È il borgo-terrazza che affaccia sulle spiagge del Conero, ma la sua attrazione più celebre è nascosta dove nessuno immaginerebbe
Può un piccolo borgo di una regione italiana, solo apparentemente secondaria, aver lasciato un segno fondamentale sulla storia dell’arte? Se il nome in questione è quello di Camerano, la risposta è sì. Per gli amanti della storiografia e del racconto artistico, non è certo una novità, ma per tutti gli altri percorrerne le strade, dalle quali lo sguardo spazia su antichi borghi termali e si spinge fino al placido mare Adriatico, sarà una piccola avventura alla ricerca di pagine meritevoli di essere sfogliate e lette. Il tutto, per vivere un mondo di luce sì, ma anche d’ombra, la stessa che proietta il suo luogo più visitato. Curiosi? Allora, partiamo.
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Camerano, un gioiello d’arenaria alle porte di Ancora
Da Camerano al Conero la distanza è di pochissimi chilometri: due mete splendide delle Marche che sembrano quasi volersi toccare
Sobria eppure elegante, un po’ come le opere del “suo” pittore più noto, la località anconetana di Camerano – rigorosamente da non confondersi con la quasi omonima Camerino, questa terra di una delle più antiche università italiane – pare che nel corso dei millenni si sia sviluppata prevalentemente sottoterra. Oggi il borgo, su un poggio non lontano dal capoluogo marchigiano, è di sicuro interesse anche alla luce del giorno, eppure sin dall’epoca eneolitica, ovvero al III millennio a.C., ha avuto una alternanza tra sopra e sotto il livello del terreno.
La pietra d’arenaria, entro la quale sono scavate le sue celebri grotte (come vedremo di seguito) e che è servita anche in alcuni dei suoi monumenti, funge da contrasto ideale con un territorio che invece ha tante delle sfumature della natura, dal verde di boschi più o meno fitti e rigogliosi all’azzurro del Mar Adriatico, che bagna a poco meno di 6 chilometri le spiagge più celebri del Conero, ovvero le Due Sorelle, Sassi Neri e la Urbani. La Mole Vanvitelliana, simbolo dell’antico porto pontificio di Ancona, dista in linea d’aria 10 chilometri appena.
Ma di Camerano non possiamo non parlarne senza citare, oltre ai tesori ipogei, il ruolo storico del suo figlio più celebre, Carlo Maratta (o Maratti, secondo alcuni). Il pittore cameranese, vissuto a cavallo tra il XVII e la prima parte del XVIII secolo, ha avuto una riscoperta piuttosto recente, ma per tutto il Seicento la sua fama era pari a quella di un Caravaggio o di un Michelangelo. Proprio ai loro stilemi artistici, all’incontro tra ombre e colori intensi e temi che univano religiosità e uomo, che gli si attribuisce una fama avuta soprattutto nella sua seconda città, Roma, dove fu attivissimo soprattutto durante il pontificato di Alessandro VII Chigi e di Clemente IX Rospigliosi.
Non è Frasassi, ma queste grotte non sono da meno
Grotte di Camerano. Foto di Daniele.picus – Opera propria, CC BY 3.0.
Una bellezza sotterranea che, come tanti luoghi di questo tipo, ha una storia misteriosa da raccontare… o no. Le grotte di Camerano, a differenza delle più conosciute e territorialmente attigue grotte di Frasassi, devono la loro fama alla (quasi) impossibilità di determinare una origine chiara. Molte sono state le ipotesi fatte nel corso degli anni passati, puntualmente smentite o superate da studi, ricerche e scoperte. In particolare, la discrepanza più evidente è tra la possibilità che queste grotte fossero dei “semplici” magazzini o cave, e la presenza di alcuni fregi e ornamenti che non avrebbero senso in una struttura come questa.
Il complesso, qualunque fosse la destinazione d’uso, merita sicuramente la visita. Lunghe circa 3000 metri, di cui circa un chilometro sotto il cuore di Camerano, queste grotte presentano elementi che dimostrano l’uso continuato in più epoche, ciascuna con la sua caratteristica artistica e funzione. È molto probabile che fossero luoghi di culto ipogei, sia pagani che cristiani (soprattutto al tempo delle persecuzioni), così come possono aver funto da rifugi bellici e non solo. Tra i punti di maggiore interesse lungo il percorso troviamo cinque grotte, chiamate rispettivamente Andreoni, Corraducci, Costantini, Giostra e Mancinforte, tutte al di sotto dei palazzi e delle abitazioni del centro.
Oggi, la visita alle grotte di Camerano è possibile tramite un percorso accompagnato da guide, al quale accedere con un abbigliamento protettivo adeguato visti alcuni tratti potenzialmente sconnessi e la temperatura stabile a 14 °C. Il costo della visita, da prenotare obbligatoriamente telefonando allo 071 7304018 oppure su operaturismo.it/prenotazioni/ è di 12 euro (ridotto a 10 per under 26 e over 65). Gli orari d’apertura sono dalle 9.30 alle 12.30 e dalle 15.00 alle 19.00 durante i weekend, dal 1° novembre al 30 marzo.