Bulgaria e Macedonia: quando i Balcani ti sorprendono – parte I
Il viaggio, di complessivi 12 giorni, prevedeva la visita dei principali luoghi di interesse bulgari nell’arco della prima settimana per poi spostarsi nella confinante Macedonia per altri cinque giorni di scoperte.
Per non impegnare i lettori con un racconto troppo lungo che potrebbe alla fine tediarli, lo dividerò in due singoli racconti, uno per ciascun Paese visitato nel corso del tour (la seconda parte potete leggerla cliccando sul link Bulgaria e Macedonia: quando i Balcani ti sorprendono – parte II).
La Bulgaria, di forma grossomodo rettangolare e grande circa un terzo dell’Italia, è attraversata da ovest ad est dalla catena dei Monti Balcani che durante il nostro tour abbiamo prima costeggiato a nord andando dalla capitale Sofia verso Varna, sul Mar Nero (con sosta intermedia a Veliko Tărnovo) e poi a sud andando nella direzione inversa (sostando prima a Kazanlak e poi a Plovdiv).
Gli edifici e i monumenti che più caratterizzano il viaggio sono sicuramente quelli religiosi con in primis i monasteri cristiano-ortodossi, le cui chiese spiccano per la profusione di affreschi , ovviamente tutti di tema religioso: negli interni semi-bui trovate raffigurazioni di Maria, della Santa Trinità e di una pletora di Santi mentre all’esterno, nel nartece, ecco un’esplosione di colori di scene bibliche e un particolare zelo nella descrizione delle punizioni riservate ai peccatori; un espediente per far comprendere in modo semplice ai popolani, spesso analfabeti, cosa li attendesse se avessero ceduto alle tentazioni del demonio. Alcune scene possono far sorridere per l’ingenuità e la schiettezza delle azioni e peccati raffigurati ma di sicuro all’epoca colpivano nel segno.
Nel corso del viaggio abbiamo visitati quelli che sono considerati i tre monasteri più importanti del Paese e tra i più importanti dei Balcani: Rila, Bachkovo e Troyan : Tutti situati in zone montuose, con un aspetto talvolta simili a fortezze e tutti estremamente ricchi di icone ed arredi sacri, con magnifiche iconostasi lignee ed affreschi dai colori vivaci. Anche la bella chiesetta del villaggio-museo di Arbanassi merita una visita approfondita, assistiti comunque da una guida che possa descrivere e far apprezzare le varie scene raffigurate sulle pareti e sulla volta.
Sempre per quanto concerne l’aspetto storico-religioso non va tralasciata la visita di Nesebăr, sul Mar Nero, che se da un lato è meta di un turismo balneare e un po’ caciarone dai Paesi del Nord Europa, dall’altro brilla per la presenza di innumerevoli chiesette di epoca tardo bizantina che ne hanno fatto un sito Unesco. La presenza in Bulgaria di tanti edifici religiosi va a confermare il fatto che la maggior parte della popolazione è rimasta profondamente cristiana nonostante cinquecento anni di dominazione ottomana , circostanza di cui i bulgari sono estremamente orgogliosi e fieri.
Per quanto riguarda invece le città, Sofia non ci ha molto impressionato: non sembra avere le bellezze architettoniche o le atmosfere un po’ fuori tempo di altre capitali balcaniche (ancorché sia una delle città più antiche d’Europa). A suo discapito va detto che le abbiamo dedicato solo una mattinata e un paio di pomeriggi–sere e, soprattutto, che è stata promossa a capitale da poco più di un secolo e mezzo: da piccolo paese si è trasformata in una grande città nell’arco di pochi decenni, non vivendo quindi il sovrapporsi di stili tipico di altre capitali. È caratterizzata dalla presenza di molti grandi parchi, mentre la zona dove sorgeva l’antica Serdica trace/romana si può considerare il centro storico: qui, nello spazio di poche centinaia di metri, quasi a formare i vertici di un quadrilatero, sorgono alcuni edifici che rappresentano quelle che Kristian ha simpaticamente definito le quattro religioni presenti in Bulgaria fino a pochi decenni fa: la chiesa cristiano-ortodossa di S.ta Nedelja, la sinagoga ebraica, la moschea islamica di Banya Bashi ed il Palazzo del Partito Comunista… Imprescindibile comunque una visita del Museo Storico Nazionale dove la sale dedicata in larga parte ai Traci vale quasi da sola un viaggio per un appassionato di storia ed archeologia: qui spiccano alcune armature e gioielli rinvenuti nei tumuli sepolcrali ma soprattutto i due “tesori” di Panagjurište e di Borovo, autentici capolavori di arte orafa.
Veliko Tărnovo, invece, ci è piaciuta molto. Vive sui fasti di esser stata capitale del secondo regno bulgaro tra il 12° ed il 14° secolo grazie al fatto di esser situata in una posizione naturale facilmente difendibile, tra alti costoni di roccia scavati dal serpeggiare del fiume Jantra che qui quasi si avviluppa su se stesso. Le mura che cingono la fortezza Tsarevets, raggiungibile attraverso un lungo ponte di pietra, sono molto scenografiche. Sulla collina spicca il Complesso del Patriarca detto anche Chiesa del Santissimo Salvatore: una chiesa –non chiesa (come l’ha definita il ns. Kristian) che è stata costruita in epoca comunista e che al suo interno è affrescata con uno stile estremamente particolare: da vedere! Immancabile pure una passeggiata lungo la via degli artigiani, caratterizzata da molti negozietti ricchi di oggetti e manufatti.
Di Varna non possiamo dir molto avendoci trascorso solo una notte ed avendo visitata l’indomani solo la Cattedrale, costruita tra il 19° ed il 20° secolo. Dalla camminata serale lungo la via pedonale ci è comunque sembrata una città vivace, complice il gran numero di turisti ancora presenti in quel periodo.
Kazanlak, capoluogo della famosa Valle delle Rose, nel periodo in cui l’abbiamo visita è un anonimo punto di sosta nel centro della Bulgaria. È un luogo cha va visitato tra maggio e giugno, quando fioriscono le distese di roseti e c’è la tradizionale raccolta dei boccioli da cui si ricava la preziosissima essenza (ci vogliono almeno tre tonnellate di petali per ottenere un litro d’olio…).
Plovdiv invece si sviluppa su alcune alture ed è caratterizzata da un centro storico con molti edifici in stile “barocco bulgaro” e dai resti del teatro romano e di altre costruzioni e chiese di varie epoche. La città ha infatti una storia millenaria ed è stata abitata senza soluzione di continuità già in epoca trace, dal V secolo a.C., grazie alla posizione che ne faceva il crocevia di alcune delle principali strade commerciali del passato.
Oltre a quanto detto finora, agli appassionati di storia antica la Bulgaria riserva ancora alcuni luoghi di interesse quali le tombe a tumulo trace nella Valle delle Rose (da ricordare che la Bulgaria era l’antica Tracia) e il sito di Madara, dove su una parete rocciosa nel primo Medio Evo fu scolpito il “Cavaliere nella Roccia”, un bassorilievo raffigurante un cacciatore a cavallo – seguito da un cane – che trafigge un leone. Tutta la zona era un’area sacra già in epoca trace ed effettivamente l’atmosfera che si respira ai piedi di quei costoni rocciosi punteggiati di grotte e caverne immersi in un verde rigoglioso è molto particolare e suggestiva. Per la storia recente invece ci sono parecchie case-museo di carattere storico-etnografico che ricostruiscono gli stili di vita della borghesia ai tempi dell’ impero ottomano.
Per coloro i quali apprezzano maggiormente l’aspetto naturalistico, altre alle belle valli lungo i Monti Balcani ed alle profonde gole scavate dal già citato fiume Jantra, c’è sicuramente un luogo intrigante capace di stimolare l’interesse e la curiosità; mi riferisco al sito di Pobiti Kamăni. Qui una serie di formazioni rocciose simili ad alberi pietrificati spuntano dalla sabbia del terreno a formare strane composizioni dall’aspetto surreale e magico, che possono ricordare una Stonehenge o altri bizzarri monumenti, ma tutto è rigorosamente opera di Madre Natura. Un luogo da non perdere assolutamente così come un viaggio in questo magnifico Paese.