Tra tartufi e dolci, il borgo dei sette campanili è la meta d’autore delle Marche

Ivano Carpentieri, 04 Giu 2023
tra tartufi e dolci, il borgo dei sette campanili è la meta d'autore delle marche
Ascolta i podcast
 

In una delle zone più belle e ricche di storia delle Marche si trova Esanatoglia, la città dei sette campanili. Stretta tra il Monte Corsegno e il Monte Gemmo, Esanatoglia sorge lungo il corso del Fiume Esino, a pochi chilometri da Fabriano e da Matelica.

Il centro storico è un piccolo gioiello, con la sua forma allunga e protetto dai sette campanili delle chiese della cittadina. Tutt’intorno la protagonista assoluta è la natura, magica, selvaggia, vera. Qui nasce il Fiume Esino, che lento scorre tra i monti che circondano Esanatoglia e i borghi vicini.

Un po’ di storia

L’area in cui sorge il borgo di Esanatoglia era abitato fin dall’antichità, tanto che sono numerosi i resti di epoca preistorica rinvenuti nelle campagne del borgo.

Nei secoli lungo le rive dell’Esino, che deve il suo nome a un omaggio a Esus, il dio celtico della guerra, si sviluppò una piccola comunità che durante il periodo romano prese il nome di Aesa.
In epoca medievale a Esanatoglia sorse il Monastero di Sant’Angelo, uno dei più importanti della zona, e al governo della città di alternarono molte famiglie nobili, come i Malcavalca, gli Ottoni di Matelica e i Varano di Camerino.

Sotto quest’ultimi Esanatoglia divenne una potente città ed era sede di una celebre biblioteca che fu distrutta, insieme al Monastero di Sant’Angelo, da Francesco I Sforza nel 1443.
Dal 1502 Esanatoglia entrò a far parte dei domini dello Stato Pontificio, a cui seguì un lungo periodo di pace e di benessere. A partire dal Medioevo e fino a tutto l’Ottocento, il borgo si chiamò Sant’Anatolia, in onore della santa venerata in città, e dal 1862 ha preso il nome di Esanatoglia, che deriva dall’unione del termine Aesa, l’antica colonia romana che sorgeva proprio in queste zone e Anatolia.

Le porte di Esanatoglia

Esanatoglia è chiamata dai locali “filetta”, per la sua pianta dalla forma allungata. Corso Vittorio Emanuele è l’asse principale del borgo che divide in due per tutta la lunghezza Esanatoglia.
Ai margini di Corso Vittorio Emanuele ci sono due porte, quella di Sant’Andrea in alto e quella Panicale verso la Valle di San Pietro.

Dal corso Vittorio Emanuele partono una moltitudine di stradine che ci portano nei meandri del centro storico, con vicoli, piazze e palazzi che raccontano la storia secolare di questo piccolo borgo marchigiano. Tutto il borgo è circondato dalle mura medievali e quattro erano le porte che davano accesso alla città: le già citate Porta di Sant’Andrea e Porta Panicale, più Porta del Borgo e la Portella.

Ogni porta aveva una sua funzione, tanto che venivano chiamate porta usuale, porta degli sposi e porta dei morti. Quest’ultima era una porta murata, che veniva aperta solo in occasione dei funerali, per essere subito dopo richiusa.

La Pieve di S. Anatolia e il centro storico

Nella parte alta del centro storico, dove la natura entra prepotentemente nel borgo, c’è l’edificio più importante di Esanatoglia, la Pieve di Santa Anatolia, la santa della città. È la chiesa più antica di Esanatoglia e risale al periodo romanico, anche se si pensa che sia stata edificata sui resti di un tempio pagano.

L’esterno è in chiaro stile romanico, mentre l’interno è stato rifatto completamente nel XVIII secolo. Bellissimi sono il portale d’ingresso, il fonte battesimale e l’altare di Santa Anatolia.
Poco distante, lungo Corso Vittorio Emanuele, troviamo Palazzo Varano, che oggi è la sede del Comune di Esanatoglia. Palazzo Varano fu edificato nel XIV secolo ed era la residenza della famiglia da cui prende il nome.

Al suo interno, duranti i lavori di restauro a seguito del violento terremoto del 1997, sono stati ritrovati dei preziosi affreschi di epoca medievale raffiguranti una sontuosa parata di cavalieri.
Mentre percorriamo Corso Vittorio Emanuele, ci imbattiamo in una curiosa fontana, detta Fonte del Borgo. Raggiungibile tramite una piccola scalinata, questa fontana medievale in pietra di fiume, è formata da due vasche, una per gli animali, l’altra per gli uomini. Di fronte alla Fonte del Borgo, stretta tra le facciate delle abitazioni, c’è la piccola chiesa duecentesca di San Martino.

Nei dintorni

Oltre al centro storico, Esanatoglia è famosa per le bellezze che si trovano nelle campagne. Sul versante del Monte Corsegno e raggiungibile con una piacevole passeggiata dal centro abitato, troviamo il cosiddetto Roccone, una torre di avvistamento che faceva parte delle antiche mura fortificate di Esanatoglia.

Dalla struttura di epoca trecentesca si gode un bellissimo panorama su tutto il centro storico e sulla vallata. Quasi sulla vetta del Monte Corsegno, a 766 metri di altezza, troviamo l’Eremo di San Cataldo. Costruito sui resti di un’antica torre di avvistamento, questo è un luogo quasi magico, dove il silenzio e la pace la fanno da padroni.

Intorno a noi c’è solo la natura e gli edifici che compongono l’eremo sono un compagno discreto per il viandante che qui vuole trovare riparto e conforto, sia fisico che spirituale. Leggenda narra che San Cataldo, mentre era a pregare nell’eremo, bloccò con le sue mani un enorme sasso che stava per abbattersi sul centro abitato. Infatti lungo la strada che conduce all’eremo troviamo proprio questo masso, su cui sono impresse le mani del santo.

Parco delle Vene

La Valle di San Pietro, poco fuori dall’abitato di Esanatoglia, è un parco naturalistico, il Parco delle Vene. Qui nasce il fiume Esino e tutta la zona è un susseguirsi di ambienti collinari e montani ricchi di essenze mediterranee e di fauna. Lecci, carpini neri e cascate sono i protagonisti di questa oasi e numerosi sono i sentieri, percorribili a piedi o con mountain bike, che ci portano alla scoperta del Parco delle Vene.

A tutto sport

Per chi ama lo sport all’aria aperta, Esanatoglia è il posto giusto. Grazie alla sua conformazione geografica, il borgo marchigiano è uno dei più apprezzati dagli amanti del parapendio e del deltaplano, che dalla vetta del Monte Gemmo spiccano il volo per poi librarsi in aria ammirando il panorama. Tutta la zona offre numerosi percorsi per il trekking e per gli amanti delle due ruote e uno dei fiori all’occhiello di Esanatoglia è il crossdromo comunale “Gina Libani Repetti”, dedicato al motocross.

In questo storico impianto, negli anni si sono disputate moltissime gare del GP d’Italia del Campionato del Mondo Motocross e ancora oggi è tra i più apprezzati per il suo percorso circondato dalla natura.

Curiosità

Se siete amanti degli oggetti realizzati a mano, non potete lasciare Esanatoglia senza aver acquistato una ceramica artistica. Nel centro storico sono svariate le botteghe che realizzano ancora oggi le bellissime ceramiche rinascimentali di Santa Anatolia. Lo sapevate che Esanatoglia è, insieme alla vicina Matelica, uno dei pochi comuni italiani premiati con la Spiga Verde dello sviluppo rurale sostenibile?

Questo importante riconoscimento nazionale viene assegnato dalla Fee Italia (Foundation for environmental education) a tutti quei comuni che promuovono pratiche mirate allo sviluppo dell’agricoltura biologica, ponendo una particolare attenzione alla biodiversità e alla qualità dei prodotti agricoli.

Tutti a tavola

frustingo

Il frustingo è il dolce tradizionale del Natale marchigiano. Foto da destinazionemarche.it

Se dici Esanatoglia dici funghi, tartufi e frustingo. Per funghi e tartufi ok, li conosciamo e sappiamo cosa sono, ma il frustingo? È un dolce di origine antichissima che viene preparato con una miscela di spezie, frutta secca e, tenetevi forte, sanguinaccio di maiale.

Ebbene si, come dice il detto “del maiale non si butta via niente”, il sanguinaccio è utilizzato in questo dolce per dare il caratteristico colore scuro e una particolare nota di dolcezza. Secondo alcuni il frustingo è il dolce più antico d‘Italia e oggi viene preparato in mille versioni, alcune delle quali, per incontrare i gusti di tutti, vedono il cioccolato al posto del sanguinaccio. Tornando al maiale, immancabili sono le cotiche con i fagioli accompagnate con una fetta di nane abbrustolito e un bel bicchiere di Verdicchio di Matelica.

Tra i primi ottime sono le tagliatelle al sugo di gambero e le zuppe preparate con i tanti legumi prodotti nelle campagne di Esanatoglia.

Come arrivare

Esanatoglia è facilmente raggiungibile in macchina. Per chi proviene da nord, dopo aver preso l’autostrada A14 Adriatica con uscita Ancona Nord, continuare sulla SS 76, la SP 256 e la SP 71 e seguendo le indicazioni per Esanatoglia. Dal casello di Ancona nord impiegherete circa un’ora per percorre 65 chilometri.

Da Sud invece l’uscita dell’autostrada A14 da prendere è quella di Macerata/Civitanova Marche, che dista da Esanatoglia circa 90 chilometri. Da qui proseguire percorrendo la SS 77 in direzione di Tolentino/Macerata e infine continuare sulla SP 71 fino a Esanatoglia.

Foto apertura: Turismo Marche. Tutti i diritti riservati



Leggi ancheLeggi gli altri diari di viaggio