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Inizio questo articolo con una mia personale interpretazione rispetto alla frase che scrisse Shakespeare, in quanto il viaggio che mi accingo a raccontare, è nato dal forte desiderio della mia grandissima amica Simona, di portare i ragazzi della sua neo associazione, a Roma per conoscere il Santo Padre.
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Come nasce il sogno
Simona, insieme ad un gruppo di genitori, amici e familiari nell’ottobre 2022, decide di fondare l’Associazione Progetti Fantasia per permettere a bambini e ragazzi speciali di vivere esperienze come le persone considerate normodotate e cercare di creare ponti affinché anche le persone affette da disabilità possano vivere alla pari con gli altri.
Perché ha scelto il nome progetti Fantasia? Con i ragazzi speciali si deve sempre partire con un progetto, porsi degli obbiettivi e decidere gli strumenti, mentre fantasia perché essendo cresciuta con i film della Disney, del suo motto ne ha fatta una realtà:“se puoi sognarlo puoi farlo”.
Anche le persone speciali hanno bisogno di momenti di svago. Però le attività del tempo libero non possono bastare, i ragazzi devono anche entrare nella società e riuscire a dimostrare che sono in grado di lavorare e anche di viaggiare alla scoperta del mondo.
Lettera per un sogno
Tra le tante esperienze fatte fino ad oggi, non poteva mancare l’udienza generale con Papa Francesco, così la mia amica Simona, presidente dell’associazione, invia una formale richiesta, alla Prefettura Pontificia nel dicembre 2022.
Essendo molto spesso coinvolta nelle loro attività ed eventi, divento un’amica volontaria di questo suo meraviglioso progetto, diventando parte di questa nuova famiglia speciale. Mi chiede se volessi aggregarmi all’eventuale viaggio su Roma, in quanto conoscendo i ragazzi e adorando stare in loro compagnia, avrei oltre che vissuto una esperienza unica conoscendo il Papa, anche collaborando alla gestione dei ragazzi. Non potevo di certo dire di no.
I mesi passano, ma nessuna risposta. Il primo giugno quando ormai non ci si pensava nemmeno più, arriva la mail di conferma, e mentre ero in visita a Firenze con la mia famiglia ricevo il messaggio entusiasta di Simona che mi dice “un altro sogno da vivere insieme!” Tutti eccitati, ma preoccupati perché ci si doveva organizzare in sole due settimane. Partono i messaggi, telefonate, mail e si riesce in tempo zero a pianificare tutto.
Io soprattutto per il mio lavoro, non mi era possibile prendere due giorni di permesso, ma la mia collega, la mia famiglia e il mio stesso titolare, mi convincono a cogliere questa occasione irripetibile. E mentre ero a Firenze già sognavo il prossimo viaggio!
Tutti soddisfatti del risultato eccellente ottenuto in merito all’organizzazione, e certi di vivere un’esperienza unica e sorprendente, fino alla notizia che il santo Padre è stato ricoverato in ospedale. Ero al lavoro quando mio marito mi manda un WhastApp avvisandomi che al Tg annunciavano il ricovero del Papa. Credevo mi stesse prendendo in giro, invece comunico subito a Simona, rimasta anche lei senza parole.
Due giorni dopo, arriva la comunicazione che le udienze del giorno 14 giugno sono state sospese.
Piano B
Decidiamo di partire ugualmente e di mettere in campo il consueto piano “B”, grazie alla conoscenza con l’onorevole Maria Chiara Gadda, si riesce ad organizzare una visita al parlamento, con la raccomandazione di portare in valigia una giacca per i maschietti dell’Associazione e una mise consona per le femminucce. Il giorno 12 giugno giunge la notizia della morte di Silvio Berlusconi e proprio il 14 giugno, funerali di Stato. Saremmo riusciti ad andare in parlamento?
Iniziamo a pensare che la nuvola di Fantozzi era sopra le nostre teste.
Finalmente si parte
Il 13 giugno (mio anniversario di nozze e compleanno del marito di Simo) abbiamo alle 6:45 ritrovo in stazione nord di Busto Arsizio. Arrivo claudicante perché prima di partire cado dal letto! Per non disturbare nessuno, non ho acceso la luce e sono scivolata a terra come una pera cotta con i vestiti e il cellulare in mano, svegliando ovviamente di soprassalto mio marito, che mi ha trovata tramortita nell’angolo della camera. Un dolore pazzesco alla schiena e alle natiche, ma stringo i denti e mi presento ugualmente, niente e nessuno poteva rovinarmi il sogno.
I ragazzi e i loro genitori sono al settimo cielo, saliamo sul treno in direzione Milano. Nell’attesa racconto a tutto il gruppo del mio accaduto, diventato poi motivo per scherzarci sopra in ogni momento del nostro viaggio. Inizio a regalare un po’ di sorrisi, nonostante il mio dolorino.
Alle 8:00 saliamo sul Frecciarossa direzione Roma. Sono seduta con la mia splendida amica e come sempre accade tra noi, progettiamo già le prossime esperienze da vivere e organizzare. Spesso indaffarata, come dice lei “ciapata”, con due cellulari in mano, (motivi burocratici dell’associazione), Simo per i “suoi ” ragazzi, è una vera macchina da guerra.
Terra Romana
Arriviamo finalmente a Roma, mentre stiamo per uscire dalla stazione veniamo accolti dalla famosa nuvola di Fantozzi. Inizia il diluvio, ci attrezziamo per ripararci dalla pioggia, ma aumenta di intensità ad ogni passo, i ragazzi non hanno la stessa andatura e il ristorante che abbiamo prenotato, seppur vicino, sembrava a 1000 Km di distanza sotto il temporale.
Arriviamo fradici! Il ristorante Feel Good è accogliente, anche perché Simo e la sua famiglia conoscono i proprietari. Pranziamo con le specialità di Roma: carbonara, cacio e pepe e amatriciana (io come digestivo una bella bustina di Oki). Smette di piovere durante il pranzo.
Dopo aver gustato un ottimo pranzo ed esserci leggermente asciugati, ci rimettiamo in marcia, dobbiamo riprendere la metropolitana per raggiungere Casa Per Ferie Beata M. Margherita Caiani, zona Vaticano, gestita dalle suore. Come usciamo dal ristorante inizia di nuovo a diluviare. La nuvola non ci molla!
Dopo varie peripezie, tra cui il bloccarsi inavvertitamente della scala mobile, arriviamo e ci registriamo. Spazi ordinati, molto accoglienti, una grossa attenzione per il cliente, fatta di affettuosità, cordialità, gentilezza ed educazione.
Tutti nelle nostre suite (io ho fatto richiesta di una singola, data la mia difficoltà di adattamento in camera con altre persone) ad aprire i trolley, come si pensava tutti i vestiti inzuppati.
Riposino di soli trenta minuti, giusto il tempo di stendere i panni e asciugarsi i capelli, poi di nuovo turisti nella Capitale che ci attendeva. Con o senza nuvola?
Alla scoperta di Roma
Le ragazze e i ragazzi sono di età compresa tra i 12 e i 18 anni, autistici. Per loro non è semplice sostenere il ritmo di una gita di questo tipo, nel senso di condizioni meteorologiche avverse e con la non certezza di cosa fare.
Decidiamo di raggiungere il centro e visitare il possibile, tra una sosta e l’altra per aspettare i vari componenti del gruppo, arriviamo alla maestosa Fontana di Trevi, un’opera d’arte a cielo aperto, dove nonostante la molteplicità di turisti chiassosi, abbiamo assistito al primo bacio sulle labbra dei nostri fidanzatini. Uno scatto fotografico ha immortalato questa magia, e anche il sole è comparso per illuminare questo tenero momento.
Si prosegue il nostro tour a piedi fatto di fragorose risate per le vie di Roma, con tappa obbligatoria: il gelato. Eccoci arrivati alla splendida Piazza di Spagna, inevitabili i selfie di gruppo, io con il mio braccio estensibile e altri amici con bastoni. Non potevo non iniziare con la mia mania di farmi fotografare mentre salto nelle varie location, dunque Simo, armata di pazienza, ha “imparato” a cogliere il mio attimo volante (ohimè con i dolori erano decisamente scarsissimi).
Percorriamo la più famosa via della capitale, Via del Corso, con negozi di alta moda, tra un commento e una battuta simpatica riguardo le vetrine e soprattutto i prezzi dei suddetti negozi, inizio a prendere confidenza con alcune famiglie che non conoscevo. Durante questo viaggio, apro una piccola parentesi, ho avuto il piacere di ascoltare vissuti profondi e toccanti di ognuno di loro, ragazzi compresi, scoprendo che il destino spesso ci mette lo zampino anche in maniera positiva.
Proprio mentre mi stavano portando a vedere il ristorante Frezza Romana del mio amato attore Claudio Amendola, inizio a chiacchierare piacevolmente con una mamma. Parlando di autismo, di bambini e insegnanti di sostegno (essendo la mia primaria professione), scopro che suo figlio, il più piccolo della associazione, ha avuto la splendida giuda di una mia amica-collega di scuola, durante la sua crescita. Sua figlia più grande, ex alunna di mia cugina; le sue parole, il suo ringraziare le persone che l’hanno sostenuta fino ad oggi, mi ha portato a riflettere molto sul perché nella vita si incontrano provvidenzialmente alcune persone.
Il nostro google maps umano, intravvede la bandierina del ristorante, ma come volevasi dimostrare, la nostra nuvola decide di far diluviare proprio in quel momento. Ci rifugiamo nel primo grande negozio di scarpe, che poteva ospitarci tutti fino alla fine della tormenta. Impavida insieme a questo papà, vengo portata al suo ingresso, e dando una sbirciatina al suo interno (magari il mio Claudio era lì) mi scatta una foto per testimoniare il mio arrivo. I ragazzi vendendomi cosi felice, nella loro spontaneità pensavano lo avessi incontrato, magari risposi con gli occhi a cuore!
Attraverso la Storia
Fortunatamente aveva smesso di piovere, di nuovo.
Direzione l’Altare della Patria, che con la sua imponenza, il suo candore per il significato simbolico, ci porta a commenti sulla nascita del nostro paese, che nonostante tutto, ci regala lo stupore del bello che può offrire la nostra Italia. Mentre ci scattavamo i consueti selfie, passano 5 auto blu, e come mio solito, mi metto a salutare non sapendo nemmeno chi vi fosse a bordo. Mentre tutti mi deridevano, un finestrino si abbassa e una donna ricambia il mio gesto, era lei o non era lei? Era il nostro presidente? Non aveva importanza, ero ugualmente felice!
Attraversiamo una delle vie assolutamente da percorrere, la via dei Fori Imperiali , per un vero e proprio viaggio nel tempo, in quanto il luogo di Roma più legato al glorioso passato e carico di storia.
Un’altra famiglia dell’Associazione ci avrebbe raggiunto solo la sera, così ci siamo dati appuntamento al Colosseo. Nonostante le varie impalcature che lo rendevano visibile in parte, per via del rifacimento della strada, la sua magnificenza ci lascia comunque tutti a bocca aperta, soprattutto perché illuminato risaltava la sua immensità. Inutile scrivere delle migliaia di foto scattate, e anche la mia obbligatoria foto in volo, oramai Simo è diventata esperta; anche una ragazza del nostro gruppo, con gli occhi stile gattino di Shrek mi chiede se potevo fargliene una anche lei: ho creato una moda!
Ore 20, eccoci tutti al completo finalmente, ci riuniamo con il più piccolino del gruppo, ha 8 anni e la sua splendida famiglia.
I ragazzi sono tutti molto stanchi ma felici ed soprattutto molto affamati.
Non sono mancati momenti difficili in questa interminabile prima giornata romana, non tutti i ragazzi sono “tranquilli”, ma si fa squadra e si cerca di supportare tutti.
Con noi c’è anche il fratello di uno dei ragazzi, figlio di Simona, ha 16 anni. Ha una straordinaria predisposizione a sostenere chi è fragile; in particolare con uno di loro, venuto a Roma solo con la sua fantastica e tenace mamma, che ha bisogno di costanti attenzioni in quanto ha difficoltà comportamentali.
Mentre siamo alla ricerca di un locale per fermarci a cena, adatto ai gusti di tutto il nostro magnifico gruppo, vedo un’immagine, un meraviglioso arcobaleno fatto di fiori con scritto il motto che accompagna la vita della mia amica da sempre, un vero segno del destino: dopo la pioggia viene il sereno, splende nel cielo l’arcobaleno.
Decidiamo di fermarci quindi nella pizzeria li a pochi passi, i ragazzi nel loro tavolone oramai indipendenti nell’ordinare, cosa non sempre così scontata, e noi “vecchietti” in un altro. Si cena con davvero tanta allegria e spensieratezza.
Rientriamo accompagnati da una leggera brumettina. Anche qui la nuvoletta fantozziana ci perseguita. Prendiamo la metro e la fermata nei pressi del nostri alloggi è allagata, dunque dopo varie peripezie, risaliamo per cercare il fatidico pullman sostitutivo che ci avrebbe accompagnato. Non è stato facile trovarlo, ogni autista ci mandava in posti diversi, ma alla fine temerari come sempre lo troviamo, e tutti accalcati, stanchi e sudati, giungiamo dalle suore. I papà decidono di andare a bere qualcosa, nella zona del Vaticano, alcune mamme si gustano una tisana nella sala comune e gli altri, me compresa, un dolce appuntamento con Morfeo.
Il giorno del piano B
Arriva la conferma che la visita a Montecitorio si potrà fare! Meno male, iniziamo bene il nostro secondo giorno.
Io, mattiniera rispetto il resto del gruppo, avviso in chat che scenderò a fare colazione in un accogliente bar proprio di fronte le nostre camere. Ho chiesto una brioche vegana, ho visto lo sguardo stranito del barista che simpaticamente alla romana, mi mostra la scelta di dolci davanti ai miei occhi, va bene va bene, ne prenderò una normale piccolina cosi mi farà meno male! Pochi minuti dopo il mio tavolino si affolla di altri favolosi amici. Il nostro rapporto si sta consolidando, li conoscevo già quasi tutti, ma il feeling che si stava creando “vivendo” questa avventura insieme, ci ha dato la possibilità di conoscerci e unirci maggiormente.
Eccoci tutti pronti eleganti per la nostra visita al parlamento, ma essendo l’appuntamento fissato alle 12:00, abbiamo avuto tutto il tempo di visitare la Basilica di San Pietro, prima però c’era un piccolo desiderio da realizzare, Cercare una farmacia per far fare il fatidico buco all’orecchio al figlio di Simona.
Arrivati in piazza, un’emozione intensa ci ha assalito, tutto era pronto per l’udienza generale, purtroppo annullata (abbiamo deciso di riprovarci e chiedere una nuova data). È difficile trovare originalità per descriverla; immensa, maestosa, sublime, imponente , da toglier il fiato.
Dalla piazza fino all’ingresso della Basilica, svoltosi in pochi minuti in quanto il nostro gruppo ha priorità di accesso, veniamo risucchiati da una cristianità senza eguali, dove il sincretismo dell’arte, dell’architettura e scultura non ha rivali.
Ognuno di noi, ovviamente i ragazzi sempre affiancati, per la prima volta in questa viaggio, sarà libero di staccarsi dal resto del gruppo, per vivere e assaporare in solitaria, ciò che la sede universale della Chiesa, ci poteva trasmettere.
A mezzogiorno preciso eravamo in piazza del Parlamento, elegantissimi e fradicissimi, dato che il meteo continuava a giocarci dei brutti scherzi; però pronti per la visita.
Superate le operazioni di sicurezza, anche i cellulari vietati, entriamo al Palazzo di Montecitorio. Ad accoglierci la nostra guida, Sebastiano Imparato. Una menzione speciale a questo signore che ha saputo entrare in sintonia con i ragazzi e fargli scoprire tutte le meraviglie della sede del Parlamento. Molto paziente anche con i nostri ragazzi più irrequieti, anzi, proprio con loro, ha saputo cogliere le potenzialità riuscendo a farci vivere un’esperienza che a parole è difficile da farvi cogliere. Un palazzo con molteplici elementi architettonici di pregio, ma ciò che ci ha davvero lasciati a bocca aperta è lo splendido “Transatlantico” in stile navale ad opera del Basile, e l’aula del parlamento sempre vista in tv. Essendoci a Milano i funerali di stato del ex presidente Silvio Berlusconi, il palazzo era semi deserto, per noi forse una fortuna.
Terminata la visita, dato che si era fatta ora di pranzo, abbiamo cercato dei ristoranti nella zona. Una mamma restringe il campo a tre osterie, ma chiede a Simo di scegliere. “Andiamo da Poldo e Gianna, “mi ispira il nome” esclama.
Veniamo sistemati in una grande sala sottostante tutta per noi, dato il numero elevato del nostro gruppo. Un ambiente molto elegante per essere una osteria, cibo davvero ottimo a prezzi contenuti. Durante il pranzo il figlio di Simona ci urla di aver visto il presidente Conte, anzi stava proprio entrando al nostro ristorante.
Non potevamo non presentarci, avendo preventivamente chiesto il permesso, lui gentilmente non si è tirato indietro. Direi che anche a noi donne sia piaciuto, ma sotto un altro aspetto! Super foto di gruppo con il presidente davvero molto disponibile a colloquiare con tutti i nostri ragazzi.
Tutti emozionati e soddisfatti riprendiamo la via verso il recupero delle valige, ovviamente lasciate in deposito dalle suore.
Fine di un’avventura
Non potevamo non essere accompagnati alla metro dalla nostra tanto amata nuvola carica di pioggia. Attendiamo il treno x Milano, tutti molto stanchi ma soddisfatti di aver fatto vivere a questi ragazzi un viaggio così pieno di imprevisti ma tanto carico di emozioni.
Una gita rocambolesca, bagnata dalla pioggia, ma ricca di buoni sentimenti. Tutti in aiuto e sostegno di tutti. Risate, battute, momenti belli e momenti faticosi, ma uniti.
Di solito concludo i mie racconti di viaggio con frasi d’effetto, sul voler tornare in certi posti, in certe terre, ma trovare le parole giuste per descrivere ciò che questi due giorni mi hanno insegnato, il segno che mi ha lasciato nel cuore, mi è molto complicato.
Vivere certe situazioni anche di difficoltà gestionale di certi ragazzi, la forza, la tenacia e la pazienza di questi genitori, degli incredibili fratelli, gli occhi della gente che non sa o non capisce, le parole dolci e l’affetto ricevuto dai genitori ma in particolare, vivere questi ragazzi “speciali”, i loro “Romy sai che ti voglio bene?” ha fatto sì che io ad oggi, possa vedere, vivere e apprezzare ciò che la vita fino ad oggi mi ha regalato.
Con le lacrime agli occhi, sono salita in auto per tonare a casa, ancora dolorante per la mia caduta, oramai passata in secondo piano, carica per affrontare un nuovo giorno, tornare al lavoro di insegnante di sostegno e cercare davvero di dare importanza alle cose giuste e non futili ed essere di maggior aiuto a chi davvero ne ha il bisogno.