Da 2000 anni è il monumento simbolo di Roma, ma sicuro di sapere queste 5 cose sul Colosseo?

Considerato una delle 7 meraviglie del mondo moderno, è il simbolo indiscusso di Roma: ovviamente, stiamo parlando del Colosseo, l’anfiteatro situato nel cuore della capitale, terminato nell’80 d.C. che, originariamente, veniva utilizzato per gli spettacoli pubblici, in particolare per le gare dei gladiatori, le rievocazioni di battaglie navali e le cacce agli animali. Queste, però, sono le informazioni a tutti note, ma noi vogliamo svelarti delle curiosità sul Colosseo che (forse) ancora non conosci.
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Le dimensioni colossali
Il Colosseo ci appare, da ogni prospettiva, con una imponenza che in parte è intaccata dai crolli e le spoliazioni dei secoli. Eppure, le sue sono dimensioni non di poco conto: è di forma ellittica, lungo 189 metri e largo 156. In tutto, l’Anfiteatro Flavio copre una superficie di 24.000 metri quadrati e raggiunge un’altezza massima di 48 metri, per una superficie interna capace di contenere fino a 50.000 spettatori che potevano entrare da 80 ingressi. Per costruirlo ci vollero, incredibilmente, solo 5 anni: i lavori andarono avanti dal dal 75 all’80 d.C. e vennero utilizzati ben 100.000 metri cubi di travertino. Oggi, per visitare questa meraviglia che è un simbolo di Roma e dell’Italia intera, ci sono molti tour e visite guidate. Tra questi, la visita guidata al Colosseo, Foro Romano e Palatino proposta su Civitatis ha una durata di 3 ore e permette di scoprire uno dei complessi archeologici più incredibili della Capitale.
Si chiama o no Colosseo?
In realtà chiama Anfiteatro Flavio, poiché fu costruito da Vespasiano e Tito, entrambi imperatori appartenenti alla dinastia Flavia. Il nome “Colosseo” è arrivato solo nel Medioevo, ma non se ne conosce il motivo preciso. Probabilmente, deriva dal fatto che è stato costruito nei pressi della statua del Colosso di Nerone, che sorgeva a pochi metri dall’anfiteatro. Un’altra teoria, però, sostiene che derivi dalla posizione, il colle dove un tempo si trovava un tempio di Iside (da cui Collis Isei).
Il suo marmo venne utilizzato per altri edifici importanti
Alcune parti interne e il marmo della facciata del Colosseo vennero rimosse nel corso del tempo e impiegate dagli architetti per realizzare altri monumenti iconici di Roma. Tra questi, anche la Basilica di San Pietro e altri edifici civili come, ad esempio, Palazzo Barberini. L’Anfiteatro Flavio cadde in abbandono per un periodo di tempo e venne utilizzato come fonte di materiali da costruzione, fino al XVII secolo, quando tornò l’amore e l’attenzione per le antiche vestigia di Roma. Purtroppo, però, si stima che sia rimasto solo un terzo di quella che era la costruzione originale, anche a causa dei diversi terremoti, come quello dell’851 che fece crollare due ordini di arcate sul lato sud.
Era la porta degli Inferi
Secondo una leggenda, anticamente, il Colosseo era un tempio pagano nel quale si adorava il demonio e si tenevano riti propiziatori utilizzando lo stesso sangue dei morti dell’arena. Sicuramente all’interno dell’arena, utilizzata come luogo di battaglie vere o simulate, dove spesso venivano sacrificati i cristiani (invisi all’impero fino all’editto di Costantino del 313) morirono decine di migliaia di persone, ed è per questo che il Colosseo si guadagnò la fama di “porta dell’inferno”.
La flora del Colosseo
Tra le rovine del Colosseo sono cresciute nel corso dei secoli diverse specie di piante, alcune delle quali di origine esotica e questo grazie al microclima dell’anfiteatro. I botanici, infatti, hanno condotto diverse ricerche e quella del 2011, svolta dall’Università di Roma Tre, sono state catalogate e analizzate le piante cresciute nel Colosseo negli ultimi 350 anni e la lista comprende 684 specie che sono diminuite nel tempo, dalle 420 del 1855 alle 242 di oggi.