È una villa d’autore che guarda il mare della Costiera Amalfitana, ma al suo interno si parla… romano

Siamo a Furore, nel cuore della provincia salernitana, in un luogo che celebra l’attrice italiana più amata
Stefano Maria Meconi, 11 Lug 2024
È una villa d'autore che guarda il mare della costiera amalfitana, ma al suo interno si parla… romano
Ascolta i podcast
 

La provincia di Salerno è uno dei luoghi che raccontano al meglio la ricca varietà e proposta enogastronomica d’Italia. Qui, del resto, è il regno dei limoni serviti – e impiegati – per mille preparazioni diverse, sempre da qui proviene la colatura di alici di Cetara o la pasta trafilata al bronzo di Gragnano. Ogni luogo ha la sua storia, ogni storia ha il suo sapore da raccontare. Ma non è di solo cibo che si nutre l’uomo, e gli estimatori della settima arte lo sanno bene.

Il mondo del cinema deve a questo territorio la presenza di un luogo che ha saputo raccogliere, testimoniando e portando avanti, una antica legacy che da oltre cent’anni racconta storie, ispira, fa ridere e piangere. Un po’ come sapeva fare lei, una delle più grandi attrici italiane di sempre, Anna Magnani. Ma cosa c’entra la Magnani, romana per definizione, con Furore?

Non quello che metteva nelle sue interpretazioni, come quella ne La rosa tatuata che le valse l’Oscar alla migliore attrice nel 1956 (la prima attrice non anglofona di sempre a ricevere il riconoscimento), ma il borgo sospeso sul mare del salernitano. Perché è proprio a Furore che troviamo un luogo iconico, la Villa della Storta, e che ospita il Museo Permanente “Anna Magnani”, parte del più grande complesso espositivo-culturale dell’Ecomuseo del Mare.

Ma perché proprio qui? Tutto risale al 1948, quando Roberto Rossellini girò il film L’Amore, due episodi (“Una voce umana” e “Il miracolo”) con le straordinarie interpretazioni della Magnani e di Federico Fellini. La pellicola fu anche l’ultimo elemento della relazione sentimentale tra Rossellini e Anna Magnani, che ebbe nell’arrivo in Italia di Ingrid Bergman l’elemento di maggiore scontro tra il cineasta e l’attrice capitolina.

Villa della Storta, che Anna Magnani acquistò subito dopo la Seconda guerra mondiale, è un piccolo gioiello immerso proprio nel fiordo di Furore. In realtà quella che oggi chiamiamo villa non era altro che un “monazeno”, nome che da queste parti designa una casa con un magazzino annesso tipica dei pescatori. Pagata appena 10 lire dalla attrice (sembra quasi di assistere al tema delle “case a 1 euro” tanto ricorrente nei borghi abbandonati di oggi), è divenuta in questi ultimi anni il più importante omaggio all’attrice scomparsa negli anni Settanta.

A raccontare molte delle storie di Anna Magnani a Furore fu, negli anni passati, l’allora sindaco Raffaele Ferraioli, memoria storica di una città che ha attraversato epoche e vissuto momenti d’oro, ma che non ha mai rinunciato alla sua profonda autenticità.

Una Furore da scoprire

Neanche 700 abitanti, un borgo racchiuso in tante piccole conurbazioni della Costa d’Amalfi, Furore è uno degli scrigni di questo territorio. Già il nome ne lascia percepire il rapporto con il mare circostante, un rapporto rabbioso ma simbiotico, che difficilmente può essere racchiuso in un solo, flusso diretto.

Tra le tante bellezze di questa cittadina, le numerose chiese e cappelline che si trovano percorrendone i vicoli, i cui culti sono anche una rappresentazione plastica delle tradizioni religiose del territorio.

E poi, ovviamente, c’è lui: il Fiordo di Furore, ovvero il mare che penetra un vallone scavato dall’azione del torrente, disegnando una risacca che quasi sembra voler regalare una fruizione più calma, e intima, del bellissimo mare costiero. Da ammirare anche dall’alto, ovvero dal ponte in pietra che, sospeso a 30 metri d’altezza, permette di spostarsi nella Costiera Amalfitana e godere di insuperabili panorami. Gli stessi raccontati da Anna Magnani nei film che l’hanno resa leggendaria.



Leggi ancheLeggi gli altri diari di viaggio