Non siamo tra i fiordi norvegesi, ma l’aspetto è quello: la terza città più grande del paese è la vera sorpresa dell’Adriatico
La città di Cattaro (Kotor), situata in Montenegro, è una delle gemme storiche più preziose della costa adriatica. Con le sue imponenti, mura, le chiese antiche e il labirinto di vicoli che compongono il borgo medievale, Cattaro è un luogo dove la storia è tangibile a ogni angolo. Visitando questo luogo è necessario sapere che è patrimonio dell’umanità dall’UNESCO. La città vecchia di Cattaro offre un affascinante viaggio nel tempo in un ambiente incantevole che ha saputo conservare intatto il suo fascino antico. Ma soprattutto potremmo dire che questa è anche la città, luogo, densamente popolato da una specie, i gatti, ne troverete a bizzeffe. Infatti, molte sono le figure rappresentate nei locali storici di Montenegro dove vengono immortalati i gatti.
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Una storia antica che si lega a stretto giro all’Italia
Ma qual è il suo racconto? La storia di Cattaro è antica e stratificata, con radici che risalgono a più di 2000 anni fa. Venne fondata principalmente come colonia dai Romani. La città era originariamente conosciuta con il nome di Acruvium. Grazie alla sua posizione strategica nella Baia di Cattaro, essa divenne uno dei porti naturali più sicuri dell’Adriatico e tra le rotte principali, come centro commerciale di smercio e militare. Nel periodo del Medioevo, Cattaro passò sotto il dominio di vari imperi e potenze regionali, inclusi i bizantini, i serbi e gli ungheresi. Tuttavia, fu la dominazione veneziana iniziata nel 1420 è durata fino a 1797 che lasciò un segno indelebile sulla città, motivo per cui potrete trovare simboli che raffigureranno il leone di San Marco, chiara testimonianza di quello che è il periodo e l’influenza della Serenissima.
Dopo la caduta della Repubblica di Venezia, Cattaro, passò sotto il controllo austriaco, francese e infine jugoslavo, prima di diventare parte del Montenegro indipendente.
Il borgo di Cattaro, immenso e affascinante
Il cuore di Cattaro è nel suo borgo medievale, avvolto e circondato da grandi montagne rocciose di colore nero e grigio, che fanno da sfondo e creano un contrasto perfetto con il colore bianco della roccia che compone gli edifici. Questo borgo medievale è un dedalo di strette stradine lastricate, piazze pittoresche con al centro fontane storiche che quasi riprendono lo stile architettonico spagnolo, il tutto racchiuso all’interno di possenti mura.
Queste mura, che si estendono per oltre 4,5 km e raggiungono un’altezza di 20 metri in alcuni punti, sono una delle più straordinarie opere di ingegneria difensiva del periodo medievale. Camminando all’interno di questo borgo ci fa rendere l’idea sempre di più il fatto che è un tipo di fortezza medievale, la presenza di torri, bastioni e porte imponenti che un tempo proteggevano la città dagli invasori.
Tra i monumenti più significativi del borgo di Cattaro vi è la cattedrale di San Trifone, dedicata al Santo patrono della città, costruita nel 1166, è considerata uno dei più importanti esempi di architettura romanica nei Balcani. Un altro punto di interesse la chiesa di San Luca, un piccolo ma affascinante edificio religioso risalente al XII secolo che conserva al suo interno affreschi antichi e iconostasi pregevole. Questa chiesa fu costruita durante il Regno di Stefano Nemanja. per volere di Mauro Kagafrangi e della moglie Bona nell’anno 1195, di cui testimonia la scritta sulla facciata ovest. È una chiesa modesta, con l’interno a navata unica suddivisa in tre arcate e con una bassa cupola poggiante su una base quadrata, secondo una tipologia caratteristica della contemporanea architettura serba. Una chiesa che era inizialmente di culto cattolico fino a quando, a causa delle continue guerre e per il grande afflusso di popolazione dall’interno verso Cattaro, essa fu data in uso ai fedeli ortodossi per usi liturgici. Il pavimento ci appare composto dalle lapidi delle tombe comuni dei cittadini di Cattaro.
Passeggiando ancora all’interno di questo magnifico borgo, fra le numerose altre chiese che potremmo trovare, c’è la chiesa di Santa Maria e la Chiesa di San Nicola, palazzi storici come Palazzo Ducale e il palazzo prima che testimoniano la ricchezza e l’importanza di Cattaro nel corso dei secoli. La città vecchia di Cattaro è un luogo vivace, animato, dove l’essere si mescola con la vita quotidiana. Le sue strade sono piene di caffè, ristoranti, gallerie d’arte e negozi che offrono ai visitatori un’esperienza autentica e suggestiva e durante l’anno Cattaro ospita numerosi eventi culturali, come il Festival Internazionale del teatro di Kotor e la festa della boka.
Il fascino di Cattaro non finisce però all’interno di quella che è la vecchia Cittadella; infatti, questo luogo ci può apparire dall’atto come un vero e proprio fiordo norvegese.
Le Bocche di Cattaro, il vero “canyon del sud Europa”
Il territorio intorno a Kotor è famoso per le Bocche di Cattaro, Boca Kotorska, uno dei fiordi più belli del Mar Mediterraneo.
Estendendosi per oltre 28 chilometri, sono il punto più orientale del mare Adriatico e sono sovrastate da montagne che superano i 1000 metri di altezza. Queste bocche si raggiungono direttamente via mare e sembra a tutti gli effetti un paesaggio simile a quella dei fiordi norvegesi, con la differenza che queste insenature si sono formate dalle invasioni delle acque del mare nelle grandi valli interne e non dai ghiacciai. Consigliamo la magnifica visuale tramite la Serpentina, un percorso di diversi chilometri in salita e in discesa tra vari tornanti all’interno di un piccolo bosco, affiancando le alte montagne Montenegrine, un percorso che ricorda la costiera amalfitana, ma che vi regalerà il belvedere dall’alto delle Bocche di Cattaro, un paesaggio mozzafiato e indimenticabile.
La gastronomia, che riflette la posizione geografica
I piatti del Montenegro raffigurano l’influenza di diverse culture, tra cui quella balcanica, italiana, austriaca e turca. Di conseguenza, la cucina del Montenegro è varia e ricca, con piatti che spaziano dalle specialità di mare della costa adriatica ai sapori robuste e tradizionali nell’entroterra montuoso.
Come i “Cevapi”, piccoli cilindri di carne macinata, mix di manzo e maiale, grigliati e serviti con cipolla, panna acida e pane pita. Oppure le priganice piccole frittelle dolci che vengono servite calde, spesso accompagnate da miele. Ma non possono mancare le zuppe, come quella di pesce “riblja Corba” una specialità della costa, fatta con diversi tipi di pesce fresco, verdure, e spezie, cotte a fuoco lento.