Castello Bavaresi, Monaco, Praga
1° camper: Elnagh Duke 46 anno 2007 Equipaggio: Enrico, Tiziana, Miro e Napoleone (il nostro gatto) 2° camper: CI Mizar anno 2004 Equipaggio: Mimmo e Bruna 1° giorno: 31 luglio h.16,30 partenza da Roma.
Finalmente è giunto il grande momento. Dopo mesi di preparazione, di programmi e di mete poi cambiate più volte, eccoci al rimessaggio per la partenza. E’ il secondo nostro viaggio estivo in camper.
Siamo tutti molto euforici: hanno inizio le nostre tanto sognate e meritate vacanze estive.
I nostri amici Mimmo e Bruna ci raggiungeranno in serata da qualche parte sull’autostrada. Quindi iniziamo il nostro viaggio da soli.
L’autostrada A1 è insolitamente poco trafficata. Intorno alle ore 19,30 decidiamo di fermarci al Camping Il Girasole ad Arezzo, ad un paio di chilometri dall’uscita dell’autostrada, per trascorrervi la notte. Poco dopo le 21 ci raggiungono i nostri compagni di viaggio.
La serata trascorre tranquillamente e allegramente in compagnia.
2° giorno 1 agosto.
Alle ore 8,45 siamo pronti per metterci in viaggio. La nostra meta serale è la Val Venosta.
Oggi l’autostrada è trafficatissima: c’è una lunga fila di TIR.
Alle ore 17 arriviamo al Camping Vermoi di Laces.
E’ un grazioso camping a due passi dal paese e adiacente al limpido e turbinoso Adige. Il camping che già conosciamo è proprio lungo la strada statale che ci porterà in Austria. Infatti abbiamo deciso di evitare il Brennero per paura del troppo traffico e transitare per il Passo Resia.
Al camping trascorriamo due piacevoli giornate tra bagni in piscina (c’è n’é una calda al coperto ed un’altra fuori con un divertente scivolo per grandi e piccoli) e saccheggiando le Konditorei (pasticcerie) del posto, soprattutto per la felicità di Bruna.
3° giorno 2 agosto.
La Val Venosta è percorsa per un lungo tratto da un trenino che collega Merano ai vari paesini lungo la valle. L’esistenza di questo treno è molto antica, ma è stato per molto tempo non utilizzato. Qualche anno fa è stato ripristinato ed è utilissimo per spostarsi lungo la valle senza essere costretti a prendere la macchina.
Così decidiamo di dedicare qualche ora alla visita di Merano e fare un po’ di shopping.
Prendiamo il trenino a Laces che in una quarantina di minuti ci porta a Merano. Il costo del biglietto è di E.3,20 a persona.
4° giorno 3 agosto.
Lasciamo alle 9,30 il camping e ci dirigiamo verso il confine.
A passo Resia ci fermiamo per le usuali foto. L’altopiano, con la vista panoramica sull’Ortles è bellissimo. Il lago è di un bellissimo color smeraldo e il campanile simbolo della zona, sembra innalzarsi all’improvviso e troneggia triste e solitario nel lago.
La torre del campanile risale al XIV sec. Ed è l’unico ricordo che rimane dei paesi di Curon e S. Valentino che sono stati distrutti per la costruzione dell’enorme diga artificiale nel 1950. Lo specchio dell’acqua dei due laghi di Resia e di Curon fu innalzato di 22 mt., nonostante la popolazione del posto non fosse d’accordo. Sebbene il tutto sia nato da un evento che ha causato dolore e tristezza per gli abitanti dell’epoca, ora il luogo è incantevole: il lago sembra arrivare quasi fin sotto i ghiacciai eterni.
Parcheggiamo i nostri camper in una apposita area dedicata che in realtà è un campetto di calcio. I camper sono molti perché il paese è in festa per una gara podistica. C’è anche un mercatino di prodotti locali.
Dopo qualche acquisto ci mettiamo di nuovo in viaggio verso la nostra meta della giornata.
Alle 12,40 passiamo il confine con l’Austria. Non c’è traccia di polizia. Avevamo una gran paura di essere fermati e pesati.
Nel pomeriggio arriviamo a Fussen in Germania. Seguiamo le indicazioni per trovare un’area sosta. Un po’ prima del centro sulla destra troviamo due aree sosta a pagamento. La seconda è al completo, nella prima invece riusciamo a trovare posto ( praticamente è il parcheggio della palestra Sport Studio). Il costo per due notti è di E. 26 compresa l’elettricità. Il parcheggio ha anche un camper service e un bagno con doccia. Scarichiamo dai camper le bici e via verso la città. Dall’area sosta parte una pista ciclabile che in pochi minuti non solo ti porta in centro ma ti fa arrivare fin sotto i due castelli reali di Neuschwanstein e di Hohenschwangau. I due castelli che distano circa 5 km, possono essere raggiunti anche a piedi con comodi sentieri oppure con collegamenti di pullman. Fussen ha un bel centro storico con case riccamente decorate e affrescate caratterizzato da vie tortuose e magnifiche chiese barocche. Si specchia nelle acque cristalline e turchine del fiume Lech. E’ una tipica città bavarese: pulita, gradevolmente ordinata con prati e giardini perfettamente a posto.
Fussen, all’inizio della Strada Romantica, è una cittadina medievale graziosa e vivace e meriterebbe forse un po’ più di attenzione, ma noi, come tutti i turisti sembriamo essere presi solo dai vicini castelli reali e così le dedichiamo poco tempo, giusto per fare qualche acquisto, per assaggiare qualche piatto tipico e bere della buona birra.
Dopo cena rientriamo ai nostri camper pregustandoci la giornata che ci aspetterà il giorno dopo con la visita ai due castelli reali.
5° giorno 4 agosto.
Alle 9 siamo già in bici per raggiungere i due castelli. La pista ciclabile passa in mezzo ai boschi ed è comoda e piacevole. In poco tempo siamo ai piedi dei due castelli reali di Neuschwanstein e di Hohenschwangau. C’è un po’ di fila alla biglietteria. Il costo del biglietto per le due visite è di E.18 a persona. Le visite ai castelli sono programmate. Ti dicono loro quale castello andare a visitare per primo e anche l’orario.
Noi iniziamo con quello di Hohenschwangau. E’ il castello dei genitori di Ludwig dove lui visse a lungo e dove maturò l’idea di costruire un castello fiabesco.
Hohenschwangau è del 12° secolo fatto costruire dai cavalieri di Schwangau ma poi caduto in rovina nel corso dei secoli. Il padre di Ludwig, Massimiliano II lo riportò all’antico splendore.
Il castello è riccamente arredato ed affrescato, si passa dalla camera della regina in stile turco a quella degli eroi con alle pareti affreschi di leggende varie.
Finita la visita decidiamo di metterci in fila per prendere il calesse che con una ripida salita di una quindicina di minuti (a piedi circa 20) ci porterà al castello di Neuschwanstein, che è stato il modello utilizzato da Walter Disney nei suoi cartoni animati.
Le sale interne sono tutte un omaggio al genio musicale di Richard Wagner, un inno al romanticismo e alle antiche leggende germaniche.
Da lassù il panorama è stupendo: la vallata verso Fussen con il lago alle spalle della città.
6° giorno 5 agosto Alle 9 lasciamo Fussen diretti verso Monaco.
Ci fermiamo a Shongau per una breve visita. La cittadina non ha nulla di speciale ed in più il tempo è bruttissimo. Continua a piovere dopo essere piovuto tutta la notte.
La nostra futura tappa sarà Landsberg am Lech.
Questa cittadina ci colpisce immediatamente per la sua bellezza. Si trova alla confluenza della via Claudia con quella del Sale lungo il fiume Lech. Passati sotto la porta-torre ci appaiono deliziosi palazzetti barocchi, il rathaus (palazzo comunale) ricco di fregi e stucchi, la chiesa di S. Croce con due grosse cupole a bulbo, resti di antiche fortificazioni, insomma questa cittadina è una vera delizia.
Dopo una girata per vicoli e negozi, eccoci di nuovo sui nostri camper direzione Monaco.
Arriviamo nella capitale della Baviera nelle prime ore del pomeriggio.
Raggiungere il Campeggio comunale Thalkirchen in Zentrallandstrasse 49 è semplice solo perché siamo provvisti di navigatore. Il campeggio si trova in mezzo ad un grande parco su una isola o penisola (non sono riuscita bene a capire), circondato da acqua.
Alla reception troviamo una impiegata italiana e questo ci rende molto felici. Il campeggio è abbastanza pieno. Riusciamo a trovare due piazzole comode con acqua, scarico ed elettricità compresi. I servizi sono poco distanti. Siamo stati fortunati, non tutte le piazzole sono così attrezzate. Dopo qualche ora il campeggio è pieno e all’entrata troneggia un bel cartello con su scritto FULL. Il costo del campeggio per 3 adulti e un camper è di € 25,60 al giorno. Questo campeggio è aperto da marzo a fine ottobre.
Raggiungere il centro è abbastanza agevole. Alla reception compriamo i biglietti giornalieri per i mezzi pubblici a E.9 per 5 persone. Di fronte al campeggio c’è la fermata del bus che in pochi minuti ti porta alla fermata della metro. La linea U3 è quella che ti fa raggiungere il cuore della città, ossia Marienplatz. Usciti dalla metropolitana siamo colpiti subito dalla grandiosità del palazzo neogotico il Neues Rathaus e dalla grande massa di persone accalcate sotto il carillon del palazzo che è la più grande attrattiva di Monaco che ogni giorno alle 11 e 12 del mattino e d’estate anche alle ore 17, si anima con movimenti di 31 figure in rame a grandezza naturale. Per l’appunto noi siamo arrivati in piazza che mancavano pochi minuti alle 17. Ecco la spiegazione di tutta quella gente col naso per aria.
Monaco è una città che ti fa innamorare di lei. Passeggiando per le sue vie, visitando i suoi palazzi, le sue chiese i suoi musei, i suoi mercati, i suoi innumerevoli negozi, oppure sorseggiando un bel boccale di birra in uno dei tantissimi locali, capisci che è una città a misura d’uomo. E’ una città moderna dove però lo sviluppo industriale non ha cancellato le tradizioni e le sue origini rurali e gli abitanti sono ben fieri e orgogliosi di ciò (tantissime persone vestono ancora oggi con gli abiti tradizionali).
Trascorriamo a Monaco 3 splendidi giorni conoscendo al campeggio una simpatica coppia di Assisi con cui trascorriamo una piacevole serata nella più antica birreria della città, l’Hofbrauhaus con centinaia e centinaia di posti dove ci deliziamo con birra, stinchi e salsicciotti vari. Per finire strudel a volontà. Il costo finale è veramente ridicolo il tutto è venuto poco più di 10 euro a persona.
10° giorno 9 agosto.
Partiamo per Dachau. Sappiamo fin dall’inizio che non saranno ore piacevoli, ma è una visita che ci siamo prefissati soprattutto per far capire a nostro figlio gli orrori della guerra e dell‘olocausto. Dachau, (circa 20 Km. Da Monaco) che oggigiorno è ricordata soprattutto per il Campo di concentramento nazista, un tempo era conosciuta per essere una ridente cittadina di villeggiatura. Non ci sono cartelli che indicano il campo, per cui dobbiamo fermarci per chiedere informazione ad una agenzia turistica. Nello KZ Gedenkstatte, a partire dal 1933, furono assassinate 50.000 persone. Oltre ad un museo, è visibile una baracca (ricostruita) e l’agghiacciante realtà delle camere a gas e dei forni crematori. Negli anni 60, furono costruiti un monumento alle vittime della deportazione e tre cappelle una evangelica, una cattolica ed una ebraica in fondo al Campo ed all‘ingresso del viale per andare al forno crematorio c‘è la cappella ortodossa. Alle spalle delle tre cappelle c’è il convento delle suore carmelitane.
I nostri cuori sono tristi e plumbei come il cielo che ci sovrasta, infatti sta piovendo.
Per i camperisti che vogliono recarsi a Dachau, indico le coordinate del parcheggio del Campo: E 11°46°971° N 48°26°636°.
Dopo pranzo, ci mettiamo in viaggio per raggiungere Ratisbona ossia Regensburg. Arriviamo all’unico campeggio della città nelle prime ore del pomeriggio, ma purtroppo lo troviamo pieno. Dal sito Magellano.It avevo scaricato un elenco di parcheggi, ma nessuno soddisfa le nostre esigenze: o è troppo isolato, o troppo lontano dal centro, o poco sicuro per dormirci. Quindi ci mettiamo alla ricerca di qualcosa di più soddisfacente. Finalmente dopo qualche giro, passando sopra un ponte sul Danubio, adocchiamo un’area con diversi camper (E 12°.06°43° N 49.01°14°). E’ il posto giusto, un parcheggio per auto dove in fondo si possono parcheggiare anche i camper. I camper sono molti (alcuni italiani) ed altri si aggiungeranno più tardi. Il centro è raggiungibile con una breve passeggiata.
Che dire, di Ratisbona te ne innamori a prima vista. Che scorci magnifici, che edifici maestosi. Le sue chiese, le sue piazzette, le sue stradine ci affascinano. Su una guida turistica ho letto che è stata definita una città di pietra e d’acqua, ma se la osservi dal Danubio il tutto si fonde in un tutt’uno. Ed è proprio così.
Percorriamo il Ponte di Pietra, costruito nel XII secolo con la statua dell’”omino del ponte”, già da lassù si scorgono deliziosi quadretti idilliaci e romantici.
E’ detta anche la città delle torri per i caratteristici palazzetti (case-torri), costruite dalle ricche famiglie di mercanti del luogo che facevano a gara per avere il palazzo più bello e più lussuoso.
Il Duomo di S. Pietro, iniziato nel 1270, è una delle più belle chiese gotiche della Germania. Lì tutte le domeniche alle ore 10.00 è possibile ascoltare il coro dei Domspatzen, che abbiamo avuto il piacere di ascoltare, le cui voci ti restano a lungo impresse.
La piazzetta triangolare Haidplatz è il salotto buono di Ratisbona con i suoi innumerevoli localini.
Purtroppo una cosa carina che non abbiamo fatto, è la gita in battello sul Danubio, che in questo tratto dopo aver ricevuto le acque del fiume Regen comincia ad essere più imponente ed a scendere verso le pianure orientali del vecchio continente.
11° giorno 10 agosto Dopo aver trascorso la mattinata in giro per la città, alle ore 13, lasciamo la magnifica Ratisbona per dirigerci verso Pizen. L’intenzione era di fermarci lì per la notte e visitare la città, nonché la storica fabbrica di birra. Prima di attraversare il confine con la Repubblica Ceca acquistiamo la vignette. Arriviamo al Camping Bilà Hora di Pizen con non poche difficoltà. Il campeggio è veramente brutto e soprattutto non ci sono né tende, né altri camper. Dopo una rapida consultazione decidiamo di tralasciare la visita di Pizen e proseguire per Praga che dista da lì un centinaio di chilometri.
Qualche settimana prima, tramite internet, avevo prenotato due piazzole presso il Caravan Camping Praha (Cisarskà Louka 162) sito sulla penisola di Cisarskà, ma anticipando l’arrivo di un giorno non sappiamo se troveremo posto per la notte. Infatti al telefono ci dicono che il campeggio è al completo. Optiamo allora per un altro campeggio che si trova sempre sulla stessa penisola ma a pochi centinaia di metri più avanti, ossia il Caravan Park Yacht Club. Attenzione per chi ci voglia andare, arrivando da Sud, percorrere la strada Strakonicka e girare a destra prima del distributore Shell e proseguire sulla stradina fino in fondo passando davanti il Caravan Camping. Riusciamo a trovare due comodi posti bene in ombra per la gioia del nostro micione, ma per il resto è un campeggio con servizi mal tenuti e poco ben organizzato, spazioso ma sullo spartano. L’unico lato positivo che puoi raggiungere il centro con un comodo battellino ed in una ventina di minuti sei sotto il Ponte di S. Carlo. Fate attenzione però l’ultimo traghetto della sera è alle ore 19. Che dire di Praga è una bellissima città. Tutto quello che abbiamo visto ci è molto piaciuto. Senz’altro troppo turistica. Occorrerebbe visitarla in un altro periodo. Forse in settembre o ottobre è senz’altro più gradevole senza tutta quella orda di turisti. Tanto per dirne una, per entrare dentro la chiesa di S. Vito c’era una fila chilometrica, per cui abbiamo dovuto rinunciare. Tutto era affollato. Però a parte questo piccolo appunto è una città senz’altro da visitare. Il primo giorno l’abbiamo dedicato alla visita del Castello con l’antico Palazzo Reale, la Cattedrale di S. Vito (vista solo da fuori), la Basilica di S. Giorgio, la Torre delle Polveri e il Ponte S. Carlo con le sue innumerevoli bancarelle.
Il secondo giorno girando per la Città Vecchia, fermandoci allo scoccare dell’ora davanti all’Orologio della Torre del Municipio dove nella parte superiore appaiono 12 apostoli e nella parte inferiore c’è un calendario con i segni dello zodiaco o visitando la Cattedrale della Madre di Dio davanti a Tyn, o entrando nei tanti negozi di cristalli di Boemia o girovagando nel quartiere ebraico.
Il terzo giorno l’abbiamo dedicato ad una visita generale della città anche con un bus turistico.
13° giorno 14 agosto Lasciamo Praga per dirigerci a Sud nella Boemia meridionale.
Dai vari diari di bordo avevo letto che c’erano due cittadine da visitare: Ceskè Budejovice capoluogo della regione e Cesky Krumlov, entrambe vicine al confine austriaco.
La prima ha l’aria distinta di una ricca città che raggiunse il suo massimo splendore intorno al cinquecento. Fu però quasi completamente distrutta da un incendio nel 1641. Nel 1832 fu inaugurata una ferrovia trainata da cavalli che la collegava a Linz in Austria. Bellissima la piazza principale, la più grande della Repubblica Ceca con i suoi palazzetti in stile barocco e la Torre Nera. Al centro c’è la splendida Fontana di Sansone che spruzza acqua come fosse un geyser.
Dopo un veloce giro per la città e dopo aver fatto acquisti in un Lidl (avevamo lasciato i camper nel parcheggio del supermercato non avendo trovato un altro parcheggio idoneo), ci rimettiamo in marcia per visitare Cesky Krumlov.
Parcheggiamo in un parcheggio a pagamento (150 corone a notte per due camper, circa 7 euro) lungo la strada principale.
Sapevo che Krumlov è stata dichiarata dall’Unesco patrimonio dell’umanità, ma certo non mi aspettavo di vedere un luogo così bello. E’ una splendida città medievale adagiata su una serie di picchi rocciosi sovrastanti il fiume Moldava. Uno di questi picchi sembra addirittura perforare la roccaforte che è collegata alla città vecchia da diversi ponti. Con una ripida salita si arriva all’entrata del castello, dopo aver attraversato un ponticello ed un fossato, dove (ahimè) sono rinchiusi due orsi, simbolo della città. Un viadotto a tre campate collega il castello allo spuntone di roccia. I giardini sono ben curati e splendido è il Teatro del Castello all’interno di essi.
Purtroppo la Città Vecchia, deliziosa con le sue casupole a porticato è un po’ rovinata dai tanti, troppi, negozietti e localini.
14° giorno 15 agosto Nei piani di viaggio era previsto che Mimmo e Bruna andassero da soli a Vienna, città da noi ben conosciuta, mentre noi avremmo proseguito per Salisburgo. Sopraggiungono però alcuni problemi, per cui i nostri amici decidono di abbandonare la visita di Vienna.
Prima del confine austriaco, acquistiamo la vignette per poter circolare in Austria (E.10,20 a camper).
Nelle prime ore del pomeriggio arriviamo al campeggio Schloss Aigen (E.39 per due notti compresa corrente), situato sulle pendici di una collina a pochi chilometri dal centro, raggiungibile tranquillamente con il filobus. Nel campeggio facciamo l’errore di parcheggiare in un angolo erboso in lieve pendenza perché avevamo l’esigenza di lasciare i camper in ombra per non far soffrire di caldo il nostro gatto. Dopo aver sistemato i mezzi andiamo a scoprire Salisburgo.
E’ una città incantevole sulle rive del fiume Salzach. Il possente castello che domina tutta la città le dà un’area di maestosità, mentre il nucleo antico della città conserva l’eleganza e la grazia cinquecentesca. Per arrivare alla fortezza c’è una comoda funicolare e da lassù la vista è stupenda e spazia a 360° su tutti i dintorni.
La fortezza era la residenza dei vescovi-principi che governavano la città ed era adibita anche a deposito del sale e da qui deriva il nome della città. Questa fortezza è stata ampliata e fortificata nell’arco dei secoli e non è mai stata sopraffatta da alcun nemico.
Abbiamo trascorso ore piacevoli perdendoci tra le piazze e i vicoli del centro assaporando l’atmosfera gioiosa della città.
Rientriamo in campeggio e ci gustiamo una piacevole cena all’aperto. Nella nottata inizia a piovere.
Il giorno dopo, sotto una pioggia incessante, prendiamo un mezzo che ci porta al Castello di Hellbrunn, dimora estiva del vescovo-principe Marcus Sitticus. Questo principe era affascinato dai giardini italiani con giochi d’acqua e ne creò uno per suo uso e consumo. Sempre sotto una pioggia battente effettuiamo la visita guidata al giardino gustandone sia l’aspetto paesaggistico che le soluzioni che si inventarono per bagnare gli ospiti del principe. Degno di nota è un teatro idraulico con 200 figure di cui 113 in movimento. Dal giardino si può ammirare un palazzetto fatto costruire dal principe in 30 giorni per pura scommessa.
Visitiamo anche l’interno del castello affrescato da artisti italiani.
Ritorniamo in città, sempre sotto la pioggia e decidiamo di fermarci in uno dei tanti ristoranti per pranzare. Io e Bruna veniamo affascinati da un dolce tipico locale di aspetto maestoso, ma all’atto della consumazione ci rendiamo conto che non è assolutamente di nostro gusto.
Rientriamo in campeggio sempre sotto la pioggia e ci regaliamo un pomeriggio di riposo.
Continua a piovere anche per tutta la notte con una notevole sinfonia di tuoni e fulmini. Sono molto preoccupata perché a pochi metri da noi c’è un fiumiciattolo e la mia paura e che si ingrossi a dismisura e possa crearci seri problemi.
Il vero problema però, non è il fiumiciattolo, bensì l’erba. Infatti la mattina dopo, al momento della partenza, sempre sotto la pioggia, abbiamo grosse difficoltà a muoverci.
Mio marito, facendo spostare un’auto, riesce a rimettersi sulla strada, invece il camper di Mimmo non vuole saperne di uscire dall‘avvallamento che si è creato con il giro a vuoto delle ruote. Siamo costretti a spingerlo e dopo alcuni tentativi, per la gioia di tutti noi, riusciamo a farlo muovere. Purtroppo nell’ultimo tratto, mentre il camper in retromarcia curvava per immettersi sul sentiero, le ruote ricominciano a pattinare e vengo investita da un fiume di fango sparato dalle ruote. Comunque riusciamo a spingerlo fuori.
Visto il tempo inclemente, anche i nostri piani subiscono una variante. Volevamo trascorrere gli ultimi giorni di vacanza in Val Pusteria a S. Candido, ma decidiamo di rientrare in Italia passando per il Brennero e quindi fermarci a Vipiteno nel campeggio all‘inizio della Val Ridanna.
19° giorno 18 agosto Ormai siamo agli sgoccioli delle nostre vacanze e dopo due giorni di riposo e passeggiate per Vipiteno, decidiamo di rientrare a casa. I nostri amici rientrano direttamente a Roma, mentre noi ci fermiamo a Bologna per una notte a salutare degli zii.
20° giorno Rientro a Roma passando per l’E 45 (via Tiberina) che purtroppo si rivela essere una pessima superstrada a causa dei continui cantieri ed avvallamenti.
Arrivo al rimessaggio nel tardo pomeriggio.
Conclusioni finali Viaggio interessante, luoghi visitati piacevoli. Problemi nessuno.
Chilometri percorsi 3.012 Totale spese carburante E. 472 circa (Nota: l’anno precedente con lo stesso importo percorremmo oltre 5.000 chilometri in Francia) Tiziana Tinti