Un paradiso poco battuto dal turismo di massa tra paesaggi mozzafiato, fauna selvatica e accoglienza calorosa dei locals

Non ha sbocchi sul mare, eppure è un paese decisamente verde… e azzurro. Pochi lo scelgono per le loro vacanze alla scoperta del Continente nero, eppure lo Zambia regala paesaggi ed esperienze senza tempo che toccano il cuore. Ecco il nostro racconto di viaggio.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Zambia
Giorno 1 – Arrivo a Lusaka
Volo Emirates da Milano Malpensa h. 22.20 con scalo a Dubai. Atterriamo alle 6.25 per poi prendere l’areo sempre Emirates delle 9.25 partenza da Dubai direzione Lusaka con arrivo previsto alle 14.35. In realtà atterriamo con un’ora di ritardo che ci costa cara: il nostro autista che ci avrebbe dovuto fare il transfer fino all’hotel Latitude 15 di Lusaka non è presente. Veniamo assaliti da mille “buoni samaritani” che ci offrono di accompagnarci loro in albergo, ma garbatamente e risolutamente li evito. Fortunatamente arriva il nostro salvatore: Tizio che indossa una camicia di Zambia Safari ci vede in difficoltà e chiama lui per noi il Latitude 15 e ci trova un autista affidabile che ci accompagna direttamente al Latitude 15. L’hotel è molto bello; è anche bar e un buon ristorante fruibile anche dagli esterni. Il venerdì e sabato sera fanno anche musica dal vivo. Mangiamo un buonissimo hamburger accompagnato da una birra fresca e poi nanna.
Giorno 2 – South Luangwa National Park
Sveglia ore 7.00 colazione buonissima, lasciamo le valige che non ci servono momentaneamente (torneremo al Latitude più avanti) e prendiamo il taxi per l’aeroporto. Alle 10.30 abbiamo il volo con Proflight Commuter da Lusaka Mfuwe (South Luangwa N.P.) – https://www.zambiatourism.com/
Oltre il 30% dei 752.614 km² dello Zambia è riservato alla fauna selvatica. Ci sono 20 parchi nazionali e 34 aree di gestione della selvaggina nel paese. South Luangwa, Kafue e Lower Zambezi sono tra i migliori parchi nazionali del mondo. Il South Luangwa National Park è il più meridionale dei tre parchi situati nella valle del fiume Luangwa. Gli altri due sono il parco nazionale di North Luangwa e il parco nazionale di Luambe. Ricopre un’area di 9050 km² ed è uno dei parchi nazionali più famosi dell’Africa per i safari fotografici, una delle principali destinazioni faunistiche dello Zambia, rinomato per la sua abbondante fauna selvatica e i paesaggi mozzafiato. Situato nella parte orientale dello Zambia, il parco fa parte della più ampia Luangwa Valley, che a sua volta è parte integrante della Great Rift Valley. Con i suoi fiumi tortuosi e la vegetazione lussureggiante, la Luangwa Valley è una regione ricca di biodiversità e bellezza naturale che offre un’esperienza di safari unica e coinvolgente. La concentrazione di animali di South Luangwa è una delle più dense di tutta l’Africa: nel parco sono presenti predatori come licaoni, iene maculate, leoni e leopardi ai grandi animali come elefanti, bufali, coccodrilli e ippopotami, 14 diverse specie di antilopi (tra cui l’elusivo tragelafo striato) e 400 specie di uccelli, tra cui 39 rapaci. Il South Luangwa offre anche avvistamenti di animali unici, come le zebre di Crawshay (dal manto segnato da strisce più sottili e numerose, che si estendono fino agli zoccoli e nel sottopancia senza sfumature di colore), la giraffa di Thornicroft (anche nota come giraffa rhodesiana con le sue caratteristiche macchie di forma frastagliata e leggermente simili a stelle) e gli gnu di Cookson, che si trovano solo in questa regione. In sostanza di possono osservare tutte le grandi specie che ti aspetteresti di vedere durante un safari, fatta eccezione per il rinoceronte. Sfortunatamente, e nonostante gli sforzi per ripopolare le specie in via di estinzione, il bracconaggio ha avuto un effetto devastante sulle popolazioni di rinoceronti qui. Il South Luangwa National Park, situato nella Zambia orientale, è stato dichiarato parco nazionale nel 1972. In quanto riserva di caccia protetta per oltre 65 anni, il parco non è mai stato soggetto al degrado del turismo di massa non regolamentato, sostenendo così la sua natura incontaminata.
Ma torniamo a noi. Alle 11.40 atterriamo all’aeroporto di Mfuwe che è molto piccolo. L’aereo è minuscolo pertanto a sbarcare persone e valige ci si mette un attimo. Ad attenderci il mini bus del nostro lodge che in circa 45 minuti di guida ci porta al Kafunta River Lodge – https://kafuntasafaris.com/ – classico lodge safari dello Zambia , posizionato ai margini di una spettacolare pianura alluvionale, oltre la quale si trova il fiume Luangwa. Al centro del lodge si trova una stupenda lounge e sala da pranzo, con il tetto di paglia in stile tradizionale africano da cui vi gode una vista mozzafiato sulla pianura sottostante e sui suoi frequenti visitatori selvatici. Accanto al bar si trova una piscina a sfioro e una vasca idromassaggio naturale dalle quali si può godere una magnifica vista sulla pianura alluvionale e sul fiume Luangwa. Arrivati al Kafunta ci viene offerto un piccolo brunch, a seguire un breve breefing con descrizione delle varie attività che vengono offerte. Ci riposiamo un pochino in piscine e alle 15.30 si parte per il primo drive safari. Avvistiamo elefanti, impala, manguste, babbuini, ippopotami, coccodrilli, bufali e poi un bellissimo leopardo femmina che sta tranquillamente riposando. A godersi lo spettacolo molte jeep che probabilmente infastidiscono il bellissimo felino che dopo poco si alza e se ne va passando come se nulla fosse tra le auto! Ci viene detto che la mamma abitava in quella zona ma è morta quattro anni prima. Ora anche lei ha una cucciola che purtroppo non si è fatta vedere. Ripartiamo e incontriamo zebre, giraffe e sempre i soliti impala.
Ci fermiamo per il “sundowner“, l’ “aperitivo con vista“ sul ciglio rialzato del fiume Zambesi. Sorseggiare un drink osservando il sole tramontare, mentre intorno a voi gli animali proseguono indisturbati la loro vita, è un lusso che lascia un ricordo indelebile e solo chi ha assistito allo spettacolo di un tramonto africano ne conosce il significato! Ahhhhh il male d’Africa questa terribile malattia penetra fin nelle viscere! Cala il sole e riprendiamo il drive safari. Durante il rientro avvistiamo una ginetta e una grossa mangusta. Poi un’enorme mandria di bufali. Alle 19.30 siamo di rientro. Ottima cena nel ristorante rialzato che si affaccia sul fiume dove gli ippopotami sguazzano e schiamazzano; sembrano divertirsi a sbirciare curiosi sopra la superficie dell’acqua.
Giorno 3 – Three Rivers Camp
Ci vengono a svegliare alle 7.15, alle 7.30 colazione e alle 8.00 partenza per il drive safari. Fa freddino, ci danno le copertine per proteggersi (sempre meglio vestirsi “a cipolla”, per combattere il freddo pungente del mattino, liberandosi degli strati superflui quando la temperatura man mano sale).
Avvistiamo una iena maculata che si riposa dopo il turno di notte e dei leoni dietro ad un cespuglio. Sono lontani e ci sono molte auto, pertanto lo spettacolo non è dei migliori, ma ci attenderanno tempi più favorevoli. Avvistiamo una famiglia enorme di elefanti che si spostano, e una giraffa maschio, molto più scura rispetto a quelle sudafricane. La vegetazione del parco è bellissima e spazia dalle praterie aperte alle macchie di foresta lungo le rive del fiume, che comprendono alberi di grandi dimensioni come ebani africani, mogani, «alberi di piombo», alberi delle salsicce (Kigelia africana o sausage tree) e acacie che crescono attorno a piccole lagune. Alle 10.30 rientriamo al campo, brunch alle 11.30 e poi partiamo in jeep guidata dal loro ranger Thomas in compagnia di Alessandra e Christopher (neo sposini italo-belghi-inglesi) in direzione del campo Three Rivers (sempre della stessa proprietà del Kafunta). Dopo circa due ore di tragitto la jeep si ferma improvvisamente lungo la strada sterrata con panico di tutti i presenti. Fortunatamente Matteo esordisce con “Don’t worry! I’m an engineer”. Scende dall’auto con Thomas il nostro ranger, apre il cofano e fortunatamente capisce che il problema è banalmente risolvibile: l’African Massage con i suoi sali-scendi ha fatto staccare un cavo che collega la batteria. Arriviamo al Three Rivers poco prima delle 15.00 e ad aspettarci il sorridentissimo T.J. assieme al suo preparatissimo staff. Il Three Rivers Camp è un campo tendato lussuoso situato alla confluenza dei fiumi Luangwa, Kapamba e Lusangazi. La sua posizione è semplicemente spettacolare. La zona pranzo/bar offre viste sconfinate sia sul fiume Luangwa che sul fiume Kapamba, dove puoi osservare i numerosi ippopotami e coccodrilli che si crogiolano sulle spiagge di fronte. Il Three Rivers Camp è costituito da solo cinque elegantissime tende distanti tra loro, ognuna delle quali ha un bel patio dove ci si può rilassare mentre si osserva la fauna selvatica che si aggira indisturbata. La caratteristica unica di questo campo è che ogni tenda ha il suo sleep out privato (letto sotto le stelle), collegato in modo sicuro alla tenda per un comodo accesso giorno e notte. Quindi si può scegliere di trascorrere una notte sui soffici materassi sotto il cielo stellato africano, circondato dai suoni del bush africano.
Dopo aver sistemato le valigie partiamo per il game drive pomeridiano. Siamo subito fortunati: un leone si dorme sotto grossi alberi e due leonesse riposano appollaiate sopra i rami degli alberi di fronte. Siamo solo noi e i felini, nessun’altra jeep, quindi abbiamo tutto il tempo e la calma per goderci lo spettacolo suggestivo. Guardare negli occhi di un leone è un’emozione suggestiva. Il sole sta calando pertanto per goderci il tramonto con il consueto aperitivo ci spostiamo a distanza di sicurezza dai leoni. Quando ritorniamo nel loro territorio si sono spostati a riva di una pozza d’acqua ma non hanno ancora intenzione di muoversi per cacciare. Di rientro verso il lodge e con buio pesto avvistiamo un porcospino (animale notturno) ed una iena maculata intenta a cercare il pasto serale. Arrivati al campo e dopo una cena fantastica in compagnia di tutti gli ospiti e di T.J.. Dopo cena è d’obbligo sedersi intorno al fuoco del boma che si affaccia sul fiume per rivivere assieme le emozioni della giornata, fare due chiacchiere e ascoltare i racconti africani di T.J.. Poi nanna, ognuno viene scortato da un ragazzo dello staff alla propria tenda. Ovviamente abbiamo scelto di dormire nello sleep out e non nella tenda, con boule dell’acqua calda sotto le coperte e cielo stellato sopra le coperte. È un’emozione unica, non vorrei addormentarmi mai e starei tutta la notte ad ascoltare i suoni del bush africano, ma la stanchezza ha la meglio.
Giorno 4 – South Luangwa National Park
Sveglia prestissimo, avvisiamo con il walkie talkie la nostra “scorta” che siamo pronti per farci venire a prendere ed accompagnare dal lodge all’area comune. Al risveglio ognuno racconta ciò che ha sentito durante la notte. Noi il ruggito in lontananza di leoni e i nostri vicini, le cui tende si affacciano sul fiume, gli schiamazzi degli ippopotami che a volte si avvicinano anche alle tende. Dopo colazione partiamo per i safari. Questa mattina abbiamo optato tutti per il walking safari, che da la possibilità di immergersi nell’ambiente naturale e osservare la natura da una prospettiva completamente diversa. È proprio qui in Zambia che ebbe origine il famoso “walking safari” ossia il safari a piedi, quando Norman Carr, che in origine era un ranger nelle riserve di caccia negli anni ’40, iniziò a gestire safari nella natura selvaggia nella zona. Carr riconobbe i limiti del primo formato di safari di caccia e sviluppò il safari a piedi per aumentare il turismo nella zona, nonché la conservazione delle specie. Già nel lontano 1950, il concetto di conservazione, lungimirante e visionario di Norman Carr avrebbe aperto la strada al moderno turismo naturalistico in Zambia. Carr è stato un ambientalista britannico attivo e contribuì, tra l’altro, alla fondazione del Rhino Trust negli anni ’70 (ora parte del WWF).
Dopo un breve tragitto in jeep ci fermiamo e iniziamo il nostro walking, accompagnati da Thomas il ranger del campo, e da un ranger del South Luangwa N.P. armato di fucile e appositamente preparato per questo genere di attività. Durante un walking safari si possono imparare molte cose che durante il game drive vengono perse. Ci vengono date spiegazioni e osserviamo le impronte, gli escrementi ed i richiami degli animali, oltre che sulle piante presenti nel parco. Recuperiamo anche un aculeo di istrice che ha perso durante il suo passaggio ma dobbiamo rinunciare al bottino: ci viene detto che tutto quello che è nel parco deve rimanere nel parco. In una radura vediamo una iena che da lontano ci osserva incuriosita poi se ne va. Poi proseguiamo e ci fermiamo a fare pausa caffè sotto l’albero dal quale la iena era passata prima di andarsene. Proseguiamo la nostra camminata verso l’auto. Riprendiamo la jeep e passiamo di fronte alla pozza dove la sera prima si erano fermati i leoni a bere e troviamo una famiglia intera di elefanti intenta a rinfrescarsi. Lungo in tragitto verso il campo incontriamo altri elefanti. Sono più nervosi rispetto a quelli visti al Kafunta: ci viene spiegato che il motivo è da ricercare nel fatto che qui sono molto meno abituati al contatto con auto e umani. Rientriamo al campo intorno alla 10.30 e alle 11.30 si pranza tutti assieme sotto il patio centrale del ristorante che si affaccia sul fiume Luangwa. Dopo pranzo rientriamo nel nostro lodge e alle 13.30 veniamo svegliati da alcuni rumori. Guardiamo fuori e troviamo tre grossi elefanti maschi che si abbeverano nel laghetto di fronte all’ingresso del campo. Stanno li un bel po’ e dopo aver bevuto fanno anche uno snack con le foglie di alberi delle salsicce. Ci avevano avvisati che non è inconsueta la presenza nel campo degli elefanti anche di giorno e che ci avevano avvisati che se avessimo voluto spostarci dal lodge alla parte centrale durante il giorno avremmo dovuto guardare ben bene a destra e sinistra per controllare la presenza di animali e in caso non uscire o chiamare con il walkie talkie la scorta, cosa obbligatoria al mattino e all’imbrunire.
I tre pachidermi danno ancora un po’ spettacolo proprio davanti la nostra tenda per poi sparire come nulla fosse nel bush. Nel pomeriggio partiamo per il game drive pomeridiano chiedendo di fare il possibile per vedere il leopardo. Partiamo con le dita incrociate ma senza successo. Avvistiamo molti elefanti, uno dei quali fa il gradasso cercando di caricare la nostra jeep. Ci fermiamo per l’aperitivo di fronte al bellissimo tramonto africano che ti toglie il fiato. Rientriamo verso il campo che è ormai buio completo e avvistiamo una civetta e due iene maculate, oltre a moltissime giraffe che camminano tranquillamente sulla strada. Cena buonissima come al solito, chiacchiere e un bicchiere di vino ci fanno compagnia attorno al boma prima di far rientro con scorta nel nostro lodge. Non perdiamo l’occasione di dormire sotto le stelle anche questa notte. Il Three Rivers ha meno confort rispetto al Kafunta ma a nostro parere ha dei valori aggiunti che lo rendono decisamente migliore: dormire sotto le stelle, ambiente intimo con solo 5 lodge, i pochi turisti presenti nel territorio che rendono i game drive molto esclusivi, pranzare e cenare tutti assieme su un unico tavolone come una grande famiglia.
Giorno 5 – walking safari al Three Rivers
Sveglia ore 5.00, colazione e alle 6.00 si parte. Anche stamattina abbiamo optato per il walking safari. Dopo una breve perlustrazione in jeep in lontananza la nostra guida avvista qualcosa di veramente interessante: un branco di licaoni che stanno andando alla ricerca di una preda. Li seguiamo e una volta avvicinati ci scrutano incuriositi, poi man mano perdono interesse in noi. Vediamo avvicinarsi una iena, probabilmente vuole approfittare di qualche avanzo dalla caccia dei canidi, ma ai wild dog non va bene e la rincorrono mordendola e costringendola alla fuga con la coda tra le gambe e le pive nel sacco. Che scena fantastica! Le foto si sprecano! I licaoni sono animali molto socievoli che vivono in branchi. Sono predatori principalmente diurni specializzati nella caccia alle antilopi che possono percorrere 5 km a una velocità di 50 km orari, pertanto dopo poco spariscono dentro la vegetazione e di loro non se ne ha più traccia. Parcheggiamo la jeep e iniziamo il walking safari come il giorno precedente. Ci vengono date molte spiegazioni sulla flora e sul modo di vivere degli animali, cosa mangiano e quando. Molto interessante. Durante il walking incontriamo una giraffa che è incuriosita dalla nostra presenza e viene vicina e curiosa. Rientro al Three Rivers pranziamo tutti assieme e poco dopo vengono a salutarci i nostri tre amici elefanti del giorno prima. Pranzare vista pachiderma non ha prezzo! Sembra di stare di fronte ad un programma di Nat Geo. Dopo pranzo salutiamo tutti, TJ, Thomas, i nostri fantastici compagni di viaggio Terry (ex professore di Liverpool che in passato aveva lavorato anche in Zambia), Alessandra e Christopher e i mantovani Alessandro e Vanessa che si sono aggiunti il pomeriggio precedente. Rientriamo in auto con tappa al Kafunta River Lodge dove ci rilassiamo nella lounge centrale aspettando il transfer per l’aeroporto. Prima di arrivare in aeroporto di Mfuwe chiediamo al driver di fermarsi per fare degli acquisti dagli shop locali e aiutare la comunità. Alle 18.25 decolla il nostro volo (Proflight Commuter) da Mfuwe a Lusaka dove atterriamo alle 19.35. Il trasferimento dall’aeroporto al Latitude 15 questa volta senza problemi di alcun genere e arriviamo in hotel verso le 20.00 stanchi e soddisfatti.
Giorno 6 – Kafue National Parl
Sveglia e colazione. Alle 8,30 ci attende il nostro autista del Drive Service direzione Kafue National Park e precisamente al Konkamoya Lodge. Situato al centro dello Zambia occidentale il Kafue National Park è il più antico e il più grande dei parchi nazionali dello Zambia. Copre un’enorme superficie di 22.400 km². Fondata negli anni ’20 e formalmente istituita come parco nazionale negli anni ’50 dal leggendario Norman Carr, Kafue è una delle riserve più grandi dell’intera Africa. Vanta di una posizione di rilievo, a sole due ore di macchina da Livingstone, e di vaste distese di bush vergine ancora intatte. Grazie alle sue dimensioni e alla varietà di habitat, il Kafue ospita una fantastica diversità di fauna selvatica.
Il tragitto in auto dura circa 6 ore, attraversiamo paesi e villaggi e finalmente raggiungiamo il fantastico Konkamoya Lodge dove ad attenderci ci saranno i nostri amici Andrea e Caterina – https://www.konkamoya.com/ – Konkamoya, che nella lingua locale Nyanja significa “segui il vento”, è un luogo in cui le meraviglie della natura si uniscono per ravvivare i sensi e l’anima. Una sinfonia di animali e uccelli trasportati dal vento tra la boscaglia e le pianure, combinata con un intenso caleidoscopio di colori dall’alba al tramonto e fino a notte fonda. Questo fantastico lodge è composto da quattro bellissime tende di lusso ciascuna di “soli” 67 metri quadrati e da una zona centrale dove si trovano la zona per la ristorazione, il bar e la lounge dove ci si può godere della vista sulle pianure fino al lago, oltre che la piscina a sfioro con solarium ove rinfrescarsi, prendere il sole e osservare in silenzio i dintorni. A volte gli elefanti vengono ad abbeverarsi nella piscina. Arrivati al Lodge Caterina con il suo fantastico sorriso ci offre subito un buonissimo snack di benvenuto e ci chiede se preferiamo riposare dopo il viaggio in auto o fare subito un game drive…ovviamente la scelta è scontata per noi! Appena partiti, a pochi metri dal campo, la nostra guida nota qualcosa sotto ad un cespuglio: si tratta di un impala morto, quindi sicuramente il suo assassino è poco distante. Ci avviciniamo al cespuglio e dalla sterpaglia color ocra spunta una coda maculata, attaccata alla quale vi è un grande esemplare maschio di leopardo decisamente infastidito della nostra presenza. Stiamo ad osservarlo per alcuni minuti poi ci allontaniamo per rispetto nei suoi confronti e per permettergli di godersi il pranzo in santa pace. Ci dirigiamo verso una radura nella quale ci è stato detto che si trova una carcassa di ippopotamo. Il fetore ci annuncia la presenza della carogna a chilometri di distanza. Fetore che non infastidisce minimamente le decine di avvoltoi che stanno pian piano ripulendo quello che resta del povero animale. Pausa aperitivo godendosi il fantastico tramonto africano e poi rientro verso il lodge che ormai è buio pesto. Durante il tragitto di rientro il ranger accende il faro per sperare di avvistare qualcosa di interessante. E infatti così è: una cucciola di leopardo a bordo strada ci osserva incuriosita. Ci siamo giocati il jolly! Una giornata, anzi un pomeriggio così fortunato nemmeno i ranger se lo ricordano! Rientriamo verso il Konkamoya e il nostro “vecchio” amico leopardo è ancora sotto i cespuglio che si sta godendo il pasto soddisfatto (ormai rimane solo metà della povera antilope). È meno nervoso, sarà grazie allo stomaco pieno, e si fa osservare senza problemi: abbiamo fatto amicizia! Al rientro doccia e cena deliziosa. Dopo cena chiacchiere con Caterina, Andrea e Doriana (mamma di Andrea) attorno al boma sorseggiando un ottimo cocktail.
Giorno 7 – Drive safari
Alle 6.00 sveglia e ci viene portato il caffè e biscottini fuori dalla tenda. Alle 6.30 partiamo per il drive safari con un ospite d’onore: Caterina. La fortuna del giorno prima, ahimè, non si ripete ma comunque avvistiamo bufali, kudu, impala, zebre e babbuini. Alle 10.30 siamo di rientro dove ad attenderci c’è una buonissima colazione. Dopo pranzo ci rilassiamo a bordo piscina e veniamo coccolati con frutta fresca, biscotti e drink rinfrescanti. La dura realtà dei lodge di lusso africani è stancante! Alle 16.30 inizia il game drive pomeridiano, questa volta in compagnia anche di Andrea e Doriana. È una giornata ventosa e probabilmente per ripararsi gli animali si sono spostati dalla ampie radure alle piccole foreste alberate, per cui “grossi” avvistamenti non ne facciamo. Ogni drive safari da comunque soddisfazioni: vediamo lepri, un’antilope piccolissima (mi sfugge il nome) una ginetta ed uno Springhaas (prima volta in assoluto per noi), una lepre africana simile ad un piccolo canguro. Di rientro al lodge cena a base di pizza cotta nel forno a legna! È si signore e signori non vi stiamo raccontando una favola. Ciò che sembra impossibile per il Konkamoya e Caterina è possibilissimo! Chiacchiere in un ambiente familiare e un paio di cocktail ci accompagnano fino all’ora della nanna.
Giorno 8 – Fiume Zambesi
Sveglia come il giorno precedente e partenza per il drive safari. Il vento si è fatto ancora più fastidioso e non ci permette di fare avvistamenti degni di nota. Dopo circa un’ora e mezza ci sarà una sosta per la colazione, che viene allestita dal ranger con caffè, tè caldo, biscotti e snack dolci. Il tutto servito nel cuore del bush, mentre intorno a voi la natura inizia a risvegliarsi. Di rientro dal Game Drive il nostro autista del Drive Service ha già caricato le valigie e partiamo in direzione Livingstone. Caterina ci ha fatto preparare sandwich deliziosi per il viaggio. La strada sterrata è bruttarella e il vento fastidioso ci accompagna tutto il tempo. Attraversiamo molti villaggi abitati da locali. Verso le 18.00 arriviamo al The Victoria Falls Waterfront di Livingstone. Salutiamo il nostro autista Orphen che se ne ritornerà a Lusaka. Il residence The Victoria Falls Waterfront è situato sulle rive settentrionali del fiume Zambesi a 10 km dalle Cascate Vittoria. La struttura è in stile africano, ampia e con un grande ristorante e, in loco, anche un centro attività gestito da Safari Par Excellence con cui prenotare le varie attività – https://www. safpar.com/ – La struttura in generale è carina ma le camere sono datate e avrebbero bisogno di una rimodernata. Ci accompagnano in camera e la troviamo piena di zanzare! Piena! Nella zona la malaria è endemica pertanto non è il massimo. Considerata l’ora tarda non riusciamo a trovare un’altra sistemazione e dormiamo sotto la mosquito net non senza preoccupazioni. Decidiamo che non è possibile passare un’altra notte qui e prenotiamo per la notte successiva all’Avanihotels, resort già conosciuto da Matteo.
Giorno 9 – Victoria Falls
Sveglia con calma dopo tanto tempo, colazione e alle 8.00 parte il pulmino che ci condurrà alle blasonate Cascate Vittoria. Le Cascate Vittoria (in inglese: Victoria Falls; in lozi: Mosi-oa-Tunya, “Il fumo che tuona”; in tonga: Shungu Namutitima, “Acqua ribollente”) si trovano lungo il corso del fiume Zambesi, che in questo punto costituisce il confine geografico tra Zambia e Zimbabwe. Le cascate sono causate da uno stretto dirupo, largo circa 120 metri, e la cui altezza varia dagli 80 metri sul lato destro (occidentale), ai 105 metri nella parte centrale, circa il doppio delle cascate del Niagara. Nella stagione delle piogge, il fiume scarica una quantità d’acqua pari a 9100 m³/s. La grande massa d’acqua, cadendo nel dirupo, genera una nebbia che sale a oltre 1600 metri di altezza, ed è visibile da una distanza di 40 km. Nella stagione secca le cascate si possono ridurre a soli due flussi principali, con una assenza quasi completa di spruzzi d’acqua e una portata ridotta a poco più di 350 m³/s. Essendo nella stagione secca c’è poca acqua. Le cascate non urlano, sussurrano. Se poi ci mettiamo anche le cause del cambiamento climatico… La guida ci accompagna lungo tutto il percorso segnalato delle cascate, spiegandoci cose interessanti. Abbiamo il tempo di fare molte foto e goderci il momento.
È degno di una nota di merito il Kazungula Bridge ponte ferroviario che collega lo Zambia allo Zimbabwe, inaugurato il 12 settembre 1905 dopo 14 mesi di costruzione era inizialmente inteso come parte del progetto di Cecil Rhodes per la costruzione di una ferrovia che collegasse Città del Capo al Cairo, progetto che però non fu completato. Il ponte è lungo 250 metri, e si trova a una altezza di 125 metri dal fiume sottostante. Finito il tour ci fermiamo a fare shopping di souvenirs da portare a casa nei negozietti di fronte al parcheggio. Alle 15,50 dal pontile del Waterfront lodge parte la crociera al tramonto sul fiume Zambesi che avevamo prenotato nel parco nazionale delle Cascate Vittoria. Il parco nazionale delle Cascate Vittoria è una zona a protezione delle rive sud e orientali del fiume Zambesi nell’area delle Cascate Vittoria. Si estende lungo il fiume Zambesi dal più grande parco nazionale dello Zambesi, a circa 6 km a monte delle cascate, fino a circa 12 km a valle. Il parco è costituito da una foresta pluviale composta da felci, palme, liane e alberi come il mogano non presenti altrove nella regione. Avvistiamo elefanti, ippopotami e coccodrilli. Ma lo spettacolo più interessante è il tramonto sul fiume Zambesi. Uno spettacolo struggente e meraviglioso che ti lascia senza fiato. “Lento, lo sciogliersi del sole che si adagia sulle acqua dello Zambesi. Par che la luce riflessa nell’acqua mi colpisca in pieno, è quasi un soffrire il viverlo per qualche istante.”
Di rientro dalla crociera ci spostiamo in taxi verso l’Avani Victoria Falls Resort – https://www.avanihotels.com/en/victoria-falls – L’Avani è grosso e molto bello con 212 camere e suite, ristoranti, piscina e un ampio parco (abitato da zebre, antilopi, giraffe e cercopitechi) che di si collega con il vicino Royal Livingstone Resort. Compreso nella tariffa l’accesso riservato e illimitato alle Cascate Vittoria.
Giorno 10 – Elephant Cafè
Sveglia e colazione a buffet e poi facciamo una passeggiata nel parco dove incontriamo un piccolo branco di zebre e di impala che brucano il prato. Mentre approfittiamo per fare alcune foto a distanza ravvicinata veniamo avvicinati da due lavoratori che ci dicono che stanno per dare la colazione alle giraffe e ci chiedono se vogliamo accompagnarli (il tutto aumma aumma). Il mangime viene svuotato in una grossa mangiatoia rialzata e le giraffe si avvicinano per mangiare e ne approfittiamo per accarezzarle e fare foto e selfie da ganasa!
Per il nostro ultimo pranzo abbiamo prenotato all’Elephant Cafe, situato sulle rive del fiume Zambesi. Non essendo un’esperienza propriamente economica, optiamo per il più cheep transfer via pulmino saltando la crociera sullo Zambesi, che tanto abbiamo già fatto al tramonto del giorno prima. L’Elephant Cafè, oltre ad essere un raffinato ristorante, è anche un centro a sostegno di una mandria di dieci elefanti salvati da varie situazioni di necessità. All’arrivo al The Elephant CafÈ veniamo accolti da tre dei componenti della mandria: “Bop”, la cui età stimata è di circa 65 anni e “Danny”, di circa 55 anni, il maschio dominante della mandria dall’enorme corporatura e con un set di avorio molto distintivo ed enorme, entrambi sono stati salvati da operazioni di abbattimento in Zimbabwe negli anni ’60, e “Marula” un elefante molto affettuoso, in parte perché lui e suo sorella “Lewa” sono stati allattati con il biberon quando erano vitelli. Fa parte della seconda generazione di elefanti salvati e si stima che abbiano tutti circa trent’anni, sono stati salvati quando erano cuccioli durante le gravi siccità di El Niño della fine degli anni ’80.
Abbiamo quindi l’opportunità di interagire con loro dandogli come ricompensa del mangime che ci viene dato dagli addetti del centro e fare fotografare con gli elefanti stessi. I custodi del centro ci dispensano informazioni sul centro e sulla storia dei singoli componenti della mandria, rispondendo alle domande e fornendo approfondimenti sul loro comportamento.
Dal 2014, grazie ai progressi nella sicurezza profilattica la mandria è sottoposta a controllo delle nascite, per evitare altre nascite in cattività.
Se volete saperne di più relativamente alle abitudini e storie degli elefanti dell’Elephant Cafè vi invito a consultare il sito safpar.com.
Dopo aver passato del preziosissimo tempo a stretto contatto con i pachidermi ci spostiamo al ristorante per il pranzo. Il locale è fresco e unico e si affaccia sulle rive del fiume Zambesi. Il cibo dell’Elephant Cafe è un’esperienza gourmet senza eguali, classificato come il miglior ristorante in Zambia. Ci viene raccontato di aver avuto come ospiti il Presidente Mattarella e la figlia appena un mese prima. Per supportare le aziende e gli agricoltori locali e garantire la freschezza. Tutti gli ingredienti utilizzati nei menu provengono da un raggio di venti chilometri da The Elephant Cafe. La prenotazione anticipata è essenziale:.
Rientriamo all’Avani e alla 16.30 attendiamo il transfer per l’aeroporto di Livingstone distante circa 11 km dalla struttura. Durante il tragitto incontriamo una mandria di elefanti che passeggiano come se nulla fosse. Alle 18.25 decolla il volo di ritorno da Livingstone per per Lusaka (dove arriviamo dopo 1 h e 10 minuti di crociera) e alle 21.35 partenza da Lusaka con volo Emirates direzione Milano con scalo a Dubai. Alle 14.20 del giorno dopo arriviamo a Malpensa stanchi ma molto soddisfatti. Ci portiamo a casa un bagaglio di belle esperienze per i luoghi che abbiamo visitato e per le fantastiche persone che abbiamo incontrato durate il viaggio.
Un grazie particolare a Caterina del Konkamoya Lodge. Un angelo, oltre che una carissima amica, che ci ha dato un’importante mano nell’organizzazione del nostro viaggio. Au revoir!