Thailandia, il Paese dei sorrisi

Tour del nord e una capatina in Laos... donne giraffa e poi relax al mare
Scritto da: MARISOL
thailandia, il paese dei sorrisi
Partenza il: 19/11/2012
Ritorno il: 03/12/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Finalmente si parte! Siamo pronti per affrontare ben undici ore di volo per raggiungere quello che viene detto il paese dei sorrisi, perché la Thailandia è così, un Paese dove la gente è sempre sorridente e bella.

Partiamo un freddo lunedì del 19 novembre, ma ci attenderà un meraviglioso clima caldo e quindi per ben 15 giorni addio cappotto! Allo scalo di Fiumicino, un inconveniente: l’aeroporto è sporchissimo, con cestini stracolmi, cartacce e lattine in terra. Veniamo a sapere che c’è lo sciopero degli addetti alle pulizie, che infatti stanno manifestando fuori. Siamo in fila per il check-in, ma il tempo passa e gli impiegati non arrivano, mentre la fila si allunga paurosamente. Finchè le postazioni di lavoro non verranno pulite non si potrà procedere alle operazioni di check-in. Finalmente, dopo più di un’ora, arrivano dei responsabili della Thai armati di scope e palette che cominciano a pulire presto aiutati da viaggiatori volontari. Ne viene fuori quasi una scenetta: alcune signore sfregano ben bene i banconi ed altre passano la scopa, mentre c’è chi fa riprese e foto in questa situazione strana. Ed ecco che tra gli applausi, arrivano le impiegate e si comincia. Per fortuna noi siamo piuttosto avanti nella fila, così ci liberiamo presto delle valigie. L’aereo è ovviamente enorme, a due piani; i nostri posti sono in fondo, ma molto comodi e piuttosto spaziosi, perchè è il punto della coda che restringe e quindi non abbiamo altri passeggeri vicino. Ottima sistemazione! Si parte con solo mezz’ora di ritardo, alle 14,00. Ben 11 ore ci separano dall’arrivo: si mangia, si sonnecchia, si segue un film o si legge; ognuno è impegnato in qualcosa per far trascorrere il tempo più tranquillamente possibile. Quando giungiamo a Bankok, sono le 6 di mattina, ma in Italia è mezzanotte, ora di dormire, infatti siamo un po’ stanchi, sia per il lungo viaggio che per un po’ di sonno. Comunque ci riprendiamo subito e passata la dogana e recuperati i bagagli, ci rechiamo all’appuntamento con il nostro referente del posto. Ecco dunque un simpatico thailandese sorridente che si presenta e ci dice di essere il nostro accompagnatore per tutta la durata del tour. Il suo nome è Surin e ci accompagna al pulmino dove c’è l’autista che si chiama Nock (ma chissà se si scrive così!), ed anche lui sarà con noi guidando lungo le strade di questo bel paese. La strada per arrivare in albergo è piuttosto trafficata, ma finalmente giungiamo al nostro splendido albergo, il Century Park Hotel, dove alloggeremo al 12° piano, con una vista spettacolare sulla città. Abbiamo poco tempo per una rifocillata perchè iniziamo subito il nostro giro per Bangkok. Il gruppo si compone il tutto di sei persone: noi da Roma, una coppia da Como ed un’altra da Napoli. Nord, centro e sud Italia si ritrovano per una bella vacanza e durante i giorni seguenti scopriremo con grande piacere e soddisfazione che siamo comunque tutti italiani e che non ci sono differenze di provenienza. Tra noi si instaurerà un feeling che ci accompagnerà per tutta la durata del tour, rendendolo ancora più piacevole, merito anche della nostra eccezionale guida e del simpaticissimo autista, entrambi pazienti e disponibili. Dunque, dopo le opportune presentazioni, partiamo per visitare il palazzo Reale di Bangkok. Il traffico è notevole, ma qui subito la prima curiosità che ci fa notare Surin: le macchine sono tutte pazientemente in fila e non si sente suonare un clacson. E’ vero e continueremo a prestare attenzione a questa particolarità: durante gli altri giorni non sentiremo mai un clacson, tranne che in un luogo, ma qui ci arriveremo successivamente. Eccoci davanti l’entrata del Grande Palazzo Reale. Fa molto caldo, l’aria è particolarmente afosa, anche per lo smog che soffoca la città; inoltre oggi il cielo è coperto da nuvole nere minacciose, che non preannunciano nulla di buono. Comunque entriamo in questo incredibile complesso di edifici racchiuso da una cinta muraria lunga ben 1900 metri. Le guardie “daemon” sono delle statue dorate ed altissime che subito ci colpiscono per la loro particolarità, ma ecco che i nostri occhi guizzano verso un’altra meraviglia: lo stupa di Phra Sri Rattana, che contiene reliquie del Buddha e Phra Mondop, un padiglione riccamente decorato con funzioni di biblioteca. All’improvviso una pioggia torrenziale ci fa correre in cerca di un riparo. L’acqua viene giù con una violenza incredibile e non riusciamo ad evitare di inzupparci ben bene. Tra uno scroscio violento, un’interruzione breve e poi ancora un altro diluvio, giungiamo al Tempio del Buddha di Smeraldo, o in lingua locale Wat Phra Kaew. E’ sicuramente il tempio più importante della Thailandia costruito per conservare la statua del Buddha e come cappella reale ed è l’edificio più grande e significativo. All’interno è conservata una statua in diaspro verde del Buddha seduto. E’ una statuina di soli 45 cm, ma che emana una potente sacralità. Il Buddha ha tre vesti dorate, che vengono sostituite tre volte l’anno dal re in persona o da un sostituto in caso di sua indisposizione. Questo avviene quando cambiano le stagioni in Thailandia, che sono appunto tre e fanno riferimento al giorno di luna calante in marzo, luglio e novembre. I due completi non indossati sono esposti al pubblico. Per fortuna ora la pioggia è cessata, ma ci siamo bagnati ben bene e quindi procediamo velocemente davanti al Dusit Maha Prasat, con le sue magnifiche decorazioni e la guglia dorata a nove piani. Il tempo di qualche foto e siamo sul pulmino per un breve tragitto che ci porta al Tempio del Buddha Reclinato. In questo complesso di magnifici edifici religiosi, giardini, insolite statue e torri campanarie, ecco il “bot” centrale con il suo famoso abitante, questo immenso Buddha lungo 46 metri ed alto 15, il più grande del paese. Luccica di foglie d’oro, mentre i suoi piedi sono ricoperti di incredibili intarsi in madreperla. In un altro edificio ecco il Buddha in Meditazione, ai cui piedi sono conservate alcune ceneri del re Rama I°. Rientriamo in albergo piuttosto stanchi e soprattutto bagnati e dopo esserci aggiornati per l’appuntamento dell’indomani, ci precipitiamo in camera per una bella doccia rigenerante ed un po’ di riposo. La sera è tutta per noi e quindi usciamo: la guida ci ha detto che possiamo passeggiare in tutta tranquillità lasciando i passaporti in albergo, perchè qui c’è il massimo rispetto per i turisti e le strade sono sicure anche la sera. Dunque andiamo alla ricerca di qualcosa per la cena. Fatti pochi passi e svoltato l’angolo vediamo un’insegna interessante: Pizza Hut. E’ nostra! Ci avviciniamo speranzosi, anche perchè abbiamo saltato il pranzo e quindi abbiamo una certa fame… ecco le vetrine e… orrore! Quella che identifichiamo come un’addetta alle ordinazioni o una cuoca, chissà, sta seduta massaggiandosi energicamente i piedi! Siamo stupefatti e all’istante decidiamo che non abbiamo voglia di pizza. Ripieghiamo con un gelato confezionato, quindi sicuro, comprato da “Seven Eleven”, una catena di bazar che ritroveremo ovunque in Thailandia. Un po’ perplessi sul cosa ci aspetterà, rientriamo in albergo, del resto domani è un altro giorno, come ricordava qualcuno.

Puntuale, ecco il nostro pulmino che il giorno dopo ci viene a prendere. Oggi percorriamo un po’ di chilometri, infatti ci rechiamo fuori Bangkok per un’escursione veramente unica ed interessante: l’incredibile mercato sui binari del treno ed il mercato galleggiante. Arriviamo in un paesino che si chiama Maeklong, dove c’è un’attrazione unica nel suo genere, il famoso mercato sul treno che attira molti turisti. Ci immergiamo nei colori e negli odori terribili del mercato: in un’accozzaglia di gente che si muove frenetica attorno alle bancarelle, oppure seduta in terra con la merce a fianco, cerchiamo di capire che cosa ci sia di mangiabile in quello che vediamo, ma l’unica cosa che riusciamo a decifrare è la frutta. Giungiamo così nei pressi della famosa stazione. Dobbiamo attendere una buona mezz’ora prima che, verso le 9, arriva il famoso treno. Il binario si addentra tra le case e del paese, e nei pressi della stazione scompare, inghiottito da bancarelle e teli multicolore. Al suono della sirena del treno, tutto diventa divertente. La folla di abitanti e turisti abbandona velocemente le rotaie; i venditori raccolgono in tutta fretta i loro prodotti adagiati ai bordi delle rotaie e sollevano i variopinti tendaggi per evitare che il treno si porti via tutto. Dopo il passaggio del treno, subito dietro l’ultimo vagone, tutto torna al suo posto in un baleno, fino al prossimo treno. Che scena strana! Bene, si riparte e poco dopo ci fermiamo in una piantagione di cocco. La guida ci illustra la produzione di zucchero di cocco, che viene qui effettuata al solo scopo turistico, perchè si tratta di metodi alquanto rudimentali e quindi sorpassati. Tuttavia il risultato è lo stesso. Proseguiamo il tour: ci troviamo a circa 100 km. a sud ovest di Bangkok e il mercato galleggiante di Damnoen Saduak si può raggiungere attraverso una fitta rete di canali a bordo delle caratteristiche “long tail boat”, barche di legno lunghe e strette, dotate di un motore rumoroso. Il timone è un lungo bastone che termina con un’elica. Sfrecciamo piuttosto veloci lungo i canali, mentre osserviamo le palafitte dove vivono gli agricoltori del luogo. Accanto ad ogni casetta ci sono i caratteristici altari animisti, cioè piccole pagode dove vengono offerti fiori e cibo in dono agli spiriti, per attirarsi la buona sorte. Anche qui notiamo qualcosa che va contro l’idea d’igiene: le stoviglie ed i vestiti vengono lavati direttamente nell’acqua non troppo pulita del fiume! Raggiungiamo il mercato galleggiante, affollato di turisti e gente del luogo: i “sampang”, cioè le barche, sono ormeggiate lungo gli argini del fiume, una accanto all’altra. Sono quasi tutte donne, con i loro cappelli colorati, che vendono frutta e verdura, spezie e bananine fritte. Dentro i capannoni ci sono tantissime bancarelle dove è obbligatorio contrattare, ed anche noi facciamo vari acquisti perchè ci sono tante cose belle. Andiamo a pranzo: tremo al solo pensiero; oggi andiamo in un hotel e tra vari salti mortali, riusciamo a trovare qualcosa di accettabile. La cucina thailandese è estremamente speziata e piccante ed io ho grosse difficoltà perchè non amo questi gusti. Per lo meno qui è tutto pulito! Rientriamo a Bangkok. Questa sera ceniamo a bordo della Chao Phraya Princess, che navigherà sul fiume per farci ammirare la città di notte. Ecco il nostro tavolo che dividiamo con i nostri simpatici amici di viaggio. La cena è a buffet, ed io approfitto per fare una scorpacciata di ottimi gamberi grigliati. Trascorriamo una bella serata allietata dalla musica e dalla voce di una brava cantante.

Ecco un nuovo giorno: oggi lasciamo la città per iniziare il nostro tour verso il nord. Si parte ed ecco la prima tappa: il Bang Pa, cioè il palazzo d’estate dei sovrani thailandesi. Percorriamo vialetti tra splendidi giardini curati e padiglioni incantevoli; uno di questi in particolare, sembra galleggiare sull’acqua di uno stagno lucente che lo circonda. Qui visitiamo anche un bellissimo palazzo in stile cinese che all’interno conserva un trono, un altare, un letto meravigliosamente intarsiato, porcellane Ming ed una superba collezione di giade. Proseguiamo verso Ayutthaya, dove visitiamo un tempio che custodisce un enorme Buddha alto ben 19 m. e largo 14, molto rispettato e venerato nella zona. Questa antica città in rovina, circondata da un centro abitato moderno, fu capitale della Thailandia e ci accoglie con i suoi “chedi” con le bellissime cupole a cono. Al loro interno sono conservate le ceneri di importanti sovrani. La nostra guida Surin ci racconta tante belle cose sull’antica cultura di questo incredibile paese, mentre ci illustra la storia di un altro grandissimo Buddha, alto ben 20 m., il Phra Mongkhon Bophit. Fuori il tempio, tante bancarelle con i loro odori e cibi assurdi. Passiamo in fretta per raggiungere il pulmino. La prossima tappa è decisamente unica: la città delle scimmie.

Siamo a circa 150 km. da Bangkok, nella cittadina di Lopburi, dove l’attrattiva è data dalla presenza di tante scimmiette considerate sacre. Infatti girano indisturbate, ma bisogna stare attenti a non farsi rubare le macchine fotografiche o gli occhiali. Sono molto numerose e l’ultima settimana di novembre c’è addirittura una festa in loro onore. Ci muoviamo un po’ titubanti, non siamo abituati a questi animaletti che ci girano intorno, poi si rivela una situazione simpatica ed approfittiamo per scattare numerose foto. Nuovamente ora di pranzo…oggi ci fermiamo in una “trattoria” lungo la strada per Kamphaeng Phet. Arrivano i cibi: anche oggi digiuno! Il riso è un ammasso insapore, poi un brodo con delle verdure non meglio identificate, il solito pollo fritto (ma sarà pollo?) ed altre verdure piccantissime. Io ripiego sulla frutta, ananas e banane, che sono buone. Alla fine ci viene proposto il solito the o caffè: the per tutti, che ci viene servito in tazze sbeccate, come pure la zuccheriera. Uno dei nostri amici vuole addolcire il suo the: solleva il coperchio della zuccheriera e…”Oh no! E’ abitata!…” e chiude subito col coperchio. Non abbiamo avuto il coraggio di guardare cosa ci fosse dentro! Per fortuna avevamo delle bustine di zucchero prese la mattina in albergo! Anche questo è folklore, giusto? Ripartiamo perchè abbiamo ancora tanta strada da fare. Una breve sosta prima di arrivare a Sukothai; ed ecco l’unico posto dove sentiamo continuamente i clacson delle macchine. Infatti gli automobilisti di passaggio, salutano il Buddha che si trova qui con una strombazzata ed è un continuo perchè è una strada trafficata. A sera arriviamo all’hotel Ananda. Ci sistemiamo nelle camere e poi andiamo a cena. Finalmente si mangia qualcosa di veramente buono, perchè ci servono della carne che gustiamo con piacere.

Siamo al 23 novembre, i giorni scorrono veloci e oggi si va al parco storico di Sukothai, un parco molto vasto che è possibile visitare in bicicletta. Il nome significa “sorgere della felicità” e questo ci piace molto ed anche le rovine sono particolarmente interessanti. Giriamo incuriositi ed interessati perchè vediamo delle cose bellissime! Per esempio una parte del parco è dominata da tre meravigliosi “prangs” che rappresentano la Trinità indù, mentre un gigantesco Buddha si riflette nelle acque di un laghetto. Inforchiamo nuovamente la nostra bicicletta e ci spostiamo verso la “grande reliquia”, cioè uno dei templi più antichi della Thailandia. Qui veniamo letteralmente circondati da una simpatica scolaresca; si tratta di un gruppo di adolescenti che, con la traduzione della nostra preziosa guida, ci chiedono di scrivere i nostri nomi e la nostra provenienza sui loro quaderni. Obbediamo molto volentieri e per finire ci scattano pure delle foto. Dunque rimaniamo immortalati nelle loro macchine digitali. Mi piace pensare che magari ci guarderanno assieme ad altri compagni di scuola o magari con i loro genitori, in una casa ed in una scuola thailandese! E’ quasi come se rimanessimo sempre lì! Questo fuori programma è piaciuto a tutti noi e ci siamo prestati molto volentieri ed anzi abbiamo fatto le foto anche con le nostre macchinette. Adesso ci attende uno dei templi più enigmatici di Sukhothai, che è anche il più fotografato: entriamo in una stretta ed altissima fenditura mentre in fondo intravediamo il volto sereno di un grandissimo Buddha seduto, che riempie quasi completamente lo spazio attorno. Il Buddha è chiamato Phra Acana, che significa “colui che non è spaventato” o “imperturbabile”. E’ bellissima questa usanza di dare dei nomi così rappresentativi, è una cosa affascinante! Del resto la Thailandia è di per sé incredibile, con il suo popolo sorridente e disponibile. A malincuore ritorniamo; lasciamo le biciclette e ripartiamo. La tappa successiva è un villaggio, Karen Hoo Yan. Qui ci sono tanti bimbi bellissimi che ci guardano con quegli occhioni spalancati, ma uno sembra un po’ triste e trascina una bottiglia di plastica legata ad uno spago. In una casa c’è una donna anziana che ha le mani tatuate di nero. Surin ci spiega che si tratta di un’usanza ormai persa: le donne di una certa età, quando erano ragazze, si tatuavano per essere più belle e quindi farsi corteggiare. Più avanti c’è l’unico bazar del villaggio, con annessa pompa di benzina (si fa per dire), che rifornisce i numerosi motorini e camioncini. Per un po’ ci immergiamo anche noi in questi stili di vita insoliti e coinvolgenti. Siamo entusiasti, ma il volto di quel bimbo triste ci ha colpito: avremmo voluto baciarlo e coccolarlo! Si riparte e la sera arriviamo al Lampang River Lodge un caratteristico albergo di Lampang. Infatti, le camere sono casette di legno molto originali, come particolare è l’arredamento; siamo alloggiati veramente bene. Cena in albergo e poi a riposare.

Per la mattina dopo abbiamo in programma un altro tempio appena fuori Lampang; si trova su di una verde collina ed è circondato da alte mura. All’entrata ci accoglie una lunga scalinata con due draghi, simbolo di forza e potenza. All’interno, oltre lo stupa e gli altri templi, c’è un albero sacro che ci incuriosisce: sotto i suoi rami Buddha raggiunse l’illuminazione , quindi i rami non possono toccare terra e vengono sostenuti da pali che terminano con una forcella. Ora ci dirigiamo verso Chiang Rai, ma prima facciamo una breve sosta lungo la strada. E qui un altro orrore! La nostra guida sta sgranocchiando qualcosa: ci avviciniamo incuriositi e ci accorgiamo che sono vermetti! Aiuto! Ci invita anche ad assaggiarli, ma ovviamente siamo disgustati. Dopo questa cosa terribile ripartiamo per andare a visitare il Museo dell’Oppio. Il nome non deve confonderci. Si tratta di un museo molto istruttivo, in quanto ci racconta tutto su questa droga, da dove proviene fino alle pipe per consumarlo. Questa zona del nord, denominata “Triangolo d’Oro”, comprendente la Thailandia, il Laos, il Myanmar e il Vietnam, era un punto caldo per la coltivazione ed il traffico di oppio. Oggi le piantagioni sono state tutte riconvertite in alberi da frutto, the ed asparagi e quindi c’è soltanto una storia da raccontare ed immagini da vedere nel museo.

Ora abbiamo un fuori programma ben gradito: ci dirigiamo verso il fiume Mekong, perchè qui prenderemo un barcone che ci porterà sulla riva opposta del fiume, in Laos, perchè questo fiume divide i due stati. E quindi, dopo aver ammirato il Buddha d’oro sulla nave, nella localià di Chiang Saen, prendiamo posto sul barcone tutto per noi e ci dirigiamo sull’altra sponda, dove si può scendere tranquillamente senza bisogno di passaporto. Appena mettiamo i piedi a terra, ci viene incontro uno stuolo di bimbi scalzi che chiedono l’elemosina. E’ il loro modo di fare con i turisti, ci spiega Surin, perchè fanno tenerezza ed i turisti mettono sempre alcune monete nelle loro manine. Il mercato di questa zona è molto caratteristico, in un grande spiazzo di terra battuta, con varie bancarelle che vendono di tutto: cambia il panorama ma non cambia l’orrore nel vedere anche qui cose incredibili. Ecco una bottiglia di un liquore non meglio definito, ma al cui interno c’è nientemeno che uno scorpione! Ed un’altra bottiglia con un serpente! Dopo un giro, il barcone è pronto a riportarci indietro ed il pulmino ci porta in albergo. La cena in hotel è discreta; poi decidiamo di fare un giro per Chiang Rai, perchè ci sono tante bancarelle (non ci soffermiamo a vedere i cibi esposti) per la festa di questo fin novembre che coinvolge tutto il paese.

Il mattino seguente, dopo una buona colazione continentale, andiamo a visitare un tempio moderno, unico nel suo genere perchè è tutto bianco. È uno spettacolo strabiliante, tutto questo bianco che abbaglia e s’innalza verso il cielo che questa mattina è però coperto di nubi. Questo tempio che si chiama Wat Rong ed è stato costruito di recente, nel 1997. E’ opera di un architetto molto famoso della zona. L’entrata è costellata di sculture di mani protese di dannati, ma poi, entrando nel tempio, c’è la purificazione. Questo sito è molto famoso e quindi molto visitato, infatti dobbiamo fare un po’ di fila per entrare, ma ne vale la pena! La mattinata prevede altre meraviglie, come per esempio il villaggio di Bor Sang, dove si fabbricano ombrellini molto colorati ed il Silk Thai Village, dove si lavora la seta. Quest’ultimo luogo ci affascina in modo particolare, perchè c’è un reparto di abiti in seta che sono semplicemente stupendi! Un acquisto è d’obbligo: un abito verde con dei grossi fiori colorati è lì che sembra chiedermi di essere comprato, ed io non mi faccio pregare. Esco soddisfatta con il mio prezioso pacchetto ed anche i nostri amici hanno fatto acquisti. Ora ci rechiamo in un bel parco della zona, meta dei thailandesi che qui vengono per trascorrere una giornata in relax tra fioriture meravigliose e sorgenti di acque termali. Bastano pochi bath per potersi curare in queste acque ricche di zolfo; ma lo spettacolo più bello sono i geyser che sprizzano acqua bollente. Siamo a fine giornata ed andiamo in albergo a Chiang Mai, dove ci viene assegnata una bella camera grande al 19° piano. Abbiamo gran parte della città sotto di noi, con tante luci colorate. Questa sera ci rechiamo in un locale tipico, con cena e spettacolo, il Khantoke Old Chiangmai Cultural Center. Ci vengono serviti cibi locali, molto speziati e dai sapori forti, quindi per nulla di mio gradimento, ma non importa: lo spettacolo è carino, poi siamo con i nostri amici e la serata scorre via piacevolmente tra divertimento e risate.

L’indomani è l’ultimo giorno di questo tour, ma è anche una giornata davvero molto interessante. Infatti oggi andiamo al villaggio delle donne giraffa e poi faremo un bel giro in groppa all’elefante. Dunque la prima tappa è in questo villaggio dove vive una minoranza di rifugiati della vicina Birmania. Sicuramente queste donne sono affascinanti, primo perchè sono belle, con dei visini dai lineamenti delicati, ma soprattutto per la caratteristica del collo lungo. Questa usanza singolare prevede che le donne avvolgano attorno al collo una lunga e pesante spirale d’ottone, usanza che inizia dall’età di 5 anni ed è una caratteristica che rende le donne particolarmente belle agli occhi dei membri della tribù. Giriamo per il villaggio ed osserviamo le donne che lavorano ad un telaio tessendo sciarpine dai colori sgargianti che noi acquistiamo con piacere a dei prezzi veramente irrisori. Una cosa mi colpisce: sopra il tetto di paglia di una delle capanne, c’è un’antenna satellitare, perchè il progresso si insinua con i suoi tentacoli anche nei posti più sperduti. Lasciamo il villaggio con un po’ di dispiacere, perchè saremmo voluti rimanere ancora, ma ci rechiamo al Maetang Elephant Park. Per prima cosa assistiamo ad uno spettacolo con gli elefanti, dove rimaniamo esterrefatti davanti a due elefanti che con la proboscide dipingono su una tela. Proprio così, se non l’avessimo visto con i nostri occhi non ci avremmo creduto, ma questi elefanti disegnano veramente! Gli applausi sono tanti e tutti meritati. Ora una passeggiata su di un carro trainato da due buoi: è una cosa carina, ma veniamo sbatacchiati qua e là, anche se questo è niente in confronto a quello che ci aspetterà, ma ancora non lo sappiamo! Ed eccoci in groppa all’elefante, in un cesto che mi sembra debba cadere da un momento all’altro. Il “mahout” siede davanti a noi sulla testa dell’animale e ci guida lungo un sentiero ricco di vegetazione. Chiamiamo e salutiamo gli altri amici, divertendoci moltissimo, anche perchè facciamo una fatica enorme per tenerci in equilibrio dentro quel cesto: l’elefante si muove molto e noi abbiamo paura di cadere! Poi scendiamo in acqua ed abbiamo l’impressione di precipitare in avanti; risaliamo dal fiumicello e ci sembra di andare a gambe per l’aria! Ma ci divertiamo moltissimo, è proprio una bella esperienza! Ed ora navighiamo su una zattera di bambù e dividiamo anche quest’avventura con i nostri amici.

Per il pranzo ci fermiamo in un giardino dove si coltivano splendide orchidee di tanti colori. Ci perdiamo tra le tante aiole coloratissime; orchidee così non l’avevamo mai viste.

L’ultima tappa è un tempio che si trova in cima al monte Doi Suthep. Il tempio si raggiunge salendo una scalinata monumentale di 304 gradini, con una balaustra di meravigliosi serpenti. A questa altezza godiamo di un panorama spettacolare sulla città di Chiang Mai. È un posto molto bello, con un meraviglioso Buddha di smeraldo che non ci stanchiamo di ammirare. Rientriamo in albergo, dove dobbiamo preparare le valigie perchè domani abbiamo il volo per tornare a Bangkok e da qui proseguire per Ko Samet, dove ci attendono cinque giorni di completo relax al mare. La sera salutiamo i nostri amici con molta tristezza, ma con l’impegno di sentirci in Italia. Infatti ogni coppia ha una diversa destinazione: i napoletani tornano a casa, i comaschi vanno a Puket e noi a Ko Samet. Tutto si svolge per il meglio, con l’aereo puntuale ed un pulmino ad attenderci all’aeroporto per raggiungere la nostra destinazione. Dopo circa tre ore, siamo in albergo, il Saekaew Beach Resort. La nostra camera è un bungalow comodissimo, in mezzo al verde. Il mare è meraviglioso con le sue sfumature di colore che vanno dal turchese al verde, dall’azzurro al blu intenso e la sabbia è bianca, come un mare caraibico, con le palme sulla spiaggia. Non si può descrivere la meravigliosa tranquillità che ci pervade, mentre ci dimentichiamo di tutto lo stress che ci accompagna abitualmente nella nostra vita quotidiana. Inoltre, ci troviamo nel pieno della festa del Loi Krathong, il cui nome si può tradurre in “decorazione galleggiante”. La festa prevede di depositare nell’acqua i “kratong”, queste decorazioni che portano fortuna. Inoltre vengono fatte volare innumerevoli decorazioni di carta che contengono fiammelle, le luminarie, che si innalzano in cielo e creano uno spettacolo fantastico. E così la sera abbiamo anche noi il nostro kratong che mettiamo in acqua e lasciamo navigare. Ci sentiamo coinvolti nei festeggiamenti, nelle musiche e canti che accompagnano questa festa ed insieme a noi anche gli altri ospiti del villaggio. Ed io ho potuto sfoggiare anche il mio vestito in seta appena acquistato! Ci sentiamo bene, sereni; ci siamo anche abbronzati! Queste sere di permanenza in questo splendido luogo, abbiamo potuto gustare dell’ottimo pesce alla griglia in un semplice locale della cittadina, spendendo in bath l’equivalente di 10-12 euro in due! Semplicemente meraviglioso!

Siamo così giunti all’ultimo giorno, il 2 dicembre: a mezzanotte partirà il volo per Roma e domani saremo a casa. Ci assale una grande tristezza, ma il cuore è pieno di serenità, consapevoli di portare con noi, oltre ai tanti regalini acquistati, anche tanti bei ricordi e sensazioni uniche. La Thailandia rimarrà sempre nel nostro cuore e la ricorderemo come la terra del popolo che sorride.



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