Iran on the road, inaspettata meraviglia
Per le note sanzioni che sono state imposte all’Iran a partire dagli anni Ottanta, il paese è di fatto cresciuto isolato dal resto del mondo su molti aspetti: è ad esempio fuori dal sistema di pagamenti internazionali, per cui nessuna carta di credito o bancomat funziona. Anche a livello turistico, l’Iran non è coinvolto in molti circuiti affermatisi dappertutto, per cui è ad esempio molto difficile trovare gli alberghi su sistemi come Booking. Questo limite può rendere l’Iran una meta apparentemente di difficile organizzazione, soprattutto nella fase pre-partenza: è complicato prenotare gli alberghi, bisogna prevedere quanti contanti saranno necessari e viaggiare con parecchi soldi addosso, non si trovano molte informazioni o recensioni… Tuttavia, è in realtà sufficiente avere un primo contatto e una sim con internet, per risolvere qualunque problema. WhatsApp è infatti diffusissimo e molto utilizzato internamente come rete di lavoro oltre che di contatto. Scoprirete che è veramente facile e veloce ingaggiare una guida per una giornata, trovare un autista e immagino anche un albergo (noi li avevamo prenotati tutti prima). Gli iraniani non solo aiutano veramente tanto i turisti, ma ci è parso che si aiutino anche molto fra di loro, mettendo in contatto i viaggiatori con chi potenzialmente può avere un lavoro.
INFO PRATICHE / PRIMA DI PARTIRE
Modalità di viaggio: La prima domanda da porsi è se si preferisce un viaggio organizzato con una guida locale più autista oppure un viaggio totalmente fai da te. Noi abbiamo scelto la seconda opzione e, una volta capito come reperire tutte le informazioni, ne siamo stati assolutamente soddisfatti. I vantaggi sono stati il maggior contatto con la realtà iraniana, la possibilità di prendere una diversa guida per ogni città, ascoltando così diversi punti di vista e il costo inferiore. D’altro canto, abbiamo dovuto rinunciare ad alcune tappe minori che invece con un autista sarebbero state visitabili, poiché spostandosi con gli autobus a lunga percorrenza non era fattibile fermarsi per delle brevi tappe intermedie. Inoltre una guida 24h/24 sicuramente può essere d’aiuto per alcune questioni pratiche tipo prelievi / prenotazione degli hotel / scelta dei ristoranti.. Io preferisco sempre, ove possibile e sicuro, la modalità autogestita, perché mi permette di entrare maggiormente nel vivo del viaggio.
Itinerario: il nostro itinerario – Teheran – Esfahan – Yazd – Shiraz è stato così stringato per mancanza di tempo (1 settimana totale), che ci ha costretto a selezionare solo le tappe principali. Sono però molti i siti minori lungo il percorso che, da racconti di altri viaggiatori, meritano una visita se ne si ha il tempo e il modo (in particolare, Qom e Kashan). Raccomando di dedicare almeno un paio di giorni a Esfahan e Shiraz, per Yazd e Teheran ne potrebbe bastare uno ma sicuramente di corsa.
Visto: le procedure relative ai visti cambiano spesso, quindi consiglio in ogni caso di verificare le informazioni aggiornate. Per i cittadini italiani è possibile richiedere il visto direttamente in aeroporto, ma, avendo letto su vari siti che non ne è garantito il rilascio, nel dubbio abbiamo preferito richiedere il visto al consolato di Milano. Come prima cosa è necessario compilare il form online http://e_visa.mfa.ir/en/ e inoltrarlo insieme a copia del passaporto e contatto del primo albergo prenotato. Nella risposta ci sarà la data dell’appuntamento in consolato, data in cui dovrete recarvi per lasciare il passaporto e le impronte digitali. Dopo due o tre giorni potrete andare a ritirare il passaporto, o mandare una persona terza con delega. Quando sono andata io, il visto consisteva in un adesivo attaccato su una delle pagine del passaporto. Pare che ora la procedura sia cambiata e che venga lasciato un foglio separato, in modo che sul passaporto non resti traccia della visita. Nel 2017 il costo era di 70€ Con il visto Iraniano sul passaporto, non è possibile entrare negli Stati Uniti tramite procedura ESTA (visa online), ma è necessario seguire la procedura presso il consolato americano. Cambiare il passaporto o avere un visto rimuovibile può risolvere solo parzialmente il problema: sull’ESTA è infatti necessario dichiarare di non essere mai stati in Iran. Lascio a ciascuno la scelta di decidere se prendersi il rischio di dichiarare o meno il falso in materia, io non ho ancora avuto la necessità di decidere
Alberghi: prenotare gli alberghi è la nota dolente di un viaggio in Iran. Non si trova quasi niente su booking e non è così semplice mettersi in contatto con le strutture. È necessario sviluppare metodi alternativi di ricerca rispetto ad altri viaggi, cercando su google, gruppi di facebook o chiedendo direttamente alle guide. Il mio consiglio su questo paese è quello di fidarsi, accettando quindi di provare a prenotare più tramite contatti piuttosto che su piattaforme istituzionali. Il nostro è stato un viaggio abbastanza lowcost, quindi abbiamo cercato strutture semplici, ma si trovano anche hotel più lussuosi.
Soldi: essendo fuori da tutti i circuiti di pagamento internazionale, per gli stranieri è impossibile prelevare o pagare con carta di credito. L’unica eccezione l’ho trovata nei negozi di tappeti a Esfahan, dove era possibile pagare con la carta perché si appoggiavano su Dubai. Occorre quindi portare tutto il contante dall’Italia e cambiarlo man mano là. In Iran mi sono successe ben due cose opposte a tutti gli altri paesi: il cambio applicato in aeroporto era il migliore di tutta la vacanza e il tasso di cambio reale era più favorevole di quello dichiarato dai sistemi di informazione. Il motivo che esiste una sorta di doppio sistema: il tasso di cambio ufficiale è quello utilizzato per “il business” mentre i cambiavalute di fatto scambiano ad un tasso diverso, più debole per la valuta iraniana. Circa il quantitativo da portare, considerate che l’Iran è economico per gli europei: i trasporti, il cibo, gli alberghi vi costeranno decisamente meno che in Italia. Inutile dirlo, conviene star larghi per tener conto di ogni possibile inconveniente o spesa aggiuntiva. Altra nota particolare circa il sistema monetario iraniano: la valuta ufficiale è il riyal, ma molto spesso viene usata il toman, che equivale a 10 riyal. Quando chiedete un prezzo assicuratevi quindi della misura nella quale viene espresso, per non rischiare brutte sorprese.
Sicurezza: A dispetto di quanto si immagini, ho trovato l’Iran un paese sicuro. Ovviamente la zona in cui si trova è una zona “calda” per quanto riguarda possibilità di conflitto e tensioni. Tuttavia a livello di microcriminalità non mi sono mai sentita in pericolo, persino arrivando nel cuore della notte alla stazione degli autobus.
UNA VOLTA ARRIVATI
Guide: Si trovano molte guide turistiche estremamente competenti con un forte background di studi universitari in storia/arte, non guide improvvisate che cercano di racimolare qualche mancia fuori dai monumenti principali. Nel nostro caso avevamo contattato dall’Italia soltanto un ragazzo di Teheran che organizza free-walking tour (maggiori dettagli nella pagina dedicata a Teheran), che si è rivelato assolutamente fondamentale sia per i consigli organizzativi che ci ha fornito prima di partire, sia perché una volta a Teheran ci ha fornito tantissimi contatti di guide nelle diverse città del nostro percorso. Contattandole via whatsapp, siamo riusciti senza problemi a prenotare una guida per ogni città. Costo abbastanza allineato: 50€ per tutto il giorno, mediamente dalle 9.00 alle 18.00
Velo e abbigliamento: sono tante le persone che lo ritengono inaccettabile ed eventualmente decidono di non andare in Iran per questo motivo, ma bisogna mettersi l’anima in pace, in questo paese tutte le donne devono avere il capo coperto, turiste e non. Molto spesso, le stesse iraniane portano dei veli colorati che partono da metà testa, lasciando quindi vedere parte dei capelli davanti. Ho visto pochi burka o niqab, se non all’interno delle moschee. L’impressione è che molte donne mal tollerino questa legge di stato e cerchino di limitare l’impatto togliendo il velo non appena si trovano all’interno di mura private. Per quanto riguarda l’abbigliamento, è necessario coprire le gambe e le braccia fino ai polsi. Si raccomandano vestiti morbidi e ovviamente non provocatori. Io ho sempre indossato jeans, camicie a manica lunga e sciarpine usate come velo e non ho avuto problemi.
Alcol: l’alcol in Iran è assolutamente proibito, non ne abbiamo trovato da nessuna parte. Sebbene, come ogni cosa illegale, sia sicuramente possibile trovarne di contrabbando, personalmente abbiamo preferito non rischiare.
SIM: assolutamente consigliata per i motivi già elencati e l’economicità. Sono tre gli operatori, Hamrahe Aval, Irancell e Rightel. Irancell dovrebbe essere il più economico si trova all’aeroporto Imam Khomeini di Teheran. Una sim con 1.5 GB e validità un mese ha un prezzo di 20,000 Tomans (circa 4 €). Sono necessarie fino a 24h per l’attivazione e bisogna avere con se il passaporto per l’acquisto.
Trasporti Il nostro itinerario prevedeva degli spostamenti in autobus tra le quattro città visitate (Teheran – Esfahan – Yazd – Shiraz) e il ritorno da Shiraz a Teheran tramite volo interno. Dopo aver valutato anche il treno, abbiamo optato per l’autobus, in quanto ci permetteva maggiore flessibilità oraria e probabilmente una maggiore comodità (autobus confort con i sedili reclinabili). Per quanto riguarda gli autobus, abbiamo preso i biglietti per la prima tratta in agenzia, i seguenti alle varie stazioni degli autobus alle quali arrivavamo. Comodi e puntuali, unica nota negativa non sono molte le pause che fanno per i servizi. Anche quando siamo arrivati in piena notte a destinazione, la stazione degli autobus era circondata da taxi, per cui non abbiamo avuto paura, ne problemi a salire subito sul taxi per l’albergo.
Trovate maggiori informazioni circa l’organizzazione del viaggio su www.onetravelonecolor.com
TEHERAN Quasi tutti i voli internazionali arrivano all’aeroporto principale di Teheran-Imam Khomeini di notte. Non sapendo se ne avremmo trovati alle 4 del mattino, avevamo prenotato in anticipo due taxi che ci portassero all’ostello. In realtà non è necessario, essendo molto frequentato ci sono taxi durante tutta la notte. In aeroporto conviene perdere un pochino di tempo per cambiare i soldi (cambio migliore di tutta la vacanza!) e comprare la SIM. Teheran è una città enorme, con oltre 11mn di abitanti, caotica e trafficata. Organizziamo la nostra unica giornata a Teheran con Abbas, trovato su Google cercando free walking tour. Ragazzo giovane ed estremamente disponibile, a differenze delle guide che incontreremo nelle altre città, Abbas accompagna i viaggiatori per hobby, non è una guida professionista. A livello storico/ artistico è sicuramente meno preparato, ma si è rivelato veramente accogliente ed utile nell’organizzazione del resto del viaggio, sia prima del nostro arrivo via WhatsApp, sia nel fornirci tantissimi contatti di altre guide per le restanti città del viaggio. Data la stanchezza accumulata per le poche ore di sonno e il tempo perso per risolvere alcune questioni logistiche (cambiare altri soldi, recarsi in agenzia per i biglietti dell’autobus…) siamo purtroppo arrivati troppo tardi per vedere la principale attrazione di Teheran: il Golestan Palace. Altri viaggiatori riferiscono però sia veramente spettacolare, consiglio di non fare il nostro stesso errore. Una chicca che ci ha fatto scoprire Abbas, non riportata tra le principali attrazioni sulle guide, è stato il “Museum-garden of anti arrogance” presso l’ex ambasciata americana. Non è chiaro quali siano gli orari e le modalità di apertura, fortunatamente Abbas è riuscito a farci entrare e seguire un visita guidata con il ragazzo del museo. Già l’esterno è impressionante: i muri sono ricoperti da murales in cui la Statua della libertà è rappresentata con un viso demoniaco. L’interno è ugualmente tappezzato da murales che ripercorrono gli eventi storici dell’ambasciata in chiave fortemente anti-americana. Questo è il luogo dove, nel 1979, è avvenuta la cosiddetta crisi degli ostaggi americani, durante la quale l’ambasciata è stata occupata da un gruppo di studenti e i membri americani tenuti dentro in ostaggio per un paio di mesi. Il secondo piano mostra gli strumenti che appartenevano alla C.I.A., segretamente presente all’interno dell’ambasciata. La visita guidata e il video che viene mostrato alla fine, danno una lettura diametralmente opposta a quella che si è abituati a conoscere, veramente efficace nel far riflettere sui diversi punti di vista nella lettura dei fatti storici. Resto della giornata passato principalmente all’aperto, passeggiando per i vari quartieri / Grand Market. Ceniamo in una piazzetta comprando ottimo cibo di strada dalle bancarelle
Esfahan: Arriviamo a Esfahan con l’autobus nel cuore della notte, in anticipo rispetto all’orario previsto. La stazione degli autobus è comunque molto frequentata e ci sono sempre i taxi davanti, non ci ha dato alcuna sensazione di pericolo. Esfahan è una città meravigliosa! Ricca di storia e cultura, il nucleo è Naqsh-e Jahan, una vastissima piazza con moschee ed edifici di interesse artistico su ogni lato. Bellissima ed interessante, è anche luogo d’incontro grazie alle fontane e alle panchine nel mezzo e i negozi degli artigiani lungo i suoi lati. Passiamo la prima giornata accompagnati dalla guida Marzieh, trovata tra i contatti di Abbas. Marzieh è una ragazza giovane ed entusiasta, brava e veramente disponibile. Visitiamo con lei tutte le moschee lungo la piazza, il bazar, il palazzo Chehel Sotoun. Il pomeriggio è dedicato agli artigiani: visitiamo le botteghe dove viene prodotto lo zafferano, gli artigiani di gioielli, di miniature e infine i negozi di tappeti. In ognuno di questi ci sentiamo calorosamente accolti da questa popolazione straordinaria, pronta a perdere tempo per spiegare la propria arte e la propria cultura e fieramente illustrare i propri meravigliosi prodotti. Così impariamo i segreti di ognuna di queste arti e possiamo acquistare lo zafferano più raffinato, scegliere le pietre da incastonare in anelli ed orecchini e compare tappeti. La trattativa sui tappeti è stata lunghissima e articolata, erano tantissimi e veramente belli i tappeti che ci sono stati mostrati. I prezzi non sono contenuti a livello assoluto, ma la qualità è veramente elevata. Questo è l’unico posto dove è possibile pagare con la carta di credito, poiché si appoggiano su un conto a Dubai. Nota di merito a Marzieh che resta con noi ben oltre l’orario pattuito di fine visita pur di accompagnarci nel nostro folle giro di acquisti dagli artigiani. Il giorno dopo, sta volta per conto nostro, visitiamo ancora la Jameh Mosque of Isfahan, dall’altra parte del bazar, la cattedrale di Vank, il ponte si-o-se e il museo della musica. Qui abbiamo l’incredibile fortuna di capitare durante un concerto dal vivo di musica iraniana, al quale possiamo assistere estasiati: i musicisti sono bravissimi e suonano i loro strumenti tipici con incredibile maestria.
- Anarguesthouse: trovata tramite facebook, l’unico problema è stato raggiungerla nel pieno della notte in taxi, in quanto la posizione su google era sbagliata. Guesthouse recentemente aperta da due sorelle, è sicuramente spartana, ma l’accoglienza è impagabile. Le due sorelle offrono anche un corso di cucina agli ospiti della guesthouse al quale aderiamo entusiasti: passiamo la seconda sera cucinando insieme i principali piatti della cucina iraniana per concludere con il tiramisù che ci chiedono di insegnargli!
- Ristorante tradizionale Naghshe Jahan: ottimo ristorante su una terrazza nei pressi di piazza Naqsh-e Jahan, si mangia seduti su una specie di baldacchino
- Grandma’s table: buon pranzo, nella media dei ristoranti iraniani
Yazd: Importante centro dello Zoroastrismo, Yazd ha un centro storico affascinante e suggestivo composto da case costruite con argilla, sabbia e paglia. Alle porte del deserto del Kavir, le temperature sono sempre molto elevate, caratteristica che ha portato alla costruzione di magnifiche torri del vento per rinfrescare gli ambienti e degli efficientissimi qanat, acquedotti sotterranei per trasportare l’acqua dalle montagne alla pianura. Visitiamo Yazd con la guida Ali, ragazzo sicuramente più integralista degli altri (non stringeva la mano alle donne), ma ugualmente preparato. Spostandoci con la macchina di Ali ed un taxi, andiamo a visitare i templi dello zoroastrismo (Torri del silenzio) subito fuori Yazd, dai quali si ha anche un’ottima vista sulla città, le montagne di sottofondo e il deserto circostante. Le due torri antistanti servivano a lasciare che le forze della natura decomponessero i cadaveri deposti sulla piattaforma, senza che gli elementi venissero contaminati, come previsto dalla religione zoroastriana. Della religione zoroastriana vediamo anche il Tempio del fuoco. Visitiamo inoltre Khan – E – Lari, dimora tipica qagiara, il complesso Amir Chakhmaq, il giardino Dolat Abad, il museo dell’acqua e la meravigliosa Jameh Mosqua, che abbiamo l’immensa fortuna di vedere con uno spettacolare tramonto viola in sottofondo.
- Kohan hotel: situato in una casa tipica del centro storico di Yazd, si organizza attorno ad una coorte interna ombreggiata, dove è anche possibile pranzare. Camere carine
- Panahande Restaurant: nascosto nel Khan Bazaar, ci porta la nostra guida Ali. Struttura molto bella e prezzi economici ma un po’ stile mensa, è il ristorante che ci piace meno di tutta la vacanza.
- Nardoon Cafè: bellissima terrazza con una vista emozionante sui tetti di Yazd, le torri del vento ed il profilo delle montagne dietro. Molto frequentato anche da locali, consigliato al calar del sole
Shiraz: Dopo aver visto Esfahan e Yazd, difficile immaginarsi qualcosa di ancora più bello, ma Shiraz regge il confronto e, forse, lo supera. La moschea di Nasir ol Molk, detta anche Moschea rosa, con le sue piastrelle rosate e la luce che passa dalle finestre multicolore, è ciò che di più bello io abbia mai visto dell’arte araba. Con Sharam, la guida in assoluto migliore della vacanza (ha anche accompagnato la Lonely Planet per la redazione della versione 2017), vediamo anche Palazzo Naranjestan (Casa Qavam) – casa tradizionale storica decorata con affreschi; la cittadella di Karim Khan, fortezza dall’aspetto di un castello medievale; la meravigliosa Moschea Vakil con il suo impressionante colonnato; i Bagni di Vakil, dove dei manichini esplicano come un tempo venivano utilizzati gli Hammam ; la Tomba di Hafez e di Saadi – due poeti molto amati dal popolo iraniano e l’incredibile Moschea Shah Cheragh, il cui santuario principale è conosciuto come “moschea degli specchi” in quanto pareti e soffitti sono interamente ricoperti da un mosaico di frammenti di specchi. Sharam si rivela essere la migliore delle guide non soltanto per le spiegazioni storiche che ci racconta lungo tutto il percorso, ma soprattutto per la sua accessibilità nel rispondere a qualsiasi nostra curiosità, nel mettere in discussione la propria cultura nei suoi aspetti più equivoci e nel farci vivere la sua città al di là dei monumenti artistici. Soltanto con lui riusciamo a fumare, in un locale un po’ defilato dove la sera si balla danza del ventre, il narguilè, chiamato qalyan, che scopriamo in realtà essere al limite della legalità e ci spieghiamo così perché non l’avevamo trovato da nessuna parte.
Il secondo giorno lo dedichiamo alla visita di Persepoli, la Necropoli e Pasargadae – le impressionanti rovine delle città achemenidi. Vale assolutamente la pena fare la visita con una guida che spieghi la storia, il successo e il rapido declino di uno dei principali imperi del mondo antico.
- Niayesh Hotel – camere spartane e un po’ soffocanti, si tratta di una struttura molto estesa con camere dislocate in diverse palazzine.
- Haft Khan – ristorante leggermente più caro della media, vale assolutamente la spesa. Mangiamo divinamente in un ambiente elegante e moderno. Su ogni tavolo viene posta la bandiera delle nazionalità della tavolata.
- Qavam Cafe & Restaurant: buono ma senza note particolari
Per altre informazioni e foto visita www.onetravelonecolor.com