A spasso per Berlino in solitaria

Scoprire la capitale tedesca in soli tre giorni... si può!
Scritto da: Stefano85
a spasso per berlino in solitaria
Partenza il: 14/06/2015
Ritorno il: 18/06/2015
Viaggiatori: 1
Spesa: 500 €
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Essendo le mete del nord-Europa le mie preferite, all’elenco mancava ancora la Germania. Ho optato quindi per piantare la bandiera su una capitale che da tempo dovevo e volevo visitare: Berlino, in cui mi tratterrò per tre giorni.

Decido di andare da solo, semplicemente perché dopo tanti viaggi in compagnia avevo voglia di cimentarmi di nuovo in una vacanza in solitaria. Prenoto il tutto con molto anticipo a inizio febbraio: volo Easyjet da Milano Malpensa 74 euro a/r, con arrivo all’aeroporto di Schoenfeld. Trasferimento da Milano Centrale (provengo infatti da fuori Milano) all’aeroporto prenotato anch’esso on-line con il Malpensa Shuttle, costo di 16 euro a/r. Per l’albergo, dopo aver letto diverse recensioni e ponderato a lungo, opto per l’Arte Luise Kunsthostel, sito a Luisenstrasse, praticamente dietro al Bundestag che si può notare anche da uno dei finestroni posteriori dell’albergo, e di conseguenza a pochissimi minuti a piedi dall’Unter den Linden (tradotto, viale dei Tigli) e dalla porta di Brandeburgo. E’ un hotel molto particolare: ogni camera è diversa nel suo genere, decorata ad arte con vari disegni. Il costo totale per 4 notti è di 192 euro, con bagno in comune. Da Malpensa decollo alle 21,30 e arrivo a Berlino alle 22.45. Sbrigate le operazioni di uscita dall’aeroporto, ed essendo la prima volta per me a Berlino, opto per la soluzione sicura del taxi che mi porti in albergo. Fuori da Schoenfeld abbondano i taxi che arrivano continuamente e vengono incolonnati da appositi addetti in modo molto funzionale. Sapevo che il costo sarebbe stato un po’ elevato (ci vorranno 40 euro per giungere all’albergo, Schoenfeld è a sud e abbastanza fuori dalla città), ma non avendo avuto ancora dimestichezza con i trasporti berlinesi, e volendo raggiungere l’albergo in modo diretto, ho scelto di fare in questo modo, almeno per l’andata. Arrivato in albergo mi sistemo nella camera, la cui finestra da su un cortile interno, completamente invaso dal verde delle piante arrampicanti che coprono totalmente le 4 facciate che danno sul cortile. Sui muri, come detto, tanti messaggi di viaggiatori che sono passati da quella camera, cartoline, foto della vecchia Berlino, e persino una targa della macchina appesa al muro. Veramente singolare!

La sistemazione, per una persona che deve solo usufruirne per dormire e per una doccia, è assolutamente accettabile, l’unico neo è il rumore dei treni che passano proprio accanto all’hotel, ma a parte la tarda serata, durante la notte non se ne avverte molto il fastidio. L’indomani, è ora di mettersi alla scoperta della città: mi dirigo subito alla Porta di Brandeburgo e su entrambe le piazze: Pariser Platz e Piazza 18 marzo, e trovo già turisti intenti a fare foto. Il tempo non è dei migliori, nuvoloso e coperto, ma a ora di pranzo tutto cambierà e uscirà un bel sole con cielo azzurro. Mi dirigo poi verso Potsdamer Platz, osservando i quattro blocchi di muri sistemati in uno spiazzo, con apposite placche di metallo che ne raccontano l’origine e la storia. Prima di raggiungere Potsdamer però, il percorso obbligato porta al curioso monumento agli ebrei caduti per l’olocausto: una serie di parallelepipedi di pietra di varia grandezza, senza iscrizioni e senza alcuna fotografia. Un ricordo crudo, duro, asettico, ma molto particolare. Oltrepassata Potsdamer Platz, mi dirigo verso Gendarmenmarkt, la piazza del mercato dei gendarmi, con la Konzertaus, sede della filarmonica di Berlino, e i due duomi calvinisti che sono praticamente uguali e si ergono ai lati della Konzertaus. Proseguendo,arrivo al Check Point Charlie, la linea di passaggio fra quello che una volta era il confine russo e quello americano. E’ splendido tutto ciò che si trova qui: oltre alla ormai famosa riproduzione della cabina di controllo con i due soldati di guardia, vi è una autentica mostra a cielo aperto con enormi quadri lungo Friederichstrasse che raffigurano le tappe di avvicinamento alla costruzione e alla caduta del muro tramite spiegazioni in doppia lingua tedesco-inglese e tante foto dell’epoca. In un apposito spazio poi è stato eretto un “Black box”, un grande stanzone con luci soffuse e tanti cimeli/reperti di tutte i tipi riguardanti il muro. Vengono proiettati in appositi spazi anche le immagini di festa a Lipsia e a Berlino per la caduta del muro nel 1989. L’ingresso è completamente libero. Si fa ora di pranzo e decido per un frugale McDonald’s e data la giornata di sole, prima che tornino le nuvole decido di dirigermi all’Olympiastadion, uno stadio che manca alla mia lunga lista di stadi visitati da buon appassionato di calcio! Prendo pertanto la metropolitana direzione “Olympiastadion”, ma sul percorso mi fermo prima alla fermata “Sophie Charlotte” per scattare due foto del castello “Schloss Charlottenburg” intitolato ora a Sophie Charlotte, moglie dell’imperatore Federico, alla quale è stato intitolato dopo la sua morte. La visita all’Olympiastadion non l’avevo prenotata, si può fare il biglietto in loco appena si arriva al centro visitatori, un piccolo edificio posto sulla sinistra guardando le due torri olimpiche dell’impianto. La visita con audio guida in italiano costa 11 euro, si passa a lato di una delle due tribune, si arriva fin dove c’era il braciere per la torcia olimpica, si passa accanto alla grande campana utilizzata per l’inaugurazione dei giochi (a Berlino infatti si sono tenuti i giochi olimpici del 1936), e le placche di cemento con tutti i medagliati di quella edizione. Al termine, una “Walk of fame” riguardante la Coppa di Germania, con tutte le finali disputate a Berlino e le “orme” dei protagonisti (portieri, marcatori) di quelle finali. Lascio l’Olympiastadion e torno verso il centro, e scendo all’altezza del Giardino Zoologico, dove ne approfitto per visitare l’Europa Center, un centro commerciale molto bello, dentro cui, dopo un breve giro, mi fermo per una birra in un pub irlandese. In serata torno verso la Porta di Brandeburgo, ripassando da Potsdamer Platz, ed è qui che visito il Sony Center, una sorta di cortile interno contornato da negozi e un grande cinema, e qualche ristorante, sovrastato da una tettoia a forma di tenda. E’ qui che mi fermo per la cena in un grande pub, dove me la cavo egregiamente con hamburger e birra. Al rientro, passo ovviamente davanti alla porta di Brandeburgo, eretta tra il 1789 e il 1791, e vederla di sera è ancora più suggestivo, anche perché il buio non scende completamente almeno fino a dopo le 22.

L’indomani, alle 10.30 ho la visita prenotata on-line, del museo della DDR, situato appena fuori l’isola dei musei. Consiglio davvero questa visita, il museo non è molto grande, per cui si visita in non più di un’oretta, e racconta tutta la vita (dal punto di vista sociale, del costume, dello sport, dell’istruzione) che si svolgeva nella Berlino dell’est in mano ai sovietici. Da annotare, un esemplare di Trabant, la macchina simbolo della Berlino socialista, molto diffusa tra la gente berlinese dell’epoca, esposta insieme a molti documenti dell’epoca come certificati di immatricolazione, atlanti stradali, patenti e quant’altro. Anche qui il calcio ha il suo spazio: c’è un calcio-balilla che raffigura l’unico, storico scontro tra le nazionali tedesche dell’est e dell’ovest ai mondiali del 1974 disputati proprio in Germania. Anche i militari la fanno da padrone, con gli armamenti di guerra in una sezione appositamente dedicata (maschere a gas, divise, caschetti) e persino una piccola e asettica stanza dove farsi interrogare dalla Stasi. Ritornando verso la porta di Brandeburgo incrocio la colonna della Vittoria, che si erge nel bel mezzo del Tiergarten, il parco cittadini, attraverso cui risalgo fino all’imponente e bellissimo monumento ai caduti sovietici nella conquista della città durante la seconda guerra mondiale. Consiglio anche qui di fermarsi per un paio di fotografie. Ne approfitto poi per una sosta ad Alexander Platz, piazza molto carina, viva e con molti negozi e punti di ristoro. In uno di questi assaggio finalmente il famoso currywurst, che non è altro che un wurstel tagliato a tocchetti, infarcito di ketchup e una spolverata di curry. Per i palati fini, assolutamente da provare. Rientro per una sosta in albergo, e poi alle 19,15 è il momento di uscire di nuovo per un altro appuntamento molto invitante: la visita della cupola di vetro che sovrasta il palazzo del Reichstag, sede del governo tedesco. Una giornata che fino a quel momento era stata molto nuvolosa (ma senza pioggia), si trasforma in un bell’imbrunire pieno di sole e la vista da lassù diventa magnifica. La visita è completamente gratuita, è consigliatissimo prenotare perché altrimenti le file sono abbastanza lunghe, e all’ingresso si viene dotati di un audio guida nella lingua preferita, che funziona tramite un sistema GPS: ti spiega cioè tutto ciò che vedi a seconda della posizione in cui ti trovi e mano a mano che procedi sulla rampa. Arrivato in cima (non è altissima, solo 23 metri) si scende da una seconda rampa e si può poi passeggiare liberamente sulla grande terrazza circostante. E’ una delle cose più belle che si possono fare a Berlino, per cui ritagliatevi tempo per poterne approfittare.

Successivamente torno a riassaporare lo stesso currywurst ad Alexander Platz di nuovo, e dopo una sosta sulla fontana quasi al centro della piazza, rientro. Mercoledì non ci sono visite programmate, per cui la giornata è più aperta a diversi giri. Mi dirigo incuriosito pertanto in Karl-Marx Allee, avendo più volte letto in precedenti racconti che è una strada particolare dato che è rimasta praticamente intaccata dal rinnovamento di Berlino post-muro, ed è proprio così: ha un aspetto molto più vicino al socialismo dell’epoca DDR, con grandi palazzoni residenziali che corrono su un vialone largo e diritto. Sempre nelle vicinanze di Alexander Platz sono da visitare anche gli Hackeshen Hofe, ossia 8 cortili interni pieni di verde, di negozi e di punti di ristoro, molto caratteristici. Intorno a ora di pranzo è la volta dell’ultimo museo da visitare: il museo del muro al Check Point Charlie. Il costo è di 12,40 euro (ci sono sconti se utilizzate la Berlin Welcome Card) e ci sono veramente tante, troppe sale da vedere, per cui li vale tutti. Si parla inizialmente della storia del muro, con tutti i tentativi di fuga più spettacolari dall’est all’ovest, i vari tipi di muri costruiti (prima in mattoni, poi con listelli di cemento, e così via) ma poi il discorso si allarga a quello che è più generalmente la difesa dei diritti umani, con sale dedicate a Gandhi, a Ronald Reagan (che nel 1987 a Berlino intimò Gorbaciov a “tirare giu’ quel muro”), e anche ai più recenti avvenimenti accaduti in Ucraina. Approfittando di un’altra giornata di sole, mi dirigo poi al Tiergarten per sdraiarmi un’oretta in relax. E’ impossibile vedere tutto il Tiergarten, ma anche solo alcuni pezzi valgono la pena, con laghetti, oasi e tanti sentieri per camminare e correre in mezzo al verde. Da un verde all’altro mi sposto poi in riva alla Sprea (il fiume che attraversa Berlino) a uno dei famosi “Biergarten”, ossia le birreria all’aperto in riva al fiume. Con 9 euro un brezel, una Agustiner (spillata direttamente dalla botte), e un paio di salsicciotti, per un gran bell’aperitivo. Numerosissimi sono i battelli carichi di turisti che fanno avanti e indietro dalla Sprea, approfittando anche della bellissima giornata. L’ultima sera decido di cenare subito sotto all’albergo, dove si trova una brasserie in cui mangio zuppa, insalata e dolce (giusto per mangiare un po’ meglio dopo diversi pranzi “all’ingrasso”) e la scelta si rivela azzeccata, nessun cibo “turistico” o cose del genere, ma tutto autenticamente buono.

Un altro giro alla Porta di Brandeburgo, con tantissimi giovani (per lo più 17-18enni) che hanno avuto la stessa idea, e con calma verso l’albergo dò il saluto, o meglio l’arrivederci, a Berlino. L’indomani, da Friederichstrasse prendo la S-Bahn che, con un cambio a Oskreutz, mi porta direttamente a Schoenfeld, dove decollo puntuale alle 13,15 dopo essermi gustato una ultima Guinness nel pub irlandese dell’aeroporto.

Da ultimo, un po’ di brevi consigli:

– In questo periodo, la luce scende tardi, circa alle 22, Berlino è una città fondamentalmente sicura, ma meglio tenere sempre gli occhi aperti;

– Attenzione alle biciclette, hanno piste dedicate e i ciclisti vanno molto spediti. Se volete noleggiarla, contate di spendere 10-15 euro al giorno a testa;

– Per i biglietti della metro, un giornalieri mi è costato 6,40 euro, calcolate se conviene fare la Berlin Welcome Card per tre giorni (costo 23 euro) o se magari siete di buona gamba e potete camminare utilizzando così i biglietti solo quando vi servono. Attenzione: non esistono tornelli o passaggi per arrivare ai treni, ma ricordatevi di utilizzare comunque la piccola macchinetta obliteratrice per convalidare il tagliando.

– Per la visita al Bundestag prenotate direttamente sul sito e ricordate entro 6 giorni di fare una sorta di conferma (verrete avvisati via mail) e stampare i relativi fogli, altrimenti la fila per entrare è molto lunga.

In ogni caso, credetemi, Berlino vale veramente una visita… anzi, forse più di una!

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