Sud Africa

Il mondo in un solo Paese. Dal Transvaal alla Penisola del Capo per capire la realtà sudafricana, nello scenario di una natura straordinario. La prima del giro completo della Maloti Route
Scritto da: Delfino Sartori
sud africa
Partenza il: 01/08/2012
Ritorno il: 22/08/2012
Spesa: 3000 €
Questo viaggio è senza dubbio e tra i più affascinanti dell’Africa. E certo è così: la ricchezza mineraria, la varietà della flora e della fauna, la bellezza dei paesaggi fanno della Repubblica Sudafricana, un paese attraente sotto i punti di vista. Dalla terribile Costa degli scheletri, lungo il deserto del Namib in Namibia, alle mille essenze della Garden Route (strada-Giardino), fra la città del Capo e il Tanskei, dalla famosa riserva faunistica del parco Kruger alle cime nevose del Drakensberg l’interesse del viaggiatore è continuamente sollecitato da molteplici bellezze naturali.

In effetti, la diversità di questi paesaggi si divide su più di 2 milioni di kmq, una superficie più di sei volte maggiore di quella dell’Italia. Inoltre i climi molto differenti si alternano fra il Capo, tipicamente mediterraneo con i suoi vigneti e aranceti, il Nadal, tropicale con le piantagioni di canna da zucchero, i deserti del Kalahari e del Namib, gli altopiani dell’Orange e del Transvaal.

In questo immenso paese coabitano uomini di diversissime razze. I più numerosi, i neri, in maggioranza Bantù, appartengono a una decina di ceppi etnici strettamente imparentati. Per ordine di importanza etnica vengono poi i bianchi, discendenti dei primi coloni olandesi e britannici. Vi è quindi un importante nucleo di Indiani, qui stabilitisi nel secolo scorso.

La legge sino al 1992 distingueva ognuno di questi gruppi razziali, assegnandogli un determinato posto nella società: era questo il regime della cosiddetta apartheid.

Lasciata Johannesburg arriviamo a Pretoria, la capitale amministrativa del paese. I monumenti e i grandiosi edifici, alcuni dei quali risalenti al XIX secolo, sono ingentiliti dai molti parchi e giardini. Ogni primavera i fiori di Jacaranda aggiungono chiazze lilla alle strade.

Dopo un giro per la Church Square partiamo alla volta di Sabie punto di partenza per andare a fare il tour della cascate.

Il percorso si caratterizza per l’interesse naturalistico e richiede parecchie soste. Gli alti terreni, le abbondanti piogge e i rapidi deflussi hanno creato spettacolari cascate in questa area precedentemente mineraria lungo il pendio dei Drakensberg. Ci sono più cascate qui che in qualsiasi altra zona del Sudafrica. Alcune si visitano con un facile percorso circolare di meno di 100 km tra Sabie e Grashop. La maggior parte sono ben segnalate e facili da raggiungere in macchina. Ci fermiamo alla Mac Mac Falls (alta 70 metri) che prese il nome dei minatori scozzesi che cercavano l’oro nella zona.

Panorama Route

Procedendo ecco il Blyde River Canyon. Questo tratto di 18 km della R534 sale in circolo sulla sommità del promontorio proprio sul limitare del dirupo. I panorami sono meravigliosi. Qui il fiume ha scavato un imponente canyon e li vicino una parte della catena dei Drakensberg si erge sulle pianure erbose. Wonderview e God’s Window non sono solo nomi: una volta sul posto non si può che ammirare stupefatti il panorama mozzafiato.

Quindi, ecco il Pinnacle. Questa impressionate roccia, che si trova sulla Panorama Route, sembra sorgere da una base di denso fogliame. L’illusione ottica la fa sembrare quasi a portata di mano.

Più avanti troviamo le Three Rondavelas. Queste tre collinette, che hanno la forma delle capanne cilindriche degli Xhosa o degli Zulu, vennero formate dall’erosione di strati di roccia morbida sotto una “cappa” di roccia più dura che si erose più lentamente. Le Three Rondavels sono uno dei tre siti che si possono vedere dalla strada che domina il canyon.

E siamo al Kruger Park

Il primo europeo a esplorare la zona del Kruger Park fu l’olandese Francois de Cuiper, che guidava una spedizione della Compagnia delle Indie Orientali partita dalla Colonia del Capo nel 1725. Successivamente verso la metà dell’800 vi arrivarono altre spedizioni e con il ritrovamento dell’oro molti cercatori iniziarono a riversarsi nella zona, nonostante il pericolo rappresentato da leoni, coccodrilli e malaria. In questo periodo la fauna locale cominciò a essere seriamente minacciata dai cacciatori europei.

Nel 1896, il virus Rinderpest fece strage di gran parte degli animali selvatici e domestici dell’area. Fu allora che allo scopo di preservare la cacciagione fu creata una piccola riserva governativa intorno al fiume Sabie. I primi fondi furono stanziati nel 1898, ma lo scoppio della Seconda Guerra Boera bloccò il progetto, ripreso solo nel 1902. L’area della riserva fu quasi subito estesa dal Sabi fino al fiume Olifants. James Stevenson-Hamilton, primo guardiano della riserva, fece in modo che tutti gli abitanti della zona fossero costretti a trasferirsi, e iniziò ad abbattere i predatori per consentire alla popolazione di antilopi e altri erbivori di tornare a crescere in numero.

Nel 1926, l’amministrazione Britannica stabilì che la riserva diventasse il primo Parco Nazionale del Sudafrica, e, come gesto simbolico di riconciliazione con la popolazione dei coloni dopo la guerra, la ribattezzò “Kruger National Park” in onore di un leader boero, Paul Kruger. Il parco fu aperto al pubblico nel 1927, e dopo un inizio piuttosto timido iniziò ad attirare turismo: già nel 1935 si vendettero circa 26.000 biglietti d’ingresso. Oggi, il parco viene visitato da circa un milione di turisti l’anno.

Appena entrati iniziamo a percorrere delle strade secondarie, facendo i vari loop sino a raggiungere l’Olifants camp. Poi ci dirigiamo con calma verso il Mopani lodge che è situato più a nord del Gate. Gli incontri migliori sono attorno alle pozze e ai serbatoi dove si abbeverano gli erbivori più grandi, verso mezzogiorno. Del resto la fortuna ti può arridere spesso lungo le strade asfaltate.

Visto che abbiamo intenzione di girare il più possibile il parco con lo scopo di vedere almeno un leone all’alba siamo in azione. Appena partiti sul ciglio della strada che mezza carcassa di un bufalo, segno evidente che li c’erano i leoni. Attendiamo con calma per poi essere ripagati dalla presenza di un leone che avvezzo alla situazione desidera farsi fotografare. In seguito vediamo molti animali lungo le strade asfaltate: zebre, giraffe, kudu, facoceri, elefanti, antilopi, e, nei fiumi e nei bacini d’acqua, ippopotami e coccodrilli. Ed infine ecco il leopardo, il ghepardo e il rinoceronte bianco che era alla base di questa mia visita africana.

Malelane Gate è il punto dal quale usciamo e dopo le formalità doganali entriamo nello Swaziland. Saliamo verso Pigg’s Peak (con mercatini artigianali lungo la strada) e quindi continuiamo verso la capitale Mbabane. Transitiamo attraverso la spettacolare Ezulwini Valley per arrivare quando è oramai buio a Mlilwane World Sanctuary . Ci rechiamo nelle caratteristiche capanne del Rest Camp Huts quindi subito a cena con dopocena attorno al fuoco con danze zulu-swasi.

Milwane

Mlilwane è stato il primo santuario della fauna selvatica nello Swaziland, generato negli anni 50 da Tedd Reilly, sul suo podere. Questa riserva è un posto dove si possono oltre la zebra, molte specie dell’antilope, gli ippopotami ed i coccodrilli.

Greater St Lucia

Il Lago St Lucia con i suoi 368 kmq si estende in una pianura ricche di animali mentre il Greater St Lucia Werland Park nei suoi 1700 kmq comprende numerosi habitat: montagna, bushveld, prateria, palude, bosco costiero, barriera corallina e oceano.

Il villaggio costiero di St Lucia è un’affollata località per le vacanze, con numerosi servizi ed alloggi. Crociere regolari permettono di vedere da vicino ippopotami, coccodrilli, pellicani pesci, aquile e rari uccelli acquatici.

Cape Vidal, dista 32 km a nord dell’estuario di St Lucia e vanta una spiaggia protetta da una barriera, acque tropicali, pesca d’altura e un lago d’acqua dolce.

Giant’s Castle

Superato Durban la prossima destinazione è Giant’s Castle che si trova nella Catena dei Drakemberg “montagne del drago” dove arriviamo prima del tramonto: il posto è veramente bello e le sistemazioni favolose. Il campo principale domina il Bushman’s River, con il Giant’s Castle (3314 m) che si staglia sullo sfondo.

Dal campo si dipartono numerosi sentieri e a breve distanza di cammino (45’) si raggiunge una grotta che conserva 500 pitture rupestri boscimane, alcune delle quali risalgono anche a ottocento anni or sono.

Entriamo nel Leshoto

Superata la frontiera a Fricksburg Bridge entriamo nel Leshoto con l’intenzione di effettuare la Maloti Route. A tutti gli effetti siamo stati il primo gruppo a effettuare il giro completo. Altri ci hanno provato ma la neve al passo Mafika Lisiu Pass (3090 m.) gli ha costretti a tornare indietro.

In partenza andiamo in direzione Leribe e poi deviamo per la Katse Dam. La strada, la Maloti Route, bellissima, si snoda tra i monti Maluti, e, all’inizio, il colore dominante è quello giallo, dell’erba secca; l’aria è limpidissima e fredda. Ci fermiamo lungo la strada a fotografare la gente dei villaggi e le loro capanne in legno e terra battuta. La strada poi si inerpica tra bellissimi paesaggi di montagna, fino al Mafika Lisiu Pass dove ci fermeremo per fare delle foto. Poi, in modo incosciente – i dati avuti si sono dimostrati sbagliati –, decidiamo di proseguire. La strada va verso il sud ed appena oltre la missione di Mamohau, attraversa il fiume lungo il ponte di 465 m. La strada attraversa ancora le montagne con il Matsoko River Valley, quindi il fiume Malibamatso e le ascensioni fino al villaggio di Katse.

I paesaggi che si susseguono sono da favola ma il tempo è tiranno ed alle 14.00 arriviamo al Villaggio turistico. Qui sarebbe stato da fermarsi la notte e quindi riprendere il cammino. Noi dopo un breve spuntino decidiamo di proseguire ma presto arriva il buio e con esso anche l’impossibilità di vedere qualcosa che sicuramente dovrebbe essere splendido. Alle 24 arriviamo sfiniti a Malalea

Graaf Reinet

Il giorno successivo stanchi, distrutti ma non umiliati dopo colazione decidiamo di partire alla volta di Graaf Reinet: la più vecchia città della orientale con un numero enorme di costruzioni storiche ristabilite.

Più di 200 costruzioni in Graaff-Reinet sono monumenti nazionali. Un giro in calesse trainato da un cavallo offre un’introduzione all’architettura del Cape-Olandese e ci fa conoscere meglio questo posto storico. Da visitare la Camera di Reinet nella via del Murray, il vecchio Residency sulla Parsonage, e la vecchia biblioteca.

Però e la spettacolare Valle della Desolazione che attira qui il viaggiatore. Fa parte della riserva naturale di Karoo nord-ovest e dista pochi minuti della città. La riserva è di 14.000 ettari. Si possono osservare animali quali la zebra, il wildebeest, lo springbok ed il gemsbok che nella montagna sono numerosi, ma anche molte specie di uccelli e mammiferi.

La Garden Route

E siamo a Jeffrey Bay per costeggiate tutta la costa ed arrivare a Città del Capo.

Prima tappa è il Tsitsikamma Parc. Arrivati al camp non si hanno parole per descrivere la bellezza del posto e la potenza del mare! Una volta passati dalla reception ci sistemiamo nelle favolose “Oceanettes” con fantastica vista sul mare.

Nel pomeriggio siamo pronti per visitare le cascate nella prima parte dell’Otter trail, un percorso molto bello che si snoda in riva al mare con onde altissime e nel bosco.

Il giorno successivo dopo la colazione autogestita in una oceanette carichiamo i bagagli e lasciati i cottages, arriviamo dopo un’ora a Knysna, dove facciamo un giro nel centro. Un salto sino alla laguna per un assaggio di ostriche alla Knysna oyster Company e, quindi, proseguiamo per Mossel Bay ed infine a Heidelberg per poter il giorno successivo partire presto per la De Hoop National Riserve.

De Hopp Nature Reserve, Cape Agulhas, Hermanus

E’ una riserva che comprende un tratto di costa di 50 km, scogliere calcaree battute dalle intemperie e spettacolari dune di sabbia, alcune delle quali alte anche 90 metri. Ottima è anche l’osservazione delle balene che qui sono numerose.

Ripartiamo per Cape Agulhas, il punto più meridionale dell’Africa e dare uno sguardo al faro. Fu battezzato così dai navigatori portoghesi che furono i primi nel XV secolo a circumnavigare l’Africa. Nel punto più a sud del loro viaggio, marinai si accorsero che l’ago delle loro bussole non risentiva della distorsione magnetica terrestre ed indicava il nord perfetto. Così chiamarono questo posto “Capo degli aghi”. All’altezza di questo promontorio, dove la punta della piattaforma continentale africana scompare gradualmente in mare si incontrano l’Oceano Atlantico e quello Indiano. L’unica traccia evidente di questo incontro è un semplice tumulo di pietre.

Hermanus si affaccia sulla Walker Bay, una baia rinomata per la possibilità di osservare le balene australi e altri cetacei durante l’inverno e la primavera australi. Questa caratteristica ha fatto della cittadina una delle tappe obbligate degli itinerari turistici che costeggiano la costa meridionale del Sudafrica lungo la Garden Route.

Città del Capo e la sua Penisola

Lo splendore del Capo di Buona Speranza ha qualcosa di stupefacente per il viaggiatore che vi giunge per la prima volta. Con i suoi scogli di granito grigio e la costa frastagliata fa venire in mente le località selvagge della Bretagna, mentre la variazione mediterranea ricorda la Riviera o la Costa Brava. Ma l’estremità del continente africano, il paesaggio ha altre dimensioni. Le baie, le spiagge, le sporgenze e gli strapiombi sono dieci, venti volte più profondi, più vasti, più scoscesi e più alti che in Europa.

La Montagna della Tavola domina la baia del Capo con una scogliera quasi verticale alta 1200 metri. Il nome le deriva dalla sua cima sorprendentemente piatta, spesso coperta da una “tovaglia” di nuvole. La città, inizialmente costruita ai suoi piedi, si è estesa verso est accerchiando il Picco del Diavolo, mentre verso sud si adagia sulla penisola a forma di dita di guanto che separa i due oceani.

Storicamente, Città del Capo fu il primo insediamento europeo del Sudafrica; tutta la storia del Sudafrica moderno, dallo storico sbarco dei primi coloni olandesi al primo discorso di Nelson Mandela dell’era post-apartheid, ha lasciato qui tracce culturali e architettoniche. Gli antichi edifici in stile cape dutch coesistono con moderni grattacieli e lussureggianti giardini botanici.

Partiamo poi per la penisola, imboccando la M6, costeggiando il mare fino a Hout Bay e quindi all’interno verso al costa che si affaccia su False Bay. Arrivati a Simon’s Town andiamo a vedere i pinguini sulla Boulders Beach.

Quindi proseguiamo ed arriviamo a Capo di Buona Speranza (Cape of Good Hope in inglese), l’estremità meridionale della Penisola. Tradizionalmente, ma erroneamente, viene considerato come il punto più a sud del continente africano e come punto di separazione tra l’Oceano Atlantico e l’Oceano Indiano (tecnicamente, entrambi i primati spettano a Capo Agulhas).

Il Capo di Buona Speranza è costituito essenzialmente da una spiaggia di ciottoli. Poco più a nordest si trova il punto più elevato di Cape Point, raggiungibile anche con la funicolare, che svolge il ruolo di “luogo simbolo” e attrazione turistica “facendo le veci” del vero e proprio Capo, meno appariscente. Il faro più antico fu attivo dal 1860 al 1919 ma, a causa della sua posizione eccessivamente elevata, risultò spesso inefficace a causa della nebbia non infrequente della zona. Tutta la zona del Capo di Buona Speranza e di Cape Point è abitata da grandi comunità di babbuini.

Al “Capo” si riferiscono numerosi toponimi della zona.

Il Capo di Buona Speranza fu raggiunto per la prima volta dal navigatore portoghese Bartolomeu Dias, nel 1487; ma fu Vasco de Gama, nel 1497, a portare a termine per la prima volta il tragitto verso le Indie.

Valle di Constantia

Constantia è uno della periferia più nobile e più costosa a Città del Capo. Il paesaggio è idilliaco e rurale e può fare uno dimenticarsi che è ancora nel mezzo di una città grande. Le case ed i mansions sono circondati dai giardini del parklike ed alcune hanno i recinti chiusi e vigne del cavallo. Lungo l’itinerario del vino della valle di Constantia si può visitare le proprietà famose nel verde. La più nota, Groot Constantia, che è stata fondata nel 1685 da Simon van der Stel che aveva iniziato a lavorare questo podere sperimentale per prodotti agricoli. Van der Stel si concentrò sulla viticoltura ed ha reso il mondo dei vini di Constantia.

Un giro ancora per il porto di Città del Capo e via per il ritorno.

Testo e foto Di Delfino Sartori
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Kruber Parc

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Lago Lucia

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Mappa

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Pinguini

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Capo Buona Speranza

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Leshoto

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