C’è una città in Italia dove il Capodanno arriva con quasi 4 mesi di ritardo, ed è una tradizione che dura ormai da secoli

Adriano Bocci, 30 Dic 2024
c'è una città in italia dove il capodanno arriva con quasi 4 mesi di ritardo, ed è una tradizione che dura ormai da secoli

Anche a te è venuta l’ansietta della notifica a casissimo del XVII parente che ti pone la stessa domanda? Controbatti con un bel “Che ne dici di fare Capodanno più in là?“. Ora puoi, perché se il parente magari non lo sapeva, ora puoi posticiparlo: facciamo Capodanno, ma facciamolo a Marzo.
Un confusissimo Carlo Verdone chiederebbe “in che senso?”. E il senso è questo: sapevi che per giusto qualche secolo il Capodanno fiorentino si è celebrato a Marzo? A Firenze l’anno nuovo iniziava il 25 marzo, quasi quattro mesi di ritardo rispetto al resto d’Europa. Non era mica un vezzo locale ma il riflesso di una visione ultra radicata a livello culturale, nella fede e nella filosofia di questo splendore di città.

D’altronde parliamo del giorno della festa dell’Annunciazione, considerato l’inizio simbolico di un nuovo anno, momento di rinascita. Per i fiorentini questo è il giorno in cui l’Arcangelo Gabriele annuncia a Maria la nascita di Gesù, evento che si colloca esattamente a nove mesi dal Natale. Un’affermazione identitaria: Firenze seguiva appunto lo stile dell’Incarnazione, un sistema cronologico che al centro piazzava il concetto di redenzione, unendo il tempo sacro a quello civile.
E pure dopo l’introduzione del calendario gregoriano nel 1582, Firenze ha resistito celebrando il suo Capodanno fino a marzo 1749. Fu il Granduca Francesco III di Lorena a imporre l’adozione ufficiale, ma quel 25 marzo è rimasto lì, survivor, vivo, vegeto e ben valorizzato.
Posticipi anche tu, neh?
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Tradizioni, arte e simbolismo cosmico-matematico

firenze, capodanno fiorentino. cultura.comune.fi.itFirenze, Capodanno Fiorentino. Crediti: Cultura.comune.fi.it

Il Capodanno Fiorentino non è mai stato solo una data sul calendario, proprio no. Si coinvolge(va) la città intera in celebrazioni cariche di spirto, arte e tradizione. E cibi le cui ricette sono andate pure un po’ perdute. Al centro di tutto c’è sempre stata la Basilica della Santissima Annunziata, luogo di culto carissimo ai fiorentini: ogni 25 marzo i fedeli vengono da un po’ tutta la Toscana per la Miracolosa Annunciazione, l’affresco leggendario sull’intervento divino. Si narra che l’artista incaricato del dipinto si fosse arreso, incapace di finire il volto della Vergine, finché l’opera non venne finita dagli angeli. Oggetto di venerazione per secoli, è il simbolo più potente del Capodanno Fiorentino, anche perché in basilica a fine celebrazioni per la gioia di un gran numero di persone venute da lontano tra Signoria e Granduchi si facevano fare bellissime musiche con gli organi.

Oltre alle celebrazioni religiose comunque Firenze si anima di mercati e fiere. Le piazze si riempiono di mercanti e artigiani che offrono il loro unicum e i prodotti migliori proprio per una questione di buon auspicio, così al tempo come oggi per celebrare il nuovo anno in festa e scambi economici. Tutt’oggi i mercatini, seppur più moderni, hanno la stessa energia, così come c’è sempre stata fra Firenze e l’arte. Grandi maestri come Leonardo da Vinci e il Beato Angelico hanno immortalato l’Annunciazione: a livello di simbolismo è stato ben sentito in tutto il Rinascimento che vedeva nel 25 marzo un momento di armonia cosmica. Marsilio Ficino, filosofo e promotore del Neoplatonismo, interpretava l’Annunciazione come perfetta fusione tra umano e divino, così com’era la visione rinascimentale.

E Rinascimento, e rinascita: il 25 marzo non è mica casuale. Così come per la questione perfetta dei 9 mesi prima di Natale, in perfetta e deliziosa simmetria, il 25 marzo se ricordi praticamente cade vicino all’equinozio di primavera (il 20 marzo, nel 2025), equilibrio e Rinascenza universale.

Il bentornato moderno

firenze, capodanno fiorentino, corteo in strada. cultura.comune.fi.it
Firenze, Capodanno Fiorentino, corteo in strada. Crediti: Cultura.comune.fi.it

Un po’ di glow up ce l’ha avuta, la storia del Capodanno Fiorentino. Trasformazione, dibattiti sul calendario tradizionale, la riscoperta come evento culturale: la transizione più significativa c’è stata nel XVIII secolo quando Firenze effettivamente è stata al centro del cambiamento epocale, il passaggio dal calendario dell’Incarnazione al calendario gregoriano. Per secoli il 25 marzo è stato il punto di riferimento della vita civile, religiosa e soprattutto economica di Firenze tutta, con le scadenze fiscali e i contratti dei mercanti regolati sul calendario vecio.
Todavìa col crescere degli scambi internazionali e delle relazioni diplomatiche il calendario fiorentino ha cominciato a perdere colpi, inadeguato com’era al resto d’Europa. Fu Papa Gregorio XIII a decidere con la riforma nel 1582, ma prima Papa Leone X, nel 1513, creò una commissione di esperti per studiarsi un calendario universale ed eliminare la confusione di date e tempi che soprattutto a livello amministrativo incasinava tutto. Nel 1516 diede a tutti i capi di Stato un breve papale parlando del tutto, e Firenze contornò la cosa con un bando pubblico, facendo eco ovunque.

Parliamoci chiaro: fu il Granduca Francesco III di Lorena, nel 1749, a sancire il cambiamento definitivo. Un decreto stabilì che, a partire dal 1750, pure Firenze doveva adottare il calendario gregoriano, fissando il 1º gennaio come inizio ufficiale dell’anno civile. Fine di un’epoca, inizio di un’altra, ma senza cancellare l’importanza simbolica del 25 marzo.
Tutt’oggi una targa sotto la Loggia dei Lanzi, in Piazza della Signoria, commemora il tutto. Nulla di dimenticato però: nel 2000 il Comune di Firenze ha riportato in vita la tradizione, e il corteo storico coi figuranti in costumi rinascimentali si fa le vie del centro per arrivare alla Basilica della Santissima Annunziata. Mercatini artigianali, concerti, attività didattiche, e in effetti centinaia di appuntamenti prima e durante il grande giorno.



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