Alla riscoperta della California e dei Parchi del Sud-Ovest in tre settimane

Un ritorno dopo 32 anni, per vedere anche quello che mi ero perso. Avete mai sentito parlare della Valley of Fire, del Kodachrome Basin, di Muley Point, della Valley of the Gods o delle McWay Falls?
Scritto da: Maurizio e Betty
alla riscoperta della california e dei parchi del sud-ovest in tre settimane
Partenza il: 01/04/2012
Ritorno il: 20/04/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Sono luoghi bellissimi ma poco noti e per visitarli possono bastare brevi deviazioni. Seguiteci, vi porteremo anche lì, trasmettendovi le nostre esperienze.

Durante un soggiorno negli USA, ospiti di un nostro figlio che lavora ad Hollywood, ho voluto ripetere con mia moglie Betty, una parte dell’itinerario che avevo seguito con un gruppo di amici nel lontano 1980. Ecco in sintesi l’itinerario: 1° g: da Los Angeles (Hollywood) a Las Vegas; 2° g. a Bryce Canyon, via Zion N. P.; 3° g. visita al Bryce Canyon e al Kodachrome Basin, 4°g. da Bryce a Moab via UT12 e UT24 attraverso il Capitol Reef N.P. e visita all’Arches N.P.; 5°g. da Moab a Cortez, visitando Dead Horse Point e Mesa Verde; 6°g. da Cortez a Mexican Hat, via Natural Bridges Nat. Mon, Muley Point, Gooseneck State Park e Valley of the Gods; 7°g. trasferimento a Page, con visita alla MonumentValley e al Navajo Nat. Monument e da Page escursione al Lake Powell e al Horseshoe Bend; 8°g. visita all’Antelope Canyon e trasferimento al Grand Canyon, con visita al West Rim nel tardo pomeriggio, pernottamento a Tusayan, appena fuori dall’uscita sud del parco; 9°g nuova visita mattutina al West Rim e trasferimento a Las Vegas, con sosta alla Hoover Dam. A questo punto il turista normale che ha poco tempo a disposizione, in 3 gg. potrebbe raggiungere San Francisco via Sequoia N.P. e Yosemite N.P., soggiornare a Frisco per 3 gg. e poi tornare a Los Angeles lungo la costa in 3 gg. come nel nostro “2° itinerario” (vedi sotto): in totale 18 giorni, ai quali se ne possono aggiungere un paio per la visita di Los Angeles.

Noi invece, non avendo fretta, abbiamo deciso di passare altre 3 notti a Las Vegas (con escursioni alla Valley of Fire e a Red Rock Canyon) e poi tornare a Hollywood via Death Valley per riposarci per una settimana prima di ripartire per San Francisco. Abbiamo dovuto tagliare Sequoia e Yosemite perché in aprile al Sequoia sono richieste la catene a bordo mentre lo spettacolare accesso allo Yosemite via Tioga Pass è chiuso fino a giugno. In pratica, raggiunta “Frisco” per la via più diretta (Intestate 5) vi abbiamo pernottato 3 notti e siamo tornati a Hollywood facendo tappa a Pacific Grove (Monterey), a San Simeon, (via17 Miles Drive, Big Sur, Julia Pfeiffer Burns-Mac Way falls) e con visita all’Hearst Castle, a Pismo Beach (con sosta a Morro Bay), a Hollywood (via Santa Barbara e Malibù).

Lungo i nostri itinerari crediamo di aver visto tutto quello che meritava di essere visto (ad esclusione del mitico “The Wave” del Paria Canyon a nord di Page, alla cui visita sono ammesse solo 20 persone al giorno e che richiede di partecipare ad una improbabile lotteria on-line con 4 mesi di anticipo). Dal punto di vista naturalistico, tutti i luoghi meritano il giudizio di “bellissimo” o “eccezionale” ma almeno 3, ancor più del Grand Canyon, e cioè Antelope Canyon, Bryce Canyon e Monument Valley sono così unici e spettacolari che da soli meriterebbero un viaggio.

Nel primo itinerario (Parchi del S-W) abbiamo percorso 2810 miglia (4520 km) in 13 gg. e nel secondo 850 mi (920 km) in 7 gg.

Clima: nei parchi, come prevedibile vista l’altitudine, la temperatura variava da -5° a + 20°C, il tempo è stato buono ma con scure nubi serali all’Arches N.P. e pioggia mista a neve da Las Vegas alla Death Valley, dove nel pomeriggio è tornato il sole. Freddo e molto variabile a San Francisco, anche con nebbia, piovoso a Monterey ma buono e tiepido nelle altre località lungo la costa.

ASPETTI PRATICI

Volo: con American Airlines (615 € a persona), prenotato con “volagratis”, operato da Iberia via Madrid, con quadrigetti Airbus 330. Partenza da Linate, ritorno a Malpensa. Andata: partenza da Madrid in orario arrivo a LAX in lieve anticipo; ritorno: partenza da LAX con un ora di ritardo, completamente recuperata durante il viaggio. Dopo decine di voli per lavoro e turismo con Iberia, confermo la buona opinione: uno dei vettori migliori tra i 75 con cui ho volato.

Noleggio auto: www.enoleggio.it “broker” del noleggio ci ha fornito una Ford Focus della Dollar a 20 $/giorno (ma l’abbiamo tenuta 40 gg), senza navigatore (il suo noleggio è molto costoso e secondo me non serve, se l’avete portatelo dall’Italia). E’ obbligatorio pagare in loco il pieno di benzina (a caro prezzo) e cercheranno di rifilarvi costose assicurazioni supplementari: ditegli chiaramente che non volete altre assicurazioni.

Assicurazione sanitaria: in internet ci sono molte offerte, spesso difficili da comparare e molte non assicurano gli anziani, alla fine ho scelto www.travelguard.it (280$ per 40 gg).

Carte e guide: Atlante Michelin Road Atlas North America (scala un po’piccola ma carte molto chiare e dettagliate); Guida California del Touring Club e Guida Rough USA del Sud-Ovest (versione italiana edita da Vallardi Viaggi). Affidabili i percorsi calcolati da “Google map”, da cui si possono anche stampare le mappe in grande scala dei punti critici.

Alberghi: prenotati on-line: alcuni nel sito dell’hotel trovato in internet, altri nei siti suggeriti da “Trivago” (Last Minute o Booking.com o Logitravel, tutti convenienti e affidabili). Costi da 55 a 190 $, in totale circa 2000 $ per 18 pernottamenti con una media di 110$ (ma a Las Vegas abbiamo soggiornato una notte al New York-New York e due notti ciascuno al Venetian e al Paris). Il Venetian ha scalato la mia personale classifica di oltre 550 hotel dove ho soggiornato, entrando nella prestigiosa lista dei miei “top ten”. Il mio sogno? che qualche editore di guide mi pagasse un soggiorno a Las Vegas per fare un’analisi comparata degli hotel dello “strip”.

Gli hotel di Las Vegas richiedono alcuni chiarimenti:

1) Le classifiche di Tripadvisor, spesso inaffidabili e ricche di clamorose falsità, nel caso di Las Vegas sono assurde perché gli hotel di alto livello come Bellagio e The Venetian sono svantaggiati in quanto la loro clientela tipica è più esigente e incline alle lamentele, mentre altri, di livello medio-basso (rispetto allo standard dello Strip di Las Vegas), sono frequentati dai gruppi organizzati i cui componenti sono più soggetti a facili entusiasmi. 2) I prezzi variano moltissimo secondo i periodi e nel week-end (venerdì e sabato) possono aumentare anche del 100 o 200%. Il sito www.vegas.com presenta i prezzi degli hotel durante tutti i giorni del mese e consente la prenotazione diretta dal sito dell’hotel che in teoria dovrebbe assicurare il miglior prezzo, ma a volte in Trivago si possono trovare prezzi migliori, ad es. Logitravel ci ha offerto The Venetian a 147$ a notte (martedì e mercoledì, ma al giovedì già raddoppiava). 3) meglio un 3-4 stelle sullo “strip” che un 5 stelle altrove. 4) Meglio evitare i costosissimi servizi di “car valet”.

Pasti: mediamente abbiamo speso circa 80 $ al giorno. Colazione: diversi hotel (Best Western, Super 8, Howard Johnson) offrono una colazione a buffet piuttosto essenziale) negli altri, per guadagnare tempo al mattino e vista la presenza della macchina per il caffè, ci si può arrangiare rifornendosi ai supermercati come già suggerito da molti “turisti per caso”. Pranzo: pic-nic soprattutto durante i lunghi spostamenti (anche perché tutte le autostrade sono prive di adeguate aree di servizio) o fast food (Denny’s è il migliore) Cena: ovunque abbiamo trovano buoni o discreti ristoranti spendendo da 50 a 95$ in due.

Benzina: è molto economica, abbiamo speso circa 400$

Ingressi ai parchi, musei, giri turistici, ecc.: 650$

Spesa media durante il tour: oltre 270 $/giorno (noleggio, benzina, assicurazione sanitaria, hotel, pasti, ingressi) ma economizzando soprattutto sugli hotel, si potrebbe stare sotto i 250 $/giorno

DETTAGLIO DELLE TAPPE PER CHI VUOLE SAPERNE DI PIU’ (per Los Angeles/Hollywood, andare agli ultimi paragrafi)

1° g: da Hollywood a Las Vegas: 302 miglia, 4h 30’. Percorso tutto autostradale lungo il quale non c’è praticamente nulla, salvo un paio di “rest area” munite solo di toilette e tavoli da pic-nic, niente area di servizio, niente da mangiare o da bere, per queste necessità bisogna uscire dall’autostrada in corrispondenza dei rari paesi o villaggi. Meglio procurarsi da bere e da mangiare prima di partire. Arrivo a Las Vegas alle 15 e alloggio al NewYork-New York. Pomeriggio dedicato alla visita degli hotel posti tra il nostro ed il Bellagio, cena al buffet del Paris e visione delle fontane illuminate del Bellagio dalla cima della Tour Eiffel (perfetta riproduzione in scala 1:2)

2° g.: a Bryce Canyon Village, via Zion N. P.; percorso 252 mi, in circa 4h 30’. Partenza ore 8.30 e lunga sosta allo Zion N.P. con escursioni all’Emerald Pool, fino ai laghi superiori e al Riverside Walk fino ai Narrows in fondo allo Scenic Drive. Arrivo alle 19 a Bryce Village, alloggio per 2 notti al Bryce View Lodge , semplice ma confortevole, 68 $/notte, cena al buffet del vicino Ruby’s Inn. Nota: durante questa tappa si può visitare la Valley of Fire (uscita indicata a destra circa 30 mi a est di Las Vegas) dove è possibile vedere il “Fire wave” un surrogato del The Wave del Paria Canyon, reso accessibile solo recentemente (mappa disponibile al Visitor’s Center). Servono circa di 2 ore per la deviazione e la visita del parco (basta anticipare la partenza da Las Vegas o accorciare un po’ la visita allo Zion o ritardare l’arrivo a Bryce o tutte queste cose assieme). Noi l’abbiamo visitato durante il soggiorno a Las Vegas al ritorno del tour e ne vale la pena.

3° g. visita al Bryce Canyon: richiede 4-6 ore. Prima siamo arrivati fino dove finisce la strada e poi al ritorno ci siamo fermati a tutti i punti panoramici, per poi scendere in fondo al canyon lungo il Queens Garden trail e risalita dal Navajo loop trail (al bivio prendere il sentiero a destra, perché l’altro è chiuso per frana ma non c’è alcuna indicazione). Nel pomeriggio visita al Kodachrome Basin State Park, circa 30 mi a est, oltre Tropic, paesaggio con formazioni geologiche molto interessanti (alcune simili a quelle della Cappadocia).

4°g. da Bryce a Moab via UT12 e UT24 attraverso il Capitol Reef N.P. (veramente spettacolare!) con escursioni al Gooseneck Point a poi allo lo Scenic Drive fino al Capitol Gorge e visita completa dell’Arches N.P. in totale 340 miglia in circa 8 ore (più i tratti a piedi). Pernottamento al Super 8, confortevole ma caro, 168$, colazione inclusa, ma non abbiamo trovato niente di meglio.

5°g. da Moab saliamo al Dead Horse Point ma il forte vento rende difficile persino uscire dall’auto e fare fotografie. La temperatura percepita è di almeno -10°C, per cui rinunciamo a proseguire per l’Island in the Sky e torniamo a Moab e continuiamo per Cortez (pranzo da Denny’s) e salita a Mesa Verde. Qui vi sono 3 gruppi di rovine di pueblos: Spruce Tree House, sempre aperto, Cliff Palace (secondo la guida doveva aprire a inizio aprile) e Balcony House (apre a maggio), purtroppo anche Cliff Palace era ancora chiuso e ci siamo dovuti accontentare di vederli da lontano, pur facendo ottime foto con il teleobiettivo. Pernottamento a Cortez, Aneth Lodge (55$, assai modesto). NOTA: la visita a Mesa Verde può essere sostituita da quella al Navajo Nat. Monument (vedi giorno7) ed eventualmente sostituita oppure associata a quella del Canyon De Chelly.

6°g. da Cortez partiamo alle 8 per la 160 Sud, poi per la 162, fino a Montezuma Creek, la 262 e la 191 nord fino a prendere a sinistra la 95 fino a Natural Bridges Nat. Monument. dove lo Bridge View Drive consente la vista di 3 giganteschi ponti naturali: si può scendere fin sotto ai ponti ed eventualmente seguire il corso del torrente. Il terzo l’Owachomo Bridge è il più grande (55 m di larghezza) ed anche il più facile da raggiungere (800 m. tra andata e ritorno). Torniamo indietro e proseguiamo al bivio per la 261 seguendola verso sud fino al bivio a destra della strada sterrata (circa 5 mi) per Mulay Point con spettacolare vista del sottostante Canyon del fiume San Juan. Su di una cengia a metà altezza dall’abisso si scorge una strada sterrata mozzafiato, percorsa da qualche veicolo: navigando in Google Map ho poi scoperto che si tratta della strada N° 244 John Canyon Road alla quale si può accedere dalla 261 poco dopo aver preso il bivio per Goosenecks (maggiori dettagli disponibili in internet): se potessi tornare non me la lascerei scappare!! Ritornati al bivio proseguiamo lungo la 261 per Mexican Hat scendendo i ripidissimi tornanti sterrati della Moki Dugway. Dopo una breve escursione su strada sterrata alla roccia ben visibile sulla sinistra, che dà il nome al villaggio, raggiungiamo Mexican Hat, alloggiando al Mexican Hat Lodge, 108$, un po’ caro, aspetto esterno poco attraente ma confortevole, con piscina riscaldata. Il nostro programma prevedeva la visita della Monument Valley nelle condizioni di luce migliori, cioè verso il tramonto. Purtroppo apprendo da internet che l’ingresso chiude alle 16.30 (non c’è ora legale in Arizona) per cui ne approfittiamo per visitare il vicino spettacolare Goosenecks State Reserve e poi, su una sterrata di 17 miglia, in buone condizioni, la deliziosa Valley of the Gods, irta di pinnacoli colorati, una specie di Monument Valley in scala ridotta, da non perdere! In totale la tappa è di 250 miglia.

7°g. Trasferimento a Page, con accurata visita alla famosa Monument Valley: All’ingresso di Kayenta ho rivisitato con emozione la Chiesa dell’Assembly of God, che 32 anni fa aveva ospitato il nostro gruppo di 7 Italiani che non avevano trovato alloggio nei dintorni ed ai quali, come unica alternativa, lo Sceriffo aveva gentilmente offerto di pernottare nelle celle vuote del carcere locale! Sulla via per Page si raccomanda la deviazione al Navajo Nat. Monument dove, dopo breve passeggiata, si scorgono le rovine di Betatakin, in pueblo posto in una gigantesca caverna, simile a quelle di Mesa Verde. Per chi ha fretta e vuole guadagnare un giorno, questa visita può ben sostituire quella di Mesa Verde. Le suggestive rovine sono raggiungibili con visita guidata di mezza giornata. Tornati alla 160 la seguiamo fino al bivio per la 89 e raggiungiamo Page per pranzo. Alloggio al Best Western, 85$ colazione inclusa, un vero affare. Nel pomeriggio escursione al Lake Powell attraversando la diga e alla spettacolare Horseshoe Bend . In totale 232 mi.

8°g. Alle ore 11 con le migliori condizioni di luce, visita all’Antelope Canyon, prenotata con buon anticipo nel sito www.antelopecanyontours.com (92$ in due): un posto unico, emozionante, anche se un po’ troppo affollato. Nel primo pomeriggio trasferimento al Grand Canyon, con sosta al Desert View e al Gran View Point, visita al West Rim (con navetta) nel tardo pomeriggio, pernottamento a Tusayan, appena fuori dall’uscita sud del parco, al Feather Lodge, 180$, un autentico furto, non varrebbe la metà, ma anche qui era quasi tutto esaurito e non abbiamo trovato niente di meglio. Bello il documentario sul canyon proiettato all’IMAX, ultimo spettacolo alle 21. In totale 152 mi.

9°g. Nuova visita mattutina al West Rim e trasferimento a Las Vegas, con sosta alla Hoover Dam, pernottamento al The Venetian. In totale 284 mi.

10°, 11° e 12° g.: Las Vegas, dopo 2 notti nel lusso raffinato del Venetian, 47$/notte, ci trasferiamo per altre 2 notti al Paris ,156$/notte, ma restare al Venetian sarebbe costato il doppio. Dopo un giorno di riposo dedicato alla visita dei principali hotel dello “Strip”, in particolare il Caesar’s Palace, visitiamo la Valley of Fire (vedere nota al giorno 2) e poi il Red Rock Canyon, la cui visita è stata rovinata dalla pioggia.

13° g: Partiamo presto da Las Vegas verso la Death Valley, sotto la pioggia che presto si mischia alla neve. Sostiamo a Zabriskie Point e poi scendiamo nella valle, con deviazioni al Golden Canyon e al Natural Bridge seguendo poi verso sud fino a Badwater dove finalmente ritorna il sole. Da non perdere l’escursione lungo l’Artist’s Drive fino all’.Artist’s Palette Alla sera dopo 452 miglia arriviamo a Hollywood.

Secondo itinerario 1°g.: Hollywood – San Francisco, mi 392, circa 6h 30’. Alloggio per 3 gg. al Lombard Motor Inn, in Lombard, st. non lontano dal Fisherman Warf , 99$/notte compreso supplemento per il frigo, confortevole, prezzo ragionevole, camere sul retro molto tranquille. Nel pomeriggio visitiamo tutta la zona tra Fisherman Warf e Peer 39.

2° e 3° g.: San Francisco: su www.city-sightseeing.us per 90$ (in due) compriamo una combinazione di ben 4 city tours “HopOn-HopOff” validi 2 gg e comprendenti:”Downtown Loop”, “Golden Gate+Suasalito”, “Golden Gate Park” e “San Francisco Night Tour” (in realtà è serale), che permettono di vedere tutta la città, fermandosi dove si vuole e riprendendo con il bus successivo (escluso il tour serale). Nel pomeriggio del 3° giorno, con la nostra macchina visitiamo i pochi luoghi non visti con i City-tour: discesa lungo i tornanti di Lombard st. e salita alla Coit Tower per lo spettacolare panorama sulla città o rivediamo i luoghi dove il bus non si era fermato: ad es. Alamo Square e dintorni per fotografare e goderci le numerose “Victorian Houses”. Il sito www.victorianwalk.com offre visite guidate di questa tipologia di abitazioni. Frisco avrebbe meritato una sosta di 1 o 2 giorni in più.

4°g. Al mattino ritorniamo allo splendido Golden Gate Park anche per visitare la California Academy of Sciences, recentemente ristrutturata da Renzo Piano. Nel pomeriggio proseguiamo lungo la costa fino a Pacific Grove (Monterey). Pernottamento al Howard Johnson Lodge, 86$ con abbondante colazione inclusa, originale costruzione nel bosco. In totale 142 miglia.

5°g.: Da Pacific Grove torniamo a Monterey per una breve visita e poi proseguiamo attraverso lo spettacolare 17 Miles Drive, verso Pebble Beach, Carmel, Big Sur, Julia Pfeiffer Burns-Mac Way falls, piccolo parco costiero dove una bella cascata cade direttamente quasi in mare, dipende anche dalla marea, comunque molto scenografica. Prima di San Simeon sulla spiaggia si scorgono migliaia di foche, solo femmine in questo periodo, che si crogiolano al sole. Pernottamento a San Simeon, al Sea Breeze Inn, 66$ colazione inclusa. In totale 104 mi.

6°g.: Al mattino, ore 9 visita all’Hearst Castle (prenotata on-line): con 25$/persona si visitano pochi saloni al piano terreno, per vedere il resto bisognerebbe fare altre 2 visite, comunque i giardini ed il panorama sono stupendi. Nel pomeriggio proseguimento per Pismo Beach, con breve sosta a Morro Bay. Pernottamento al Ocean Palms, 88$, colazione inclusa.

7°g.: Ritorno a Hollywood, con sosta a Santa Barbara e Malibù dove si può visitare la Paul Getty Villa: l’ingresso solo su prenotazione, è libero, ma si paga il parcheggio, per cui è obbligatorio arrivarci in macchina, anche se trovate da parcheggiare in zona, a piedi non vi farebbero entrare!. La località è da evitare durante i weekend a causa di colossali ingorghi di traffico.

Alla fine ci resta ancora una settimana per Los Angeles e dintorni. Non c’è molto di particolarmente notevole: la Guida del TCI elenca 6 mete a 2 “stelle” (il massimo) contro le 15 di Frisco, ma a parte l’Huntington Library and Botanical Gardens tutto il resto ci è sembrato abbastanza deludente. Al turista può anche bastare una visita agli Universal Studios ed un tour panoramico in bus (partono davanti al Chinese Theatre). E Rodeo Drive dirà qualcuno? una comune strada con negozi di lusso, in Italia c’è di meglio. Le ville di Bel Air e Beverly Hills? Da fuori non si vede praticamente niente, anche i famosissimi hotel che portano questi nomi ci hanno assai deluso e in Italia c’è molto di meglio. Disneyland? Meglio Orlando e forse anche Gardaland. Santa Monica? Meglio Santa Barbara. I musei? Costosi, grandi e dispersivi, in Europa c’è di meglio. La famosa veduta di “Downtown” dal Griffith Park? A causa dello smog è difficile trovare la giornata giusta e poi il decantato “parco pubblico più grande del mondo” è in realtà una collina abbastanza spelacchiata. Qualcuno penserà che siano tutte critiche malevole, ma perché mai dovremmo amare la “megalopoli”che ci ha “rubato” nostro figlio, anche se gli ha dato lavoro e soddisfazioni professionali? Personalmente abbiamo preferito un meritato riposo, al bordo della piscina del residence, riscaldata a 30°C tutto l’anno, in compagnia degli scoiattoli e di BriBri. Chi è BriBri? È la nostra mascotte, una colibrì che covava due piccolissime uova nel minuscolo nido che ha fatto in un ficus sotto al portico. Alla sera ci guardiamo le nostre 1500 foto sullo schermo da 125” di nostro figlio, che essendo un “Visual Effects Artist” sottopone i nostri capolavori a critiche, che ovviamente non condividiamo.



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