Viaggio fuori dagli schemi in Dalmazia

Le isole della Dalmazia Korčula, Brač e Hvar con il minuscolo arcipelago delle Pakleni offrono varie possibilità di svago in piena natura. Un viaggio fuori dagli schemi, in bicicletta e a piedi, consente di conoscerne alcuni aspetti
Scritto da: cappellaccio
viaggio fuori dagli schemi in dalmazia
Partenza il: 02/08/2015
Ritorno il: 09/08/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
Le isole della Dalmazia Korčula, Brač e Hvar con il minuscolo arcipelago delle Pakleni offrono varie possibilità di svago in piena natura. Un viaggio fuori dagli schemi, in bicicletta e a piedi, consente di conoscerne alcuni aspetti.

Quando sbarco a Lesina il tramonto è ormai alle porte, nell’aria si avverte un profumo dolcissimo proveniente dai pini, mescolato all’odore del rosmarino selvatico, del mirto e dell’elicriso. Hvar si presenta ai miei occhi come una città effervescente, con i tavolini dei caffè e dei ristoranti debordanti di persone e un’intensa attività portuale. Una poderosa fiumana di villeggianti fluisce senza tregua lungo le Rive, i marciapiedi lastricati che costeggiano il mare, occupati parzialmente dai baracchini che smerciano la lavanda, un tradizionale prodotto dell’isola. Circola anche qualche ciclista, che schiva i pedoni al millimetro.

Mi è subito chiaro che il punto nodale è l’ampia piazza S. Stefano, in fondo alla quale si erge la cattedrale. Questo grande spazio luminoso è il diaframma che separa l’area urbanistica detta Groda, ancora racchiusa fra le mura che scendono dalla fortezza, costituita da un labirinto di vicoli che si arrampica sulla collina sovrastata dalla rocca, e il quartiere Burak, un intrico di stradine che si estende sull’altura dietro al porto. La piazza, su cui affacciano edifici in cui è palpabile l’influenza architettonica della Serenissima che per otto secoli mantenne saldo il proprio potere in Dalmazia, vanta angoli di interesse monumentale come la Loggia seicentesca affiancata dalla Torre dell’orologio, oggi facenti parte dell’hotel Palace, e l’Arsenale (ricostruito dopo un incendio appiccato dal corsaro ottomano Ulugh Alì nel 1571), contenente un antico teatro, dalla cui terrazza, il Belvedere, si gode una meravigliosa vista su tutta la piazza.

Sul lato opposto alla cattedrale, verso il mare, si trova una darsena di dimensioni ridotte per imbarcazioni di piccola stazza, il mandracchio, circoscritto da un muretto sul quale ci si siede a chiacchierare e a guardare transitare la folla. L’orecchio è sopraffatto da una moltitudine di lingue: ci sono brasiliani, argentini, statunitensi, francesi, tedeschi, spagnoli, portoghesi, inglesi, italiani e anche croati, ovviamente. Tutto il mondo pare essersi dato appuntamento qui.

Hvar dimostrò già dalla fine del XIX secolo, periodo in cui fu fondata la Società d’Igiene, un’associazione pioniera in Europa, una spiccata vocazione turistica. A quel tempo l’isola, che apparteneva all’Impero austroungarico, veniva pubblicizzata come la “Madeira dell’Austria” per la salubrità dell’aria e il clima mite ed era un luogo paragonabile a Lourdes se si trattava di guarire dalle malattie respiratorie. Dopo il termine della Guerra dei Balcani degli anni Novanta e in particolare a seguito della ripresa economica, dagli inizi del Duemila Lesina, assieme alle altre isole della Dalmazia è divenuta una delle destinazioni più apprezzate e alla moda e adesso quindi vive soprattutto di turismo estivo. Ed ecco spiegata dunque la sua atmosfera da set cinematografico, giustificato appieno il proliferare delle bancherelle di souvenir e dei taxi acquatici, il vocìo e lo scalpiccìo prodotto da una marea umana internazionale che fa gola sia ai camerieri che ai venditori di escursioni in battello: alle isole Pakleni, a quelle di Brač, di Vis e Biševo, alla grotta azzurra e dello smeraldo e altre simili amenità.

Quando la osservo dal parco Šumica, nei pressi della chiesetta Stella Maris, Hvar ha appena appena finito di indossare il suo miglior vestito da sera, è sfavillante di luci e aspetta solo che qualche vacanziere infatuato la porti a ballare.

PRIMO GIORNO: UNA BREVE GITA IN BICI ALLE CALETTE DI LOZNA, ZASTUPAC, JAGODNA E FRA PETRA BOK, SUL VERSANTE SETTENTRIONALE DELL’ISOLA DI LESINA E UN’ESCURSIONE A PIEDI DALL’INSENATURA DI POKONJI DOL A MILNA

La mattina del primo giorno l’idea è di improvvisare qualche giro in bicicletta nei dintorni del capoluogo. Imbocco a sinistra la via dell’albergo Pharos, dove alloggio e quindi proseguo a destra per Higijeničkog društva, passando proprio sotto alla Fortica Španjola e attraversando due fornici aperti nel recinto delle mura merlate. Al primo incrocio seguo le indicazioni per Hvar e Stari Grad (la direzione opposta è Vira, in forte pendenza in salita, che scarto d’impulso). Al bivio successivo mi immetto sulla carrabile per Selca e Brusje. In capo a un paio di chilometri mi giunge alle narici il fetore della discarica di Hvar, poi iniziano ad apparire, a intervalli di 1 km, i segnali Ruta 1 con il simbolo della bicicletta; tuttavia devo avvisare che muoversi lungo questo “itinerario ciclabile” può risultare pericoloso –oltre che faticoso per la salita ininterrotta di 7 km se si intende arrivare fino a Brusje- a causa della relativa precarietà e tortuosità della strada, che è priva di banchina laterale e generalmente anche di guardrail: sembra tagliata alle estremità con colpi d’accetta.

Approssimativamente al km 3 della Ruta, a sinistra, mi accorgo dell’esistenza di un pannello illustrativo che mostra la deviazione di 2,3 km che conduce ad alcune defilate calette, abbastanza simili fra loro, che esploro in quest’ordine: Lozna, Zastupac, Jagodna e fra Petra bok. A ritmo sostenuto corro in discesa verso l’azzurro del mare, col quale ho l’impressione di fondermi in un abbraccio panico. La purezza dell’aria e la bellezza del paesaggio inebriano la mente e so già per certo che quando sarò a casa questo posto mi procurerà una pungente nostalgia. Lozna, al pari delle altre baie, è incastonata nel verde di una pineta, in mezzo alla quale cominciano a comparire le prime abitazioni di un futuro potenziale insediamento turistico. Pur essendo stupenda è fra le spiaggette meno frequentate. Zastupac è senza spiaggia, ha solo un molo in cemento. Ci si immerge in acqua tuffandosi o calandosi da una scaletta. La più appartata di tutte è la candida spiaggia di ciottoli di fra Petrov bok, alla quale si scende per un sentiero accidentato di 125 m., che prende l’avvio vicino a un parcheggio per le auto.

Conclusa l’esplorazione delle quattro magnifiche baie la risalita verso la strada Hvar-Brusje è uno scotto che pago malvolentieri. A rendere l’impresa più ardua c’è la temperatura, che alle due del pomeriggio stimo che sfiori i 40°. Le gambe reggono ma il caldo è troppo intenso: dopo essere stata sul punto di disidratarmi in salita infilo la discesa che torna al capoluogo e mi butto giù in una picchiata che sa di fuga per recarmi nella zona a sud-est del porto, che non ho ancora visto, quella del promontorio di Sridnji Rat -dove sorge il convento francescano della Madonna delle Grazie, innalzato per volere di un capitano della flotta veneziana-, di Punta Croce e della baia Pokonji dol, al largo della quale emerge l’isolotto omonimo, dove è collocato un faro. A ridosso del centro ci sono due piattaforme per stendersi al sole e tuffarsi in mare piuttosto affollate. Pure la spiaggia sassosa di Pokonji dol, che si incontra dopo un tratto di strada immerso in una pineta, è presa d’assalto. Però qui ci si imbatte in una chicca per chi ama l’escursionismo a piedi: un sentiero piacevolmente ombreggiato, marcato con il segnavia cerchio rosso con pallino bianco al centro, senza difficoltà tecniche, di un’ora abbondante –solo andata- che si snoda lungo la costa e collega Pokonji dol alla località turistica di Milna passando per la baia di Mekićevica, nei pressi della quale, fra l’argento degli ulivi, si annida il ristorante Robinson. Inlucchetto la bici al bar di Pokonji dol e infilo subito un viottolo che si dipana in mezzo a folti e bassi cespugli. Ci sono altri gitanti sul sentiero, parecchi camminano ciabattando con le infradito, incuranti delle rugose radici che spuntano qua e là e dei sassi appuntiti che potrebbero farli inciampare. Sugli scogli non c’è la ressa, ma comunque non mancano coloro che inseguono la tintarella stordendosi di sole in ogni anfratto disponibile. Con occhio attento mi godo il paesaggio circostante, di amena bellezza: l’acqua del mare è incredibilmente trasparente, la vegetazione esplode in un verde intenso, le baie anche prima di fotografarle, sembrano enormi poster, tanto sono perfette. Uno qui ci lascia il cuore.

SECONDO GIORNO: BLANDO TREKKING ALLE PAKLENI JEROLIM E MARINKOVAC E VISITA ALLA MASSICCIA FORTEZZA DI HVAR

Le Pakleni sono diciannove isole formato giocattolo, infatti tutte insieme hanno una superficie che supera a malapena i 600 Ha. Rientrano in una zona naturalistica protetta e vengono reclamizzate dalle cooperative di barcaioli che fanno la spola quotidianamente dal porto di Hvar come “isole da sogno”. Le più grassottelle sono SV Klement, Marinkovac e Jerolim. Quest’ultima è a un quarto d’ora di motoscafo dal porto di Hvar ed è ricoperta da un’odorosa pineta di pini d’Aleppo. Si tratta di un’isoletta quasi vergine, un posto ideale per sfuggire alla confusione di Hvar e per chi cerca il contatto con la natura. Il percorso attorno a Jerolim non è segnato, ma è facilissimo da seguire. Essendo minuscola dovunque uno cammini il mare spunta sempre, onnipresente, a portata d’occhio. Jerolim attira specialmente coloro che preferiscono rosolarsi al sole senza veli, in effetti Amo Beach di Jerolim nel 2012 è stata dichiarata dalla CNN miglior spiaggia nudista. La privacy però in agosto non è affatto garantita, perché le calette sono assediate da una miriade di natanti di ogni genere, dalle canoe ai panfili di lusso. In alcuni punti ci si può stendere con il telo da bagno su un comodo letto di aghi di pino; se si desidera noleggiare una sedia a sdraio il prezzo è 40 Kn, l’ombrellone invece ne costa 30.

La più grandicella Marinkovac è un po’ più vivace e mondana, per via della presenza del locale all’aperto Carpe Diem, succursale del ristorante di Hvar città che porta lo stesso nome. Il sentiero è più lungo rispetto a quello di Jerolim, sebbene non sia possibile effettuare l’intero periplo dell’isola. Evitare il pienone sulla riva è semplice, basta allontanarsi da Stipanska, dove si trova il Carpe Diem, tuttavia anche qui bisogna fare i conti con le imbarcazioni ancorate in numero notevole in ciascuna insenatura, che talvolta rallegrano i bagnanti con musica a palla.

Dopo essere stata un po’ a poltrire in vari punti delle isole e dopo ripetute immersioni in un’acqua deliziosamente tiepida e limpida, ma non completamente pulita (con tutto quel viavai di barche è impensabile che non ci sia sporcizia) me ne ritorno a Hvar, dove ho in programma di visitare la massiccia fortezza Španjola, appollaiata in cima alla città, utilizzata dai veneziani come baluardo difensivo per contrastare le incursioni di pirati e invasori e che salvò le vite dei lesinesi che vi si rifugiarono nel 1571, allorché il governatore ottomano di Algeri Ulugh Alì, un cristiano calabrese rinnegato originario di Le Castella, saccheggiò Hvar, seminando devastazione e morte.

La maniera più diretta e veloce per salire a piedi dal centro alla Cittadella è imboccare la via Kroz Grodu, lungo la quale si trovano la chiesa di S. Antonio Abate e un convento di monache benedettine (Musej Hanibal Lucić). Le religiose sono merlettaie che creano capolavori tessuti con fili ricavati dalle foglie dell’agave, dichiarati Patrimonio immateriale dell’Umanità dall’Unesco.

Al termine di alcune rampe di scalette una strada a zigzag ombreggiata da pini conduce al piazzale esterno dell’antico presidio militare. Sull’orlo dello strapiombo ci sono un paio di panchine, sulle quali i turisti se ne stanno beati ad osservare il panorama, che è eccezionale: le costruzioni ordinate e ben tenute di Hvar dominano il primo piano, assieme al lungomare, chiuso dall’ampio porto operoso; sullo sfondo le Pakleni punteggiano il mare e in lontananza, se la foschia non confonde l’orizzonte, si scorge la sagoma azzurrina di Vis.

La rocca si compone di alcuni cortili e svariati passaggi e corridoi distribuiti su più livelli, di una prigione, di una cappella dedicata a San Giovanni Battista e di una sala adibita a museo che espone reperti provenienti da relitti e giacimenti archeologici sottomarini. Nel muro esterno del forte vi sono diverse aperture praticate per le bocche da fuoco, da cui sporgono minacciosi cannoni rivolti verso immaginarie navi nemiche.

TERZO GIORNO: IN BUS A STARI GRAD E ANELLO IN BICI STARI GRAD, VRBOSKA, JELSA, VRBANJ, STARI GRAD

La tappa più varia e densa di soddisfazioni paesaggistiche e culturali è quella odierna, che da Stari Grad porta a Vrbosca, Jelsa e Vrbanj. Stari Grad è ubicata in fondo a una bellissima rada ed è meno chiassosa di Hvar città, ma sicuramente anche meno appariscente. La cattedrale seicentesca è separata dal campanile ed è dedicata a S. Stefano Papa: si trova in una piazzetta interna, un po’ nascosta. Camminando ancora ci si ritrova davanti il monastero fortificato di S. Pietro Martire, la cui chiesa ha una facciata di fine Ottocento. Tornando verso il mare ecco la dimessa villa-fortezza del poeta rinascimentale Petar Hektorović, il Tvrdalj, che prospetta sulla piazza omonima, su un lato della quale troneggia un supporto marmoreo con un busto del nobile Ettoreo. L’interno dell’abitazione di questo intellettuale vissuto nel Cinquecento è un museo, piuttosto deludente poiché non si visita nessuna stanza: pagando 15 Kn ci si guadagna il diritto di passeggiare assieme a uno stuolo di gatti in un giardinetto abbellito da un pergolato e di girare attorno a un chiostro al centro del quale è una peschiera -in cui boccheggiano un sacco di triglie- che riflette con un effetto specchio gli archi del porticato. Al di là di un cancello sprangato si vede una collezione etnografica di oggetti tipici della cucina e cantina dalmate. Nulla più di questo.

Adesso, noleggiata e inforcata la bici, si va a spasso lungo le Rive; però per percorrerle da cima a fondo ci si impiega solo un quarto d’ora. A nord la strada termina alla baia V. Duboka, mentre a sud si arriva al molo dei traghetti per Spalato. Verso est, invece, si imbocca Put Gospojice, che dopo poco diventa sterrata e lo rimane per circa 2 km, che conduce alla Piana di Stari Grad, rigata da filari di viti e cosparsa di ulivi e piante di fico, che occupa una superficie di 800 Ha e fu razionalmente suddivisa fra i coloni greci venticinque secoli fa. Inoltre, in seguito, fu scelta dai romani per costruirvi una serie di dimore di campagna, di cui restano i ruderi e continua ad essere utilizzata a scopi agricoli come nel periodo della colonia di Faros, cosa che le ha valso il riconoscimento di sito patrimonio dell’Unesco. Putroppo unicamente chi è dotato della più fervida immaginazione è in grado di figurarsi la conformazione delle parcelle di terreno greche e delle domus rustiche romane in questo guazzabuglio di muretti e di pietre. Probabilmente ci vorrebbe un capillare apparato segnaletico per valorizzare il luogo, che comunque è snobbato dalla maggior parte dei turisti.

Pedalando nella quiete più totale, senza fatica, in pianura, si giunge alla gradevole località di villeggiatura di Vrbosca, pittoresca per i suoi ponti e la sua posizione ai due lati di una sorta di fiordo, in un punto del quale sta un’isoletta-aiuola con una palma al centro. Su un’altura che digrada verso il porto, tra l’arzigogolo delle viuzze del borgo marinaro, s’innalza la chiesa fortificata di S. Maria, risalente al XVI sec. dove gli abitanti riparavano per sfuggire agli attacchi dei pirati. Ė possibile accedere alla terrazza dell’edificio, da cui si cattura con lo sguardo tutto il paese. Infilando l’incantevole e poco trafficata strada costiera si raggiunge in breve Jelsa, un centro abitato disteso a semicerchio intorno a una baia, in parte occupata da un attrezzato porto turistico. Qui merita un’attenzione particolare la barocca chiesa di S. Giovanni, a pianta ottagonale, con un campanile a vela inglobato nella facciata. Proseguendo lungo la costa dopo Jelsa si giunge a svariati lidi e a una chiesetta isolata sul mare; quando si è alla baia di Prapatna la litoranea si interrompe. Il ritorno a Stari Grad si effettua passando per il paese di Vrbanj, nei pressi del quale si vede finalmente qualche campo di lavanda.

QUARTO GIORNO: IN TRAGHETTO ALL’ISOLA DI KORČULA E IN BICI FINO A LUMBARDA

Approdando a Korčula città si ha l’immediata sensazione di protezione e raccoglimento. Korčula sorge su un promontorio a forma di testuggine ed è una città dalla fisionomia gotico-rinascimentale che emana ancora lo splendore del proprio passato veneziano. È il vanto delle isole della Dalmazia. Il suo perimetro, abbracciato dalle antiche mura, è un guscio di pietra rinforzato da caratteristiche torri a pianta circolare, che rendevano l’abitato difficile da espugnare. Per prima cosa, dopo aver noleggiato la bicicletta, intraprendo il giro delle opere difensive affacciate sul mare. Anche qui, come a Hvar, c’è un bel viavai di gente e il lungomare è una parata di ristoranti con tavoli all’aperto. L’atmosfera è accogliente, luminosa e solare. Salendo le scale della Porta di Terra penetro nella città vecchia, il cui centro nevralgico è la piazza S. Marco, dove si erge la cattedrale, sulla cui facciata campeggia un rosone traforato. Leggendo un opuscolo scopro che nelle acque dell’isola ebbe luogo nel 1298 la battaglia fra le repubbliche marinare di Venezia e Genova e che, secondo alcune ipotesi, allo scontro avrebbe preso parte anche Marco Polo, che venne fatto prigioniero dai genovesi. Per questo motivo c’è chi considera l’autore del Milione di nazionalità croata e sostiene che la casa natale del navigatore e commerciante veneziano sia proprio qui, nel centro storico di Korčula.

Terminata la visita al nucleo storico fortificato oltrepasso la stazione delle corriere, svolto a sinistra in Setalište Frana Kršinića e seguo le indicazioni per l’hotel Bon Repos, così ammiro la placida baia delle conchiglie. Poi una salita a destra permette di raggiungere la strada asfaltata che si avventura per i campi e porta alla frazione di Lumbarda, che pur non possedendo edifici di pregio storico è tuttavia una graziosa stazione balneare che accontenta i gusti sia degli amanti della sabbia che dello scoglio, grazie alla presenza dell’arenile sabbioso di Prižna e di quello sassoso di Bilin Žal. La penisola di Sabbioncello, sulla terraferma, rende lo spettacolo ancora maggiore, dato che fa da splendido fondo alle armoniose insenature di Privi Žal e Tatinja. Alle spalle del porto di Lumbarda, sul dorso di un colle, è arroccata la chiesa intorno alla quale è imperniato il paesino, piuttosto moderno.

Al mio ritorno a Korčula città si è alzato il maestrale, che ora sta scuotendo le palme che come una collana fanno da contrappunto alla fila di edifici della via Put Sv. Nicole, la passeggiata a mare.

QUINTO GIORNO: TREKKING DI 7 KM SULL’ISOLA MAGGIORE DELLE PAKLENI, SV. KLEMENT

Sv Klement, l’isola maggiore delle Pakleni, è meno rilassante delle sue sorelle minori, Jerolim e Marinkovac, comunque il suo fermento diurno e notturno si concentra a Palmižana, dov’è una favolosa spiaggia sabbiosa color rosa pesca (Vinogradišće) che risente della bolgia d’agosto ed è cinta d’assedio dalle imbarcazioni. Generalmente deserto e quindi perfetto per chi ama passeggiare immerso nella natura è invece il sentiero scosceso che dal gruppo di abitazioni di Palmižana giunge al villaggio di Vlaka, una manciata di case con alcune trattorie, come Dioniso, che serve grigliate di pesce agli ospiti.

Nelle baie di Starinstani e Taršće galleggia una quantità impressionante di natanti, mentre le spiagge ghiaiose sono poco frequentate. Per rinfrescarmi dopo la passeggiata mi immergo nell’acqua che sembra cristallo, accanto a vividi pesciolini beige che mi sfiorano facendomi il solletico e la giornata si sgrana minuto a minuto in questo eden dai colori intensi.

SESTO GIORNO: GITA IN BARCA A BOL, SULL’ ISOLA DI BRAČ

La mattina del sesto giorno, alle nove e mezza, mi imbarco sulla motonave Bakalar, che mi porterà, assieme ad altri vacanzieri, sull’isola di Brač. Durante la traversata avvistiamo due delfini dal lucido dorso nero che danno l’impressione di salutare con le pinne per poi rituffarsi fra i cavalloni dell’Adriatico. Alle undici e mezza l’equipaggio ci rimpinza con pane, sgombro alla griglia e insalata di verze. Una volta dissolte le vettovaglie veniamo scaricati, a mezzogiorno, a Bol, un tranquillo borgo marinaro con scorci affascinanti, che non desta alcun interesse negli altri passeggeri della Bakalar. Questi hanno approfittato immediatamente della presenza sulla banchina del porto di un trenino per farsi trasportare rapidamente al Corno d’oro, ovvero Zlatni Rat, la spiaggia divenuta icona turistica della Croazia, che io raggiungo a piedi utilizzando la passeggiata a mare, fitta di bancherelle e ombreggiata da una pineta. Com’è noto le onde, le maree e il vento fanno mutare lievemente di anno in anno il contorno del Corno d’oro, sovrastato dal Monte S. Vito (Vidova Gora), che con i suoi 778 m è la vetta più elevata di tutte le isole adriatiche. Oggi lasciarsi cullare dalle acque dalla trasparenza caraibica che lambiscono punta Zlatni è un’esperienza esaltante, perché è facile sentirsi tutt’uno con l’ambiente circostante e perché il cielo è punteggiato di nuvole che, come batuffoli di ovatta, sono trascinate su e giù da un caldo vento estivo e in alcuni momenti incappucciano il monte o si squarciano mostrandolo in tutta la sua impervia bellezza.

Mentre facciamo ritorno verso l’isola di Lesina il mare si stende davanti a noi immobile, dissipando i miei timori di soffrire di cinetosi. A Hvar, quando il sole sta per accucciarsi dietro alle colline, passeggio per l’ultima volta nella zona degli hotel -tra cui alcuni di lusso come l’Amfora-, che scorre parallela alle Rive e mi spingo fino alla baia Podstine, dove il lungomare finisce. Nei pressi del locale all’aperto Hula Hula beach mi infilo a stento tra la folla che si dà alla pazza gioia pregustando già una notte di bagordi. Infine mi allontano dal baccano della movida e, da inguaribile romantica, me ne sto a guardare le stelle, che occhieggiano dall’alto.

Informazioni utili

N.B. tutti i dati sono riferiti ad agosto 2015

Come raggiungere l’isola di Hvar:

Con la SNAV dal porto di Pescara in sole 4 ore e mezza. Agenzia di Pescara tel. 085/4510873 info@sanmar.it, www.snav.it. Servizio attivo dal 18/07 al 6/09 vari giorni la settimana, prezzi a partire da 120 euro A/R. Io ne ho pagati 180, ho preso di domenica l’aliscafo Pescara –Hvar delle ore 14.30, ma bisogna essere al porto un’ora e mezza prima della partenza (imbarco alle 13.45, arrivo a Hvar città alle 19.00, il catamarano poi prosegue per Stari Grad, sulla medesima isola di Lesina, non trasporta auto).

A Pescara si arriva con Trenitalia. Poi l’autobus n. 10 – frequenza di passaggio ogni mezz’ora- impiega circa 10 minuti per andare dalla stazione dei treni al porto. Il biglietto di 1,10 euro, si può acquistare in uno dei chioschi della stazione o anche a bordo se si hanno le monete esatte, perché la macchinetta non dà resto.

Per il ritorno da Hvar città di domenica ore 8.30. Alle 7.00 apre l’agenzia Pelegrini, sul porto, dove si fa il check-in; l’imbarco inizia alle 8.10. Arrivo a Pescara attorno alle 12.45.

– Jadrolinija opera la tratta Ancona-Stari Grad, ma ci vuole molto più tempo con il traghetto rispetto alla nave veloce (dalle otto di sera alle dieci del mattino successivo, ossia circa 12 ore) www.jadrolinija.hr

Pernottamento a Hvar città

Hotel Pharos, Ulika Dinka Kovačevića, 10 – città di Hvar 21450 Isola di Hvar tel. 0038521741028. Due stelle in collina a 15 minuti a piedi dal porto, con piscina e solarium. Niente TV né aria condizionata, ma la stanza è ampia, dispone di un bagno con vasca, di un balcone e di un letto comodo. All’arrivo chiedono di sganciare 50 euro a camera di cauzione all’addetto alla reception, ti rilasciano una ricevuta e quindi nel momento del check-out è il caso di ricordarsi di riprendersi i soldi. La scusa è che uno potrebbe dimenticare di pagare le consumazioni.

L’ufficio IAT, con personale poliglotta, sebbene gli addetti all’informazione conoscano meglio l’inglese dell’italiano, è sulla piazza della cattedrale. L’orario giornaliero di apertura è molto esteso. Qui ci si procurano mappe dell’isola e della città, orari autobus per Stari Grad, Vrboska e Jelsa, orari dei traghetti per Spalato o per Dubrovnik e per altre isole come Korčula o Mljet, eventuali manifestazioni o mostre.

La dettagliata mappa Tourist and Trekking Map (Walking, trekking and cycling trails) che vi mostreranno all’ufficio IAT se chiedete delucidazioni riguardo ai sentieri dell’isola purtroppo non è in distribuzione gratuita, ma si può acquistare per 40 Kn all’agenzia Pelegrini, al porto.

Il lunedì e il giovedì dalle 19.00 alle 20.00 si può seguire una visita guidata gratuita in inglese della città di Hvar. L’appuntamento è davanti all’arsenale.

Dove noleggiare la bicicletta

(in tutti i noleggi bisogna lasciare il proprio documento d’identità al noleggiatore per poter affittare la dueruote; consiglio di portarsi da casa una bomboletta gonfia e ripara; il casco, invece, ve lo danno con la bici senza sovrapprezzo):

Nella città di Hvar: nella via retrostante la cattedrale (5 minuti dal porto) Luka rent Agency, Burak b.b., www.lukarent.com info@lukarent.com tel. +385(0) 21742 946; orario 9-20; prezzo per un giorno: 120 Kn. Oltre alle tradizionali MTB dispongono di bici da trekking da donna con un comodo cestino. Dirimpetto a questo noleggio ce n’è un altro dove affittano pure e-bikes, ma è necessario avere una carta di credito (inoltre la signora che lo gestisce non parla inglese).

A Stari Grad Bašetina d.o.o. Obala Žrtava Rata 21460 Stari Grad tel. +385 (0) 958059020 costo giornaliero noleggio 80 Kn. A 10 minuti a piedi dalla stazione degli autobus, non lontano dall’ufficio IAT. Personale gentile ed efficiente: vi fornisce una mappa dell’isola e vi suggerisce un itinerario facile ad anello che tocca le cittadine di Vrbosca, Jelsa e Vrbanj (circa 20 km).

A Korčula Kaleta www.kaleta.hr tel. +385 (0) 20711282 a 5 minuti a piedi dal porto. Noleggio per 3 ore 50 Kn. Il consiglio della noleggiatrice è stato quello di imboccare la strada costiera subito dopo la stazione degli autobus a sinistra, proseguire fino a Lumbarda e ritorno (circa 15 km andata e ritorno, con varie deviazioni).

A Bol, isola di Brač, Big Blue Bike Center www.bigbluesport.com Podan Glavice 2 – 21420 Bol tel. +385(0)977940399. Prezzo noleggio per 1 ora: 30 Kn, per mezza giornata 60 Kn, intera giornata 90 Kn. Si trova a 15 minuti a piedi dal porto di Bol, sul lungomare che conduce alla gettonatissima spiaggia di Zlatni Rat (Corno d’oro). Il suggerimento del noleggiatore per un percorso privo di asperità altimetriche è di recarsi al villaggio di Murvica, seguendo la litoranea oltre la spiaggia Zlatni Rat (10 km a/r).

Autobus da Hvar per Stari Grad (e viceversa): la stazione degli autobus a Hvar città è dietro alla cattedrale, vicino al noleggio bici, non lontano dal supermercato Konzum. Il biglietto lo fa l’autista sul pullman e costa 27 Kn (sola andata). Tempo di percorrenza circa mezz’ora (nelle ore di punta però può impiegarci anche 45 minuti). Le due cittadine si trovano a circa 15 km di distanza. Per gli orari rivolgersi all’ufficio IAT di Hvar (piazza della cattedrale). Indicativamente partenza da Hvar alle 7.05-8.30-10.30-12.10-13.00-15.00 e ritorno da Stari Grad alle 10.10-11.50-12.45-14.30-16.05-18.20-18.50. Ferma anche a Milna e al piazzale del traghetto per Spalato di Stari Grad. La corriera prosegue per Vrboska e Jelsa.

Cosa visitare

A Hvar città la fortezza Španjola, costruita con l’intervento di ingegneri militari spagnoli per ordine dei veneziani: orario tutti i giorni 8-22, prezzo 30 Kn. Il motivo principale per cui si visita il forte è il panorama da urlo sulla città di Hvar, sulla costa e sull’arcipelago satellite delle isole Pakleni.

La cattedrale ha orari di apertura non specificati. Il teatro e l’arsenale sono in restauro e non si visitano.

A Stari Grad il fortino Tvrdalj del poeta Rinascimentale Petar Hektorović: aperto tutti i giorni ore 10-13/17.30-20.30. Ingresso 15 Kn. All’interno si vedono solo un giardinetto con pergolato, una peschiera circondata da un porticato e al di là di un cancello chiuso una collezione etnografica di oggetti tipici della cucina e cantina dalmate.

La piana di Stari Grad (Polje, di circa 800 Ha) è stata dichiarata Patrimonio dell’Umanità Unesco per i resti di ville rustiche romane che vi si trovano e per il fatto di essere stata suddivisa razionalmente in parcelle già all’epoca della colonia greca di Pharos. Per avere un’idea di com’è si imbocca la via Put Gospojice (oltre la stazione dei bus a Stari Grad) e dopo qualche chilometro, lungo la rotabile che rimane sterrata per due km, si incontrano alcuni cartelli informativi in croato e in inglese.

A Vrboska la chiesa-fortezza di S. Maria del XVI sec.10-12/19.30-21.00 (domenica chiuso): si pagano 15 Kn per salire in cima alla terrazza e ammirare il panorama.

A Korčula: la terrazza del Rivellino: 15Kn, orario 9-21.

Escursioni in barca

– a Bol sull’isola di Brač dal porto di Hvar città con la motonave Bakalar in partenza alle 9.30 e rientro alle 18.15 circa, Kn 280 (il prezzo include bevande, pane, sgombro alla griglia oppure carne e insalata di verze, vi rimpinzano alle 11.30, prima dell’attracco al porto di Bol). Si resta a Bol da mezzogiorno alle 15.45. Oppure con Vagabundo (info al porto). Esiste anche la possibilità di raggiungere Bol da Jelsa con con la motonave Ðani in partenza alle 9.30 (ritorno da Bol a Jelsa alle 17.00), prezzo 80 kn, tel. 385 (0) 98423234, ma bisogna andare e tornare da Jelsa a Hvar in bus.

– Traghetto per Korčula (che poi prosegue per Mljet e Dubrovnik) Krilo Star. Il biglietto si fa all’agenzia Pelegrini, al porto tel. 385/21/742250 www.pelegrini-hvar.hr. Costo 80 Kn a tratta, tempo di percorrenza un’ora e mezza. Partenza da Hvar 8.55, ritorno da Korčula 18.30. In caso non restassero più biglietti all’andata –come successo a me- ci si può imbarcare anche con Jadrolinija sul catamarano Judita che salpa alle 10.30 (biglietteria sempre al porto, 90 Kn solo andata) e attracca a Korčula città attorno a mezzogiorno. Attenzione: il molo può non essere lo stesso all’andata e al ritorno: alle 18.00 apre la biglietteria di Krilo Star a Korčula, ci si può informare lì.

– Alle isole Pakleni di Jerolim (zona nudista e spiaggia gay) e di Marinkovac (Stipanska, dove si trova il Carpe Diem) con una cooperativa di barcaioli che fa la spola dal porto di Hvar a partire dalle 9.00 ogni venti minuti fino alle 16.00. Per il ritorno le partenze sono ogni ora dalle 10.00 alle 19.00. Il tragitto in barca è di circa 15 minuti.

-All’isola più grande delle Pakleni, ossia Sv Klement, marina di Palmižana con un’altra cooperativa di barcaioli dal porto di Hvar a partire dalle 10.00 ogni 30 minuti. Ritorno dalle 16 alle 19 ogni ora.

Per saperne di più

Sull’isola di Hvar in generale https://it.wikipedia.org/wiki/Lesina_(isola)

– Info su Hvar: Hvar è una delle isole croate che attrae maggiormente il jet set, ma anche il turismo di massa. Una gran parte dei villeggianti è calamitata da sole, spiagge, gite in barca per nuotare nelle varie baie, buon cibo e vita notturna. Hvar è davvero meravigliosa, con il suo profilo allungato, le sue molteplici insenature e una maestosa catena montuosa centrale. Le coltivazioni della vite e dell’ulivo risalgono ai tempi dell’antica Grecia e dei Romani, quella della lavanda invece agli anni Trenta del secolo scorso, ma oggigiorno l’agricoltura non rappresenta una fonte di reddito di rilievo per gli isolani.

Il capoluogo vanta un patrimonio architettonico di pregio: pur avendo subito un ragguardevole sviluppo come località turistica resta una città gradevole, una base ideale per partire ad esplorare il resto di Lesina. Stari Grad, il cui nome significa Cittavecchia, che è il centro più antico dell’isola, merita senz’altro una visita e anche Vrboska, considerata una piccola Venezia per i suoi canali. In bici ci si può spingere fino a Glavica., un promontorio a nord di Vrboska. Jelsa è un’altra cittadina che non va tralasciata. A est di Jelsa c’è meno afflusso turistico, perché quella parte dell’isola non è collegata dai mezzi pubblici e la strada, che è come una spina dorsale centrale, non è in condizioni ottimali. Surcuraj (San Giorgio) è un villaggio a 52 km da Jelsa raggiungibile dalla terraferma con un traghetto. All’isola di Ščedro, dichiarata riserva naturale, ci si arriva da Zavala con taxi acquatici (e non esistono pullman da Hvar città per Zavala).

– Hvar città si può guardare questo video che in effetti fa comprendere quanto essa in agosto sia il luogo per eccellenza della frenesia più che del relax https://www.youtube.com/watch?v=fLNgB_AFoEQ

Se capite l’inglese potete guardare questo documentario su Korčula e Hvar: https://www.youtube.com/watch?v=GVxZxOaEuF4e a partire dai minuti 3.05 fino ai 6.50; e volendo anche questo per intero https://www.youtube.com/watch?v=ppAYvEL5LP0

Se capite il francese https://www.youtube.com/watch?v=7ehWNuqRM74 documentario molto interessante su Korčula a partire dai minuti 21.18 fino ai minuti 29.00, su Hvar dai minuti 46.00 fino alla fine.

https://www.youtube.com/watch?v=gU5uHeR38Gc su Korčula dai minuti 28.10 fino a 38.00.

Su Lumbarda (isola di Korčula) video promozionale (solo immagini) https://www.youtube.com/watch?v=-VJdGkXXJvQ

Su Bol (isola di Brač), sempre in inglese https://www.youtube.com/watch?v=eyGMzx0mo-8 a partire dai minuti 3.45 ai minuti 4.25

Sulla spiaggia di Zlatni Rat (Corno d’oro) e su Bol (video promozionali) https://www.youtube.com/watch?v=Tx3cnfI8ZOA; https://www.youtube.com/watch?v=R0C83LHvXzw

Sulle isole Pakleni, video solo immagini https://www.youtube.com/watch?v=ZjJ41c4P8bo (in particolare qui sbarcano su Sv Klement, l’isola più grande, dov’è il villaggio di Palmižana).

Sulla discoteca all’aperto di Hvar città, video promozionale Hula Hula beach: https://www.youtube.com/watch?v=swcCP58nn5Y



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