Dai castelli della Transilvania al Delta del Danubio, un viaggio per (ri)scoprire la Romania
Decido di ritornare, dopo oltre 60 anni, in Romania, per appagare un sogno non potuto realizzare – per motivi economici – da ragazzo: visitare il delta del Danubio. Al tour aggiungo anche la visita dei Monasteri e delle fortezze che costellano il Nord/Est del Paese.
Indice dei contenuti
Comincio dalle notizie utili:
- gli hotel 3*/4* costano, le matrimoniali, con la colazione, 60/120 euro;
- un secondo abbondante con contorno e birra, 10/12 Euro. Le mance, obbligatorie, non meno del 10% del conto;
- la benzina 1,20 euro al litro;
- buone le strade e la segnaletica;
- wifi presente in tutti gli alberghi e ristoranti;
- prese elettriche eguali a quelle italiane;
- vestirsi a strati soprattutto durante la visita dei Monasteri;
- l’italiano è parlato quasi ovunque;
- 1 euro vale circa 4,9 lei;
- nei piccoli villaggi non ci sono negozi, neppure quelli alimentari.
Diario di Viaggio
27 maggio
Il nostro viaggio comincia da Siracusa. Prima tappa a Catania dove prendiamo un aereo della Ryanair che in due ore ci porterà a Bucarest. Costo del viaggio A/R, con formula regular, 150 euro a persona. Al nostro arrivo troviamo ad attenderci il nostro autista, Iulian Mihnovici, con un confortevole pulmino a nove posti.
Prima tappa al castello di Peles, costruito su una collina, vicino la città di Sinaia, nei Carpazi. L’esterno del castello ed il giardino che lo circonda sono splendidi. L’interno presenta saloni – con i soffitti in legno – decorati in stile arabo, fiorentino e francese. L’atmosfera degli interni è alquanto cupa in quanto i locali prendono poca luce dall’ esterno.
Seconda tappa della giornata, ma siamo in Transilvania, è il castello di Bran dove, secondo la leggenda, avrebbe dimorato il Conte Dracula. Il castello, anonimo, non ci desta alcuna sensazione. Concordiamo che la tappa si poteva evitare. Nel pomeriggio arriviamo a Brasov. La piazza Sfatulai, cuore pulsante della città, è piena di turisti e cittadini. Anche le strade della cittadina storica, che si dipartono dalla piazza, sono brulicanti di persone che affollano i numerosi bar, ristoranti e negozi che occupano quasi completamente i pur ampi marciapiedi. Un allegro via vai di persone. Le facciate delle case che circondano la piazza sono in stile barocco. A poche centinaia di metri si trovano la Chiesa Nera e la Chiesa Ortodossa.
28 maggio
Prima tappa alla fortezza di Rumidava. La fortezza sorge su un sito già abitato nel neolitico. Costruita all’incrocio delle vie che portano alla Transilvania, Moldavia e Valecchia, già trasformata in accampamento fortificato dai romani, nel corso dei secoli il sito si è arricchito di una fortezza superiore (la più antica), una fortezza di mezzo ed una fortezza di sotto. Nella fortezza si rifugiavano le popolazioni che abitavano nelle vicinanze al sopraggiungere degli eserciti nemici.
Ci dirigiamo su Viscri, un villaggio di origini sassone dove re Carlo di Inghilterra ha una proprietà dove risiede almeno un mese l’anno. La cittadina è rimasta ferma nel tempo: casette colorate, giardini fioriti, carretti caratteristici per trasportare latte, legna, persone; divieto di circolazione per automobili e moto. La Chiesa evangelica fortificata, Patrimonio dell’UNESCO, è il fiore all’occhiello del villaggio. Colline verdi e boschi circondano il villaggio.
Nel pomeriggio arriviamo a Sighisoara. Siamo nel centro della Transilvania. La città, con la sua architettura medievale, le case colorate, le sue mura e torri, fa parte del patrimonio UNESCO. Fondata dai sassoni nel 1400, è la più romantica delle città della Romania. Stradella acciottolate e ripide, piazzette che si aprono all’improvviso, mura fortificate e torri rendono la cittadina unica e irripetibile. La Torre dell’orologio, con il suo carillon, è il simbolo della città.
29 maggio
Ci dirigiamo a Nord attraversando i Carpazi orientali. Al confine con la Transilvania e la Moldavia, arriviamo al lago Rosso dove ci fermiamo per il pranzo e proseguiamo, poi, per le gole di Bicaz dove facciamo una sosta per ammirare questa strettoia le cui rocce verticali superano un’altezza di oltre 300 metri. Nel pomeriggio arriviamo ad Agapia per visitare il monastero omonimo. Siamo in Moldavia. Il Monastero che ci accingiamo a visitare è preceduto da casette in legno, circondate da giardini fioriti. Sono le abitazioni delle suore e delle novizie. Si accede al Monastero attraverso una porta che si apre fra le mura fortificate a difesa del Monastero stesso. La Chiesa è circondata da giardini colorati: una vera gioia per gli occhi. Facciamo amicizia con il vescovo il quale, gentilmente, ci fa da guida per il vecchio Monastero in legno situato in montagna ed accessibile tramite una pista accidentata. La visita, però, vale il sacrificio di alcune ossa dolenti.
30 maggio
Giornata dedicata alla visita degli affascinanti Monasteri della Bucovina. Iniziamo con il Monastero di Moldovita del XV secolo. Il Monastero sorge all’interno di un muro di cinta alto sei metri e spesso un metro. Sulla parete esterna del Monastero è raffigurato l’assedio di Costantinopoli e l’albero di Gesù. Il successivo Monastero ortodosso di Sucevita che visitiamo, è stato dichiarato Patrimonio dell’UNESCO. Una fortificazione esterna protegge il Monastero e pareti esterne della Chiesa sono dipinte con affreschi raffiguranti scene del Vecchio e del Nuovo Testamento. Sul muro esterno settentrionale coglie l’attenzione “la Scala delle Virtù” sormontata da scene che rappresentano la Creazione di Adamo ed Eva e la cacciata dal Paradiso terrestre. Ultimo Monastero che visitiamo è quello di Veronet del 1488, Patrimonio dell’UNESCO e definito la Cappella Sistina dell’Est europeo. Il colore azzurro, utilizzato per affrescare i dipinti del Monastero, non è riproducibile neppure ai nostri giorni. Sulla facciata esterna del Monastero sono raffigurate scene della vita di San Nicola e di San Giovanni. La facciata ad ovest della Chiesa è ricoperta dal dipinto “Il Giudizio Universale”, mirabilmente conservato. Nel mezzo del dipinto c’è Cristo con la Madonna e San Giovanni circondati dai Santi. Sotto ci sono Adamo ed Eva a rappresentare l’Umanità. San Pietro apre le porte del Paradiso. Diavoli portano i reprobi all’inferno; angeli portano i buoni in Paradiso. Altri affreschi rappresentano scene bibliche o riportano ritratti di filosofi greci. La sera pernottiamo a Roman.
31 maggio
Dopo una breve visita al mercato di Roman, lungo trasferimento in auto per raggiungere Murighiol che dista circa 350 Km. Attraversato il Danubio con un antidiluviano traghetto, arriviamo, nel primo pomeriggio, a destinazione. Troviamo ad attenderci, con il suo motoscafo, il nostro ornitologo che ci guiderà per due giorni alla scoperta dei segreti del Delta del Danubio. Destinazione l’isola di Crisan, a circa 20 Km dalla terraferma, dove alloggeremo, in una casa di ex pescatori, per due notti.
Il Delta del Danubio, dichiarato Patrimonio dell’UNESCO, vanta 300 specie di uccelli, 1.200 specie vegetali e 45 specie di pesci. Milioni di uccelli vengono da tutto il mondo per deporre le uova. Il paesaggio che si presenta subito è incredibile: canali di acqua con miriadi di uccelli che si levano in volo al nostro passaggio; ampi laghi dove nidificano, su isole di canne, pellicani, aquile, cormorani, pellicani, aironi, garzette; piante acquatiche dalle forme e colori cangianti. Arrivati a Crisan, scopriamo che l’alloggio è spartano ma pulito. In compenso si mangia veramente bene. A pranzo e cena siluro a carpa magistralmente cucinati.
1 giugno
Continuiamo la nostra esplorazione tra canali e laghi. Percorriamo circa il 10% dell’intero Delta incontrando ogni specie di uccello e di piante acquatiche. Sbarchiamo sull’isola di Letea e ci addentriamo nella foresta omonima su un carretto trainato da cavalli. Andiamo alla ricerca di mandrie di cavalli che vivono allo stato brado. Arriviamo fino alla invalicabile zona cuscinetto con l’Ucraina senza incontrarne almeno uno. Reimbarcatoci incrociamo, lungo un canale, una quindicina di cavalli che si abbeverano. Concludiamo la giornata fra canali e laghi.
2 giugno
Ritorno, con il motoscafo, alla terraferma. Ancora due ore di canali, laghi, uccelli e piante acquatiche. Lunga galoppata fino a Bucarest che visitiamo nel pomeriggio.
3 giugno
Trasferimento in aeroporto e volo per Catania. Per i pasti, le mance e i souvenir abbiamo cambiato e speso, in due, 400 euro.
Considerazioni finali
Della Romania che ricordavo non è rimasto nulla. Dove c’erano quattro case ci sono città moderne ed industrializzate. Il costo della vita è leggermente inferiore al nostro. Le badanti, le cameriere, i braccianti che venivano in Italia, sono quasi tutti rientrati portando un giudizio positivo del nostro Paese. Apparentemente i rumeni se la passano meglio di noi italiani. Ristoranti stracolmi, nessuna buca nelle strade cittadine ed extra urbane, neppure una cicca di sigaretta nelle strade, traffico ordinato, servizi turistici buoni se non ottimi. Sicuramente i rumeni hanno saputo ben utilizzare gli aiuti europei e diventeranno, a breve, un temibile concorrente al turismo italiano. Poiché mi sembra giusto trovare anche qualcosa di negativo, parliamo delle donne. Sessanta anni fa erano tutte bellissime. Ora mi sono sembrate carine.
Colpa del testosterone venuto meno o delle donne italiane che hanno imparato a depilarsi?
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