Il “tetto della Campania” è una montagna che guarda dall’alto spiagge e città, e un’escursione qui ti conquisterà

Il sorprendente paesaggio del Monte Cervati, dove la regione che tutti associamo al mare e alle sue spiagge svela un lato selvaggio e quasi “dolomitico”
Stefano Maria Meconi, 13 Lug 2024
il tetto della campania è una montagna che guarda dall'alto spiagge e città, e un'escursione qui ti conquisterà
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Quali sono i paesaggi che, istintivamente, senza pensarci troppo associamo alla Campania? Certamente emergono il Vesuvio che domina dall’alto Napoli, sparsa sul golfo e baciata dal Mar Tirreno, la Costiera Amalfitana con i suoi sentieri e i borghi dall’allure esclusiva popolati da turisti che provengono ai quattro angoli del globo. C’è ovviamente Caserta con la sua Reggia, la Versailles d’Italia che tutto il mondo ci invidia. Manca qualcosa? La montagna, che difficilmente rappresenta il luogo d’elezione per un visitatore che raggiunge la Campania.

Eppure, non è che non ci sia, anzi c’è ed è spesso una sorpresa che lascia senza parole. Soprattutto se la meta d’elezione risponde al nome di Monte Cervati, che sfiora il cielo con i suoi 1899 m s.l.m. ed è idealmente uno dei “tetti della Campania”, sicuramente la più alta a trovarsi interamente entro il territorio regionale.

Come si arriva sul Monte Cervati

Sono numerose le direttrici possibili per raggiungere il Monte Cervati. Tutto dipende da dove si parte e, soprattutto, quale mezzo si sceglie. Sebbene molti si muovano in automobile, la vetta ben si presta ad essere raggiunta anche su due ruote (a motore e meno) oppure, limitando leggermente le distanze, divenendo un luogo ideale per un escursione a piedi.

Il luogo è del resto perfetto per gli amanti del trekking, che qui possono scoprire le numerose declinazioni dell’Appennino campano, dove non è raro trovare copiosi manti di neve in inverno e vivere rinfrescanti giornate d’estate, circondati da una macchia fittissima e incontaminata.

 
 
 
 
 
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Le meraviglie che non ti aspetti

Abbiamo accennato alla neve, che in inverno sul Monte Cervati non manca di certo. Eppure, c’è un episodio storico che ci ricorda l’imprevedibilità della natura e il ruolo della trascendenza spirituale. Il 5 agosto, Roma celebra nell’antichissima Basilica di Santa Maria Maggiore il miracolo della Madonna delle Nevi, quando una nevicata in piena estate diede le esatte misure e il luogo di dove la chiesa, consacrata alla Vergine, dovesse essere costruita. Anche sulla montagna che domina dall’alto la provincia di Salerno troviamo un luogo di culto dedicato alla Madonna delle Nevi, ed è il piccolo santuario della Madonna del Cervato, 1850 m s.l.m. che, peraltro, è visitabile solo nei mesi estivi (fino a ottobre). Da qui, però, si può godere di un insuperabile panorama e godersi tutto il relax che la zona offre.

Poco più in basso troviamo invece il Rifugio Cervati, 1597 m s.l.m. che non è solo il luogo ideale per una sosta temporanea, ma può facilmente costituire una partenza (o approdo) ideale per un soggiorno più lungo, grazie ai 22 posti letto accessibili tutto l’anno e allo stile accogliente, un po’ spartano di queste mura.

Bellissima, infine, è anche la vicina zona delle Gole del Calore, che completa idealmente l’esperienza del Monte Cervati proponendo lo spettacolo di un vero e proprio canyon, scavato dall’azione del fiume Calore (le cui sorgenti si trovano proprio sulla montagna) e dai paesaggi mozzafiato.

Una pausa di gusto lungo il percorso

Il Monte Cervati, così come tutta la zona di Salerno e provincia, è una destinazione che al ricco patrimonio storico, culturale e paesaggistico unisce una fenomenale tradizione enogastronomica che si fa viva attraverso piatti di terra e di mare, liquori, vini. Fare una lista omnicomprensiva, in questo luogo, di tutto ciò che si può assaggiare tra gli Appennini e la Costiera Amalfitana è lavoro arduo, ma sicuramente l’acquolina in bocca ci deriverà dall’ascoltare nomi come fusiddi alla cilentana (un primo piatto con sugo di carne), tagliolini al limone di Amalfi, spaghetti con la sansa di olive pisciottane, meveza mbuttunata, patate conzate.

La sintesi ideale della cucina salernitana sta nel riuscire a far dialogare prodotti poveri e sapori esclusivi, a proporre abbinamenti sempre funzionanti, far incontrare il pesce e le verdure, il vino e il dolce. E non risultare mai, per questo, noiosa.



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