Insolitamente bella: in Sardegna c’è una zona dove intorno al mare gravita un mondo di villaggi, siti archeologici e grandi tradizioni
Avendo una settimana a disposizione tra fine settembre e inizio ottobre, decidiamo di visitare la Sardegna, e in particolare la zona della provincia di Oristano che gravita intorno a Cabras e alla penisola del Sinis. Mai scelta fu più azzeccata, si tratta di una zona molto interessante, con alternanze di ambienti terresti e lacustri, litorali con spiagge e con scogliere, villaggi caratteristici e siti storici da visitare. Il periodo scelto ci ha permesso di godere di assoluta pace anche nelle spiagge più famose, tuttavia la dimensione (enorme) dei parcheggi vicini alle stesse ci fanno immaginare che in estate la situazione possa essere ben diversa.
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Cabras e penisola del Sinis
Facciamo base a Cabras, un tranquillo paesino dove si trovano B&B, supermercati e ristoranti. A Cabras si trova anche il Museo Civico Giovanni Marongiu, dove si possono ammirare i famosi Giganti di Mont’e Prama, antiche sculture risalenti alla Civiltà nuragica ritrovate casualmente nel marzo del 1974 da un contadino che stava arando il suo campo. Sono state scolpite a tutto tondo ognuna a partire da un unico blocco di calcarenite locale, nel complesso sono state ritrovate 38 sculture comprendenti 5 arcieri, 4 guerrieri, 16 pugilatori e 13 modelli di nuraghe. Alcune statue sono esposte in una sala del museo e sono davvero affascinanti! Il biglietto di ingresso al museo comprende anche una visita guidata molto interessante nella quale viene descritta la storia del ritrovamento e le successive fasi di studio della necropoli di Mont’e Prama.
Dedichiamo una mattinata alla splendida penisola del Sinis, una punta che si stende in mare fino al promontorio di San Marco con l’omonimo faro. Un sentiero ben tenuto e percorribile da tutti parte da un comodo parcheggio e costeggia la penisola arrivando fino al faro, permettendo di ammirare bellissimi scorci sul mare circostante. Facendo le cose con molta calma ci vuole un’ora o poco più per fare tutto il giro della punta.
Il sito archeologico di Tharros
Prima di iniziare il tour si può visitare la torre spagnola di San Giovanni, edificata tra la fine del quindicesimo e l’inizio del sedicesimo secolo sulla sommità dell’altura che domina il vicino sito archeologico di Tharros. Dedicheremo a questo sito un paio di ore, la sua origine si fonda sull’esistenza di un antico insediamento nuragico poi trasformato in avamposto fenicio, fortezza cartaginese, urbs romana e infine in capoluogo bizantino. Purtroppo il sito è stato abbondantemente saccheggiato e i suoi materiali utilizzati per costruire una parte della città di Oristano, attualmente si può solo immaginare quale potesse essere l’imponenza di questa città nel suo momento di maggiore estensione. Anche in tal caso è possibile scegliere una visita guidata allo stesso prezzo del biglietto di ingresso.
San Salvatore, il Far West “made in Sardegna”
Sempre nei pressi della Penisola del Sinis visitiamo il piccolo villaggio di San Salvatore con la sua chiesetta omonima. Quello che sembra un paesino abbandonato, in realtà si anima tutti gli anni in occasione dei festeggiamenti in onore del santo che si svolgono la prima settimana di settembre. In questa occasione gli abitanti di Cabras si trasferiscono nel villaggio (chiamato localmente cumbessias o muristenes), riaprono le loro case e si apprestano a vivere la festa il cui culmine consiste nella Corsa degli Scalzi. Un folto gruppo di uomini tutti ovviamente scalzi e tutti rigorosamente di Cabras corrono portando il simulacro del santo dalla Chiesa di Santa Maria Assunta di Cabras a San Salvatore lungo una distanza di circa 7 chilometri. Questo evento apre i festeggiamenti che comprendono novene, messe solenni, processioni con le donne in abiti tradizionali e si chiude con il ritorno del simulacro a Cabras sempre grazie a “is Curridoris”, i corridori scalzi.
Il villaggio sembra caduto in Sardegna dalle zone del Far West americano, ci dice la bravissima guida che ci accompagna in visita che proprio qui sono stati girati alcuni “spaghetti western” e non me ne meraviglio più di tanto.
La chiesetta di San Salvatore è posta al centro del villaggio ed è sorta su un’antica chiesa ipogea, una struttura sotterranea in parte scavata nella roccia e per il resto costruita con l’uso di mattoncini e malta. La struttura è stata datata al quarto secolo dopo Cristo ed è davvero suggestiva, è visitabile sempre con la visita guidata. Al centro si trova il pozzo attorno a cui si svolgevano i riti dedicati all’acqua fonte di vita e tutto intorno alcuni ambienti, sulle cui mura si possono ammirare antiche iscrizioni e graffiti raffiguranti scene mitologiche, imbarcazioni, animali e corse su bighe o quadrighe.
Prima di rientrare a Cabras, visitiamo anche la chiesetta paleocristiana di San Giovanni di Sinis, costruita in blocchi di arenaria dorata, davvero bella nella sua semplicità e linearità.
Mare e terme del Sinis
Ovviamente non possiamo non trascorrere lunghe ore a fare camminate sulla costa che si stende tra la spiaggia di Mari Ermi al nord e quella di Maimoni al sud. Un tratto di costa davvero fantastico, orlato da un mare dai colori caraibici e da spiagge bianchissime, perché costituite in gran parte da granellini di quarzo bianco. Tutta la zona ricade nell’Area Marina Protetta Penisola del Sinis – Isola di Mal di Ventre e si estende appunto fino all’isoletta che si trova a meno di 10 km dalla costa (nel periodo estivo generalmente fino a fine settembre è possibile fare una escursione all’isola). Vicino ad ogni spiaggia ci sono grandi parcheggi, in estate a pagamento, ora gratuiti e una strada sterrata consente di spostarsi tra le spiagge. La più famosa è Is Arutas, ma a noi sono piaciute moltissimo Mari Ermi e Maimoni anche perché ci abbiamo trovato meno persone. Sulle spiagge ci sono tratti in cui si accumula la Posidonia, una pianta marina endemica del Mediterraneo che consolida il fondale e agisce da barriera che smorza la forza delle correnti e delle onde aiutando a prevenire l’erosione. La sua presenza è sinonimo di mare pulito, quindi non lamentiamoci se la troviamo in alcuni tratti di litorale!
Decidiamo di andare a visitare il Parco archeologico di Santa Cristina che dista da Cabras una mezz’oretta e che comprende un villaggio nuragico, dove spicca il nuraghe monotorre e un villaggio cristiano (simile a quello di San Salvatore) che circonda la chiesetta di Santa Cristina datata al 1200. Ma soprattutto da vedere il tempio a pozzo, probabilmente la massima espressione architettonica della civiltà nuragica risalente a circa 3000 anni fa. Il pozzo vero e proprio è interrato e può essere raggiunto tramite una scalinata di forma triangolare costituita da massi squadrati perfettamente incastrati uno all’altro. Davvero un posto particolare che consiglio di visitare!
Ritornando a Cabras facciamo una deviazione ed arriviamo alle terme di Fordongianus, ubicate nei pressi del fiume Tirso. Le acque termali, già note al tempo dei romani nel I secolo d.C. sgorgano da una sorgente naturale a una temperatura di 54 °C. Attualmente del sito romano si possono vedere una serie di vasche e ambienti secondari che venivano usati in epoca romana a scopo terapeutico. Sul lato opposto del fiume sono stati costruiti nell’800 i bagni termali pubblici Is Bangius, dove a pagamento ci si può immergere nella vasca con temperatura tra i 41° e i 43 (costo 5€ per mezz’ora, su prenotazione). Infine per tutti è possibile immergersi gratuitamente lungo la sponda del fiume Tirso, dove le acque termali si mescolano con quelle fredde del corso d’acqua, ovviamente non possiamo rinunciare ad un momento così rilassante insieme ad un folto gruppo di turisti, quasi tutti stranieri.
Nei pressi di Fordongianus da vedere anche la Chiesetta di San Lussorio, un edificio religioso in stile romanico risalente al XII secolo, sorta sulla antica zona dove secondo la tradizione si compì il martirio del santo a cui la chiesetta è dedicata. Molto suggestiva la visita della chiesa ipogea, che presenta ancora tracce di pavimenti a mosaico e di pareti decorate. Se volete fare una visita guidata occorre prenotare alla biglietteria delle terme romane, noi siamo capitati per caso alle 16 e la guida stava iniziando la visita quindi ci siamo accodati alle persone presenti (costo 5€ a persona).
Completiamo le visite di questa zona arrivando fino a S’Archittu, una frazione del comune di Cuglieri, dove una bella camminata lungo la costa ci conduce al fantastico arco di roccia che prende lo stesso nome e che si estende in un mare dal colore incredibile.
S’Archittu, Alghero e Bosa
Dopo sei giorni davvero intensi, partiamo in direzione Alghero da dove riprenderemo l’aereo per rientrare a Milano. La strada che si snoda lungo una costa spettacolare ci conduce a Tinnura, di cui abbiamo sentito parlare da due turisti conosciuti al nostro B&B. Chiamato il paese dell’arte, perché sulle facciate di molte case si possono ammirare numerosi murales raffiguranti scene di vita sarda. Ci sono i pastori che conducono le pecore al pascolo, quelli che le tosano, contadini con cavalli a grandezza naturale, donne che tessono sedute fuori dalla loro casa o che mietono il grano nei campi. Molti sono stati dipinti dalla bravissima pittrice e ceramista Pina Monne, che ci dicono risiede proprio a Tinnura.
A pochi chilometri di distanza si trova Bosa, un borgo composto da case dipinte in colori pastello che si inerpicano sulle pendici del colle di Serravalle, dominato dal castello dei Malaspina, risalente al XII secolo. Scarpiniamo fino al castello per ammirare il panorama dall’alto, che spazia sul borgo attraversato dal fiume Temo e sul mare in lontananza.
L’ultimo giorno lo trascorriamo ad esplorare Alghero, già visitata in occasione di un precedente viaggio ma dove si torna sempre volentieri. Davvero particolare con i suoi bastioni protesi sul mare, con le chiese, le torri, le piazzette piene di gente anche in questa stagione. Una degna conclusione per un viaggio che ci ha permesso di conoscere una parte forse meno nota della Sardegna, ma che ci ha stupito per la sua bellezza.