2 settimane in Thailandia a meno di 1000 euro: ecco come organizzare un viaggio low cost nella Terra del sorriso

Queste due settimane in Thailandia sono state l’ultima parte di un viaggio che comprendeva anche Singapore e Malesia, infatti io e mia sorella siamo arrivate a Bangkok con un treno da Padang Besar, Malesia. Lì ci siamo riunite con un al resto del gruppo, e abbiamo viaggiato in 8 per il resto del tempo. Durante il viaggio ci siamo spostati diverse volte in aereo per accorciare i tempi, in modo da poter vedere diversi aspetti del paese nelle due settimane disponibili. Così siamo riusciti a vedere un sacco di cose, ma se ne avete la possibilità consiglio di andare più con calma, magari dividendo le cose da vedere in più viaggi, perchè la Thailandia ha tanto da offrire ed è un peccato fare tutto di fretta. Gli aerei che abbiamo preso sono stati: Lubiana-Bangkok A/R 844 euro, Bangkok-Chiang Rai 44 euro, Chiang Mai-Surat Thani 149 euro, Surat Thani-Bangkok 37 euro. Il viaggio di due settimane in Thailandia è costato circa 860 euro a testa, tra cui 186 euro di alloggi, 110 euro di trasporti, 120 euro di cibo e 330 euro di attrazioni e tour.
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Diario di viaggio in Thailandia
Giorno 1 – Bangkok
Siamo arrivate a Bangkok con un treno notturno dopo quindici giorni in Malesia, pronte per affrontare la seconda parte del viaggio. Dopo tanto tempo in Malesia è stato un po’ strano risvegliarci in Thailandia, un altro paese, e inizialmente c’è stato un po’ di panico perché eravamo senza soldi e non c’erano posti per cambiare soldi vicino alla stazione dei treni, ma in qualche modo siamo riuscite ad arrivare all’albergo e abbiamo iniziato ad acclimatarci alla città.
Ovviamente la prima cosa che abbiamo fatto in Thailandia è stata farci un bel massaggio thailandese (doloroso ma rilassante), e per non farci mancare nulla abbiamo proseguito con una bella pedicure (i nostri piedi ne avevano proprio bisogno).
Nel pomeriggio, avendo già visto le principali attrazioni della città in un viaggio precedente, abbiamo deciso di dirigerci con calma verso il punto d’incontro con i nostri amici, con cui proseguiremo il viaggio d’ora in poi. Siamo partite a piedi, passando per varie strade conosciute e non, ed entrando anche nel rilassante Wat Ratchabophit (che belli e pacchiani i templi dorati thailandesi). A un certo punto però ci siamo accorte che a piedi non saremmo arrivate in tempo, e così ci siamo arrese e abbiamo preso la metro fino al Parco Lumphini.
Il Lumphini era carino, anche se dei pezzi erano in costruzione, e ci ha regalato una bellissima sorpresa: i varani! Piccolini, ma dopo che li abbiamo cercati inutilmente per tutta la Malesia eravamo troppo felici di vederli.
Dopo una breve pausa ci siamo rimesse in cammino, sotto il diluvio universale, verso la nostra meta finale: il King Power Mahanakon, che con i suoi 314 metri è il grattacielo più alto della Thailandia e uno dei più alti del mondo.
Abbiamo fatto una pausa merenda a una filiale di Fai Ta Lu (ci è stato consigliato il pad thai migliore della Thailandia) aspettando che smettesse di piovere, e poi eravamo pronti a salire: un controllo bagagli e un colorato viaggio in ascensore dopo eravamo al settantottesimo piano, con il mondo ai nostri piedi. La vista dal rooftop bar in cima al King Power era incredibile, sotto di noi Bangkok appariva minuscola e vedevamo a chilometri di distanza.
Siamo restati in cima per due ore, ubriacandoci del meraviglioso panorama notturno (l’altezza faceva veramente girare la testa!), scattandoci mille foto e affrontando la terribile sky walk, una spaventosa passerella di vetro sul vuoto, tra le più incredibili della Thailandia (e non solo)
Giorno 2 – Ayutthaya
La destinazione di oggi era Ayutthaya, e ci siamo arrivati con due macchine Bolt (essendo in 8 il prezzo di questi taxi è veramente conveniente).
Una volta arrivati abbiamo trovato un tuktuk che ci portasse in giro per i templi, e così siamo subito ripartiti: in nove su un tuktuk stavamo molto stretti, ma è questo il bello dell’esperienza thailandese!
Abbiamo iniziato col botto dal maestoso Wat Chaiwattanaram, forse il più bello di tutti quelli che abbiamo visto. Hanno seguito il simpatico buddha disteso di Wat Lokayasutharam e la bianca “montagna dorata” di Wat Phu Khao Thong.
Dopo aver saltato il Wat Phanan Choeng (il famoso Buddha era in restauro e noi eravamo di fretta) siamo passati al Wat Phra Si Sanphet, molto bello con i suoi tre stupa allineati.
Abbiamo finito la nostra visita della vecchia capitale nel Parco Storico con la visita di altri quattro templi, sempre affascinanti anche se simili ai precedenti (verso la fine eravamo un po’ assuefatti, ma li abbiamo apprezzati tanto comunque).
Al ritorno non abbiamo trovato Bolt economici, ma siamo tornati a Bangkok senza problemi con un minivan trovato in zona e poi qualche fermata di un bus pubblico.Giorno 3 – Ghiang Rai
Dopo una mattinata passata in aeroporto (volo in ritardo di due ore) siamo atterrati a Chiang Rai, che ci è subito piaciuta per l’atmosfera molto rurale e tranquilla, niente a che vedere con l’enorme Bangkok.
Dopo il check-in e un buon pranzo nel semplice am buono ristorante Easy Thai ci siamo subito diretti al Tempio Nero, il primo delle tre grandi attrazioni di Chiang Rai. In realtà il Baan Dam Museum non è affatto un tempio, ma la casa di un artista thailandese e anche il suo studio. Infatti la casa è piena di quadri inquietanti, oltre che di pelli e ossa di animali vari. Il posto è allo stesso tempo stranamente angosciante e pacchiano, ed è proprio questo a renderlo speciale!
La nostra seconda tappa è stato il Tempio Blu (stavolta è veramente un tempio), che ci ha fatto l’enorme favore di chiudere alle otto invece che alle cinque come tutti gli altri. Siamo stati accolti all’entrata da due enormi demoni blu e (nonostante l’obrobrioso parcheggio di macchine DENTRO al tempio) siamo rimasti subito affascinati dalla vista dell’edificio davanti a noi. Secondo me questo è un esempio di arte moderna riuscita bene: prendendo gli elementi dell’architettura tradizionale thailandese e portandoli all’estremo l’architetto ha creato un tempio speciale, con il bellissimo blu intenso delle pareti, le minuziose decorazioni dorate, le troppe statue fantastiche e l’interno psichedelico. Insomma, a me è piaciuto tantissimo!
La sera ci siamo spostati verso il Night Bazaar, dove abbiamo cenato e, prendendo coraggio, abbiamo anche assaggiato degli spiedini di coccodrillo: i pareri degli assaggiatori sono stati molto variegati. Una volta diminuita la solita pioggia serale abbiamo fatto un giro nel mercatino, facendo anche parecchi acquisti (queste bancarelle sono irresistibili!) e concedendoci un ottimo roti alla banana, e poi siamo tornati a casa presto, perché quella di oggi era stata proclamata serata di riposo.
Giorno 4 – Chiang Rai
Per il Tempio Bianco valgono tutte le considerazioni fatte ieri per quello Blu: d’altronde non è un caso che l’architetto del primo sia il maestro di quello del secondo! I due templi si assomigliano come stile: esagerato oltre ogni limite. Ed è proprio questo che mi piace!
Il tempio di oggi è brillante, concettualmente ma anche letteralmente, con il suo gesso bianchissimo e gli innumerevoli vetrini che riflettono la forte luce del sole: fa quasi male guardarlo troppo intensamente. Ci ha lasciati un po’ scioccati l’interno del tempio, dove immagini tradizionali sono sopraffatte da mille figurine di cultura popolare quali Jack Sparrow, Pikachu, Hello Kitty e tanti altri… questa scelta viene spiegata come allegoria della contrapposizione tra il “bene” divino e il “male” umano, ma sono ancora un po’ dubbiosa a riguardo.
Dopo una capatina alla famosa Clock Tower di Chiang Rai (anche questa tremendamente dorata e pacchiana, proprio in pendant con i templi) e il pranzo siamo tornati a prendere le valigie e ci siamo diretti alla stazione dei bus per partire verso Chiang Mai.
Alla stazione ci aspettava un’orribile notizia: tutti gli autobus di oggi erano al completo! Siamo comunque riusciti ad arrivare a Chiang Mai, grazie ai consigli di una ragazza incontrata in stazione, ma il viaggio si è allungato parecchio: prima ci siamo fatti due ore su uno scassatissimo bus vecchio stile, poi siamo stati depositati in mezzo al nulla e caricati sul retro di un piccolo songthaew.
Poco dopo partiti ci siamo fermati dieci minuti ad un mercato, dove ci siamo un po’ rifocillati, ma al ritorno ci aspettava una brutta sorpresa: se pensavamo di stare stretti prima, non avevamo ancora visto niente! L’autista ha fatto salire altre quattro persone, e ora oltre che sulle panche e sulla piattaforma esterna c’erano persone sedute anche tra le nostre gambe! The true asian experience! E una volta al completo non c’era più bisogno di andare piano alla ricerca di passeggeri, siamo partiti come fulmini! Nonostante le preoccupazioni dei nostri compagni meno abituati a queste avventure siamo arrivati a destinazione tutti interi, e a Chiang Mai un’ultima corsa in songthaew ci ha finalmente portati in hotel, dove non abbiamo perso tempo prima di tuffarci in piscina per lavare via la stanchezza del viaggio!
Giorno 5 – Chiang Mai
Chiang Mai ci è sembrata subito una città molto verde. Ne abbiamo avuto la conferma con l’attività di stamattina: il Monks Trail, una passeggiata nel bosco che porta a due templi, prima a Wat Pha Lat e poi a Doi Suthep.
Il primo tratto della camminata ci è piaciuto molto: è stato il nostro primo trekking nella natura selvaggia thailandese, ed è stato bello immergersi nella natura, guidati solo dalle bandierine colorate che indicavano la via per il tempio. La cosa più bella di tutte però è stato proprio l’arrivo a Wat Phra Lat: composto da una serie di vecchi edifici immersi nel verde e con una bellissima vista sulla città sottostante, in quanto ad ambientazione e atmosfera questo tempio ci è piaciuto più di tutti quelli visti finora.
Il secondo tratto, visto il caldo estremo e i cartelli minacciosi (omino che scala rocce non sembra indicatore di una passeggiata piacevole), abbiamo deciso di farlo in songthew: ormai ci siamo affezionati a questi mezzi di trasporto locali. Anche il tempio di Doi Suthep ci è piaciuto, soprattutto l’enorme scalinata che porta al tempio, affiancata da due lunghissimi serpenti molto affascinanti, e il meraviglioso panorama visibile dalla terrazza.
Nel pomeriggio abbiamo visitato altri due templi, stavolta in centro città. Il primo, Wat Phra Singh, mi è sembrato un po’ più autentico, ancora operativo e frequentato dai locali. È stato bello poter assistere ai monaci che cantavano in diretta.
Il secondo tempio, Wat Chedi Luang Worawihan, é particolare soprattutto per il tempio antico che ha alle spalle: l’imponente stupa in rovina, sorretto dagli elefanti e ancora contenente quattro statue dei Buddha, è veramente affascinante.
Giorno 6 – Chiang Mai
Stamattina ci è toccata la levataccia, perché alle sette è arrivato un minivan a prenderci per iniziare il Grande Tour: dodici ore nei dintorni di Chiang Mai tra elefanti, montagne e foreste.
La prima tappa è stata il Living Green Elephant Sanctuary, un grande campo sulle montagne dove abbiamo conosciuto sei adorabili elefanti. Prima gli abbiamo dato da mangiare, armati delle nostre borse piene di banane e canne da zucchero, riuscendo anche ad accarezzarli e farci un sacco di belle foto con loro. Poi siamo passati al bagnetto: entrati nel fiume abbiamo “aiutato” gli elefanti a lavarsi buttandogli addosso litri d’acqua (e bagnandoci tutti collateralmente). Una volta sazi e puliti gli elefanti se ne sono andati a passeggiare sulle montagne, scortati dalle loro guardie del corpo, e noi ci siamo rifocillati con un buon piatto di pad thai e tanta frutta, sempre gradita.
Salutati i nostri adorabili amici ci siamo spostati a Doi Inthanon, la montagna più alta della Thailandia. Prima siamo saliti fino alla cima, dove ci ha accolti la vegetazione di un verde strabiliante, nonché l’unico clima semi-fresco che troveremo in tutto il viaggio. Purtroppo però il bel tempo di stamattina sembrava evaporato, e sul monte ci siamo ritrovati avvolti nella nebbia.
Purtroppo la nebbia l’abbiamo trovata anche un po’ più giù, dove si trovano le moderne pagode dedicate a Re Rama IX (il padre di quello attuale) e un parco fiorito con (teoricamente) una bellissima vista sulla valle. E niente, non potendo ammirare il panorama abbiamo passato il tempo esplorando i due monumenti, imparando qualcosa in più sulla storia di Buddha e di alcune donne importanti nel buddhismo, e poi riparandoci dall’immancabile temporale.
L’ultima attività prevedeva un trekking nella giungla, e per fortuna la pioggia ha smesso velocemente e siamo riusciti a partire. È stata una camminata bellissima, nel verde brillante tra le potenti cascate, le sceniche risaie e i tanti insetti colorati. A metà strada siamo stati nuovamente sorpresi dalla pioggia ma la cosa non ci ha rovinato l’esperienza, anzi: ci siamo divertiti ancora di più, ci siamo rinfrescati e ci siamo goduti un’altra true asian experience!
Siamo arrivati fradici nel villaggio Hmong di destinazione, dove ci hanno fatto assaggiare diversi tipi di tisane e caffè locali, e poi per fortuna ci siamo potuti riposare un po’ durante il lungo viaggio di ritorno.
Giorno 7 – Chiang Mai
Anche oggi siamo stati prelevati dall’albergo di prima mattina, questa volta per la nostra lezione di cucina thai presso la scuola di cucina Zabb E Lee.
Per prima cosa siamo stati al mercato dove Amy, la nostra insegnante, ci ha mostrato un po’ di ingredienti particolari che avremmo usato nei nostri piatti. Dopo aver fatto un bel giro tra gli stand (sempre molto affascinanti questi mercati locali, ma il mix di odori non era il massimo appena svegli) siamo ripartiti per la nostra scuola.
Le lezioni si tengono in una serie di capannoni in bambù in una bellissima location fuori città, piena di piante e laghetti molto bellini. Una volta esplorata la zona abbiamo iniziato con le lezioni: un continuo alternarsi di cucinare e mangiare per tutta la mattina!
Guidati da Amy abbiamo riso, ballato e preparato un sacco si ottimi piatti thailandesi, cinque ognuno dall’antipasto al dolce (l’immancabile mango sticky rice). È stata proprio una bella esperienza, il cibo era molto buono e speriamo di riuscire a riprodurlo a Trieste grazie al nostro nuovo libro di cucina!
Nel pomeriggio invece ci aspettava un altro spostamento in aereo, da Chiang Mai a Surat Thani. Così è giunta al termine la parte “culturale” del viaggio, d’ora in poi solo spiagge e natura!
Giorno 8 – Khao Sok National Park
Il primo giorno del nostro super-tour nel Parco Nazionale di Khao Sok è stato bellissimo! La mattina siamo partiti su una bella barca di legno, sfrecciando dentro al lago Chiao Lan, famoso per la sua acqua verde-blu e per i suoi paesaggi mozzafiato. Fin da subito ne siamo rimasti entusiasti, circondati dai tanti colori, le spettacolari formazioni rocciose e la fitta vegetazione.
Purtroppo a metà strada siamo stati sorpresi dall’ennesimo acquazzone, che ha reso molto più difficile ammirare uno dei paesaggi più belli della Thailandia (riuscivamo a mala pena a tenere gli occhi aperti). Per fortuna dopo un po’ la pioggia si è calmata, e ben presto siamo arrivati al nostro alloggio per la notte. È stato amore a prima vista: si trattava infatti di una serie di bungalow costruiti su una palafitta non in riva al lago ma NEL lago, con tanto di enormi vetrate con vista e terrazzino con pouf e accesso diretto in acqua. Insomma, una location da sogno!
Dopo pranzo per prima cosa abbiamo preso i kayak e siamo partiti per un piccolo giro in solitaria: anche solo a qualche minuto dagli alloggi ci siamo ritrovati da soli circondati dalla natura, l’ambiente ci infondeva una pace infinita. E abbiamo avuto una fortuna sfacciata durante il nostro giro, abbiamo incontrato un grande gruppo di macachi che giocavano sulla riva del fiume, a pochi metri da noi! Bellissimi!
Dopo un bagnetto nel lago (bellissimo buttare in acqua direttamente dalla nostra camera) siamo ripartiti per fare un bel trekking nella foresta. Dopo una salita nella natura selvaggia siamo entrati ad esplorare una grande grotta piena di stalattiti e stalagmiti, ragni giganti, orde di grilli, serpenti dormiglioni e pipistrelli indemoniati. Insomma, bellissima!
La sera abbiamo fatto un river safari che, purtroppo, non ha dato molti frutti. A quanto pare agli animali non piace la pioggia e sono andati tutti a nascondersi. Fortuna che avevamo già visto le scimmiette prima!
Giorno 9 – Khao Sok National Park
Stamattina ci siamo svegliati alle sei e mezza con un magnifico tuffo in acqua, e poi siamo partiti per un safari mattutino durante il quale, tra le altre cose, abbiamo potuto sentire il bellissimo canto dei gibboni e perfino vedere una famigliola saltellare sugli alberi vicino alla riva! Sapendo come sono timidi questi animali non credevo di riuscire a vederne qualcuno, quindi sono proprio contenta!
Dopo la colazione e un ultimo bagno è arrivato, purtroppo, il momento di abbandonare i nostri bellissimi bungalow e tornare a est. La giornata è passata tra una lunga e calda attesa al molo di Donsak e una lunga e calda traversata in traghetto, e finalmente al tramonto siamo approdati a Koh Tao.
Giorno 10 – Koh Tao
Oggi era il nostro primo giorno su queste magnifiche isole della Thailandia, e abbiamo deciso di viverlo molto all’insegna della calma. Ognuno si è svegliato quando voleva e poi ci siamo trovati tutti a Freedom Beach, una fantastica baietta a dieci minuti dai nostri bungalow che è tutto ciò che ci si potrebbe aspettare da una spiaggia in Thailandia.
A parte una breve ma intensa scalata verso un bel punto panoramico, il resto della giornata l’abbiamo passata nel più completo relax tra bagnetti in mare con tanto di snorkeling (era inaspettatamente pieno di cose da vedere anche vicino alla riva), dormite e parole crociate sotto la salvifica ombra degli alberi, e ottimi smoothies nel bar della spiaggia.
Nel tardo pomeriggio ci siamo fatti portare al Secret Bar panoramico in cima all’isola per un aperitivo. Così, mentre giocavamo coi nostri ottimi drink in mano, il sole è sceso e ci siamo potuti godere il bellissimo tramonto sul mare dai nostri comodi pouf. Il bar era una location davvero bellissima, e nonostante il pessimo servizio saremmo rimasti lì all’infinito!
Giorno 11 – Koh Tao
La mattina siamo partiti su una bella barca di legno, maschere alla mano, per toccare diverse spiagge dell’isola ed esplorarne i fondali. Shark Bay, Aok Leuk Bay, Hin Wong Bay e Loght House Bay ci hanno regalato delle viste bellissime: anche se non abbiamo visto altri animali (purtroppo sono timidi e ormai ovunque è pieno di turisti), siamo rimasti meravigliati da tutti i coralli, dalle anemoni e dagli innumerevoli pesci colorati.
L’ultima tappa del tour era l’isola di Nangyuan, e qui il gruppo si è diviso: i più sportivi sono andati a fare un trekking fino a un punto panoramico, due di noi hanno continuato con lo snorkeling nel famoso “giardino giapponese” e i più saggi si sono rifugiati all’ombra.
La gita ci è piaciuta molto: ci siamo goduti i paesaggi di mare e il vento in faccia dalla barca, e abbiamo potuto vedere pesci e fondali bellissimi sott’acqua. Il tour però ci ha lasciato anche un regalino inaspettato: nonostante ci fossimo riempiti di crema solare tantissime volte tra una tappa e l’altra, evidentemente non esiste protezione che serva contro il sole thailandese, e siamo tornati a riva tutti rossi come pomodori.
Stavamo andando a fuoco mentre prendevamo i bagagli dall’agenzia, compravamo degli enormi doposole all’aloe e ci dirigevamo verso il porto. Sul traghetto verso Koh Phangan già si facevano sentire i primi dolori. Arrivati a Shiralea, fantastico ostello gestito dal simpatico Ollie, non abbiamo potuto far altro che sgranocchiare una leggera cena e poi filare chi a letto e chi in piscina per cercare di alleviare la nostra sofferenza. Mi sa che abbiamo tutti imparato la lezione, e nessuno di noi farà più snorkeling senza pantaloni e maglietta!
Giorno 12 – Mu Ko Ang Thong National Park
Purtroppo avevamo prenotato per oggi il tour al Parco Nazionale di Ang Thong, ignari della disgrazia che ci avrebbe colpito solo il giorno prima. Nel nostro stato pietoso ieri avevamo addirittura ponderato l’idea di saltare il tour, ma poi abbiamo deciso che non ci saremmo fatti fermare da un po’ di dolore. Così stamattina, dopo mezz’ora ad aspettare il minivan e un’altra mezz’ora ad aspettare la barca (l’organizzazione lasciava parecchio a desiderare), siamo partiti in direzione dell’arcipelago di Ang Thong.
La prima tappa del tour era, ahimé, dedicata allo snorkeling. Ancora traumatizzati dagli eventi recenti, stavolta abbiamo imparato dai nostri errori e ci siamo bardati il più possibile per entrare in acqua: non la cosa più comoda del mondo (sebbene non fastidiosa quanto pensassimo), ma ha protetto dal sole la nostra povera pelle già fucsia!
Dopo lo snorkeling abbiamo fatto un piccolo trekking (più un’ascesa di scalini giganti) fino a un bel viewpoint, e poi ci siamo spostati in una seconda isola per pranzo. Poi è toccato il turno del kayaking, e dopo una dura riflessione quattro di noi hanno deciso che il rimpianto è peggio del dolore, e così abbiamo preso le barche e siamo partiti: per fortuna il giro è durato solo venti minuti, perché è stato davvero faticoso visto il nostro stato pietoso, ma sono contenta di non essermelo persa.
L’ultima attività era la migliore, ma anche la più faticosa: un trekking (composto di nuovo solo da tantissimi scalini) fino alla cima dell’isola più grande. Grondanti di sudore e senza respiro (non passava veramente neanche un alito di vento) siamo riusciti a risalire gli scalini alti almeno quaranta centimetri, mezzi diroccati e scivolosi, fino al punto panoramico a cinquecento metri di altezza. È stato molto stancante, ma alla fine siamo riusciti a salire e la vista che ci ha accolti in cima era davvero spettacolare, un bellissimo colpo d’occhio su tutto l’arcipelago.
Giorno 13 – Koh Phangan
Dopo una buona colazione in ostello abbiamo passato l’intera giornata nella Secret Beach, spiaggiati all’ombra ancora molto doloranti per l’ustione di giorni fa.
Tra settimana enigmistica, pranzo nel vicino ristorante dall’arredamento fatato e bagnetto in acqua le ore sono passate come fulmini, e presto abbiamo potuto goderci il bellissimo tramonto in riva al mare (ovviamente con un immancabile mango smoothie in mano).
Giorno 14 – Bangkok
Purtroppo è arrivato il momento di tornare a casa: la mattina siamo partite presto, sfrecciando tra le strade deserte di Koh Phangan in direzione molo. Tra traghetto, autobus e aereo il viaggio è passato velocemente e ben presto siamo atterrate a Bangkok, la capitale della Thailandia.
La nostra sistemazione per la notte è il Lobsuek Hostel, un piccolo ostello nascosto tra dei tipici vicoletti pedonali, semplice ma carino e accogliente, dove ci siamo riprese un po’ dal viaggio prima di uscire di nuovo.
Abbiamo passato il resto del pomeriggio tra negozi e bancarelle nella zona di Khaosan Road, sempre caotica e piena di turisti, iniziando la nostra corsa allo shopping tra pantaloni con gli elefantini e zaini griffati.
Giorno 15 – Bangkok
Anche oggi è stata una giornata all’insegna dello shopping, e in Thailandia è qualcosa di facile (ed economico). Abbiamo iniziato la mattina a Khaosan Road, che però abbiamo scoperto deserta: a quanto pare il lunedì non c’è il mercato. Così ben presto ci siamo spostate all’MBK Center, enorme centro commerciale con negozi sia per locali che per turisti. Qui ci siamo separate per essere più efficienti, e ci siamo dedicate a comprare trucchi, cibo tipico e gli ultimi souvenir.
Poi è arrivato il momento di China World, un altro centro commerciale che però è completamente dedicato alle stoffe: lì mi sono sbizzarrita con le compere, dato che in Italia i tessuti costano parecchio.
Finito il nostro momento di shopping disperato siamo passate al relax con una serie di manicure, pedicure, e trattamenti viso che, dopo la stanchezza accumulata nelle ultime settimane, sono stati davvero rigeneranti.
Dopo un’ultima cena vicino a casa e delle docce veloci abbiamo preso i bagagli e ci siamo spostate nel nostro ultimo alloggio, un hotel poco distante dall’aeroporto da cui partiremo domani mattina per tornare a casa.
Ci mancherà la Thailandia con i suoi bellissimi templi, la natura selvaggia e le spiagge paradisiache. Ma sono sicura che torneremo presto!