Loira, Bretagna e Normandia su due ruote BMW di 2 di 3

6500 Km in moto per scoprire la Francia del nord tra incantevoli paesaggi e gastronomia
Scritto da: Elena Tarquini
loira, bretagna e normandia su due ruote bmw di 2 di 3
Partenza il: 31/07/2010
Ritorno il: 16/08/2010
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
(…)Continua

7° giorno (06/08): Angers – Carnac – Quiberon – Vannes (≈300 km)

Dopo una mesta colazione a base di panini dolci e cappuccino del distributore automatico, verso le 8:30 carichiamo la moto e partiamo per la prima tappa di oggi, lasciando la Loira ed entrando in Bretagna: 230 Km che ci porteranno a Carnac per vedere i megaliti.

Purtroppo il tempo stamattina non è il massimo: è molto nuvoloso e soffia un vento abbastanza gelido. Arriviamo a Vannes e proviamo a passare dall’albergo per prendere la camera, ma ci viene risposto che sarebbe stata libera solo dopo le 15: quindi, con la moto carica, continuiamo per Carnac. Qui visitiamo gli allineamenti del Ménec e del Kermario, i due siti principali: sono allineamenti di menhir (grosse pietre) risalenti approssimativamente al neolitico medio, dei quali non si conosce l’esatto significato. E’ molto suggestivo comunque camminare tra queste pietre di dimensioni anche enormi (alcune alte anche 4 metri), disposte in lunghe file parallele con al centro un cerchio, domandandosi “Che significato possono avere?” e anche “Come hanno fatto a portarle fino a qui?”.

Nel frattempo il sole comincia a fare capolino e la temperatura diventa gradevole; mangiamo in una area pic-nic del Kermario due quiche ed un croque-monsieur acquistati precedentemente in una boulangerie di Carnac, dopodichè proseguiamo per la penisola del Quiberon. Ci fermiamo a fare alcune foto nell’istmo e poi andiamo nella città di Quiberon, passando per la strada interna: è una classica cittadina di mare, affollata di turisti intenti ad andare in spiaggia, ma niente di eccezionale. Il rientro lo facciamo dalla strada che passa per la Costa Selvaggia, ovvero la parte della penisola più rocciosa ed esposta ai venti: un vero e proprio spettacolo dove i colori azzurro intenso del mare, nero delle scogliere alte e bianco delle onde che vi si infrangono, si uniscono al rumore quasi assordante delle migliaia di gabbiani. Ci fermiamo in due o tre punti a fare foto, ma meriterebbe di fermarsi ovunque, tanto che esiste una passeggiata (da poter fare solo a piedi) che la percorre interamente. Non abbiamo tempo purtroppo, e dobbiamo rientrare: passiamo velocemente dall’albergo e, presa la camera e fatta una doccia rapida, verso le 19 andiamo in città a Vannes. Rimaniamo sbalorditi: ci aspettavamo una città grande, caotica e senza particolari attrattive, mentre al contrario ci troviamo a camminare in un centro storico spettacolare, fatto di stradine dove ogni angolo sarebbe degno di una foto, con case a graticcio di mille colori differenti, insegne dei locali in ferro battuto, la cattedrale come al solito imponente ed il palazzo ducale, con le mura antiche ed il meraviglioso giardino, attraversato da un fiume sul quale si affacciano antichi lavatoi perfettamente conservati. Ceniamo ovviamente qui con le nostre prime moules frites (deliziose!), e poi rientriamo in albergo veramente soddisfatti.

8° giorno (07/08): Vannes – Pont Aven – Concarneau – Pointe du Raz – Quimper (≈280 km)

Ci svegliamo con aria tipicamente bretone: fuori il cielo è grigio e scende una pioggerellina fina. Facciamo colazione con il solito cappuccino del distributore automatico (questa volta sbaglio e lo prendo pure non zuccherato!), ricarichiamo la moto e alle 9 siamo già su strada, con le tute anti-pioggia, in direzione di Pont Aven, il paese che ha ispirato Gauguin.

Arriviamo tranquilli e dopo poco il cielo ci regala anche una tregua dalla pioggia, giusto per visitare il piccolo paesino asciutti. Pont Aven è molto carino, sviluppato lungo il piccolo fiume Aven, e conserva ancora alcuni vecchi mulini a pale. Dove il fiume sfocia nel mare, vediamo per la prima volta gli effetti della bassa marea: le barche presenti sono quasi tutte in secca, uno spettacolo abbastanza strano specialmente la prima volta.

Ripartiamo quindi per la seconda tappa della giornata, Concarneau, grande porto peschereccio, che ha la sua caratteristica principale nella cittadella (Ville Close) circondata da mura medievali di granito direttamente in mezzo al mare. Qui gli effetti della bassa marea sono ancora più visibili. Passeggiamo dapprima sulle mura, poi nelle stradine che compongono la graziosa cittadella; ci fermiamo a mangiare qui e proviamo la nostra prima zuppa di pesce: ottima. Usciamo dalla cittadella verso le 13:30 e ci rendiamo conto che qualcosa è cambiato: la marea nel frattempo è salita e, tutto intorno alle mura, c’è molta più acqua e le barche non sono più in secca.

Ripartiamo e, facendo tappa all’albergo (prendiamo la camera e scarichiamo le valigie), andiamo verso la Pointe du Raz, ovvero una delle punte più occidentali della Bretagna. Dopo qualche peripezia (le indicazioni intorno a Quimper per la Pointe du Raz sono a dir poco controverse!), raggiungiamo la destinazione; lasciata la moto al parcheggio (obbligatorio e a pagamento anche per le moto), facciamo la passeggiata che conduce alla punta, un bel percorso fra rovi di more e distese di erica, a strapiombo sul mare. Nonostante il cielo grigio, il colpo d’occhio è splendido: peccato solo per la troppa gente che affolla il sito, che immaginiamo essere, in altri periodi dell’anno, un posto dove ricercare calma e tranquillità. Dopo un po’ di relax, rifacciamo il percorso fino al parcheggio della moto, e ripartiamo con direzione Quimper. Fino all’ultimo eravamo tentati di andare a visitare anche la vicina Pointe du Van, ma a causa del tempo abbastanza stretto, decidiamo di soprassedere. Facciamo la strada che passa per Douarnenez, tanto per non fare la solita dell’andata (quella che passa per Audierne), e ci imbattiamo in due bei mulini a vento, conservati veramente molto bene. Arriviamo in poco tempo in centro a Quimper e, lasciata la moto, facciamo due passi prima di cena: la città è molto carina, anche se, vista dopo Vannes, perde un po’ di interesse. La fame è tanta, e quindi non ci dilunghiamo troppo nella visita: scegliamo una creperie, dove al posto delle gallettes come avevamo mangiato nella Loira, troviamo crepes salate e dolci, con la pasta decisamente più sottile e croccante.

Dopo rientriamo subito in albergo, anche perché quella di oggi è stata una tappa veramente tosta, una delle più dure da quando siamo partiti: domani trasferimento a nord.

9° giorno (08/08): Quimper – Locronan – Pointe de Pen-Hir – Pointe de Penn-al-Lann – Morlaix (≈200 km)

Che strano inizio di giornata: ci svegliamo con un cielo splendente, di un azzurro spettacolare, ma non appena fatta colazione, vediamo salire una fitta nebbia densa e umida. Partiamo in queste condizioni per la nostra prima tappa odierna: il vicino paese di Locronan. Strano visitarlo alle 9:30 di Domenica mattina, immerso nella nebbia, con i negozi ancora tutti chiusi e praticamente senza nessuno tranne noi a passeggio… Il paese è veramente piccolo e lo visitiamo in pochissimo tempo, ma vale la pena di farci una deviazione perché è veramente grazioso. Per fortuna nel frattempo la nebbia comincia a diradarsi e quasi contemporaneamente i negozi cominciano ad aprire, animando un po’ il paese, e dandoci la possibilità di acquistare delle confetture in uno splendido e fornitissimo negozietto di prodotti tipici proprio di fronte alla chiesa.

Lasciamo Locronan e ripartiamo per la tappa successiva, ultima sulla costa ovest prima del trasferimento a nord: Pointe de Pen-Hir. Quando ci arriviamo, le condizioni sono le migliori: non ci sono ancora troppi turisti ed il cielo, per lo più azzurro, è attraversato da splendide nuvole bianche dalle forme più strane. Saranno questi i motivi, ma la punta ci sembra da subito molto più bella di quella vista nella giornata di ieri. Lo spettacolo che si mostra dalla cima è veramente mozzafiato con il sole che rende i colori ancora più intensi, sia quello del mare che quello della vegetazione che ricopre la punta. Rimaniamo a fare due passi estasiati dalla bellezza del luogo, e anche questa volta decidiamo di saltare la tappa opzionale che prevedeva la visita della vicina Pointe des Espagnoles: per fare entrambe le punte, senza esagerare, ci vorrebbe come minimo mezza giornata e noi non ce l’abbiamo a disposizione.

Ci fermiamo per pranzo nella vicina Crozon, in una creperie che come il paese stesso non sembra niente di particolare: mangiamo comunque un’ottima omelette con le immancabili patatine fritte. Siamo pronti quindi per il trasferimento al nord: decidiamo di non fare l’autostrada (che passa per Brest e allunga il percorso di una quarantina di Km), e tagliamo dall’interno, passando per Sizun. La strada è veramente uno spettacolo da fare in moto: asfalto perfetto e curve che rendono il trasferimento molto piacevole. Facciamo una tappa tecnica a Sizun, minuscolo borgo dove di rilevante c’è solamente il complesso parrocchiale, veramente molto bello.

Arriviamo a Morlaix e ci mettiamo alla ricerca della nostra “chambre d’hotes”, vicino a Plouenan. E in effetti di ricerca si tratta! In questa zona della Bretagna infatti (come scopriremo essere anche in Normandia) non esistono le vie, ma per indicare un posto si usa semplicemente il nome della borgata dove si trova. Ogni tanto, per orientarsi, si trova un cartello dove, come in una cartina stradale, vengono indicati i nomi delle borgate e le strade per raggiungerle: basta scoprire dove sono…Comunque dopo un quarto d’ora di giri a vuoto, fra campi di cavoli e mandrie di mucche, troviamo questa bella casina immersa nella tranquillità: abbiamo a disposizione questa volta, invece di una camera, una specie di dependance con ingresso indipendente e con ben tre posti letto. Un po’ di relax e poi ci dirigiamo verso la baia di Morlaix, alla Pointe de Penn-al-Lann: anche qui le indicazioni stradali non abbondano e bisogna trovare la punta un po’ ad intuito. Di fronte alla punta c’è un isolotto con un faro e accanto un castello (Chateau du Taureau), che con l’alta marea si trova totalmente circondato dall’acqua. Lo spettacolo è stupendo, grazie anche al sole e al cielo limpido: ci fermiamo un po’ in spiaggia (togliendoci le scarpe) e poi andiamo in centro a Morlaix. Una vera e propria delusione… La città di per sé non sarebbe nemmeno brutta (con lo spettacolare viadotto ferroviario a due arcate di ben 58 metri di altezza in mezzo alle case), ma è un vero e proprio mortorio: in giro non c’è praticamente nessuno e, quando chiudono i negozi (alle 19), l’unico posto dove c’è un po’ di vita è all’interno dei (pochi) ristoranti. Ceniamo in uno di questi e mangiamo pesce, molto buono, fresco e abbondante (“Le Chaudron” Rue Ange de Guenisac 7). Finiamo di cenare abbastanza tardi tanto che fuori è già buio (qui il sole in questo periodo cala intorno alle 22), e ritrovare la strada per la chambre d’hotes non è un’impresa facilissima, dato che da queste parti non ci sono tanti lampioni…

10° giorno (09/08): Morlaix – Costa Granito Rosa – Ploumanach – Treguier – Morlaix (≈200 km)

Ci svegliamo con il sole, cosa molto rara da queste parti almeno a detta dei nostri padroni di casa, che ci hanno preparato una abbondante colazione con marmellate fatte in casa, crepes, brioche e baguette. Molto buona!

Verso le 9 partiamo per la Costa di Granito Rosa. Imboccando l’autostrada, sbaglio la direzione, ed il primo svincolo per invertire il senso di marcia è a Saint Thegonnec, sede di uno fra i complessi parrocchiali più belli della Bretagna. Ne approfittiamo quindi per visitarlo e, alla fine, rimaniamo molto soddisfatti del mio errore.

Riprendiamo la strada e verso le mezzogiorno arriviamo a Tregastel, nel bel mezzo della Costa di Granito Rosa: nel tragitto lungo costa assistiamo allo spettacolo della bassa marea, con tutte le baie in secca ed il mare ritirato di quasi un chilometro. Lo spettacolo è degno di nota: il mare è veramente bello, ma a catturare la scena sono principalmente i mastodontici massi di granito rosa dalle forme più strane, che spesso ricordano animali. Ci fermiamo a mangiare in una creperie in paese e poi ci spostiamo nella vicina Ploumanach: qui passeggiamo nel Sentiero dei Doganieri (un sentiero che unisce Tragastel a Perros-Guirrec) fino a raggiungere un piccolo faro dal quale la vista è veramente splendida. Ci spostiamo quindi nella spiaggia di Saint Guirec, dove, per la prima e unica volta, ci mettiamo a prendere il sole in costume.

Nel frattempo le nuvole che erano all’orizzonte ci raggiungono e ci danno il segnale che è ora di ripartire; dobbiamo ancora fare l’ultima tappa della giornata: Treguier. Il paesino è molto carino e, anche se stanchi, lo visitiamo molto volentieri. Rimarremmo volentieri qui a cena, vista la varietà di locali ed i prezzi tutt’altro che turistici, ma per tornare verso la chambre d’hotes ci sono più di 80 km, e quindi decidiamo di avvicinarci un po’, cercando un ristorantino lungo la strada. Arriviamo invece fino a Morlaix senza aver trovato nulla e quindi ci troviamo di nuovo a cena nella città-fantasma (che anche questa volta si conferma tale); questa volta mangiamo in una creperie ed io assaggio per la prima volta l’andouillette (salsiccia affumicata a base di trippa) bevendo dell’ottima birra bretone. Tutto ottimo! (“La crèpe Enchantée” rue Ange de Guernisac 26).

Quando usciamo il cielo è grigio e scende una leggera pioggerellina: rientriamo subito alla chambre d’hotes, dato che ci aspettano le valigie perché domani lasciamo Morlaix.

11° giorno (10/08): Morlaix – Cap Frehel – Dinan – Moulin du Prat – Saint Malò (≈250 km)

Se quella dell’altro giorno era solo un assaggio del tempo bretone, quella di oggi è una giornata veramente tipica ! Ci svegliamo sotto una pioggia battente e, dopo un’altra buona colazione, salutiamo i padroni di casa e, con le tute anti-pioggia, partiamo in direzione est: prossima tappa è Cap Frehel. Ci arriviamo dopo 150 km sotto il diluvio universale, in uno stato non proprio idilliaco. Per fortuna che nel frattempo è momentaneamente smesso di piovere, così ne approfittiamo per fare una bella passeggiata intorno al faro; nonostante il tempo grigio, lo spettacolo è mozzafiato: le altissime scogliere si ergono perpendicolarmente ad un mare di uno splendido color smeraldo (non a caso siamo proprio al centro della Costa di Smeraldo). Finito il giro del capo, riprendiamo la moto e ci dirigiamo al vicinissimo Fort La Latte: non appena arrivati ci accorgiamo che nel forte è in corso la festa medievale e che quindi l’ingresso non è libero (nemmeno per l’esterno), ma a pagamento (12,50€ a persona). Il prezzo ci sembra eccessivo, soprattutto per il fatto che noi non avevamo intenzione di fare la visita interna, a causa anche della mancanza di tempo: sono infatti già le 13:30, dobbiamo ancora pranzare e poi riprendere il trasferimento con altre due tappe intermedie. A malincuore decidiamo quindi di soprassedere, mangiamo una crepe in un ristorantino qui vicino e poi ripartiamo in direzione Dinan. Questa piccola cittadina è davvero uno spettacolo; il borgo antico è formato da piccole strade dove svettano antiche case tipiche bretoni, dalle case a graticcio a quelle in pietra. La passeggiata si conclude lungo le mura che racchiudono la città e che terminano con il piccolo castello, dalla stranissima forma ovale.

Dato che si è fatto un po’ tardi e che la pioggia non ci dà tanta tregua, decidiamo di ripartire e, prima di arrivare a Saint Malò, facciamo tappa a La Vicomtè sur Rance, dove è visitabile l’unico mulino a maree ancora funzionante di tutta la Bretagna. La visita si compone di un filmato nel quale viene spiegata la vita del mulino (dal suo abbandono alla ristrutturazione) e di un piccolo museo dove si possono vedere alcuni strumenti di lavoro. Sempre sotto l’acqua, ripartiamo ed arriviamo in poco tempo a Saint Malò, dove ci aspetta la nostra nuova chambre d’hotes: la casa è veramente bella e noi abbiamo a disposizione una grande camera con parquet per terra, la doccia ed un lavandino, più un piccolo bagno subito di fronte. Perdiamo un po’ di tempo per cercare di asciugare le tute anti-pioggia, le scarpe e le calosce, e poi, dopo una bella doccia calda, andiamo a fare un giro a Saint Malò. L’impatto è dei migliori: la città vecchia è circondata da una cinta muraria medievale veramente ben conservata e abbellita da splendidi giardini. Ciò che troviamo all’interno delle mura, invece, ci delude un po’: ci aspettavamo una città come quelle viste finora, con piccole case tipiche, e invece gli edifici, anche se antichi, sono mastodontici, veri e propri palazzi a tre e quattro piani. Facciamo un giro alla ricerca di qualche angolo caratteristico che non troviamo e poi, dopo due passi lungo le mura, stanchi morti e affamati, scegliamo il ristorante per la cena. I prezzi qui ovviamente sono abbastanza alti, ma riusciamo comunque a spendere il giusto con un menù e delle moules. Quando usciamo, abbiamo giusto il tempo di fare due foto in notturna, e poi ricomincia a piovere; poco male, tanto non saremmo stati ancora a lungo: dobbiamo riposarci, dato che domani sarà il grande giorno, finalmente vedremo Le Mont Saint Michel.

12° giorno (11/08): Saint Malò – Dinard – Cancale – Le Mont Saint Michel – Saint Malò (≈150 km)

Sole ! Ci svegliamo con il cielo ancora grigio, ma da subito si capisce che la giornata volgerà al bello. Facciamo la prima colazione preparata da Evelyn (marmellate e yogurt fatti in casa, pane, burro, succo di frutta e far bretone): ottima!

La nostra prima tappa della giornata dista pochi chilometri, dato che è proprio di fronte a Saint Malò: Dinard. E’ una classica città di mare, dimora di un turismo di elite del passato: ne sono testimonianza le splendide ville che si affacciano sulla spiaggia de L’Ecluse, tra le punte de la Malouine e du Moulinet. Qui nella spiaggia vediamo le caratteristiche tende, usate al posto dei nostri ombrelloni. Facciamo a piedi la passeggiata attorno alla punta du Moulinet, dalla quale si hanno splendide viste sulla baia e sulla vicina Saint Malò.

Ripartiamo prima di pranzo con destinazione Cancale, patria delle ostriche. Facciamo la strada costiera e, prima di arrivare, ci fermiamo alla Pointe du Grouin; qui il panorama è splendido: rocce scure e acqua color smeraldo e all’orizzonte, immersa nella foschia, la sagoma inconfondibile di Mont Saint Michel. Pranziamo a Cancale, ovviamente con menù di pesce a base di ostriche e poi verso le 15:30 partiamo per Mont Saint Michel. Ci arriviamo in una quarantina di minuti, facendo la Route de la Baie, che passa nel mezzo a paesini veramente graziosi e ad un sacco di vecchi mulini a vento, molti dei quali adesso trasformati in abitazioni private.

E finalmente ci siamo: quando arriviamo la marea è quasi al minimo ed il monte si trova nel mezzo ad una palude immensa. Non vediamo l’ora di vedere lo spettacolo della marea, anche perché oggi raggiungerà quasi il suo massimo. Parcheggiamo la moto praticamente all’ingresso, sul ponte, l’unico che non verrà sommerso dalla marea, e poi iniziamo la visita. Nonostante i tanti negozietti di souvenir, il paese è stupendo: ci sono scorci pittoreschi ad ogni angolo, tanto che è difficile smettere di fotografare. Verso le 18 ci mettiamo sulla torre nord per aspettare la marea: si è radunata infatti una folla immensa e per riuscire ad accaparrarsi un posto, abbiamo dovuto attendere ben due ore in piedi. Ne è valsa la pena! Piano piano, con il passare del tempo, vediamo all’orizzonte l’acqua avvicinarsi, ma soltanto intorno alle 20 cominciano ad arrivare le onde ed in pochissimo tempo tutto viene sommerso: un’esperienza da togliere il fiato! Finito lo spettacolo, decidiamo di andare a fare qualche foto dall’esterno e la sorpresa è che l’ingresso dal quale eravamo entrati è stato completamente sommerso e che per uscire esiste adesso una piccola porticina più a monte.

Dopo aver mangiato due panini comprati questa mattina a Dinard, facciamo la visita della cattedrale in notturna: all’interno hanno predisposto particolari coreografie, di luci e di suoni, con musicisti dislocati in diverse sale della cattedrale. Purtroppo la luce soffusa e l’assenza di una guida non ci ha permesso di orientarci al meglio all’interno dell’enorme edificio della cattedrale, talvolta girovagando per le varie stanze senza sapere di preciso dove ci trovavamo e cosa dovevamo vedere.

Quando usciamo da Mont Saint Michel, la marea sta già scendendo: facciamo ancora alcune foto in notturna, dato che illuminato è veramente splendido. Salutiamo così Mont Saint Michel e torniamo alla chambre d’hotes: domani ripartiamo e salutiamo anche la Bretagna, spostandoci per un breve tour in Normandia (anche se a dir la verità Mont saint Michel fa già parte della Normandia!).

Note BRETAGNA

Soggiorno 06/08 : Hotel Premiere Classe VANNES

ZAC du Chapeau Rouge

VANNES

Prezzo : 41€ a notte senza colazione

Soggiorno 07/08 : Hotel B&B QUIMPER NORD

ZAC du Cuzon

Rue Jacques Anquetil 33 – QUIMPER

Prezzo: 42€ a notte senza colazione

Soggiorno 08/08 – 09/08 : Chambre d’Hotes “Ollivier Kloareg Maryse”

Penn ar Feunteun – Plouenan

rif.:location.gitesfinistere.com prezzo: 45€ a notte con colazione

Soggiorno 10/08 – 11/08 : Chambre d’Hotes “Tigwern”

Rue de la Passagere 58 – Saint Malò

rif.: www.chambres-hotes.fr

Prezzo: 48€ a notte con colazione



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche