Copenaghen e i castelli della Selandia del Nord

Visita della capitale danese e dei famosi castelli dell'isola, con tappa a Malmo
Scritto da: Kaiser74
copenaghen e i castelli della selandia del nord
Partenza il: 19/08/2016
Ritorno il: 23/08/2016
Viaggiatori: 1
Spesa: 1000 €
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Da qualche anno sto compiendo il tour delle capitali europee. Quest’anno ho trovato un buon volo per Copenaghen, così ho deciso di trascorrere cinque giorni a fine agosto nella capitale danese. Ad attendermi troverò anche Francesco, un amico che da quasi un anno si è trasferito là per lavoro. Volo Ryanair all’alba da Bergamo e in circa due ore sono già atterrato all’aeroporto di Copenaghen. La prima cosa da fare, già in aeroporto, è andare all’Ufficio Informazioni per ritirare la Copenhagen Card (prenotata online da casa), una tessera che dà diritto a tantissimi ingressi a musei, castelli e attrazioni e permette di viaggiare gratis su tutti i mezzi pubblici (compresi i battelli turistici sui canali).

È un po’ cara (si può scegliere per 1, 2, 3 o 5 giorni), ma consigliatissima per chi, come me, ha intenzione di compiere una visita intensa della città e delle sue attrazioni (73 quelle comprese). D’altronde la Danimarca non è proprio così economica e il cambio Euro-Corona danese non è molto favorevole (la Danimarca fa parte dell’Unione Europea ma non ha aderito all’Euro). Con la metro raggiungo l’hotel Cabinn Scandinavia, prenotato su internet con il sito Amoma.com, scelto perché abbastanza vicino al centro e comodo alla fermata della metro Forum. La camera è essenziale, il bagno minuscolo, ma non è stata una sorpresa (avevo letto le recensioni sul web). Ma tanto mi servirà solo per lavarmi e dormire perché ho un denso programma di visite che mi aspetta. Lasciate le valigie in deposito (la stanza sarà disponibile solo nel pomeriggio) mi dirigo a piedi verso il centro. Subito mi rendo conto di come qui la mobilità sia molto diversa rispetto alle nostre città. Qui la maggior parte delle persone si muove in bicicletta. Lunghe code di bici sciamano lungo le piste ciclabili che corrono a fianco delle strade principali, specie nelle ore di punta: davvero impressionante! Ovunque ci sono parcheggi per le due ruote, in particolare nei pressi della stazione dei treni e di quelle della metro.

Per scoprire una città non c’è modo migliore che camminare. Così, cartina alla mano (cartacea e sullo smartphone), mi dirigo verso la piazza del municipio e da lì imbocco via Stroget, la via dello shopping, per immergermi nel cuore della città. La meta prefissata è quella di raggiungere la famosa statua della Sirenetta, il simbolo di Copenaghen. Attraverso così il centro storico, ammirando anche palazzi e piazze che rivedrò con più calma nei prossimi giorni. Girovagando un po’ a zonzo, giungo anche a un altro luogo simbolo della città, Nyhavn, il vecchio porto, sul quale si affacciano le caratteristiche casette con le facciate colorate. Al piano terra di ognuna ci sono numerosi ristoranti, bar, gelaterie: è il cuore turistico della città. Nei giorni della mia permanenza in città, saranno tante le volte che passerò di qui, cogliendo sempre l’occasione per fotografare, a diverse ore del giorno, questo scenario da fiaba.

Ma la meta della mattinata è la Sirenetta che raggiungo a piedi seguendo la scia di turisti che va tutta in quella direzione. Ed eccola qui la statua della famosa fiaba di Andersen: fa bella mostra di sé su uno scoglio all’ingresso del porto. Non mi sottraggo alla foto di rito, e scambio il favore di uno scatto con la Sirenetta con una coppia di turisti spagnoli. Anche la Sirenetta la rivedrò ancora nei giorni successivi, ma dall’acqua, in occasione di un paio di tour in battello sui canali. Sulla via del ritorno mi soffermo ad ammirare la Fontana di Gefion, che raffigura la leggenda della nascita dell’isola su cui si trova Copenaghen. Un monumento maestoso, dominato dalla statua di questa dea germanica della vegetazione e della fertilità, impegnata a spronare al lavoro i suoi figli trasformati in buoi. Sul parco antistante si affaccia la graziosa chiesa anglicana di St. Albans, che merita una visita.

Proseguendo il cammino verso il centro della città, giungo nella piazza del Castello di Amalienborg, la residenza della famiglia reale, proprio nel momento del cambio della guardia. Tanta gente si affolla per ammirare questi soldati con la divisa rossa e il cappello di pelliccia in testa che marciano a suon di musica. Una cosa molto modesta rispetto a quella più spettacolare di Buckingham Palace a Londra…

Da una via che dirama dalla piazza noto una grossa cupola che nello stile richiama quella della Basilica di San Pietro a Roma: si tratta della Chiesa di Federico, comunemente conosciuta come Chiesa di Marmo e, guardando la sua facciata, è facile capirne il motivo. Ma anche l’interno è riccamente rivestito di marmo, con dodici imponenti colonne che sorreggono la cupola, rendendo questa chiesa maestosa.

È quindi giunta l’ora di pranzo e mi accontento di un panino e di una bibita, constatando che i prezzi non sono proprio convenienti.

Nel pomeriggio, passando per il centro, visito la Rundetarn, la Torre Circolare, il più antico osservatorio astronomico ancora funzionante in Europa, attivo dal 1642. Fu costruita da re Cristiano IV per proseguire l’opera di ricerca di un grande astronomo dell’epoca, Tycho Brahe. Salendo lungo un cammino a spirale si giunge alla sommità, dove si può ammirare una splendida veduta dall’alto della città. A metà salita si può visitare la libreria dove un tempo veniva conservata l’intera collezione dei libri dell’università; oggi è utilizzata per mostre temporanee.

A metà pomeriggio mi raggiunge il mio amico Francesco e con lui proseguo il tour a piedi del centro, dirigendomi verso ovest, nel quartiere di Norrebrod, un quartiere più periferico e multiculturale ma che si sta rianimando. Lungo il percorso facciamo tappa all’Assistens Kirkegård il cimitero dove sono sepolti Andersen e Kierkegaard, ma che è a tutti gli effetti un parco cittadino.

Giungiamo poi alla famosa “piazza rossa”, un ampio spazio costellato da un singolare arredo urbano, luogo di ritrovo del quartiere.

È tempo quindi di rientrare in hotel, fare una sosta e poi uscire a cena. Francesco mi accompagna in un posto dove si mangia carne e hamburger gourmet, nei pressi della piazza del municipio.

Il secondo giorno inizio ad esplorare i dintorni di Copenaghen, cominciando dalla visita al castello di Frederiksborg a Hillerød, a 40 km dalla città, raggiunto comodamente in treno. È il più grande palazzo rinascimentale di Scandinavia, eretto nel 1602-1620 per volontà di Christian IV, affacciato su un piccolo laghetto. A seguito di un grave incendio, il castello subì importanti danni alla struttura e fu ricostruito quasi completamente nel 1859 con l’aiuto economico di J.C. Jacobsen, il proprietario del birrificio più importante della Danimarca, la Carlsberg. Il palazzo ospita il Museo di storia nazionale: seguendo l’audioguida si va alla scoperta della storia del paese scandinavo. Di grande impatto anche la cappella del palazzo e il giardino barocco che circonda il laghetto.

Nel pomeriggio faccio tappa a un’altra famosa attrazione: il parco divertimenti Tivoli. È un parco giochi con montagne russe, giostre, varie attrazioni per grandi e piccini, ricco anche di ristoranti e pub dove mangiare, e d’estate luogo di concerti: proprio quella sera ci sono tante ragazzine e ragazzini in delirio per il concerto di una sorta di Justin Bieber danese.

Il terzo giorno, in mattinata, visita a un altro castello, quello di Kronborg a Helsingør, tra l’altro sito Unesco. Collocato nel punto più stretto fra le coste danesi e svedesi, qui Shakespeare ha ambientato la tragedia di Amleto.

Proprio in quei giorni era in corso il festival shakespiriano, nel 400° della nascita del drammaturgo inglese. Ho così potuto assistere alla rappresentazione di Amleto nel castello di Amleto. Suggestiva anche la visita ai sotterranei del castello, dove è custodita la statua di Holger Danske (Ogier il Danese), personaggio leggendario della storia danese.

Nel pomeriggio, vista la bella giornata di sole, ho sfruttato il primo dei due tour sui canali compresi nella Copenaghen Card, ammirando dal battello alcune suggestive costruzioni architettoniche (il nuovo teatro dell’opera, il “diamante nero” ovvero la biblioteca e centro culturale), e nuove zone della città.

Per curiosità, ho voluto fare un giro anche a Cristiania, l’oasi hippy ricavata in una ex base militare, dove è tollerato il consumo di droghe leggere. Sinceramente l’ho trovato piuttosto inquietante, con tipi col passamontagna in testa dietro ai banchetti, dove vendevano marjuana ed altro. Dopo un rapido giro me ne sono uscito.

Prima di cena ho fatto un salto su una spiaggia sul Baltico, da dove era possibile fotografare il ponte di Øresund, prendendo la metro fino alla fermata di Femøren.

Per cena mi è stato consigliato di provare un luogo dove servono street food internazionale al Papirøen. Si trova sulla riva sud del grande canale del porto, e dal centro si raggiunge in circa mezz’ora a piedi, attraversando un grande ponte che si apre in due per far passare le navi. Si trova in un grande capannone industriale che si affaccia sul canale, con all’interno dei chioschi di varie specialità di cucina etnica e tradizionale: cinese, giapponese, brasiliano, hamburger americani, e non poteva mancare anche la specialità danese, ovvero i smørrebrød, una sorta di grosse tartine di pane di segale di vari gusti. Fra le tre scelte una era con l’aringa, una specialità locale.

La quarta giornata è iniziata con un’altra trasferta fuori Copenaghen, a Roskilde, per ammirare la famosa cattedrale che custodisce le tombe reali, e il Museo delle Navi Vichinghe. La cattedrale, sito Unesco, è un’imponente costruzione in mattoni rossi, essenzialmente in stile romanico con due torri dalle guglie ramate; all’interno alte volte dipinte di bianco, con preziose cappelle laterali decorate in stile gotico, con i monumenti funebri dei sovrani danesi.

In pochi minuti a piedi si può raggiungere il Museo delle Navi Vichinghe dove, volendo, si può fare l’esperienza di una gita sulle riproduzioni di alcuni di questi antichi mezzi navali, mettendosi ai remi.

Graziosa anche la cittadina di Roskilde: nel tragitto fra il centro e la stazione ho attraversato anche un cimitero, che aveva più l’aspetto di un tranquillo e curato giardino.

Nel pomeriggio rientrato in città per visitare il castello fiabesco di Rosenborg, con i suoi mattoncini di arenaria rossa, i tetti in rame e le alte torri con le guglie verde, immerso un grande parco verde. La costruzione di Rosenborg Slot cominciò nel 1606, voluta da re Cristiano IV come dimora estiva, ma finì con l’essere quella in cui visse e morì.

Il palazzo ora è un grande museo traboccante di dipinti, arredi, armi, porcellane, abiti, oggetti preziosi appartenenti alla famiglia reale. In particolare, nel castello sono custoditi i gioielli e i tesori della Corona che comprendono un arco di tempo di quattrocento anni, dal 1500 al 1900.

A poca distanza, appena attraversato la strada, mi aspetta un’altra splendida zona verde: il giardino botanico. Molto piacevole attraversarlo in lungo e in largo ammirando piante e fiori, fra cui, sorprendentemente per la latitudine, tante piante grasse e vari tipi di aloe. Particolarmente affascinante la serra con centinaia di piante esotiche e il palmeto, racchiusa in un’elegante costruzione in ferro e vetro.

Curioso di visitare un’altra zona verde, prendo la metro fino al Frederiksberg Slot (da non confondere con Frederiksborg, che si trova a Hillerod), vicino allo zoo. Anche questo palazzo (che non visito all’interno) è famoso per il suo ampio parco barocco, con fontane, laghetti e giochi d’acqua. Camminando, s’intravedono anche alcuni animali del vicino zoo.

Nel tardo pomeriggio decido di fare un saldo “all’estero”, in Svezia, nella vicina Malmö, attraversando lo stretto di Øresund su un lungo ponte che attraversa il mare. Si tratta di un ponte a due piani: sotto viaggia la ferrovia, sopra l’autostrada.

Per l’andata prenoto su Internet un viaggio in pullman con Flixbus, per poter vedere meglio il ponte e il mare. Il ritorno, quando ormai sarà buio, lo farò in treno.

Malmö, pur essendo la terza città svedese, è una piccola ma graziosa cittadina che si affaccia sul mare. Visitato il centro storico, mi dirigo verso il mare, da dove si può vedere un tratto del ponte di Øresund e si può ammirare il famoso grattacielo di Calatrava, il Turning Torso, con una particolare struttura a spirale.

L’ultimo giorno lo dedico ad altri due palazzi e ad un museo, tutti nel centro della città. Il primo è il palazzo di Christiansborg, sede del parlamento danese e di altre istituzioni, dove si possono visitare alcune stanze di rappresentanza, utilizzate dalla regina per visite ufficiali e ricevimenti, come la grande Sala dei Cavalieri (Great Hall), rivestita con preziosi arazzi, e la sala del trono.

Particolarmente curiosa la visita alle cucine del palazzo, con una vasta collezioni di stoviglie utilizzate un tempo per preparare i banchetti reali. Meno interessante, a mio avviso, la visita alle rovine dei sotterranei del castello. Sempre di grande fascino, invece, la vista dall’alto della città, dalla torre del palazzo, la cui sommità si raggiunge comodamente in ascensore.

Non poteva mancare, infine l’attuale palazzo reali, ovvero il castello di Amalienborg, che del palazzo ha davvero poco: sembra una grande villa borghese, in linea con lo stile delle monarchie scandinave. La visita è piuttosto breve, giusto il tempo di visitare qualche sala, uno studio privato del padre dell’attuale sovrana e poco altro.

Nel pomeriggio la visita alla Carlsberg Gliptoteca (che significa raccolta di sculture, ma vi sono anche numerosi quadri), che si trova a due passi dai Giardini Tivoli. L’ingresso si affaccia su un ampio atrio costeggiato da scalinate antiche; di fronte ad un meraviglioso giardino coperto, illuminato da una cupola di vetro e ricco di vegetazione esotica, palme, fontane e panche dove ci si può comodamente rilassare. Da questo punto iniziale si diramano vari percorsi che conducono alle diverse sezioni della Gliptoteca. Il museo è stato creato da Carl Jacobsen, fondatore della fabbrica di birra Carlsberg, e raccoglie più di 10.000 opere d’arte tra sculture e quadri. Due le sezioni principali: la prima dedicata alle antiche civiltà fiorite sul Mediterraneo e nella Mezzaluna fertile (con collezioni relative all’arte egizia, orientale, etrusca, greca e romana); la seconda all’arte moderna francese e danese del XIX e XX secolo (notevoli le opere degli Impressionisti, di Paul Gauguin e di Auguste Rodin). Il tempo di rientrare in albergo a ritirare il bagaglio e via in metro fino all’aeroporto per il volo di ritorno.

Sono stati 5 giorni intensi, ma molto soddisfacenti. Era la mia prima volta in una città scandinava ed è stata sorprendente. Oltre alla città e ai suoi suggestivi scorci e palazzi, ho molto apprezzato le visite ai castelli dei dintorni. Di grande praticità la Copenaghen Card, che mi ha permesso l’ingresso a tutti i posti che ho visitato e l’utilizzo dei mezzi in città e i treni, ad eccezioni del viaggio di andata e ritorno da Malmö.

Per quanto riguarda il cibo, mi sono affidato principalmente allo street food. Fra i posti da segnalare, oltre al Papirøen, il Torvehallerne, un mercato coperto in una piazza centrale di Copenaghen (che però chiude presto la sera), dove si possono trovare molti stand con piatti di pesce fresco e carne gourmet.



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