La terra dei monasteri e dei cimiteri “allegri”: quest’angolo di Europa è un viaggio in un volto diverso della fede
Nel cuore verde e incontaminato della Romania, i monasteri della Bucovina sono un invito a scoprire le radici della fede cristiana, attraverso un viaggio che è costellato di colori, architetture originali e abitudini che ci appaiono insolite, ma ricche di fascino. Scopriamole insieme.
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Suceava
La comunità straniera in Italia di nazionalità romena è quella più numerosa, la maggioranza si è ben integrata ed apprende la nostra lingua velocemente, grazie alle comuni radici neolatine. L’imperatore Traiano concluse nel 105 d.C. le guerre daciche, immortalate nella celebre colonna a Roma che celebrò la conquista della nuova provincia sulle rive del Danubio. La presenza romana durò circa 2 secoli ed il territorio della Dacia fu intensamente colonizzato, tanto da lasciare un’impronta indelebile nell’idioma che poi si sarebbe sviluppato nella lingua romena (da qui il nome di Romania). Sono numerosi i voli che collegano l’Italia con diverse città romene e che non solo consentono ai tanti immigrati di raggiungere con facilità il proprio Paese, ma anche di visitare le sue diverse regioni pur disponendo di un tempo limitato.
L’aereo per Suceava è pieno, ma i visitatori italiani sono pochi. Tra i passeggeri ci sono anche molti ucraini che rientrano nel proprio Paese sconvolto della guerra, vista la vicinanza della frontiera. Forse è la prossimità con l’Ucraina a scoraggiare un viaggio nell’estremo nord della Romania, nonostante l’area si sia rivelata del tutto tranquilla ed accogliente.
Suceava è il capoluogo della Bucovina. La città di oltre 100.000 abitanti è piuttosto rilassata, dal piccolo aeroporto si raggiunge agevolmente il centro e le sue strutture alberghiere, decisamente più economiche rispetto ad altre regioni romene. Un tempo fu capitale del Principato di Moldavia e alla fine del ‘400 il sovrano Ştefan cel Mare respinse vittoriosamente le truppe ottomane del sultano Maometto II.
La cittadella fortificata di Scaun, a lungo residenza dei principi moldavi, è oggi in rovina anche se è l’esempio meglio conservato di fortificazione medioevale. Fervono i lavori di restauro delle mura esterne che pare dureranno alcuni anni mentre è accessibile l’esposizione nelle sale interne. Le impalcature sono presenti anche nel grande monastero di San Giovanni Nuovo, al cui interno è visitabile la sola chiesa di San Giorgio. Probabilmente si intende valorizzare i monumenti presenti in città in vista di una crescita esponenziale del turismo in un futuro – si spera – più tranquillo. Nei pressi della piazza principale si incrocia la chiesetta della Natività (Biserica Domnitelor) dall’atmosfera raccolta; un prete riferisce che un tempo veniva utilizzata dai fanciulli di corte, infatti le rovine del palazzo reale seicentesco si trovano proprio di fronte all’edificio religioso. Ci sarebbe inoltre l’intenzione di affrescare le austere mura interne, annerite dal tempo e dal fumo delle candele e senza decorazioni. Il pomeriggio freddo e piovoso non consente ulteriori visite, malgrado non manchino ulteriori siti d’interesse in città; il meteo sarebbe stato decisamente più clemente nei giorni successivi per visitare le attrazioni principali per le quali vale decisamente la pena di un viaggio in questa zona della Romania.
La Bucovina è nota per i suoi monasteri dipinti tutelati dall’UNESCO e Suceava costituisce una base estremamente comoda per raggiungerli in macchina a noleggio. La loro edificazione doveva, nel corso del XIV e XV secolo, riaffermare il valore della religione ortodossa minacciata dall’espansionismo musulmano degli ottomani e definitivamente scongiurata con l’assegnazione della regione all’Impero Asburgico che ne mantenne il controllo fino al termine del primo conflitto mondiale.
I monasteri presentano la particolarità di avere le mura esterne (oltre a quelle interne) mirabilmente affrescate con colori vivaci. Molti sono circondati da mura perimetrali per evidenti scopi difensivi. Le strade per raggiungere i monasteri sono generalmente buone anche se, attraversando cittadine e villaggi, occorre tener conto dei limiti di velocità che sono generalmente rispettati dai locali. Seguendo un circuito ad anello, è possibile visitare tutti i monasteri principali in giornata.
I monasteri della Bucovina
A circa 40 minuti da Suceava, si raggiunge il monastero di Humor. L’ingresso è protetto da una possente torre di guardia e i suoi dintorni sono costellati da diverse chiese ed edifici religiosi tra prati verdeggianti. Gli affreschi esterni raffigurano tra l’altro l’assedio di Costantinopoli.
Non lontano da Humor si raggiunge Voroneț, il monastero associato al colore blu predominante nei suoi affreschi e realizzato con una misteriosa miscela avente come ingrediente i lapislazzuli. L’ingresso alla chiesa è laterale, la facciata è interamente decorata da una dettagliata rappresentazione del Giudizio Universale. All’interno è custodita la tomba del primo abate che incoraggiò Ştefan cel Mare a combattere i turchi.
Inoltrandosi nella montagna ammantata di boschi ecco Moldovița, all’interno di una cinta muraria e circondato da un giardino fiorito. Predominano negli affreschi esterni i colori caldi del rosso e del giallo che rappresentano temi ricorrenti dell’arte ortodossa.
Superato il passo di Ciumârna con una bella vista sulle vallate sottostanti si raggiunge Sucevița, il più grande ed ultimo ad essere costruito tra i monasteri dipinti. Circondato da possenti mura difensive, Sucevița è senz’altro il più imponente tra i monasteri della Bucovina. Le quattro torri angolari dai tetti piramidali e le finestre della chiesa evidenziano l’influenza dell’arte gotica. Il verde predomina negli affreschi esterni raffiguranti scene bibliche del Nuovo e Vecchio testamento e la famosa scala delle virtù per raggiungere il Paradiso. Con Arbore, termina la visita ai monasteri dipinti principali. La chiesa, dagli affreschi piuttosto sbiaditi, ancora attende di essere restaurata ed è l’unica a non avere mura di cinta perimetrali. Non è stato possibile visitare l’interno perché, probabilmente, i siti minori vengono chiusi nel pomeriggio.
Segue la chiesa del villaggio di Pătrăuți dedicata alla Santa Croce, anch’essa chiusa ma rimasta immutata nella sua originaria struttura realizzata da Ştefan cel Mare per poi terminare la giornata al monastero di Dragomirna, facendo ritorno a Suceava. Dragomirna è anch’esso un edificio imponente con spesse mura difensive, ma appare piuttosto asettico dopo i restauri e del tutto privo di pitture parietali.
Regione di Maramureș
Il giorno successivo si parte per il Maramureș. Questa regione è stata a lungo parte del territorio ungherese (come la Transilvania) ed i Magiari, di religione cattolica, impedirono alla popolazione romena ortodossa di edificare edifici religiosi con materiali durevoli. Dal divieto si sviluppò la tradizione di edificare chiese e monasteri in legno e quelli più antichi sono oggi sotto la tutela dell’UNESCO.
Lungo la strada si incrocia il monastero di Barsana, abitato da cinque monache ed un prete. Negli anni ’90 sono stati costruiti 10 edifici in stile a dimostrazione di come le maestranze locali abbiano perfettamente conservato le abilità della tradizione. Il portale d’ingresso e la chiesa principale si caratterizzano per torri e campanili alti e sottili che le fanno assomigliare a delle pagode. C’è un museo a pagamento dove sono conservate antiche icone e mobilio ed altri piacevoli edifici decorati con piante fiorite.
Il complesso di Barsana costituisce una bella introduzione all’architettura del Maramureș, dove sopravvivono stili di vita antichi. Questo aspetto colpisce non appena si devia per raggiungere i villaggi ben conservati dove i locali ancora indossano volentieri gli abiti tradizionali, soprattutto la domenica o in occasione delle principali festività religiose. Nel villaggio di Botiza la piccola chiesa di legno si affaccia sulle case da una altura, circondata dalle croci nel cimitero (caratteristica questa che si ritrova in ogni località della regione). Le donne dalle gonne fiorate e con fazzoletti sulla testa sono affaccendate a prendersi cura delle tombe dei loro cari, essendo in prossimità della Pasqua ortodossa che celebra la resurrezione. La chiesa è decorata con affreschi naïf e tessuti tradizionali. Lungo la strada, tra estese e verdissime praterie dall’aspetto quasi svizzero, si raggiunge l’appartato monastero di Botiza. Anche questo complesso, di recente realizzazione, stupisce per l’abile lavoro di carpenteria. Segue Poienile Izei, altro villaggio dalle case tradizionali e la sua chiesa di legno dai famosi affreschi raffiguranti l’inferno per raggiungere infine la tappa più lontana: Săpânța.
Săpânța e il “cimitero allegro”
Questa località, distante circa 5 ore da Suceava (senza deviazioni) è sicuramente la località più visitata del Maramureș per il suo cimitero “allegro”. Il cimitero infatti esorcizza la morte con i suoi colori vivaci delle croci azzurre su cui sono riportate le storie della vita dei defunti in tono poetico e scherzoso. Completa il colpo d’occhio la variopinta chiesa principale al centro del villaggio con la sua altissima torre campanaria.
Si pernotta a Săpânța in una bella locanda proprio di fronte al cimitero allegro, che anche di notte non sembra avere nulla di lugubre.
Il mattino seguente è la Domenica delle Palme ortodossa e gli abitanti del villaggio vanno verso la chiesa nei loro abiti tradizionali. Gli uomini indossano gilet di lana e cappelli a falde larghe, le donne le loro gonne e fazzoletti fiorati. Il monastero di Săpânța-Peri, a qualche chilometro dalla frontiera ucraina, ci accoglie nel sole. La piccola cripta non è in grado di ospitare tutti i fedeli e molti di loro ascoltano la messa fuori dagli altoparlanti. Sulla via del ritorno a Suceava un’altra deviazione in due villaggi immersi nell’atmosfera bucolica delle campagne: Budești con la chiesa inferiore e superiore (entrambe chiuse essendo giorno festivo) e Breb dai caratteristici portali di legno lavorato.
Con un viaggio così ormai concluso, non si può fare altro che pensare di tornare per visitare altre zone della sorprendente Romania!