Bulgaria e Macedonia: quando i Balcani ti sorprendono – parte II
Anche la Macedonia ha una forma grossomodo rettangolare con poca differenza tra i lati lunghi e corti. Ha una superficie paragonabile a quella del Piemonte: è quindi un Paese piccolo e facile da visitare in quanto le distanze tra i principali centri non sono grandi e le strade sono in buono stato.
Siamo entrati in territorio macedone provenienti da Sofia attraverso il valico di Gueshevo senza lunghe formalità doganali e già dopo pochi chilometri abbiamo iniziato le visite previste dal tour con una sosta al Monastero Sveti Joakim (San Giacomo) Osogovski. Questo importante complesso sorge immerso in un ambiente idilliaco di boschi e valli, come quelli dei “cugini” bulgari cui assomiglia molto anche sotto altri aspetti: ha però la particolarità di avere due chiese monastiche, di cui la maggiore spicca per i cicli di affreschi.
Abbiamo poi raggiunto Skopje, la capitale che dista circa 100 chilometri dal monastero. La città ci ha favorevolmente colpito: il centro è stato rimodernato negli ultimi anni (non senza polemiche per gli enormi investimenti che alcuni avrebbero voluto destinare ad altre opere più utili al Paese) e molti nuovi palazzi hanno uno stile molto più vicino al nostro senso estetico rispetto all’architettura “brutalista” dell’architetto giapponese Kenzo Tange, che caratterizza molti degli edifici sorti tra gli anni Sessanta e Ottanta del secolo scorso a seguito della ricostruzione conseguente il terremoto del 1963.
Senza tema di esser smentiti possiamo definirla la “città delle statue”: non ne abbiamo mai viste così tante e di tante fogge e materiali , sparse un po’ ovunque: nelle piazze, sui ponti, negli angoli delle strade, sui cornicioni dei palazzi e pure nel fiume Vardar che attraversa la città (e sì… anche sotto le arcate del Ponte di Pietra c’è una composizione in bronzo colorato di una donna in bikini in procinto di tuffarsi mentre dall’acqua emergono le gambe di un’altra donna che già l’ha fatto…)
Fulcro della Skopje moderna è la grande Piazza Macedonia in cui spicca la fontana con l’alta colonna sormontata da una statua bronzea di Alessandro Magno su un cavallo rampante, mentre alla base della colonna ci sono i soldati della falange e, sui bordi della grande vasca circolare, dei leoni. In molti altri punti della piazza e anche nella sua prosecuzione oltre il Vardar ci sono altre fontane “a tema”: dei Leoni, dei Cavalli, di Filippo II con la moglie Olimpiade e il figlio Alessandro Magno, delle Donne.
A valle del Ponte di Pietra altri due altri ponti pedonali (delle Civilizzazioni in Bulgaria e degli Artisti) portano sulla riva opposta dove sorgono il ricco Museo Archeologico e alcuni uffici ministeriali: anche sulle spallette di tali ponti ci sono decine di statue rappresentanti personaggi storici famosi di varie epoche e, appunto, artisti e letterati.
Lungo la sponda occidentale del Vardar e nelle vie che conducono alla Piazza Macedonia ci sono decine di caffè, ristoranti e locali molto affollati nelle ore serali e notturne . E sempre di notte, sia i palazzi che attorniano la piazza che le fontane sono illuminati con luci multicolori che conferiscono al tutto un aspetto scenografico e futuristico.
Ma basta attraversare il Ponte di Pietra e percorrere un centinaio di metri sulla riva opposta che si è catapultati in un altro mondo: si entra infatti nel quartiere turco dove i ritmi sembrano più indolenti e il tempo pare trascorrere più pacatamente. Le strade sono affiancate da lunghe file di negozi con ogni tipo di merce (ma spiccano le oreficerie…) e di tanto in tanto, alzando lo sguardo sopra i tetti, si intravede un minareto o il kale, il castello che sorge sulla collina che domina il quartiere. Qui ci sono alcuni dei monumenti più rappresentativi della città quali la Moschea di Mustafà Pasha , il Chifte hamam o la Chiesa dell’Ascensione di Gesù che al suo interno conserva un’iconostasi lignea di eccezionale bellezza per la tecnica usata nell’intaglio delle figure.
Da ricordare infine che Skopje è la città natale di una delle figure più significative del XX secolo: Santa Madre Teresa di Calcutta cui la città ha dedicato una chiesa-memoriale e molte targhe con le sue citazioni sugli edifici.
A solo una quarantina di chilometri dalla capitale, verso ovest, sorge la città di Tetovo che annovera tra i propri monumenti un autentico gioiello del barocco ottomano: la Moschea Colorata. L’edificio ha pochi eguali nell’arte islamica in quanto è a forma di cubo, completamente decorato all’esterno da motivi geometrici e all’interno da motivi floreali e sorprende i visitatori che entrando non si aspettano di trovarvi una cupola che non appare dal di fuori; sempre all’interno, sopra l’entrata ,tre graziosi balconcini permettevano alle donne nel gineceo di assistere alla funzione. Il tutto ha un tocco femminile probabilmente dovuto al fatto che la costruzione fu finanziata da due nobildonne musulmane nel 15° secolo e la ristrutturazione, effettuata nell’Ottocento, ha probabilmente mantenuto lo spirito dalle due finanziatrici.
Anche la Macedonia ha un lungo e glorioso passato dovuto al fatto di trovarsi in zona di passaggio delle rotte commerciali terrestri tra la penisola anatolica e l’Europa: tale posizione se da un lato l’ha favorita nei commerci, dall’altro l’ha penalizzata facendone un territorio di conquista per i grandi Imperi che di lì sono passati. Durante la nostra permanenza abbiamo visitato il sito di Heraclea Lyncestis, dove i resti più importanti sono i mosaici delle grandi basiliche paleocristiane e il teatro, e il sito di Stobi che sotto i Romani visse un florido periodo tanto da divenire residenza imperiale di Teodosio I; qui il monumento più rappresentativo è il battistero annesso alla Basilica episcopale.
La località da visitare assolutamente è comunque Ohrid, situata nel sud-ovest del Paese.
L’omonima cittadina sorge sul lago, grande pressappoco come il Garda, che per i due terzi si trova in territorio macedone e per il rimanente terzo in Albania. Grazie alla posizione e al clima temperato è stato un luogo abitato fin dal Neolitico anche se gli edifici più rappresentativi rimasti sono le numerose chiese costruite in epoca bizantina e bulgara sparse in ogni angolo della graziosa cittadina. Tra queste spiccano la Chiesa di San Clemente, quella di Santa Sofia e, per la scenografica posizione su un promontorio a picco sul lago, quella di San Giovanni Caneo: tale abbondanza e peculiarità ha fatto di Ohrid un sito tutelato dall’Unesco. La domina la fortezza dello tsar Samuele (abbondantemente ricostruita) ed è divenuta meta turistica balneare sia per i locali – in primis gli abitanti della capitale – che per il sempre più numeroso turismo internazionale.