Luci e colori dentro e fuori di me

Stella cadente… Ho visto cadere una stella nel cielo di Assuan.. L’ho vista dal ponte di poppa della Sobek, nella sera tiepida di mezza crociera… Prima che la luna si alzasse ad illuminare i riflessi del Nilo; Ho provato ad esprimere un desiderio, nel vano tentativo di dare respiro e futuro ai miei desideri, ma sono rimasto inerte...
Scritto da: Gio C
luci e colori dentro e fuori di me
Stella cadente… Ho visto cadere una stella nel cielo di Assuan.. L’ho vista dal ponte di poppa della Sobek, nella sera tiepida di mezza crociera… Prima che la luna si alzasse ad illuminare i riflessi del Nilo; Ho provato ad esprimere un desiderio, nel vano tentativo di dare respiro e futuro ai miei desideri, ma sono rimasto inerte nell’attimo di quella luce…

Solo dopo qualche attimo ho capito che non avevo alcun desiderio da poter aggiungere alla bellezza di quell’attimo, ero li’, in compagnia della mia solitudine, ad Assuan, sotto il cielo piu’ bello del mondo, navigando sul Nilo, affascinato dalle ombre, dai colori e dai suoni, dal passato che ti scivolava davanti agli occhi e sulle cui braccia era facile lasciarsi confondere…

Mi sono lasciato meravigliare da quell’attimo di luce e di mistero.

Azzurro e grigio Ieri ed oggi, li e qui, l’azzurro e il grigio… Ho detto ad Aida tra un boccone e l’altro che mi sento foscoliano nel mio continuo girovagare intorno alle illusioni, suscitando (e con quale piacere) il sopito orgoglio dell’ insegnante a riposo che nel suo illuminarsi ha riscoperto il gusto di una breve lezione… L’azzurro e’ l’illusione, come ci appare il giorno prima quando ci svegliamo la mattina dopo e tutto quello che ci e’ accaduto sembra tante volte appartenere ad un altro..

Ed il grigio e’ la realtà’, la fatica dell’oggi, il riflesso argenteo e mai dorato di questo giorno di ripresa…Ma sai, ( ora si che lo so ) che l’azzurro e’ pure li’, ad Assuan, in quel cielo che ti illumina i colori dell’anima, dove ieri e oggi e domani vivono nella stessa dimensione, mai uno davanti all’altro, e vivi l’attimo, fatto dei suoi mille colori, del verde delle isole, del bianco delle feluche, dei variopinti negozi di spezie, degli sguardi della gente, nei colori della pelle.

E ora lo sai, non e’ un’illusione.

Mech Mech Entri in un negozio di oreficeria e cerchi di trovarci qualcosa da regalare. Ti meravigli se alla fine ti sembra di essere divenuto tu e tua moglie i venditori di uno dei suoi bijou… Ma la meraviglia piu’ grande e piu’ bella sei stata tu, Iman, quella tua allegria, dipinta nei colori del tuo sguardo e nel tuo inglese assai simile al mio,,,,, La tua simpatia, quel tuo gridare allo scandalo perché’ ti avevo amichevolmente toccato una spalla, le tue scarpe polverose, le tue risate, le tue confessioni su un rapporto finito a litigi e su cui ridevamo come se ci fossimo conosciuti da sempre…

Poi scoprire che sei laureata, che cerchi lavoro, che ti piacciono i bambini,,,, Ho chiesto il tuo indirizzo, mi piacerebbe conoscerti e ridere ancora, insieme a mia moglie, e magari poterti abbracciare senza scandalo…

Il Mercato Il suk di Gerusalemme me lo porto nei pensieri e nel cuore come un’emozione entrata nel profondo…E al suo confronto il mercato del Cairo non mi aveva colpito troppo preso a ambigue definizioni di rapporti ridotti alla stregua di antiche rovine ricoperte dalle acque del Nilo, o confuso dal fumo del Narghile’, dalle mie debolezze a reggere vapori che gettarono nel panico piu’ di una persona…

Ma ad Assuan e’ stato diverso…Li’ il mercato e’ mio, li’ mi son sentito vero, ho provato emozioni e sensazioni che non credevo poter vivere, tra vecchi taxi imbottiti di persone, strade lerce e carri trainati a dorso d’asino…Tra i volti riparati e gli sguardi carpiti delle bellezze Nubiane.

Massimo Mi hai chiesto di sperdirti uno swatch e di farti sapere il prezzo,,,, ma te lo spedirò’ per il gusto di farti un regalo, per la tua simpatia, per il tuo calore, per quel te’ alla menta che mi hai offerto senza chiedermi di comprare alcunché’, con la semplice promessa di passare a salutarti…Per la cassetta di musica egiziana che mi hai regalato, perché’ ci hai chiesto di fare una foto insieme che poi ti spedirò’, perché’ hai voluto che leggessi la lettera ricevuta da una ragazza inglese a cui hai risposto con un inglese incerto che sai parlare ma non scrivere…Ma di cui volevi sapere solo se si capisse il senso… Heggag Ti abbiamo timidamente incontrato nel retrobottega , seduti sui rottami di un divano ricoperto dai tappeti…Eri accanto a me, mentre porgevo il polso al tuo nipote per un tatuaggio beneaugurante.. Con una lentezza sorprendente ci hai preparato un te’, bollente per quell’ora ( le 2 di pomeriggio) ma che sembrava assai scortese rifiutare.

Intanto osservavo la tua scrivania, sepolta sotto cumuli di lettere, buste ed agende e mi chiedevo chi mai potesse ricordarsi di te, Heggag, da ogni angolo del mondo, sbirciando l’indirizzo dei mittenti… Mi hai mostrato la tua agenda, la meraviglia della tua agenda…, delle tue agende La raccolta di tutte le riflessioni fatte da ogni ospite che ha avuto il piacere di varcare la tua porta, portandosi appresso soltanto il desiderio di fermarsi e nulla piu’…

Giapponese, arabo, italiano, francese, non credo che tu sappia intendere tutto quello che ti hanno scritto nelle piu’ diverse lingue e coi piu’ disparati disegni…Ma so che oltre a fartelo tradurre, ne comprendi bene il senso , già’ prima che uno prenda la penna in mano, come ho fatto io, per lasciarti sapere, che il pensiero della tua presenza mi darà calma nelle ansie quotidiane, come i ricordi della tua terra,,,, Grazie ragazzi Eravamo tornati alla nave dopo la visita al mercato intorno a mezzanotte…Quando ci corre incontro la zia di Adriana dicendoci di non aver trovato al rientro le ragazze… Corriamo indietro a tutta fretta, io , Anna e Don Adriano, ripercorriamo col batticuore quelle stesse strade dove fino a pochi minuti prima ci eravamo fermati bottega per bottega a scherzare, su quanti cammelli valesse mia moglie e su quanti magari ne avessi regalati io a loro se l’avessero tenuta li’… Ora non ci fermiamo, i ragazzi delle botteghe cercano di capire il motivo, ci vedono preoccupati, alla fine capiscono … Mi indicano una zona, comincio ad entrare bottega per bottega chiamando Adriana ad alta voce, finche’ mi chiama un ragazzo e mi dice che erano salite su’ per un vicoletto… Le troviamo li’, intente tranquillamente a contrattare un puff di pelle di cammello insieme ad un’altra coppia di cui non avevamo notato l’assenza… Vorrei ringraziare dal mio cuore tutti i ragazzi del mercato di Assuan, perché’ come ha detto Lavinia, in quelle poche battute che abbiamo scambiato, “ sono buoni”…

Sotto quelle pietre Ci sono mille volumi, siti od enciclopedie sulle quali puoi vedere la grandezza dell’arte egizia, l’immensa ricchezza della loro opera, del loro ingegno, della loro religione,,,, Ma se non hai modo di essere davanti a quelle pietre, davanti alla luce di quel cielo o dei colori splendidamente conservati nelle tombe, faccia a faccia con l’imponenza di quei colossi …Non riesci ad afferrare in pieno il senso ed il peso della loro grandezza… Il pensiero va alla potenza dei faraoni, ma anche a tutti coloro che hanno lavorato per quelle opere, che magari sono morti di fatica per un sogno, un’illusione che da settemila anni dura finora…

Perpetuare la vita, non arrendersi all ‘ angoscia della caducità’ del corpo umano e preservalo dalla corruzione del tempo, attraverso la mummificazione, la conservazione in ripetuti sarcofagi e cofani, sotto tombe di pietra al fine che al suo ritorno l’anima potesse ritrovare l’altra metà di se nella maniera piu’ puntuale e precisa possibile… La loro angoscia, risolta con la magnificenza dei loro templi, delle loro tombe, delle loro divinità’ e’ la stessa di noi cittadini di questo mondo dal cielo grigio e senza Fiume, che forse abbiamo risposte diverse, quando riusciamo a trovarle o ad illuderci di averle trovate, ma in fondo ricerchiamo la stessa cosa di un Faraone di settemila anni fa.

Giovanni 18/11/00



    Commenti

    Lascia un commento

    Leggi anche