Porto, dolce Porto. La città portuale lusitana tra monumenti, vino e Pasteis

Week end lungo di un gruppo di colleghi e amici
Scritto da: Tonyofitaly
porto, dolce porto. la città portuale lusitana tra monumenti, vino e pasteis
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Dopo due anni di sospensione causa pandemia, finalmente è ritornata la vecchia tradizione del viaggio annuale con i colleghi: dopo i fasti di Marrakech, Siviglia e Granada (purtroppo Valencia è stata annullata causa Covid), si è ripresentata l’occasione del classico w-e lungo da trascorrere insieme in ottobre e la meta scelta, grazie ad una buona combinazione di prezzi tra voli e albergo, è stata Porto.

Già a maggio 2022 la mail informativa l’ho spedita agli interessati e, dopo la risposta positiva di quasi tutti, ho provveduto a prenotare i biglietti aerei Orio-Porto e Porto-Malpensa con Ryanair per un importo totale singolo di € 103,00 comprensivo della priority e di un bagaglio da stiva cumulativo di 20kg.

Ho, ovviamente, prenotato anche l’albergo e la scelta è caduta sull’Ibis Porto Centro Sao Bento, un due stelle situato nel quartiere di Bolhao, a due passi da rua da Santa Catalina e dal Mercato omonimo: il prezzo cadauno è stato di € 166, inclusa la prima colazione.

Trascorsa l’estate e con l’approssimarsi della partenza, prenoto un transfer privato per gli aeroporti italiani (essendo in dieci, optiamo per una ditta privata che opererà il servizio al prezzo di 65 euro cadauno) nonché il taxi da e per l’aeroporto di Porto e l’albergo, che ci costerà 17 euro in a/r.

In ultimo, prenoto sia l’ingresso alle cantine Calém per domenica pomeriggio che la cena del sabato tramite il sito del ristorante.

Sabato 22 ottobre

Sono le 7 del mattino ed il pullman G.T. messoci a disposizione dalla ditta imbocca l’A1 in direzione Orio: il nostro volo parte alle 10 e siamo tutti belli affiatati e pronti a visitare la città.

Ad Orio, dopo i controlli, ci imbarchiamo sul volo che arriva, dopo poco più di due ore di viaggio, in una ventilata Porto, facendo un atterraggio a dir poco inquietante.

I due taxi prenotati ci attendono all’uscita e subito ci portano all’hotel, sito in rua da Alegria: il check in è celere, le camere assegnate e i bagagli riposti negli armadi.

Ora siamo pronti per iniziare il giro.

Intanto si è fatta ora di pranzo e ci rechiamo nella vicina Praça dos Poveiros, dove troviamo posto da Casa Guedes, un ottimo ristorante in cui assaggiamo la nostra prima francesinha.

Da qui, ci spostiamo poi verso l’Igreja de Santo Idelfonso, che ci accoglie con i suoi alti campanili e gli azulejos sulla facciata.

Scendendo per rua do Cima de Vila, sbuchiamo proprio alle spalle del Terreira da Sé, la piazza che ospita sia la Sé sia una serie di reminiscenze del passato: la statua di Vimara Perez, primo governatore della contea di Porto; la fontana dell’Angelo, di stile barocco; l’Antigua casa da Camara, dove si riunivano i 24 rappresentanti dei mestieri di Porto; il Pelourinho do Porto, una colonna in stile manuelino che, in effetti, è un’antica gogna (sono ancora visibili ì ganci dove venivano impiccati i criminali) ed infine la Torre Medievale, una casa medievale fortificata ricostruita e appartenente alle vecchie mura, che ora ospita l’Ufficio dell’Ente del Turismo.

Tutto ciò fa da contorno alla Sé o Cattedrale di Porto, un edificio che risale al XII secolo e che si distingue per il suo aspetto austero e per le imponenti torri gemelle che fiancheggiano la stretta facciata. Dalla piccola guida a disposizione apprendiamo che l’edificio subì alterazioni nel corso dei secoli, motivo per il quale gli stili architettonici sono molteplici e vanno dal gotico del chiostro al barocco del portale d’ingresso e della piccola loggia sulla fiancata: l’unico elemento originario rimasto è il rosone del XIII sec. L’entrata per i gruppi è scontata (€ 3) e siamo accolti dalle grandi colonne che aumentano la sensazione di ristrettezza e altezza della navata centrale. Visitiamo anche i chiostri del Trecento, accedendovi dall’interno della cattedrale, le cui pareti sono rivestite di azulejos decorate con scene di vita della Vergine e delle Metamorfosi di Ovidio. Usciti dalla visita, ammiriamo di fianco alla cattedrale il palazzo del Tribunale canonico e il Paço Episcopal (Palazzo Episcopale) e poi ci inoltriamo per Rua de Dom Hugo dove però troviamo chiusi sia la Capela Nossa Senhora das Verdades, sia il Palacio Freire de Andrade, che ospita sale dedicate alla pittura e alle maioliche portoghesi, che la Casa Guerrero Junqueiro, un bel palazzo in stile barocco che conserva una bellissima collezione di mobili, oggetti d’oreficeria e argenteria portoghesi come gioielli, sculture, statuine di ceramica, vetro e metallo.

A questo punto è d’obbligo dirigersi verso il Ponte Dom Luis I, progettato da un assistente di Gustave Eiffel ed aperto nel 1886: è ispirato alla torre Eiffel e consiste in un ponte ad arco in ferro lungo 385 m e alto 85 m, che varca il fiume Douro. Questo ponte possiamo attraversarlo solo noi pedoni e la metro sulla parte superiore mentre nella parte inferiore è anche attraversato dalle auto. Giungiamo dall’altra parte, situata a Vila Nova da Gaia, e apprezziamo il bel panorama che sia apre sulla città stando sotto la mole del Mosteiro da Serra do Pilar: il tramonto rende molto bello e suggestiva la veduta a 180° davanti a noi.

Ritorniamo indietro, ammirando sulla sinistra la Muralla Ferrandina, costruita nel XIV secolo e di cui ne rimangono visibili solo alcune torri e una parte delle mura, ed arriviamo a Sao Bento, una delle principali stazioni ferroviarie di Porto: edificata dove un tempo c’era il monastero omonimo e finita nel 1916, il suo interno è rivestito da 20.000 azulejos che raffigurano i primi mezzi di trasporto, scene della storia del Portogallo e semplici paesaggi rurali.

Di fronte, l’Igreja de Santo Antonio dos Congregados ha, esternamente, una delle facciate più belle di Porto con le finestre abbellite da piastrelle moderne raffiguranti scene della vita del Santo: entriamo e notiamo che la parte interna è composta da una cappella maggiore, una navata e un piccolo transetto, con coro alto e un bellissimo organo. Ormai è quasi sera e ci avviamo verso Rua de Santa Catarina, una via piena di negozi, bancarelle, ristoranti e caffetterie, perdendoci un po’ tra i primi acquisti di souvenir e regalini.

Do appuntamento ai miei colleghi per le 20,45 nella hall dell’albergo e, appena riuniti, ci rechiamo da Vaccarum, una steakhouse vicino al mercato di Bolhao, dove ho prenotato un tavolo: una scelta vincente perché qui assaggiamo davvero un’ottima carne accompagnata da uno squisito porto.

La passeggiata di rientro ci permette di digerire il buon cibo e la dormita salutare di riposarci dalla stanchezza del viaggio.

Domenica 23 ottobre

Pioggia notturna e giornata uggiosa e coperta non ci desisteranno dal continuare la visita alla città quindi, dopo colazione, iniziamo seguendo un itinerario da me prestabilito.

Partiamo per la prima tappa scendendo per rua da Alegria e svoltando su rua de Tomàs per fermarci proprio davanti la Capela das Almas, dedicata a Santa Caterina ed affacciata sulla via omonima: costruita nel XIII secolo, fu la prima chiesa della città e le sue mura esterne sono totalmente coperte da 16.000 piastrelle di ceramica bianche e blu che ritraggono delle scene come la morte di San Francesco d’Assisi o il martirio di Santa Caterina oltre che delle loro vite.

Proseguiamo dritti fino all’Igreja da Trindade, una delle più imponenti della città di Porto, e ci accomodiamo in quello che si presenta come un edificio neoclassico con alcuni dettagli di tradizione barocca, soprattutto all’interno: nel mentre che la visitiamo, un violento temporale si abbatte fuori.

Per fortuna dura poco e quindi riprendiamo il percorso conoscitivo arrivando nella Avenida dos Aliados, la lunga piazza su cui spicca la Camara Municipal, un edificio neoclassico del ‘900 alto sei piani, con una sala d’ingresso in marmo nero e una torre dell’orologio alta 70 metri. Davanti sono state poste le lettere P O R T O a formare il nome della città (dove tutti si fanno foto e selfie) e di fronte si trova la statua di Almeida Garrett, poeta portoghese, mentre al centro c’è la fonte di Aliados: il tutto è circondato da palazzi monumentali in stile Art Nouveau costruiti nel XX secolo; Scendendo lungo l’Avenida ammiriamo la statua detta “Abbondanza”, rappresentata da tre bambini che portano una ciotola con fiori e frutti; poi c’è il simbolo di Porto ossia una scultura in granito in cui sono raffigurati un guerriero con una lancia e uno scudo e un drago; alla fine della piazza troviamo la statua equestre del re Pietro IV, un monumento di dieci metri d’altezza in bronzo del 1862.

Purtroppo ci sono dei grossi lavori in corso quindi, per raggiungere la Igreja e la Torre dos Clerigos, dobbiamo fare un po’ il giro dell’oca che ci fa allungare solo di una decina in minuti in più il cammino: tramite le stradine interne di Vitòria arriviamo sulla cima della collina che ospita i due complessi, i quali fanno parte di un unico edificio di ispirazione barocca del XVIII secolo e che comprende, appunto, la chiesa di forma ovale e la torre, alta 75 m. Fatte le dovute foto, entriamo nella chiesa (questa visita è gratis) per ammirare il primo edificio sacro a pianta ellittica. Inoltre, le varie finestre esistenti permettono l’ingresso della luce, che esalta lo splendore dell’intaglio dorato presente nella chiesa e creando, così, un bellissimo insieme di colori con il marmo. La cupola reca lo stemma della Confraternita dei Chierici, e sullo sfondo, la spaziosa cappella di forma rettangolare oblunga è impreziosita da un altare marmoreo e da una pala d’altare di ispirazione rococò, che contiene l’immagina della Madonna Assunta. Ci spostiamo, quindi, nella Casa della Confraternita, dove ha sede il Museo che contiene collezioni di scultura, pittura, mobili e oreficeria.

Evitiamo la salita alla Torre, a pagamento, perché prenderebbe molto tempo per la fila d’ingresso e per la salita (sono 225 gradini!) ma, esternamente, ne ammiriamo la bella silhouette barocca.

Proseguiamo, tagliando per Praça de Lisboa e passando davanti l’enorme mole dell’Università e della Fontana dei Leoni raggiungiamo una delle più belle chiese della città e del Portogallo: la Igreja do Carmo. Sebbene sembri un’unica chiesa, in realtà ne sono due: la chiesa do Carmo, costruita nella seconda metà del ‘700, e la chiesa gemella del primo ‘600, dedicata alle Carmelitane. Ammiriamo l’esterno della prima, abbellito da un magnifico pannello di azulejos che raffigura la creazione dell’ordine dei carmelitani sul monte Carmelo, e la facciata principale, riccamente decorata, poi entriamo dentro (3 euro) dove si fanno notare sia la pala dell’altare maggiore intagliata in oro sia diversi “retablo” rococò anche loro in legno intagliato e dorato, realizzati nel XVIII secolo, che rappresentano temi della Passione di Cristo. Visitiamo anche la casa stretta, sita tra le chiese ed abitata dal sacrestano, e poi scendiamo nelle catacombe per finire la visita nel ricco museo presente.

Usciti, attraversiamo i Jardim da Cordaria per inoltrarci in rua de Sao Bento da Vitoria, lì dove una volta c’era il ghetto ebraico: sbuchiamo, alla fine, sul Miradouro da Vitòria, da cui facciamo belle foto e riprese al panorama che si presenta. La discesa verso la parte bassa della città prosegue lungo rua da Vitòria e le immediate scalinate che ci portano a sbucare proprio all’incrocio tra rua Belomonte e rua Borges, la strada che scende verso il porto.

Passiamo davanti il Palacio da Bolsa (la cui visita va prenotata) e poi ci infiliamo in Rua da Reboleira dove, tra i suoi palazzi, si respira ancora l’aria della Porto medievale: entriamo sull’ampio cais, ossia il lungofiume di Porto che costeggia il fiume Douro, che qui prende il nome di Cais da Estiva e la passeggiata, col sole appena uscito, diventa molto piacevole. Passeggiando, lungo di essa incontriamo il Postigo do Carvão, l’unica sopravvissuta delle 17 porte aperte nella muraglia fernandina, e in Praça da Ribeira, oltre ai colorati palazzi, ci troviamo tre fontane: la fonte di San Giovanni battista con l’omonima statua; la fonte del Cubo del 1976 e la scenografica fontana monumentale da Ribeir1a, addossata alla facciata di un palazzo.

Da questa piazza inizia il cais da Ribeira, che prende il nome dal quartiere che si affaccia su di esso, le cui case colorate e vissute sono diventate un’attrattiva della città e sono i principali soggetti delle nostre foto insieme al Ponte e al fiume pieno di rabelos, le tipiche barche.

Data che è ora di pranzo, con un po’ di difficoltà troviamo un tavolo da Chez Lapin, in cui assaggiamo piccoli stuzzichini e deliziosi panini sia al pesce che con la carne.

Dopo il lauto pranzo e la scrosciante pioggia caduta nel mentre, ci rechiamo verso l’altra riva del fiume, avendo alle 16,30 prenotato l’ingresso alle cantine Càlem, uno dei marchi di vino più prestigiosi di questa regione.

Il tour inizia con la storia delle cantine e di come poi viene prodotto il vino (distinguendo le varie fasi di preparazione, di imbottigliamento e di conservazione) e finisce dopo un’oretta con una degustazione di due tipi di porto: il tutto, tra l’interesse generale della comitiva alle informazioni e un po’ di sana allegria post bevuta.

All’uscita, ripercorriamo la strada a ritroso (ripassando, quindi, nella parte bassa del ponte Dom Luis I) e risaliamo per rua de San Joao fino a rua das Flores, una strada pedonale tra le più commerciali ma anche più eleganti della città: lascio il gruppo libero di godersi qualche ora di shopping e scuriosamento tra i negozi e do appuntamento per le 20,45 nella hall dell’albergo.

Riunitici tutti in serata, ci rechiamo da “’O Escondidinho”, un tipico ristorante portoghese dove ceniamo anche qui molto bene.

La solita passeggiata per rua de Santa Catarina ci aiuta a digerire ma ritorniamo presto in albergo perché qualche goccia inizia a scendere dal plumbeo cielo.

24 ottobre

Anche questa mattina ci svegliamo con il rumore della pioggia che batte sui vetri ma, dopo colazione, per fortuna termina e ci permette di uscire per nuove interessanti visite.

La prima è alla Livraria Lello, su richiesta unanime di quasi tutto il gruppo, e ci arriviamo dritti con una passeggiata di una decina di minuti. Giunti, ci mettiamo in fila ma scopriamo che per accedere non si vendono più i biglietti al momento ma vanno acquistati prima on line: dopo un attimo di panico e di cambi di fila (si fa la fila in base all’ora d’ingresso prenotata), riusciamo a prenotare per le 11.

Finalmente entriamo e la libreria famosa per la saga di Harry Potter si apre alla nostra visita: si sprecano foto e riprese sulla famosa scala in legno, con i gradini rossi che ricordano una cascata e che ci guidano verso la parte superiore, piena di libri di ogni genere e lingua. Facciamo foto anche al bellissimo soffitto la cui vetrata fa trasparire la luce naturale e crea un’atmosfera davvero suggestiva.

Dopo una breve sosta da Amorino Cafè scendiamo per rua dos Clerigos e veniamo attratti dalle colorate vetrine di Comur, un locale che vende pesce in scatole molti particolari, da poter regalare come souvenir. Dopo la breve sosta proseguiamo per rua Trinidade Coelho e rua da Flores, poi in rua de Ferreira Borges ed infine ci fermiamo alla stazioncina del tram davanti la Igreja de Santo Francisco, che visiteremo più tardi: ora è il tempo di prendere il tram n. 1 e recarci verso l’Oceano Atlantico.

Il viaggio dura una ventina di minuti e ci lascia al terminal di paseio Alegre, proprio di fronte alla cappella – faro di Sao Miguel che è un ex eremo e faro completato nel 1538 ed è il più antico faro esistente del Portogallo nonché uno dei più antichi d’Europa: proprio prospiciente ad esso, sul fiume, c’è un antico mareografo che veniva usato per misurare le maree.

Proseguiamo sulla passeggiata che lambisce la riva del Douro lì dove si getta nell’Oceano e arriviamo alla praia do Carneiro, l’ampia e lunga spiaggia affacciata sull’ora turbolento mare, che getta la sua forza con impetuose onde sulla battigia.

Di fronte s’erge la Fortaleza do Sao Joao da Foz (Fortezza di San Giovanni della foce), costruita nel tardo XVI secolo con lo scopo di difendere la costa e l’ingresso del fiume.

Ci fermiamo un po’ per visitare i due fari posti alla fine dei due moli che si protendono nel mare e per assaporare il caldo sole che sbuca dalle nuvole e poi ci rechiamo da Adega Bar per una sosta culinaria, vista l’ora: prendiamo dei deliziosi appetizer e beviamo una buona birra poi riprendiamo la via del rientro, ritornando al tram, facendo la via a ritroso e scendendo al terminal in città. Ci resta ora da visitare solo la Igreja de Sao Francisco. Questa chiesa fa parte di un complesso enorme che ha ospitato un convento di francescani, costruito nel XIII secolo insieme ad una prima chiesa: solo più tardi fu edificata quella principale. Facciamo i biglietti (9 euro) ed entriamo nel complesso, seguendo il percorso suggerito: visitiamo prima la vecchia chiesa poi la sagrestia e l’ex refettorio che contengono statue, quadri e reliquari vari; scendiamo, quindi, nelle sottostanti catacombe, in cui sono stati sepolti molti sacerdoti dell’ordine francescano e vari esponenti delle famiglie nobili della città.

Da qui ci spostiamo nella chiesa di fronte e restiamo colpiti, appena entrati, dalle opere barocche di talha dourada (è la tecnica di rivestire d’oro il legno e ritagliarlo) del XVIII secolo, che rivestono tutt’e tre le navate. Ricoperti di oro ci sono anche gli altari, le colonne e il rivestimento delle volte.

Ci aggiriamo e ammiriamo la bellezza di questo interno ed un gentile signore ci invita a notare quello che è la vera particolarità della chiesa ossia l’albero di Jesse, un grande intaglio di legno che rappresenta una schematizzazione dell’albero genealogico di Gesù a partire da Jesse, padre del re Davide: da lui si protendono i rami su cui si può vedere appunto re Davide a destra con l’arpa, re Salomone (figlio di Davide) a sinistra fino a salire in alto a Giuseppe e Maria con Gesù Cristo al centro tra i due.

Terminata l’interessante e bellissima visita, usciamo dalla chiesa che è già pomeriggio inoltrato e ci incamminiamo per risalire verso l’albergo: cogliamo l’occasione, passandoci davanti, per ammirare la rossa struttura del mercato Ferreira Borges, un esempio d’architettura del ferro ora archeologia industriale.

All’inizio di rua das Flores decidiamo di separarci, non senza aver prima dato appuntamento alla solita ora nella hall, così c’è chi si dedica a piccole compere, chi si ferma per un aperitivo e chi, invece, va verso l’albergo o decide di spostare il suo shopping in rua de Santa Catarina, piena di negozi, locali e un grande centro commerciale.

Comunque, all’ora stabilita, siamo di nuovo riuniti e andiamo a cena da Casa Riberio, nella Praça dos Poveiros: i deliziosi antipasti e il buonissimo polpo mangiato saranno ricordati a lungo dal gruppo.

La serata uggiosa ci permette comunque di fare una passeggiata fino al Terreiro da Sé, passando per Praça da Batalha (che ospita la statua del re Dom Pedro V e il Teatro Nacional Sao Joao) e per rua da Carveira: ci vogliamo concedere un ricordo della città di sera, visto che oggi è l’ultima che trascorriamo qui a Porto.

25 ottobre

Ultimo giorno a Porto: abbiamo il volo nel pomeriggio così, dopo la colazione e l’aver lasciato i bagagli in deposito all’albergo, finiamo di fare le nostre visite e le passeggiate previste.

Prima tappa prevista è il Mercato di Bolhao, inaugurato nel 1914 e restaurato negli anni scorsi, che offre prodotti di vario genere sia alimentari che casalinghi: vale la pena un giro giusto per vedere la quotidianeità di Porto, anche se non regge il paragone con altri mercati famosi come la Boqueria di Barcellona o il Nagycsarnok di Budapest.

Noi entriamo dal lato nord, in rua Fernando Tomas, e usciamo dopo una mezz’ora da quello sud, su rua Formosa, entrando in una pasticceria molto chic proprio di fronte, la Confeitaria do Bolhao per un caffé e una pasteis de nata a metà mattina.

Dopo, riprendiamo la passeggiata scendendo per rua da Sé de Bandeira ed arriviamo al Terreiro da Sé, con l’intenzione di inoltrarci per la Porto medievale: ci affacciamo prima dal Miradouro da Rua das Aldas, proprio sotto la piazza, e poi ci inoltriamo nella stradina omonima.

Scendendo tra le case addossate che ricordano i carrugi di Genova o i vicoli di Napoli, giungiamo alla Igreja de Sao Lourenço e all’adiacente moradouro, che offre un altro punto di vista dall’alto della città.

Continuiamo a scendere e terminiamo la passeggiata in largo Sao Domingo, proprio all’inizio di rua das Flores: a questo punto, si decide di ritornare indietro e di andare di nuovo verso il mercato di Bolhao, con l’intenzione di acquistare da Manteigaira – Fàbrica de pasteis de nata, delle confezioni di questo dolce tipico portoghese da poter portare nel bagaglio.

Fatto l’acquisto, decidiamo di pranzare in prossimità dell’albergo e andiamo in Praça dos Poveiros per uno spuntino prima del pick up: ci fermiamo da Cachorro, dove mangiamo un tramezzino prima di ritornare in albergo, ritirare le valige ed aspettare i taxi che ci ricondurranno in aeroporto.

I due taxi sono puntualissimi e ci lasciano dopo mezz’ora all’ingresso del trafficato aeroporto: al check in scopriamo che il volo è in ritardo quindi, dopo i controlli, molti si tuffano al duty free per ulteriori acquisti, soprattutto di porto (il vino, non la città!).

Partiamo con ben più di due ore di ritardo, atterrando in una umida Malpensa dove troviamo iil pullman G.T. che ci riporta a casa.

Ci salutiamo al punto d’arrivo constatando che Porto già ci manca.

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