Agosto in Croazia
CROAZIA 11 agosto – 29 agosto 2017
Partenza ore 3 della notte fra giovedì 10 e venerdì 11 agosto e arrivo a Rastoke alle ore 14!
Da Vercelli a Rastoke dovevano essere circa 690 km e invece, a causa di strada errata, abbiamo fatto 767 km. Alla fine, stufi di girare a vuoto, abbiamo deciso di seguire le indicazioni per Plitvice e da lì in un attimo, abbiamo raggiunto la nostra meta.
11 agosto visita del borgo di Rastoke che forse è stato un po’ rovinato a causa del clima troppo secco degli ultimi mesi. Le cascate erano un po’ asciutte e probabilmente rendevano meno di quanto avrebbero dovuto. Comunque si trovano degli scorci davvero carini e noi lo abbiamo girato in lungo e in largo e, verso fine pomeriggio, abbiamo fatto un bel bagno ristoratore nel fiume Korana prima di cenare nel locale che si trova proprio vicino alla biglietteria del borgo.
12 agosto partenza sotto il temporale e con 13° alla volta di Grebastica dove avevamo affittato il primo appartamento. Al pomeriggio siamo andati subito a visitare Primosten. A noi è piaciuto tanto. Non avrà nulla di speciale ma ci è piaciuto perdersi nei suoi vicoletti e abbiamo fatto tutta la passeggiata intorno. Avremmo voluto anche andare dall’altra parte della baia (quella dove ci sono i complessi turistici) ma l’acqua da quel lato era mossa e con le alghe e abbiamo preferito fare un bel bagno verso fine pomeriggio nella spiaggia che c’è a sinistra della porta di accesso: acqua calma e pulita. Peccato che avevamo dimenticato le scarpine per i sassi!
13 agosto Sibenik. Si pensava di fermarsi anche per il pranzo e invece abbiamo fatto abbastanza in fretta. Siamo partiti con la visita della cattedrale di San Giacomo ancora deserta, la piazza della Repubblica e la Loggia e poi ci siamo persi per le strade lastricate, siamo saliti fino alla fortezza di San Michele, siamo entrati nel giardino del monastero di San Lorenzo e siamo arrivati fino al borgo di pescatori di Dolac (un po’ triste rispetto alla foto che avevamo visto sulla rivista). Ci siamo fermati a Zablace per pranzo e poi a fare il bagno nell’acqua più fredda mai sentita! Gambe e braccia sembravano punte da migliaia di spilli! Dal parcheggio sterrato in centro, si può andare a destra o a sinistra. Noi siamo andati a sinistra, abbiamo passato le prime spiagge e siamo arrivati fino in fondo, dove finisce il campeggio. Il proprietario della konoba dove abbiamo mangiato (più o meno a metà del parcheggio sterrato ci sono alcuni tavolini anonimi sulla strada ma, dentro, il locale è molto carino, con tavoli e panche di legno, e il conto è stato anche più basso rispetto ai prezzi che c’erano sul menu…) ci ha detto che destra o sinistra era in ogni caso bello. Ci siamo poi spostati verso il ns appartamento e ci siamo fermati a Dolac, per il terzo bagno della giornata in un’acqua altrettanto fredda… Peccato non aver avuto il tempo di passeggiare lungo la costa sia qui che in altre occasioni. Passando dalla strada si vedono spiaggette e angoli carini ovunque ma purtroppo non si può fare tutto
14 agosto. Alle 8 eravamo già al parcheggio (ancora semideserto) di Lozovac per la visita al parco KRKA e poco prima di fare il biglietto abbiamo per fortuna trovato una ragazza del parco che parlava benissimo l’italiano e ci ha spiegato alcune cose che dal sito internet non avevo capito. Abbiamo visitato il parco senza comprare nessuna escursione aggiuntiva. Ci siamo fermati anche noi nella famosa cascata Skradinski buk dove però, a causa della troppa gente e del fondo melmoso, non si era invogliati a fare il bagno. Ci siamo spostati poco più in giù alle spalle del ponte di legno e lì era molto più tranquillo e meno affollato. E così abbiamo fatto anche noi il bagnetto.
Abbiamo completato il giro del parco e ce ne siamo andati quando ormai muoversi stava diventando un problema a causa della folla continua di gente in movimento.
Con la macchina ci siamo spostati verso Stinice (avevo immaginato fosse un piccolo paese ma non lo è: solo un edificio, un molo, un parcheggio e una panchina all’ombra), percorrendo strada a tornanti, gole di montagna aride e desertiche e siamo scesi fino al piccolo molo da cui parte la barca che porta i turisti sull’isolotto di Visovac. Abbiamo fatto il picnic sulla panchina con vista sull’isolotto e poi abbiamo fatto l’errore di non fare il bagno proprio vicino al piccolo molo ma di riprendere la macchina e raggiungere l’altro ingresso del parco che ci avrebbe permesso di vedere le altre famose cascate di Roski Slap. Le cascate le abbiamo viste ma, a causa della mancanza di piogge, erano alquanto deludenti e così non abbiamo nemmeno fatto la passeggiata per vedere la “collana”. Abbiamo ripreso la ns macchina e siamo ritornati a casa. La strada del ritorno fino a Lozovac ci è sembrata molto lunga: sono solo 30 km ma, vista la giornata impegnativa e visto il panorama un pochino monotono, ci è sembrata infinita…
15 agosto Abbiamo parcheggiato nel grosso parcheggio che si trova al di qua del ponte che poi attraversi per arrivare nel centro storico di Trogir (comodo in quanto fai il biglietto e paghi all’uscita in base a quanto ti sei fermato. Anche a Sibenik abbiamo parcheggiato in un piccolo parcheggio analogo e non in quello enorme all’inizio. E’ difficile prevedere quanto ci si vuole fermare…meglio pagare in base al tempo della sosta). La visita di Trogir ha richiesto meno tempo del previsto anche perchè nel corso della mattinata si era riempita di turisti e si faceva fatica a muoversi. Quando siamo arrivati al mattino siamo entrati senza problemi a visitare la cattedrale di San Lorenzo che era quasi deserta (non siamo saliti sul campanile perchè non abbiamo capito dove si faceva il biglietto…) e poi piazza Giovanni Paolo II, il municipio, la loggia, la via dello shopping, la riva fino al castello del Camerlengo e poi tutto il perimetro fino ai giardini per poi ritornare in centro a perdersi nei vicoletti…
Ci siamo spostati sull’isola di Ciovo e, non sapendo dove andare, dopo il ponte ci siamo diretti verso sinistra passando per Mastrinka e Arbanja e abbiamo fatto tutta la strada fino a dove inizia lo sterrato che dovrebbe portarti a Slatine ma non ce la siamo sentita di affrontarlo. Non trovando un posto per mangiare (abbiamo scoperto che a Ciovo si mangia dalle 13) siamo ritornati indietro e ci siamo fermati nel paese di Arbanja, abbiamo fatto un bel bagno nell’attesa che arrivasse ora di pranzo nel ristorante DidaMoj, proprio sulla strada. L’unico che a fine pasto ci ha offerto qualcosa: un piattino con frutta e dolcetti. Dopo pranzo ci siamo poi spostati in un’altra zona lì vicino, tranquilla, a fare bagni e a prendere un po’ di sole
16 agosto siamo partiti alla volta di Spalato, per prendere il traghetto che ci avrebbe portato sull’isola di Brac. Da Grebastica siamo partiti alle 7 di mattina e siamo arrivati al porto alle 8,30 circa, seguendo tutta la strada costiera fino quasi a Trogir e poi seguendo le indicazioni per Spalato. Da Rastoke-Grebastica erano 235 km ma poi non abbiamo più azzerato il contachilometri fino al porto di Spalato, quando segnava 641 km. Siamo stati alquanto fortunati e abbiamo preso il traghetto delle 9 alla volta di Supetar. La ricerca del ns appartamento è stata alquanto difficoltosa; il navigatore ci ha portato nella zona giusta ma poi stavamo girando a vuoto. Per fortuna abbiamo incrociato un postino che ci ha indicato qual era la casa, se no eravamo ancora lì adesso che giravamo! Ci siamo sistemati e poi, a piedi, siamo partiti verso il centro di Supetar per pranzare. Dopodichè abbiamo rifatto tutta la passeggiata e attraversato tutte le aree attrezzate che si susseguono in quella zona (poco belle ma prese d’assalto dai turisti) fino al cimitero (che abbiamo visitato). Abbiamo proseguito oltre ma non abbiamo trovato nulla che ci attirasse e quindi ci siamo fermati per due bei bagni proprio sulle rocce ai piedi del cimitero ma lontano dalle aree attrezzate e dai giochi gonfiabili! Magari Supetar non sarà un paesino eccezionale ma nemmeno così brutto. Abbiamo mangiato sempre abbastanza bene, ci sono dei bei localini e la passeggiata sul mare, peccato solo che a partire da una certa ora si riempia di persone
17 agosto. Si parte alla volta di Milna. Il tragitto è abbastanza agevole e in certe zone il paesaggio è davvero strano, tutto brullo, vedi solo il serpentone della strada che taglia la collina. La prima tappa è stata alla baia Osibova. Abbiamo seguito le indicazioni stradali ma, arrivati sotto al cimitero la freccia diceva di andare diritto. Ma diritto c’erano due strade e ovviamente abbiamo preso quella sbagliata che passa proprio sotto il muro del cimitero. La strada era tutta sterrata e ci passa una macchina. Finalmente siamo arrivati vicino ad alcune case e abbiamo parcheggiato in uno spiazzo. Di lì a poco arriva un signore col quad e ci dice che quello era tutto un comprensorio privato e che anche noi avevamo sbagliato strada al cimitero… Siamo tornati indietro e preso la strada giusta e finalmente siamo arrivati (continuo a pensare che sia meglio muoversi con macchine piccole: la strada è stretta e chiusa fra i muretti a secco e tranne in pochi posti non c’è la possibilità di accostare se si incrocia un’altra macchina. Qualcuno deve fare marcia indietro). La baia è davvero bella, con un’acqua pulita e trasparente e anche se la gente non manca, si può davvero stare tranquilli e godersi la natura. Per l’ora di pranzo avevamo deciso di fermarci a Milna e così abbiamo ripreso la macchina e, sperando di non incrociare nessuno, siamo tornati indietro. Pranzo frugale e poi giro per il paese che, in base a quanto avevo letto, doveva essere davvero carino. Non ci ha entusiasmato un granchè o magari non abbiamo trovato la parte più carina ma in generale mi è sembrato un po’ trascurato.
Dopo la passeggiata abbiamo ripreso la macchina e siamo tornati verso Supetar. Come programmato abbiamo fatto una tappa al cimitero di Lozisca da cui si ha una bella visuale su questo paesino dominato da una chiesa maestosa e quasi “troppa” rispetto al paese. Ci siamo fermati a Sutivan perchè il paese visto dall’alto ci era sembrato carino. Abbiamo parcheggiato e fatto una passeggiata e poi fatto un bagno in una spiaggetta di ciottoli dopo la chiesa. La tappa successiva è stata Mirca ma, forse perchè il mare era un po’ mosso, ci ha lasciati alquanto delusi e ce ne siamo andati subito. Abbiamo allora deciso di cercare la baia Vela Luka a Supetar e, molto accaldati, dopo aver superato quella che è la spiaggia vera e propria, abbiamo fatto l’ultimo bagno della giornata
18 agosto. Oggi la tappa era la baia Lovrecina. Nel tragitto da Supetar verso la baia abbiamo visto dei posti carini dove fermarsi per un bagno. A quell’ora di mattina erano deserti ma purtroppo quando siamo ripassati nel tardo pomeriggio erano affollati… Quando ho visto la strada per arrivare in macchina alla baia Lovrecina mi sono detta che io da lì non scendevo e, abbiamo parcheggiato agevolmente sulla strada in uno spiazzo e siamo scesi a piedi. La baia, forse perchè ancora non era illuminata bene dal sole e ha comunque il fondo sabbioso, non ci ha fatto un’ottima impressione. Ci siamo sistemati sul cemento che c’è oltre l’inutile (a mio parere) bar e abbiamo fatto il bagno: si va avanti un bel pezzo prima di non toccare. Penso che in tutto ci saranno state nella baia una decina di persone ma purtroppo presto la situazione è cambiata e quindi, dopo aver raccolto le nostre cose e fatto una gimcana sulla spiaggia, abbiamo prima dato un’occhiata al sito archeologico e poi ci siamo incamminati a piedi lungo il sentiero a sinistra della baia. E siamo arrivati ad una piccola baia davvero carina, senza nome, con un’acqua stupenda e pochissima gente. Ci siamo fermati per picnic, bagni e sole e poi siamo ritornati alla macchina. Sulla strada del ritorno ci siamo fermati prima a Dol ( un paese fuori dal tempo) passando per campi coltivati a frutta e poi a Postira dove abbiamo fatto il giro del paese sul lato destro rispetto al porticciolo e incontrato alcune “spiaggette cittadine” un po’ troppo piene
19 agosto. Dopo molte insistenze siamo ripartiti per Milna. Solito cimitero ma questa volta la strada a sinistra alla ricerca della baia di Lucice. Visto che le indicazioni scarseggiano, ad un certo punto abbiamo incrociato una macchina vicino ad una zona dove allevano qualcosa nell’acqua e abbiamo chiesto. Ci hanno detto di proseguire ma la strada era non solo sterrata ma molto brutta. Siamo arrivati in una baia dove c’erano forme umane e ho richiesto. La ragazza ci ha detto che eravamo nella baia Maslinova ma di aspettare che ci portavano loro. Il papà stava tornando a riva con quanto aveva pescato, ha sistemato la barchetta, sistemato i pesci in una vaschetta bucata sul sedile della macchina, e ci hanno fatto segno di seguirli. Per fortuna non andavano molto forte. Ad un certo punto hanno rallentato e ci hanno fatto segno di imboccare una strada a sinistra. E finalmente siamo arrivati. Davvero uno spettacolo! E ancora non c’era quasi nessuno. Abbiamo fatto subito il bagno e ci siamo sistemati godendoci il panorama. Alle spalle avevamo una villa con piscina a sfioro e si vedevano tante altre casine, molte purtroppo abbandonate, e si fantasticava su come dovrebbe essere bello al mattino svegliarsi, uscire sulla veranda a fare la colazione e vedere quello scenario… Abbiamo poi scoperto che precisamente eravamo nella baia Duboka (la baia di Lucice ha 5 rami e questo era uno dei cinque). Non so quanti bagni e quante foto abbiamo fatto. Poi ci siamo spostati sul lato sinistro della baia con l’idea di riuscire ad oltrepassare la punta che si vedeva e andare oltre. E invece ci siamo resi conto che per poterlo fare forse bisognava entrare “a casa di altri” e non abbiamo osato. Comunque l’acqua era uno spettacolo e anche le ville che abbiamo incontrato nella passeggiata non erano da meno. Ognuna ha il suo accesso privato al mare, ha il capanno per ritirare le cose e il piccolo molo su cui sistemare le sdraio e a cui attaccare barche e motoscafi. Davvero un posto bello, tranquillo e, ci è sembrato, un pochino caro! Siamo tornati indietro e abbiamo fatto un ultimo bagno prima di riprendere la macchina per tornare a Supetar. L’idea era quella di cercare un’altra baia ma avevamo paura di fare troppo tardi anche perchè la mattina dopo si partiva e bisognava tirare vicino le cose.
20 agosto. Stamattina siamo partiti da Supetar alla volta di Bol. Ci siamo fermati a Splitska. Peccato che la giornata non era bella se no avremmo già fatto un bagno in quell’acqua stupenda e immobile. Io l’ho trovato un paesino davvero carino ma abbiamo fatto solo un piccolo giro in quanto pensavamo di raggiungere la baia Trstena a Postira. Abbiamo perciò imboccato non la strada che ti porta al grosso parcheggio vicino al campo da calcio ma la seconda strada che ti porta alle spiagge attrezzate cittadine e poi prosegue nella pineta sullo sterrato. Ad un certo punto ci siamo fermati nella prima baia che abbiamo trovato e dove si poteva fare manovra. Infatti la strada si faceva sempre più brutta e subentrava il problema se si incontrava una macchina in senso opposto… Se fosse stata una bella giornata magari ci saremmo buttati ma l’acqua ci invogliava poco e siamo ritornati indietro. Comunque grazie a google maps ho poi scoperto che quella dove avevamo fatto manovra era proprio la baia di Trstena! Abbiamo parcheggiato a Postira e abbiamo fatto la passeggiata dal porticciolo verso il lato sinistro del paese fino a che siamo arrivati alla spiaggetta col bar, nulla di particolarmente affascinante. Un po’ delusi dalla giornata nuvolosa e afosa, siamo tornati alla macchina e ci siamo diretti verso Skrip anche perchè non avremmo avuto altra occasione per vedere questo paese che, a quanto letto, era imperdibile. Abbiamo fatto il giro anche nell’immancabile cimitero e poi, mentre tornavamo alla macchina (lasciata vicino al piccolo supermercato), abbiamo visto in una casetta abbandonata una nidiata di micini. A Supetar avevo comprato una busta di Kit e Kat da dare alla micia dei padroni di casa ma non era più venuta a trovarci. Così l’abbiamo data a loro. E gli ho pure dato tutto il salame a fette che era al fresco nella borsa da picnic. Erano così contenti…
Da Skrip abbiamo imboccato la strada che secondo noi doveva portarci (guardando la cartina) verso Nerezisca e quindi a Bol ma, vedendo il tipo di strada, abbiamo preferito tornare indietro fino alla strada principale e quindi a Supetar e da lì proseguire. Ci siamo fermati a Donj Humac, breve visita del paesino e poi subito sosta per il pranzo. Quindi, senza più alcuna tappa, abbiamo proseguito per Bol. E’ vero che la strada è abbastanza tortuosa ma basta andare piano e comunque passano sempre due macchine perciò non crea grossi problemi. Senza difficoltà abbiamo trovato il nostro appartamento (grazie ai cartelli sulla strada principale!) e dopo esserci sistemati, siamo usciti per fare un primo giro di orientamento nel paese. La nostra camera si trovava a due passi dal centro e, cartina alla mano, abbiamo subito iniziato la ns passeggiata verso il lato sinistro, per raggiungere il monastero domenicano. Visto che era pomeriggio inoltrato, le varie spiagge che abbiamo incontrato erano pienissime ma l’acqua era bellissima e ci siamo pentiti di non avere il necessario per fare il bagno. Arrivati al monastero abbiamo fatto una sosta e ci siamo incamminati verso l’appartamento per sistemarci per la cena, con l’intenzione di ritornare al mattino presto nella spiaggia che si trova subito dopo il monastero (comodissimo il parcheggio gratuito proprio a fianco del monastero).
21 agosto. Seguendo i consigli di chi diceva di arrivare presto a Zlatni Rat, quando siamo arrivati all’enorme parcheggio sterrato (obbligatorio, a quanto pare… e fotografano pure la targa della macchina per verificare che tu non faccia il furbo, pur tollerando 10 minuti di ritardo) eravamo la prima macchina a parcheggiare! In un attimo siamo arrivati alla spiaggia e, visto che da quel lato il mare era calmissimo, ci siamo subito diretti verso la punta ma sul lato destro. Ci siamo subito buttati in acqua e non c’era ancora nessuno che faceva il bagno…solo noi! Inutile dire che l’acqua era bellissima. Ho fatto recuperare da M un asciugamano da mare blu che giaceva sul fondo, forse scivolato da qualche battello di turisti e poi, ci siamo asciugati a fatica in quanto il vento era così forte che volava via tutto. Non volevamo fermarci troppo anche perchè alle 10,20 circa ci scadeva il parcheggio. Abbiamo fatto la passeggiata fino alla punta e poi lungo il lato sinistro della stessa e poi ne abbiamo approfittato per scattare delle foto dall’alto a quell’acqua cristallina. Abbiamo ripreso la macchina: il parcheggio era ormai affollato così come lo stava diventando la spiaggia…. Ci siamo diretti verso Murvica, scoprendo che ormai la strada era asfaltata e non più sterrata come avevo letto. Abbiamo parcheggiato lungo la strada dopo il piccolo bar che si trova a sinistra e quindi siamo scesi verso la baia, lungo una discesa ripidissima. Man mano che ti avvicini vedi solo la meraviglia dell’acqua, azzurra e trasparente. Ci siamo sistemati nella spiaggetta a destra approfittando di un po’ d’ombra regalata dai pini, bagno e sole. Ci siamo fermati fino all’ora del nostro consueto picnic dopodichè, sempre sotto il sole dell’una e mezza / due siamo andati a fare una passeggiata lungo il sentiero a destra della spiaggia e poi a sinistra. Abbiamo superato il piccolo cimitero e proseguito lungo la costa con la speranza di trovare un luogo meno affollato di Murvica ma poi ci siamo resi conto che probabilmente si arrivava solo a proprietà private e abbiamo preferito tornare indietro, affrontare con coraggio la salita, e tornare sulla strada principale. Dopo aver chiesto indicazioni al gentile signore del bar, abbiamo proseguito a piedi fino al parcheggio del paese e da lì abbiamo iniziato a scendere lungo una strada sterrata. Abbiamo superato una magnifica villa con piscina e dependance e finalmente siamo arrivati alla baia di Draceva Luka. E’ divisa in due parti ma la seconda era un po’ troppo affollata e così ci siamo fermati nella prima, quella con la spiaggetta più piccola e con tante barche ormeggiate (molte in stato di abbandono) e ci siamo sistemati vicino al pontile. Anche qui ovviamente bagni, foto e contemplazione di quel panorama unico. Fino a che purtroppo è arrivata l’ora di tornare verso la macchina
22 agosto Partenza – come sempre presto – alla volta di Sumartin con tappa obbligata al belvedere che sovrasta Bol. Le strade si assomigliano tutte: paesaggio brullo, arbusti, sassi, il mare blu sullo sfondo, pochissime auto. A Sumartin abbiamo parcheggiato comodamente sotto la chiesa e poi abbiamo fatto la passeggiata proprio partendo dalla chiesa e arrivando fino al molo. Tante belle case, il piccolo supermercato, qualche locale e pochissima gente, un posto estremamente tranquillo ma, se il programma prevede di utilizzare l’auto per “vedere il più possibile” un po’ troppo fuori mano. Proprio sotto la chiesa c’è la spiaggetta cittadina dove stupidamente non abbiamo fatto il bagno: l’acqua era meravigliosa… Ripresa l’auto, abbiamo svoltato verso sinistra all’incrocio appena fuori Sumartin e poi, quando la strada si divideva, abbiamo seguito quella sul mare. Dopo aver parcheggiato, siamo andati a piedi fino alla spiaggetta. Anche qui ville e case stupende ma purtroppo, forse anche a causa del mare un po’ mosso, l’acqua non era affatto bella come ci era parsa dall’alto e, un po’ delusi siamo tornati indietro. Prossima tappa Selca. Giro veloce del paese, anche questo dominato da una chiesa imponente, e anche qui abbiamo constatato quante belle case e begli edifici siano in stato di totale abbandono.
L’idea era quella di fermarci alla famosa konoba a Gornji Humac ma, dopo averla trovata, abbiamo concluso che probabilmente a pranzo non era aperta: il suo parcheggio era deserto e la porta chiusa e quindi ci siamo diretti verso quella che doveva essere la nostra meta pomeridiana e cioè Pucisca. La strada è abbastanza lunga e con tanti tornanti ma non crea grosse difficoltà. Parcheggio comodo vicinissimo al centro e subito via…alla ricerca di un posto dove mangiare. Abbiamo scelto la prima konoba che abbiamo trovato (in cima alla scala) dove ho mangiato una memorabile grigliata mista in un ambiente rustico e ben tenuto. Dopo pranzo (il sole come al solito picchiava alto sulle nostre teste) abbiamo iniziato il giro del paese: case di pietra bianca, balconi fioriti, lampioni di pietra bianca, banchetti di frutta e verdura, panchine e tranquillità. Abbiamo fatto prima il giro sulla destra del paese e poi verso sinistra. A questo punto, anche se la spiaggetta cittadina era affollata di turisti che facevano parte delle gite sui “velieri” ancorati al porticciolo (a una certa ora infatti se ne sono andati tutti insieme) ci meritavamo un bel bagno. Eravamo a digiuno dal giorno prima e, anche se il posto non era incantevole, ne abbiamo approfittato volentieri…
23 agosto Era l’ultimo giorno che trascorrevamo a Bol e già avevamo programmato il da farsi. Lasciata la macchina al comodo parcheggio vicino al monastero di Bol, alle 8e ¼ eravamo già in acqua. Ormai, nonostante l’orario, nessuna acqua ci sembrava fredda dopo l’esperienza a Zablace e ovviamente era tutto deserto e in acqua c’eravamo solo noi e tante rondini che volavano sulle nostre teste. Dopo il bagno io mi sono avventurata lungo il sentiero oltre la spiaggia per scattare foto e vedere dove si arrivava. Quindi abbiamo rifatto il giro che avevamo già fatto il primo giorno e cioè dal monastero, passando sulle spiaggette su cui incombono piante secolari e, purtroppo, un terreno che sembra voler franare, siamo tornati fino a quello che io ritengo l’angolo più carino del paese e cioè il porticciolo dove attraccano i battelli e dove c’è l’ufficio informazioni turistiche. All’inizio del porticciolo, dopo il supermercato e sotto il mercato della frutta e verdura, abbiamo sempre trovato un micio bianco che si fa coccolare da tutti i turisti. Durante la passeggiata, oltre ad individuare il ristorante dove avremmo cenato (!!) siamo passati accanto al grosso hotel abbandonato (che peccato, doveva avere una vista strepitosa), abbiamo rivisto gli edifici accanto ormai abbandonati ma abbelliti dai writers e ci siamo stupiti che in un edificio che risulta altrettanto decadente e pericolante, vicino al famoso ristorante coi tavolini sull’acqua, ci fosse roba stesa e gente seduta sui balconi. Siamo ritornati verso la macchina e abbiamo imboccato di nuovo la strada verso Murvica ma questa volta ci siamo fermati al parcheggio Paklina. Abbiamo preso il cesto da picnic e ci siamo incamminati verso destra, lungo campi coltivati a vite e ben tenuti, e ci siamo pure resi conto che da lì a Zlatni Rat la passeggiata sarebbe stata breve (a saperlo il primo giorno…il parcheggio costava anche meno). Siamo arrivati fino ad una delle ultime spiaggette e ci siamo sistemati per bagni, sole e pranzo. Abbiamo anche in questa occasione invidiato chi gira fra le baie con piccole imbarcazioni e ci siamo rammaricati per non aver nemmeno provato ad affittare una di quelle che non richiedono la patente nautica. Deve essere bello scivolare sull’acqua e potersi fermare dove più ti piace, magari in una caletta deserta non raggiungibile via terra. Beh, magari sarà per la prossima volta. La gente nella spiaggetta era davvero poca e si stava benissimo. Guardando a sinistra vedevi Zlatni Rat presa d’assalto da bagnanti e barconi di turisti… Nel primo pomeriggio siamo tornati verso il parcheggio e quindi al nostro appartamento. Dopo aver parcheggiato, ci siamo sistemati e ci siamo incamminati verso Zlatni Rat lungo il viale lastricato che offre di nuovo panorami bellissimi sul mare e su quell’acqua turchese, e anche un po’ di frescura visto che è tutto alberato. Abbiamo guardato le decine di persone che si divertono con gli sport acquatici, abbiamo dato un’occhiata ai grossi complessi che si incontrano sulla destra (complessi che ovviamente a me non potevano piacere visto lo stile troppo moderno), abbiamo visto ville bellissime e, in men che non si dica, siamo arrivati a Zlatni Rat per un ultimo saluto dall’alto
Ormai la giornata volgeva al termine e ci siamo incamminati di nuovo verso il centro in attesa che arrivasse l’ora di cena
Sull’isola di Brac in tutto abbiamo percorso 383 km
24 agosto Dopo una colazione estremamente mattutina (abbiamo dovuto aspettare che il ns bar aprisse!) abbiamo lasciato Bol con tanto dispiacere alla volta di Supetar. Siamo riusciti a prendere il traghetto delle 9 direzione Spalato e, puntualmente, alle 10 siamo arrivati. Purtroppo il traghetto per l’isola di Solta partiva alle ore 11,45 (non ce ne sono tantissimi come per Brac) e ci siamo messi ad aspettare. Una volta sbarcati ci siamo diretti subito verso Necujam dove avevamo il nostro appartamento con l’idea di mangiare pranzo da qualche parte. Siamo riusciti a parcheggiare vicino alla chiesetta che si trova proprio all’ingresso del paese e ci siamo messi in cammino: nemmeno un posto dove mangiare. Per fortuna avevamo delle cose avanzate nel cestino del picnic e così, visto che avevamo individuato almeno una pekara, sono andata a comprare qualcosa. M pensava che la svaligiassi e invece sono uscita solo con un panino ricoperto con un po’ di formaggio (la panetteria era mezza vuota, vista l’ora), abbiamo finito le nostre provviste e poi, abbiamo preso almeno un gelato nel chioschetto lì vicino. Per il nostro pranzo frugale ci siamo seduti proprio prima della spiaggia (troppo affollata) di Necujam ma siamo rimasti un po’ delusi perchè, proprio quella zona che dovrebbe essere tenuta bene in quanto è l’ingresso del paese, è invece trascurata e mal tenuta
Dopo esserci sistemati nell’appartamento, sul lato destro del paese, abbiamo fatto una bella passeggiata curiosando ville bellissime, giardini curati e pieni di piante fiorite, case abbandonate ma per me ancora più belle (non so quante ne ho comprate con la fantasia nelle due settimane) e ci siamo sistemati in una di quelle terrazze di cemento. Il dubbio era sempre il solito: saranno private o no? Ma nella villa proprio al di sopra della strada non c’era nessuno e ne abbiamo approfittato. Bagno e un po’ di relax e poi siamo ritornati indietro fino alla spiaggia attrezzata e ancora oltre, fino alla curva che dovrebbe portarti all’altra baia di Necujam in cui però non abbiamo fatto tempo ad arrivare. Dopo la spiaggia attrezzata si trova una specie di frangiflutti e, vedendo l’acqua così calma e limpida, abbiamo fatto l’ultimo bagno della giornata. A noi Necujam non è piaciuto un granchè, soprattutto quell’enorme e anonimo complesso di appartamenti appollaiato sulla collina. I paesi che avremmo visto nei giorni seguenti erano davvero molto più carini ma, la nostra è stata una scelta dettata dal risparmio: non avevamo trovato nulla di meno caro del nostro appartamento! Tra l’altro, se dimentichiamo il divano letto scomodissimo, era anche carino…
25 agosto Visto che a Necujam non avevamo nemmeno trovato un posto per fare colazione, ci siamo diretti verso Grohote anche perchè, essendo il centro dell’isola, avevamo visto che c’era il supermercato e c’erano, proprio sulla strada, alcuni bar. Abbiamo parcheggiato la macchina nello sterrato vicino al mercato. Una meraviglia: due banchetti di frutta e verdura, il banco del pesce (lui che vende e la moglie che cerca di tenere a bada mosche e vespe), un banchetto col miele, un piccolo giornalaio ma soprattutto la pekara dove abbiamo sempre preso gli strudel per la colazione, davvero ottimi, soprattutto quello con il ripieno di mela. Ecco, il mercato era tutto lì… Un giorno abbiamo anche preso il burek per il picnic. Lo avevamo già anche preso a Bol ma non ne abbiamo mai trovato uno che uguagliasse in bontà quello che avevamo mangiato a Lussino. Visto che eravamo a Grohote, ci siamo detti, facciamo che visitarlo. Io ne sono rimasta entusiasta. Per me è bellissimo: tutte quelle case di pietra, tutto quel “vecchio”, gli archi, le case abbandonate, le bouganville che si arrampicano sulle scale, la tranquillità, immaginare quando era ancora un paese vivo, prima che tanti decidessero di lasciarlo in cerca (forse) del meglio e delle comodità. In questi paesi sembra che la vita scorra diversamente, al rallentatore… Ci siamo quindi diretti verso quella che era la nostra meta del giorno ovvero Maslinica. Abbiamo parcheggiato senza difficoltà poco prima dell’hotel di lusso all’entrata del paese e fatto tutta la passeggiata fino oltre la spiaggia cittadina con il bar. Per i nostri gusti era già troppo affollata e quindi abbiamo proseguito godendoci il panorama sugli isolotti che si trovano di fronte al paese. Il mare era pieno di yacht, barche, motoscafi e gommoni che vagavano fra gli isolotti disabitati… Anche in questo caso abbiamo visto tante case in stato di abbandono, in particolare proprio a fianco della spiaggia ce n’era una meravigliosa e ci si chiedeva il perchè… Abbiamo trovato la solita terrazza di cemento dove sistemarci per un bel bagno e per prendere un po’ di sole. Visto che non eravamo “attrezzati” per il picnic siamo poi tornati verso il centro del paese per pranzo e quindi ci siamo diretti verso la baia di Sesula. Subito dopo l’hotel di lusso c’è una strada che gira a destra e diventa sterrata. Abbiamo parcheggiato e poi proseguito a piedi fino alla konoba che domina la baia. Anche qui era pieno di imbarcazioni ma la baia ci è piaciuta di meno anche perchè si vedono le strutture di un allevamento ittico e anche l’acqua, pur essendo bella, ci ha dato meno soddisfazioni. Siamo tornati in centro anche perchè avevamo deciso di fermarci lì per cena. Abbiamo parcheggiato più o meno nello stesso posto e poi, visto che era ancora presto, siamo scesi proprio sotto la strada in quanto avevamo già visto che c’era acqua bella e angolini appartati. Avevamo trovato un posto carinissimo tutto per noi ma…ben presto la tranquillità è finita in quanto è arrivato un gruppo di 7/8 persone che ha colonizzato la spiaggetta di ciottoli. Quando il sole ha iniziato a calare, siamo tornati sulla strada e, come ormai ci siamo abituati a fare quando occorre, ci siamo cambiati fra le portiere della macchina per prepararci per la passeggiata serale e per la cena. Bella la passeggiata col tramonto, molto meno bella la cena…
26 agosto Dopo la colazione nel solito bar a Grohote con i nostri buoni strudel, ci siamo diretti verso Rogac e ne abbiamo approfittato per fare già il biglietto di ritorno del traghetto. Dopo aver scoperto che tutti i parcheggi sono a pagamento, abbiamo lasciato la macchina davanti alla spiaggia cittadina che si trova di fronte al distributore di benzina e ci siamo incamminati oltre la banchina dove attracca il traghetto, proseguendo fino a dove finiscono le case e poi oltre. Una bella passeggiata tutta in piano e abbastanza ombreggiata. Siamo arrivati ad una prima insenatura, bella vista da lontano ma meno bella da vicino, a causa di una schiumetta che abbiamo riscontrato anche in altre occasioni e quindi abbiamo proseguito fino alla spiaggia di ciottoli della baia Kasjun. Ci siamo sistemati ed era ancora semideserta. Subito il bagno e poi ozio. Visto che ad una certa ora scadeva il parcheggio a pagamento, ci siamo incamminati sulla via del ritorno e ci siamo fermati ai lati della baia sulle rocce piatte ma… tanto inclinate e quindi un po’ scomode per stare seduti per il picnic. L’altra meta della giornata era Stomorska. Arrivati alla piazza del paese, una palma al centro di un’aiuola che funge da rotonda, dovevamo decidere se andare a destra o a sinistra. Entrambe le strade erano strettissime e io continuo a chiedermi come facciano “loro” a viaggiare con disinvoltura! Nel dubbio ho preso la strada di sinistra e ovviamente è subito arrivata in senso contrario una macchina. Panico e manovre per lasciarla passare. Dopodichè tutto tranquillo e abbiamo parcheggiato in uno sterrato sulla sinistra. Abbiamo proseguito fino alla spiaggia di ciottolini e poi oltre fino a dove si trova un’altra spiaggetta col bar. Visto che non avevamo visto nulla che ci attirasse ma c’era l’urgenza di buttarsi in acqua, ci siamo sistemati nella spiaggetta cittadina anche perchè, dopo un attento studio sul percorso del sole, avevo concluso che saremmo stati sempre in ombra. L’acqua però non era bellissima e, anche questa volta, il mio studio ha fatto cilecca: dopo nemmeno un’oretta eravamo al sole e l’ombra non sarebbe mai più tornata, senza contare che la spiaggetta si era riempita. Tutto questo ci ha fatto decidere di tornare indietro e scendere sotto la strada proprio in prossimità del parcheggio sterrato. Altro bagno in un’acqua decisamente più invitante e oltretutto eravamo in 4 persone. Ci siamo preparati per la sera, ovviamente sempre in macchina, e poi a piedi siamo andati in centro al paese e poi lungo il lato destro del porticciolo, abbiamo superato la seconda spiaggia cittadina e ancora oltre in perlustrazione, per vedere come veniva l’ambiente e il panorama. A parte tante bellissime case, il mare non ci ha attirato un granchè in quanto era solo mare aperto. Buona cena in uno dei ristorantini affacciati sul porto ma purtroppo qui, vista la posizione del paese, non si può godere di nessun tramonto.
27 agosto Quando siamo andati a Maslinica avevamo visto la deviazione per Donja Krusica e quindi, dopo colazione e dopo le provviste per il picnic, abbiamo superato Grohote e imboccato la strada indicata dalla freccia. Peccato che arrivati dopo la chiesa di Donje Selo non abbiamo trovato altre indicazioni e ci siamo infilati in strade strettissime senza sapere dove stavamo andando. Abbiamo girovagato un po’ e, visto che volevamo anche andare a comprare il famoso miele di rosmarino, abbiamo fatto tappa nell’azienda agricola Tvirdic. Dopo aver scambiato due parole col titolare, ne ho approfittato per chiedere notizie sulla baia di Donja Krusica e lui ci ha detto che c’era la strada per scendere fino alla baia ma che era un rischio in quanto il parcheggio era piccolo. Era meglio lasciare la macchina nella piazza di Donje Seloe poi proseguire a piedi. Sì, ma quanto sarà? Saranno 10 minuti. E ci siamo fidati. Siamo tornati indietro, abbiamo fatto una tappa a Srednje Selo con giro vicino alla chiesa e di nuovo abbiamo imboccato queste stradine strette fino a che ho visto una signora e le ho chiesto dov’era la famosa piazza e il centro del paese. Meglio chiedere! Abbiamo parcheggiato e abbiamo iniziato a scendere verso la baia tutti baldanzosi. La strada era abbastanza pianeggiante ma poi, superata una graziosissima cappelletta bianca, iniziava ad esserlo di meno. E più andavi avanti e più si faceva ripida e più pensavi alla salita che avresti dovuto fare al ritorno. In ogni caso nemmeno in discesa erano 10 minuti!!! Comunque quando siamo arrivati ci è passato ogni pensiero: non c’era quasi nessuno, le casette affacciate sul porticciolo, le barchette ormeggiate, qualche persona seduta sulle panchette fuori dall’uscio a chiacchierare, acqua bellissima, nessun rumore (e posto per la macchina di sicuro non mancava, anche se fare discesa e salita non mi sarebbe affatto piaciuto). Subito un bel bagno e poi ci siamo sistemati vicino alla casa semidiroccata sul lato destro della baia. Ozio, sole, mare, passeggiata per scattare foto, i granchietti sui sassi, il picnic all’ombra. Tutto perfetto. Purtroppo, è arrivata l’ora di lasciare quel posto così bello e così ci siamo incamminati tristi tristi, senza contare che affrontare quella salita sotto il sole delle due è stato da pazzi e, nonostante le varie soste, quando siamo arrivati sulla strada pianeggiante eravamo stravolti. In origine avevo pensato che saremmo riusciti anche a fare un salto a Gornje Selo ma, visto che il giorno dopo ci aspettava una giornata un po’ faticosa, ci siamo avviati verso il nostro appartamento per iniziare a preparare i bagagli anche perchè avevamo deciso di partire presto in modo da avere un po’ di tempo per visitare Spalato. Purtroppo la cena è stata deludente e poi, per consolarci, ci siamo seduti a bere qualcosa nel baretto sotto all’albergo e a goderci il tramonto (ho scoperto solo al ritorno che quella baia che si trova su tutti i depliant turistici di Solta – due casette in croce con le finestre azzurre e qualche barchetta – si trova sotto Gornje Selo e dovrebbe chiamarsi Vela Luka).
Sull’isola di Solta abbiamo percorso 125 km. In ogni caso io metterei al primo posto come paesi carini Maslinica e Stomorska a parimerito e subito dopo Grohote, che ha un fascino del tutto particolare.
28 agosto alle 7 avevamo già lasciato Necujam e, per fare prima, non ci siamo nemmeno fermati a fare colazione nel nostro bar con gli adorati strudel… Siamo arrivati al porto di Rogac e, visto che non c’era ancora nessuno in fila per il traghetto, ne abbiamo approfittato per fare benzina. Abbiamo preso il traghetto delle 8 e sempre con puntualità, alle 9 eravamo a Spalato. Dopo un po’ di giri a vuoto nelle strade (non eravamo più abituati al casino) abbiamo fatto che parcheggiare nel grosso parcheggio che si trova proprio vicino al porto e abbiamo iniziato il nostro giro. Peccato solo che il clima fosse soffocante, una delle giornate più afose che abbiamo sentito in due settimane.
Ci siamo diretti subito verso il centro, abbiamo percorso tutta la Riva fino al porticciolo Matejuska dove mi aspettavo di vedere (come avevamo letto) i pescatori intenti nelle loro attività e invece, anche qui, erano alle prese con chiacchiere e birra. Abbiamo girovagato per il quartiere Varos e poi abbiamo visto piazza della Repubblica , la via Marmontova, la bellissima piazza dei F.lli Radic o piazza della frutta, per arrivare a Narodni Trog. Si era nel frattempo fatta l’ora di pranzo e, dopo la sosta, abbiamo iniziato la nostra visita del palazzo di Diocleziano partendo dalla porta aurea con vicino la grossa statua del vescovo Gregorio di Nona
La giornata era così afosa che per ben due volte ci siamo dovuti fermare in un bar a bere qualcosa e poi abbiamo proseguito il nostro girovagare senza meta all’interno del palazzo. Abbiamo preso il biglietto che ci ha permesso di vedere battistero, cattedrale e le celle con la statua di S.Lucia ma abbiamo scartato l’idea, visto il clima, di salire sul campanile.
Spalato ci ha affascinato ma purtroppo non è agevole muoversi o godersi una città quando è presa d’assalto dalla gente.
Dopo una cena abbastanza leggera siamo tornati al parcheggio e ci siamo diretti verso l’imbarco del traghetto che ci avrebbe portato in Italia. Infatti avevamo deciso, per dover affrontare meno chilometri, di fare almeno il ritorno col traghetto della Snav Spalato-Ancona (partenza 22 arrivo ore 9) e avevamo pure affittato la cabina. Ovviamente per risparmiare cabina interna senza servizi. Le operazioni di imbarco sono state interminabili e molto laboriose, la cabina era un bugigattolo, i bagni in comune no comment, notte insonne per tutto il rumore che si sentiva, per la paura di affondare e per la paura che M mi crollasse addosso insieme al letto a castello, pessima e cara colazione, ambienti comuni mal tenuti. Ma non possiamo certo lasciare che poche ore di traghetto rovinino il ricordo di due settimane. Forse io avrei preferito affrontare tutti i chilometri del ritorno o perlomeno, se mi dovesse ancora venire voglia di usare il traghetto, prenoterei solo il viaggio sulla poltrona. Tanto non avremmo dormito lo stesso ma almeno avremmo risparmiato
Quando eravamo sbarcati a Spalato avevamo azzerato il contachilometri prima di salire sul traghetto che ci avrebbe portato ad Ancona
Ancona-Vercelli 514 km. C’è da dire che il viaggio si è rivelato alquanto semplice. Imbocchi l’autostrada poco lontano dal porto ed esci a Vercelli. Davvero comodo (a parte il casino creato dai camion padroni delle strade)
Quindi in tutto abbiamo percorso 2430 km
Che dire? Mare bellissimo, tempo bellissimo, tranquillità, noi e la macchina su strade spesso deserte alla scoperta di posti nuovi, locali carini, paesi magari modesti ma che hanno sempre qualcosa di affascinante. La terza volta in Croazia e ogni volta dei ricordi unici. In attesa della prossima volta…