La storia di un trattore diventato leggenda: ecco come nel 1951 uno sciopero a Reggio Emilia ha dato vita a un piccolo capolavoro di ingegneria

Stefano Maria Meconi, 30 Apr 2025
la storia di un trattore diventato leggenda: ecco come nel 1951 uno sciopero a reggio emilia ha dato vita a un piccolo capolavoro di ingegneria

In occasione del 1° Maggio, Festa dei Lavoratori che viene celebrata in pressoché tutta l’Europa ma, curiosamente, non nei paesi anglosassoni, gettiamo luce su un ricordo della storia italiana al quale anche Turisti per Caso, nel suo piccolo, ha contribuito. L’occasione, del resto, è particolarmente interessante: mercoledì 30 aprile alle 23.30 La7 trasmetterà il documentario La Vaca ad Fer – Il trattore operaio, realizzato dal nostro Patrizio Roversi, che ha dedicato mesi alla ricerca di notizie, curiosità e aneddoti storici sul trattore R60. Di cosa stiamo parlando? Scopriamolo insieme.

la vaca ad fer

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Le rivolte operaie e la nascita di una leggenda

Siamo nel 1950: la Seconda guerra mondiale è appena passata, l’Italia è in preda a una febbre da ripresa economica senza precedenti e lo sviluppo industriale sta trasformando non solo i territori, ma anche i ceti sociali. La lotta per i diritti degli operai è appena agli inizi: per ben 368 giorni, tra il 1950 e il 1951, le Officine Reggiane a Reggio nell’Emilia sono al centro di uno sciopero a oltranza, ma che non ferma la produzione. Le tute blu dell’epoca, che per anni hanno lavorato alla costruzione di carri armati, proiettili e armi, decidono di dare vita alla Vaca ad Fer, la vacca di ferro, ovvero quel Trattore cingolato R60 per il quale hanno avuto un ruolo fondamentale le donne emiliane, anch’esse protagoniste della lotta per i diritti.

Centinaia di donne e uomini che, per più di un anno, sfidano un sistema produttivo ed economico e protestano, potendo contare sulla diffusa solidarietà generalizzata di contadini, commercianti, protagonisti della vita quotidiana e anche di politici e intellettuali del calibro di Nilde Iotti, Giuseppe Di Vittorio, Italo Calvino, Carlo Levi, Renato Guttuso. Il tutto, con un’idea: produrre un trattore del popolo, per il popolo.

R60, o “Vaca ad Fer” che dir si voglia, è però oggi niente più che qualche scatto perso nella memoria: nessuno sa bene che fine abbia fatto. Ed ecco come è nata l’idea del documentario di Patrizio Roversi, che,  tra un’indagine poliziesca e una ricerca sociologica, vuole ricostruire attraverso le testimonianze di ex operai, sindacalisti, appassionati collezionisti, dove potrebbero essere oggi i trattori. 

Un dialogo con il territorio

Nel corso del documentario sul trattore operaio Patrizio ha incontrato e dialogato con personaggi del mondo operaio di ieri e di oggi. Tra questi c’è la oggi 98enne Giacomina Castagnetti, la prima “conducente” del trattore R60 nel 1951, ma anche Maurizio Landini, attuale segretario della CGIL – Confederazione Generale Italiana del Lavoro, per parlare del rapporto che intercorreva (e intercorre) tra impresa, manodopera e territorio.

Il documentario, condotto da Patrizio Roversi e diretto da Giuseppe Ghinami, non è solo un modo speciale di ripercorrere la storia di un pezzo d’Italia e di come il nostro Paese sia evoluto dal dopoguerra a oggi, ma anche un salto romantico tra rivoluzioni, società e persone che si incontrano, dialogano all’insegna della solidarietà collettiva. E ancora, è la rappresentazione di come le vecchie Officine Reggiane oggi siano il Tecnopolo della città, una trasformazione architettonica e funzionale che ha portato in città nuova vita, lavoro, conoscenza.

 



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