Bellissima ma scomoda: ecco com’è Roma in 5 giorni per un turista con disabilità

Cinque giorni a spasso per la Città Eterna senza barriere (o almeno cercando di evitarle).
bellissima ma scomoda: ecco com'è roma in 5 giorni per un turista con disabilità

I primi giorni del nuovo anno sono il momento giusto per visitare la capitale d’Italia. Ma com’è trascorrere una vacanza a Roma in 5 giorni per un turista diversamente abile? Ce lo racconta, con la solita dovizia di particolari, Elisa (aka Viaggiare senza barriere), che il nostro Patrizio Roversi ha intervistato qualche mese fa come autrice del “diario del mese” di giugno 2024 dedicato a Padova accessibile.

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Roma in 5 giorni per turisti diversamente abili: il diario di viaggio

Primo giorno: la Via Appia Antica

via appia antica

Partendo da Modena il 1° gennaio, siamo riusciti ad arrivare a Roma in macchina in circa quattro ore. Noi avevamo preso l’albergo praticamente fuori dalla città, dalle parti della Cecchignola, a Castel di Leva, principalmente perché mia sorella abita poco fuori il Raccordo e abbiamo preferito essere relativamente vicini a casa sua, anche se questo ci ha causato non pochi problemi con la metropolitana. Dopo essere arrivati nel primo pomeriggio, comunque, non abbiamo neanche preso in considerazione l’idea di dirigerci verso il centro, ci sarebbe voluto troppo tempo, visto che c’era il sole e una temperatura meravigliosa abbiamo pensato di andare a fare due passi lungo l’Appia Antica. Abbiamo parcheggiato all’incrocio con via Tor di Carbone e da lì abbiamo passeggiato un po’ sia da una parte che dall’altra. A parte alcuni tratti di strada un po’ dissestati non abbiamo avuto problemi a percorrere la strada ed ammirare le tombe che la fiancheggiano, alcune tra l’altro decisamente imponenti.

Secondo giorno: le fontane più belle della città e l’Altare della Patria

fontana di trevi

Il secondo giorno avevamo in programma di dirigerci verso il centro con la metropolitana, ma tutti gli ascensori risultavano fuori uso. Non abbiamo avuto altra scelta che dirigerci al parcheggio della Stazione Termini in macchina, solo perché con il cartellino disabili non si paga. Comunque, non avevamo una meta precisa, quindi ci siamo messi a girare per le vie di Roma. Alla fine di strada ne abbiamo fatta un bel po’: per prima cosa siamo sbucati alla Fontana di Trevi, anche se c’era troppa gente per andare a lanciare una monetina, a dir la verità persino raggiungere un punto per ammirare la fontana senza avere davanti una muraglia di turisti non è stato troppo facile. Ad ogni modo, è proprio magnifica senza i ponteggi e tutta pulita. Poi, malgrado la pendenza, ci siamo inerpicati su per una salita per andare a vedere la facciata del Palazzo del Quirinale. Dopo un breve giro compere si è fatta l’ora di pranzo e siamo andati a cercarci un bar per mangiare un panino.

Non contenti della passeggiata della mattina, ci siamo poi diretti a Piazza di Spagna ad ammirare la Barcaccia e la Scalinata di Trinità dei Monti. Tra l’altro mi ricordavo che la fontana è stata realizzata da un Bernini, ma mi ero dimenticata che si trattasse di Pietro Bernini, il padre del famosissimo Gian Lorenzo. Visto che ci avevamo preso gusto a dare la caccia alle fontane più belle di Roma, la tappa successiva è stata Piazza Navona con la Fontana dei Fiumi e le altre due che decorano la piazza, sempre ignorate dai turisti; d’altronde, competere con uno dei capolavori, questa volta di Gian Lorenzo Bernini, non è un’impresa facile. Finalmente mia sorella e il suo fidanzato ci hanno raggiunti e ci siamo incontrati in Piazza Venezia.

altare della patria

Avevamo preso i biglietti per visitare l’Altare della Patria con il giro completo, quindi con l’intero Vittoriano, il Museo Centrale del Risorgimento e Palazzo Venezia, che fortunatamente erano validi per una settimana. Abbiamo quindi cominciato dal Vittoriano e ovviamente ha cominciato a piovere proprio quando siamo sbucati sulla prima terrazza, proprio dietro la statua equestre di Vittorio Emanuele II. Ci è andata comunque bene: il tempo di visitare il museo all’interno ed ha smesso. Dunque, quando abbiamo preso l’ascensore panoramico per raggiungere la terrazza in cima, era nuvoloso, ma non pioveva più. La vista era pazzesca perché si può vedere praticamente tutta Roma e per fortuna non ci sono stati problemi con gli ascensori, l’unica delusione è stata che speravamo di fermarci a prendere qualcosa al bar che si trova al primo livello e che dovrebbe essere raggiungibile anche senza il biglietto, ma ci siamo accorti che non c’era speranza di trovare posto per un gruppo di nove persone. Per la cena invece siamo tornati dalle parti dell’albergo.

Terzo giorno: musei e chiese tanto sconosciuti quanto sorprendenti

palazzo venezia

La mattina seguente abbiamo preso la metropolitana, solo perché dato che eravamo in tanti per fare le scale mi hanno sollevata di peso, poi per fortuna il servoscala della stazione Colosseo funzionava, ma era l’unico di tutta la linea dal capolinea a Termini! Prima tappa è stato Palazzo Venezia, che era compreso nel biglietto del Vittoriano. Oltre ad una mostra su Guglielmo Marconi, il palazzo ha delle sale magnifiche e collezioni molto varie ed interessanti. Credo di non aver mai visto una spada più grande di quella nell’armeria, in più c’era un numero notevole di bronzetti e porcellane e una piccola pinacoteca; in un’altra città quel palazzo sarebbe una grossa attrazione, ma a Roma se non ospiti opere di artisti famosi fai fatica a farti notare.

Anzi, neanche dei carichi da novanta ti assicurano un posto tra i luoghi conosciuti di Roma, ora ve lo dimostro. Dopo Palazzo Venezia il fidanzato di mia sorella e i suoi hanno preferito andare a fare shopping, mentre noi cinque abbiamo scelto di continuare a girovagare per attrazioni culturali. Cercando un bar dove mangiare siamo arrivati nei dintorni del Pantheon e a Piazza della Minerva, dove abbiamo visto che alla biblioteca del Senato c’era una mostra sui ritratti di San Francesco d’Assisi, il babbo insisteva e così abbiamo detto che dopo esserci rifocillati saremmo tornati a visitarla. L’idea di fare un salto all’interno del Pantheon è sfumata non appena abbiamo visto la fila, dunque dopo un buon panino con la porchetta ci siamo ritrovati di nuovo in Piazza della Minerva prima dell’orario di apertura della mostra.

Ci eravamo accorti che sulla piazza c’è anche la Basilica di Santa Maria sopra Minerva, abbiamo letto distrattamente che dentro c’era una scultura di Michelangelo e dato che era perfettamente accessibile abbiamo pensato di entrare a dare un’occhiata. Cosa abbiamo trovato in quella chiesa, tralasciando il fatto che è l’unica di Roma ad aver conservato un impianto gotico? Reggetevi: una cappella affrescata da Filippino Lippi, una sacrestia da togliere il fiato, le tombe di Santa Vittoria, il pittore Beato Angelico e Santa Caterina da Siena, un’opera sempre di Beato Angelico, dovrebbe esserci anche un monumento di Bernini e infine la Statua di Cristo Redentore di Michelangelo. Mi sembra di aver elencato il catalogo di un museo! E questa sarebbe una delle tante chiese di Roma? Solo lì può capitare una cosa del genere!

Quando siamo usciti l’orario d’apertura della mostra era arrivato senza problemi, quindi siamo entrati a dare un’occhiata. Il percorso si è rivelato accessibile, ma abbiamo ovviamente dovuto lasciare all’ingresso i nostri coltellini svizzeri per poi riprenderli all’uscita. La mostra San Francesco tra Cimabue e Perugino si è rivelata piccola, ma interessante, anche se la cosa più sorprendente è stato lo splendido chiostro affrescato del palazzo (se si esclude il gatto coccolone che abita lì ovviamente). Direi che è abbastanza per un’unica giornata, possiamo anche tornare all’albergo un po’ prima, anche perché con le distanze di Roma, gli spostamenti richiedono un po’ di tempo.

Quarto giorno: Palazzo Colonna e giro mostre temporanee

Tralascio le evoluzioni che abbiamo dovuto fare per prendere la metro all’EUR in una stazione accessibile e trovare il modo di lasciare la macchina in un’altra da cui fosse possibile uscire; comunque, in centro siamo riusciti ad arrivarci. Dato che era sabato, ne abbiamo approfittato per andare a visitare Palazzo Colonna, che appunto essendo proprietà privata è visitabile soltanto al sabato mattina. Ci sono da fare dei gradini in qua e in là, ma oltre agli addetti del palazzo, ci sono anche i volontari della Croce Rossa a dare una mano; il giardino è l’unico punto veramente inaffrontabile, perché ci sono veramente troppe scale. Comunque il palazzo merita davvero una visita: è paragonabile ad una reggia. L’appartamento al piano terra ha dei dipinti magnifici, tanto che alcune sale sembrano più un giardino che delle stanze, anche se la meraviglia del palazzo è la galleria, se non fosse che ci sono più dipinti e meno vetrate, la si potrebbe paragonare alla Galleria degli Specchi di Versailles.

guercino

Nel pomeriggio avevamo prenotato alcune mostre e quindi il pranzo lo abbiamo fatto letteralmente al volo mentre ci dirigevamo a Palazzo Barberini. Decisamente anche qui non mancano le cose da ammirare, praticamente senza incontrare neanche un gradino si possono ammirare le due straordinarie scale progettate da Bernini e Borromini e una pinacoteca con dipinti da Raffaello a Caravaggio. Era poi temporaneamente esposto il Ritratto di Monsignor Maffeo Barberini opera sempre di Caravaggio e appartenente ad una collezione privata. Come ultima tappa della giornata avevamo prenotato i biglietti per un’ultima mostra alle Scuderie del Quirinale, dopo due passi in giro per il centro per far venire l’orario giusto siamo quindi tornati sul colle del Quirinale per l’esposizione Guercino. L’era Ludovisi a Roma. Devo ammettere che non sapevo che Guercino avesse dipinto anche dei paesaggi, eppure ce ne erano parecchi, anche se il pittore è molto più famoso per i dipinto che ritraggono delle persone, basta guardarli per capire il perché: i tessuti sembrano letteralmente veri. L’unico intoppo qui è stato un ascensore un po’ piccolo, ma siamo riusciti a farci stare la carrozzina. Per tornare indietro abbiamo ripreso la metro a Termini.

Quinti giorno: Villa dei Quintili e rientro

villa dei quintili

Dato che quel giorno avevamo in programma quattro ore di macchina (che poi sono diventate sei causa traffico, ma questo è un altro paio di maniche), abbiamo pensato di non andare in centro, ma di tornare sull’Appia Antica a visitare la Villa dei Quintili, visto che quando avevamo visitato la Via Appia eravamo arrivati troppo tardi per vedere anche la villa. Abbiamo dovuto litigare con un po’ di fango, parecchie ortiche e qualche salita e discesa e dei gradini sparsi tra le rovine, ma alla fine siamo riusciti a vedere quasi tutto prima che ricominciasse a piovere. Peccato però che i cartellini delle spiegazioni non fossero eccessivamente chiari ed anche le cartine erano orientate male, orientarsi tra le strutture non è stato affatto facile, abbiamo però capito che la villa possedeva un intero complesso termale e doveva essere anche splendida. Al punto che l’imperatore Commodo fece uccidere i due fratelli, proprietari della villa, sembra solo per potersene appropriare. Sul posto ci sono anche due piccoli musei entrambi accessibili che espongono i reperti riemersi nel sito e negli scavi lungo la Via Appia.

Quando ha infine ripreso a piovere abbiamo capito che era ora di andare, ci siamo quindi fermati a mangiare un panino al volo in un centro commerciale e abbiamo preso la via del ritorno.

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