Viaggio in Iran fai da te: itinerario e consigli per una vacanza di 10 giorni
Io, Andrea, e la mia compagna, entrambi di 30 anni, eravamo estremamente affascinati dall’idea di fare un viaggio in Iran fai da te, un paese così radicalmente differente dal nostro, fortemente isolato ma caratterizzato da una cultura antica, paesaggi esotici e da un’architettura grandiosa. Di seguito trovate il racconto del nostro viaggio ed in conclusione alcune note organizzative. Per dare un’indicazione di cioè che ci è particolarmente piaciuto e non abbiamo assegnato un giudizio (da * a *****) ad attrazioni e hotel:
Indice dei contenuti
- ***** Imperdibile
- **** Molto bello
- *** Bello
- ** Mediocre
- * Trascurabile
Itinerario
Dopo aver dedicato una giornata a Teheran (2 notti) ci siamo spostati a Kashan (1 notte) e poi Isfahan (3 notti). Ci siamo poi diretti a Varzaneh (1 notte) per un’escursione nel deserto e successivamente abbiamo raggiunto Yazd (1 notte). L’ultima tappa è stata Shiraz (2 notti), includendo pure la visita di Persepolis. Visto (70€) e assicurazione sanitaria (15€) entrambi obbligatori e ottenuti all’arrivo in aeroporto. La procedura è abbastanza semplice, ma l’organizzazione iraniana è decisamente carente per cui occorre avere pazienza. Per fare il tutto abbiamo impiegato circa 1:15. Con i moduli da compilare non ci è stata richiesta alcuna lettera di invito, ma solo di indicare l’indirizzo del nostro hotel a Teheran.
Viaggio in Iran fai da te. Diario e itinerario completo
Teheran (2 notti)
La Azadi Square di Teheran
Qui abbiamo pernottato Markazi Hotel (****), semplice ma in una buona posizione per visitare le principali attrazioni. Il personale è stato molto gentile nell’organizzare il transfert dall’aeroporto il giorno del nostro arrivo in Iran avvenuto a notte inoltrata e nel prenotarci il volo interno Shiraz – Tehran (impossibile da prenotare dall’Italia) per la conclusione del nostro viaggio.
Avendo una sola giornata piena a Tehran abbiamo dedicato la mattina a visitare il Golestan Palace (***), il Grand Bazar (***) e la moschea dell’Imam Komeini (**).
Il pomeriggio invece, spostandoci con la metro, abbiamo visto:
- I murales (***) presenti all’esterno della ex ambasciata America;
- Il suggestivo ponte Tabiat (****), da cui si gode di una magnifica vista sulle montagne circostanti;
- La Azadi Tower (*****), uno dei simboli più significativi di Tehran.
Spostarsi con la metro (****) a Tehran è un’esperienza piuttosto forte: ci sono vagoni dedicati alle sole donne (e bambini) e vagoni misti, ma dove il 95% dei passeggeri sono uomini e le poche donne si possono sentire parecchio osservate e un po’ disagio. Ad ogni modo, essendo noi in coppia, abbiamo sempre viaggiato nei vagoni misti, ma consiglierei a donne sole in viaggio si usare solo i vagoni a loro dedicati. Attraversare la strada a Teheran è un’esperienza unica, ma anche pericolosa. Le prime volte assicuratevi di farlo seguendo la gente del posto per prendere dimestichezza nel “gettarvi” nel traffico – l’unico modo per riuscire ad attraversare.
Chiaramente Tehran, in termini di bellezza, non regge il confronto con le città che si incontrano nel tour classico, però sconsiglio vivamente di saltarla in tronco. Tehran, con le sue modernità, vita frenetica e contraddizioni (le ragazze con il velo ed il naso rifatto, giusto per citarne una) è una realtà unica in Iran. Rappresenta un bel punto di partenza per un viaggio, soprattutto per chi è interessato, oltre alle bellezze architettoniche e naturali, anche ad andare un po’ più a fondo nella conoscenza della cultura e complessità di questo paese.
Kashan (1 notte)
La moschea di Agha Bozorg a Kashan
Il mattino successivo, in circa 3 ore di autobus, abbiamo raggiunto Kashan, città nel deserto famosa per le antiche case tradizionali. Effettivamente, passare anche semplicemente una notte in una di queste antiche abitazioni trasformate in hotel merita da solo il viaggio a Kashan.
Qui abbiamo pernottato alla Morshedi House (*****), il migliore degli hotel del nostro viaggio in Iran per via dell’ambientazione e dell’atmosfera di pace e tranquillità.
Il centro di Kashan è molto piccolo e facilmente percorribile a piedi. Nel pomeriggio, senza troppa fretta, abbiamo visitato in succesione la Khan-e Tabatabei (****), la Khan-e Abbasian (***) e l’Hammam-e Sultan Mir Ahmad (****) – un biglietto unico permette di risparmiare un po’ sulle tre visite.
Poi ci siamo diretti alla (moschea) Masjed-e Agha Borzog (***) e al Bazar (****) decisamente molto autentico e poco turistico rispetto ad altri bazar visti in Iran. Nei pressi del caravanserraglio del bazar abbiamo incontrato un signore che, dopo aver negoziato una piccola mancia, ci ha fatto salire sul tetto del bazar da cui si gode di una vista spettacolare sulla città. La sera abbiamo cenato alla Manouchehri House (****), altra maestosa casa tradizionale trasformata in hotel e aperta al pubblico per i pasti – ma che era fuori budget per il nostro pernottamento.
Kashan merita decisamente di essere incusa in un viaggio in Iran e fermandosi una notte, possibilmente in una delle tante case tradizionali, si riesce ad apprezzarla al meglio.
Isfahan (3 notti)
I complessi islamici di Isfahan
Con 2:30 di autobus, la mattina successiva, siamo arrivati a Isfahan. Qui eravamo ospitati presso una famiglia di nostri conoscenti nel quartiere armeno di Jolfa; zona molto carina e tranquilla che presenta diversi locali dove pranzare o cenare. Isfahan è decisamente la città più spettacolare del tour classico dell’Iran e per riuscire a vedere le attrazioni principali servono almeno due giornate piene (anzi meglio tre per godersi l’atmosfera con più calma).
Sfortunatamente il giorno del nostro arrivo il pomeriggio c’è stato un acquazzone torrenziale per cui quel giorno siamo riusciti solamente a fare un giro per il bazar attorno all’Imam square.
Il secondo giorno, con il sole, siamo ritornati alla suggestiva e immensa Iman square (*****), abbiamo percorso tutto il Bazar-e Bozorg (***) con l’immancabile foto dal tetto (anche se meno suggestiva rispetto a Kashan) arrivando fino alla Imam Ali Square (***) con il suo minareto gigante e poi alla Masjed-e Jameh (****). Il pomeriggio, una volta ritornati in zona Iman square, abbiamo visitato il palazzo Kakh-e Chehel Sotun (**).
La sera abbiamo passeggiato tra i ponti storici SioSe Pol e Khaju (*****) che di notte sono suggestivamente illuminati, fermandoci ad ascoltare i ragazzi che cantavano sotto le arcate.
Il giorno successivo, in mattinata, abbiamo girovagato per il quartiere di Jolfa (***), posto ideale per fare un po’ di shopping alternativo al classico bazar, e visitato la cattedrale armena di Vank (****). Nel pomeriggio siamo tornati alla Imam square per visitare la moschea Masjed-e Shah (*****), decisamente la più maestosa e affascinante delle mosche viste da noi in Iran.
Avendo vissuto Isfahan “in famiglia” ci siamo fatti coinvolgere a pieno dall’ospitalità iraniana, dedicando molto tempo ai pasti e alle chiacchiere. Anche se questo è andato a discapito del nostro programma di visite (ad esempio abbiamo saltato Khah-e Ali Qapu e Masjed-e Sheikh Lotfollah) è stata un’occasione impagabile per addentraci meglio nella cultura iraniana.
Isfahan è decisamente spettacolare: la Imam square con le sue bellezze architettoniche e il brulicare di gente ha probabilmente rappresentato il momento più entusiasmate del nostro viaggio.
Varzaneh (1 notte)
Antiche strutture nel deserto di Varzaneh
Abbiamo incluso questo paesino nel nostro tour in quanto attratti dalla possibilità di fare un‘escursione nel deserto, e allo stesso modo di uscire dalla rotta più battuta dai turisti avendo la possibilità di esplorare una realtà decisamente più rurale – per ora non inclusa nella Lonely Planet.
Abbiamo raggiunto Verzaneh in 1:45 di autobus (locale, non VIP) da Isfahan (Jey Street Bus Terminal), dirigendoci subito alla Negaar House (***) giusto in tempo per pranzo (non ci sono molte alternative in paese per i pasti al di fuori delle guest house).
Dopo pranzo siamo usciti a fare due passi ad esplorare Verzaneh (***) dove si può ammirare una ben conservata torre piccionaia e scorgere le anziane signore vestite con i tradizionali veli bianchi.
Nel pomeriggio abbiamo partecipato invece all’ “Afternoon tour” organizzato direttamente dalla Guest House.
Questo tour prevedeva la visita in gruppo di un piccolo tempio Zoroastriano (*), il lago salato (****) e il deserto (*****) di dune sabbiose da cui abbiamo ammirato il tramonto – le dune sono veramente spettacolari con un’altezza incredibile (dicono le più alte in Iran) e volendo si possono discendere con la tavola da surf.
Per cena siamo rientrati alla guest house , dove l’atmosfera che si respirava era molto simile a quella di un ostello: tenete ben presente che si cena tutti assieme allo stesso orario seduti su un tappeto e senza tanta possibilità di scelta sul cibo. Questo aspetto a noi è piaciuto molto e ci ha dato la possibilità di interagire con diversi degli ospiti presenti (tutti rigorosamente turisti stranieri). La sera la guest house organizza anche alcune attività: nel nostro caso abbiamo assistito ad un piccolo spettacolo musicale.
Verzaneh è stato un passaggio molto interessante del nostro viaggio. Lo consigliamo soprattutto a turisti giovani o comunque con un buon spirito di adattamento.
Yazd (1 notte)
Veduta serale di Yazd
Vista l’assenza di trasporti pubblici da Verzaneh a Yazd, abbiamo preso un taxi dalla Guest House fino a Nain. Da qui speravamo di intercettare un autobus della tratta Isfahan – Yazd, ma alla fine abbiamo concordato un buon prezzo con un altro tassista per arrivare fino a Yazd. A Yazd siamo arrivati all’ora di pranzo di Venerdì e la città era totalmente deserta.
Qui abbiamo pernottato al Silk Road Hotel (* vedrete in seguito il motivo) che è aperto al pubblico anche per i pasti.
Nel pomeriggio abbiamo passeggiato tra i vicoli della città vecchia (*****) salendo sui tetti (diversi cafe hanno la terrazza) ad ammirare il panorama della città con le sue numerose torri del vento. Abbiamo quindi visitato la Masjed-e Jameh (****), il museo dell’acqua (*), il complesso della moschea di Amir Chakhmaq (***) e il Saheb A Zaman Zurkhaneh (**).
La città vecchia di Yazd con i suoi vicoli e le torri del vento è veramente affascinante. Le principali attrazioni possono essere comodamente visitiate in una giornata per cui non consiglierei di passarci piu’ di una notte.
Shiraz (2 notti)
Shiraz
Inizialmente eravamo intenzionati a fare la tratta Yazd – Shiraz in autobus (6:00) partendo la mattina presto in modo da poter dedicare qualche ora alla visita di Shiraz nel pomeriggio e visitare Persepoli il giorno successivo.
Al Silk Road Hotel ci hanno invece proposto di andare a Shiraz con un taxi privato da loro organizzato facendo tappa in successione alla tomba di Ciro, Naqsh-e Rostam e Persepoli in modo tale da guadagnare una giornata, altrimenti passata principalmente in viaggio (questi tre punti sono esattamente sulla strada Yazd -Shiraz).
Abbiamo accettato, visto il prezzo vantaggioso (60€ in totale), anche se l’esperienza si è rivelata alquanto pericolosa. Infatti l’autista, dopo le prime ore di guida, si è rivelato essere molto stanco: si addormentava letteralmente alla guida e per evitare il peggio lo tenevamo sveglio strattonandolo non appena vedevamo che socchiudeva gli occhi.
Inoltre lo abbiamo forzato a fare diverse pause per cercare di farlo riprendere quando la situazione sembrava critica.
Arrivati alla prima tappa, la tomba di Ciro (**), abbiamo ben pensato di abbandonare il tassista e di servici di un altro passaggio per arrivare a Persepolis (****) e poi a Shiraz.
Con il cambio programma, e l’inevitabile perdita di tempo, abbiamo dovuto sacrificare Naqsh-e Rostam.
A Shiraz abbiamo alloggiato al Niayesh Hotel (**), situato in una buona posizione per visitare le principali attrazioni e che offre anche un modesto ristorante.
Il giorno successivo abbiamo girato per Shiraz visitando la magnifica Masjed-e Nasir-al-Molk (*****) famosa per i giochi di luce (che si possono ammirare al meglio solo in specifiche ore della mattina, in base alla stagione), il giardino Bagh-e Naranjestan (***) e il Bagh-e Nazar (*), che si è rivelato parecchio sovrastimato sulla Lonely Planet. Ovviamente, come in ogni città iraniana, ci siamo addentrati nel Bazar-e Vakil (***) fermandoci a pranzare alla carinissima Seray-e Mehr Teahouse (****).
La sorpresa più interessante di Shiraz è stata invece la visita dell’ Aramgah-e Shah-e Cheragh (*****) che si è potuto visitare solamente partecipando alla visita guidata gratuita organizzata da un gruppo di volontari del santuario (meeting point all’ingresso del complesso). Per i non mussulmani è consentito rimanere solamente negli spazi comuni esterni, ma la visita di questo luogo si è rivelata lo stesso veramente emozionate, non solo per le bellezze architettoniche ma soprattutto per l’atmosfera che il luogo religioso trasmette.
Le due giornate passate a Shiraz sono state piacevoli e la città si è rivelata piena di cose interessanti da vedere. Nel tour classico dell’Iran Shiraz è sempre all’inizio o alla fine del giro; noi l’abbiamo lasciata per ultima essenzialmente per motivi logistici.
Il pomeriggio del nostro secondo giorno a Shiraz, con un volo interno, siamo rientrati a Tehran atterrando all’aeroporto Mehrabad (il principale aeroporto di Tehran per i voli nazionali). Da qui abbiamo raggiunto in taxi l’aeroporto Imam Khomeini per rientrare in Italia poche ore dopo. E invece no. La mia compagna ha accusato disturbi di stomaco l’ultimo giorno a Shiraz e, una volta raggiunto l’aeroporto Imam Khomeini, i dolori si sono intensificati decisamente fino a rendere necessario il ricovero in ospedale per gastroenterite acuta. Trascorrere una notte in un ospedale pubblico della periferia di Tehran è stato tutt’altro che piacevole, però nonostante la scarsa pulizia e l’arretratezza evidente della strumentazione il personale si è dimostrato veramente molto gentile e preparato. Il giorno successivo, una volta dimessa, siamo tornati all’aeroporto dove siamo riusciti a prenotare un nuovo volo per rientrare in Italia con un giorno di ritardo. Da notare che avendo stipulato l’assicurazione sanitaria obbligatoria il ricovero è stato totalmente gratuito.
Viaggio in Iran fai dai te. Consigli utili
La vastità dei paesaggi, la bellezza dell’architettura, ma soprattutto i molteplici incontri con le persone ci hanno lasciato un segno indelebile. Una volta rientrati a casa ci era sembrato di esser stati lontani per mesi, talmente forte è stata l’intensità delle esperienze vissute in questi giorni.
Il viaggio in Iran fai da te è fattibile, ma richiede un bel po’ di organizzazione. Gli hotel, che abbiamo contattato uno a uno via mail per avere i preventivi, li abbiamo trovati sfogliando altri diari di viaggio, Lonely Planet, blog e Tripadvisor. La Lonely Planet (ed. ITA 2018) è risultata affidabile, ma un po’ scarna. Da notare che i prezzi di ingressi e hotel non sono da considerare affidabili vista la grossa fluttuazione della valuta.
Per muoversi nel paese gli autobus VIP (prenotazione non necessaria) che percorrono le tratte principali sono esageratamente confortevoli, moderni, affidabili ed economici. Anche i taxi sono economici (soprattutto per le tratte lunghe), ma è essenziale contrattare bene il prezzo stabilendo con precisione il punto di arrivo (per evitare sorprese).
Il tasso di cambio ufficiale, fissato dal governo, è decisamente più svantaggioso rispetto a quello del black market che si trova in strada (ma che non è legale). Solitamente gli hotel offrono una buona via di mezzo.
Il meteo di aprile si è rivelato molto variabile con temperature diurne che sono oscillate tra i 20 (Tehran) e i 30 gradi (Yazd/Shiraz) – in ogni caso abbastanza piacevoli e ideali per questo genere di viaggio. Da notare che le giornate di pioggia non sono così infrequenti, anche nel deserto.
Gli iraniani sono molto socievoli e, soprattutto i ragazzi giovani, sono molto inclini a fare quattro chiacchiere con i turisti. Le persone si sono rivelate sempre molto disponibili ad aiutarci quando chiedevamo indicazioni o suggerimenti. Solamente in poche occasioni abbiamo avuto la sensazione che stessero cercando di approfittarsene. L’inglese è abbastanza diffuso nelle grandi città, anche se il livello è generalmente basso.
Abbigliamento: le donne in pubblico (anche le turiste) devono rigorosamente indossare il velo, anche se questo può essere tranquillamente portato a metà testa. Devono avere inoltre abiti comodi in modo da non risaltare le forme: l’ideale è indossare una camicia leggermente lunga che copra il sedere. Per gli uomini sono decisamente sconsigliati i pantaloni corti, che sembrerebbero inappropriati.
Ovviamente dentro le mura private tutte queste regole non valgono più. Un’ultima curiosità, ballare in pubblico è vietato. State attenti a non farvi trascinare dalla musica, soprattutto alla Imam square di Isfahan!