Bosnia, Montenegro e Croazia: 16 giorni tra mare, montagna, laghi, paesini e città
La nostra idea (io Andrea e la mia compagna entrambi sui 30 anni) era di fare un road trip esplorando le bellezze naturalistiche e culturali della zona dei Balcani inserendoci anche alcuni momenti di relax al mare. Ci siamo spostati con la nostra auto, una ford focus, e abbiamo pernottato sempre in appartamenti prenotati su booking.
Per dare un’indicazione di cioè che ci è particolarmente piaciuto e non, abbiamo assegnato un giudizio (da * a *****) alle principali attrazioni:
***** Imperdibile
**** Molto bello
*** Bello
** Mediocre
* Trascurabile
Iniziamo il nostro tour da Ancona
Siamo arrivati via Ferry a Split da Ancona (andata e ritorno in cabina 250€ prenotando con quattro mesi di anticipo) di prima mattina e ci siamo subito diretti al Krka national park (*****), entrata a 27€, per goderci il parco prima che fosse invaso dalla solita folla di turisti – scelta che si è rivelata decisamente azzeccata!
Il parco è eccezionale e, viste le temperature elevate, fare il bagno sotto le cascate è stato estremamente piacevole. A metà pomeriggio ci siamo rimessi in viaggio e in 3 ore circa siamo arrivati a Mostar (2 notti), in Bosnia. Per entrare in Bosnia con l’auto ci è stato richiesto di esibire il libretto e la carta verde, oltre ai nostri documenti (CI sufficiente). Passando il confine si nota subito una forte differenza tra Croazia e Bosnia. Quest’ultima è molto più arretrata e apparentemente trasandata, sembra essere rimasta indietro di 30 anni per le strade, case e automobili.
Il giorno successivo, in mattinata, abbiamo visitato il caratteristico paesino di Monstar (****): la città vecchia è un vero gioiellino anche se nelle ore centrali del giorno è decisamente invasa dai turisti mordi e fuggi provenienti dalla costa adriatica (per questo consigliamo la visita nelle prime ore della mattina o la sera). Nel pomeriggio, spostandoci in auto, siamo andati a vedere il monastero Blagaj (***), le cascate di Kravice (***) dove abbiano anche fatto il bagno e il paesino arroccato di Počitelj (****). Quest’ultimo merita sicuramente una sosta, soprattutto al tramonto quando esercita un certo fascino.
Il giorno dopo, in circa 2:30, abbiamo raggiunto Sarajevo (2 notti): la strada che separa le due città è molto panoramica e piacevole, ma lo scorrimento è lento (in Bosnia le autostrade sono praticamente assenti!). Lungo la strada abbiamo fatto una pausa caffè a Konjic (*), anche se non ci ha particolarmente entusiasmato. Una volta arrivati a Sarajevo abbiamo dedicato l’intero pomeriggio alla visita del centro storico (****) di questa città dalla forte impronta islamica. E’ stato particolarmente carino salire sulla collina del Žuta tabija per poter rendersi conto della miriade di piccole moschee presenti in città e allo stesso tempo dei cimiteri di guerra disseminati ovunque. Tenete presente che Sarajevo può essere tranquillamente visitata in una giornata, soprattutto se si è già familiari con l’architettura islamica (ad esempio noi non siamo entrati nelle moschee avendo recentemente visto quelle di Turchia e Iran).
Il giorno successivo siamo saliti in macchina al monte Trebević alla ricerca della famosa pista da bob (***) delle olimpiadi invernali del 1984, ora abbandonata e ricoperta da colorati murales. Nel pomeriggio invece abbiamo visitato il suggestivo museo del Tunnel di Sarajevo (*****): l’esibizione è ben organizzata con numerosi video e audio che permettono di comprendere gli eventi del tempo e di come si viveva a Sarajevo negli anni dell’assedio.
La mattinata successiva, accompagnati da una pioggia battente, ci siamo messi in macchina presto, avendo per quel giorno programmato la tratta più lunga del nostro viaggio: la destinazione era Zabljak (2 notti), in Montenegro. La strada che porta in Montenegro segue una serie di vallate (con un valico) ed è abbastanza in buono stato fino a Foca. Da quel punto fino al confine montenegrino è invece in condizioni tremende: nulla di impossibile ma noi l’abbiamo percorsa ad una velocità media di 20km/h per ammortizzare le numerose buche. Una volta entrati in Montenegro (CI e carta verde) le condizioni stradali migliorano decisamente e il viaggio ritorna ad essere piacevole e molto panoramico costeggiando il lago artificiale Pivsko. Per pranzo ci siamo fermati a Pluzine dove diversi locali con vista sul lago preparano pesce alla griglia a buon prezzo. Subito dopo pranzo abbiamo ripreso l’auto in direzione Zabljak percorrendo la P14, una strada estremamente affascinante che, attraversando il parco del Durmitor, offre panorami suggestivi e invita spesso a fermarsi per fare delle foto. Anche qui si procede con estrema cautela e lentezza essendo una stradina di montagna molto stretta e a doppio senso. Per coprire i 170 km che separano Sarajevo da Zabliak abbiamo impiegato circa 6 ore. Per via delle strade molto tortuose e delle condizioni meteo avverse siamo arrivati a destinazione parecchio stanchi. Da sottolineare che a Zabliak la sera dopo il temporale faceva veramente freddo (5°) e noi non eravamo minimamente attrezzati!
Il giorno successivo, in mattinata, siamo andati in auto a vedere il ponte Durdevica (***) sul fiume Tara, mentre nel pomeriggio, con temperature già più gradevoli, abbiamo passeggiato attorno al Crno Jezero (lago Nero) (*****) e poi raggiunto, tramite un facile sentiero, il Zminje Jezero (**).
Il nostro programma prevedeva quindi di spostarci verso la costa adriatica per passare finalmente un paio di giorni al mare. Una volta lasciato Zabliak, dirigendosi verso la costa, abbiamo fatto una sosta al monastero Ostrog (***), uno dei luoghi più sacri del Montenegro. Poi, invece di dirigerci direttamente verso Canj (dove avremmo pernottato per le successive 3 notti) abbiamo fatto una lunga ma spettacolare deviazione lungo il Skadarsko Jezero: prima di raggiungere Podgorica abbiamo deviato in direzione Budva per poi prendere la stradina che porta a Rijeka Crnojevića e, costeggiando tutto il lago, abbiamo raggiunto Virpazar. Questo lunga e lenta deviazione offre scenari unici sul lago e soprattutto il famoso punto panoramico (*****) a pochi km da Rijeka Crnojevića merita una sosta. Da considerare però che la strada che costeggia il lago è molto stretta e malmessa; la nostra velocità media è sempre stata sui 20Km/h.
Relativamente ai nostri giorni passati nella costa montenegrina degna di nota è la spiaggia della regina (****), raggiungibile con pochi € tramite un taxi-boat dalla spiaggia di Canj. Ci è piaciuta anche la spiaggia di Perazica do (***) con annesso mostro ecologico incompiuto, mentre si è rivelata decisamente più tranquilla e isolata la spiaggia di Murici (***) sul lago Skadarsko – certo la strada per raggiungerla è sempre tortuosa e lenta. Abbiamo avuto modo di visitare velocemente anche il centro storico di Budva (***), carino ma non imperdibile.
Lasciata la costa adriatica ci siamo diretti verso la baia di Kotor, includendo nel tragitto il mausoleo Njegos (5€) (***) passando senza fermarci da Cetinje. Da notare che per arrivare al mausoleo è necessario pagare il ticket di accesso al parco Lovcen (2€). Seguendo poi la strada panoramica dai numerosi tornanti siamo scesi a Kotor (****), molto bella e ben tenuta, ma decisamente molto turistica (lo si capisce anche dai prezzi). Nella baia di Kotor abbiamo pernottato a Risan (2 notti), decisamente più economica di Kotor ma comunque una buona base per esplorare l’area.
Il giorno seguente abbiamo visitato Perast (***) e Herceg Novi (**) fermandoci qualche ora in spiaggia. Da sottolineare che le spiagge nella baia di Kotor sono parecchio bruttine (spesso sono piattaforme di cemento) e l’acqua del mare abbastanza sporca o comunque mai limpida (per via del limitato ricircolo). Con il senno di poi sarebbe stato meglio dedicare una sola giornata alla visita della baia saltando Herceg Novi ed evitando le spiaggia.
Il giorno dopo abbiamo lasciato il Montenegro per dirigerci in Croazia (nessun tempo di attesa alla frontiera verso le 8 di mattina): l’ultima tappa del viaggio è stata Orebic (5 notti) nella penisola Peljesac per goderci qualche giorno di mare. Per arrivare a destinazione abbiamo fatto tappa a Dubrovnic (****) dove ci siamo fermati giusto un paio d’ore: molto bella come ci immaginavamo e molto affollata.
Di per sé Orebic non offre nulla di particolare, ma la penisola Peljesac è un vero paradiso per gli amanti del mare che cercano spiagge incontaminate e non troppo affollate. In quattro giorni siamo riusciti a vedere le seguenti spiagge: Prapratno (****), Mokalo (****), Divna (*****) e Duba (*****). Quest’ultima è decisamente la più incontaminata e tranquilla visto che si deve raggiungere tramite un sentiero di circa 20 minuti.
Lasciato Orebic, in circa 3:30, siamo ritornati a Split dove si è concluso il nostro giro. E’ stata una vacanza molto intensa e varia che ci ha permesso di vivere un bel mix di esperienze. Eravamo un po’ preoccupati per la nostra auto, per via di tutte le strade dissestate percorse, ma alla fine tutto è andato bene.