Berlino, un amore inaspettato

Un viaggio nato per caso, una scoperta tardiva, una capitale affascinante
Scritto da: Fra&Gazz
berlino, un amore inaspettato

Questo viaggio è frutto del “caso” e per noi, che siamo abituati ad organizzare le cose con largo anticipo, si può considerare un last minute. Avevamo un voucher Ryanair da utilizzare entro fine anno, la nostra amata Inghilterra era ancora off-limits per le restrizioni Covid. Quindi, perché non visitare Berlino? Abbiamo trovato un volo andata e ritorno da Bologna, con date e orari molto “furbi”, che ci hanno permesso di sfruttare al meglio i 5 giorni a disposizione. Una volta prenotato il volo, abbiamo acquistato online la Berlin Welcome Card (BWC), essenziale per chi visita la città per la prima volta: costa € 49,50 a testa, con validità 5 giorni e permette l’uso illimitato dei mezzi pubblici nelle zone A, B e C, nonché sconti su molte attrazioni e attività.

Oltre allo studio delle guide e delle riviste per prepararci ad una città che non abbiamo mai visto, abbiamo dovuto affrontare i problemi dei viaggi post pandemia: documenti aggiuntivi per volare, Green Pass e Passenger Locator Form, nonché prenotazioni a slot orari per i musei. Viaggiare in questo periodo, d’altro canto, ci ha permesso di visitare Berlino con pochissimi turisti stranieri: ci siamo goduti una città quasi deserta e a nostra disposizione. Forse anche per questo, ci siamo innamorati della capitale tedesca.

Diario di viaggio a Berlino

Domenica 14 novembre 2021

Partiamo da Reggio Emilia alle ore 6.50; in meno di un’ora siamo all’aeroporto di Bologna, dove parcheggiamo al P1, parcheggio coperto proprio di fronte all’ingresso. Sia l’imbarco dei bagagli che i controlli di sicurezza si svolgono velocemente, nonostante le misure anti Covid (le nostre carte d’imbarco vengono vidimate, una volta mostrato il Green Pass). L’aereo è pienissimo, il volo tranquillo se non fosse per il ragazzo seduto a fianco, in preda al panico. Arrivati all’aeroporto Berlin Brandenburg, recuperiamo la guida cartacea (in omaggio per aver acquistato la Berlin Welcome Card) al banco informazioni e facciamo una seconda colazione a base di bretzel. Per arrivare in hotel, prendiamo la S-Bahn 9 fino alla stazione di Friedrichstrasse, poi la U-Bahn 6 fino a Kochstrasse. Usciamo praticamente di fronte a Checkpoint Charlie.

Prima di tutto, cerchiamo l’hotel per lasciare le valigie in deposito fino all’orario del check-in (previsto per le ore 15.00, ma sono solo le 13.30). Abbiamo prenotato il Mercure Hotel & Residenz Berlin Checkpoint Charlie (camera matrimoniale superior per quattro notti con colazione inclusa, € 464,00). L’albergo si trova in posizione “strategica”: in Schutzenstrasse, una via residenziale e tranquilla, ma dalla quale si raggiungono a piedi la maggior parte dei luoghi d’interesse del quartiere Mitte. La zona è anche ben servita dai mezzi: oltre a diverse linee di tram, qui vicino ci sono due fermate della metropolitana: Kochstrasse e Stadmitte. Alleggeriti dei bagagli, ci dirigiamo al vicino Trabi Musem (ingresso € 2,50, con lo sconto BWC). Il museo celebra la storia dell’auto simbolo della DDR, la Trabant. Vi è una bella collezione di modelli (dai più comuni a quelli speciali, come la Trabi-Ferrari e la Trabi-camper); si può anche salire su una delle vetture esposte. Il museo è piccolo ma interessante, con uno shop ben fornito. Vicino a Checkpoint Charlie è stato allestito uno street food natalizio: ne approfittiamo per mangiare un ottimo cheeseburger e bere una Radler, seduti all’interno del tendone coperto.

Alle 15.30 torniamo in hotel e prendiamo possesso della nostra stanza, la n.403 al quarto piano. La camera è veramente spaziosa, con un letto king size, una grande scrivania in legno e un salottino. Abbiamo anche un angolo guardaroba con armadio enorme, tre grandi vetrate che affacciano su Schutzenstrasse, un antibagno e un bagno funzionale con doccia strepitosa. Poco dopo le 16.00 siamo già ripartiti: finché c’è luce, vogliamo visitare un sito particolarmente importante, Topografia del Terrore, che si sviluppa nell’area dove un tempo si trovavano le istituzioni principali dell’apparato di persecuzione nazionalsocialista: il quartier generale della Gestapo e delle SS. Il sito è gratuito e comprende (oltre ad un’ampia porzione di Muro, tutt’ora in piedi) una mostra all’aperto, lungo le fondamenta dei vecchi edifici, intitolata “Berlin 1933-1945 between propaganda and terror” e un centro di documentazione, inaugurato nel 2010. All’interno, il percorso di visita è suddiviso in cinque sezioni e raccoglie documenti e testimonianze sui crimini commessi dalle strutture di polizia delle SS. Una volta usciti, seguiamo il perimetro dell’attuale Ministero delle Finanze, per vedere il murale “La costruzione della Repubblica” di Max Lingner. Questa è una delle tante contraddizioni della città: un murale comunista del 1950 dipinto sull’unico edificio di matrice nazista rimasto intatto dopo la guerra.

Ritorniamo indietro a Checkpoint Charlie, per visitare uno dei musei del Muro ma scopriamo che chiude alle 18.00 (e non alle 20.00 come scritto nella guida). Poco male. Vediamo e fotografiamo la ricostruzione del famoso posto di blocco C (Checkpoint Charlie) e la replica del cartello con pochissima gente.  Torniamo ancora una volta sui nostri passi e percorriamo Mauerstrasse, incrociando l’opera Memoria Urbana dell’artista spagnolo Garaizabal che, nel 2012, ha ricreato con una struttura in ferro illuminata da led viola la Bethlehem Church. Passiamo accanto al Museo della Comunicazione e raggiungiamo Leipziger Platz. Qui si trova una piccola porzione affrescata di Muro (comparsa di recente nel documentario “Berlino Est Ovest” con Manuel Agnelli). Nella via parallela, raggiungibile attraverso una galleria, c’è l’ultima torretta di avvistamento della DDR ancora intatta.

Arriviamo, poi, in Potsdamer Platz: quella che nel 1989 si presentava come una gigantesca spianata, terra di confine tra le due Germanie, oggi è la piazza più moderna di Berlino, contornata da altissimi grattacieli. Nella zona esterna, si sta svolgendo un mercatino natalizio in stile tirolese; dopo una foto al semaforo più vecchio d’Europa, noi ci dirigiamo verso la piazza coperta del Sony Centre, con il suo tetto di vetro a forma di ombrello. Per la cena abbiamo scelto un locale tipico, anche se un po’ turistico: Lindenbrau am Potsdamer Platz. Al terzo piano del ristorante, ci fanno accomodare ad un tavolo con vista sulla piazza. Qui ci gustiamo un’ottima cena a base di carne, accompagnata da birre berlinesi (due piatti unici, due birre, un dolce, due caffè, € 53,60). Dopo cena, nonostante l’aria frizzante, facciamo una bella passeggiata e ammiriamo, per la prima volta, la magnifica Porta di Brandeburgo illuminata. Per rientrare in hotel, percorriamo il viale Unter den Linden e la Friedrichstrasse. Stravolti ma già affascinati dalla capitale tedesca, ci riposiamo in camera riguardando il programma di domani.

Lunedì 15 novembre 2021

olympiastadion, berlino

Iniziamo la giornata di buon mattino, perché vogliamo essere all’Olympiastadion per l’orario di apertura. Prima ci attende la pantagruelica colazione del Mercure, allietata da un’inaspettata (ma molto gradita) torta di compleanno per me-Francesca. Con la U-Bahn 2 raggiungiamo la stazione di Olympiastadion e da lì, in pochi minuti a piedi, ci troviamo di fronte all’immenso stadio voluto da Hitler per le Olimpiadi del 1936. Entriamo nel centro visitatori e acquistiamo i biglietti per la visita individuale, ovvero libera e non guidata (l’ingresso costa € 5,50, con lo sconto BWC). Armati di piantina, partiamo dall’iconico ingresso, con le due torri tra cui svettano i cerchi olimpici. Lì vicino, si trova la grande quercia Podbielski-Eiche, diventata simbolo della Germania e delle Olimpiadi tedesche: ad ogni vincitore, infatti, veniva regalata una corona di foglie di quercia. Seguiamo il percorso delle steli dedicate ai vincitori olimpici tedeschi (ogni Olimpiade ha una stele specifica: Roma 1960, Monaco 1972, Sydney 2000 etc.), poi giungiamo alla Wall of Fame del calcio tedesco. È arrivato il momento di entrare all’interno del grande stadio coperto: possiamo girare liberamente tutte le tribune, in ogni ordine di posti. Ci siamo solo noi e la struttura è davvero impressionante! Saliamo fino al Marathon Gate, dove sono custoditi il braciere olimpico e la targa commemorativa dei medagliati del 1936. Lungo il perimetro esterno dello stadio, ammiriamo la campana olimpica: è quella originale risalente al 1936, infatti i simboli nazisti sono semi cancellati ma ancora visibili.

Dopo un’incursione nello shop dell’Hertha Berlino e qualche acquisto al centro visitatori, usciamo e a raggiungiamo la stazione della S-Bahn: con la linea S9 ci spostiamo nel quartiere di Charlottenburg, per percorrere i grandi viali dello shopping: Kurfurstendamm, Savigny Platz (deliziosa!), Kantstrasse. Una breve sosta da Primark (è pur sempre il mio compleanno), poi raggiungiamo le rovine della Kaiser Wilhelm-Gedächtniskirche: semidistrutta dai bombardamenti del 1943, è stata ribattezzata “chiesa della memoria”. Le rovine sono davvero suggestive, anche se il contrasto con l’antistante mercatino natalizio e, soprattutto, con il centro per tamponi Covid allestito all’interno ci lascia un po’ perplessi.

Decidiamo di entrare nel vicino centro commerciale Bikini Berlin per vedere, dall’alto, una parte del famoso Zoo. Dalla terrazza gratuita situata al terzo piano, riusciamo a scorgere qualche lemure infreddolito fare capolino dalla sua tana nella sabbia e un gruppo di scimmiette che volteggiano all’interno della gabbia. Proprio davanti al centro commerciale, prendiamo il bus n.100. Questa linea, insieme alle linee n. 200 e 300, hanno la caratteristica di percorrere grandi tratti della città, permettendo una sorta di sightseeing a basso costo: assolutamente consigliate! Seduti comodamente sul nostro bus, attraversiamo l’immenso parco Tiergarten, passando vicino alla Siegessäule (la Colonna della Vittoria posta al centro della piazza denominata Grosser Stern) e percorriamo una parte della Strasse des 17 Juni, fino al palazzo del Reichstag. Qui scendiamo e circumnavighiamo, a piedi, l’immenso palazzo sede del Parlamento Federale Tedesco. È possibile visitare la moderna cupola di vetro, ma è necessario prenotare con molto anticipo: noi abbiamo visitato il sito circa due settimane prima della partenza, ma non c’erano posti disponibili.

Camminando sul lato del Reichstag, ammiriamo uno splendido scorcio sulla Sprea, dove l’incredibile contrasto tra antico e moderno è evidente. Ci ripromettiamo di tornare, per fare un giro in battello sul fiume e vedere questi palazzi e monumenti da una prospettiva diversa. Sempre a piedi, percorriamo un sentiero del Tiergarten che ci riconduce alla Strasse des 17 Juni; qui, vediamo il Memoriale Sovietico, Sowjetisches Ehrenmal (sui cui fianchi svettano i due carrarmati che, secondo la tradizione, entrarono per primi a Berlino). Proseguiamo lungo il grande viale, incontrando la targa di bronzo che ricorda il celebre discorso pronunciato da Ronald Reagan in occasione della sua visita a Berlino nel giugno del 1987 (“Mr. Gorbachev, open this gate! Tear down this wall!”) e giungendo alla Porta di Brandeburgo, imponente e bellissima anche di giorno. Poche centinaia di metri e arriviamo al Memoriale della Shoah, Holocaust-Mahnmal: un monumento costituito da 2711 blocchi di cemento grigio, di diversa altezza, disposte su un terreno ondulato. La nostra opinione è decisamente controcorrente, non tanto sulla straordinaria installazione quanto sulle emozioni dalla stessa provocate: dobbiamo ammettere che, purtroppo, il Memoriale ci ha trasmesso poco. Il centro visitatori sotterraneo era chiuso, al momento della nostra visita. Vicino al Memoriale, lungo la Wilhelmstrasse, si trova anche il sito del presunto bunker di Hitler. Alcuni pannelli informativi spiegano che, al di sotto di quello che oggi è il parcheggio di un condominio, si trova una grande struttura interrata utilizzata durante il Terzo Reich.

Ci dirigiamo, quindi, verso il magnifico viale Unter den Linden, dove facciamo una pausa caffè da Starbucks (con vista sulla Porta di Brandeburgo!) e un po’ di shopping di souvenir. Praticamente svaligiamo il negozio degli Ampelmann, gli omini rosso e verde che caratterizzano i semafori di Berlino (sugli acquisti, c’è uno sconto del 25% con la BWC). Prendiamo, poi, il bus n. 300 e, dopo un lungo giro che tocca il quartiere Mitte, la Museumsinsel e Alexanderplatz, arriviamo nel quartiere Friedrichshain e scendiamo alla East Side Gallery, il tratto più lungo di Muro rimasto ancora in piedi e completamente trasformato dai murales artistici dipinti nel 1990. Un pannello ci spiega meglio la storia di questo museo a cielo aperto; scopriamo così che nel 2009 la East Side Gallery è stata interamente restaurata e molti artisti hanno ridipinto le proprie opere; solo un murale è rimasto quello originale (“Hands”, facilmente individuabile). C’è pochissima gente e ci godiamo il chilometro e mezzo ricoperto di graffiti, riconoscendo i più noti (Il bacio tra Brežnev ed Honecker, la Trabant targata Nov-9-89 che sfonda il Muro, le teste ovali di “Hommage an die junge Generation”…) e scattando tante foto. Peccato per il museo del Muro, che troviamo chiuso.

Ormai sono le 19.00 e cominciamo ad avvertire stanchezza e fame. Riprendiamo il bus n.300 nel piazzale della Mercedes Benz Arena e ritorniamo in zona Unter den Linden per cenare in un ristorante tipico: Alt Berliner Wirtshaus. La cena è ottima: due zuppe di patate alla berlinese, due enormi Schweineschnitzel con contorni, due birre (una Paulaner Weisse e una Berliner Kindle Pils), due caffè, per un totale di € 71,30. È splendido anche il tavolino che ci è stato riservato, in un bel separè in stile. Ritemprati, sfidiamo il freddo e facciamo una lunga passeggiata lungo Unter den Linden, fino alla maestosa Bebelplatz, dove ammiriamo il suggestivo memoriale sotterraneo che ricorda il rogo di oltre 20.000 libri avvenuto la notte del 10 maggio 1933. Da qui, camminiamo fino a Gendarmenmarkt, la piazza con le due chiese gemelle. Infine, percorriamo Friedrichstrasse con le sue vetrine illuminate.

Alle 22.00 siamo in hotel e ci dedichiamo alla scrittura del nostro diario.

Martedì 16 novembre 2021

pergamonmuseum

Questa mattina sarà dedicata ai musei di Berlino. Visto che siamo in un periodo particolare e gli ingressi sono contingentati, abbiamo selezionato i musei che ci interessano di più, acquistato online il Museum Island Ticket (€ 19,00 a testa, valido un giorno per tutte le attrazioni della Museumsinsel) e prenotato gli orari di ingresso. Alle 10,00, orario di apertura, siamo tra i primi ad entrare al Pergamonmuseum. La visita è libera ed individuale, con una brochure informativa che ci viene fornita alla cassa. Il Museo sta subendo importanti lavori di ristrutturazione, da anni: sappiamo, infatti, che non sarà possibile visitare l’Altare di Pergamo, che dà il nome alla struttura. Il primo piano è dedicato all’architettura del Medio Oriente. Subito percorriamo l’impressionante ricostruzione della Porta di Ishtar, uno degli ingressi trionfali della città di Babilonia. I colori e i mosaici che la compongono sono straordinari; per la ricostruzione, sono stati utilizzati molti frammenti originali, risalenti al regno di Nabucodonosor II (604-562 A.C.). Poco oltre, incontriamo un’altra meraviglia architettonica: la gigantesca Porta del Mercato di Mileto, risalente al periodo romano (100 A.C.). La Porta ci lascia senza parole e la ammiriamo in completa solitudine. Salendo al piano superiore, ci si immerge nella cultura islamica fino ad arrivare ai due capolavori di questa sezione: la lunga Mashatta Facade e la colorata Camera di Aleppo. In una sala vicina, si trova anche la stele incisa con caratteri cuneiformi: è il famoso Codice di Hammurabi (sarà deformazione professionale, ma trovarmi davanti al primo vero codice giuridico dell’umanità mi emoziona!). Come detto, sapevamo già che l’Altare di Pergamo è attualmente sottoposto a restauro e non è visitabile; tuttavia, compreso nel nostro Pass museale c’è l’ingresso al “Das Panorama”, un’installazione dell’artista Yadegar Asisi, che abbiamo prenotato per le ore 12.15 e che, in qualche modo, compensa i turisti della mancata visione dell’Altare. Salendo le scale della piattaforma centrale di 3 piani, infatti, si viene catapultati nell’antica città di Pergamo, grazie ad un’immensa pittura su tela circolare, di oltre 3100 metri quadrati, che rappresenta l’Acropoli, la città romana e i panorami circostanti. Il percorso museale, poi, comprende alcune statue greco-romane, provenienti da Pergamo.

In attesa dell’ingresso al Neues Museum, ci sediamo qualche minuto su una panchina del Lustgarten, con vista sulla facciata neoclassica dell’Altes Museum e sul Berliner Dom (anch’esso in ristrutturazione). Entriamo, quindi, al Neues Museum, che si sviluppa su quattro piani. Al livello 0 (Lower Foyer), si accede al Cortile Egizio, dove ammiriamo un’incredibile collezione di sarcofagi in pietra e, alle pareti, i lunghi papiri dei Libri dei Morti. Girando tra le vetrine e osservando gli splendidi reperti egizi, disposti con cura e ben descritti nei pannelli informativi, troviamo anche la statua di Bastet, la dea egizia rappresentata in forma di gatto nero. Al primo piano, si trovano statue, camere di sepoltura e sezioni di templi (in parte ricostruiti), risalenti all’epoca dei Faraoni. La perla del Museo, però, si trova al livello 2, in una stanza vuota dedicata solo a lei: è il busto della Regina Nefertiti. I colori vivaci e i tratti delicati del volto la fanno sembrare vera. Concludiamo la visita al Neues Museum, poi recuperiamo giacche e zaino dai comodi armadietti all’ingresso. Dopo qualche acquisto di souvenirs allo shop, usciamo dalla struttura e dall’Isola dei Musei.

Pranziamo con un panino da Subway. Proprio di fronte, si trova la St. Marienkirche: nonostante i lavori di restauro in corso, entriamo per cercare l’affresco della Danza Macabra. Incredibile: dopo tre giri della chiesa, dobbiamo rassegnarci; dell’affresco di 22 metri non c’è traccia: speriamo che non l’abbiano coperto con la recente imbiancatura!

Sopra di noi svetta la Torre della Televisione, Berliner Fernsehturm, simbolo della Berlino Est. Cerchiamo la biglietteria, con l’intento di prenotare la visita per giovedì mattina. Non troviamo le lunghe code di cui parlano tutte le guide… anzi, l’addetto al ticket office ci dice che è possibile salire subito all’Observation Desk (ingresso € 15,35 a testa, con sconto BWC). Non ce lo facciamo ripetere: in 45 secondi, un ascensore velocissimo ci porta ai 203 metri della vetrata panoramica circolare, da cui è possibile vedere tutta Berlino dall’alto. Trascorriamo un’oretta (molto piacevole per me-Marco, molto spaventosa per me-Francesca che soffro di vertigini!) a studiare i vari monumenti e i quartieri berlinesi da questa angolazione privilegiata. Ritornati a terra, ci concediamo un caffè seduti ad un bar, con vista Torre.

Proseguiamo la nostra passeggiata costeggiando la Rotes Rathaus e raggiungendo il Nikolaiviertel, il quartiere ricostruito in stile medievale. Qui, i grandi spazi dell’architettura “sovietica” lasciano il posto a vicoli lastricati di ciottoli e fiancheggiati da botteghe e locali tipici. Entriamo nella chiesa che dà il nome al quartiere, Nikolaikirche, che oggi è un museo (ingresso € 3,00 a testa, con sconto BWC) e che visitiamo con un’audioguida in italiano. Scopriamo così che la chiesa era l’edificio più antico della città, fondata nel 1230, ma che fu bombardata e distrutta durante la Seconda Guerra Mondiale. Proseguiamo, poi, verso il lungofiume, dove vediamo la statua di San Giorgio e il drago e dove prenotiamo un tavolo per cena al Georgbraeu Brauhaus.

Costeggiando la Sprea, raggiungiamo il DDR Museum (ingresso € 7,35 a testa, con sconto BWC), che si rivela piuttosto turistico e poco autentico. È comunque interessante scoprire alcuni aneddoti sullo stile di vita dei cittadini di Berlino Est; proviamo un divertente simulatore di guida della Trabant e ispezioniamo la ricostruzione di un intero appartamento nei “blocchi” della Germania Est. Tornati all’aperto, ci dirigiamo alla vicina Hackescher Markt, per visitare l’Hackesche Höfe, una serie di cortili ristrutturati e collegati tra loro, dove si trovano negozietti trendy e locali molto frequentati.

Sono quasi le 20 e ci dirigiamo, sempre rigorosamente a piedi, al Georgbraeu Brauhaus, uno dei locali storici di Berlino nonché rinomato microbirrificio. Ceniamo a base di bretzel, stinco e polpette, annaffiati da una pinta di birra artigianale (€ 51,06), tutto buonissimo! Dopo cena, ripercorriamo i vicoli di Nikolaiviertel per andare alla fermata del bus 200 che ci riporta in zona Stadmitte. Da qui, dopo una sosta al supermercato Rewe aperto fino a tardi, raggiungiamo l’hotel.

Mercoledì 17 novembre 2021

Dopo un’abbondante colazione, partiamo per la nostra mattinata dedicata ai luoghi della memoria del Muro di Berlino. La prima tappa è il Palazzo delle Lacrime, Tränenpalast (ingresso gratuito), una delle stazioni di frontiera tra Est ed Ovest. Come leggiamo nei pannelli all’entrata, “dalla costruzione del Muro alla sua caduta, l’impatto della divisione fu particolarmente tangibile alla stazione di confine di Friedrichstrasse, che fu soprannominata Palazzo delle Lacrime per i commoventi addii che qui si verificavano quotidianamente”. Il museo è molto interessante e raccoglie memorie ed oggetti relativi agli anni della separazione della città, mostrando come il passaggio tra le due Berlino fosse molto complicato, soprattutto da Est ad Ovest. Sono presenti anche diversi contributi audiovisivi dell’epoca, che mostrano come la stessa notizia venisse data in modo opposto da parte della DDR e della stampa occidentale. Consigliamo la visita di questo museo, perché ci ha veramente colpito e toccato.

Dopo un caffè da Starbucks, prendiamo la S-Bahn 2 dalla stazione di Friedrichstrasse alla stazione di Nordbanhof, per raggiungere Bernauer Strasse e il sito Gedenkstatte Berliner Mauer. La visita al sito inizia già all’interno della stazione della S-Bahn, dove è allestita la mostra “Stazioni di confine e stazioni fantasma”, che illustra le ripercussioni della costruzione del Muro sulla rete di trasporto della città.

Bernauer Strasse, con il suo Memoriale del Muro di Berlino, è il luogo della memoria più significativo sulla divisione della città e in ricordo delle “vittime del Muro”. Il percorso espositivo, in gran parte a cielo aperto, si snoda su un percorso di circa 1,5 chilometri, lungo il quale sono visibili i resti originali del Muro (e del c.d. Muro interno, che fa capire l’ampiezza della “fascia della morte”), nonché numerosi pannelli e installazioni che ricordano aneddoti ed eventi e che illustrano la topografia del luogo. Si incontra, poi, la Cappella della Riconciliazione, voluta dalla comunità protestante per sostituire l’antica Chiesa portante lo stesso nome: leggendo il pannello informativo, apprendiamo che la Chiesa della Riconciliazione, costruita nel 1894, con la costruzione del Muro si ritrovò all’interno della striscia della morte e diventò inaccessibile alla comunità; nel 1985 fu addirittura demolita con gli esplosivi. Proseguendo lungo il percorso, vediamo le fondamenta delle case di Bernauer Strasse che formavano la linea di confine e la prosecuzione del Muro. A seguito di vari tentativi di fuga (le abitazioni si trovavano a Berlino Est ma il marciapiede antistante apparteneva già a Berlino Ovest e in tanti provarono il “salto della libertà”), le finestre furono murate e gli inquilini costretti a trasferirsi.

Sul lato opposto della strada si trova il Centro di documentazione del Muro di Berlino, con un’interessante mostra sui tentativi di fuga e sulla vita degli abitanti di Berlino Est. Particolarmente toccanti il ricordo delle 136 persone che persero la vita cercando di oltrepassare il Muro e il filmato dell’epoca sulla notte della Caduta del Muro. Dal Centro si accede, poi, ad una piattaforma panoramica da cui è ben visibile la ricostruzione di un settore, con il Muro, la fascia della morte e una torretta di avvistamento. Riprendiamo, poi, la S-Bahn 9 fino alla stazione di Friedrichstrasse e ci dedichiamo a questa bella via di negozi e portici. Qui visitiamo l’immensa libreria Dussman, che si sviluppa su quattro piani. A piedi, raggiungiamo Unter den Linden, che percorriamo fino alla Neue Wache, il Memoriale delle vittime della guerra e della tirannide. All’interno di questo edificio neoclassico, in una immensa stanza vuota, si trova la statua “Madre con figlio morto”: un’installazione d’impatto, per ricordare gli orrori delle persecuzioni e delle guerre.

Ci fermiamo per una sosta dolce alla cafeteria del Deutsches Historisches Museum poi procediamo costeggiando la Sprea per rientrare su Bebelplatz e raggiungere Gendarmenmarkt, la piazza dove si trovano le chiese gemelle Deutscher Dom e Französischer Dom, nonché la Konzerthaus. L’intera piazza è chiusa e occupata da un mercatino natalizio in allestimento. Noi facciamo qualche foto approfittando dell’unico raggio di sole dell’intera vacanza per, poi, concederci un po’ di shopping al negozio della Ritter Sport (sconto 25% con BWC) e una cioccolata calda nell’elegante sala da thè della Rausch Schokoladenhaus.

Ci spostiamo, quindi, al Check Point Charlie per visitare il Museo del Muro, Das Mauermuseum – Museum Haus am Checkpoint Charlie (ingresso € 10,90 a testa, con sconto BWC). La struttura ci sembra un po’ datata e si rivela un’accozzaglia di reperti e informazioni, che riempiono le stanze senza un filo logico. Apprezziamo, comunque, le ricostruzioni di alcuni tentativi di fuga particolarmente fantasiosi (con un sottomarino monoposto, nel cofano motore di un’auto, mediante un nascondiglio formato da due valigie, etc.) nonché la stanza finestrata che guarda il Check Point e che espone l’originale del cartello di frontiera (con la scritta “State lasciando il settore americano” in inglese, russo, francese e tedesco). Rientriamo in hotel, che si trova a due passi, per ricaricare le batterie.

Per cena, scegliamo di spostarci nel quartiere Charlottenburg, con il bus n.200 preso alla fermata Stadmitte. Qui, andiamo al ristorante Dicke Wirtin, un locale tipico pieno zeppo di tavolini, targhe, insegne, libri e persone. Ceniamo con una zuppa del giorno e un gulash per antipasto, seguiti da due enormi schnitzel con insalata e patatine, il tutto accompagnato da due pinte di Berliner Kindl Pils (€ 54,50): cibo ottimo e atmosfera stupenda! Dopo cena, facciamo qualche foto all’impressionante Kaiser-Wilhelm-Gedächtniskirche, illuminata di blu, poi prendiamo il bus n.100 che attraversa tutta la città fino al capolinea di Alexanderplatz. Qui, guardando la Torre della Televisione che svetta nel cielo senza nuvole, aspettiamo il bus n.200 che ci riporterà a Mitte. Rientriamo in hotel, dove passiamo la sera a scrivere il diario e preparare i bagagli.

Giovedì 18 novembre 2021

Dopo l’ennesima colazione esagerata all’hotel Mercure, lasciamo le valigie in deposito e partiamo per la nostra ultima mattinata berlinese. Prendiamo la U-bahn 6 dalla stazione di Kochstrasse fino a Unter den Linden, poi la U-bahn 5 fino alla stazione di Magdalenenstrasse. All’uscita della metropolitana, ci troviamo catapultati in un film sovietico Anni ’70: siamo su un viale immenso e spoglio, circondato dai famigerati Plattenbau, gli enormi palazzi prefabbricati della Germania Est. L’atmosfera ben si sposa con la nostra meta: il Museo della Stasi, la terribile polizia segreta della DDR. Il museo è ospitato in uno dei palazzi (Haus 1) che un tempo formavano il Ministero della sicurezza di Stato. L’ingresso costa € 6,00 a testa, con sconto BWC, oltre ad € 2,00 per i permessi foto. Visitiamo i tre piani dell’esibizione che si rivela una delle più interessanti viste a Berlino. Apprendiamo che, nella DDR, “metà della popolazione spiava, l’altra metà veniva spiata”. Tra i cimeli e le ricostruzioni esposte, ci colpiscono alcuni aneddoti particolari: la storia di Hans-Joachim Geyer, che nel 1952 lavorava contemporaneamente per la Stasi e per il Servizio Segreto della GDR; le immagini di sorveglianza di una cassetta delle lettere che mostrano come la Stasi recuperasse le lettere “sospette” appena imbucate, per poi aprirle con il vapore, in modo che il destinatario non si accorgesse dell’ispezione; l’interno del telaio di una porta, che mostra una microspia (collegata ad almeno 20 pile alcaline!): la famiglia che abitava l’appartamento intercettato non si sarebbe mai resa conto di essere spiata. Vi sono poi le fotografie di agenti della Stasi travestiti da turisti (con tanto di macchina fotografica al collo) e le copie dei documenti finti appartenuti alle spie: lo stesso uomo poteva avere anche cinque identità differenti.

All’ultimo piano, gli ambienti che componevano l’ufficio dell’ultimo Ministro della Sicurezza, Erich Mielke, sono stati conservati intatti dal 1990. Ritornati al presente, riprendiamo la U-bahn 5 fino ad Alexanderplatz, la piazza principale di Berlino Est, divenuta il fulcro della rinascita dopo la caduta del Muro. Sarà il cielo grigio, saranno gli onnipresenti cantieri, sarà la partenza imminente… ma a noi questa piazza non entusiasma. Dopo un caffè da Starbucks, decidiamo di evitare gli immensi centri commerciali che fiancheggiano “Alex” e scegliamo di fare un ultimo giro sul bus n.100 fino alla Porta di Brandeburgo. Da qui, a piedi, percorrendo Unter den Linden e Freidrichstrasse, rientriamo in hotel per recuperare le valigie. A ritroso rispetto all’arrivo, facciamo il viaggio in metro (U-bahn 6 e S-bahn 9) fino all’aeroporto. Qui, i controlli sono veloci e il volo parte puntuale. Dopo circa un’ora e venti, atterriamo in mezzo alla nebbia di Bologna… siamo decisamente a casa!

Auf Wiedersehen, Berlino. Torneremo presto!

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