Porchetta e champagne, l’abbinamento “curiosamente buono” che unisce Italia e Francia tra street food e cantine

Manuela Titta, 15 Mar 2024
porchetta e champagne, l'abbinamento curiosamente buono che unisce italia e francia tra street food e cantine

A volte sembra un po’ strano che due realtà tanto diverse possano entrare in comunicazione: quando parliamo di Champagne abbiamo un’immagine legata al lusso e all’esclusività, una dimensione aristocratica che ci proietta in scenari da sogno. Ma la realtà delle cose ci dice altro: con un vino di altissima qualità, dobbiamo pensare solo al fatto che berne un calice ci apre una dimensione di gusto che non ha eguali, per un’esperienza che regala grandi sensazioni. Sembra un abbinamento che esce decisamente fuori dai canoni, ma chi è nel mondo del vino, sa bene che questa non è affatto un’eresia. Porchetta e Champagne è un ottimo abbinamento, scopriamo perché.

Assolutamente divino

Lo Champagne ha qualcosa di magico, sarà perché ha una storia antica e blasonata, ma anche perché di fatto rappresenta una delle massime espressioni dell’enologia. Queste bollicine sono relegate ad un momento di celebrazione, oppure ad un contesto esclusivo, ma la verità è che possiamo farci un piccolo grande regalo e stappare una bottiglia con il meglio dello street food italiano

La regina dello street food italiano

La porchetta è protagonista di moltissime occasioni, un po’ per praticità, un po’ perché è irresistibile: ha origini antiche, perché già gli Etruschi avevano individuato nella carne di maiale una prelibatezza. Tanta popolarità e successo sono dovuti alla diffusione capillare di tutti coloro che preparavano e vendevano questa carne nelle varie piazze d’Italia, esattamente come si fa ora. La porchetta oggi la troviamo anche in versione d’autore, ma l’eccellenza è qualcosa a portata di mano: individuare un truck che prepari la porchetta in maniera sublime è facile, visto il nostro palato particolarmente allenato a riconoscere un lavorato di qualità. 

La ricetta

Dove nasca esattamente questa preparazione è un dato incerto, perché spaziamo in tutto il centro Italia, dove esistono delle variazioni sulla ricetta: i condimenti sono legati alla tradizione e il gusto si è formato in base alla terra di provenienza. Quel che è certo è che siamo di fronte ad un grande arrosto di maiale, aromatizzato con sale, pepe, lardo, rosmarino, semi di finocchio, aglio in camicia, spezie, legato con spago e cotto nel forno o sullo spiedo.

Profumo e gusto inconfondibili 

Tra la Toscana meridionale e i famosi Castelli Romani, con in testa Ariccia considerata la capitale della porchetta, si aromatizza con il rosmarino; nell’Alto Lazio, in Umbria e nelle Marche si utilizza di più il finocchio selvatico. È necessaria la giusta proporzione di grasso affinchè si abbia la buona riuscita in cottura ed ottenere la rosolatura ideale che la rende unica. La croccantezza tipica della crosta si raggiunge bagnando la porchetta con il suo stesso grasso che durante la cottura cola: una volta raccolto viene distribuito in modo che irrori la superficie. La doppia consistenza della porchetta è qualcosa di irresistibile: la crosta dal colore marrone che tende all’arancione rimane rigida, è lucida e dal gusto sapido, nella parte superiore lo spessore è molto fine.  Appena sotto la crosta troviamo un  soffice strato di lardo che dona una doppia formidabile consistenza alla crosta, infatti, appena mordiamo, abbiamo croccantezza e morbidezza insieme; la carne risulta consistente, ma tenera,  chiara e dalla grande succulenza.

Le bollicine più famose

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I vitigni e le cantine dello Champagne a Epernay

Impossibile non amare lo Champagne, un concentrato di eleganza che nasce come una sfida e diventa il simbolo di una nazione: i tre vitigni coltivati nella piccola regione non distante da Parigi, hanno conquistato il mondo intero. È bene ricordare che lo Champagne può essere un “Blanc de Noirs”, un bianco ottenuto dai due vitigni a bacca nera, oppure un “Blanc de Blancs”, prodotto con uve bianche Chardonnay; il più blasonato invece, il Dom Pérignon, nasce dall’assemblaggio di vitigni Pinot Noir e Chardonnay

Non solo ostriche e Champagne

L’abbinamento vincente si ha quando il cibo e il vino si bilanciano perfettamente, trovando un assetto armonico che permette ad entrambi di emergere. Questo significa che la scelta azzeccata sta nell’individuare le caratteristiche principali che possano trovare il modo di essere esaltate, sprigionando tutto il gusto possibile. Per capire perché porchetta e Champagne è un buon commubio, dobbiamo pensa che se abbiamo a che fare con delle sensazioni morbide, stiamo parlando di un cibo che presenta grassezza e untuosità: in questo caso abbiamo bisogno di un vino che abbia freschezza, acidità ed effervescenza.

Porchetta e Champagne

Il vino più blasonato incontra la cucina regionale

Alla luce di quanto detto, l’idea di accostare un prodotto così pregiato con un classico della cucina tradizionale italiana è assolutamente normale per chi si occupa di vini: la ricerca del gusto passa attraverso le sperimentazioni, ma in fondo, qui, si parla di un accostamento sulla cui riuscita ci sono pochi dubbi. 

Nello scegliere il nostro vino francese possiamo tener conto di alcune cose, fermo restando che chi ha già testato l’abbinamento sostiene che ‘’con la porchetta, in linea di massima, ci stanno bene tutti gli champagne’’: questo è il pensiero di Alessandro Pipero, sommelier, maître e proprietario del ristorante Pipero a Roma.

Decidiamo per un Brut, che ha un buon residuo zuccherino: il consiglio è di andare su uno Champagne con un assemblaggio di uve Chardonnay e Pinot Noir, che abbia una buona persistenza, in modo da bilanciare il sapore deciso della porchetta. Da valutare anche un Rosé, dove le % di Pinot Noir e Chardonnay vedono un maggior utilizzo di uvaggi a bacca nera: avremo una bella intensità aromatica, rotondità e consistenza, con una struttura vinosa, ma non eccessiva. A voi la scelta per un percorso di gusto assolutamente originale.