4 giorni a Siviglia per l’Epifania 2022

Un lungo weekend alla scoperta della regina dell'Andalusia
Scritto da: glo.travel
4 giorni a siviglia per l'epifania 2022
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Sono partita alla volta di Siviglia in una fredda notte di gennaio, precisamente il giorno dell’Epifania 2022. È l’alba e da Bologna si decolla per il Sud della Spagna, in una delle città più belle della regione dell’Andalusia.

Atterrata dopo circa due ore di volo, subito mi metto alla ricerca dell’autobus che dall’aeroporto mi porterà al centro. Il servizio è comodo, economico e in circa mezz’ora si arriva al piazzale della fermata degli autobus (Plaza de Armas). Il mio hotel (Hostal Sierpes) si trova a 20 minuti a piedi da Plaza de España e 10 dalla cattedrale.

Subito dopo aver lasciato il bagaglio e aver fatto le operazioni di check-in, m’incammino verso Plaza de España. Il clima è diverso da quello italiano, c’è il sole e la temperatura intorno ad ora di pranzo è sui 10/12 °C. Plaza de España si apre ai miei occhi in tutta la sua maestosità e bellezza, con la sua forma semicircolare e questo suo color mattone acceso. Percorrendola, si notano i nomi delle 48 provincie spagnole, tutte rigorosamente scritte e decorate in ceramica e marmo, una vera e propria esplosione di colore che si contrasta con il color mattone acceso che predomina la piazza. La piazza è attraversata da un canale e da 4 ponti. Ripeto, una piazza così non è consuetudine poterla ammirare e in un contesto così non potevano mancare alcuni artisti di strada (bailaor) che si stavano esibendo nel celebre ballo che ha resto famosa Siviglia e l’Andalusia in generale: il flamenco. Rimango incantata da questa danza e decido che in una delle sere sivigliane, sarei andata a vedere uno spettacolo dal vivo di flamenco.

Di fronte a Plaza de España, vi è il famoso Parque de Maria Luisa, uno dei “polmoni verdi” di Siviglia. Mi ci immergo letteralmente, tra i viottoli di alberi e piante, carrozze di cavalli, le varie glorietas (i gazebi da giardino tutti curati nei minimi dettagli) e  le immancabili piante di agrumi in frutto.

Continuo a camminare, lungo Canal de Alfonso XII, estuario del famoso fiume Guadalquivir, il fiume che attraversa la regione andalusa, ed arrivo davanti a Palazzo San Telmo, il palazzo che oggi ospita la sede della Regione. Essendo festa, il Palazzo è chiuso, quindi non visitabile.

Proseguo e poco dopo si innalza davanti a me la Torre de Oro, questa torre di sorveglianza militare, eretta per conto di uno dei califfi durante il periodo di colonialismo arabo della città andalusa.

Dopo pranzo, continuo a camminare lungo Paseo de Cristobal Colon e giungo a la Plaza de Toros de la Real Maestranza de Sevilla. Acquisto il biglietto a 10€ per poterla visitare e mi colpiscono da subito i colori bianco, in contrasto con il rosso e il giallo senape che predominano sul resto. È veramente grande, la più grande di tutta la Spagna, con i suoi 14mila posti a sedere, quindi merita una visita se si è in città.

Uscendo dalla piazza, continuo a camminare lungo il canale, scaldata dal tepore del sole sevillano e in circa 45 minuti arrivo al Ponte dell’Alamillo, il ponte progettato da Calatrava, il famoso architetto spagnolo. Dopo alcune foto di rito, ritorno indietro fino al Ponte di Triana, uno dei ponti che collega Siviglia, e prendo Calle Reyes Catolicos. In circa 20 minuti sono davanti alla Basilica Macarena, che però e chiusa.

In 10 minuti giungo in uno dei posti più frequentati di Siviglia, da famiglie e giovani, soprattutto per ora di aperitivo/cena, l’Alameda de Hercules. Qui si trovano tapas, bar, locali che propongono i loro prodotti, per ogni palato, oltre a concerti dal vivo. Dopo il mio aperitivo con tanto di tapas, decido di andare a godermi il tramonto in uno dei posti più celebri di Siviglia, la Setas. La Metropol Parasol, meglio nota come Setas de Sevilla, è una struttura in legno e cemento a forma di nido d’ape, che ospita bar e ristoranti al piano terra e nei dintorni. Inoltre dispone di una terrazza dalla quale si gode della vista di Siviglia dall’alto. Acquisto il biglietto al costo di 8€ e salgo sulla sommità ed attendo il momento dell’atardecer sevillano, il tutto condito da uno spettacolo di luci colorate che cambiano in maniera continua dando vita ad un vero e proprio spettacolo. Bellissimo. La mia prima giornata in quel di Siviglia non poteva concludersi in modo migliore.

Venerdì 7 gennaio

Mi sveglio presto, alle 8 sono già in giro e come di consueto succede in Spagna, non c’è nessuno in giro a quest’ora (consideriamo anche il fatto che il sole qui albeggia più tardi, alle 8 è ancora un po’ buio e i lampioni sono ancora accesi). Oggi lascio momentaneamente Siviglia per visitare Cordoba. Arrivo alla Stazione di Santa Justa e acquisto il biglietto del treno meno costoso (11.20€ a tratta per il regionale da 1h e 25 minuti di percorrenza) e parto, in perfetto orario, per Cordoba. Ci sono anche treni più veloci, ovviamente, al costo di 25€/30€ a tratta, ma se non avete particolarmente fretta, andate sul treno più lento, che a mio avviso è economico, pulito e in perfetto orario.

Dalla stazione, in circa 20 minuti a piedi, si raggiunge la più importante attrazione di Cordoba, la Mezquita, la Cattedrale. Arrivata lì davanti, prenoto l’entrata alle ore 12.30 al costo di 11 € ai quali aggiungo 3€ per la torre campanaria. Nell’attesa di visitare questa meraviglia, lascio la Mezquita alle mie spalle e mi dirigo verso il Ponte Romano, lo percorro tutto e mi lascio riscaldare da questo sole andaluso, nonostante sia pieno gennaio.

Per la mezza torno verso la Mezquita e inizio la mia visita all’interno della Moschea, oggi cattedrale di Cordoba. Anche qui, la meraviglia che mi si apre davanti è difficile da descrivere se non la si vede con i propri occhi: lo stile arabo della moschea, eredità dei musulmani che avevano colonizzato la città, si fonde con i riferimenti cristiani, in un contesto armonioso e simbiotico.

M’immergo in questa che è la moschea più grande del mondo islamico, oggi cattedrale cristiana, diventata, per ovvi motivi, Patrimonio dell’Umanità UNESCO.

Dopo la moschea, salgo sulla Torre Campanaria, da dove si può ammirare Cordoba dall’alto.

Uscita dalla Mezquita, m’incammino verso il centro storico, percorro Via de Flores e mi fermo per un pit stop culinario (se volete un posticino intimo, fermatevi a El Abanico, una delle “taberne” di Cordoba), per poi riprendere per arrivare a Plaza de la Corredera e al Tempio Romano. Diciamo che Cordoba in un giornata si visita bene, e avendo finito il giro abbastanza presto, mi regalo un massaggio all’hammam El Andalus, un vero e proprio toccasana, una coccola (anche se leggermente costosa, ma si è pur sempre in vacanza).

Per le 18.30 sono nuovamente in stazione per rientrare a Siviglia. Per cena scelgo di mangiare a “La Bartola”, questo locale intimo ma carino, dove fanno tapas in diversi modi, anche per vegetariani. L’unica cosa è la sangria che viene aromatizzata alla cannella, quindi può alterare il sapore originario della famosa bevanda iberica (nel caso, basta dirlo al cameriere e vi porterà la versione “no cannella”). Prima di rincasare, decido di fare due passi verso Plaza de España per poterla ammirare di notte, una cosa che non sapevo è che la piazza, da novembre a marzo, viene chiusa dopo le ore 22.00, quindi se la si vuole vedere, occorre andarci prima di quell’ora.

Sabato 8 gennaio

Oggi è il giorno della visita al Real Alcazar. Avevo prenotato il biglietto d’accesso online al costo di 14,50€ + 6€ di audioguida. Alle 9.30 entro ed inizio ad ammirare questo palazzo reale, uno dei migliori esempi di architettura mudejar, l’architettura rimasta dopo la colonizzazione musulmana della città, terminata con la riconquista degli spagnoli intorno al 1500, con lo sviluppo del colonialismo iberico, iniziato ai tempi di Cristoforo Colombo nel 1492.

Perdersi nelle sue stanze e viali e qualcosa di speciale, bellissimo, affascinante.

Il Palazzo è costeggiato dai Giardini Reali, curati in ogni singolo dettaglio, dalle piante, all’uso delle ceramiche che vengono usate per le scale, le glorietas, agli archi che riprendono lo stile musulmano. Terminata la visita ai giardini, ad un minuto a piedi, decido di far visita all’Archivio General de Indias, ad ingresso gratuito. Questo archivio storico detiene al suo interno i documenti che ripercorrono gli atti dei conquistadores spagnoli, tra cui il diario di bordo di Cristoforo Colombo. A poca distanza dall’Archivio General, si trova la mia prossima tappa: l’Hospital de la Caridad, un vecchio ospedale, oggi istituto di beneficienza, con il suo giardino interno che ricorda le Riad marocchine… il biglietto ha un costo di € 8, acquistabile in loco senza fare fila.

Per pranzo mi fermo in un locale dietro la cattedrale, dove fanno la paella vegetariana (porzione singola… una rarità), non prima di acquistare, al costo di 9€ il biglietto cattedrale + salita sulla Giralda per il pomeriggio (impossibile altrimenti visitare la maggior attrazione sevillana).

Alle 15.00 inizia la mia visita alla Cattedrale. Che dire, fuori lo stile gotico la fa da padrone e l’interno la cattedrale è qualcosa di meastoso e gigante. Tra le opere contenute al suo interno, non può passare inosservata la tomba di Cristoforo Colombo.

Che dire della Giralda, oggi simbolo della città. La sua funzione da campanile della cattedrale si contrasta ai tratti del minareto, di cui ancora oggi è rimasta l’impronta architettonica. Salendoci, si può godere di un panorama sulla cattedrale e su tutta la città.

Mi concedo uno snack tipico sevillano, le mandorle fritte take away, che acquisto presso La isla, questa friggitoria take away del centro. Buone ma è non proprio light, infatti per digerirle opto per camminare e perdermi lungo Calle Sierpes, la via dei negozi e dello shopping di Siviglia.

Anche oggi è stata una bella e soleggiata giornata, quindi per godermi questo ultimo tramonto sevillano, m’incammino verso Ponte de San Telmo, che divide il quartiere El Arenal, del centro, al quartiere Triana, la vera anima di Siviglia, la più nascosta.

Dal ponte mi viene regalato un bellissimo tramonto e me lo godo appieno.

Per la sera opto per andare a vedere uno spettacolo gratuito di flamenco a “La Carboneria”, questa taverna che offre tapas, bevande e spettacoli di flamenco in un magazzino di carbone. L’importante è andarci presto (max 20, 20.30) per poter trovare un posto seduti, io sono arrivata intorno alle 21 e per un po’ sono stata in piedi prima di poter trovare posto. Che dire, il flamenco non è solo un ballo, è l’anima dei sevillani e i bailaor de flamenco ne sono un vero e proprio esempio.

Domenica 9 gennaio

Ultima giornata a Siviglia, ma prima di andare in aeroporto mi rimane ancora qualche ora da turista, quindi ne approfitto per recarmi al mattino a la Casa de Pilatos, non poco distante dall’hotel. È uno dei palazzi più sontuosi della città e si dice sia stata ricostruita sulla base del palazzo di Ponzio Pilato.

Ultimo, ma non meno importante, il Quartiere di Triana, il quartiere popolare di Siviglia, che decido di visitare in quella mezza giornata a disposizione. Per inoltrarmi in questo rione, m’incammino verso il canale e attraverso Puente Isabel II, dove subito si apre il Mercado (coperto) di Triana, oggi chiuso in quanto giorno festivo.

Da qui mi perdo camminando lungo le vie di questo quartiere e subito si notano le differenze dal quartiere più signorile di El Arenal.

In una di queste vie, raggiungo una scultura alquanto curiosa e significativa. Si tratta della statua di Rodrigo de Triana, il primo uomo che, avvistando qualcosa dalla coffa della caravella la Pinta, urlò “Terra” ai suoi compagni, guidati dall’esploratore Cristoforo Colombo in quel lontano 12 ottobre 1492.

Termina così il mio lungo weekend alla scoperta, vera e propria, di Siviglia, questa città unica nel suo patrimonio architettonico, risultato della fusione perfetta tra il colonialismo musulmano e quello dei conquistadores spagnoli, che la rendono una delle più belle città del Vecchio Continente.

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panorama_dalla_giralda

vista_da_torre_campanario

tramonto_dalla_setas_de_sevilla

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statua_di_rodrigo_di_triana

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