Un’Iran alquanto curioso!

Siamo partiti in 11 l'8 marzo di quest'anno, ma siamo rietrati in due date diverse, 22.03.2001 e 29.03.2001. La tappa d'obbligo per chi arriva in Iran è Teheran, moderna metropoli con tanto di traffico caotico e privo di qualsiasi regola, come in tutto il paese.(Vita dura per i pedoni) Da Teheran ci siamo spostati a Shiraz, dove abbiamo...
Scritto da: Letizia B
un'iran alquanto curioso!
Partenza il: 08/03/2001
Ritorno il: 29/03/2001
Viaggiatori: in gruppo
Spesa: 1000 €
Siamo partiti in 11 l’8 marzo di quest’anno, ma siamo rietrati in due date diverse, 22.03.2001 e 29.03.2001.

La tappa d’obbligo per chi arriva in Iran è Teheran, moderna metropoli con tanto di traffico caotico e privo di qualsiasi regola, come in tutto il paese.(Vita dura per i pedoni) Da Teheran ci siamo spostati a Shiraz, dove abbiamo visitato l’immancabile bazar, e i luoghi di maggior richiamo anche per i turisti iraniani, nonchè Persepoli, Pasargade e Naghsh-e Rostam.

Da Shiraz ci siamo diretti a Kerman, da qui abbiamo fatto base per l’escursione alla cittadella fortificata di Bam, un vero spettacolo anche per il panorama che si vede dall’alto del castello.

Da Kerman alla volta di Yazd, la città degli ultimi Zoroastriani, e delle torri del vento che si vedono sui tetti delle case.

Da Yazd alla bella Esfahan, con le numerose sale da the sotto i ponti, la grande piazza un tempo campo di polo, i numerosi giardini e la miriade di tappeti.

Da Esfahan a Kashan e poi rientro a Teheran.

Per 7 amici c’è stato il rientro in Italia, ma per 4 il viaggio è proseguito alla volta di Tabriz.

La zona nord-occidentale non è molto frequentata da turisti a meno che non siano turisti iraniani.

Da Tabriz siamo andati a Jolfa, vicino al confine con l’Armenia.

Qui abbiamo visitato al non delle moschee ma delle chiese armene situate in luoghi alquanto difficili da trovare.

Da Jolfa a Khoy poi a Maraghe, per la visita alle torri funerarie.

Poi Meyando’ab, Takab per la visita di Takht-e Soleiman (veramente bello).

La piacevole scoperta di un piccolo paese di montagna, Kandovan, ci ha per un attimo fatto pensare di essere in Cappadocia.

Zanjam, che ci ha riservato la bella sorpresa di una tipica sala da the frequentata anche da intere famiglie, e dulcis in fundo un ristorante con tanto di letti per cenare prima e fumare il narghilè poi.

Rientro a Teheran, con succulenta cena a casa di amici iraniani.

La cosa che ha stupito e divertito i miei amici e me, è stata la curiosità degli iraniani nei nostri confronti.

Sia uomini che donne, incontrati durante il nostro viaggio, volevano sapere da dove venivamo e che cosa avevamo visto dell’Iran, quanti anni avevamo e se eravamo sposati e quanti figli avevano (0).

Alla fine di tutti questi discorsi, fatti in un’inglese approssimativo (sono quasi tutti autodidatti), ci chiedevano se potevano farsi una fotografia assieme a noi! Durante l’ultima settimana di viaggio si è aggiunto a noi un altro compagno di viaggio, un gabbiano un pò malconcio che si è subito integrato, tanto che passeggiava fra i sedili del pulmino.

Debbo proprio dire che siamo tornati tutti entusiasti da questo viaggio, soprattutto per i numerosi contatti avuti con il popolo iraniano.

un ciao a tutti i viaggiatori per caso, chi volesse avere informazioni può contattarmi.

Letizia



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