Viva Liguria

Viaggio attraverso la Liguria in una breve vacanza: dalle Cinque Terre a San Remo, passando da Genova, la riviera di levante e quella di ponente, il suo entroterra, fino ad arrivare a Montecarlo
Scritto da: osky500
viva liguria
Partenza il: 02/09/2018
Ritorno il: 08/09/2018
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Era molto che desideravo visitare le Cinque Terre: perché allora non fare una vacanza attraverso la Liguria con tappa anche li? L’itinerario indicativo sarà quindi Genova, Cinque Terre, Portofino, Sanremo, Apricale e tappa finale a Montecarlo. Con la possibilità di modificare il nostro itinerario di giorno in giorno (e così faremo).

GENOVA: ACQUARIO, PORTO E CENTRO STORICO

Partiamo presto di domenica mattina in direzione Genova: precisamente Acquario . Abbiamo trovato i biglietti su Groupon ad un prezzo ridotto (conviene!) e oltretutto saltiamo la fila alle casse. All’acquario dedichiamo circa 2 ore e mezza (l’avevo già visitato ma ogni volta è sempre stupendo e c’è qualcosa di nuovo); con il biglietto dell’acquario si può accedere anche alla sfera tropicale e all’ascensore panoramico (Il Bigo) da cui si ha una vista stupenda sul porto e su Genova. Pranziamo nel mercato di Street Food che è proprio di fronte all’ascensore, fritto di pesce e patatine. Poi ci incamminiamo in direzione del centro storico lungo la via San Lorenzo. C’è tantissima gente. La giornata è molto bella e pian piano arriviamo alla Piazza De Ferrari. Qui ci gustiamo un gelato e sempre muniti di cartina (recuperata all’ ufficio turistico vicino al BIGO) ci dirigiamo verso via Garibaldi che è, insieme ai Caruggi e al suo sistema di Palazzi dei Rolli, patrimonio dell’ Unesco. Prima però, tappa all’ascensore di Castelletto da cui si ha un altra vista di Genova dall’alto (ticket andata-ritorno di 1 euro). Dopo aver percorso via Garibaldi e aver visitato Palazzo Doria Dursi, sede del municipio di Genova(la domenica ingressi gratuiti), percorriamo via Cairoli. Da qui arriviamo in Piazza della Nunziata per imboccare poi via Prè, dove visitiamo Palazzo Reale (anche qui ingresso gratuito). Dopo una piccola merenda a base di focaccia, ritorniamo al parcheggio (Parcheggio Garage Olimpo via Dino Bellucci 10r, prezzi onestissimi) per partire direzione Lavagna. Abbiamo prenotato un albergo a Lavagna per poter essere abbastanza vicini alle Cinque Terre, Portofino e Sestri Levante e perché i prezzi degli alberghi sono decisamente più contenuti.

SESTRI LEVANTE, CINQUE TERRE E PORTO VENERE

Arriviamo all’ Hotel Miramare di Lavagna (camere pulite, prezzi giusti, colazione ottima e abbondante, parcheggio a pagamento di fronte all’ Hotel) verso le 17. Check-in e, dopo un’oretta di riposo, lasciamo l’albergo e andiamo direzione Sestri Levante. L’intenzione è di fare un giro per il centro storico e poi fermarci a cena. Parcheggiamo sul lungo mare di fronte alle spiagge e ci incamminiamo verso la Baia del Silenzio: bellissima! Le classiche case colorate dei pescatori, una attaccata all’altra, racchiudono questa baia come un piccolo anfiteatro. E i pescatori seduti all’aperto su sedie di legno a giocare a carte, bere un calice di vino e rammendare le reti: sembrano degli attori messi li apposta! Continuiamo la nostra camminata nel centro storico incrociando i mercatini dell’artigianato. Poi pizza al Ristorante Coccodrillo e rientro in albergo.

La mattina successiva sveglia presto per poter sfruttare tutta la giornata a visitare le Cinque Terre. Decidiamo di parcheggiare a Levanto (15 euro tariffa 24 ore) dove prendiamo il treno che attraversa le Cinque Terre (qui in stazione paghiamo la Cinque Terre Card: € 7,50 1 giorno 1 adulto). Con la Card puoi prendere tutti i treni che si fermano nelle stazioni delle Cinque Terre).Con il treno arriviamo a Riomaggiore. Dopo averla visitata (stupenda!) prendiamo il traghetto che ci porterà a Porto Venere. Anche questa bellissima con i suoi Caruggi, la chiesa di San Pietro e il Castello Doria che domina sul mare. Pranziamo al Bajeicò (pasta al pesto fatto da loro e gamberetti: buonissima, si mangia stile street food, quindi in piedi!). Dopo pranzo ritorniamo al traghetto per continuare a visitare le Cinque Terre. Optiamo per scendere alla fermata di Monterosso a Mare per poter godere della meravigliosa vista di questi luoghi dal mare e scattare qualche fotografia. Semplicemente spettacolari. Uniche. La testimonianza di come l’uomo sia riuscito a conquistare certi luoghi dove la natura è padrona e a crearsi una vita qui. Una volta a Monterosso, riprendiamo il treno per poter visitare anche le altre località: Vernazza, Corniglia e Manarola. Verso sera rientriamo a Levanto e quindi al nostro Albergo. Ceneremo a Lavagna, al ristorante Delfino Verde (ottimi prezzi) e faremo due passi attraverso il porto: grandissimo e con tanti bellissimi Yacht ormeggiati.

PORTOFINO, CAMOGLI, GARLENDA e SAN REMO

E’ la nostra terza giornata in Liguria. Come da programma arriviamo a Portofino. Parcheggiamo a pagamento ( 5 euro un’ora!) e visitiamo il borgo. Piccolo e caratteristico (molto bella anche la strada per arrivarci). Non c’è molto da vedere, quindi dopo un’ora scarsa recuperiamo l’auto e decidiamo di andare a Camogli (non molto lontana). Camogli ci ha colpito molto: un villaggio di pescatori che ha mantenuto intatta la sua parte storica dove ancora si possono osservare gli uomini intenti nelle loro faccende quotidiane. Qui pranziamo in una focacceria e poi ripartiamo. Voglio arrivare a Garlenda (provincia di Savona, entroterra di Albenga) dove ha sede il FIAT 500 CLUB ITALIA di cui sono affiliato. Qui, oltre alla sede del club, c’è anche il museo dedicato alla FIAT 500. Devo ringraziare la mia ragazza Cinzia che mi ha lasciato fare questa deviazione, anche se poco interessata. Dopo aver visitato il museo ripartiamo verso l’albergo prenotato a San Remo (Nyala Suite Hotel: piscina, vista mare,parcheggio privato, camere ampie e colazione spettacolo! Oltre che ottimi prezzi). Per sera decidiamo di visitare San Remo e cenare lì. Bellissima anche di sera con il Teatro Ariston e il Casinò a fare contorno alla via principale (pedonale).

DOLCEACQUA, APRICALE E SEBORGA

Questa giornata è dedicata alla visita dei tipici borghi dell’entroterra ligure alle spalle di San Remo. Al programma si aggiunge la tappa a Dolceacqua grazie al consiglio del mio collega Andrea. Arriviamo così a Dolceacqua, prima tappa di questo piccolo tour. Che dire, sembra un set di un film ambientato nell’epoca medievale. Viuzze tra case in pietra dove si può passare solo a piedi, il castello Doria che domina su tutto e tutti. Vecchie insegne ad indicare osterie o negozi. Bellissimo. Un posto così pensavo esistesse solo nei film o nelle illustrazioni dei bambini. Ripartiamo in direzione Apricale, seconda tappa. Bella anche lei con i suoi saliscendi, stretti fra i muri delle case che come tanti lego compongono questo borgo dove alla cima c’è la chiesa della Vergine Maria (sul campanile potete vedere una bicicletta ancorata lassù, è un installazione dell’artista Sergio Bianchi che nel 2000 tenne una mostra nel borgo dedicata alla mancanza di gravità e, a titolo dimostrativo, fissò una bicicletta al campanile. Alla conclusione della mostra la bici non è mai stata tolta e negli anni è diventata un po’ il simbolo di Apricale). Molto caratteristiche anche le cassette della posta create da un artigiano locale per tutti i residenti del centro storico. Eccoci così alla terza e ultima tappa: Seborga (o Principato di Seborga, come lo definiscono gli abitanti). Il motivo della nostra visita è dato dal fatto che è nell’elenco dei Borghi più Belli d’Italia ma anche perché questo borgo ha una storia singolare. A partire dagli anni cinquanta del XX secolo alcuni membri della comunità di Seborga hanno rivendicato un’indipendenza dalla Repubblica Italiana in virtù di un presunto antico status di Principato di cui la località anticamente avrebbe goduto. I cittadini di Seborga eleggono perciò anche un principe con funzioni prettamente simboliche; viene coniata una moneta, chiamata Luigino che non ha valore legale, emessi documenti e francobolli. Alla fine ciò che posso dire di questo borgo è che oltre a essere davvero piccolo, è particolare: la parrocchiale di San Martino e il Palazzo dei Monaci affacciati sulla stessa piccola piazza sono unici. In tutte le vie, fuori dalle case potete trovare la bandiera bianco-azzurra di Seborga, simbolo di un’identità che è molto sentita tra gli abitanti di questo borgo.

Finito questo piccolo e comunque stressante tour (i chilometri non sono pochi) ritorniamo al nostro albergo a San Remo: abbiamo bisogno di un tuffo rinfrescante in piscina! Ceneremo in albergo proprio per poterci rilassare al massimo. Domani sarà ancora tosta! Ma divertente!

WHALEWATCH E CERVO

Dopo aver curiosato un po’ su internet abbiamo deciso di prenotare due posti per un’escursione di whalewatch al largo delle coste liguri(www.whalewatchliguria.it). Eccoci così al porto di Andora pronti a partire per questa escursione in mare aperto! L’escursione dura circa 6 ore: ovviamente non è garantito si possa vedere qualche cetaceo (in caso negativo si ha diritto ad un’uscita gratuita spendibile entro un anno). Noi siamo fortunati: riusciamo ad avvistare 4 gruppi di Stenelle Striate e dei banchi di Tonni intenti a cacciare. Purtroppo nessuna balena o capodoglio.

Rientriamo in porto e via verso Cervo. Anche lei bellissima. Sembra tanto Apricale, solo che invece di essere in mezzo agli Appennini questo borgo si trova in riva la mare e lo domina dallo scoglio su cui è nato. Anche qui case di pescatori, colorate e attaccate una all’altra come a sostenersi durante le intemperie che dal mare colpivano il borgo. Si fatica non poco, su e giù per le strette viuzze. Arriviamo passo dopo passo in riva al mare dove ci concediamo un paio d’ore in acqua per fare il bagno. C’è una bella spiaggetta di sassolini in una piccola insenatura dove l’acqua è bassa, calma, calda e trasparente e da cui si ha una vista stile cartolina del borgo di Cervo. La sera andiamo a cena da alcuni miei parenti che vivono ad Andora: Giancarlo, Bianca, Lorenzo e Giorgia ci accolgono sempre con molta festa. E poi Bianca ci prepara la sua mitica pasta alla BELLA LIGURE: un tipico condimento da preparare al momento a base di pesto, pomodoro e panna. Da leccarsi i baffi!

PRINCIPATO DI MONACO E MENTON

Purtroppo siamo all’ultima tappa della nostra vacanza in Liguria. Il programma è semplice. Visitare il Principato di Monaco e poi nel rientro verso casa fermarci a Menton. Arriviamo nel Principato di buon’ora. Lasciamo l’auto nel parcheggio sotto al casinò (tutti i parcheggi costano 2, 5 euro all’ora ma questo è comodo perché situato direttamente davanti al Casinò e vicino al porto). Eccoci allora davanti al Casinò a scattare il classico selfie. Ci dirigiamo poi verso il porto dove si può osservare da vicino queste “piccole” case galleggianti (anche se alcune secondo me sono delle piccole città) nella speranza di beccare qualche Vip. Ma niente. Col passare del tempo (e dei passi) arriviamo a prendere l’ascensore che ci porterà nell’originario nucleo fortificato che è il centro storico del piccolo stato, nel quale sono ospitati pure i principali edifici pubblici: il Palazzo del Principe, il Municipio, il Palazzo del Governo, il Consiglio Nazionale (parlamento di Monaco), il Palazzo di Giustizia coi tribunali e una prigione, nonché la Cattedrale ed il Museo Oceanografico. Sempre a piedi ritorniamo al parcheggio per riprendere l’auto e fare ciò che ho sempre desiderato: percorrere, nel limite del possibile, il tracciato del Gran Premio di F1 che si svolge in città a Maggio. Che emozione!!!

Partiamo così in direzione Menton (dopo le foto di rito della città dal belvedere). Anche qui lasciamo l’auto in un parcheggio sotterraneo a pagamento ma che ci da la possibilità di essere vicini all’ingresso del centro storico del borgo. Cerchiamo subito un posto dove mangiare (Brasserie du Cap: dove decido di assaggiare la tipica omelette francese. Ottimi prezzi e ottimo cibo!) Dopo pranzo iniziamo a perderci tra le vie storiche. Tantissima gente, negozi tutti sempre aperti. Bellissimo! Decidiamo anche di percorrere la serie di scalinate che portano dalla Promenade de la Mer alle Basiliche di Sant Michel e Michel Arcangel. Non so quante persone mi hanno superato mentre le percorrevo. Dopo essermi ripreso con un ottimo gelato e aver acquistato una quantità industriale di macarons per noi e parenti vari, decidiamo che è ora di tornare a casa e avviarci verso Ventimiglia e l’autostrada che ci riporterà sulle nostre montagne bergamasche.

Che dire di questa vacanza. Forse ho voluto fare troppe cose e troppi chilometri, ma io sono così. La Liguria è bellissima e la consiglio a tutti. In questa piccola vacanza ho ammirato e visto angoli sempre diversi e sicuramente dovrò tornarci perché c’è tanto altro da vedere. Quando siamo andati noi (settembre 2018 dal 2 all’ 8) la tragedia del Ponte Morandi era ancora fresca e soprattutto a Genova sembrava di sentire quell’aria di chi è ancora sotto shock. Poi in autunno i disastri di Portofino, Rapallo ecc…La Liguria va aiutata anche col turismo: le Cinque Terre si sono rialzate dopo le alluvioni anche grazie alle entrate del turismo e, grazie alla laboriosità dei suoi abitati, non ho notato nessun segno di quei disastri, così come a Genova. Ecco allora il mio consiglio: oggi più che mai dobbiamo dare una mano alla gente e alla terra Ligure. A mio parere una vacanza in questi posti conta forse più di tanti messaggini di solidarietà. FORZA LIGURIA!

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Apricale

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Dolceacqua

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Riomaggiore

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Cervo

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Murales a Cervo



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