A zonzo per la Toscana… per tutte le stagioni
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Il giorno seguente col treno raggiungiamo in 40 minuti Firenze, vagoni affollati e ritardo. Usciamo dalla stazione e dopo aver frettolosamente ammirato la grande e pentagonale fortezza da Basso del 1300 ora sede anche di fiere ci dirigiamo verso la basilica di Santa Maria Novella sull’omonima piazza, bella internamente con le sue 3 navate e vari altari, punto di riferimento per i domenicani provenienti alle origini da Bologna; proseguiamo e troviamo la basilica di San Lorenzo con relativo chiosco, a fianco di essa il mercato di San Lorenzo o mercato centrale. Proseguiamo tra bancarelle di souvenir ed abbigliamento e finalmente siamo alla cattedrale di Santa Maria del Fiore in piazza Duomo a cui lavorò anche Giotto; la chiesa ha la più grande cupola in mattoni mai costruita e disegnata dal Brunelleschi; in piazza Duomo anche il campanile di Giotto ed il Battistero di San Giovanni: inutile dire che il centro è tutto da vedere. Eccoci in Piazza della Signoria, la piazza centrale della città col Palazzo vecchi sede del comune e che fù sede del Parlamento italiano. Ammirerete il David di Donatello (replica) e la bellissima fontana del nettuno, ottagonale, con 4 cavalli e la statua in marmo di Carrara: la collocazione all’angolo di palazzo vecchio offre artistici spunti fotografici. Attraversando la Galleria degli Uffizi, uno dei punti di maggior cultura mondiali con opere di Cimabue, Giotto, Michelangelo, Raffaello e L. da Vinci (mamma mia!) ma in cui non entriamo per mancanza di tempo raggiungiamo l’Arno da cui ci godiamo le vedute dal Ponte Vecchio, uno dei simboli della città, e ci soffermiamo brevemente dinanzi alle botteghe degli orafi. Un menestrello fà musica raccogliendo consensi e qualche spicciolo, gli stranieri sono tanti. Davvero bello gironzolare per il centro pedonale di Firenze. Spuntino in un bar “al volo” e ritorniamo sui nostri passi salutando la fontana del Porcellino (in realtà un cinghiale) a cui si deve accarezzare il muso ormai consunto come porta fortuna e rigodendoci quanto visto all’andata. A cena, zuppa di farro e prosciutto toscano.
terzo giorno
Oggi accontentiamo papà, poiché a Lucca (20 km. circa) vi è un grande mercato dell’antiquariato la terza domenica del mese. La città non è grande ma carina e quindi comoda da girare. Parcheggiamo fuori le mura, poi passeggiamo tra i banchi dove sono esposte antichità, “veramente” antiche, che occupano buona parte del centro, quasi 300 gli espositori, acquistiamo. Tanta gente alla ricerca di pezzi esclusivi, molti desideri esauditi. Prima di lasciare Lucca completiamo il giro in centro addentrandoci nella piazza dell’Anfiteatro che non si può non visitare. Ha praticamente forma rotonda, costruita su un antico anfiteatro romano: case caratteristiche e numerosi negozi per soddisfare le voglie di specialità toscane, culinarie e artistiche. Abbiamo azzeccato pure la gelateria, nocciola e meringa da leccarsi i baffi; stasera ci offriranno la “panzanella” ci piacerà?
Per lunedì abbiamo in programma Pisa, che raggiungiamo in un’ora nel primo pomeriggio. Concentriamo tutta la nostra visita alla parte più turistica ma anche artistica della provincia toscana: Piazza dei Miracoli o del Duomo (patrimonio Unesco). Sotto lo sguardo dei cavalli che tirano le carrozzelle ed ivi parcheggiati, ammiriamo sul grande prato la Torre pendente, il Duomo ed il Battistero. Sulla torre pendente non siamo saliti, poiché la fila era davvero lunga e rischiavamo di comprare i biglietti ed essere sopraffatti dall’oscurità: la torre è il campanile della cattedrale, alto 60 metri, ed il cedimento del terreno lo fà pendere da certi punti di vista in maniera impressionante. Simbolo di Pisa, la torre è famosa in tutto il mondo. Non è da trascurare la Cattedrale (Duomo di Santa Maria Assunta) stile romanico costruita intorno al 1060, molto ben decorata esternamente, ha l’interno decorato in marmo bianco e nero. Il Battistero di San Giovanni Battista, bello anche esternamente, forma con gli altri 2 monumenti un trittico unico al mondo. Ci rimarrà impresso nella mente. Anche qui folla e souvenir a go-go, noi ci accontentiamo di un portachiavi, ma non possiamo fare a meno di assaggiare i brigidini (dolce tipico di Lamporecchio), un dischetto di uova farina e anice.
Martedì
Non siamo stanchi, è martedì e partiamo per Siena, il viaggio in auto non è lunghissimo la strada non scorrevolissima, ma la vista di Piazza del Campo ci ripaga di qualche fila in auto. La sua forma viene definita a conchiglia, bellissima architettonicamente, su cui si erge il Palazzo Pubblico e la sua Torre del Mangia in cui potrete entrare. Altri monumenti, il palazzo Sansedoni e la Fonte Gaia, fontana rettangolare più importante di Siena, protetta da una cancellata, con rilievi di notevole importanza: anche qui scorci scenografici notevoli. Inutile ricordare che in questa piazza si svolge 2 volte l’anno il famoso palio, corsa equestre tra le contrade della città. Questa, come quella di Pisa è sicuramente una delle più belle piazze d’Italia. La sera tra altre pietanze assaggiamo crostini di fegato ed il castagnaccio: solito bicchiere di Chianti.
L’indomani partiamo senza fretta, è il giorno del “giro a zonzo”, prendiamo una strada che ci porterà a Vinci, paese di nascita del grande Leonardo, talento universale, forse il più grande personaggio di tutti i tempi: ed era (è) italiano, ci inorgoglisce: mia moglie è nata e vissuta all’estero fino a 18 anni, poi l’ho rapita ed ancora non me ne pento. Sono orgoglioso di mostrarle la mia Italia, e sono orgoglioso quando racconto di Leonardo al piccolo Enrico, magari qualche cosa dimentico, ma lui non se ne accorge e mi guarda con ammirazione (merito mio o di Leonardo? Mio, no forse di Leonardo). Visitata la sua casa nativa un paio di chilometri fuori paese, entriamo pagando una piccola cifra nel museo Leonardiano e ci meravigliano le sue invenzioni, aerei, sci, conia-monete, progetti per macchine tessili, da cantiere e per non sò cosa, ma chi era costui? Un umano o un extra-terrestre? A ricordo ci coniano una moneta con la sua effige. Che bella gita in auto, tra mille ulivi: ”Vedi Chicco, con quelle olive si fa un’ottimo olio”. Pranziamo in una piccola e modesta trattoria, ma l’enorme fiorentina che ci dividiamo è divina: l’avrà inventata Leonardo?
Giorno di partenza… rimandato.
Trenta minuti e siamo a Torre del Lago, mezz’ora da Montecatini, paese natale del grande Puccini di cui vediamo la casa sul lago. Il panorama è molto bello, il lago riposante ma desideriamo andare al mare; la spiaggia di questa cittadina rimane ad un paio di chilometri. Sul bagnasciuga mettiamo gli asciugamani per restare un’oretta, giusto il tempo per giocare un po’ sulla spiaggia e fare un veloce e rinfrescante bagno. Il titolare del bagno non si dimostra ospitale, e piuttosto che discutere sui nostri diritti ci dirigiamo a Viareggio, dove, dopo una pizzetta facciamo una bella passeggiata che termina nel mar tirreno. Ci siamo adagiata nella spiaggia libera, libera sì pulita nò. Sono le 18, di corsa a Montecatini, e stanchi, a letto presto. Ciao nonna rientriamo a Bologna, passando per la piazza principale di Pistoia, visitando la Cattedrale di San Zeno con tanto di bel campanile e il Battistero. Però, è stato bello, in autostrada ripensiamo alle piazze maestose, torri che si innalzano al cielo, incredibili paesaggi riposanti che abbiamo visto; ma ecco là si vede San Luca, a guardia dei colli bolognesi, non è mica tanto male, e poi, quando vediamo San Luca siamo certi di essere a casa, a Bologna. “Enrico ti sei addormentato?” No papà, stò guardando San Luca, casa nostra è là sotto, vero?”… certo piccolo, è là… una boccata di casa nostra e presto ripartiremo.
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