ospiterà … Gentilissima ci offre anche un caffè con biscotti e poi ci lascia andare in camera a fare una doccia rinfrescante, perché ne abbiamo proprio bisogno dopo la lunghissima giornata in viaggio a girare intorno all’Adriatico.

Per cena usciamo nell’animato centro di Vodice, alla simpatica taverna da Burin, e poi, dopo una breve passeggiata, ci ritiriamo, con le palpebre ormai pesantissime, a consumare il meritato riposo.

Domenica 29 Giugno: Sveglia non troppo tardi e colazione sul balcone dell’appartamento, poi partiamo in direzione di Sibenik e giunti in vista della città deviamo verso l’interno per andare a visitare il Krka National Park, istituito nel 1985 allo scopo di preservare il corso e la magnifica vallata dell’omonimo fiume, che scorrendo sul terreno carsico della regione ha dato vita a placidi bacini lacustri e fragorose cascate … In particolare andiamo nella zona di Skradinsky Buk, quella più famosa grazie alla spettacolare sequenza di salti d’acqua che la caratterizzano.

Parcheggiamo l’auto in un vasto parcheggio e poi, sfruttando un servizio di autobus, scendiamo lungo una stretta e tortuosa strada, fra grandiosi panorami, fin sul fondo della vallata dove scorre il fiume.

Per mezzo di un sistema di passerelle in legno c’inoltriamo fra la folta vegetazione, dove l’acqua prima ristagna e poi scivola via, aggirando rocce, cespugli e radici, formando così piccoli rivoli, ma anche torrenti impetuosi che saltando nel vuoto vanno a formare qualche metro più in basso altri stagni e poi altre rapide, il tutto fra gorgoglii sempre diversi ed il persistente profumo del muschio … Una bella esperienza della durata di circa un’ora che ci porta alla base di Skradinsky Buk, dove l’ultima barriera di travertino crea la cascata più spettacolare della serie, con l’acqua che termina la sua corsa in un ampio e placido bacino.

Di fronte a Skradinsky Buk ci fermiamo per un po’ a contemplare l’ennesimo spettacolo messo in scena da madre natura … Si potrebbe fare anche un bagno, ma non fin sotto le cascate, così rinunciamo e cominciamo l’ascesa del sentiero che, fra begli scorci panoramici, ci riporta al punto di partenza e all’autobus che conduce all’uscita del parco.

E’ ormai mezzogiorno quando, soddisfatti dell’esperienza fluviale, riguadagniamo l’auto e ci avviamo in direzione del mare.

Percorriamo un breve tratto di autostrada verso nord per poi uscire e seguire le indicazioni per Murter e per l’omonima isola.

Arriviamo sulla costa nella località di Tisno, il cui nome significa letteralmente “stretto” … un chiaro riferimento ai pochissimi metri che in questo punto la separano dall’Isola di Murter, che raggiungiamo attraversando un modesto ponte.

La strada s’inerpica poi, con eloquenti vedute sul frastagliatissimo litorale, verso la parte centrale dell’isola per poi ridiscendere verso la sua punta più settentrionale, dove si trova l’abitato di Murter … Poco prima del centro noi deviamo però sulla sinistra in direzione di Slanica Beach, sulla quale avevo fin da casa buone referenze … e in effetti è una bella spiaggia, con una battigia di ghiaia ed un fondo sabbioso, ma soprattutto con un’acqua dagli straordinari riflessi.

Il luogo è sicuramente meritevole, non del tutto oggi però, perché è domenica e trabocca di bagnanti, ma non abbiamo alternative e a fatica riusciamo a ritagliarci il nostro spazio fra gli altri ombrelloni.

Passiamo a Slanica Beach tutto il caldissimo pomeriggio, cercando anche più volte refrigerio in mare, fin quando, poco dopo le 18:00, non decidiamo di rientrare a Vodice.

Facciamo una doccia rigenerante e poi usciamo per cena di nuovo da Burin, dove gustiamo ottimo pesce … C’è meno gente in giro questa sera: mancano tutti i tedeschi, che sono a guardare la finale degli europei di calcio Germania-Spagna … ma resteranno delusi, infatti a vincere saranno gli iberici … mentre noi, completamente estranei agli eventi, ce ne andiamo subito a dormire, perché domani mattina lasceremo Vodice diretti più a sud.

Lunedì 30 Giugno: E’ l’ultima colazione in terrazza a Vodice da Giulia. La salutiamo mentre sta andando al lavoro, quindi partiamo, con l’auto nuovamente colma di bagagli, verso Sibenik. Oltrepassiamo la città e continuiamo lungo la costa.

Passiamo nei pressi dell’abitato di Primosten e a metà mattinata giungiamo a Trogir, borgo medioevale sorto su di un’isoletta a cavallo fra la terraferma e la ben più grande Isola di Ciovo, dal 1997 inserito dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Parcheggiamo l’auto sul continente e, mentre fa già un bel caldo, c’incamminiamo per visitare il centro storico. Scavalchiamo con un ponte pedonale lo strettissimo braccio di mare antistante ed in breve ci troviamo nella parte sud-occidentale dell’antico agglomerato, dove si trovano i resti ben conservati dell’interessante castello veneziano di Camerlengo, risalente al XIV secolo.

Scattiamo qualche foto e poi risaliamo lungo il molo principale, diviso dal Trogirski Kanal dalla dirimpettaia Isola di Ciovo, dove sono ormeggiati lussuosissimi yacht e sul quale prospettano numerosi e storici edifici, che creano incantevoli scorci.

C’inoltriamo quindi nel cuore della città vecchia passando da Porta Marinara, accanto al Convento Benedettino di S. Nicola, per giungere in vista della Cattedrale di S. Lorenzo e dell’omonima piazza, circondata da altri edifici estremamente interessanti e ben restaurati, come l’intrigante Palazzo Cippico, in stile gotico veneziano, la Torre dell’Orologio, la Loggia Pubblica ed il severo Palazzo del Comune.

Visitiamo accuratamente la Cattedrale, a detta della guida una delle più belle di tutta la Croazia, eretta fra il XII ed il XIII secolo e caratterizzata dal sublime portale, capolavoro dell’arte romanica, ma anche dal vertiginoso campanile, dal quale si ha uno stupendo colpo d’occhio sui tetti in laterizio di tutta la città vecchia.

Tornati infine con i piedi a terra passeggiamo per un po’ fra gli strettissimi vicoli del centro e pian piano riguadagniamo l’auto, concludendo in questo modo un sorprendente viaggio nel passato.

Quasi a mezzogiorno riprendiamo a seguire la strada costiera e passiamo attraverso l’abitato di Kastela, ma, anche a causa del nostro disinteressamento, dei castelli che dovrebbero caratterizzare la zona non vediamo neanche l’ombra.

Ci approssimiamo così alla città di Split (a noi nota come Spalato), ma vista l’ora non andiamo in direzione del centro, bensì dello stadio, in modo da trovare nelle aree verdi circostanti un posto dove pranzare … Lo troviamo proprio nelle vicinanze dell’impianto sportivo e consumati i nostri tradizionali panini andiamo anche a prendere un caffè nel vicino bar dei tifosi dell’Hajduk Spalato, nota squadra di calcio della città.

Nel primissimo pomeriggio ci avviamo poi verso il centro storico. Parcheggiamo l’auto sul lungomare e partiamo alla scoperta dei principali punti di interesse del luogo, concentrati in un’area limitata, che in pratica coincide con l’antico Palazzo di Diocleziano.

In questo esatto punto della costa dalmata, infatti, l’imperatore romano Caio Valerio Diocleziano, originario della zona, si fece costruire fra la fine del III e l’inizio del IV secolo il suo sontuoso palazzo, che una volta caduto in rovina e occupato dalla popolazione si trasformò in un borgo medioevale, per giungere fino a noi ancora in parte leggibile nel tessuto urbano.

Aggiriamo la torre di sud-est ed entriamo dall’orientale Porta Argentea per conquistare, in breve, il centro del Peristilio, un cortile rettangolare cinto di colonne, che su di un lato si fondono con i prospetti di alcune case, ora una piazza, ma un tempo centro nevralgico del Palazzo, destinato al culto dell’imperatore divinizzato. Da qui si accedeva agli appartamenti, ma anche al Mausoleo di Diocleziano, noto persecutore della religione cristiana, che oggi per ironia della sorte ospita la Cattedrale di Split, dedicata a San Doimo, martirizzato proprio dall’imperatore un tempo padrone di casa.

Di fianco all’ingresso della Cattedrale si trova una nera sfinge di basalto, risalente al regno di Tutmosi III, fatta arrivare fin lì dall’Egitto solo per adornare il Palazzo … ora invece sembra far la guardia alla porta dell’edificio religioso, che visitiamo brevemente anche all’interno, prima di salire sul suo alto campanile piramidale, aggiunto oltre mille anni più tardi, dal quale si ha una stupenda vista di tutto il centro storico.

Dal Peristilio, scendendo una scalinata, accediamo anche al Vestibolo: il vastissimo sottosuolo degli appartamenti imperiali, in ottimo stato di conservazione, che ci aiuta a capire le considerevoli dimensioni della costruzione sovrastante ai tempi del suo massimo splendore.

Riemersi dai sotterranei, ormai completamente presi da quell’immensa testimonianza storica che è il Palazzo di Diocleziano, andiamo a vedere ciò che resta al piano superiore e poi il vicino Tempietto di Giove, trasformato in Battistero in epoca cristiana e tuttora molto ben conservato.

Continuando nella visita del centro usciamo da Porta Ferrea, ad ovest, e raggiungiamo la scenografica Narodni Trg, un’armoniosa piazza circondata da vecchie case e palazzi rinascimentali, fra i quali l’antico Municipio e la Torre dell’Orologio, risalente al XV secolo.

Rientrati entro la cinta muraria facciamo una passeggiata per le caratteristiche viuzze, usciamo momentaneamente da Porta Aurea a nord, osservando il campanile del Convento dei Benedettini e la statua del vescovo Gregorio di Nin, che spiccano ai margini di un’area verde, e poi abbandoniamo definitivamente il Palazzo da Porta Argentea.

Estremamente appagatati della visita appena conclusa riguadagniamo la nostra auto per spostarci, di poche centinaia di metri, ai moli da dove salpano i traghetti per le isole dell’arcipelago dalmata … Andiamo a fare i biglietti alla compagnia Jadrolinija e alle 16:45 in punto stacchiamo dalla banchina di Split con destinazione Isola di Brac.

La più grande isola del Dalmazia centrale si trova a soli dodici chilometri a sud del Palazzo di Diocleziano, alla cui costruzione contribuì con la fornitura della sua preziosa pietra, esportata da sempre in tutta Europa e addirittura anche in America, per erigere nientemeno che la Casa Bianca.

Dopo meno di un’ora di navigazione sbarchiamo nel porticciolo di Supetar, capoluogo dell’isola, e da lì seguendo la costa arriviamo al grazioso villaggio di Splitska, da dove prendiamo ad andare verso l’interno.

Passiamo per Skrip, remoto paese dalle antiche origini, e salendo, salendo arriviamo in cima alla Vidova Gora, che con i suoi 778 metri è la più alta vetta delle isole croate … Da lassù la vista spazia sulla costa meridionale, dove spicca la spiaggia di Zlatni Rat, alla quale faremo visita domani, e sulla dirimpettaia Isola di Hvar, che ci vedrà suoi ospiti fra un paio di giorni. Peccato solo per l’onnipresente foschia mediterranea, che sminuisce un panorama altrimenti superlativo.

Sono già passate le 19:00 e questa intensa giornata sta volgendo al termine quando scendiamo in riva al mare all’abitato di Bol, mettendoci alla ricerca di un alloggio per le prossime due notti … Lo troviamo al primo tentativo e riordinate le nostre cose usciamo per cena nel grazioso centro cittadino.

Mangiamo discretamente nell’osteria da Podrum sul lungomare, quindi, dopo una lunga e piacevole passeggiata, facciamo rientro alla nostra nuova dimora per un provvidenziale e meritato riposo.

Martedì 1 Luglio: Dopo tanta strada percorsa e le prime giornate di visite intense, ce ne concediamo una intera di sano relax, completamente dedicata al mare.

Ci alziamo con un po’ più di calma, consumiamo la colazione all’aria aperta sotto il pergolato di kiwi del nostro nuovo appartamento e poi, fatta anche la spesa quotidiana, ci avviamo verso la vicina spiaggia di Zlatini Rat, il principale motivo per cui siamo venuti sull’Isola di Brac … In effetti è l’arenile più famoso di tutta la Croazia, spesse volte ritratto, visto dall’alto, sulle più svariate riviste di viaggi: una vera e propria punta, tutta di sassi tondeggianti che s’incunea nell’azzurrissimo Mare Adriatico … talmente azzurro che non sembra neanche lui, se rapportato a come lo conosciamo noi romagnoli.

Non sappiamo se oltre ad essere la più famosa è anche la più bella spiaggia della regione, ma a prima vista è davvero un gioiello incastonato nella costa dalmata, soprattutto grazie alla meravigliosa ambientazione, con la verdissima pineta al centro e la spiaggia tutta intorno, ma anche con l’impressionante sagoma della Vidova Gora da un lato e dall’altro la montuosa silhouette dell’Isola di Hvar, dove andremo domani.

Piazziamo l’ombrellone con le nostre cose sul lato occidentale di Zlatni Rat, lo stesso sul quale è in parte tollerato il nudismo, e subito corriamo in acqua a consumare un bellissimo bagno, restando a lungo fra quei meravigliosi flutti, e poi più tardi un altro, e un altro ancora … Col passare delle ore aumentano però progressivamente i bagnanti ed il luogo si fa piuttosto affollato, ma ancora vivibile … certo, in agosto sarà un’impresa raggiungere il bagnasciuga! Nel primo pomeriggio si alza un fastidioso vento che increspa l’acqua, tutto a scapito della trasparenza, così verso le 17:00 cambiamo lato della spiaggia e andiamo su quello orientale … lì l’aria è ancora ferma ed il mare piatto ed incantevole, così, tanto per cambiare, lo onoriamo con un altro lunghissimo bagno.

Restiamo a Zlatni Rat fin quando il sole non sparisce oltre la pineta alle nostre spalle, allora facciamo una passeggiata fin sull’incredibile punta della spiaggia e poi andiamo, soddisfatti, verso l’appartamento.

Per cena ci rechiamo naturalmente nel centro di Bol, questa volta alla Pizzeria Topolino … ma a dispetto del nome mangiamo ancora buon pesce e poi ci ritiriamo con calma nel nostro alloggio, chiudendo un’indimenticabile giornata di mare.

Mercoledì 2 Luglio: E’ giunta l’ora di lasciare l’Isola di Brac e lo facciamo con sollecitudine per non perdere il traghetto in partenza alle 9:00 da Sumartin, sull’estrema punta orientale, per la città di Makarska, sul continente.

Arriviamo all’imbarco con mezzora di vantaggio, così abbiamo tutto il tempo necessario per fare i biglietti, poi, in perfetto orario, il traghetto della Jadrolinija scioglie gli ormeggi e stacchiamo dalla banchina di Sumartin … Il mare è calmo e c’è uno splendido sole, ma oggi la foschia batte ogni record ed è un peccato perché durante la navigazione il panorama, sulle isole di Brac e Hvar e sulle altissime vette del Massiccio del Biokovo in direzione della costa, sarebbe stupendo.

L’attraversata dura quarantacinque minuti, anziché i trenta dichiarati, e quando sbarchiamo nel porto di Makarska ci rendiamo subito conto che non sarà facile riuscire a prendere il prossimo traghetto in partenza alle 10:30 dalla località di Drvenik, che dista circa trenta chilometri, per quella di Sucuraj, sull’Isola di Hvar.

Ci avviamo a sud lungo la tortuosa statale, accompagnati da un discreto traffico e con diversi centri abitati da superare, e peniamo non poco, però arriviamo all’imbarco due minuti prima della partenza. Sul molo c’è ancora la coda delle auto in attesa di salire sull’imbarcazione, così mi precipito a fare i biglietti e con quelli in mano aspettiamo pazientemente il nostro turno, ma quando arriva ci dicono che non c’è più posto! … Accidenti, siamo rimasti solo noi a terra! … Allora insisto perché mi facciano provare e ottenuto il permesso, con una manovra da certosino, incastro l’auto fra le ultime file e la rampa d’accesso, sfruttando i centimetri residui … Bingo! … Il prossimo traghetto c’era a mezzogiorno, invece già alle 11:00 sbarchiamo nel grazioso porticciolo di Sucuraj, sull’estrema punta orientale di Hvar.

Hvar (o Lesina, in italiano) è forse l’isola più conosciuta, affascinante e turistica di tutta la Dalmazia, non la più estesa, ma sicuramente una delle più lunghe con i suoi 68 chilometri che si dipanano da est ad ovest, attraversati nella sua strettissima parte rivolta a levante da un unico tortuoso tracciato, quello stesso che ci troviamo costretti a percorrere per giungere a destinazione.

Dopo oltre un’ora di curve e saliscendi fra gradevoli panorami arriviamo in vista dell’abitato di Jelsa e da lì imbocchiamo una strada che s’avventura in direzione dell’accidentata costa meridionale.

Superiamo, con un angusta e buia galleria lunga più di un chilometro, la parte sommitale dell’isola e sbuchiamo dall’alto sul severo litorale, battuto da uno stretto nastro d’asfalto che seguiamo per un bel tratto verso occidente, fino al remoto villaggio di Sveta Nedjelja. Lì parcheggiamo l’auto, nei pressi del minuscolo porticciolo, e a piedi, in pochi minuti, raggiungiamo l’altrettanto minuscola spiaggia del paese … davvero carina, fra rocce a strapiombo sul mare e lambita da acque meravigliose … dove subito corriamo a rinfrescarci.

Pranziamo e poi trascorriamo l’intero pomeriggio a Sveta Nedjelja, in completo relax, fin quando il sole non se ne va oltre le rocce e l’ombra prende definitivamente il sopravvento … Allora percorriamo a ritroso tutta la strada lungo la costa, poi il tunnel e andiamo sull’altro lato dell’isola nella cittadina di Stari Grad, dove troviamo alloggio per le prossime due sere, in bellissima e panoramica posizione a due passi dal centro.

Ci sistemiamo un po’ e poi usciamo a cena, nelle vicinanze del caratteristico porto, nell’osteria Svijezda Mora … mangiamo ancora una volta veramente bene e a prezzi modici e poi ce ne andiamo in camera a collaudare i nostri nuovi letti, meditando, ormai a metà viaggio, su questa bella esperienza croata.

Giovedì 3 Luglio: Sveglia e colazione sul terrazzo del nostro appartamento con magnifica vista sul porto di Stari Grad … e se il buon giorno si vede dal mattino questa sarà un’ottima giornata.

Lasciamo Stari Grad, bella e storica cittadina che fa risalire le sue origini addirittura all’epoca greca, e andiamo verso ovest in direzione del capoluogo, quindi della città di Hvar. Non seguiamo però la nuova strada, che per mezzo di un comodo tunnel consente di arrivare in breve tempo a destinazione, bensì il vecchio tracciato che s’inerpica sulle alture, a breve distanza dallo scosceso litorale, oltrepassa remoti paesini e offre eccellenti scorci panoramici sulle isole circostanti, fra le quali Brac, dove eravamo solo ieri mattina.

Lungo il percorso s’incontrano sterminati reticoli di muri a secco e numerose piantagioni, selvatiche e non, di profumatissima lavanda, arbusto tipico dell’isola, i cui colori sgargianti contrastano con il giallo intenso delle ginestre.

Una curva dopo l’altra arriviamo così, circa a metà mattinata, nella città di Hvar, importante scalo marittimo durante gli anni della dominazione veneziana, epoca in cui l’abitato si sviluppò per assumere la fisionomia giunta poi quasi intatta fino ai giorni nostri.

Il centro storico è giustamente vietato alla circolazione, quindi parcheggiamo l’auto nella prima periferia e a piedi in pochi minuti raggiungiamo la scenografica Trg Sveti Stjepana, secondo gli abitanti la più grande piazza dell’Adriatico dopo quella di S. Marco a Venezia, sulla quale prospettano la bella Cattedrale di S. Stefano e numerosi caratteristici edifici, fra i quali l’Arsenale, che costruito nel XVII secolo serviva come deposito di armi e polvere da sparo.

In fondo alla piazza si trova un porticciolo sul quale si affaccia l’Albergo Palace, il più vecchio dell’isola, edificato nel 1899, che ospitò all’inizio del Novecento, per un breve periodo, anche Elisabetta, imperatrice d’Austria, più nota alla storia semplicemente come Sissi.

Passeggiando per gli stretti vicoli e lungo il molo principale arriviamo fino all’intrigante Convento dei Francescani, circondato da alberi centenari, poi al ritorno saliamo fino a quello delle Benedettine, dove le suore di clausura fabbricano meravigliosi pizzi con un filo vegetale ricavato dall’agave, che sarebbero un bel ricordo del luogo, ma i prezzi sono a dir poco esorbitanti e vi rinunciamo.

Concludiamo così, quasi a mezzogiorno, l’interessantissima visita della città di Hvar e compiaciuti della splendida mattinata trascorsa fra natura e storia ce ne andiamo alla ricerca di una spiaggia nella parte sud-occidentale dell’isola.

Dalla strada principale scendiamo nella località balneare di Milna e parcheggiata l’auto andiamo dapprima nella spiaggia principale del paese, poi in quella più intima e genuina che si trova oltre il campeggio … tutta di ciottoli tondeggianti (uno standard croato) e bagnata da un mare cristallino.

A Milna trascorriamo, spensieratamente, l’intero pomeriggio, fra bagni di sole e acque trasparenti, anzi c’intratteniamo in spiaggia ben più del solito, fin oltre le 19:00 … così facciamo rientro in appartamento quasi un’ora più tardi e per cena arriviamo un po’ lunghi … Andiamo ancora una volta nel centro di Stari Grad, alla taverna Krka, proseguendo con molto piacere la “cura del pesce” … e poi corriamo a riposare perché domani mattina ci sposteremo e ci aspetta una levataccia.

Venerdì 4 Luglio: La sveglia suona di buon ora, alle 6:00 … e dopo sei giorni praticamente ininterrotti di sole pieno questa mattina è nuvoloso, ma non disperiamo, perché non è previsto cattivo tempo e la prima parte della giornata quest’oggi sarà dedicata al solo trasferimento.

Caricati tutti i bagagli lasciamo Stari Grad … e percorse poche centinaia di metri si para davanti ai nostri occhi la paletta della Polizia croata … Mea culpa: non mi ero ancora allacciato le cinture di sicurezza e mi prendo cinquecento kune di multa (ma almeno nessun punto tolto sulla patente) … se il buon giorno si vede dal mattino questa non sarà una buona giornata! Grazie allo stop forzato dobbiamo percorrere con un po’ più di sollecitudine tutta l’Isola di Hvar (magari rischiando un’altra multa!) e arriviamo a Sucuraj giusto in tempo per salire sul traghetto delle 8:15, che ci riporterà sulla terraferma, a Drvenik.

Approdati sul continente andiamo lungo la costa verso sud per una ventina di chilometri e giunti nella poco attraente città di Ploce ci mettiamo in attesa di un altro traghetto, che ci porterà nell’abitato di Trpanj, sulla Penisola di Peljesac, risparmiandoci un bel tratto di strada.

Alle 10:15 in punto l’imbarcazione della compagnia Jadrolinija molla gli ormeggi e si stacca dal molo … è poco più che una bagnarola, ma svolge bene il suo compito e in circa un’ora ci porta a destinazione.

Senza perder tempo percorriamo il breve tratto di strada che ci divide dalla città di Orebic, dove saliremo sul terzo ed ultimo traghetto della giornata per approdare sull’Isola di Korcula, ma non arriviamo in tempo per quello delle 11:30 e dovremo aspettare quello delle 12:30 … Intanto, come previsto, il cielo si è sgombrato dalle nubi ed è tornato a splendere un bel sole.

Nell’attesa dell’imbarco ne approfitto per dare un’occhiata all’interessante lungomare di Orebic, disseminato di vecchie e caratteristiche costruzioni, fra le quali le cosiddette “Ville dei Capitani”, eleganti abitazioni nelle quali risiedevano marinai e ufficiali in pensione: alcune sono accuratamente restaurate, altre, purtroppo, piuttosto decadenti.

All’ora prestabilita salpiamo alla volta di Korcula, una delle più vaste isole della Dalmazia, con i suoi 47 chilometri di lunghezza e quasi sette di larghezza, ancora in gran parte non deturpata dal turismo di massa … e questa volta l’attraversata è davvero breve, perché in circa quindici minuti superiamo lo stretto braccio di mare che la divide dalla Penisola di Peljesac.

Vista l’ora ormai tarda, alla prima ombra lungo la strada ci fermiamo a pranzare con i nostri panini e poi, subito dopo, andiamo a visitare il capoluogo, che porta lo stesso nome dell’isola.

La città di Korcula, dalle antichissime origini, fu prima greca, poi romana, slava e bizantina, ma fu, come quasi tutte le città storiche della regione, sotto la dominazione della Serenissima che raggiunse il suo massimo splendore. Lo testimonia anche il leone alato posto sopra alla porta d’ingresso al borgo medioevale, oltre un delizioso ponticello in pietra.

Appena dentro la cinta muraria ci troviamo in una minuscola piazzetta sulla quale prospettano il Municipio e la cinquecentesca Chiesa di San Michele. Da lì parte la stretta e caratteristica via principale, dalla quale a lisca di pesce si diramano le secondarie, in leggera discesa verso il mare, dritte ad ovest per non ostacolare il maestrale, un vento dolce, e leggermente curve ad est per impedire che la fredda bora vi si infili con troppa forza.

Passeggiando in breve arriviamo nella centralissima Trg Svetog Marka, dominata dalla Cattedrale di S. Marco, il monumento più bello dell’intero borgo, costruito a partire dal 1420 e caratterizzato all’esterno dal magnifico portale fiancheggiato da due leoni (simbolo di Venezia).

Sull’altro lato della piazza fanno invece bella mostra i palazzi Arneri e Gabriellis, importanti famiglie che a suo tempo fecero in parte la storia della città … Ma il personaggio più famoso di Korcula è, secondo gli studiosi locali, Marco Polo, nato a poche decine di metri dalla Cattedrale in un palazzo oggi parzialmente in rovina. Gli storici italiani non sono però d’accordo e dicono abbia visto la luce sull’Isola di Rialto a Venezia … Certo, la disputa non avrà mai fine, ma intanto immortaliamo ciò che resta della sua presunta dimora.

Continuando a camminare per le strette viuzze del centro arriviamo fin sulle mura e percorrendone un bel tratto ci ritroviamo, infine, al punto di partenza del giro turistico di questa primissima parte del pomeriggio … Colmi di cultura torniamo così all’auto e subito dopo partiamo alla ricerca di una spiaggia dove trascorrere il resto della giornata.

Quasi a colpo sicuro andiamo circa a metà dell’accidentata costa meridionale dell’isola, nella profonda baia di Pupnatska Luka, sulla quale avevo buone indicazioni … Infatti è una bellissima insenatura semideserta, con una folta vegetazione ai lati ed una spiaggia di ghiaia in fondo, bagnata da un invitante mare caldo e cristallino. Una splendida esperienza balneare che è valso la pena fare, nonostante la strada di accesso per lunghi tratti sterrata e non certo agevole.

La spiaggia è tutt’altro che affollata e si sta benone, con di fronte a noi, in lontananza, l’Isola di Lastovo (materiale per un’altra vacanza) e vi passiamo l’intero pomeriggio, fin quando non decidiamo di andare alla ricerca di una stanza per la prossima notte.

Troviamo un buon posto vicino al centro di Korcula e in serata usciamo per cena alla taverna Raciska, sulle mura della città vecchia, chiudendo degnamente un’altra bella giornata.

Sabato 5 Luglio: Inauguriamo quest’ultimo giorno intero da passare in Croazia sul terrazzo vista mare della nostra stanza, consumando una bella e rilassante colazione nel silenzio ovattato delle prime ore mattutine … poi, poco dopo le 8:00, prendiamo il via e ci apprestiamo a lasciare l’Isola di Korcula.

Salpiamo col traghetto delle 9:00 e una volta sbarcati a Orebic risaliamo la lunga Penisola di Peljesac con begli scorci panoramici sulla severa costa e sulla dirimpettaia Isola di Mljet, in parte offuscati dall’onnipresente bruma mediterranea.

Quasi in vista della strada statale, nell’abitato di Ston, ci fermiamo a fotografare la cosiddetta “Grande Muraglia della Dalmazia”, un’enorme opera difensiva eretta durante l’epoca veneziana per contrastare le invasioni ottomane, che in questo punto attraversa in tutta la sua larghezza la Penisola di Peljesac.

Seguendo verso sud la principale via di collegamento della Dalmazia, poco prima di mezzogiorno, giungiamo in vista della celeberrima città di Dubrovnik (storicamente nota anche come Ragusa), nostra meta di riferimento per questa vacanza croata … Non andiamo però direttamente in centro ma continuiamo per qualche chilometro lungo la strada costiera, così da poter godere dall’alto della più famosa veduta della città vecchia, racchiusa entro le sue poderose mura, sull’intenso blu del Mare Adriatico, ed inclusa dall’Unesco nel Patrimonio Mondiale dell’Umanità.

Il punto panoramico è vastissimo ed in rada si notano almeno cinque navi da crociera, in più sul posto c’è un piccolo bar con degli ombrelloni che permettono di godersi lo spettacolo al fresco, così ne approfittiamo per pranzare con di fronte agli occhi un invidiabile sipario.

Nel primissimo pomeriggio scendiamo alla città fortificata, brighiamo abbastanza per trovar parcheggio, ma alla fine, poco dopo le 13:00, facciamo il nostro trionfale ingresso da Porta di Ploce entro gli straordinari bastioni, eretti a più riprese fra il VI ed il XVI secolo.

L’ambientazione medioevale è perfetta ed il caldo allucinante (almeno 35 gradi) … con questi pretesti andiamo ad iniziare la visita di una delle più belle città d’Europa.

Fiancheggiando l’antico Convento dei Domenicani, dalla lunga scalinata, costruita in modo tale da non riuscire a vedere le caviglie delle dame che un tempo la salivano, arriviamo all’estremità orientale della stupenda Placa … Su quella che è l’ampia via principale del centro storico, originariamente un canale poi colmato ed accuratamente lastricato, prospettano una sfilata di edifici dalla strabiliante omogeneità architettonica. In particolare da questo lato spicca il Palazzo Sponza, mirabile esempio di costruzione rinascimentale eretto all’inizio del Cinquecento e affiancato dalla più recente Torre dell’Orologio … Ma non possiamo fare a meno di notare, proprio di fronte, anche la cosiddetta Colonna di Orlando, con la statua del celebre paladino, che a quanto pare aiutò la città a liberarsi dai pirati arabi che l’assediavano.

Lasciandoci sulla sinistra la fiancata della barocca chiesa di S. Biagio giungiamo di fronte al severo Palazzo dei Rettori, caratterizzato dal bel portico rinascimentale, un tempo sede del governo e, appunto, del rettore di Ragusa (l’equivalente del doge veneziano).

Nelle vicinanze si trova anche la Cattedrale di S. Maria Maggiore, costruita in stile barocco da architetti italiani in sostituzione di quella precedente, distrutta dal devastante terremoto del 1667.

Passeggiando per gli stretti vicoli meridionali arriviamo fino al Palazzo della Rupa, al cui interno si trovano alcune grandi fosse scavate nella roccia, che svolgevano la funzione di granaio della città. Così ne approfittiamo per osservarle, assieme ad un piccolo museo etnografico.

Tornati all’aria aperta ci dirigiamo nuovamente verso il centro e quindi verso la Placa, per seguirla questa volta fino alla sua estremità più occidentale dove si trova il vasto Convento dei Francescani, all’interno del quale ha sede una delle più antiche farmacie d’Europa, attiva fin dal 1317, ma ha chiuso i battenti alle 14:00 e non riaprirà nel pomeriggio … peccato.

Di fianco al convento c’è l’interessante Chiesa rinascimentale del SS. Salvatore e proprio di fronte a quest’ultima la monumentale Fontana di Onofrio, di forma circolare, costruita nel 1438 per festeggiare il completamento dei lavori del nuovo acquedotto.

Siamo ora in prossimità di Porta di Pile, il principale varco di entrata alla città vecchia, e da qui saliamo alla sommità delle mura, così da percorrerne il tratto a mare … Le viste sui rossi tetti di Dubrovnik dal cammino di ronda sono splendide, peccato solo per il caldo allucinante che non ci permette di godercele appieno.

Scendiamo a terra, dopo mezzora sotto il sole cocente, nei pressi del porto e tornati alla Placa concludiamo il nostro giro turistico della città, riguadagnando anche l’auto e la sua preziosa aria condizionata.

Intorno alle 15:30 ci lasciamo alle spalle Dubrovnik, meravigliosa testimonianza storica giunta praticamente intatta fino ai giorni nostri … e quasi vengono i brividi a pensare che solo nel decennio scorso ha corso il rischio di andare completamente distrutta sotto i bombardamenti dell’esercito serbo-montenegrino! Procediamo ora spediti verso nord, infatti da questo pomeriggio ha in pratica inizio il nostro viaggio di rientro … Dopo qualche decina di chilometri transitiamo per un tratto di costa che chissà per quale motivo, storico o geografico, appartiene alla Bosnia-Herzegovina e secondo la carta stradale in nostro possesso sembra essere completamente disabitato, invece c’è Neum, una città di ragguardevoli dimensioni.

Rientrati in Croazia percorriamo tutta la tortuosa strada litoranea fin quasi a Split, quindi la ben più comoda e scorrevole autostrada fino a Sibenik, per giungere ormai in serata a Vodice, dove ci aspetta Giulia per ospitarci anche in quest’ultima notte di viaggio in Dalmazia.

Per cena andiamo di nuovo nella taverna da Burin dove mangiamo ottimo pesce … e quando rientriamo verso il nostro appartamento apprendiamo telefonicamente di essere diventati zii (e Federico cugino) … Benvenuto piccolo Giacomo! Domenica 6 Luglio: Destinazione Italia … La sveglia è molto presto per evitare quanto più possibile gl’ingorghi, così alle 6:20 lasciamo Vodice e un quarto d’ora più tardi entriamo in autostrada diretti a nord.

Oltrepassata l’uscita per Zadar abbandoniamo la costa e cominciamo a salire di quota con la temperatura esterna che invece prende a scendere considerevolmente e alle 8:00, quando ci lasciamo sulla destra lo svincolo per Otocac e per i famosi Laghi di Plitvice, attorno a noi c’è anche una fitta nebbia.

Proseguendo senza intoppi più tardi ci immettiamo sull’autostrada Rijeka-Zagabria e alle 9:00 transitiamo proprio nei pressi di Rijeka, quindi quaranta minuti più tardi siamo alla dogana fra Croazia e Slovenia e alle 11:00 in punto in Italia, a Trieste.

Andiamo ora verso sud, sulla A4. Superiamo indenni la temuta zona di Mestre e presa la A13, poco dopo Padova (alle 13:00), ci fermiamo in un’area di servizio per pranzare.

La sosta sotto il sole è breve e dopo neanche mezzora torniamo a macinar chilometri, così alle 14:30 siamo a Bologna, quindi, imboccata la A14, alle 15:00 all’uscita di Faenza e un quarto d’ora più tardi davanti al cancello di casa nostra, dove si conclude ufficialmente anche questo viaggio.

Cosa dire della Dalmazia … terra così vicina ma a lungo, forse troppo a lungo, per noi sconosciuta. Si può dire che il suo mare e la sua natura ci hanno stupito oltre misura, e abbiamo così scoperto l’altra faccia dell’Adriatico. Si può dire che le sue testimonianze storiche sono notevoli e soprattutto ben conservate. Ne scaturisce così un mix perfetto di arte e bellezze naturali … un cocktail di quelli che fanno di un viaggio … un bel viaggio!  Dal 28 Giugno al 6 Luglio 2008  Da Forlì a Forlì km. 2650



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