Porto descoberta

Fine agosto nella "capitale del nord" del Portogallo
Scritto da: letisutpc
porto descoberta
Partenza il: 23/08/2019
Ritorno il: 28/08/2019
Viaggiatori: 2
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Arriviamo a Porto passando da Francoforte – 23/08

Arriviamo a Porto passando da Francoforte: no, non siamo impazziti, abbiamo solo trovato una combinazione per venire qua conveniente, anche se meno veloce.
L’aeroporto Francisco Sa’ Carneiro è moderno e non troppo lontano dalla città. Nella hall degli arrivi incontriamo la squadra del Pacos Ferreira, che domani incontrerà il Boavista, una delle 2 squadre di Porto. Per un’appassionata di calcio come me questo inizio promette proprio bene. Prendiamo la metro violeta (definirla metro è un parolone, visto che è composta di sole 2 carrozze) fino a Trindade, da qui la gialla che in 2 sole fermate ci porta a Marquez, la nostra fermata. La piazza in cui arriviamo, intitolata appunto al Marquez de Pombal, è grandissima e circondata da platani.
Il nostro b&b dista pochi passi: Carla, la manager, ci accoglie molto cordialmente offrendoci da bere e dei meravigliosi pasteis de nata, che io adoro. Ci fornisce subito una cartina di Porto, consigliandoci itinerari e ristoranti. Il b&b ha solo 6 stanze, ognuna porta il nome di un ponte cittadino: la nostra è Dom Louis I, il ponte più famoso; la stanza è proprio degna del nome, luminosa, spaziosa ed arredata con gusto. Ancora una volta Expedia non ci ha deluso!
Tempo di sistemare i bagagli e partiamo subito a piedi, direzione RUA SANTA CATARINA: beh, il primo impatto non è dei migliori, le case ci appaiono malmesse, i negozi poco attraenti e anche la gente che incrociamo non ispira fiducia. La strada è lunga, procediamo. Appena raggiungiamo la zona a traffico limitato per fortuna la via acquista un altro aspetto ed altri colori, in primis quelli meravigliosi della CAPELA DAS ALMAS, un vero trionfo di azulejos. A pochi passi, ma purtroppo impacchettato dai lavori di restauro, il MERCADO DO BOLAO, poi il grandioso CAFÈ MAJESTIC, con angeli scolpiti sul frontone ed impeccabili camerieri che piantonano l’entrata in attesa di clienti.

Scopriamo subito che ad una strada in discesa ne seguirà una in salita, poi una in discesa e così via, questa è la legge di Porto, non vi si può sottrarre. La fame e la stanchezza cominciano a farsi sentire, dopo aver scartato perché troppo caro un ristorante consigliato dalla nostra host, entriamo alla Cerviceria Brandao, vicina al COLISEUeu, un vecchio teatro in stile art decò. Il posto è molto carino, con pareti in pietra e camerieri giovani e molto gentili: io ordino una delle specialità di Porto, la francesinha, Francesco invece opta per il bacalau, altra specialità portoghese. Birra e vino tinto completano l’ordinazione. La francesinha, una specie di mozzarella in carrozza ripiena della qualunque ed affogata in un sugo di birra è veramente impegnativa, dopo alcuni bocconi non ce la faccio più a mangiarla. Dopo cena, ben consapevoli che la strada di ritorno sarà tutta in salita, rimandiamo a domani ulteriori esplorazioni urbane e raggiungiamo il nostro confortevole b&b.

Un tuffo nell’Atlantico – 24/08 

La colazione è grandiosa, fatta di tante cose buone, dolci e salate. Ciliegina sulla torta l’attenzione e simpatia del personale del b&b. Invogliati dal bel tempo, decidiamo di dedicare la giornata alla zona sud-ovest, con passeggiata sul lungomare che si affaccia sull’Atlantico e visita del borgo marinaro di Matosinhos. Dalla Praca Marques parte proprio un autobus, il 203, che ci porterà direttamente a FOZ DO DUORO, punto d’incontro fra fiume e oceano. Foz è un posto tranquillo, con le vie che degradano verso un lungomare su cui si affacciano ville e villette, alcune molto belle. Il FAROL SENORA DA LUZ, segna il confine fra mare e fiume. La spiaggia è ampia, abbastanza ventosa, i bagnanti si riparano dietro gli scogli con apposite paratie di plastica. La passeggiata sul lungomare è piacevole, ci sono bei punti panoramici con vista rigenerante sull’Atlantico. Dopo una ½ ora di camminata siamo davanti al FORTE DI SAN FRANCISCO XAVIER, chiamato anche Castelo do Queio per la forma della roccia su cui si trova. In questa zona ci sono diverse aree attrezzate per la pratica sportiva ed anche lo SEALIFE, l’acquario cittadino. Noi però proseguiamo la passeggiata verso il PARQUE DA CUIDADE, il più grande parco urbano portoghese, 10 km fra prati, sentieri, boschi e laghetti. Non male, vero? Grazie alla robusta colazione riusciamo a camminare a lungo: l’idea è quella di arrivare a Matosinhos e pranzare in un bel ristorantino di pesce. Purtroppo le indicazioni non abbondano, sbagliamo una deviazione e dobbiamo camminare assai per intravedere l’uscita del parco, poi ancora per arrivare a Matosinhos!!! Per fortuna dalla via principale passa la linea blu della metro, in ogni caso non dovremo ritornare a piedi.

Troviamo questa località di mare molto diversa da quelle della nostra Riviera adriatica: caotiche le nostre, tranquilla e sonnolenta questa. Dopo tutti i km fatti a piedi siamo affamatissimi, scoperto il “Festival do peixe y mariscos” all’interno di un parco, ci fiondiamo senza esitazione. La formula è uguale a quella di tanti festival del cibo di strada nostrani: si sceglie cosa mangiare, si fa il conto della spesa e si acquistano alla cassa le fiches corrispondenti. Mentre siamo in fila ci si avvicina una signora italiana proponendoci l’acquisto delle sue fiches: i figli hanno cambiato idea e non vogliono più fermarsi qui a mangiare. Che coincidenza, l’importo delle fiches è identico a quello che volevamo spendere, quindi facciamo lo scambio, ringraziamo la signora e andiamo nei vari stand alla ricerca dei nostri piatti. Per prima cosa un’insalata di polipo, poi sardine e bacalau, innaffiati da due bicchieri di sangria, il tutto mangiato ad un tavolino all’ombra degli ulivi. Per rilassarci ulteriormente ci sediamo sulle sdraio colorate fronte palco: musica lounge, 2 bei pasteis de nata… e chi si muove più di qui? Ovviamente, non appena usciamo dalla parte opposta del parco, tutta una serie di ristorantini di pesce con griglie fumanti si para davanti a noi…vabbè non è giusto! Facendocene una ragione decidiamo di prendere, di fronte al Lidl, un autobus che ci porterà a SERRALVES, per visitare il museo di arte contemporanea progettato dal famoso architetto Alvaro Siza Vieira. A dire il vero, piuttosto che al museo, il nostro interesse è rivolto al parco ed al villino liberty, per i quali acquistiamo i biglietti d’ingresso (12 € a testa).

Il parco, disegnato da un celebre architetto paesaggista degli anni 30, si estende per circa 18 ettari su diversi livelli: al suo interno un giardino alla francese, un laghetto, un roseto ed anche un galoppatoio. Della Fondazione Serralves fanno parte, oltre al museo di arte contemporanea ed al villino, anche il museo del cinema intitolato al regista Manuel De Oliveira. All’interno del parco, sorgono qua e là installazioni moderne, una fra tutte “Plaintoir”, una gigantesca pala rossa e gialla opera dell’artista americano Claes Oldenburg. Veniamo al villino, praticamente motivo della nostra visita: fu fatto costruire dall’industriale tessile Carlos Alberto Cabral, appassionato d’arte e di architettura che, in visita all’Expo parigino del 1925, si innamorò dello stile art nouveau e stabilì contatti con i maggiori artisti dell’epoca, a cui volle affidare la realizzazione della sua lussuosa dimora. L’esterno della villa, di un rosa pastello, ha le linee del modernismo, mentre come fossero gli interni della villa durante quegli anni lo si può vedere solo dalle foto in bianco e nero appese all’entrata di ciascuna stanza: gran parte dei bellissimi mobili originali fu messa all’asta quando Cabral dovette vendere la proprietà, rimangono solo gli arredi fissi, gli specchi, un bellissimo bagno in marmo rosa e il lucernaio del salone principale opera di Lalique. Quando la villa passò allo stato portoghese, che decise di trasformarla in monumento nazionale, l’intento dell’architetto Siza Vieira fu soprattutto quello di preservare e valorizzare l’aspetto originale, anche attraverso il riacquisto, da privati o case d’asta, di parte del mobilio venduto a metà del 20° secolo. Attualmente, il villino ospita installazioni moderne che ben si sposano con gli arredi d’epoca.

Un passaggio al bookshop poi, stanchi dopo una giornata in cui abbiamo camminato almeno una ventina di km, prendiamo l’autobus che ci porta a Bolhao. Francesco non si sente bene, quindi decidiamo di tornare a casa, ripercorrendo, in salita, la squallida Rua Santa Catarina.

Abbasso Harry Potter – 25/08

Oggi, per non stancarci fin dal primo mattino, facciamo l’abbonamento giornaliero alla metro ed arriviamo a SAO BENTO, in pieno centro. Per prima cosa andiamo a visitare la stazione ferroviaria omonima, con l’ingresso decorato da meravigliosi azulejos che documentano le grandi battaglie della storia portoghese. Dopo una breve visita alla chiesa dos Congregados, ci avviamo verso AVENIDA DOS ALIADOS, grande ed elegante, circondata da bei palazzi ed hotel di lusso. Sull’angolo destro della via, appena lasciata la chiesa, la statua in bronzo di uno strillone, collocata nell’esatto luogo dove anticamente venivano gridate le notizie. Alla estremità nord della piazza la CAMARA MUNICIPAL, davanti alla quale campeggia la scritta PORTO, oggetto di innumerevoli foto e selfie da parte dei turisti: impossibile trovarla libera!

Girando un po’ random per le vie meno turistiche ci ritroviamo in PRACA CARLOS ALBERTO, intitolata al re sabaudo che proprio a Porto visse i giorni di un breve esilio, ma questo argomento avremo modo di approfondirlo nel pomeriggio… Nella piazza è in corso il mercatino domenicale, con tante bancarelle di oggettistica dove compro una calamita per il frigorifero ed un giochino per Sky, la nostra micia. Le vie attorno alla piazza sono il regno della street art: portoni, muri, centraline elettriche sono decorati da disegni bellissimi opera di artisti portoghesi e non. Su RUA BOMBARDA un intero muro è dedicato a Don Chishiotte e al suo fido scudiero Sancho Panza. Col naso perennemente per aria arriviamo in fondo alla via e cosa troviamo? Il PALACIO DE CRISTAL in tutto il suo splendore, ma visto che è ora di pranzo ci fermiamo al Porto Santo cafè, un posticino senza pretese dove però mangiamo un ottimo bacalau. L’entrata ai giardini, causa lavori in corso non è proprio agevole, molte zone del parco sono chiuse al pubblico, compreso il Pavilhao Rosa Mota, che ha sostituito il Palazzo di Cristallo demolito nel 1951. Il palazzo era stato costruito nel 1865 per ospitare l’Esposizione internazionale di Porto. Meno male che i tanti belvedere sono accessibili, che panorami da quassù! Finalmente vediamo il Duoro ed il quartiere di Vila Nova de Gaia sull’altra sponda del fiume. Passeggiamo all’interno del parco, affacciandoci ogni tanto ad un belvedere. Nella parte sud del giardino sorge il MUSEO ROMANTICO, nel villino dove il re Carlo Alberto di Savoia si ritirò in esilio nel maggio del 1849, morendovi qualche mese dopo, nel luglio dello stesso anno. E’ grazie alla generosità del re Umberto I, ultimo re d’Italia anche lui esiliato in Portogallo (a Calais), se in questo luogo si possono ammirare oggetti ed arredi originali provenienti da altre dimore sabaude. Da un museo ad un altro, dopo una passeggiata di una decina di minuti siamo al CENTRO PORTUGUES DE FOTOGRAFIA, che ha sede in quello che fu il carcere di Porto dal 18° secolo fino alla Rivoluzione dei Garofani del 1974. Prima di iniziare la visita, gratuita, leggiamo la storia di questo carcere, dove i detenuti erano ospitati in luoghi diversi a seconda dei reati commessi ma anche delle possibilità economiche: i poveri stavano nelle cantine, non oso pensare in quali condizioni. Nei locali al pianterreno tante foto testimoniano la vita di chi è carcerato nelle prigioni sparse in tutto il mondo. Alcune sono veramente toccanti e fanno riflettere. La nostra visita prosegue ai piani superiori, tutti ben conservati e ristrutturati, ma le pesanti inferriate ed i massicci catenacci ci ricordano sempre dove ci troviamo. All’ultimo piano una bella esposizione di macchine fotografiche ripercorre la storia della fotografia dai suoi albori ad oggi. Dalle finestre si gode di una stupenda vista sulla cattedrale ed i tetti rossi della Ribeira. Quando usciamo veniamo attratti dai rumori di una banda alla testa di una processione che si snoda fra gli stretti vicoli dietro il palazzo, dove un tempo sorgeva il quartiere ebraico. Lo visiteremo con più calma nei prossimi giorni.

Eccoci davanti alla TORRE DOS CLERIGOS, uno dei monumenti più visitati di Porto, noi preferiamo spostarci nel delizioso parco lungo Paseo dos Clerigos per goderci un po’ di riposo: da Base, bellissimo bar all’aperto, prendo un sidro che ho intenzione di bere seduta sull’erba all’ombra degli ulivi, con una bella musichetta lounge di sottofondo. Che pace! Purtroppo lo stato di grazia dura poco, un improvviso temporale ci costringe a cercare riparo nei negozi vicini. Una lunga fila di gente attira la nostra attenzione: sono turisti in attesa di visitare la libreria LELLO E IMAO, uno splendido negozio di inizio 900, che sarebbe passato quasi inosservato alla maggior parte della gente, non fosse stato che J.K. Rowling, l’autrice di Harry Potter, nel suo soggiorno portoghese pare trascorresse molto tempo qui, traendone ispirazione per la sua fortunatissima saga. A questo punto centinaia di turisti hanno cominciato ad invadere il luogo ed i proprietari hanno pensato bene di far pagare un biglietto d’ingresso, attualmente di 5 €. Da amante dei libri e dell’architettura, mi sembra una speculazione bella e buona e mi rifiuto di entrare. Aspetteremo che spiova in un negozio vicino, altrettanto bello ed antico, con uno stupendo scalone che porta ai piani superiori.

Quando non piove più scendiamo verso Sao Bento per poi risalire fino alla chiesa di S. IDELFONSO, anch’essa ricoperta di azulejos ma ormai chiusa. Riprendiamo la parte terminale di Rua Santa Catarina poi, dopo una sosta da FNAC, torniamo a cercare il ristorante “Tripeiro”: ciao, al suo posto ha aperto una pizzeria italiana… Alla fine optiamo per una hamburgheria dove ci gustiamo 2 bei panini con patatine fritte mentre fuori imperversa il temporale. All’uscita, rasentando i muri riusciamo ad arrivare alla metro a Bolhao e poi, cambiando a Trindade, a casa.

Vino di Porto, che passione! – 26/08

Quando una giornata inizia con dei pasteis de nata ancora caldi…non può che essere super! Confortati da questo inizio, compriamo l’abbonamento giornaliero per la metro e partiamo in direzione di Sao Bento. Oggi fa abbastanza caldo, decidiamo di salire subito alla SE’, la cattedrale posta strategicamente in cima alla collina: il biglietto di 3 € consente di visitare cattedrale, chiostro, campanile e museo. Per prima cosa vediamo il bellissimo chiostro inferiore, un trionfo di azulejos che narrano storie del Cantico dei cantici, mentre quelli della loggia superiore raccontano scene della vita della Vergine. Pronti per la scalata alla torre? 85 gradini che ci consegnano alla fine una magnifica vista della città a 360°. All’uscita non è facile liberarsi dai tanti zingarelli che ci circondano cercando di farci firmare petizioni per i sordomuti. Torniamo in discesa verso Sao Bento, ma questa volta svoltiamo a sinistra verso RUA DAS FLORES, una bellissima strada piena di negozi, tanti turisti e murales: è proprio di uno di questi che andiamo alla ricerca, PERSPECTICO, l’enorme gattone blu che fa capolino dal muro di un’angusta stradina. Che dire, è troppo bello ed io gli scatto un mare di foto. Street art a parte, questa via è una delle più belle finora viste a Porto, palazzi eleganti, locali ed anche negozi molto chic come ad esempio Claus, dove le saponette hanno profumi paradisiaci e prezzi da capogiro. Nella nostra discesa verso il fiume arriviamo al JARDIM DO INFANTE DOM ENRIQUE, dove su un lato si trova la struttura di ferro rossa dell’antico MERCADO FERREIRA BORGES, molto simile al mercato di San Lorenzo di Firenze. Sull’altro lato del giardino sorge il PALACIO DA BOLSA, un altro gioiello della Ribeira. La statua di Enrico il navigatore punta il dito verso destra, ed è proprio là che ci dirigiamo, verso la IGLEJA DE SAO FRANCISCO, che non vedremo, ed il lungofiume, su cui si affacciano tanti ristorantini. Ci addentriamo ancora un po’ verso l’interno del quartiere e troviamo un piccolo ristorante dove mangiamo ottimi calamari ripieni (io), salmone (Fra) spendendo veramente poco.

E’ ora di immergerci nel CAIS DA RIBEIRA, dove pare si siano dati appuntamento tutti i turisti presenti a Porto. Numerosi banchetti vendono i tour sul fiume e quelli delle vinerie. Sul MURO DOS BACALHOEROS tantissimi ristorantini con vista sul fiume. Finalmente attraversiamo il ponte Dom Louis I, ci vuole un attimo e siamo a Vila Nova de Gaia. Seduti in prossimità del ponte guardiamo un gruppo di bulli, arrampicati sulle arcate, pronti a tuffarsi a beneficio dei turisti, chiedendo in cambio 5 €.

Noi preferiamo la visita ad una delle cantine di porto schierate sul lungofiume: difficile scegliere, così entriamo da Calem, una delle più antiche. La visita in italiano non è contemplata, scegliamo quella in spagnolo e dopo pochi minuti una simpatica guida di nome Leonardo ci guida all’interno della “botega”, spiegandoci le differenze fra i vari tipi di porto, nonché il loro trattamento ed invecchiamento all’interno delle enormi botti. Alla fine della visita è prevista una degustazione di 2 vini, uno bianco ed uno ruby. La gradazione alcolica è sui 19,5 °, che si faranno sentire fra poco… All’uscita si attraversa il negozio dove è possibile acquistare il porto.

Davanti alla cantina c’è una bella gradinata di legno fronte fiume, ed è lì che ci dirigiamo: davanti a noi la Ribeira ed il panorama di Porto, sulle nostre teste il TELEFERICO DE GAIA che trasporta i turisti dal ponte alla riva del fiume, una leggera brezza marina, non so se sia la stanchezza, l’effetto del vino bevuto o la bellezza del paesaggio, fatto sta che riesco ad addormentarmi per qualche minuto. Beh, siamo pur sempre in vacanza, o no?

Dopo la meritata sosta camminiamo piacevolmente in riva al fiume, entrando in qualche negozio di porto, ascoltando i vari artisti di strada, guardando le bancarelle piene di cianfrusaglie. Poi per caso ci imbattiamo nell’”Half rabbitt”, un enorme coniglio posto sull’angolo di una casa costruito con materiale riciclato trovato proprio su questa via. Bellissimo!! Ci aggiriamo per vie piene di negozietti e ristorantini, saliamo scalinate ed in breve ci troviamo al JARDIM DO MORRO, bellissimo punto panoramico sulla collina. Ancora più in alto rispetto al ponte sorge il MOSTEIRO DA SERRA DO PILAR, ma si sta troppo bene qui per intraprendere una nuova scalata. Pensiamo che questo sia il posto perfetto per vedere tramontare il sole: di qua Vila Nova di Gaia, in mezzo il fiume, dall’altra parte la Ribeira … what else? Non siamo i soli ad aver avuto questa idea, man mano che si avvicina l’ora del calare del sole cominciano ad arrivare decine di persone, in effetti quando il sole si incendia di rosa è bellissimo, ed anche molto romantico.

Esaurito il momento latte e miele, prendiamo la metro proprio ai piedi dei giardini ed arriviamo ad Aliados, da qui non ci diamo per vinti nella ricerca del “Tripeiro”, ma proprio non c’è, dobbiamo farcene una ragione! Ripieghiamo su “Brandao”, dove abbiamo cenato la prima sera. Purtroppo non siamo fortunati: le insalate di roastbeef che ordiniamo sono belle a vedersi ma completamente ricoperte di mayonnaise, che noi odiamo con tutto il cuore. Meno male che in albergo c’è un bel pastel de nata avanzato dalla colazione a consolarci.

27/08: Centro città e dintorni

Dopo colazione prendiamo la metro, riuscendo ad utilizzare ancora il pass acquistato ieri. Arriviamo come sempre a Sao Bento e ci incamminiamo verso le chiese apparentemente gemelle del CARMO e CARMELITAS. La fila davanti alla libreria Lello è già lunghissima…

Mentre siamo sulla piazza intenti a fotografare le chiese ecco arrivare il bellissimo ELECTRICO 22, la cui fermata è proprio qui di fronte. Fra le due chiese, un edificio segreto, largo appena 1 metro, un tempo linea divisoria fra frati e suore carmelitane. Mentre siamo seduti all’interno della chiesa intenti a leggere la Lonely planet ecco arrivare un folto gruppo di turisti sudamericani: neanche si guardano attorno, presi come sono a farsi selfie a raffica. Contenti loro…

Di fronte alle chiese c’è il Rettorato dell’Università con un bel bookshop dove acquisto qualche regalino. Dalla parte opposta, inoltrandoci fra i corridoi, scopriamo una interessante mostra sul disegno anatomico. Attraversiamo poi il JARDIM DE LA CORDERIA circondato da platani dal tronco a piramide e statue dell’artista spagnolo Juan Munoz che la guida definisce “sardoniche”. Di fronte a noi l’ingresso imponente del palazzo di giustizia, ma non è lì che siamo diretti, bensì al dedalo di stradine dietro al museo della fotografia, ciò che rimane di OLIVAL, l’antico QUARTIERE EBRAICO. Dal MIRADOR DA VITORIA, molto malmesso, si gode di una bella veduta sulla Sé, il Duoro e Vila Nova de Gaia.

Gironzolando fra le viuzze, rieccoci lungo RUA DAS CARMELITAS, dalla quale si accede alle GALERIAS, le vie della movida notturna, con tanti locali dove bere ed ascoltare musica ed anche qualche bel palazzo in stile art nouveau. A quest’ora però tutto è quieto e silenzioso. Entriamo nel negozio “A vida portuguesa” a dare un’occhiata ai souvenirs ma nel nostro bagaglio a mano non c’è posto per loro. Si è fatta l’ora di pranzo e i tavoli all’aperto dei tanti ristorantini cominciano a riempirsi. Noi scegliamo un locale un po’ defilato, molto alla buona ma pieno di gente. Mangiamo bacalau e salmone annaffiati da mezzo litro a testa di vino bianco e vino tinto, spendendo meno di 20 €, olè! Quando usciamo ci fermiamo in una “latraria” dove non sappiamo resistere ad un’ eclair al limone ed una mega fetta di torta al cioccolato.

A questo punto della giornata la nostra idea è di andare ad AFURADA, borgo di pescatori sulle rive del Duoro, e di cenare sul posto in qualche ristorantino tipico. Trovata l’autostazione domandiamo all’autista a che ora è l’ultima corsa: alle 19.40, quindi addio cena! Decidiamo comunque di andare, la corsa dura più di ½ ora, l’autobus percorre strade e stradine e poi arriva in questo paesino che non ci sembra un granchè: unica cosa bella, e caratteristica, i tanti fili di panni stesi che ondeggiano al vento. Pare che ogni famiglia abbia il suo filo personale, su cui fare asciugare il bucato di giornata.

Percorrendo il lungo fiume ci dirigiamo verso Vila Nova de Gaia: secondo la nostra guida dovrebbe esserci, in prossimità del PONTE DA ARRABIDA, un traghetto che collega le 2 rive del fiume, ma noi non lo abbiamo visto. In meno di 1 ora siamo a Vila Nova de Gaia, sul lungofiume c’è un gran movimento fra ciclisti, podisti e anziani pescatori che passano il loro tempo libero così. Dopo esserci riposati un po’ nei pressi del porto turistico, entriamo nel MERCADO BEIRA-RIO, un mercato coperto inaugurato di recente, dove si trovano tante specialità portoghesi ma anche internazionali. Non ci crederete, troviamo anche un chiosco di piadina!!!

Usciamo sul cais a goderci il passeggio per terra, mare ed anche cielo, col Teleferico che ondeggia sopra le nostre teste. Un saluto all’”Half rabbitt”, una conta delle cantine di porto (dovrebbero essere una trentina!), poi percorriamo il Ponte DOM LOUIS I in direzione centro. Ci inerpichiamo su per una scalinata proprio sotto il ponte, anche qui troviamo dei simpatici murales. Riemergiamo dalle parti della cattedrale e con la metro torniamo a casa. Avendo pranzato tardi stasera di cenare non se ne parla: approfittiamo dei dolcetti e del te offerti dal b&b, poi ci ritiriamo a fare i bagagli, anche questa vacanza è ormai agli sgoccioli.

28/08 Che bello prendere gli aerei al volo!

Stamattina ci svegliamo presto, purtroppo dobbiamo rinunciare all’ottima colazione del nostro albergo e sostituirla con quella del “Novo Imperador”, un bel bar sulla Praca do Marquez dove il caffè costa 70 centesimi e le paste, gigantesche e buonissime, 90. Un’ultima pasteis de nata ci vuole proprio per affrontare il lungo viaggio che ci attende. Sì, perché anche per il ritorno dovremo passare dalla Germania, non più Francoforte ma Monaco.

All’aeroporto facciamo scorta di bottiglie di Porto, cantina Calem, naturalmente. A Monaco è previsto uno scalo di soli 40 minuti: Expedia, da me contattata al telefono, mi ha assicurato che ce la faremo a prendere la coincidenza per Bologna, speriamo!!!

Purtroppo atterriamo in ritardo, quindi abbiamo solo 15 minuti per spostarci dal gate n. 23 al 68, una bella impresa nel traffico dell’ora di punta dell’aeroporto di Monaco… Corri corri corri, quando ormai pensiamo di non farcela vediamo che i gates col numero 60 sono al piano inferiore, voliamo sulla scala mobile ed eccoci qua, ancora una volta ce l’abbiamo fatta sul filo del rasoio.

Direi che 5 giorni ci sono bastati per vedere Porto, che non ci ha offerto le stesse emozioni di Lisbona ma che ci sentiamo di consigliare per una breve vacanza.

 

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